“Questo sinodo è come una mensa che Dio ha imbandito per i suoi poveri e ci chiede di servire a questa mensa”: così ieri il cardinale Caludio Hummes, brasiliano, ha concluso la sua relazione d’apertura al Sinodo dell’Amazzonia. Nei commenti cinque impegni dell’alleanza con i poveri proposta dal cardinale.
Hummes: la mensa del Sinodo è imbandita per i poveri
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Debito verso gli indigeni. Nella fase dell’ascolto sinodale, i popoli indigeni hanno manifestato in molti modi che vogliono il sostegno della Chiesa nella difesa e nella tutela dei loro diritti, nella costruzione del loro futuro. E chiedono alla Chiesa di essere un’alleata costante. Di fatto, l’umanità ha un grande debito verso le popolazioni indigene nei diversi continenti della terra e anche in Amazzonia. Ai popoli indigeni deve essere restituito e garantito il diritto di essere protagonisti della loro storia, soggetti e non oggetti dello spirito e dell’azione del colonialismo di chiunque. Le loro culture, le lingue, le storie, le identità, le spiritualità costituiscono ricchezze dell’umanità e devono essere rispettate e preservate e incluse nella cultura mondiale.
Opzione preferenziale. E’ un sinodo della Chiesa per la Chiesa […]. Una Chiesa aggiornata, “semper reformanda”, secondo l’Evangelii Gaudium, ossia, una Chiesa in uscita, missionaria, con l’annuncio esplicito di Gesù Cristo, dialogante e accogliente, che cammina accanto alla gente e alle comunità, misericordiosa, povera, per i poveri, e con i poveri, e dunque con una opzione preferenziale per i poveri, inculturata, interculturale e sempre più sinodale. Una Chiesa di dimensione mariana, alimentata con la devozione per Maria Santissima, secondo molti titoli locali, soprattutto quello di Maria de Nazaré, la cui festa a Belém do Pará riunisce ogni anno milioni di devoti e di pellegrini.
Più minacciata che mai. E’ una Chiesa consapevole che la sua missione religiosa, in modo coerente con la sua fede in Gesù Cristo, include inevitabilmente “la cura della casa comune”. Questo legame dimostra anche che il grido della terra e il grido dei poveri della regione è lo stesso grido. La vita in Amazzonia forse non è mai stata tanto minacciata come oggi, “dalla distruzione e dallo sfruttamento ambientale, dalla sistematica violazione dei diritti umani fondamentali della popolazione amazzonica. In particolare, la violazione dei diritti dei popoli originari, come il diritto al territorio, all’autodeterminazione, alla delimitazione dei territori, alla consultazione e al consenso previo.” (IL,14).
Ordinare uomini sposati. Un’altra questione è la carenza di presbiteri al servizio delle comunità locali sul territorio, con la conseguente mancanza della Eucaristia, almeno domenicale, e di altri sacramenti […]. La partecipazione nella celebrazione dell’Eucaristia, almeno la domenica, è fondamentale per lo sviluppo progressivo e pieno delle comunità cristiane e per la vera esperienza della Parola di Dio nella vita delle persone […]. Nella fase di ascolto, le comunità indigene hanno chiesto che, pur confermando il grande valore del carisma del celibato nella Chiesa, di fronte all’impellente necessità della maggior parte delle comunità cattoliche in Amazzonia, si apra la strada all’ordinazione sacerdotale degli uomini sposati residenti nelle comunità.
Donne dirigenti di comunità. Al tempo stesso, di fronte al gran numero di donne che oggi dirigono le comunità in Amazzonia, si riconosca questo servizio e si cerchi di consolidarlo con un ministero adatto alle donne dirigenti di comunità.
