Nell’intenzione di preghiera per la giornata di oggi Francesco ha ricordato quanti “hanno preso il male perché erano al servizio degli ammalati” e di quel male sono morti, e di nuovo li ha chiamati eroi: aveva già accennato al loro martirio due volte, il 18 e il 20 marzo. Nel primo commento riporto l’intenzione, nel secondo il messaggio per la Rete mondiale di preghiera del Papa” diffuso oggi pomeriggio.
Papa: ringrazio Dio per l’eroicità di chi serve gli ammalati
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Esempio di eroicità. Francesco prima della messa di stamane: Ho avuto la notizia che in questi giorni sono venuti a mancare alcuni medici, sacerdoti, non so se qualche infermiere, ma si sono contagiati, hanno preso il male perché erano al servizio degli ammalati. Preghiamo per loro, per le loro famiglie, e ringrazio Dio per l’esempio di eroicità che ci danno nel curare gli ammalati.
https://www.vaticannews.va/it/papa-francesco/messa-santa-marta/2020-03/papa-francesco-messa-santa-marta-coronavirus1.html
Messaggio per la “Rete Mondiale di Preghiera del Papa”
Tutti insieme preghiamo per gli ammalati, per le persone che soffrono.
Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio.
Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.
Ringrazio tutti i cristiani, tutti gli uomini e le donne di buona volontà che pregano per questo momento, tutti uniti, qualsiasi sia la tradizione religiosa alla quale appartengono.
https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2020-03/video-speciale-papa-francesco-preghiera-fine-pandemia-marzo.html
Vangelo 25 marzo 2020 Annunciazione del Signore
Lc 1, 26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Il Signore manda angeli. L’uomo può fare già difficoltà a credere in Dio. Figuriamoci a creature comunque limitate. Ma proprio per questo il Padre sceglie così. Ad una creatura si può anche prestare meno ascolto. Dio si fa vicino in vario modo, con delicatezza. L’angelo comunque in questo caso con gioia può dire per prima cosa a Maria di rallegrarsi, piena di grazia. Anche nella versione italiana si sente l’assonanza di parole: è tutto gioia, grazia, amore, fiducia. Maria è totalmente malleabile, non ha punti deboli che non si possano toccare altrimenti risponde picche. Zaccaria è chiuso nelle sue abitudini calcificate e obietta persino ad un’apparizione. Importante tenere presente queste possibili nostre false strutturazioni per non chiudere definitivamente il cuore se viene il momento che Dio, per grazia, ce le vuole far riconoscere. Ci sono persone che vivono un cammino per vari aspetti profondo ma l’umanità autentica resta in certi punti nascosta e irraggiungibile. Se emerge può crollare tutto. Zaccaria attraversa una simile crisi, scopre il suo cuore spento, svuotato, ammutolito. Un cuore con i propri limiti ma alla fine sincero, che dunque può però poi riaprisi a nuovi orizzonti. L’allontanarsi dell’angelo mostra la bellezza, la grazia, di certe esperienze nello Spirito e anche il loro essere seme. Dio ci conceda di restare aperti in tali eventuali passaggi decisivi della nostra vita, di cercare di non opporre troppe resistenze. Di non fare troppi capricci ritardando il nostro cammino e magari quello di altri intorno a noi. Comunque anche Zaccaria, gli apostoli, hanno resistito e poi Dio li ha aiutati ad oltrepassare l’ostacolo.
Il colore del cielo
Di rosa e di rossi è fatto questo tuo canto
che spera in un cielo che ancora non è.
La fragile foglia dell’eucalipto rinfresca l’aria
di un fremito verde al soffio di un tempo
che però non viene. Nel folto del bosco filtra
una luce che prima non c’era e ti scopri
ancora mancante, tu mancante, all’appuntamento.
Lunedì dell’angelo
Le mille ferite che il tempo m’ha fatto
si quietano in un barbaglio di luce,
nel mormorio delle cose
che culla il mio dormire.
Ora riposo, e lavora la vita
e tutto è una fitta di dolore
e una canzone dolce.
Poesiole tratte da Piccolo magnificat, un canto di tanti canti (poesie che un prete ha sentito cantare, inavvertitamente, dalla vita, dalla sua gente): http://gpcentofanti.altervista.org/piccolo-magnificat-un-canto-di-tanti-canti/
Alcuni sacerdoti sono stati veramente eroici; stanno emergendo le loro storie. Credevamo che la Chiesa fosse avvolta dal silenzio, forse dalla pavidità; alla fine raccoglieremo tutti questi esempi di fulgida luce.
Giusta riflessione di Antonella.
Il punto è : sulla base di CHE COSA ” credevamo che la Chiesa fosse avvolta dal silenzio, forse dalla pavidità? “.
Lasciamo pure che questa domanda ci sconquassi e mi auguro che ci metta in bella e perdurante crisi, con la necessaria dose di vergogna che comporta.
Con l’avvertenza che NON E’ CHE SI DEBBA crepare, martiri ed eroi a forza, perché l’esempio e la luce connessa emergano.
Morale :pensiamo bene, e sempre, che del buio, dell’oscurità e del fango che gettiamo con nonchalance sulla Chiesa con le nostre parole inutili, solo perché così ci gira in quel momento, siamo i soli e riconosciuti responsabili.