Francesco: “Ho chiesto al Signore di fermare l’epidemia”

“Ho chiesto al Signore di fermare l’epidemia: fermala con la tua mano. Ho pregato per questo”: così il Papa in un’intervista a Paolo Rodari di “Repubblica” risponde alla domanda su che cosa abbia domandato domenica pomeriggio nelle visite a Santa Maria Maggiore e a San Marcello al Corso. Nei commenti riporto un’altra risposta di Francesco a Rodari e i riferimenti all’epidemia nella messa del mattino a Santa Marta e nella catechesi del mercoledì che ha svolto dalla Biblioteca privata.

23 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Per chi non crede. Chi non crede come può stare con speranza di fronte a questi giorni? Tutti sono figli di Dio e sono guardati da Lui. Anche chi non ha ancora incontrato Dio, chi non ha il dono della fede, può trovare lì la strada, nelle cose buone in cui crede: può trovare la forza nell’amore per i propri figli, per la famiglia, per i fratelli. Uno può dire: “Non posso pregare perché non credo”. Ma nello stesso tempo, tuttavia, può credere nell’amore delle persone che ha intorno e lì trovare speranza.

    http://80.241.231.25/ucei/PDF/2020/2020-03-18/2020031844838769.pdf#page=1&zoom=auto,-17,851

    18 Marzo, 2020 - 10:03
  2. Luigi Accattoli

    Per gli operatori sanitari che sono morti. Intenzione di preghiera annunciata stamane dal Papa prima della messa a Santa Marta: Preghiamo oggi per i defunti, coloro che a causa del virus hanno perso la vita; in modo speciale, vorrei che pregassimo per gli operatori sanitari che sono morti in questi giorni. Hanno donato la vita nel servizio agli ammalati.

    Qui il video della celebrazione e la trascrizione dell’omelia:
    https://www.vaticannews.va/it/papa-francesco/messa-santa-marta/2020-03/papa-francesco-messa-santa-marta-preghiera-defunti-coronavirus.html

    18 Marzo, 2020 - 10:31
  3. Luigi Accattoli

    Il nostro è un Dio vicino e noi siamo prossimi. Passaggio dell’omelia a Santa Marta: Il nostro Dio è vicino e chiede a noi di essere vicini, l’uno all’altro, di non allontanarci tra noi. E in questo momento di crisi per la pandemia che stiamo vivendo, questa vicinanza ci chiede di manifestarla di più, di farla vedere di più. Noi non possiamo, forse, avvicinarci fisicamente per la paura del contagio, ma possiamo risvegliare in noi un atteggiamento di vicinanza tra noi: con la preghiera, con l’aiuto, tanti modi di vicinanza. E perché noi dobbiamo essere vicini l’uno all’altro? Perché il nostro Dio è vicino, ha voluto accompagnarci nella vita. È il Dio della prossimità. Per questo, noi non siamo persone isolate: siamo prossimi, perché l’eredità che abbiamo ricevuto dal Signore è la prossimità, cioè il gesto della vicinanza.

    [Il riferimento era alle parole del Deuteronomio 7,4, proposte dalla prima lettura: “Il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo”]

    18 Marzo, 2020 - 10:39
  4. Luigi Accattoli

    Domani alle 21. Saluto in italiano al termine della catechesi di stamane dalla Biblioteca privata: Faccio mio l’appello dei Vescovi italiani che in questa emergenza sanitaria hanno promosso un momento di preghiera per tutto il Paese. Ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa: tutti uniti spiritualmente domani alle ore 21 nella recita del Rosario, con i Misteri della luce. Io vi accompagnerò da qui. Al volto luminoso e trasfigurato di Gesù Cristo e al suo Cuore ci conduce Maria, Madre di Dio, salute degli infermi, alla quale ci rivolgiamo con la preghiera del Rosario, sotto lo sguardo amorevole di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia e delle nostre famiglie. E gli chiediamo che custodisca in modo speciale la nostra famiglia, le nostre famiglie, in particolare gli ammalati e le persone che stanno prendendosi cura degli ammalati: i medici, gli infermieri, le infermiere, i volontari, che rischiano la vita in questo servizio.

