“Questi martiri della fede sono stati perseguitati per causa della giustizia e della carità evangelica”: così il Papa al Regina Coeli segnalando la proclamazione a beati avvenuta ieri in Argentina del vescovo Angelelli e di altri tre uomini di Chiesa, fatti uccidere nel 1976 dalla dittatura militare che li temeva a motivo della loro vicinanza alle componenti più povere della popolazione. Nei commenti le parole del Papa e altre informazioni sui martiri.
Vescovo Angelelli e altri tre martiri argentini della giustizia
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Cari fratelli e sorelle, ieri a La Rioja, in Argentina, sono stati proclamati Beati Enrique Angel Angelelli, Vescovo diocesano, Carlos de Dios Murias, francescano conventuale, Gabriel Longueville, sacerdote fidei donum, e Wenceslao Pedernera, catechista. Questi martiri della fede sono stati perseguitati per causa della giustizia e della carità evangelica. Il loro esempio e la loro intercessione sostengano in particolare quanti lavorano per una società più giusta e solidale. Uno di loro era francese. Era andato come missionario. Gli altri tre erano argentini. Facciamo un applauso ai nuovi Beati!
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/04/28/0349/00711.html
Alver Metalli. Dal momento della morte violenta di Angelelli, Murias, Longueville e Pedernera sono passati 43 anni, quattro anni dell’apertura del processo di beatificazione, solo sei anni dalla condanna all’ergastolo degli alti ufficiali che hanno perpetrato il crimine, un anno appena dalla dichiarazione del martirio in odio alla fede che ha spalancato la strada alla loro beatificazione. E’ un passaggio di un buon articolo di Alver Metalli sui quattro martiri.
https://www.lastampa.it/2019/04/27/vaticaninsider/argentina-beatificati-angelelli-e-compagni-martiri-del-concilio-3a79fAuf8q8ZxysUn7Vt9M/pagina.html
Omelia del cardinale Becciu 1. La beatificazione è stata presieduta dal cardinale Angelo Becciu. I quattro nostri beati furono uccisi nel 1976, durante il periodo della dittatura militare, segnato da un clima politico e sociale incandescente, che ebbe anche dei chiari risvolti di persecuzione religiosa. Il regime dittatoriale, in vigore da pochi mesi in Argentina, guardava con sospetto ogni forma di difesa della giustizia sociale. I quattro beati conducevano una pastorale attenta alla promozione delle fasce più deboli, alla difesa della loro dignità e alla formazione delle coscienze, nel quadro della Dottrina sociale della Chiesa e nel vivo desiderio di attuare i dettami del Concilio Vaticano II. Potremmo definirli, in un certo senso, come “martiri dei decreti conciliari”. In quell’epoca, l’impegno per una giustizia sociale e per promuovere la dignità della persona umana era ostacolato con tutte le forze dalle autorità civili. Ufficialmente il potere politico si professava rispettoso, anzi addirittura difensore, della religione cristiana, e mirava a strumentalizzarla, pretendendo un atteggiamento supino da parte del clero e passivo da parte dei fedeli, invitati con la forza a esternare la loro fede solo in manifestazioni liturgiche e di culto. Ma i nuovi beati si sforzarono di operare per una fede che incidesse anche nella vita; affinché il Vangelo diventasse fermento nella società di una umanità nuova fondata sulla giustizia, sulla solidarietà, sull’uguaglianza.
Omelia Becciu 2. Il beato Enrique Ángel Angelelli Carletti è stato un pastore coraggioso e zelante che appena giunto a La Rioja si adoperò con grande zelo a soccorrere la popolazione molto povera e vittima di ingiustizie. Il cardine del suo servizio episcopale sta nell’azione sociale in favore dei più bisognosi e sfruttati, come anche nel valorizzare la pietà popolare come antidoto all’oppressione. Icona del buon pastore, fu innamorato di Cristo e del prossimo, pronto a dare la vita per i fratelli.
I sacerdoti Carlos de Dios Murias e Gabriel Longueville sono stati capaci di cogliere e rispondere alle sfide dell’evangelizzazione declinate nella prossimità verso le fasce più disagiate della popolazione. Il primo, religioso francescano, si distinse per spirito di preghiera e reale distacco dai beni materiali; il secondo uomo dell’Eucaristia.
