Sto con Larini: è necessario conoscere il decreto su Bose

“Credo si debba attendere a questo punto la doverosissima pubblicazione del decreto singolare, in assenza della quale, anche senza volerlo, si continuerà ad alimentare l’umiliazione di persone e di storie che hanno invece reso un servizio enorme alla chiesa a livello mondiale nonché alla cultura del nostro paese”: lo afferma il teologo Riccardo Larini, che fu un “fratello” di Bose per 11 anni, in un’intervista di Pierluigi Mele per RaiNews. Nel primo commento preciso la mia richiesta di pubblicazione del decreto, nel secondo e terzo riporto alcune affermazioni di Larini sul fattaccio di Bose.

13 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Magari con omissis. Può ben essere che il decreto – firmato dal segretario di Stato vaticano Pietro Parolin il 13 maggio con specifica approvazione del Papa – non sia stato pubblicato per rispetto alle persone coinvolte: possono cioè esservi contenute referenze sulla vita della comunità che – divulgate – danneggerebbero la reputazione di qualcuno o renderebbero più difficile la “riconciliazione” tra le varie componenti. Preciso dunque la mia sollecitazione: ritengo necessaria la pubblicazione del decreto se non vi sono tali esigenze di riservatezza, o quantomeno per le parti che non sottostanno a esse. Il sistema degli omissis può fare salve le due necessità: informare sulla sostanza della questione e sulle ragioni della severa sentenza finale, proteggere le persone.

    4 Giugno, 2020 - 12:19
  2. Luigi Accattoli

    Necessario distanziamento. Larini 1. Mi pare chiaro che un distanziamento tra le parti si fosse ormai reso necessario. Per quanto si sia persone mature e di grande fede, ci sono momenti in cui la convivenza può essere solo deleteria. Perciò è bene che tutti possano respirare. Il priore ha bisogno di spazio per poter esercitare più liberamente il proprio ministero, ovverosia prendere le decisioni ordinarie riguardo alla vita comunitaria, scegliere i propri collaboratori, accompagnare con i carismi della saldezza e del discernimento, come dice la Regola di Bose, la vita spirituale e monastica dei fratelli e delle sorelle, che sono certo proseguirà secondo il livello di sempre. Gli altri membri coinvolti (e non solo quelli allontanati temporaneamente), hanno bisogno di spazio per ripensare a come essere pienamente solidali con il corpo comunitario e con i suoi valori, pur non venendo meno alle loro convinzioni, specie a quelle fondate sul Vangelo. Il fondatore ha bisogno di distanza per trovare un modo diverso di essere un “semplice monaco” che tuttavia non sarà mai del tutto un “fratello come gli altri”. Ed è quest’ultimo, in fondo, il vero nodo interno da risolvere […]. Se la distanza sarà accompagnata da un vero processo dialogico, fratel Enzo rimarrà parte dell’esperienza di Bose. Probabilmente vivendo in disparte, ma tornando a essere coinvolto in forme nuove e non invasive nella storia bosina. In assenza di una volontà da parte di tutti di iniziare un processo di tal genere, i cammini del fondatore e di una parte della comunità da un lato e del resto della comunità dall’altro si separeranno definitivamente.

    4 Giugno, 2020 - 12:20
  3. Luigi Accattoli

    Bose non è solo cattolica. Larini 2. La Segreteria di Stato è inoltre intervenuta (perché il decreto è suo, non del papa, anche se egli lo ha approvato) applicando, di fatto, la giurisdizione diretta della Santa Sede su ogni singolo credente cattolico. Peccato però che a Bose ci siano anche non cattolici, membri a pieno diritto della comunità, e il ricorso all’unica prerogativa del papato su cui nessuna chiesa cristiana mai concorderà con quella cattolica per dirimere una questione inerente una comunità ecumenica rappresenti un vulnus eccezionale allo spirito ecumenico di cui per contro ci si continua a dichiarare fedeli servitori […]. La posta in gioco è molto più grande di quanto non sia stato percepito nei palazzi vaticani e da una chiesa italiana colpevolmente molto silente fino ad ora, anche se c’è tempo per rimediare a questo almeno in parte. Certo, da un lato è palese, dalle immediate reazioni anche virulente, che la vicenda Bose rischi di essere strumentalizzata dai tristi giochi di potere scatenati sia da alcuni alti prelati che si oppongono a Francesco e al Vaticano II che da gruppi di interesse di vario genere […]. Un dato più importante è che è in gioco una testimonianza cristiana sui generis di cui il mondo ha un enorme bisogno. Bose è un esempio straordinario di come lo studio, la conoscenza, la profondità e l’ardire del pensiero siano compatibili con la fede cristiana, e anzi la rafforzino. È un laboratorio che ha dato chiara prova, nel corso degli anni, di un eccezionale equilibrio, senza mai ricorrere a cliché, senza utilizzare dogmatismi […]. Per questo la comunità andrebbe accompagnata dalla chiesa con maggior rispetto e attenzione di quanto è accaduto negli ultimi mesi.

