Ogni povero è un figlio di Dio – chi è straniero è come noi

7 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Una lettera scomoda. E’ una lettera scomoda ma il Vangelo è scomodo, lo sapevamo già ed è bene che i vescovi ce lo ricordino. Mentre il mio parroco leggeva la lettera, al termine della messa delle 11, sentivo una donna nel banco vicino che mormorava in cadenza: “Viva Salvini – viva Salvini”. Immagino fosse il sentimento della maggioranza dei presenti. Io che in parrocchia sono tra i volontari del servizio “Ospitare i rifugiati” sento il forte dissenso di tanti praticanti alle parole dei vescovi. Non me lo nascondo. So che è un problema. Ma nell’affrontarlo, la parola dei vescovi ci sarà preziosa. Una delle accuse che viene possa a Francesco è di accomodarsi al mondo: qui è evidente lo scomodo. Chi invoca la distinzione dal mondo ha pane per i suoi denti.

    9 Giugno, 2019 - 20:41
  2. Luigi Accattoli

    Carissimi fedeli delle diocesi del Lazio,desideriamo offrirvi alcune riflessioni in occasione della solennità di Pentecoste che ci mostra l’icona dell’annunzio a Gerusalemme ascoltato in molte lingue: pensiamolo come il segno del pacifico e gioioso incontro fra i popoli che attualizza l’invito del Risorto ad annunciare la vita e l’amore.
    Purtroppo nei mesi trascorsi le tensioni sociali all’interno dei nostri territori, legate alla crescita preoccupante della povertà e delle diseguaglianze, hanno raggiunto livelli preoccupanti. Desideriamo essere accanto a tutti coloro che vivono in condizioni di povertà: giovani, anziani, famiglie, diversamente abili, disagiati psichici, disoccupati e lavoratori precari, vittime delle tante dipendenze dei nostri tempi.
    Sappiamo bene che in tutte queste dimensioni di sofferenza non c’è alcuna differenza: italiani o stranieri, tutti soffrono allo stesso modo. È proprio a costoro che va l’attenzione del cuore dei credenti e – vogliate crederlo – dell’opzione di fondo delle nostre preoccupazioni pastorali.

    9 Giugno, 2019 - 20:42
  3. Luigi Accattoli

    Vorremmo invitarvi ad una rinnovata presa di coscienza: ogni povero – da qualunque paese, cultura, etnia provenga – è un figlio di Dio. I bambini, i giovani, le famiglie, gli anziani da soccorrere non possono essere distinti in virtù di un “prima” o di un “dopo” sulla base dell’appartenenza nazionale.
    Da certe affermazioni che appaiono essere “di moda” potrebbero nascere germi di intolleranza e di razzismo che, in quanto discepoli del Risorto, dobbiamo poter respingere con forza. Chi è straniero è come noi, è un altro “noi”: l’altro è un dono. È questa la bellezza del Vangelo consegnatoci da Gesù: non permettiamo che nessuno possa scalfire questa granitica certezza.
    Desideriamo invitarvi, pertanto, a proseguire il nostro cammino di comunità credenti, sia con la preghiera che con atteggiamenti di servizio nella testimonianza di una virtù che ha sempre caratterizzato il nostro Paese: l’accoglienza verso l’altro, soprattutto quando si trovi nel bisogno.

