Stiamo alle regole ma le messe feriali tornino al più presto

Il nuovo decreto del Governo sul Coronavirus – adottato ieri sera – conferma le limitazioni alle attività religiose e all’apertura dei luoghi di culto già in precedenza adottate per la zona rossa e per le regioni e le province più colpite. Nel riassumere le decisioni, un comunicato della Cei afferma che per le zone più colpite “sono escluse durante la settimana le Messe feriali”. Nei commenti riporto l’intero comunicato e alla fine svolgo una mia interpretazione sul sacrificio comportato dalla rinuncia alle messe: è doveroso rispettare le indicazioni delle autorità, perchè il rischio è grande, ma si dovrà fare di tutto – anche mostrando capacità di rispetto delle direttive che vengono date – per ottenere che l’autorizzazione alle messe torni al più presto.

38 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Escluse le messe. Nella serata di domenica 1° marzo il Governo ha emanato un nuovo decreto per contrastare la diffusione del Coronavirus. Alla luce delle indicazioni del Comitato scientifico e tecnico, le misure resteranno valide fino a domenica 8 marzo e sono modulate su tre livelli: a) i paesi più colpiti; b) le loro province (Bergamo, Cremona, Lodi, Pesaro, Piacenza, Savona, Urbino) e regioni (Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna); c) l’intero territorio nazionale.
    Nelle tre regioni sono stabilite limitazioni anche per i luoghi di culto, la cui apertura è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone; sono escluse durante la settimana le Messe feriali.

    2 Marzo, 2020 - 10:42
  2. Luigi Accattoli

    Patriarca Moraglia. “Ferisce il cuore dei pastori, delle comunità e di tutti i fedeli il non poter celebrare insieme la Santa Messa” scrive in un messaggio rivolto ieri alla diocesi il Patriarca di Venezia, Mons. Francesco Moraglia, che sottolinea come questa condizione vada comunque letta come “un atto di responsabilità civica e di attenzione alle esigenze della collettività e del bene comune”.

    2 Marzo, 2020 - 10:43
  3. Luigi Accattoli

    Arcivescovo Delpini. “L’allarme dei medici, le decisioni delle autorità, le pressioni mediatiche si sono rivelate di straordinaria efficacia nel lottare per contenere la diffusione del virus” ha spiegato l’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini, nell’omelia della Messa di ieri, trasmessa in televisione e via streaming, dove ha chiesto di “dedicare, in questo momento in cui non è senza pericolo radunarsi in assemblea, lo stesso tempo che si dedicherebbe alla Messa al silenzio, alla meditazione della Parola di Dio, alla preghiera” così da trasformare anche questa situazione in un “momento favorevole”.

    2 Marzo, 2020 - 10:44
  4. Luigi Accattoli

    Cardinale Zuppi. “In fondo il virus è un male comune e ci aiuta a capire che solo amando il bene comune, e facendone parte, trasformeremo queste avversità in un’occasione preziosa per essere più vicini a tante fragilità che stanno intorno a noi”, fa eco da Bologna il Card. Matteo Zuppi, in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera. “Questa rinuncia forzata deve aiutarci a capire il dono che abbiamo ricevuto, a farci vivere la ricchezza della nostra fede in modo più consapevole quando torneremo, speriamo presto, alla vita ordinaria”.

    2 Marzo, 2020 - 10:44
  5. Luigi Accattoli

    Cardinale Bassetti. Non è mancato in questi giorni un dialogo serrato tra la Segreteria Generale della CEI e le Istituzioni del Paese, in cui si sono condivise la preoccupazione per la salute di tutti e la collaborazione per ridurre smarrimenti e paure e, nel contempo, sono state rappresentate le attese delle comunità cristiane.
    “A questo punto, il pieno rispetto delle disposizioni governative esprime la doverosa disponibilità a condividere fino in fondo le difficoltà che il Paese sta attraversando – commenta il Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI –: è il momento di una corresponsabilità nella quale la Chiesa porta il suo contributo di preghiera, di speranza e di prossimità. Questa prova deve poter costituire un’occasione per ritrovare una solidarietà che affratella”. Roma, 2 marzo 2020