Wenceslao Pedernera, catechista e membro attivo del movimento cattolico rurale, si dedicò con passione a una generosa attività sociale alimentata dalla fede. Umile e caritatevole con tutti.
Omelia Becciu 3. Questi quattro beati sono modelli di vita cristiana. L’esempio del vescovo insegna ai pastori di oggi a esercitare il ministero con ardente carità, essendo forti nella fede di fronte alle difficoltà. I due sacerdoti esortano i preti di oggi a essere assidui nella preghiera e trovare nell’incontro con Gesù e nell’amore verso di Lui la forza per non risparmiarsi mai nel ministero sacerdotale: non scendere a compromessi, rimanere fedeli a ogni costo alla missione pronti ad abbracciare la croce. Il padre di famiglia insegna ai laici a distinguersi per la trasparenza della fede, lasciandosi guidare da essa nelle decisioni più importanti della vita. Vissero e morirono per amore. I martiri esortano noi e le future generazioni ad aprire il cuore a Dio e ai fratelli, a essere araldi di pace, operatori di giustizia, testimoni di solidarietà, nonostante le incomprensioni, le prove e le fatiche. Noi li ammiriamo per il loro coraggio. L’esempio e la preghiera di questi quattro beati ci aiutino a essere sempre più uomini di fede, testimoni del Vangelo, costruttori di comunità, promotori di una Chiesa impegnata a testimoniare il Vangelo in ogni ambito della società, innalzando ponti e abbattendo i muri dell’indifferenza.
https://ilsismografo.blogspot.com/2019/04/argentina-la-rioja-la-beatificazione.html
Mia nota. Bergoglio conobbe Angelelli da provinciale della Compagnia di Gesù e in quegli anni visitò la diocesi del futuro martire dove lavoravano dei gesuiti. Più tardi, da presidente della Conferenza episcopale argentina promosse una commissione d’indagine sulla vita e la morte dei quattro attuali beati. Sempre a Bergoglio si deve la ricerca e di due lettere che Angelelli aveva con sé al momento dell’uccisione, mandate in copia al Vaticano alcuni giorni dopo e consegnate più tardi al tribunale che ha condannato all’ergastolo i militari Menéndez, Estrella e Vera nel febbraio del 2013. Il 4 agosto del 2006, in occasione del 30° anniversario della scomparsa di Angelelli, il cardinale Bergoglio tenne un’omelia a La Rioja. Omelia che è contenuta nel volume di Jorge Mario Bergoglio – Papa Francesco, “Solo l’amore ci può salvare”, LEV 2013, alle pp. 49-57, con il titolo “Il coraggio di annunciare il Vangelo” [ne riporto un brano al commento seguente].
Sull’interessamento del vescovo e cardinale Bergoglio alla figura del martire Angelelli, vedi anche Alver Metalli:
//www.lastampa.it/2019/04/20/vaticaninsider/il-cuore-del-papa-nellargentina-dei-quattro-martiri-EvLRziHchXe1Ukyc0yq7IK/pagina.html
Uomini e donne del Vangelo. Ecco la conclusione dell’omelia del cardinale Bergoglio nel trentesimo dell’uccisione di Angelelli e degli altri tre, citata al commento precedente:
Il ricordo di Wenceslao, Carlos, Gabriel e del vescovo Enrique è una sfida a considerare il loro cammino, di uomini che hanno guardato solo al Vangelo, di uomini che hanno accolto il Vangelo e l’hanno accolto con libertà. Così ci vuole oggi la patria, uomini e donne liberi da preconcetti, liberi da compromessi, senza ambizioni, senza ideologie, uomini e donne del Vangelo. Soltanto il Vangelo, a cui possiamo al massimo aggiungere un commento, quello che è stato aggiunto da Wenceslao, Carlos, Gabriel e del vescovo Enrique: il commento della propria vita. Che il Signore, per intercessione della sua Santissima Madre, ci conceda oggi la grazia della libertà del solo Vangelo col commento della nostra propria vita. E così sia.