“Forse è il momento di pensare a un salario universale che riconosca e dia dignità ai nobili e insostituibili compiti che svolgete, conseguendo l’obiettivo umano e cristiano che nessun lavoratore sia senza diritti”: così Francesco in una lettera inviata il giorno di Pasqua ai Movimenti popolari, nella quale si rivolge ai “lavoratori dell’economia informale, indipendente o popolare”, che non hanno “uno stipendio stabile per resistere alle difficoltà di questo momento”. Nei commenti alcuni passaggi della lettera riportati da Vatican News.
Francesco: è ora di pensare a un salario universale
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Soprattutto alle donne. “Penso alle persone, soprattutto alle donne, che moltiplicano il pane nelle cucine della comunità cucinando un delizioso stufato per centinaia di bambini con due cipolle e un pacchetto di riso, penso ai malati, penso agli anziani. Non compaiono mai nei media tradizionali. Nemmeno i contadini e le famiglie contadine che continuano a coltivare per produrre cibo sano senza distruggere la natura, senza accaparrarsela e senza speculare sui bisogni della gente. Voglio che sappiano che il nostro Padre Celeste li guarda, li valorizza, li riconosce e li rafforza nella loro scelta”.
Difficile stare a casa. “Com’è difficile stare a casa per chi vive in una piccola e precaria abitazione o per chi è direttamente senza un tetto sopra la testa. Quanto sia difficile per i migranti, per le persone private della loro libertà o per coloro che stanno attraversando un processo di guarigione dalle dipendenze. Voi siete lì, mettendo il vostro corpo al loro fianco, per rendere le cose meno difficili, meno dolorose. Mi congratulo con voi e vi ringrazio di cuore”.
Quarantene insopportabili. “Spero che i governi comprendano che i paradigmi tecnocratici (sia che abbiano al centro lo Stato, sia che abbiano al centro il mercato) non sono sufficienti per affrontare questa crisi o gli altri grandi problemi dell’umanità. Ora più che mai sono le persone, le comunità, i popoli che devono essere al centro, uniti per guarire, per curare, per condividere. So che siete stati esclusi dai benefici della globalizzazione […]. Molti di voi vivono giorno per giorno senza alcuna garanzia legale che vi protegga. Venditori ambulanti, riciclatori, lavoratori della fiera, piccoli agricoltori, costruttori di fognature, quanti svolgete varie attività di cura […], non avete uno stipendio stabile e le quarantene diventano insopportabili per voi”.
https://commentovangelodelgiorno.altervista.org/commento-vangelo-16-aprile-2020-giovedi-fra-lottava-di-pasqua/
Da Raffaele Delvecchio ricevo questo messaggio:
Caro Luigi, desidero intervenire sull’ultimo post e sul pensiero espresso dal Papa.
Il pensiero del Papa è condizionato dalla tragedia che stiamo vivendo: dobbiamo intervenire qui e ora. Strumentalizzare le sue parole per affermare un’egemonia culturale prima che politica deve indurre a cercare di capire limiti e sviluppi successivi necessari alle idee e all’azione.
Nel secondo dopoguerra si chiedeva “pane e lavoro” non differentemente da quello che era successo nei decenni e nei secoli precedenti. Pane e lavoro come elementi costitutivi di quella condizione di dignità su cui trovarono l’accordo Dossetti e Togliatti in occasione della formulazione dell’art.36 della nostra Costituzione, proprio in materia di salario.
L’intervento immediato, qui e ora, non può far accantonare una riflessione sulla capacità del servizio pubblico a governare il mercato del lavoro. In questo senso le notizie recenti concernenti l’uscita del presidente dell’ANPAL sul quale erano state coltivate attese e promesse dal governo Conte1, spingono a chiedersi se non siano stati persi due anni: ne ha parlato anche Gramellini nella rubrica quotidiana de Il Corriere della Sera.
Siamo chiamati ad esercitare tutta la tenuta di azione pratica per cercare di ridurre la disoccupazione. E per ritornare al secondo dopoguerra si pensi alla legge “Fanfani” del 1949 sulla costruzione delle case popolari, che servì da volano economico e che fu copiata dall’allora nascente Comunità europea.
Qui mi fermo per non rubarti altro tempo e ringrazio per l’attenzione dedicata. Cordialmente, Raffaele Delvecchio
Da Raffaele Delvecchio ricevo un nuovo messaggio:
Aggiungo [al messaggio pubblicato al commento precedente] che il 16 aprile alla Camera c’è stata, la mattina, l’audizione del Ministro del lavoro e, il pomeriggio, l’audizione del prof. Parisi dagli USA, nella quale egli ha risposto alle domande dei membri della Commissione Lavoro della stessa Camera. In particolare Parisi ha formulato i termini dell’attività, ha chiarito che si trova negli USA solo temporaneamente e che ci sono delle discussioni in corso in materia di “governance” tra Ministero e ANPAL.
Nel pomeriggio dello stesso giorno il Ministero ha fatto un comunicato, nel quale si spiega quale siano i termini del rapporto che devono sussistere tra Ministero e Agenzia del Lavoro (ANPAL).
Questi elementi, per chi voglia farsi un’idea, sono reperibili sui siti corrispondenti della Webtv della Camera e, per il comunicato, su quello del Ministero del Lavoro.