    2 Marzo, 2020 - 10:45
  6. Luigi Accattoli

    Mia nota. Segnalo due elementi del comunicato della Cei: il penultimo capoverso che dà conto del “dialogo serrato” tra Cei e Governo sulle indicazioni riguardanti i luoghi e le attività di culto e il fatto che venga data la parola ai presidenti delle conferenze episcopali delle tre regioni maggiormente interessate e al presidente dell’intera conferenza episcopale.
    Il dialogo ha riguardato in particolare le messe feriali. Mi risulta che sono state le autorità sanitarie – più che quelle governative – a insistere sulla necessità di prolungarne il divieto facendo presente che il momento dell’assemblea liturgica comporta comunque l’avvicinamento tra le persone con l’esposizione oggettiva al rischio del contagio. Altra cosa è la chiesa aperta per la preghiera individuale. Questo è il paragrafo del decreto su tale aspetto: “L’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”. Leggendo uno concluderebbe che tale prudenza sia mantenibile anche con le messe feriali: e invece no, le messe ricadono sotto la categoria delle “attività” sospese. Due paragrafi prima il decreto inserisce tra quelle anche le “cerimonie religiose”.
    La voce concorde dei tre presidenti delle conferenze regionali (Moraglia, Delpini, Zuppi) e del presidente della conferenza nazionale (Bassetti) sta ad indicare che al momento il sentimento e le direttive collegiali sono convergenti nell’accettazione delle misure disposte dalle autorità e nell’esortazione a percepirle nella loro serietà. Personalmente condivido quel sentimento e quelle direttive e mi impegno a favorire la loro condivisione. I rischi che abbiamo davanti sono alti e un comportamento responsabile potrà aiutare al superamento dell’emergenza e al ritorno al più presto delle messe feriali. Che mi sono care.

    2 Marzo, 2020 - 10:55
  7. Federico Benedetti

    I vescovi in questione avrebbero dovuto porre da subito la questione delle messe feriali e delle condizioni per poter continuare a celebrare il santo sacrificio eucaristico nei giorni festivi in spazi ritenuti idonei.
    Di fronte alle richieste e alle pressioni delle autorità civili e sanitarie, i nostri pastori hanno ceduto subito, rinunciato subito … a tutto, mentre avrebbero potuto e dovuto darsi da fare per organizzare chiese e parrocchie per poter continuare, in condizioni che garantissero la sicurezza, la celebrazione delle funzioni. Si possono svuotare le acquasantiere e abolire lo scambio della pace, si può chiedere ai fedeli di fare la comunione spirituale o di ricevere in mano l’eucarestia, si possono allestire gli spazi all’aperto o chiedere di poter celebrare le funzioni nelle palestre delle scuole o nelle strutture sportive comunali (non utilizzate per lo stesso motivo), ma sospendere sine die tutte le celebrazioni è decisamente eccessivo.
    Centri commerciali aperti, mercati rionali autorizzati e chiese chiuse: verrebbe voglia di proporre ai parroci di celebrare la messa nei supermercati…
    Il business può creare aggregazione, la religione assolutamente no.

    Ci sarebbero tante altre valutazioni da fare, a cominciare dalla testimonianza di FEDE dei nostri pastori, ma concludo qui.
    Di fronte a certi provvedimenti discutibili mi torna sempre in mente l’Antigone di Sofocle e non mi stupisce che ci sia stato un proliferare di “messe clandestine”, come in un regime di persecuzioni religiose.
    Se almeno questa prova servisse a risvegliare le coscienze…

    2 Marzo, 2020 - 15:23
  8. Amigoni p. Luigi

    Rif. 15.23 – Obbedisco (poco volentieri)
    Tutto lasciava prevedere a me – letto il decreto governativo – il sì alle messe feriali. E invece no. Dopo tutte le spiegazioni del caso (che non spiegano molto) non ci rimane che l’italico “obbedisco” .