    9 Giugno, 2019 - 20:43
  4. Luigi Accattoli

    Proviamo a vivere così la sfida dell’integrazione che l’ineluttabile fenomeno migratorio pone dinanzi al nostro cuore: non lasciamo che ci sovrasti una “paura che fa impazzire” come ha detto Papa Francesco, una paura che non coglie la realtà; riconosciamo che il male che attenta alla nostra sicurezza proviene di fatto da ogni parte e va combattuto attraverso la collaborazione di tutte le forze buone della società, sia italiane che straniere.
    Le nostre diocesi, attraverso i centri di ascolto della Caritas e tante altre realtà di solidarietà e di prossimità, danno quotidianamente il proprio contributo per alleviare le situazioni dei poveri che bussano alla nostra porta, accogliendo il loro disagio. Tanto è stato fatto e tanto ancora desideriamo fare, affinché l’accoglienza sia davvero la risposta ad una situazione complessa e non una soluzione di comodo (o peggio interessata). Desideriamo che tutte le nostre comunità – con spirito di discernimento – possano promuovere una cultura dell’accoglienza e dell’integrazione, respingendo accenti e toni che negano i diritti fondamentali dell’uomo, riconosciuti dagli accordi internazionali e – soprattutto – originati dalla Parola evangelica.

    9 Giugno, 2019 - 20:43
  5. Luigi Accattoli

    Non intendiamo certo nascondere la presenza di molte problematiche legate al tema dell’accoglienza dei migranti, così come sappiamo di alcune istituzioni che pensavamo si occupassero di accoglienza, e che invece non hanno dato la testimonianza che ci si poteva aspettare. Desideriamo, tuttavia, ricordare che quando le norme diventano più rigide e restrittive e il riconoscimento dei diritti della persona è reso più complesso, aumentano esponenzialmente le situazioni difficili, la presenza dei clandestini, le persone allo sbando e si configura il rischio dell’aumento di situazioni illegali e di insicurezza sociale.
    Pertanto, carissime sorelle e carissimi fratelli, sentiamo il dovere di rivolgere a tutti voi un appello accorato affinché nelle nostre comunità non abbia alcun diritto la cultura dello scarto e del rifiuto, ma si affermi una cultura “nuova” fatta di incontro, di ricerca solidale del bene comune, di custodia dei beni della terra, di lotta condivisa alla povertà. Invochiamo per tutti noi il dono incessante dello Spirito, che converta i nostri cuori per renderli solleciti nel testimoniare un’accoglienza profondamente evangelica e la gioia della fraternità, frutto concreto della Pentecoste.
    I Vescovi delle diocesi del Lazio – 7 giugno 2019

    9 Giugno, 2019 - 21:59
  6. Amigoni p. Luigi

    Rif. 9 giugno ore 20.39 – Bravi i vescovi del Lazio

    La politica può avere i suoi limiti e le sue impotenze (non si può fare tutto quello che si vorrebbe). Può non avere tutto ma non può avere la pretesa (magari: l’unica pretesa) di cambiare il Vangelo. Ben detto: ogni povero è figlio di Dio. Persino un clandestino.

    10 Giugno, 2019 - 11:48
  7. Fabrizio Padula

    “l’ineluttabile fenomeno migratorio…”

    Ineluttabile ?

    I colleghi vescovi della “Conférence Episcopale Régionale de l’Afrique de l’Ouest” la pensano diversamente.
    Questione di punti di vista.

    A nos jeunes : forces vives de nos pays

    16. Vous représentez le présent et l’avenir de l’Afrique qui doit lutter avec toutes ses ressources pour la dignité et le bonheur de ses fils et filles. Dans ce cadre, nous ne pouvons pas nous taire devant le phénomène de votre migration, en particulier vers l’Europe. Nos cœurs de pasteurs et de pères souffrent devant le spectacle de ces embarcations surchargées de jeunes, de femmes et d’enfants qui s’abîment dans les flots de la Méditerranée.
    Certes, nous comprenons votre soif de bonheur et d’un mieux-être que vos pays ne vous offrent pas. Le chômage, la misère, la pauvreté demeurent des maux qui humilient et révoltent. Cependant, ils ne doivent pas vous entraîner à sacrifier votre vie en empruntant des chemins si périlleux et pour des destinations incertaines. Ne vous laissez pas égarer par de fausses promesses qui vont vous conduire à des esclavages et à un avenir illusoire ! Avec un dur labeur et de la persévérance vous pouvez réussir en Afrique, et, surtout, faire de ce continent une terre prospère.

    10 Giugno, 2019 - 22:11

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