    http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2020/documents/papa-francesco_20200318_udienza-generale.html

    18 Marzo, 2020 - 10:59
  5. Luigi Accattoli

    Tutti i giorni misericordia. Il tema della catechesi di stamane era la quinta beatitudine secondo Matteo: «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). Alla fine della trattazione Francesco ha fatto, improvvisando, questa confidenza autobiografica sulla scelta della misericordia come tema centrale della sua predicazione:

    Ricordo che questo tema è stato scelto fin dal primo Angelus che ho dovuto dire come Papa: la misericordia. E questo è rimasto molto impresso in me, come un messaggio che come Papa io avrei dovuto dare sempre, un messaggio che dev’essere di tutti i giorni: la misericordia. Ricordo che quel giorno ho avuto anche l’atteggiamento un po’ “spudorato” di fare pubblicità a un libro sulla misericordia, appena pubblicato dal cardinale Kasper. E quel giorno ho sentito tanto forte che questo è il messaggio che devo dare, come Vescovo di Roma: misericordia, misericordia, per favore, perdono.

    18 Marzo, 2020 - 11:07
  6. Centofanti Giampaolo

    Vangelo 19 marzo 2020, San Giuseppe, sposo della vergine Maria
    Mt 1, 16.18-21. 24

    Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
    Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
    Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
    Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

    Il coraggio, la fiducia, la generosità, di Maria che sarà trovata incinta senza spiegazioni comprensibili, rischiando la lapidazione, dunque anche del concepito. E il profondo turbamento, lo spiazzamento totale, di Giuseppe. Si percepisce che ha la mente in ebollizione: farà questo, farà quello… Si porta tale arrovellarsi anche nel sonno. Dio ci orienta al graduale abbandonarci a lui mostrandoci che le risposte le troviamo non a tavolino ma nel tempo, cercando di vivere nel bene, dietro a Lui se abbiamo ricevuto il dono della fede. E ci aiuta anche col sonno. Giuseppe alla fine della giornata sfinito dai pensieri si addormenta e finalmente il corpo stesso lo aiuta a fare silenzio. E allora può parlare Dio, lo Spirito. E lo Spirito aiuta il cuore di Giuseppe a chetarsi. Ogni cosa tende a tornare al suo posto: perché non credere a Maria? Una ragazza così buona e sincera e allora ecco Giuseppe ricorda la scrittura sulla vergine che concepirà un figlio… Le ansie si placano e Giudeppe comincia a percepire il mistero delle promesse bibliche che si sta compiendo. Maria, sua sposa, voluta da Dio… Giuseppe è pazzamente innamorato, felice… Si stava perdendo tutto questo: l’amore di Maria, l’amore di Dio, il figlio, la salvezza per tutti… Ogni uomo, anche un ateo ha i suoi doni particolari, è portato dalla Luce. La notte porta consiglio è un proverbio della sapienza umana, non solo cristiana… Quante storie d’amore, quanti rapporti, possono perdersi per ingannevoli turbamenti, per difficoltà nel tempo superabili. Come è importante chiedere aiuto a Dio, anche a qualche bravo sacerdote… Un giorno dialogando in una comunità del vangelo mi sono avveduto del fatto che tutte le coppie che negli anni precedenti erano venute a chiedermi aiuto per la loro crisi avevano nel tempo superato il problema. Ma non per merito mio. Quando nella coppia si cerca aiuto insieme e in Dio mille sono le possibilità che, in un modo o nell’altro, avvenga qualcosa di bello.

    Ecco tre poesiole tratte da “Piccolo magnificat. Un canto di tanti canti” (poesie che un prete ha sentito cantare, inavvertitamente, dalla vita, dalla sua gente) : https://gpcentofanti.wordpress.com/2015/07/02/piccolo-magnificat-5/

    Canto di Giuseppe

    Sei come l’erba danzata dal vento,
    docile, leggera, ma ferma nel vero
    radicamento. E come questo campo
    che amo tu sei, dove crebbe l’ulivo
    d’argento che piantai per gioco,
    fanciullo, non sapendo che il cielo
    seminava per noi il suo bel tempo.
    E se abbiamo patito, tanto sofferto,
    è come ogni ruga d’ulivo d’argento.
    Il mare in fondo alla campagna
    sei anche, ché in te sempre mi perdo,
    fiducioso, certo, di toccare la riva.