    2 Marzo, 2020 - 17:33
  9. Lorenzo Cuffini

    Parto dal ” poco volentieri” amigoniano, di cui apprezzo la franchezza. Apprezzato doppiamente, in quanto accoppiato all'”obbedisco” ancor più franco.
    E credo che queste due espressioni siano la rotaia su cui ( qual che siano le decisoni in questi frangenti) un cattolico non puo’ non viaggiare.
    Porto poi un piccolo dato concreto.
    A Torino da ieri sono ” tornate” celebrabili le Messe.
    Dei nove anziani credenti ( > 80) che seguo personalmente “per lavoro”, tutti e nove NON si sono recati a Messa ieri, e han proclamato di non volerci andare: almeno per un po’. Non senza qualche ( limitata devo dire) remora.
    Da notare che i nove non si conoscono né si frequentano tra loro.
    Nove decisioni autonome e concordi.Statisticamente insignificanti, certo.
    Ma degne di riflessione pure loro.
    Prese, pare a me, non per chissà qual voler esser proni al bieco potere civile e sanitario, ma per comprensibile, condivisibile e sanissimo buon senso.
    In compenso hanno tutti chiesto, e ottenuto – naturalmente -di venire seguiti e raggiunti costantemente in casa dalla assistenza spirituale, e sacramentale delle rispettive parrocchie.
    Questo per dire : non è tutto oro quel che luccica.
    ll presunto bene e il presunto male – in decisioni come questa – stan nel mondo dei sogni e dei fantasmi, e situazioni come questa di tutto han bisogno fuorché di barricate ideologiche.
    Tenendo sempre d’occhio la realtà dei fatti.
    Ad esempio IL FATTO che la platea dei fedeli praticanti (questo piuttosto direi che è un VERO problema) è macroscopicamente fatta di anziani e grandi anziani.
    Vorrei chiedere a qualcuno dei ministri ” carbonari” che avrebbero più o meno segretamente violato le direttive dei loro legittimi vescovi in nome di non si sa bene cosa, come si sentirebbero con la loro coscienza se la loro prometeica decisione si dimostrasse poi foriera di anche solo un contagio, Dio non voglia poi se di quelli seri o men che meno fatali.
    Pregherei tutti di considerare che qui ( nonostante ci sia chi voglia costantemente buttarla in caciara) non ce la si puo’ cavare ” alla cattolicoide”, con la consueta lettura manichea: in questo caso, secondo alcuni, di qua il “cattolico vero” con lo stendardo eucaristico (?) in mano e pronto(?) al martirio(?) e di là il ” cattolico reo” succube alla società, laicizzato, scristianizzato, tutto ismi e niente fede.
    Questa lettura, mi permetterete, è basata su una montagna di frottole.
    Dice : “ci sarebbero tante altre valutazioni da fare, a cominciare dalla testimonianza di FEDE dei nostri pastori…”
    Pronti. Parlimone. Ringraziamoli, perché ce l’ahhano data e ce la stanno dando, la loro testimoninza di fede, e i virgolettati di Luigi lo dimostrano.
    Ci testimoniano come momenti come questi possono essere letti, affrontati e TRASFORMATI proprio nella luce della fede, in fede incarnata e vissuta, secondo la realtà del momento ( come è tipico della incarnazione).
    A noi sta seguirli su questa strada, e viverla davvero in questo modo, mettendosi a loro disposizione, pronti a diventare noi – uniti a loro – piccoli pezzi di Chiesa, di presenza di Cristo, di Parola e magari di Sacramento (volessi parlare difficile, oserei dire diventare noi piccoli sacramenti del periodo della emergenza) nei confronti degli altri, e sperimentare così un modo di essere e fare Chiesa che- dati i tempi, l’andazzo, i numeri, le prospettive, potrebbe finalmente esssere provvidenziale e certamente sarebbe profetico- oppure stare lì, i soliti paracarri piantati su noi stessi, inamovibii, trombonanti, lamentosi, piagnoni, rancorosi, inutili a noi e agli altri.

    2 Marzo, 2020 - 18:56
  10. arneb

    A me è mancata molto la messa feriale la scorsa settimana. Da oggi qui a Torino sono riprese. Per un po’ sabato scorso abbiamo dubitato che vi fossero anche quelle festive. Nel mio senso di disagio non ho potuto non pensare ai fratelli che vivono in Amazzonia e la recente negazione – o non approvazione? Boh… – formale del banchetto eucaristico, se non rarissimamente quando un santo prete passa per le comunità di un territorio immenso. Mi fa fare dei pensieri, questo tempo che viviamo. Mi domando se, trovandomi indefinitamente in una situazione del genere, cosa sceglierei per fare quello che ha chiesto di fare il Signore in sua memoria. Al di là dei bolli, al di là del rischio. Mi fa sperare nella conversione questo tempo di quaresima.
    Silvio Lepora

