Nella festa degli angeli dedico ai visitatori una mia piccola modifica alla preghiera dell’Angelo, che volgo al plurale, come la festa di oggi: ANGELI DI DIO CHE SIETE I NOSTRI CUSTODI, ILLUMINATE E PROTEGGETE LA NOSTRA VITA, GUIDATE I NOSTRI PASSI VERSO IL SIGNORE. Per una precedente manifestazione di questa mania riformatrice, vedi il post DUE RITOCCHI ALL’AVE MARIA, che è dell’8 dicembre 2007.
Piccola modifica alla preghiera dell’Angelo
17 Comments
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Ritocca pure, Luigi, ma trova parole adatte anche per il “che ti fui affidato dalla pietà celeste”. L’angelo è il passo che il Signore ha già fatto verso di noi.
Ritocca pure – tanto oggi va molto di moda nella Chiesa 😉
Piuttosto che ritoccare o cambiare, io ripristinerei, nella nuova Messa, la bellissima preghiera a San Michele Arcangelo che si dice alla fine della Messa Straordinaria.
Papa Benedetto XVI, il 1° marzo 2009, prima domenica di quaresima, prima della benedizione dell’Angelus in piazza san Pietro ha parlato degli spiriti celesti, dicendo: “Cari fratelli e sorelle, toglieremmo una parte notevole del Vangelo, se lasciassimo da parte questi esseri inviati da Dio, i quali annunciano la sua presenza fra noi e ne sono segno. Invochiamoli spesso, perché ci sostengono nell’impegno di seguire Gesù fino a identificarci con lui …”
Oggi è anche il giorno di fondazione dell’Opus Dei.
Escrivà mi piace soprattutto perchè ripeteva sempre le parole del cieco Bartimeo: Domine, ut videam!
Scusate, oggi è anche la festa dei nonni. Un abbraccio a tutti loro.
Tra gli angeli citati nella Bibbia il mio preferito (ma non so perché) è l’arcangelo Raffaele che accompagna il giovane Tobia nel suo viaggio.
Interessante il fatto che in tutte le religioni , cristiana , ebraica , musulmana,gli angeli sono simili..
Detto rabbinico: “Non c’è germoglio sulla terra che non abbia in cielo
il suo angelo protettore e custode”
S. Agostino : “Ogni realtà visibile di questo mondo ha una potenza angelica a se’ preposta”
Interessante anche il fatto che i poeti di ogni tempo abbiano amato gli angeli,
anche i poeti atei..
Eugenio Montale:
allAngelo della morte
O grande angelo nero
fuligginoso riparami
sotto le tue ali
Czeslaw Milosz:
Vi ho tolto le vesti bianche
le ali e persino l’esistenza.
eppure io vi credo, messaggeri.
dalla finestra del mio ambulatorio , alzando gli occhi dalla scrivania , io vedo stagliati nel cielo due grandi angeli che suonano la tromba (statue di angeli naturalmente..che sono poste alla sommità della facciata della chiesa di S. Maria presso S. Celso)
Vi assicuro che quando il cielo è tempestoso, sullo sfondo di grandi nuvole grigie le ali degli angeli da bianche virano ad un bellissimo colore vermiglio.. da fotografare.. ma non sono mai riuscito a cogliere l’attimo fuggente…
Certo che sotto la presenza di questi due solenni ed ardenti angeli suonatori il mio pensiero va spesso al giorno del giudizio .. 🙂 !
per fortuna nel mezzo c’è la statua più dolce e rassicurante della Vergine Maria, a cui la chiesa è dedicata.., a cui va la mia preghiera di intercessione per tutti i peccatori come me…………
Caro Marcello, ovviamente anche per me Raffaele è l’arcangelo preferito, non solo per il suo accompagnare Tobia nel lungo viaggio verso Sara (l’ho ricordato qualche giorno fa’), ma perché colui che guarisce e risana è tradizionalmente anche la guida dei viandanti. Cosa siamo se non viandanti?
Ho detto arcangelo, perché l’angelo preferito è (e non può che essere) il mio angelo custode, cui fui affidato dalla pietà celeste, come giustamente ha ricordato Adriano, e al quale ho sicuramente dato fin troppi problemi.
Per quel che riguarda la proposta di Luigi per me non dovrebbe essere modificativa o sostitutiva, ma aggiuntiva. Fin da quando i miei figli erano piccoli l’ho spesso recitata sia al singolare che al plurale.
Io invece “tifo” per l’Arcangelo Michele, Santo Patrono della “mia” Mestre.
Buona notte a tutti.
Roberto 55
Adriano un poco ci avevo riflettuto al “me Tibi commissum pietate superna” ma l’avevo considerato compreso in “Angeli di Dio che siete i nostri custodi”, essendo che “angeli” vuol dire “inviati, nunzi, messaggeri”. Dunque vengono da Dio come nostri custodi, e cioè Egli ci ha affidati a loro. Ma le altre parole almeno un poco ti sono piaciute?
Mi sono piaciute molto. Espressione, come sono, di una delle tue urgenze che mi affascina: dire Dio all’uomo contemporaneo con parole che egli possa sentire proprie.
Proprio per questo, però, in un tempo in cui per molti “pietà l’è morta”, non scarterei la “pietà celeste”.
Non è che a me, invece, queste modifiche non siano piaciute. Però ti confesso, Luigi, che mai io volgerei al plurale la preghiera dell’Angelo Custode. Lo prego al singolare (Tu, “che sei il mio custode”) questo unico custode della mia singolarità che solo se illuminata, custodita, retta, governata da Lui non si perde nell’indifferenziato del collettivo. Prego, caso mai, che tutti Lo preghino così, al singolare. Soprattutto quando mi accorgo bene che in ogni incontro che sia tale, in ogni vero incontro, sono l’Angelo Custode nostro e l’Angelo Custode dell’altro che si riconoscono, che si parlano, che si intendono “al volo”.
Fiorenza nella pagina COLLABORAZIONE A RIVISTE elencata sotto la mia foto trovi un testo di qualche anno addietro intitolato “Non posso venire ma ti mando gli angeli” in cui dico qualcosa di più di questa intuizione degli angeli come moltitudine.
Sì, l’ho letto quel testo, Luigi, e mi piace immergermi nella sua profondità Tutto quello che dici là io condivido, eccetto la frase “persino gli angeli custodi li penso al plurale”. Si entra qui -per me- non in un problema di interpretazione di Matteo 18, 10, ma nel mistero personale. Che Dio abbia donato all’uomo anche questo amico, “un” amico, un Angelo che lo conosce perché lo vede in Dio, che custodisce il suo “nome nuovo”, già noto a Lui e a Lui soltanto, è una delle mie più radicate e antiche certezze. Già chiarissima nell’infanzia. E sopravvissuta anche nella bufera. Non mi ha mai meravigliato, né ho mai trovato infantile, “puerile”, il gesto di san Giuseppe da Copertino che, nell’entrare in una stanza, cedeva sempre il passo, inchinandosi, al suo Angelo Custode. Non saprei dirti più di questo.
Ti ringrazio Fiorenza per aver preso tanto sul serio la mia divagazione. Io terrò cara la tua confidenza.