Per salutare Ernesto Cardenal – che è partito domenica sera – ho scelto PREGHIERA PER MARILYN MONROE: un testo che è uno spaccato d’epoca, nel quale possiamo entrare per molte porte e che ci porta lontano e ci dà in unità di parola il monaco, il poeta, il politico che è stato il suo autore. La riporto per intero nei primi sei commenti (il poema ha sei strofe) e nel settimo e ottavo metto il mio ricordo di giornalista e di lettore. A meglio intendere i versi che riporto, segnalo che Ernesto aveva la stessa età di Marilyn e conosceva il mondo statunitense.
In morte di Ernesto Cardenal che fu politico monaco poeta
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PREGHIERA PER MARILYN MONROE
di Ernesto Cardenal – 1965
Signore
accogli questa ragazza conosciuta in tutta la terra con il nome di Marilyn Monroe
anche se questo non era il suo vero nome
(ma Tu conosci il suo vero nome, quello dell’orfanella violentata a 9 anni
e la piccola commessa che a 16 aveva voluto ammazzarsi)
e che adesso si presenta davanti a Te senza nessun maquillage
senza il suo Addetto Stampa
senza fotografi e senza firmare autografi
sola come un astronauta davanti alla notte spaziale
Sognò da bambina che si trovava nuda in una chiesa
(secondo quel che racconta il Time)
davanti a una folla prostrata, con le teste sul pavimento
e doveva camminare in punta di piedi per non pestare le teste.
Tu conosci i nostri sogni meglio degli psichiatri.
Chiesa, casa, antro, sono la sicurezza del seno materno
ma anche qualcosa più di ciò…
Le teste sono gli ammiratori, è chiaro
(la massa di teste al buio sotto il fiotto di luce).
Ma il tempio non sono gli studi della 20th Century Fox.
Il tempio – in marmo e oro – è il tempio del suo corpo
in cui sta il Figlio dell’Uomo con una frusta in mano
a cacciare i mercanti della 20th Century Fox
che hanno fatto della Tua casa di preghiera un covo di ladri.
Signore
in questo mondo contaminato di peccati e di radioattività
Tu non incolperai soltanto una piccola commessa.
Che come ogni piccola commessa sognò di essere una stella del cinema.
E il suo sogno divenne realtà (ma come la realtà del tecnicolor)
Essa non fece altro che agire secondo il copione che le demmo
– Quello delle nostre stesse vite – Ed era un copione assurdo.
Perdonala Signore e perdona noi
per la nostra 20th Century
per questa Colossale Super-Produzione nella quale tutti abbiamo lavorato.
Essa aveva fame di amore e le abbiamo offerto tranquillanti.
Per la tristezza di non essere santi
le venne raccomandata la Psicoanalisi.
Ricorda Signore la sua paura crescente della macchina da presa
e l’odio per il maquillage – mentre insisteva a truccarsi ad ogni scena –
e come divenne più grande l’orrore
e più grave la mancanza di puntualità negli studi.
Come ogni piccola commessa
sognò di essere una stella del cinema.
E la sua vita fu irreale come un sogno che uno psichiatra interpreta e archivia.
Le sue storie d’amore furono un bacio con gli occhi chiusi
che quando si aprono gli occhi
si scopre che è stato sotto i riflettori
e spengono i riflettori!
e smontano le due pareti della stanza (era un set cinematografico)
mentre il Regista si allontana col suo quaderno
perché la scena è ormai stata girata.
O come un viaggio in yacht, un bacio a Singapore, un ballo a Rio
il ricevimento nella dimora del Duca e della Duchessa di Windsor
visti nella stanzetta dell’appartamento miserabile.
Il film terminò senza il bacio finale.
La trovarono morta sul letto con una mano sul telefono.
E i detectives non seppero chi stava per chiamare.
Fu
come uno che ha fatto il numero dell’unica voce amica
e sente solo la voce di un disco che gli dice: WRONG NUMBER.
O come uno che ferito dai gangsters
allunga la mano verso un telefono staccato.
Signore
chiunque fosse quello che stava per chiamare
e non chiamò (e forse non era nessuno
o era Qualcuno il cui numero non sta nella Guida Telefonica di Los Angeles)
rispondi Tu al telefono!