    2 Marzo, 2020 - 19:24
  11. Centofanti Giampaolo

    Vangelo 4 marzo 2020

    Lc 11, 29-32

    In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
    «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
    Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
    Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

    Come mai nella Bibbia si esalta così tanto la richiesta a Dio di un cuore docile da parte del giovane re Salomone? Non dovrebbe risultare qualcosa di naturale, almeno nelle guide religiose? Sembra però che talora non si riscontri facilmente questo atteggiamento. Tanti bravi educatori desiderano sinceramente crescere nella fede, nella carità, alcuni profeti aprono strade nuove ma in qualche caso non si vede un certo desiderio della sapienza, di imparare Dio, l’uomo, il mondo, da Dio stesso e, in Lui, dagli altri. Anche chi cerca la sapienza può non esserne assetato, non venendo facilmente portato oltre la propria riduttiva concezione della sapienza. Che può essere per esempio spiritualistica, di un cammino spirituale delle sole intenzioni, allora poco incarnate. O può venire ridotta ad intellettualismo astratto. O a praticoneria. Senza una grande grazia può ottenere scarsi effetti anche il segnalare la decisività a tutto campo della ricerca del discernere non razionalistico, non spiritualistico, non pragmatistico ma divino e umano, del cuore integrale, di Gesù. Il tornare sempre più attento, da Lui stesso suggerito, al Gesù dei vangeli. Come cresceva, come discerneva, come credeva, come amava. Forse per questi motivi si parla come di cosa straordinaria anche del lungo viaggio della regina del Sud. Non interessa che anche solo un briciolo di sapienza possa consentire di vivere in tutt’altro modo? Talora pare proprio di no. Agli antipodi di questi sconfinati doni, poi, troviamo la chiusura consapevole e volontaria alla luce. Alla fede. Il segno di Giona è il segno di un Dio che, come Giona, non vuole venire. Eppure quando Giona finalmente si decise a predicare gli abitanti di Ninive si convertirono. Invece per alcuni (sempre o quasi gente del vario potere?) tra quelli della generazione di Gesù che hanno ricevuto la grazia per riconoscerlo, il Messia, che in realtà arde dal desiderio di donare vita piena a ciascuno, non è proprio venuto.

    Chiediamo a Maria e a Dio che si trovi prima possibile un vaccino, chiediamo il più possibile adeguato discernimento, con i vari contributi di ciascuno, in questa difficile situazione ma anche poi in quella di fondo: che la gente sia libera di scegliere fin dalla scuola la formazione dell’identità ricercata e nello scambio con le altre, superando la drammatica impasse di una democrazia telecomandata da pochi che rischia di spegnere il cuore dei giovani di ogni autentico slancio. Di una società dove emerge solo il bianco o nero dei poteri e non le mille ricche sfumature del contributo vivo di ciascuno. La vera democrazia stimola la libera maturazione e partecipazione di cisscuno. Il potere di pochi vuole ridurre la gente a meri individui consumatori manipolabili dal pensiero umico a tambur bsttente, persi in una massa anonima. Solo dal basso la società potrà veramente rinascere.

    2 Marzo, 2020 - 19:55
  12. roberto 55

    Il nostro padrone di casa e gli amici del “pianerottolo” vorranno perdonarmi per questo mio intervento “fuori tema”, ma è per rivolgere a Luigi questa domanda: è previsto, Luigi, o, comunque, è possibile, di qui alle prossime ore, che la Santa Sede esprima un commento sulla scomparsa del grande Padre Ernesto Cardenal ?
    Grazie anticipate, Luigi.

    Buona notte a tutti !

    Roberto Caligaris

    2 Marzo, 2020 - 23:46
  13. Luigi Accattoli

    Roberto ieri – lunedì – Vatican News ha fatto un servizio in morte di Cardenal. Lo richiamerò in un post che sto preparando. Dove anche riporterò l’indimenticabile PREGHIERA PER MARILYN MONROE: forse il suo testo per noi più accessibile grazie alla molteplicità delle chiavi di accesso che ci fornisce. Buona giornata.