Suore ascoltano le confessioni. Al primo briefing del Sinodo il racconto dell’esperienza delle religiose nei villaggi dove il sacerdote arriva raramente: Siamo presenti in ogni luogo e facciamo quello che può fare una donna in virtù del Battesimo: accompagniamo gli indigeni e quando i sacerdoti non possono essere presenti e c’è necessità di un battesimo, noi battezziamo. Se qualcuno desidera sposarsi, noi siamo presenti e siamo testimoni di questo amore e di questa coppia. E molte volte ci è toccato ascoltare confessioni, ma non abbiamo dato l’assoluzione: ma nel profondo del nostro cuore abbiamo detto che con l’umiltà con cui questo uomo o questa donna si sono avvicinati a noi per situazioni di malattia, già prossimi alla morte, crediamo che Dio Padre agisca lì. Così ha parlato ieri suor Alba Teresa Cediel Castillo, delle Suore Missionarie di Maria Immacolata e di SS. Caterina da Siena, che vive in Colombia nelle comunità indigene.
https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2019-10/sinodo-amazzonia-suore.html
«La missione della Chiesa ha,alle sue origini una “rivelazione”, cioè la comunicazione di una verità. Non è dunque qualcosa di puramente pragmatico […] ma è prima di tutto l’irradiazione di una luce. La missione è per la Chiesa un elemento sorgivo e irrinunciabile della sua identità» (Biffi)
Ricordo ancora, così, come passato un giorno, quanto ebbe a confidarmi un caro amico presbitero all’indomani delle promesse sacerdotali e a pochi giorni dal suo rimpatrio in Manaus, sua città natale -promesse che so, essere state disattese essendo oggi padre di 4 figlie- la seguente confessione :” La Chiesa in Amazzonia, ma in tutto lo stato del Brasile, quasi del tutto assente eccetto sporadiche missioni a macchia di leopardo. Ma anche ove ci fosse, non sarà per mancanza di edifici di culto o di operatori pastorali la causa dell’insuccesso, ma per la devozione promiscua dovuta ai costumi e alle tradizioni ataviche radicate nei popoli indigeni e non solo i quali, se di giorni pregano i santi e la vergine Maria, la notte chiamano gli spiriti dei morti e con riti inenarrabili evocano gli spiriti immondi”…
E di nuovo mi riapproprio della voce del cardinale Biffi il quale disse : “non sarà lasciandoci convincere dalle voci mondane ad abbassare il livello delle esigenze divine per la vita ed il ministero dei candidati, che riusciremo ad infoltire le schiere dei giovani leviti».
“La Chiesa dal volto amazzonico e i nuovi ministeri” è il titolo di un commento di Andrea Tornielli al dibattito sinodale pubblicato oggi dall’Osservatore Romano:
dallhttps://ilsismografo.blogspot.com/2019/10/vaticano-la-chiesa-dal-volto-amazzonico.html
Ma per l’amor di Dio, come si fa ad essere così ciechi,come si fa a non vedere che nell’elaborazione di questo Sinodo, come disse Virgilio nelle Egloghe, “latet anguis in herba” e che, nonostante l’entusiasmo cialtrone, nel giardino ecclesiastico riunito nella Urbe, tra le sue erbe, si nasconde il serpente. Veramente non mi capacito, né riesco a concepire una siffatta “nuova gnosi” in nome di cosa: di Cristo forse? o non piuttosto di agguerrite falangi neo-liberali con le loro teologie della liberazione estese quanto la globalizzazione neo liberale che falsamente tutto fagocita in nome delle etnie, dei popoli, dei gruppi sociali, della libertà sessuale ed altre amenità. Come si fa a non vedere scivolare il piano inclinato verso una gnosi neo pagana, che sorgerà senza ombra di dubbio anzi è già nata dalle ceneri del supposto “vecchiume” spazzato via dai lungimiranti “porporati”, stolti fautori di esperienze “rivoluzionarie” latinoamericane, asiatiche,africane, di nuovi miti di stampo ecologista. Come si fa a non vedere la malaerba prosperare e attecchire in questa tirannia del relativo assoluto…Non lo so. personalmente mi dissocio totalmente.
Nella DH (Dignitatis humanae) al punto 8 s’inneggia agli “uomini capaci d’emettere giudizi personali alla luce della verità”, il testo non dice sulla luce della verità, ma “NELLA luce della Verità”, dando si, per scontato che esista o una Verità superiore o addirittura LA VERITA’, e in questo Sinodo non riesco ad intravvedere alcuna luce, né verità.