(Traduzione di Antonio Melis)
Ernesto Cardenal è morto domenica sera all’età di 95 anni. Nicaraguense, monaco trappista, prete dal 1965, sospeso a divinis nel 1985 per la partecipazione a un governo sandinista. Lo scorso anno Papa Francesco gli aveva tolto la sospensione. Nato il 20 gennaio 1925 a Granada, studia letteratura prima all’università di Managua e poi in Messico. Completa gli studi a New York, si converte al cattolicesimo nel 1956 ed entra come novizio nel monastero trappista di Nostra Signora a Gethsemani (in Kentucky), dove conosce il monaco e poeta Thomas Merton. Viene ordinato sacerdote nel 1965. Rientrato in Nicaragua, aderisce alla Teologia della liberazione. Da ministro “sandinista” promuove una campagna di alfabetizzazione che gli vale un riconoscimento dell’Unesco: si stima che grazie a quell’iniziativa almeno 500 mila nicaraguensi impararono a leggere e a scrivere. Io lo ricordo all’aeroporto di Managua, il 4 marzo 1983, inginocchiato davanti a Giovanni Paolo II che lo redarguisce severamente agitando la mano davanti al suo volto, con il dito puntato, dicendogli: “Lei deve regolare la sua posizione con la Chiesa”. Ero lì, a pochi metri di distanza. Quell’immagine resta come un’icona delle sofferenze della cattolicità latino-americana nella stagione dell’opzione per i poveri intrecciata alla “scelta di classe” di segno marxista.
Vatican News ieri ha informato che Ernesto Cardenal è morto in un ospedale della capitale del Nicaragua, Managua, dove era ricoverato da alcuni giorni per problemi renali e cardiaci. La Conferenza episcopale del Nicaragua ha inviato un messaggio alla famiglia “elevando preghiere a Dio per il suo eterno riposo”. “Nel febbraio dello scorso anno – informa sempre Vatican News – il Papa aveva concesso la piena reintegrazione di padre Cardenal, sospeso a divinis a causa della sua militanza politica, avendo partecipato come ministro della Cultura (1979-1988) a un governo guidato da Daniel Ortega. In ospedale, dove era ricoverato, il sacerdote aveva ricevuto la benedizione di Francesco attraverso il nunzio Waldemar St. Sommertag. La sospensione a divinis era stata accettata da Cardenal, che si era impegnato a non portare mai avanti ‘alcuna attività pastorale’, abbandonando poi nel tempo ogni impegno politico. Nel 1994, Cardenal lasciò il Fronte sandinista di liberazione nazionale (Fsln), criticando quella che interpretò come una deriva autoritaria del partito”.
https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2020-03/nicaragua-morte-ernesto-carneval-poesia-sospensione-papa.html
Vangelo 5 marzo 2020
Mt 7, 7-12
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti».
Questo brano segue di poco quello sul Padre Nostro e spiega il senso del non indurci in tentazione: Dio prende il senso profondo, buono, delle nostre preghiere, non ci dà cose che ci fanno male. Comprende bene, meglio di noi stessi, il senso della nostra preghiera. Non confonde una cosa per l’altra. Un ragazzo va dal prete tutto preoccupato perché gli avevano detto che una giovane si era innamorata di lui e avendo intuito dal suo ronzargli intorno chi forse poteva essere aveva subito chiesto a Dio che non fosse lei la pretendente. Ora però avendola conosciuta meglio se ne era profondamente innamorato e temeva che a causa di quella preghiera il fidanzamento non sarebbe andato in porto. Il sacerdote tranquillizza il nostro dicendogli che Dio comprende il significato di quella preghiera. Anzi, ascoltandola forse avrà aiutato il giovane a non chiudersi nei propri schemi. La preghiera sincera poi è un’invocazione prima di tutto della venuta di Dio, nel quale giunge ogni buon dono. E dunque una richiesta di una sempre nuova vita in Lui. L’orazione è una supplica e Dio subito risponde, dà, ma non cose inanimate. Mette sulla via della vita, in ricerca. Per esempio in questo mondo che isola le persone può far comprendere ad un uomo che cerca una brava donna da amare che può cogliere lo stimolo per andare in un gruppo di crescita spirituale dove potrà anche fare belle amicizie e magari trovare la persona giusta. Sia lui che lei con il cuore aperto allo Spirito. Il cammino stesso della fede potrà poi dargli il coraggio di avvicinare, con discrezione, quella donna, ossia nei modi adeguati (tutto quello che volete gli altri facciano a voi…) di bussare alla sua porta. Non è automatico che tutto andrà per il meglio. Talora i percorsi non sono così lineari anche se poi si potrà rilevare che in vario modo il chiedere, cercare, bussare, si è verificato ugualmente. E sono tutte grazie. Dio non è un computer che fa calcoli meccanici è Padre. Se chiedo a mio padre aiuto in qualcosa non farà il possibile? La nostra fiducia nella preghiera possa diventare sconfinata, perché essa cambia le carte in tavola.