    3 Marzo, 2020 - 8:06
  14. Beppe Zezza

    Mi colpisce e mi fa riflettere, perché mi è oscura, la interpretazione del “segno di Giona” fornita da padre Centofanti. Quella di un Dio che non vuole venire. Nella vicenda di Giona avevo sempre inteso “il segno” come riferentesi alla furiuscita dalventre del pesce.

    3 Marzo, 2020 - 10:56
  15. Beppe Zezza

    Che la paura del contagio sia più forte del desiderio di partecipare alla Messa e a cibarsi delCorpo del Signore per alcuni, o molti, non desta meraviglia. Questo avrebbe senz altro ridotto la già non grande partecipazione alle messe domenicali. Se le autorità religiose le avessero considerate importanti avrebbero potuto emanare disposizioni protettive del tipo di sedersi a un metro di distanza o del numero chiuso eventualmente dando ai sacerdoti la possibilità di celebrare più messe. Della fila alla comunione non c’è da preoccuparsi: la si fa anche al supermercato. Che le autorità religiose non abbia no “dialogato “ preventivamente con le autorità civili perché non emettessero una disposizione così restrittiva alla quale doversi poi giustamente sottomettere non è stato comunque un bel segno.
    Certamente questa epidemia darà poi modo direndere testimonianza di amore per ilprossimo dimenticandosi di se come in tutte le pestilenze che si sonosuccedute nella storia.

    3 Marzo, 2020 - 11:16
  16. Centofanti Giampaolo

    Gesù dimostra di immedesimarsi profondamente nella vita delle persone. Pensiamo alla vedova e al giudice che non vuole ascoltarla. Non si può talora vedere Dio così? Lontano, pronto più che altro a giudicare, incapace di ascoltare, anzi quasi importunato dalle nostre preghiere. Giona finì nella bocca del pesce in seguito al suo fuggire dal mandato di annunciare il messaggio di Dio ai niniviti. Gesù come osserva Beppe parla di tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Lo dice prima e così avverrà, proprio come Giona. Alcuni, specie tra i notabili, dell’epoca ritennero che il Messia non era venuto, proprio come Giona non era voluto andare a Ninive.

    3 Marzo, 2020 - 16:58
  17. Fabrizio Scarpino

    @FedericoBenedetti

    Sai bene o Federico che all’inizio sono stato forse uno dei primi sul Blog a “criticare” la decisione di sospendere le Sante Messe.
    Poi ho fatto il mio personale atto di umiltà e mi sono reso conto che tale scelta andava fatta.

    La situazione Coronavirus è oggi ahìnoi abbastanza seria, perlomeno in Lombardia.
    Rosario e Comunione Spirituale (se in grazia di Dio) questo solo mi sento di dire.

    3 Marzo, 2020 - 19:12
  18. Centofanti Giampaolo

    Gesù si immedesima con amore. La fede ci aiuta ad aprirci sempre più al senso buono delle parole e dei gesti di Gesù. L’immagine del giudice indifferente non è un giudizio negativo ma la partecipazione sofferta di Cristo alle nostre prove, alle umane difficoltà anche della nostra crescita nella fede. La Parola di Gesù è sempre per la vita, per la salvezza. Una Parola che salva, dà salute. Su queste scie impariamo anche a non frapporre i nostri fantasmi, le nostre paure, i nostri schemi, nel rapporto con gli altri. Sempre attenti e disposti a leggere le cose per il verso giusto. Le parole anche degli altri, come quelle di Gesù, vanno lette nel contesto di tutta la loro vita. Altrimenti finiremmo per poter condannare Cristo stesso. Così nella pericope sopra commentata Gesù avverte dei rischi della malvagità ma cerca di salvare anche allora. Giona non volle andare, quelli non vogliono ricevere. La profezia finisce comunque per soccombere, ma solo per tre giorni e tre notti. I momenti tra i più vitali e profetici avvengono talora quando l’uomo perde. Giacobbe lotta tutta la notte con un uomo che alla fine gli sloga l’anca. Come mai quest’uomo, che in realtà era un angelo, gli dice che non si chiamerà più Giacobbe ma Israele, perché ha combattuto con Dio e con gli uomini e ha vinto? Giacobbe ha vinto perché ha perso. Il grande profeta Elia, che aveva già sconfitto da solo i 400 profeti di Baal: Signore prendimi con te perché non sono migliore dei miei padri. Viene una persona (angelo) e due volte gli dà da mangiare dicendogli alzati e mangia perché lungo per te è il cammino. Con la forza di questo pane Elia cammino’ per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb. La “caduta da cavallo” di san Paolo…

    3 Marzo, 2020 - 19:16
  19. Beppe Zezza

    Gesù ha vinto perché ha perso. Giustiziato e abbandonato perfino dai suoi, praticamente solo.