Rif. 9 ottobre ore 18.24 – Tradizioni ataviche radicate nei popoli indigeni e non solo
Chiedo allo spirito (vivo) del cardinale Biffi: “i costumi e le tradizioni ataviche radicate nei popoli indigeni e non solo” sono identificabili con “le voci mondane
che abbassano il livello delle esigenze divine”?
Il giovane levita (oggi un vir probatus, spero) ha lasciato per le voci mondane
“abbassanti” o per “le tradizioni ataviche radicate, espresse in riti inenarrabili”?
Alla cara e stimatissima Clodine. Rif. 8,38
Sottoscrivo di cuore quanto scritto da te. Io con questa chiesa sono un cristiano in crisi. Per resistere ti propongo di costituire una associazione così denominata “Associazione di cristiani-cattolici NONOSTANTE LA CHIESA ATTUALE AMAZZONICANTE”.
Io sarei il primo iscritto ed operativo.
Un cristiano saluto: Gesù fatti forte in noi che in TE crediamo per quello che hai detto e fatto.
Clodine cara, grazie per la tua attenzione. Ne parleremo.
Se io non riesco a intravvedere in questo Sinodo alcuna luce, né verità, ho un bel problema.
Risolvibile però.
Mi affido alla Chiesa, che sia il mio bel paio di occhiali.
Fine.
Fatico a capire? Sai che novità. Perché dovrei farlo con facilità? Per la mia boria und sicumera?
Fatico, non capisco, non mi ci trovo? Meglio: vuol dire che sono lontano anni luce, capirò con Lei.
Intanto, posso utilizzare il lavoro certosino che qui sopra sta facendo Luigi, chiarificatore e didattico senza alcun fronzolo nè parolone: : senza mettermi contropredicare la mia “dottrinucola” che vale zero via zero, e che, per giunta, porta via tempo, e confonde solo le acque.
Quanto a sentirsi in crisi in “questa chiesa” ( che è poi LA CHIESA, punto e basta), ben, menomale: se non mi sentissi in crisi, vorrebbe dire che ho sostituito alla Chiesa vera, una mia: piccola, personale, irrilevante , abitudinaria.
Se sto nella Chiesa per “star meglio io “, “sentirmi sicuro io”,” confermato nelle mie convinzioni, io”, ho sbagliato indirizzo, e prima ne me ne rendo conto, meglio sarà.
Il trucchetto di sentirmi il Custos della ” vera fede!” ( la mia, ovvio!) è vecchio come il cucco e ha causato la rovina di generazione di battitori liberi da duemila anni e subia.
SHALOM!!!!!
Qui l’intervista ad Artime, RETTOR MAGGIORE DEI SALESIANI DON BOSCO: «Investiamo sui giovani per salvare l’Amazzonia»
“In questo senso noi salesiani ci sentiamo pienamente in linea con la parola profetica e coraggiosa di Papa Francesco che ha indetto questo Sinodo: oggi e come ha fatto don Bosco anche noi diciamo «Siamo con il Papa».
Lapalissiano, ma giova ricordarlo alle orecchie più tappate.
https://salesianipiemonte.info/sinodo-speciale-artime-investiamo-sui-giovani-per-salvare-lamazzonia/
Eloì, Eloì, lemà sabactàni!?!?!?…
MA BEN RITROVATO, LORENZO !
Solo il buon Dio sa quanto c’è bisogno anche in questo “pianerottolo” della “sana inquietudine” apportata dalle tue tue belle provocazioni !
Roberto Caligaris
Di sfuggita, una domanda breve, una mia curiosità.
Si è parlato di Chiesa ” amazzonicante”.
Come ci si sentirebbe, se un cattolico, che so, sudamericano, magari- pensa un po’! – addirittura dell’Amazzonia, scrivesse qui, in casa di Luigi, ” Propongo di costituire una associazione così denominata “Associazione di cristiani-cattolici NONOSTANTE LA CHIESA ATTUALE ABRUZZESICANTE”.?
Rif. ore 14.00 – Shalom
Proprio un bel shalom.
Cuffini, tu non sai quello che dici, perciò non ti rispondo.
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Caro P. Luigi Amigoni, sacerdoti come te mi aiutano a rimanere fedele al vero Yeshùa, che sicuramente tu conosci.