Rif. 9.07 – Cardenal convertito e monaco
Non sono stato tifoso né lettore del poeta e monaco Cardenal. Scopro adesso che è stato un convertito a 21 anni e poi si è fatto trappista. Di certi eccessi dei convertiti la storia ci ha insegnato – forse – a diffidare. I suoi “decenni sandinisti”, controversi, sono ben raccolti nella famosa foto del 1983 con papa Giovanni Paolo II. Mi commuove leggere adesso la sua fragorosa presa di distanza dal regime comunista nicaraguense. Almeno di questa leale “onestà monastica” bisogna dargli atto.
Grazie davvero, Luigi, per questo post dedicato alla grande figura di Padre Ernesto Cardenal, “poeta, sacerdote y revolucionario” (come amava definirsi egli stesso).
Buona notte !
Roberto Caligaris
Vangelo 6 marzo 2020
Mt 5, 20-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».
Gesù afferma che lo Spirito persuaderà il mondo, tra l’altro, quanto alla giustizia perché Egli, Cristo, va dal Padre e non lo vedremo più. La giustizia che intende è dunque la sua natura di Figlio di Dio, la natura della fede, dell’Amore nel quale e verso il quale Egli ci conduce. Vi è, osserva, una scrittura, una parola, detta dagli antichi capi israeliti che passa perché quello che vi è di vero in essa deve maturare e vi è una Parola che non passa, quella di Gesù, che ci conduce con amore verso il suo pieno compimento. Cristo si collega sempre alla lettura profetica della Parola, quella che ne cerca vissutamente il cuore, non le mille possibili formalità, apparenze. “Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria” (Col 3, 1-4). I doni, le pompe magne, la fama terrena, sono non di rado in varia misura un mare di chiacchiere che poco ha a che vedere con la vera maturità, con i veri doni, delle persone e ancor meno ha a che vedere con la profondità del nostro cuore in Dio. Gesù dice ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli” (Mt 21, 32). La via della giustizia è quella aperta alla profezia. Le superbie, gli interessi, non rimessi, con realistico equilibrio, nella grazia quando essa viene chiudono dentro dorate prigioni. Impediscono il cammino di assestamento con il nostro avversario che può diventare proprio la giustizia, ossia la nostra natura che possiamo calpestare. Cercare, per grazia, in un cammino graduale di avere da parte nostra il cuore in pace col nostro fratello ci aiuta a trovare anche noi stessi. Una moglie accoglie sì lo sfogo del marito circa le prepotenze del collega di lavoro ma poi a tempo debito non aiuta, dove sensatamente possibile, il coniuge a vedere in cosa può cambiare, dandogli sempre ragione su tutto. Un tale atteggiamento rischia di rivelarsi miope perché la mancata apertura del cuore del marito non favorirà nemmeno la vita di coppia.
mio suocero, anche lui poeta oltre a mille altre cose, lo aveva conosciuto ad un convegno in India e me ne parlava con molto affetto.
cristina vicquery
Rif. ore 8.20 – Insulti a Cardenal
Leggo a pag. 3 di Avvenire di oggi un lungo articolo sul disturbo e sugli insulti lanciati contro Cardenal durante i suoi funerali, presieduti dal nunzio. C’è molto da riflettere.
Bellissima la poesia in morte di Marilyn Monroe, e bellissimi i suoi salmi, contenuti nella raccolta “Grido”, che parafrasano attualizzandoli alcuni salmi del Salterio.
don Marco Statzu