Per una manciata di motivi stavolta dico qualcosa del pellegrinaggio a Loreto. Perché sono nato là vicino e vi ho sempre pellegrinato. Perché un’amica eritrea vi è andata ora da Roma nel fine settimana, con altre 7 eritree, nere tutte come la Vergine lauretana e tra loro c’erano 3 ortodosse, una protestante e una musulmana. Perché l’8 dicembre è partito il giubileo lauretano che andrà fino all’Immacolata del prossimo anno: è l’attacco di un mio testo pubblicato ora dalla rivista Il Regno. Nei commenti il racconto del pellegrinaggio delle mie amiche di Eritrea e quale altro spunto.
Il Giubileo di Loreto mi ricorda i pellegrini di una volta
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Patrona degli aeronauti. Il giubileo è indetto per il centenario della proclamazione della Madonna di Loreto a «patrona degli aeronauti», lei che volò con la casetta sua da Nazaret alla Marca d’Ancona. È un Anno santo rivolto in particolare alla gente dell’aria e degli aeroporti e sono curioso di vedere che ne verrà. Curiosissimo sono poi dell’attrazione dell’antico santuario verso gente non cattolica: «La Madonna è di tutti», mi ha detto l’amica eritrea. Ma siete state a messa e avete fatto la comunione? «La comunione no ma la messa sì. Sappiamo la regola. Le cattoliche hanno fatto la comunione anche per noi che non la facevamo. Tutte siamo entrate nella santa casa». Forse i tempi nuovi non vengono solo per fare danno.
Dal Cin e Fisichella. Ho chiesto all’arcivescovo di Loreto Fabio Dal Cin se ha notizia dei non cattolici che visitano il santuario e mi ha promesso che indagherà. Del resto è difficile sapere di chi va in incognito come le mie amiche. Un riferimento ai non cattolici l’ho ascoltato nella conferenza di presentazione del giubileo che Dal Cin ha tenuto nella Sala stampa vaticana il 3 dicembre con l’arcivescovo Fisichella, che in curia si occupa anche di santuari: «In occasione di questo giubileo proponiamo un gesto di carità destinato a Nazaret, dove c’è l’altra metà della casa di Maria: si tratta di fornire nuove attrezzature per la neonatologia dell’ospedale Sacra Famiglia e aiutare l’Associazione Miriam nella lotta contro i tumori». Un ospedale e un’associazione a forte nota ecumenica, tant’è che viene indicato con il motto di spirito del direttore maronita Bishara Shoukair come «un ospedale cattolico che parla arabo e cura in ebraico».
Sono quasi un saracino. Sapevo che, nei secoli, a Loreto venivano miscredenti e ortodossi e protestanti, ma venivano per vedere, non per pregare. Anche se poi uno prega quando meno se l’aspetta. Erano viaggiatori che includevano Loreto nei loro itinerari esplorativi. I musulmani nei secoli vi venivano per rapina, ma anche le rapine possono avere esiti impensati. La mia mamma si chiamava Saracini, nata in una casa contadina a 7 chilometri dall’Adriatico, in comune di Recanati e io amo fantasticare che qualche saracino mio maggiore restò ferito nell’incursione e non riuscì a risalire sul burchiello con il quale era arrivato. In quelle terre trovò moglie ed ebbe figli.
Colf venute dall’Eritrea. L’attrazione nuova del santuario di Loreto verso le persone più semplici – tipo le colf venute dall’Eritrea – fino a ieri non la conoscevo. E mi pare sorella dell’attrazione che quel santuario ha sempre avuto verso i contadini delle Marche. Mi metto tra loro dal momento che sono nato contadino in vista del santuario e non ho mai avuto difficoltà a immaginare Giuseppe, Maria e Gesù tra quelle mura annerite, così simili a quelle della casa nella quale sono nato.
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