Adonai ti benedica. Shalom!
Caro Luigi, continuerò a frequentare il tuo blog, solo perché stimo te e nonostante certi visitatori che per te possono andare bene. Tu ovviamente sei padrone dei tuoi gusti. Shalom anche a te!
Carissimo Giuseppe, leggo solo ora. Direi di lasciare alla voce profetica del Cardinale Biffi quanto segue. Evitiamo di rispondere….
https://youtu.be/oIskCYSKxLY
Da ascoltare, tutto, attentamente….
Cara Clodine, oggi sono stato senza internet. Solo adesso ho potuto vedere e ascoltare il video. Ti ringrazio della segnalazione. Cristiani cattolici come il Card. Biffi mi aiutano a rinforzare la mia FEDE in Cristo, al quale credo davvero. Mi piacerebbe però avere la trascrizione di quanto detto dal cardinale. La conosci?
Cara sorella nel vero Cristo, ti ringrazio con un abbraccio affettuoso. Alla prossima, se puoi.
Un caro saluto anche a Luigi che con il suo blog mi dà la possibilità di rapportarmi intellettualmente con persone cristiane e informate come te. Agli altri non facciamo caso. Sia lodato soprattutto Gesù Cristo, ma anche la nostra carissima Madre Maria. Sono ancora nel “bel paese là dove il sì suona”. Ciao Clodine
P.S.: Clodine, ti posso dire che sono felicemente affetto da “cardioMaria”?…
Riguardo al video postato alle 20.09 del 15 ottobre ( che è una sintesi video ricavata al montaggio): il testo integrale scritto dell’intervento di Biffi lo si trova qui, negli archivi del Meeting di Rimini, scaricabile a questo link:
https://www.meetingrimini.org/eventi-totale/scena-4-il-vecchio-immigrato-racconta-ad-antigone-era-follia-per-i-gentili-e-scandalo-per-la-sua-gente-gli-ebrei-oggi-e-parlo-anche-di-tanti-che-stanno-dalla-sua-parte-vorrebbero-trovargli-un/
e poi cliccando, nella tendina sulla destra, su ” scarica l’allegato”.
Lorenzo Cuffini, 19,12
Grazie per il gradito suggerimento. Ma non sono riuscito a scaricare.
Adonai benedica anche te.
Caro Giuseppe,
una delle frasi che amo di più di Papa Francesco è questa: “una fede che non ci mette in crisi è una fede in crisi”. Quindi sei sulla buona strada: il pontefice è uno che ha rotto gli schemi, ha sparigliato, e se di fronte a ciò ci troviamo in difficoltà vuol dire che ha colto nel segno.
Un fraterno saluto
Alberto Farina
Aggiungo che io non vedo nessuna deriva verso una nuova gnosi da parte della neochiesa. Quanto all’entusiasmo cialtrone di cui qualcuno ha parlato con finezza che non ha pari, è lo stesso che circondava i pontefici precedenti nei confronti dei quali vi era una “papolatria” sicuramente non inferiore all’ammirazione verso Francesco da parte di coloro che ne condividono la linea teologica. Il fatto è che GPII e Benedetto avevano deciso di mantenere un totale immobilismo teologico e pastorale, mentre Francesco crede che la fede vada costantemente ripensata a partire dalle provocazioni offerte dal mondo in cui i cristiani vivono. Prospettiva sicuramente complessa da portare aventi, ma molto più esaltante del “si è sempre fatto così”.
Alberto Farina
Rif. 16 ottobre, ore 9.12 – Pacifismo (o cristianesimo) tolstoiano
Opportuno il rimando al testo integrale di Biffi (a Rimini) di cui il montaggio- video è una non imparziale sintesi. Anche il sommo Biffi usa (in anticipo di 20 anni sul papa) la parola ignaziana “discernimento”. E opera distinzioni fondamentali sui valori trascendentali e categoriali, con relative applicazioni di
gioiosa inclusione addirittura degli atei che cercano e trovano Cristo, senza saperlo. Anche dopo avere sentito Biffi si può ragionevolmente e serenamente escludere che il papa predichi e attui un cristianesimo tolstoiano, pure in pieno Sinodo Amazzonia.