    4 Marzo, 2020 - 8:09
  20. Federico Benedetti

    @Fabrizio,
    accolgo anch’io l’invito all’unità e alla solidarietà con i nostri pastori. La situazione è quella che sappiamo e in questo momento ogni polemica è inutile e dannosa.
    Tuttavia, passata l’emergenza, bisognerà ritornare sulla questione e chiedere ai nostri amati pastori perchè si è preferito chiudere le chiese e sospendere le celebrazioni piuttosto che organizzarsi per mantenere almeno alcune messe in condizioni di sicurezza. Varrà la pena riflettere sul valore che viene dato da ciascuno (e a cominciare dai sacerdoti e dai vescovi) al sacramento dell’Eucarestia, ai sacramenti in generale e sulle priorità che le Chiesa sceglie di perseguire in questo funestissimo 2020.
    Insomma, non chiudiamo il problema troppo frettolosamente, ma rimandiamo la discussione (e magari anche una salutare polemica) a quando avremo superato l’allarme di questi giorni.
    Il Signore ci aiuti a mantenere la fede, nonostante tutto.

    5 Marzo, 2020 - 11:36
  21. Lorenzo Cuffini

    🙂
    Interessante metodo per non far polemica ” in questo momento inutile e dannosa”: infarcire come un tacchino del giorno del ringraziamento alcune parole mielate e pie di ribadite accuse oblique e svanverate.
    Il Signore ci aiuti a mantenere la fedeltà alla Chiesa, prima di tutto, o Federico.

    5 Marzo, 2020 - 15:30
  22. Amigoni p. Luigi

    Rif. 3 marzo 19.12 – Comunione spirituale, in grazia di Dio

    Non ho mai capito il senso della “comunione spirituale”, visto che i sacramenti sono “segni sensibili della grazia”; segni sensibili/immateriali non sono possibili. In rito ambrosiano la comunione spirituale non è assolutamente raccomandata nei venerdì di quaresima; ammesso che si possa dettare consigli allo zelo. Nel nostro sfortunato periodo si dà il caso che per molti (ambrosiani e romani) essa acquisti un senso e sia raccomandabile. Purché in grazia di Dio – occorre ricordare.

    5 Marzo, 2020 - 17:23
  23. alphiton

    Vorrei chiedere ai signori che si stracciano le vesti per la mancata celebrazione delle messe che cosa pensano del fatto che molte comunità amazzoniche partecipino alla celebrazione eucaristiche una o due volte all’anno. Perché sono gli stessi che si sono opposti all’ordinazione dei viri probati come rimedio per il gravissimo problema della Chiesa Amazzonica.
    Esistono cristiani di serie A e di serie B? O forse in questa fase si critica ciò che dice la Chiesa a prescindere?

