Non cattolici ai santuari: risorsa di nuova evangelizzazione

Non cattolici che vengono ai nostri santuari, fenomeno antico ma oggi crescente: l’intercultura, il turismo globale, l’attrazione di sempre per il miracolo geolocalizzato. Sono partito da Loreto dove ho interrogato lo storico del santuario Giuseppe Santarelli, i vescovi Dal Cin e Vecerrica. Ho provato ad allargare lo sguardo ad altri santuari e altri paesi con l’arcivescovo Rino Fisichella del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione che si occupa dei santuari: è il sommario di un mio articolo pubblicato dalla rivista Il Regno.

2 Comments

  1. Centofanti Giampaolo

    Vangelo domenica 8 marzo 2020
    Mt 17, 1-9

    In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

    Prima di inserire questi commenti ho segnalato che essi costituiscono una germinale vissuta riflessione che poi si trasforma spesso in una storia (anche questa con un possibile canovaccio ad hoc per la gente che troverò) che racconto in quella particolare messa. Cercando la sintonia con le persone che vi partecipano. Gesù insegna a non preparare prima il proprio intervento nel senso di prima di Lui, senza di Lui. Dunque con Lui il sacerdote si prepara ma resta sempre aperto allo Spirito nelle situazioni vive, senza andare col pilota automatico ripetendo una lezioncina. Dietro a Cristo, in Cristo, che è anche il suo corpo, quei fedeli.
    Oggi riesco a trascrivere una storia che appunto in un blog può non avere tutte le caratteristiche di cui sopra ma che forse può comunque lasciar trasparire qualcosa.
    Le storie non sono tutte uguali, sono piene di sfumature diverse per cui raccontarne solo una rischia di poter evidenziare troppo alcuni aspetti trascurandone tanti altri. Cristo ha condiviso la vita, ha dialogato, e ha raccontato tante parabole. Una narrazione giova sì ma di più in un tale contesto. La Parola è Gesù stesso che aiuta con delicatezza ciascuno ad aprire gradualmente il cuore non secondo schemi prefabbricati ma per le vie del suo personalissimo cammino verso l’amore, la fede. È nell’amore che possiamo scoprire l’amore. Non nelle regole meccaniche. L’amore autentico di Dio libera, fa rinascere tutto l’uomo, anche psicologicamente. Solo l’amore scioglie in modo tendenzialmente pieno i nodi, apre strade. Non i moralismi, non le tecniche psicologiche e nemmeno giustapposizioni tra questi due aspetti. Anche uno psicologo cristiano potrebbe rischiare di più o meno giustapporre tali astrazioni.

    Un ragazzo e una ragazza di circa 25 anni si conoscono frequentando lo stesso gruppo di amici in vacanza, al mare. In una di quelle tante località meravigliose dell’Italia che ti fanno sentire in un paradiso terrestre. Sole che splende, cielo e mare azzurri, la rigogliosa macchia mediterranea…
    Nasce un amore che fa toccare loro il cielo con un dito. Vorrebbero fare tre tende, una per loro due, le altre per gli amici e stare lì per sempre.
    Ma non ha senso, devono e a lungo andare vorrebbero essi stessi tornare al loro lavoro, alle altre cose della loro vita. Tornano in città e la vita di tutti i giorni fa emergere delle difficoltà. Lui quando ha problemi per esempio sul lavoro si chiude, non parla, si fa sentire e vedere di meno. Lei è una donna tutta proiettata sul successo in carriera…
    Ferite, paure, ansie, che alimentano solitudini, incomprensioni, tristezze…
    Il ricordo di quell’estate sembra svanire nella realtà del quotidiano, un bel sogno che può solo restare tale. Una mera evasione dalla vita concreta. Ma da un altro lato quel ricordo si fa più forte, più intenso. C’è una bellezza, una vita piena?
    I due si trovano a parlare di questo con un sacerdote loro amico: macché Dio illude, prende in giro? Carta c’è, carta non c’è? Il prete dice loro che lo Spirito è misterioso, quando si manifesta ti tocca il cuore in modo sorprendente e poi non va via, ti lascia un segno, un seme, che maturerà. Loro hanno sperimentato un amore così sincero, bello, che era anche un dono del cielo. Anche se solo accogliendolo si potrà in un cammino sereno vedere come si svilupperà. Loro decidono con entusiasmo, speranza, di tentare quella strada. Quel sacerdote li aiuta a coltivare la loro ricerca con semplicità, secondo strade che possono sentire loro vicine, possibili. E il cuore aperto dalla grazia e alla grazia gradualmente respira un’aria nuova. Luci piccole e grandi che si accendono, timori che si quietano, ferite che trovano nuove risposte. Entra una brezza leggera nella loro vita. Anche se talvolta non la sentono più, sembra tornare il peso grigio di certi giorni. I due si avvedono di amarsi ancora, di amarsi tanto. Erano dentro ciascuno i problemi e le risposte. Non era finito l’amore. Vivono un periodo intenso, pieno di scoperte.
    Sono trascorsi due anni e un giorno la ragazza va dal prete molto turbata. Si tratta del capitolo issa, isso e o’ malamente. Scherzo. Un altro ragazzo si è innamorato di lei e le fa una corte serrata. Lei si sente attirata, come mai lo pensa spesso? Allora non ama più il suo fidanzato? Il sacerdote le chiede come vada ultimamente la loro vita di coppia, se lei preferisce mettersi col nuovo pretendente. Lei dice di no, che non ci pensa proprio perché è contenta con il fidanzato. Un’attrazione non è amore le risponde allora l’amico. L’amore che state vivendo è davvero bello, vivo. Vedi la tua stessa vita ti porta a scoprire questa differenza. Lì c’è profondamente lo Spirito che vi unisce. I ragionamenti si possono inceppare ma il cuore con semplicità va oltre. La giovane intuisce che non deve paragonare il nuovo spasimante a Dio travestito da principe azzurro. A starci insieme emergerebbero i limiti e fuori dello Spirito si andrebbe con più difficoltà sulla via del loro scioglimento. La ragazza comprende che la felicità piena e duratura la può donare gradualmente solo Dio mentre fa bene a godersi quel bel rapporto col suo fidanzato accettandone qualche limite e non abboccando a luci ingannevoli lungo la via. Ancora non le è capitato di avvedersi che per la sua personalissima strada sta camminando nella stessa direzione sperimentata da Pietro, Giacomo e Giovanni.

