“In questo momento vogliamo implorare misericordia per l’umanità duramente provata dalla pandemia di coronavirus. E lo facciamo insieme, cristiani di ogni Chiesa e Comunità, di ogni età, lingua e nazione”: così il Papa a mezzogiorno ha avviato la preghiera del Padre nostro dalla Biblioteca dov’era solo e dove l’ha pronunciato in latino. Nei commenti l’intera introduzione papale, l’intenzione della preghiera per le suore dei malati che aveva proposto dalla cappella della Casa Santa Marta alle sette del mattino.
Noi tutti i cristiani vogliamo implorare misericordia
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Introduzione di Francesco alla preghiera del Padre Nostro a mezzogiorno (#PreghiamoInsieme – 25 marzo) dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico:
Cari fratelli e sorelle, oggi ci siamo dati appuntamento, tutti i cristiani del mondo, per pregare insieme il Padre Nostro, la preghiera che Gesù ci ha insegnato. Come figli fiduciosi ci rivolgiamo al Padre. Lo facciamo tutti i giorni, più volte al giorno; ma in questo momento vogliamo implorare misericordia per l’umanità duramente provata dalla
pandemia di coronavirus. E lo facciamo insieme, cristiani di ogni Chiesa e Comunità, di ogni età, lingua e nazione. Preghiamo per i malati e le loro famiglie; per gli operatori sanitari e quanti li aiutano; per le autorità, le forze dell’ordine e i volontari; per i ministri delle nostre comunità.
Oggi molti di noi celebrano l’Incarnazione del Verbo nel seno della Vergine Maria, quando nel suo “Eccomi”, umile e totale, si rispecchiò l’“Eccomi” del Figlio di Dio. Anche noi ci affidiamo con piena fiducia alle mani di Dio e con un cuore solo e un’anima sola preghiamo:
“Padre nostro…”
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2020/03/25/0179/00408.html
Per le suore dei malati. Intenzione di preghiera del giorno detta dal Papa ad avvio della celebrazione nella cappella della Casa Santa Marta: Oggi, festa dell’Incarnazione del Signore, le suore Figlie della carità di San Vincenzo de’ Paoli, che dirigono, prestano servizio nel dispensario di Santa Marta da 98 anni, sono qui a Messa, rinnovano i voti insieme con le loro consorelle in ogni parte del mondo. Vorrei offrire la Messa oggi per loro, per la Congregazione che lavora sempre con gli ammalati, i più poveri, come qui da 98 anni, e per tutte le suore che stanno lavorando in questo momento accudendo gli ammalati e anche rischiando la vita e dando la vita.
Qui il video della celebrazione e la trascrizione dell’omelia:
https://www.vaticannews.va/it/papa-francesco/messa-santa-marta/2020-03/papa-francesco-messa-santa-marta-coronavirus2.html
Uniamo le voci. Appello del Papa al termine dell’Udienza generale in vista dell’appuntamento di mezzogiorno e per quello di venerdì: Tra poco, a mezzogiorno, noi Pastori delle varie Comunità cristiane, insieme ai fedeli delle diverse confessioni, ci riuniremo spiritualmente per invocare Dio con la preghiera del Padre Nostro. Uniamo le nostre voci di supplica al Signore in questi giorni di sofferenza, mentre il mondo è duramente provato dalla pandemia. Voglia il Padre, buono e misericordioso, esaudire la preghiera concorde dei suoi figli che con fiduciosa speranza si rivolgono alla sua onnipotenza.