    Il canto di Maria

    Tutto e niente.
    Niente senza di voi,
    senza la gente.
    Il canto che sento
    è un canto che sente.
    Shema’ Israel.

    La croce del sud (una coppia)

    Ho amato la tua dedizione canina
    più di ogni cosa. Non per comodo
    uso da schiava, ma per la pace
    di questo amore sicuro. Hai amato
    la trasparenza colombina della mia
    vita con la sua debolezza più della
    forza felina, per poggiare il tuo viso
    sul mio petto, fiduciosa. Ma come
    ogni cosa, anche la più bella, senza
    la stella è ben poca cosa, ci perdevamo
    nel niente, per niente, come chi troppe
    volte ha aperto e chiuso porte e finestre
    della sua casa e più non vede oltre.
    Tu sei il dolore ed il riso dell’amore
    perduto per niente e ritrovato scoprendo
    presente da sempre lì fuori a due
    passi, nel cielo, una piccola stella.

    18 Marzo, 2020 - 18:08
  7. alphiton

    rif. 17.29

    Della serie: se non parli, ti tirano le pietre, se parli, ti tirano le pietre…

    Alberto Farina

    18 Marzo, 2020 - 19:54
  8. Lorenzo Cuffini

    rif. 17.29

    Le fissazioni maniacali antibergogliane sono più forti persino delle pandemie.

    18 Marzo, 2020 - 20:08
  9. Fabrizio Scarpino

    Caro Luigi.

    Riprendendo il tema della Misericordia e gli inizi del Pontificato di papa Francesco ricordo che ci presentò la Coroncina della Divina Misericordia (mostrò proprio la scatolina della Corona).

    Ora, tutti conosciamo da dove arriva la questa Preghiera e l’immagine ad essa legata e sicuramente molti di noi avranno letto anche il diario di Santa Faustina Kowalska.

    Mi permetto di consigliare in questi tempi così duri: recitiamo questa Coroncina.
    Adesso che diversi di noi sono a casa in “quarantena”, la possiamo recitare insieme a Tv2000 alle ore 15.

    Un caro saluto a tutti.

    Fabrizio

    18 Marzo, 2020 - 22:21
  10. Amigoni p. Luigi

    Rif. 17.29 – Anch’io voglio criticare il papa

    Inopportuno nell’intervista rilasciata il riferimento a Fazio.