    7 Marzo, 2020 - 9:40
  2. Centofanti Giampaolo

    Vangelo 9 marzo 2020
    Lc 6, 36-38

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
    Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati.
    Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

    Beati i miti perché erediteranno la terra, date e vi sarà dato, perché con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi in cambio. Solo l’amore può aprire i cuori, sciogliere i nodi. La violenza, l’imposizione, possono ottenere l’effetto contrario o atteggiamenti di facciata. Quanto più, per grazia, sperimentiamo l’amore senza limiti, la comprensione, di Dio per noi tanto più veniamo condotti in una profonda accettazione dell’altro così com’è. E proprio questa è la chiave. Ma prima di tutto il cuore che si lascia aprire dalla grazia delicata di Dio sperimenta poi la sua potenza*.

    * Una storia.

    Un giovane commesso in un negozio di animali andava regolarmente a colloquiare sul suo cammino e a confessarsi dal padre spirituale. Era appassionato del proprio lavoro, creativo e avrebbe tanto desiderato aprire un negozio in quel settore. Passavano gli anni ma con lo stipendio da commesso era difficile poter coronare quel sogno. Ma viene da alcuni parenti un’eredità e lui racconta al sacerdote che i fratelli litigano furiosamente. Gli spetterebbe una somma che vale i due terzi dell’esercizio tanto agognato. Come comportarsi? Il prete osserva che ogni storia è a sé, possono dialogare ma alla fine solo il giovane e Dio vedranno insieme che strada prendere. Comunque può ritenere in certi casi un atteggiamento adatto che lui cerchi di ottenere il suo cercando di non litigare. Poi quasi gli scappa un “ci sarebbe un’altra strada…”. Il ragazzo subito insiste per conoscerla ma il religioso nicchia: il discepolo sta vivendo da qualche anno un sereno, vivo, percorso di fede, Dio in vari casi non ti porta a strafare tutto insieme. Il giovane vuole sapere. Il punto è questo: potrebbe dentro di sé scegliere più pienamente Dio come sua eredità e lasciare che i fratelli dividano le sostanze come vogliono. Il padre spirituale aggiunge che è una scelta molto impegnativa, e talora potrebbe non essere quella adeguata in una certa situazione, che se il giovane poi in seguito si pentisse potrebbe risentirsi con lui… Ma il commesso ha deciso e sembra irremovibile. Vuole fare così. Il prete gli suggerisce di pregarci qualche giorno sopra prima di decidere. Qualche settimana dopo il ragazzo torna dal padre spirituale e gli rivela che i fratelli hanno fatto man bassa del patrimonio ma lui è contento così, uno della famiglia mette di cuore l’amore sopra i soldi. Osserviamo che si trattava di un sacrificio molto grande, le sue aspirazioni ancora restavano un’utopia. Il giovane però continua con gioia il suo cammino e ogni tanto torna dal prete. Dopo vari mesi giunge dal sacerdote per il solito colloquio-confessione e gli racconta di un lontanissimo zio quasi sconosciuto che gli aveva donato tutto il necessario per aprire il negozio.

    8 Marzo, 2020 - 14:38

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