A tre settimane dalla Risurrezione del Signore, la Chiesa oggi nella quarta domenica di Pasqua celebra la domenica del Buon Pastore, Gesù Buon Pastore. Questo mi fa pensare a tanti pastori che nel mondo danno la vita per i fedeli, anche in questa pandemia, tanti, più di 100 qui in Italia sono venuti a mancare. Penso anche ad altri pastori che curano il bene della gente, i medici. Si parla dei medici, di quello che fanno ma dobbiamo renderci conto che, soltanto in Italia, 154 medici sono venuti a mancare, in atto di servizio. Che l’esempio di questi pastori preti e “pastori medici”, ci aiuti a prenderci cura del santo popolo fedele di Dio. – E’ la preghiera di Papa Francesco detta stamane prima della messa a Santa Marta. Nei commenti altre sette intenzioni papali degli ultimi giorni che ancora non avevo raccolto in questo blog. I titoletti sono miei. In coda un mio articolo pubblicato oggi dal “Quotidiano del Sud” sulla preghiera per i governanti che riporto nel primo commento.
Francesco prega per i pastori preti e i pastori medici
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Per i governanti – 2 maggio – Preghiamo oggi per i governanti che hanno la responsabilità di prendersi cura dei loro popoli in questi momenti di crisi: capi di Stato, presidenti di governo, legislatori, sindaci, presidenti di regioni … Perché il Signore li aiuti e dia loro forza, perché il loro lavoro non è facile. E che quando ci siano differenze tra loro, capiscano che, nei momenti di crisi, devono essere molto uniti per il bene del popolo, perché l’unità è superiore al conflitto.
Per tutti i lavoratori – 1° maggio – Oggi è la festa di San Giuseppe lavoratore, e la Giornata dei lavoratori. Preghiamo per tutti i lavoratori. Per tutti. Perché a nessuna persona manchi il lavoro e che tutti siano giustamente pagati e possano godere della dignità del lavoro e della bellezza del riposo.
Per i defunti anonimi – 30 aprile – Preghiamo oggi per i defunti, coloro che sono morti per la pandemia; e anche in modo speciale per i defunti – diciamo così – anonimi: abbiamo visto le fotografie delle fosse comuni. Tanti…
Per l’unità dell’Europa – 29 aprile – Oggi è la festa di Santa Caterina da Siena, Dottore della Chiesa, Patrona d’Europa. Preghiamo per l’Europa, per l’unità dell’Europa, per l’unità dell’Unione Europea: perché tutti insieme possiamo andare avanti come fratelli.
Per gli artisti – 27 aprile – Preghiamo oggi per gli artisti, che hanno questa capacità di creatività molto grande e per mezzo della strada della bellezza ci indicano la strada da seguire. Che il Signore dia a tutti noi la grazia della creatività in questo momento.
Per quanti soffrono la tristezza – 26 aprile – Preghiamo oggi, in questa Messa, per tutte le persone che soffrono la tristezza, perché sono sole o perché non sanno quale futuro le aspetta o perché non possono portare avanti la famiglia perché non hanno soldi, perché non hanno lavoro. Tanta gente che soffre la tristezza. Per loro preghiamo oggi.
Per chi svolge servizi funebri – 25 aprile – Preghiamo insieme oggi per le persone che svolgono servizi funebri. È tanto doloroso, tanto triste quello che fanno, e sentono il dolore di questa pandemia così vicino. Preghiamo per loro.
Mio articolo 1. Pubblicato oggi dal “Quotidiano del Sud” a riguardo della preghiera per i governanti proposta ieri da Bergoglio. Il Papa chiede ai governanti di essere “molto uniti” nella crisi e invita a più largo raggio a non “fare cambiamenti” quando si è nella prova. Il secondo richiamo lo rafforza con un proverbio argentino: “non cambiare cavallo in mezzo al fiume”.
Parlava al mondo, ma le due raccomandazioni – a essere uniti e a non fare cambiamenti – cadono a pennello sulla nostra situazione politica. Alludeva specificamente all’Italia? Con la prima di sicuro, perché nel formularla ha nominato in sequenza governanti, sindaci, presidenti regionali che ora per l’appunto qui da noi stanno contrapponendosi.
Ma la tentazione di chi applica all’Italia il monito del Papa argentino sarà poi di individuare il premier Conte nel “cavallo” che non devi cambiare quando sei in mezzo al guado: e qui il riferimento resta dubbio. Perché quel proverbio arriva con un consiglio che non era riferito direttamente alla politica.
Il primo richiamo lo ha svolto nell’intenzione che propone ogni giorno prima della messa delle 07.00: “Preghiamo oggi per i governanti che hanno la responsabilità di prendersi cura dei loro popoli in questi momenti di crisi: capi di Stato, presidenti di governo, legislatori, sindaci, presidenti di regioni”.
Mio articolo 2. “Preghiamo – ha continuato – perché il Signore li aiuti e dia loro forza, perché il loro lavoro non è facile. E che quando ci siano differenze tra loro, capiscano che, nei momenti di crisi, devono essere molto uniti per il bene del popolo, perché l’unità è superiore al conflitto”.
Il proverbio sul cavallo l’ha citato invece nell’omelia, commentando un passo del Vangelo di Giovanni dove molti “entrano in crisi” ascoltando le parole di Gesù: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”. A un certo punto ha detto: “Anche questa pandemia è un momento di crisi sociale” ed ha aggiunto che “nel momento di crisi” dobbiamo “rimanere dove siamo: non è il momento di fare dei cambiamenti”.
Questo passaggio l’ha concluso con il motto del cavallo: “Nella mia terra c’è un detto che dice: quando tu vai a cavallo e devi attraversare un fiume, per favore, non cambiare cavallo in mezzo al fiume”. Francesco ha incontrato Conte a fine marzo e forse – chissà – vuole dargli una mano. Non ne abbiamo la riprova ma l’ipotesi è legittima. Del resto non sarebbe la prima volta: già in un paio di occasioni l’aveva aiutato invitando a ubbidire – in pandemia – alle “disposizioni delle autorità”.
https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-4-maggio-2020/
https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-5-maggio-2020/