Dal “Papa ingabbiato” alle messe e ai funerali sospesi


La foto mostra i banchi della mia parrocchia con segnati i posti da occupare in sicurezza, cioè alla giusta distanza. A Roma c’è stata incertezza nell’interpretazione del decreto governativo di ieri notte: fino a mezzogiorno le messe sono state celebrate regolarmente, ma non quelle del pomeriggio. Nei commenti riporto il comunicato della Cei che chiarisce la questione e racconto l’Angelus del “Papa ingabbiato” come egli stesso si è definito.

4 Comments

  1. Luigi Accattoli

    “Sofferenze e difficoltà”. Comunicato Cei. La Chiesa che vive in Italia e, attraverso le Diocesi e le parrocchie si rende prossima a ogni uomo, condivide la comune preoccupazione, di fronte all’emergenza sanitaria che sta interessando il Paese.
    Rispetto a tale situazione, la CEI – all’interno di un rapporto di confronto e di collaborazione – in queste settimane ha fatto proprie, rilanciandole, le misure attraverso le quali il Governo è impegnato a contrastare la diffusione del “coronavirus”.
    Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, entrato in vigore quest’oggi, sospende a livello preventivo, fino a venerdì 3 aprile, sull’intero territorio nazionale “le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”.
    L’interpretazione fornita dal Governo include rigorosamente le Sante Messe e le esequie tra le “cerimonie religiose”. Si tratta di un passaggio fortemente restrittivo, la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. L’accoglienza del Decreto è mediata unicamente dalla volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica.
    Roma, 8 marzo 2020

    8 Marzo, 2020 - 22:33
  2. Luigi Accattoli

    Papa ingabbiato e popolo fantasma: è questo il fermo immagine del primo Angelus al tempo del Covid-19 che si è avuto ieri a mezzogiorno con il Papa che ha guidato la preghiera in diretta streaming dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico e infine si è affacciato a salutare con la mano – senza parlare – le poche persone sparse per la piazza.
    Che Francesco, il Papa dei giri tra la folla, si sentisse “ingabbiato” con questa preghiera in sicurezza l’ha detto lui stesso e mentre la svolgeva dev’essergli salita una ribellione che l’ha indotto al gesto imprevisto di affacciarsi comunque, per vedere qualcuno “in tempo reale”, come ha detto: cioè dal vero e non da un monitor.
    “È un po’ strana questa preghiera dell’Angelus di oggi, con il Papa ingabbiato nella Biblioteca, ma io vi vedo, vi sono vicino”: Bergoglio ha avviato così il suo virtuale dialogo con la folla, che ha condotto comunque in modalità interlocutoria, indicando cartelli e invitando a un momento di preghiera silenziosa come fa quasi ogni domenica.

    8 Marzo, 2020 - 22:34
  3. Luigi Accattoli

    Per i dimenticati di Idlib. “Vorrei incominciare anche ringraziando quel gruppo che manifesta e lotta ‘Per i dimenticati di Idlib’. Grazie! Grazie per quello che fate”. C’era infatti in piazza, e Francesco lo vedeva in un monitor, un gruppetto di persone che reggevano uno striscione con quella scritta.
    E si è come scusato, il Papa che ama abbracciare e farsi abbracciare, di tutta quella modalità telematica: “Ma questo modo di oggi di pregare l’Angelus lo facciamo per compiere le disposizioni preventive, così da evitare piccoli affollamenti di gente, che possono favorire la trasmissione del virus”.
    E’ seguita la breve omelia e la preghiera in latino, come ogni domenica. Poi Francesco è tornato a cercare la folla che non c’era: “Cari fratelli e sorelle, saluto tutti voi che state seguendo questo momento di preghiera”. Ed è a questo punto che è venuta l’orazione per la Siria: “Preghiamo in silenzio per questi fratelli e sorelle nostri, che soffrono tanto al nord-ovest della Siria, nella città di Idlib”.

    8 Marzo, 2020 - 22:35
  4. Luigi Accattoli

    Prova e dolore. Infine il Covid-19, il convitato di pietra: “Sono vicino con la preghiera alle persone che soffrono per l’attuale epidemia di coronavirus e a tutti coloro che se ne prendono cura. Mi unisco ai miei fratelli Vescovi nell’incoraggiare i fedeli a vivere questo momento difficile con la forza della fede, la certezza della speranza e il fervore della carità. Il tempo di Quaresima ci aiuti a dare tutti un senso evangelico anche a questo momento di prova e di dolore”.
    Volendo comunque uscire di gabbia, ha salutato così con parole improvvisate: “Adesso mi affaccerò, per vedervi un po’ in tempo reale”. Sono passati tre minuti necessari al Papa per salire dal secondo piano del Palazzo Apostolico, dove si trova la Biblioteca, al terzo piano dov’è la finestra dello Studio. Qualcuno l’ha aperta e Francesco si è sporto più delle altre volte, non essendoci leggio e microfono a ingombrare il davanzale e ha salutato con un paio di larghi segni di croce tracciati sulle poche persone che applaudivano senza audio.

    8 Marzo, 2020 - 22:40

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