    Alberto Farina

    8 Marzo, 2020 - 17:29
  24. Clodine-Claudia Leo

    Rif:17:29

    Vede, di giovani sudamericani , per tutto il periodo in cui ebbi modo di studiare presso l’Ateneo salesiano di Roma, che scelsero consapevolmente di farsi prete ce ne furono molti, tanto che , ogni anno lo studentato ne sfornava a decine e decine, si svuotava per riempirsi l’anno seguente. A memoria, di preti brasiliani, specialmente nativi dell’Amazzonia, ma anche cileni, argentini, cubani, ne passarono a decine presso l’ oratorio nel quale prestai un umile, decennale, servizio. Ne conobbi tanti da scrivere, se volessi, dieci zibaldoni con florileggio di aneddoti. Di questi, per certo, la stragrande maggioranza -se non tutti- abbandonarono spontaneamenete il sacerdozio non appena rientrati in patria, han messo su famiglia con numerosa prole.
    Ora, se questi prelati sudamericani hanno una visione tutta loro del sacerdozio,non si può poi imputare alla Chiesa l’insuccesso o la perdita di fede e neppure reclamare uno speciale statuto, quasi per costoro si possa chiudere un’occhio. Sarebbe una forma di ingiustizia rispetto alla stragrande maggioranza di tutti quei sacerdoti che per obbedienza a Dio e alla fede hanno sacrificato l’intera vita: soffocato affetti, rinunciato all’amore di una donna e finanche a generare dei figli, per essere di tutti Padri, fratelli, amici, portatori della parola di Dio, con cuore indiviso, nella solitudine talvolta specie con il sopraggiungere degli anni, quando si avverte ancora di piu.
    In effetti non esistono cristiani di serie A e cristiani di serie B, esistono piuttosto sacerdoti fedeli alla parola data -seppur nelle loro fragilità e debolezze, del tutto umane- e sacerdoti incapaci di sopportare la croce e i sacrifici che questo straordinario ministero comporta. Tutto qui

    8 Marzo, 2020 - 23:05
  25. alphiton

    Allora lasciamo i fedeli dell’area amazzonica senza eucarestia. Tanto chissenefrega….
    Alberto Farina

    8 Marzo, 2020 - 23:25
  26. Clodine-Claudia Leo

    Rif 23:25
    “A popolo pazzo preti spiritati”, dicevano gli antichi.
    “Se i sacerdoti fossero santi, le popolazioni sarebbero sante! Però si dice anche che ogni popolo ha il clero che si merita!” , e questo aneddoto lo diceva Padre Gabriele Amort, esorcista, del quale ebbi l’onore di seguire un ciclo di catechesi qui, nella Urbe,presso l’Istituto Santa Maria in viale Manzoni.
    Se i presbiteri sud americani dimostrano con tutta evidenza di avere una concezione del sacerdozio tutta loro è perché sono figli di un popolo con una visione tutta loro vita e della fede, massimamente sincretista e panteista sicché se di giorno cantano inni a Gesù e Maria di notte chiamano gli spiriti dei morti in nome di Belzebù. E questo è quanto. La profanazione dell’Eucaristia è di casa in quelle zone del mondo, pertanto, che se ne astengano dal riceverla è più un bene che un male. Dio manda il freddo secondo i panni.

    9 Marzo, 2020 - 7:42
  27. alphiton

    Mitica Clodine!
    Prima ci spaccia la sua esperienza di conoscenza di qualche prete sudamericano come l’essenza del clero sudamericano… Poi rincara la dose sostenendo che i popoli sudamericani hanno una fede distorta. Ma tutti i discorsi che si sono fatti sull’inculturazione della fede dove vanno a finire?
    La frase finale poi è agghiacciante: a me consta che Dio sia calore, luce, amore. Il freddo non gli si addice.

    Alberto Farina

    9 Marzo, 2020 - 10:41
  28. Centofanti Giampaolo

    http://gpcentofanti.altervista.org/il-prossimo-sinodo-sulla-sinodalita-speranze-problemi-pericoli/

    Ogni sacerdote può vivere il suo particolare cammino. Ma almeno in tanti casi e, come direzione, per tutti il prete concreto può essere un uomo pacificato, felice. Non una persona che certo per una pur bella fedeltà a Dio e alla sua missione verso i fratelli tiene duro nel celibato a caro prezzo. Ma invece sempre più semplice, leggero. Possono in certi casi darsi gravi persecuzioni e le vivrà in Dio…

    9 Marzo, 2020 - 15:45
  29. Clodine-Claudia Leo

    Rif 10:41

    “Mitica”, vabbeh, non esageriamo suvvia, per me, su questo blog, vale sempre il famoso detto: “le lodi mi rendono umile, ma quando mi insultano so di aver toccato le stelle”; in quanto a “spacciare”, personalmente non spaccio nulla, mi limito ad una modesta testimonianza, può piacere o no, ma quella resta.
    Del resto, la scarsità di sacerdoti sull’esteso territorio dell’America latina è un dato di fatto mi sembra, altrimenti non avrebbe senso consacrare degli uomini sposati di età matura, altrimenti detti “Viri probati”, non crede? Se poi consideriamo che la stragrande maggioranza di preti che eroicamente portano avanti il ministero lottando strenuamente contro delle vere e proprie “strutture di morte” , in quelle regioni lontane, puntualmente assassinati dai trafficanti di droga e dai poteri forti sotto l’egida della quale soccombono le popolazioni indigene, è un dato di fatto e non lo dico io, ma le statistiche.
    P.S
    condivido padre Giampaolo.