Rif @21:28
Attenzione al cristianesimo tolstojano, stiamo parlando di cristianesimo anarchico desunto dalla filosofia anarchica secondo la quale per diritto naturale e in nome di una mera “libertà spirituale” nega tout court qualsiasi autorità civile ed ecclesiastica ponendosi, di fatto, il cristianesimo Tolstojano, al di fuori delle istituzioni civili e religiose. Ma ancor peggio: con abile manipolazioni circa le realtà rivelate ha saputo abilmente espungere dall’Antico e dal Nuovo Testamento quei principi spirituale atti a giustificare tale ideologia anarchica mistificando la Parola e il Vangelo facendone deliberatamente il proprio “manifesto ” .
Il cristianesimo Tolstoiano non è che una pseudo dottrina di stampo sociale intriso di fanatismo che nulla ha a che vedere con la dottrina Cattolica e la fede nel Risorto, per cui “”ognuno fa quel che gli par meglio” in nome di un lassismo buonista con derive protestanti del tutto aliene da ogni principio cardine del credo cattolico ivi compresa l’obbedienza alla Parola e alla fede . Tant’è, dice il sommo cardinal Biffi citando il pensatore Solovev in quel testo , molto evidentemente travisato dallo scrivente @ 21:28 – “L’Anticristo ci darà tutto, tranne ciò che ci interessa: Gesù Cristo”
Tant’è…
Che il papa predichi e attui un siffatto cristianesimo tolstoiano, pure in pieno Sinodo Amazzonia , mi sembra evidente, non ne ebbi il minimo dubbio!.
Clodine: “Che il papa predichi un siffatto cristianesimo tolstoiano mi sembra evidente”. Per la pace di tutti, Clodine, indica i testi in cui Francesco predica il cristianesimo tolstoiano: non pubblicherò altri tuoi commenti – su nessun argomento – finchè non avrai fornito queste referenze. Intendo referenze testuali, non tue interpretazioni.
Io amo i dubbi, perché mi piace cercare. E Gesù mi attira molto.
La mia meta, infatti, è sempre Lui. In questa ricerca mi è molto di aiuto sua e nostra Madre, Maria.
Ma, come già scritto, non sono perfetto personalmente.
Però la misericordia di Gesù e l’aiuto di Maria mi incoraggiano.
Un cordiale saluto a tutti.
Biffi,oltre a molte altre cose, ha il merito di una prosa CHIARISSIMA.
A dispetto di molti suoi improvvisati interpreti che, a decadi di distanza, con la consumata tecnica dello spezzatino, colgono fior da fiore e gli fan dire quel che a loro garba.
Vecchia lagna, vecchio trucco.
Stiamo ai testi e alle parole scritte.
In esse, testualmente, Biffi scrive : ” Non si può, per amore di dialogo, sciogliere il fatto cristiano in una serie di valori condivisibili dai più, ma non si può neppure disistimare i valori autentici quasi fossero qualcosa di trascurabile – bisogna stare attenti a non entrare in polemica con i valori, che colpisca invece qualcosa di autentico, di sostanziale; OCCORRE DUNQUE UN DISCERNIMENTO.Ci sono dei valori assoluti, o, come dicono i filosofi, trascendentali, quali sono ad esempio il vero, il bene e il bello. Chi li percepisce e li onora e li ama sente, percepisce, onora e ama Gesù Cristo anche se non lo sa, magari anche se si crede ateo, perché nell’essere profondo delle cose Cristo è la verità, è la giustizia, è la bellezza. ”
A questo, e a nient’altro, faceva riferimento l’altrettanto chiaro commento di Amigoni ieri alle 21,28.
Le parole scritte da Biffi sono quelle, le affermazioni riportate da Amigoni le riprendono quasi alla lettera.
Domanda : come si fa a dire che il testo di Biffi è stato ” MOLTO EVIDENTEMENTE TRAVISATO dallo scrivente @ 21:28 “?
Risposta inevitabile: non si fa.
Quello scrivente , semplicemente, NON HA TRAVISATO né molto, né poco, nè tantomeno evidentemente, alcunché.
Sipario.