Rinnovo a tutti anche l’invito a partecipare spiritualmente, attraverso i mezzi di comunicazione, al momento di preghiera che presiederò dopodomani, venerdì, alle ore 18, sul sagrato della Basilica di San Pietro. All’ascolto della Parola di Dio e all’adorazione del Santissimo Sacramento, seguirà la Benedizione Urbi et Orbi, con annessa l’indulgenza plenaria.
https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2020/03/25/0178/00353.html
Chi ha partecipato.”Chiese cristiane unite nella preghiera” è intitolato un servizio di Vatican News che dà questa sobria informazione sulla partecipazione ecumenica alla preghiera di mezzogiorno: Le Chiese cristiane si sono unite a Papa Francesco per la preghiera del Padre Nostro. Il Patriarca Ecumenico Bartolomeo ha aderito all’iniziativa del Pontefice per dare “una comune risposta alle sofferenze del mondo”. Anche la Conferenza delle Chiese europee (Kek), associazione ecumenica tra Chiese cristiane d’Europa, si è unita alla preghiera promossa dal Papa. “In questi tempi di incertezza globale – si legge in un comunicato della Kek – abbiamo bisogno di segni di unità e di speranza”. Anche l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby capo della comunione anglicana, si è unito alla preghiera con Papa Francesco e milioni di persone nel mondo.
https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2020-03/preghiera-papa-francesco-padre-nostro.html
Vangelo 26 marzo 2020
Gv 5, 31-47
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».
Nessuno può testimoniare da sé stesso. Infatti persino il Padre non può nemmeno esistere fuori della comunione dell’amore trinitario. Il Padre rende testimonianza al Figlio perché le parole di Gesù sono Spirito e vita, amore trinitario. Solo l’amore è vita, è luce. Le opere di Cristo sono segni di questo amore e donano la grazia a ciascuno in modo specifico e graduale. Sono segni dell’opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato. Dio pur potendo convertirci come vuole ama farsi aiutare dagli esseri umani. Si è lui stesso fatto uomo, nascendo da una donna. Gesù dunque ci orienta a cercare con cuore sincero prima di tutto la voce serena dello Spirito non lasciandoci confondere da tante fasulle voci interne ed esterne. Senza lo Spirito invece siamo preda di esse, rendendo la nostra vita arida, faticosa. Divenendo dipendenti dalle debolezze, dalla fasulla gloria dice Gesù, nostre e altrui. Tutto allora viene distorto, persino la Parola, di cui ci possiamo impossessare e farle dire quello che vogliamo. Spirito di Gesù e cuore sincero nell’accoglierlo sono la via fontale.
Ferragosto
Nel lungo silenzio d’estate,
entrato il ristoro dell’anno,
la poesia saliva dalla carne e dal sangue,
come una caparra dell’assunzione.
Sentivo cantare la vita, persone,
col loro dolore, le gioie,
dentro la sconfinata Compassione.
Poesiola tratta da Piccolo magnificat, un canto di tanti canti (poesie che un prete ha sentito cantare, inavvertitamente, dalla vita, dalla sua gente):
http://gpcentofanti.altervista.org/piccolo-magnificat-un-canto-di-tanti-canti/
Vangelo 27 marzo 2020
Gv 7, 1-2. 10. 25-30
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.
Che dolore, che tenerezza, questo Dio che viene sulla terra e vive una vita umile, nascosta, per prepararsi ad annunciare il regno di Dio e poi vive forse due anni e mezzo non solo non riconosciuto ma braccato dal potere religioso. Sempre a rischio della vita ma anche nella fiducia che Dio non permette alcun grave male se non nell’ora in cui diverrà occasione di una grazia sconfinata. Che contrasto con le chiacchiere da bar, per nulla interessate ad una ricerca profonda, vitale. Il potere può davvero essere una grave causa di chiusura, di manipolazione, di svuotamento, della gente. Poi magari quando gli fa comodo il sistema rimprovera l’immaturità della gente quasi ignaro di essere lui responsabile di ciò. Invece di aiutare una libera, profonda, crescita.
Massimiliano Maria Kolbe
Ogni dolore grava sulle nostre spalle
– treno che corre, vento che soffia
e porta lontano le lacrime –
ogni dolore amaro – per la valle,
montagne nere e tramonti rossi –
ogni dolore – ad ogni fermata
una ferita da ricordare.
Poesiola tratta da “Piccolo magnificat. Un canto di tanti canti” (poesie che un prete ha sentito cantare, inavvertitamente, dalla vita, dalla sua gente):
http://gpcentofanti.altervista.org/piccolo-magnificat-un-canto-di-tanti-canti/