    9 Marzo, 2020 - 19:01
  30. Centofanti Giampaolo

    Una strada da sviluppare è sicuramente quella della disponibilità anche, per esempio, del sacerdote diocesano ad andare ovunque nel mondo possa essere necessario. Ciò senza escludere altre piste da valutare nella fede specialmente ascoltando la gente del luogo.

    9 Marzo, 2020 - 19:48
  31. alphiton

    Il problema è che tu tendi a far passare la tua conoscenza di alcuni sacerdoti sudamericani come una fotografia rappresentativa del clero di quel continente.
    Il problema che ho posto è la partecipazione dei fedeli dell’area amazzonica alla celebrazione eucaristica: se essa è il centro della vita delle comunità e non ci sono preti per celebrarla, in qualche modo si dovrà venire fuori da questo empasse…

    Alberto Farina

    9 Marzo, 2020 - 19:53
  32. Clodine-Claudia Leo

    Mi sembrava che l’affresco da me descritto fosse talmente chiaro che mai avrei supposto potesse essere inteso -come dici tu Alberto- “la figura rappresentativa di un intero continente”. Talmente esteso per altro , complesso e problematico sotto tutti i punti di vista che sarebbe impossibili inquadrare , anzi, sembrerebbe che i seminari registrino un incremento di vocazioni rispetto a qualche hanno fa, ridotte veramente allo stoppino.

    10 Marzo, 2020 - 13:37
  33. alphiton

    Chiedo l’intervento di un arbitro per capire se ho frainteso io le parole di Clodine o se non erano esse a giustificare l’interpretazione che ne ho data io…

    Alberto Farina

    10 Marzo, 2020 - 19:33
  34. Luigi Accattoli

    Provo ad arbitrare tra Alberto e Claudia mettendo in conto di scontentare ognuno.
    Alberto ha ragione ad osservare che Claudia ha dato l’impressione di mirare con la sua critica all’intero clero latino-americano, e addirittura all’insieme dei popoli di quell’area continentale. Questo vale per i primi due interventi: 8 marzo 2020 @ 23:05; 9 marzo 2020 @ 7:42. Ma poi Claudia ha corretto il tiro, proprio in riferimento alla critica di eccessiva generalizzazione mossale da Alberto [9 marzo 2020 @ 10:41] ed ha accennato ai tanti sacerdoti martiri di quella cattolicità [9 marzo 2020 @ 19:01] e alla complessità di quella situazione continentale non interpretabile univocamente [10 marzo 2020 @ 13:37].
    L’arbitrato arriva a questa sentenza (mi pare di stare a Forum, il salotto della cara collega Barbara Palombelli, che ebbi vicina di scrivania al Corsera):
    Claudia riconosca che le sue prime parole si prestavano all’equivoco,
    Alberto le dia atto d’aver corretto il tiro.
    Così ho stabilito. L’udienza è tolta.

    10 Marzo, 2020 - 22:13
  35. alphiton

    Obbedisco!
    Alberto Farina

    10 Marzo, 2020 - 22:34
  36. Clodine-Claudia Leo

    Impugnerò la sentenza pronunciata dal giudice di prima istanza, e mi rivolgerò ai parrucconi della corte Suprema, in Cassazione, e giustizia , sarà fatta!

    Scherzo dai, va bene , va bene. Obbedisco!

    11 Marzo, 2020 - 7:29
  37. Amigoni p. Luigi

    Rif. 8 marzo, ore 23.05 – La pesante tristezza di comportarsi bene

    Non si praticano i comandamenti della legge e dell’amore (e nemmeno si osservano i voti religiosi) quasi invidiando chi non li pratica e ritenendo che questi godano di un privilegio, a se stessi precluso. Il vangelo assegna un nome preciso a questa stortura del cuore e della mente, come si ricava anche dal vangelo della messa di ieri a proposito di quelli che “non osservano se non a condizione di essere ammirati dagli uomini”.

    11 Marzo, 2020 - 18:16

Lascia un commento