Rif. 16 ottobre ore 17.15 – Papolatria di ieri e ammirazione di oggi
Sulla papolatria di ieri da parte di molti e sull’ammirazione di oggi per il papa, spero da parte di non pochi, condivido perfettamente quanto scritto ieri da Alphiton.
Caro Luigi, rispondo alla tua sollecitazione. Ebbene, scrivendo che Francesco predica e attua un cristianesimo tolstojano non vuol dire, per come io l’intendo, che neghi il soprannaturale o riduca il Vangelo alla socialità. Ma che ravviso, tra i due, diversi punti di contatto che vanno dalla considerazione della natura, al pacifismo, piuttosto che al tema delle periferie esistenziali, tanto caro ad entrambi . Tutto qua.
Tolstoj , inoltre, è una figura immensa, inquietante, che ebbe un grande seguito tra i figli del suo tempo: raccoglie il grido di un popolo sofferente, percepisce la distanza tra la Chiesa ortodossa – tempio del culto ma distante dai drammi della povera gente e non in grado di saziare né la fame fisica né quella spirituale- una società secolarizzata, martoriata che di li a poco verrà travolta da una delle più grandi e tremende rivoluzioni sociali. Forse è questo il motivo per cui lo vedo sovrapponibile al Papa.
Poi, che Tolstoj non nominerà mai il nome di Cristo (qualcuno scrisse che lui e Cristo erano come due orsi in una tana) non vuol dire che non ne seguisse le istanze o non amasse il Signore, tutt’altro: era pervaso piuttosto da un anelito potente e radicale per quanto tutto gli andasse stretto: il suo essere scrittore e pensatore gli andava stretto, la dottrina della Chiesa ortodossa che trova angusta e distante dalla sorgente “d’acqua viva” (penso alla Samaritana che tratterà ampiamente) gli andava stretta.
Ma torniamo al tema delle periferie ad esempio, caro a Tolstoj ma anche caro alla teologia Bergogliana intesa come distanza dal centro del proprio cuore e dal cuore di Cristo, distante dall’uomo nella sua totalità, credo fosse una fede improntata al “sentimento” inteso come empatia per cui tutto il resto non è che cornice ma anche, per citare Tolstoj, “anticamera dell’intelletto”.
A me piace molto Lev Tolstoj, né lessi le opere in gioventù e le riprenderò meditandole, credo meriti un maggiore approfondimento.
“Cercava sempre,
ed era ormai vegliardo.
Cercava ancora,
al raggio della vaga lampada,
in terra, la perduta dramma.
L’avrebbe forse ora
così sorpreso
con quella fioca
lampada pendente,
e gliel’avrebbe
con un freddo soffio
spenta, la Morte.
E presso a morte egli era! [… ]
Ed e’ vestì la veste rossa
e i crudi calzari mise,
e la natal sua casa lasciò,
lasciò la saggia moglie e i figli,
e per la steppa
il vecchio ossuto e grande sparì [… ].“
Giovanni Pascoli . Dedica a Tolstoj
Sulla rettifica di Clodine – Claudia Leo. Ho ricevuto in privato mail di visitatori che mi chiedevano come io potessi ritenere sufficiente questa precisazione o rettifica da parte di Clodine – Claudia Leo. La ritengo bastevole perché chiarisce di non aver avuto intenzione d’accusare il Papa d’eresia, come poteva apparire a chi [e io tra questi] avesse attribuito un significato forte alle parole “il Papa predica e attua un cristianesimo tolstojano”. Con la precisazione Clodine ci dice d’aver mirato piuttosto a segnalare delle assonanze tra Francesco e Tolstoj: “Scrivendo che Francesco predica e attua un cristianesimo tolstojano non volevo dire che neghi il soprannaturale o riduca il Vangelo alla socialità, ma che ravviso, tra i due, diversi punti di contatto”. Trovo che c’è una buona distanza tra il dire che il Papa è eretico e il dire ha “diversi punti di contatto” con un eretico. E’ in questo senso che l’aggiustamento mi soddisfa.
Ringrazio Clodine – Claudia Leo per aver accettato la mia “sollecitazione”, come l’ha chiamata; e ringrazio i visitatori per la viva attenzione con cui leggono quello che qui si scrive.