Una Santa Maria Maggiore da Mille e una notte


Veduta a notte di Santa Maria Maggiore con la nuova illuminazione appena inaugurata. Sono passato di là per darvene un riflesso. 130 proiettori led, una nuova visibilità per la loggia e il campanile. Altre foto nei commenti.

8 Comments

  1. Luigi Accattoli


    Qui la nuova luce fa da interprete tra la festante facciata barocchetta e i severi mosaici medievali che sono all’interno della loggia.

    16 Febbraio, 2020 - 21:28
  2. Luigi Accattoli


    Il campanile s’avvantaggia della notte e della luce. E chi lo ferma, uno così.

    16 Febbraio, 2020 - 21:30
  3. Che belle foto! Grazie, Luigi. Lo confesso: Santa Maria Maggiore è la cosa che più mi manca di Roma, soprattutto, a sera, il suono della Sperduta…

    17 Febbraio, 2020 - 5:46
  4. Centofanti Giampaolo

    Vangelo 18 febbraio 2020
    Mc 8, 14-21

    In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane.
    Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».

    Anche chi cerca di camminare nella fede con tutto il cuore, venendo condotto in un abbandono più profondo, può con stupore rilevare la propria dura cervice. E aiuta il non accusare sé stessi ma comprendere che senza una grazia sempre nuova l’uomo non può nulla. Siamo abbarbicati alla nostra esperienza concreta e solo lo Spirito può aprire gradualmente il nostro cuore alla fiducia in Dio. Nel suo portarci con mano serena, in un percorso a misura per noi, verso una vita piena di ogni bene. È un percorso imparare a riconoscere i mille benefici spirituali, umani, materiali, ottenuti nella sequela. Intuendo che se non siamo magari ancora giunti alla pienezza della felicità però abbiamo vissuto tante belle esperienze e stiamo molto meglio di prima. È un seme che cresce gradualmente pure non lasciarci condizionare, non tornare, alle vecchie visuali terrene ma vedere sempre più ogni cosa con lo sguardo di Dio. Cristo ordinariamente non evidenzia il male di specifiche persone ma, questo sì, mette in guardia da orientamenti fasulli, spesso quelli codificati, non in ricerca aperta e sincera, dei poteri. Stando con Gesù anche a noi Egli può donare nuova luce: non vedete? Non capite? Non ricordate? Credere è chiudere gli occhi e fidarsi del Signore. Ma anche l’esperienza di questo cammino ci aiuta ad appoggiarci sempre più a Dio invece che a noi stessi. Dopo il miracolo dei pani i discepoli dimenticano di portare cibo per il viaggio e certo sarebbe stato più giusto evitare quella disattenzione ma Gesù si mostra per certi versi quasi contento del naturale abbandono in Dio che va crescendo in loro e li rende al fondo meno ossessionati da tante cose.

    17 Febbraio, 2020 - 19:54
  5. Splendide immagini! Non sapevo niente della Sperduta finché non me lo avete detto voi.

    17 Febbraio, 2020 - 21:07
  6. Caro Luigi, non ho informazioni sul numero dei rintocchi (ricordo anche io che non erano pochi). Gizzi Zanazzo, citato da molti a proposito della Sperduta, in «Usi, costumi e pregiudizi del popolo di Roma» (1908) così ne racconta la storia, ma senza fornire dettagli sulla quantità dei rintocchi:

    Avete mai fatto caso che in de l’inverno, a ddu’ ora de notte in punto, la campana de Santa Maria Maggiore, sôna?
    Volete sapé’ er perchè?
    Sentiteme. Dice, che ttanti anni fa, una pellegrina tanta mai ricca, che vveniva a Roma in pelligrinaggio, a ppiedi, pe’ vvisità le Bbasiliche, quanno fu a un certo punto, verso li Spiriti, siccome era una notte scura scura e ppioveva, s’era persa la strada.
    Se n’annava dunque a ttastoni i’ tramezzo a la campagna, sola com’un cane, senza la speranza de trovà’ una capanna pe’ riposasse, e ccor pericolo, a bbon bisogno, d’èsse’ sgrassata e assassinata.
    E in der mentre tutt’impavurita, se stava a riccommannà’ a la Madonna che l’avessi ajutata, quanto sentì’ da lontano lontano venije a l’orecchie come un sôno de ’na campana.
    Appizzò l’orecchie, se fece coraggio, e cco’ l’annà’ a le tacche a le tacche appresso ar sôno che ssentiva, arivò a pponte Lóngo, poi da Bbardinótti, poi da Faccia fresca, passò pporta San Giuvanni, fece la piazza, prese pe’ vvia Merulana, che in quer tempo era tutt’a vvigne e a orti , e sseguitanno sempre quer sôno de la campana, a quanto se trovò su la piazza de Santa Maria Maggiore.
    Infatti era la campana de quela cchiesa, che quela sera, a quell’ora (ermo du’ or de notte) nun m’aricordo pe’ quale funzione fusse, sonava a ccampane doppie.
    Quela signora pellegrina n’arimase accusì ccontenta e obbrigata a la Madonna, che pper aringrazzialla de quella grazzia che aveva ricevuta, lassò una rènnita nun so dde quanti mila scudi, a li preti de Santa Maria Maggiore, cor patto che dda quer giorno in poi, tutte le sere, a ddu’ or de notte, la campana medema avessi sonato a ffesta in ricordanzia de quela grazzia ricevuta.
    E mmó, quanno le sere d’inverno, se sente sonà’ la campana de Santa Maria Maggiore, tutti quelli che abbiteno da quelle parte dicheno: «Ecco la Sperduta!»

    18 Febbraio, 2020 - 6:56

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