    4 Giugno, 2020 - 12:20
  4. Pasquale VILARDI

    Credo che le vicende di Bose abbiano sconcertato tutti coloro che, come me,erano abituati ad ascoltare con profondo interesse i numerosi interventi di Enzo Bianchi sia attraverso i suoi saggi sia i suoi numerosi interventi effettuati attraverso interviste, articoli di stampa, recensioni di libri di contenuto non solo prettamente religioso.
    Già il volontario allontanamento del Priore aveva suscitato stupore e disappunto.
    Ma l’intervento che sembrerebbe di natura “disciplinare” ha rafforzato questi sentimenti.
    Come giustamente ( a mio avviso ) fa notare Larini :”Bose è un esempio straordinario di come lo studio, la conoscenza, la profondità e l’ardire del pensiero siano compatibili con la fede cristiana, e anzi la rafforzino. È un laboratorio che ha dato chiara prova, nel corso degli anni, di un eccezionale equilibrio, senza mai ricorrere a cliché, senza utilizzare dogmatismi […]. Per questo la comunità andrebbe accompagnata dalla chiesa con maggior rispetto e attenzione di quanto è accaduto negli ultimi mesi”.
    D’altra parte la proposta di Gigi Accattoli di richiedere la publicizzazione del decreto del Card Parolin ( magari depurato con opportuni omssis ) appare un passo indispensabile per comprendere la natura del contendere e la competenza del Segretario di Stato ad adottare un provvedimento così drastico, peraltro, sembra, avallato dal Papa. Anche questo per me, e penso per molti fedeli, rimane abbastanza oscuro.

    4 Giugno, 2020 - 19:47
  5. Centofanti Giampaolo

    Canto del pescatore

    Tutto e niente, ogni cosa
    è brezza del mare argentato.
    Ancora veglia l’innamorato.
    Ma mille stelle ma vele sciolte
    ma reti colme e non colte
    al povero pescatore d’aurore.

    Poesiola tratta da Piccolo magnificat, un canto di tanti canti (poesie che un prete ha sentito cantare, inavvertitamente, dalla vita, dalla sua gente). http://gpcentofanti.altervista.org/piccolo-magnificat-un-canto-di-tanti-canti/

    5 Giugno, 2020 - 0:47
  6. marialo

    Buonasera ,

    due riflessioni .

    Un provvedimento così grave potrebbe trovare giustificazione solo in fatti altrettanto gravi previamente comunicati all’ accusato ( Bianchi ha da subito dichiarato di non conoscere le accuse, quindi non sarebbe state comunicate nel decreto di allontanamento )

    Un provvedimento così grave non poteva non essere preceduto dall’ascolto della persona accusata al fine di consentirgli una difesa ( Bianchi ha da subito dichiarato la sua volontà ad essere ascoltato per potersi difendere )

    Un provvedimento così grave necessitava sostanzialmente di un “ giusto processo “ in e’ riconosciuto :
    il diritto alla conoscenza preventivamente delle accuse ed il diritto alla difesa .

    Bianchi prima di obbedire ed andare via lo ha pubblicamente richiesto.

    Maria Viva

    5 Giugno, 2020 - 21:33
  7. Amigoni p. Luigi

    Rif. 4 giugno ore 14.43 – Bose ecumenica

    Non conosco Larini e mi piace sapere che è un ex di Bose assolutamente “non arrabbiato”. La sua lunga e distesa intervista mi pare molto preziosa.
    Fornisce elementi anche un po’inediti per capire quale è “l’affaire Bose”. Non si tratta solo – mi sembra – di un problema di “soggezione psicologica” esercitata e/o patita da qualcuno.

    6 Giugno, 2020 - 13:27
  8. Luigi Accattoli

    Giorgio Scatto su Bose. “Credo che sia giunto il momento di rendere testimonianza ad una comunità che è stata molto significativa, vorrei dire decisiva, nella mia ricerca spirituale, fin dagli inizi. E’ stato proprio l’incontro con questa comunità – eravamo nel 1972 – che è all’origine della vita monastica che vivo a Marango da ormai trentasei anni”: è l’attacco di “una testimonianza di stima e di amicizia” verso la Comunità di Bose pubblicata da Giorgio Scatto, priore della comunità monastica di Marango, nel sito della propria comunità:

    https://www.monasteromarango.it/

    oppure:

    https://www.monasteromarango.it/attachments/296/download/Bose_una_testimonianza_di_stima_e_di_amicizia.pdf

    6 Giugno, 2020 - 16:32
  9. Luigi Accattoli

    Il testo del priore di Marango – di cui al commento precedente – mi è stato segnalato da Ada Murkovic – che ringrazio. Marango nella sua testimonianza cita Larini, ovvero l’intervista che ho segnalato in questo post.

    6 Giugno, 2020 - 16:42

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