    18 Marzo, 2020 - 23:29
  11. Lorenzo Cuffini

    Nella intervista riportata da Luigi ci sono due passaggi molto significativi per noi che lo ascoltiamo come NOSTRO papa, e non solo come “il papa”.
    Il primo è quello in cui dice ” Ho chiesto al Signore di fermare l’epidemia: fermala con la tua mano”. Fondamentale, perché spezza le gambe a tutti i tentativi, da subito serpeggianti, di gabbare questa ultima tragedia che scuote l’umanità come un castigo diretto di Dio, eterna sciocca tentazione di voler trovare spiegazione e morale laddove esiste il mistero esistenziale e “inspiegabile” del male ( ma anche le leggi autonome e autoregolantesi della – per noi – pur creata natura).
    Un conto, come è evidente, è dire ” Dio, ferma la tua mano! ” .
    Opposto è dire: “Dio, ferma CON la tua mano” questa tragedia.
    Che inserisce la preghiera nel filone, mai sufficientemente e provvidenzialmente illuminato e attinto, della misericordia e della prossimità di Dio, su cui Francersco martella non a caso incessantemente ( come il Vangelo, d’altro canto).
    L’altro momento forte di cui tutti noi cattolici dobbiamo tener conto, leggendo queste parole del papa, è il riconoscere con coraggio, senza infingimenti, senza orpelli devozionalistici, con tutta la forza gigantesca ( e la debolezza spaventosa) della fede, il PARADOSSO che ancora una volta si ripresenta nella storia: come sempre è stato, è e sempre sarà.
    Avere cioè, per rivelazione, per dono e per insegnamento di Gesù, la semplicità e il rigore di chiedere a Dio il suo intervento misericordioso e soprannaturale, senza averne non solo la garanzia, ma con in aggiunta il peso di migliaia di anni di esperienza vissuta e contraria. Migliaia d’ anni di cataclismi, guerre, pestilenze and so on in cui, come opportunamente è stato anche qui ricordato, questo intervento ( almeno così come lo pensiamo e lo preghiamo noi) non si è verificato punto.
    Parlare a Dio con il linguaggio dei salmi, se vogliamo, consapevoli del rischio insito nella fede: quello del grande silenzio, della risposta apparentemente mancante. Quella che spinse, ad esempio, il vecchio e tragico papa Paolo, a muovere a Dio, le sue parole schiette e ferme di ” rimprovero” al rinvenimento del cadavere di Moro ” Tu non hai esaudito la nostra supplica per la incolumità di Aldo Moro, di questo Uomo buono, mite, saggio, innocente ed amico”.
    Ed è così. Chi prega, e prega veramente, e lo fa esplicitamente, in pubblico, impegnando se stesso, “mettendoci la faccia” come si suol dire oggi, sa benissimo che deve mettere in conto la possibilità del fallimento, della inascoltata supplica, dello scandaloso silenzio. Sa anche, però, che chiama Dio, così facendo, alle sue proprie e specifiche “responsabilità” di Padre, lo mette in qualche modo con le spalle al muro, come già, per così dire , era accaduto con il “Mio Dio, perché mi hai abbandonato?” del Calvario.
    Sta a noi, pertanto, darci da fare per rendere presente, visibile, operativo, vivente questo ” Dio con noi” che clamorosamente, ancora una volta, sembra tacere.
    Certo non lo faremo con la segatura del nostro sacco, ma tenendoci cocciutamente attaccati a Lui, messi nelle Sue mani: saprà Lui come utilizzarci per svelare nascostamente la sua presenza tra gli uomini.
    Sennò, che siam qui a fare?

    19 Marzo, 2020 - 0:56
  12. Beppe Zezza

    Molto interessante l’esegesi di Cuffini sul “ con “ della preghiera del Papa. Tuttavia la sua argomentazione appare non del tutto convincente. Come ci ha spiegato in altra occasione il Pontefice, oltre alla volontà “ attiva “ di Dio esiste anche una volontà “ permissiva “ – che comprende anche il lasciare il libero dispiegarsi delle leggi della natura.
    Non si può in alcun modo negare che questa pandemia spaventosa avvenga quantomeno con il permesso di Dio Trinità. È vero che questo evento terribile ci mette di fronte al paradosso di un Dio buono e misericordioso che permette umane sofferenze che coinvolgono tanti innocenti.
    Questo è un richiamo a trascenderci , a riconoscere da un lato che siamo nella IMPOSSIBILITÀ di comprendere appieno il disegno di Dio e dall’altro manifestare, attraverso il nostro operare a favore degli uomini colpiti dal flagello, la potenza dell’ Amore che è stato riversato nei nostri cuori.
    L’evento della morte/ resurrezione del NS Gesù Cristo è la luce che ci illumina : dalla massima ingiustizia che Dio ha permesso , Dio ha tratto il massimo bene per tutti.

    19 Marzo, 2020 - 10:36
  13. Beppe Zezza

    Mi ha colpito il riferimento, che i vescovi francesi hanno voluto portare a conoscenza di tutti gli abitanti della Francia – dove mi trovo – , che questa pandemia costituisce un richiamo esteso a tutta l’umanità a “ cambiare vita “. Ecco una parola chiara ! Mi piacerebbe sentirla più spesso

    19 Marzo, 2020 - 10:47
  14. Amigoni p. Luigi

    Rif. 10.47 – Prima gli italiani

    Lieto che i vescovi francesi abbiano parlato chiaro. Ma tutti noi in Italia, e da pulpiti ecclesiali e da tetti laici, abbiamo sentito spesso e in modo vario questo
    invito a cambiare vita. Appena ieri: ” Sicuramente questa situazione è una grande scuola sui nostri stili di vita” (vescovo Napolioni, di Cremona – Avvenire 18 marzo – riportato in doppia versione nel post del 17 marzo).

    19 Marzo, 2020 - 11:26
  15. Amigoni p. Luigi

    Rif. 11.26 – Napolioni/integrazione

    Post del 16 marzo: intervento del 16 sera e 18 mattino

    19 Marzo, 2020 - 11:46
  16. Lorenzo Cuffini

    La volontà permissiva di Dio consiste nell’aver permesso, dall’inizio e una volta per tutte, la autonomia e la libertà del suo creato. Certo: anche questa pandemia, in questo senso, viene “permessa”, come tutto, compreso il più atroce e squassante cataclisma lo è.
    Questo è il ” permesso ” di Dio nei confronti di tutto il suo creato: dall’inizio e per sempre.
    Non per nulla la preghiera supplica per un intervento extra-ordinario di Dio, che , unico a poterlo fare, irrompa con il suo braccio a modificare in prima persona il corso di eventi autonomi, che accadono perché dietro ci sta un estremo atto di amore del creatore nei confronti del creato stesso.
    Un bimbo si ammala di leucemia perché c’è una precisa, e atrocemente “neutra” spiegazione fisiologica e patologica dietro, che adesso quasi sempre abbiamo anche la capacità di indagare e ricostruire: e questo accade perché le leggi della natura sono così e i funzionamenti cellulari sono cosà, per cui quella che noi ammiriamo estasiati come bellezza della natura inarrivabile come certi tramonti mozzafiato, è la stessa natura che, trementamente indifferente, genera meccanismi che portano a tragedie e sofferenze manco pronunciabili.
    Il bimbo si ammala, soffre e magari anche muore, perfettamente innocente e incolpevole. Ora , papà e mamma, possono anche trovare nela situazione ( e sotto una doccia eventuale di grazia di Dio) una via certo non richiesta e detestatisssima che li puo’ portare alla conversione a u, al cambio di vita radicale, persino al dono totale di sè ( oltre a quello già assoluto che hanno fatto seguendo il calvario del figliolino)…ma questo non significa che Dio, novello Moloch, abbia voluto il sacrificio umano di quel piccolo innocente perché il suo babbo si ravvedesse.
    Il fatto è che non esiste spiegazione fornita da Dio stesso, nemmeno nella Rivelazione, di questo ” permesso”. Esiste però la rivelazione che a questo stesso “permesso” misteriosissimo, Dio stesso è venuto a soggiacere, vivendo nella sua stessa natura, nella sua stessa carne ( quella di Cristo) il dramma paradossale del poter intervenire in qualunque momento, e di NON INTERVENIRE quasi mai.
    Quanto all’invito a cambiare vita ( che sarebbe poi la famosa ” conversione” )
    ha ragione da vendere Amigoni. La Chiesa rinnova continuamente questo appello, e lo fa PROPRIO A PARTIRE dalla storia più dolorosa che ci riguarda, che sarebbe l’unica in grado di toccarci veramente dentro. Inviti pressanti, continui, duri, instancabili sono venuti da questo papa e dalla chiesa, quotidianamente, a cambiare vita. Davanti al pianeta che si sta pervertendo nei suoi caratteri anche a causa nostra, davanti allo sconcio di masse di persone che migrano biblicamente e che noi ci permettiamo di trattare come ” problemi ” al nostro benessere, davanti all’insulto di un modo di vivere che sistematicamente emargina, isola e mortifica ogni forma di disagio.
    Tanto per dire: tre occasioni, tra le tante.
    Bene, anzi benissimo, ricordarsi che in questi casi è stato da alcune parti spernacchiato, il papa , dicendo che doveva occuparsi di benaltro che non l’ecologia, di benaltro che non i migranti, di benaltro che non le periferie.
    Con quale faccia questi solerti muli della polemica sul nulla, osano adesso banfare a proposito di un cambiamento di vita che andrebbe brandito davanti a un castigo divino che ancora una volta si organizzano a immagine e somiglianza delle loro quattro ideuzze?

    19 Marzo, 2020 - 16:17
  17. Lorenzo Cuffini

    Come doppio antidoto: al ” castighismo” e al ” dolorismo” (di chi va in brodo di giuggiole all’idea della croce finalmente (?!) gettata sulla schiena del reprobo mondo – come se mai ci fosse stata levata, tra l’altro-) che vedo capolinare qua e là in rete, segnalo questa pagina:

    https://salute.chiesacattolica.it/emergenza-covid-19/
    ” Pastorale della salute nel tempo della fragilità”

    che permette di pregare CON e SECONDO la Chiesa in questo tempo di tribolazione.
    Breve consiglio metodoligico che vale la pena rinnovare: chi, magari online, esorta, magari con gran sfoggio di roboanti devozionalismi e moltiplicarrsi di espresioni pie, a pregare SECONDO UN ALTRO SPIRITO E CON UN’ ALTRA INTENZIONI rispetto alla Chiesa , sarabbe bene lasciarlo andare immediatamente al suo destino.
    Anche in questo caso : non sprechiamo il tempo che ci è dato di vivere.
    Se costoro nemmeno in questo specifico tempo sono riusciti a capire che “qua” – cioè tra il popolo di Dio – nessuno è fesso, men che meno il Dio di Gesù Cristo stesso, pace. Non meritano altre attenzioni, né altre energie.
    Preziose ogni giorno di più, e da utilizzarsi dove e come servano.

    19 Marzo, 2020 - 16:41
  18. Beppe Zezza

    Certo la Chiesa da sempre chiama a “cambiar vita “ . Ma non si è sentito, se non con voce molto flebile almeno in Italia, un collegamento tra questo evento della pandemia e il richiamo costante della Chiesa a “cambiare vita”.
    Una volta si diceva che il SOLO vero male era il PECCATO. Questa lezione è oggi considerata una affermazione da integralisti :Ma quale peccato, solo degli “angelisti disincarnati” possono fare una affermazione del genere. Il vero male è la SOFFERENZA che va evitata costi quel che costi!!!!

    19 Marzo, 2020 - 16:53
  19. Amigoni p. Luigi

    Rif. 16.53 del 19 marzo – Voci forti e sofferenze mai lievi

    – Dai giorni del virus io sento in Italia da vescovi, preti e laici, tante voci forti sulla conversione, sul cambiare vita, e – dal versante laico – sul mutare stili di vita oggi e in futuro. Evidentemente non abbiamo tutti la stessa sensibilità di ascolto e di interpretazione.
    – Oggi e ieri il solo vero male è il peccato, che si è espresso, e si esprime, nel togliere la vita e nel limitarla procurando in tutti i modi alle persone inutili, penose, indegne e non redentrici sofferenze (eliminazione della vita prima del nascere; e poi eliminazione di persone con guerre, in campi di concentramento; vita negata con le schiavitù, le deportazioni, le forme autoritarie, le umiliazioni provocate da egoismo, falsità, prevaricazione; vita annullata a causa di calamità non contrastate, repressioni violente, incuranza della salute di malati, anziani, afflitti da lunghe disabilità).
    Non vedo peccati che non tocchino l’integrità e il ben-essere fisico e spirituale di se stessi e del prossimo. Peste, fame, guerra, emblematici mali da cui ci doveva liberare il Signore invocato nelle belle litanie di massa, cosa erano e cosa sono se non sofferenze?

    20 Marzo, 2020 - 0:59
  20. Beppe Zezza

    Radice e frutti. Per non avere frutti cattivi è necessario eliminare la radice.

    20 Marzo, 2020 - 17:33

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