Sui fattacci della Sala Stampa vaticana [vedi http://www.luigiaccattoli.it/blog/le-tre-cause-delluscita-di-scena-di-burke-e-della-sua-vice/] sono stato intervistato ieri da formiche.net e nella conversazione ho precisato la mia scommessa sul futuro immediato della comunicazione vaticana: o la nuova squadra – guidata dall’accoppiata Ruffini-Tornielli – funziona e resiste alle prove dei prossimi sei mesi, o il Papa sarà costretto a rivedere l’assetto. Qui il link all’intervista e nei commenti la scommessa sui sei mesi e l’insostenibile totalità italiana dell’attuale staff:
Vi spiego cosa sta succedendo nei media vaticani. Parla Luigi Accattoli
Da qui a giugno. Che vede nel domani dell’informazione vaticana? Io immaginerei un semestre di prova. Se ci riusciranno, se le cose saranno tutte ben organizzate in mano al prefetto e al direttore editoriale, e se per sei mesi le cose andranno bene, senza grossi incidenti comunicativi, allora l’assetto attuale resterà, la riforma non la toccherà più nessuno e andrà a regime con i suoi tempi istituzionali necessari. Se invece nel giro di sei mesi, e di mezzo c’è tutto, dal vertice episcopale sugli abusi ai viaggi papali in zona islamica, fino alla complicazione nello scenario ecumenico nel mondo ortodosso o alla voce del Papa sui diritti umani che si fa sentire quasi ogni giorno, ecco, se su questo scenario molto mosso, un continuo maremoto informativo, avverranno difficoltà o anche seri incidenti comunicativi, allora io penso che il Papa prenderà una decisione drastica, cioè tornerà a cercare un portavoce protagonista come lo erano Lombardi o Navarro-Valls, e allora io immagino che sarà Tornielli. Ma solo se le cose andranno male. Se le cose vanno bene, Tornielli resterà direttore editoriale.
Tutti italiani non va bene. Che dice della dominante laicale e italiana dell’attuale comunicazione vaticana? La crescita della presenza dei laici è una cosa buona e andrà avanti, il fatto invece che tutti quanti, al vertice, siano italiani è una cosa infelice e inadatta, e bisogna che si ponga rimedio. Ma questo non è difficile, perché c’è da nominare il portavoce vaticano, in quanto Gisotti è ad interim, e il vice-portavoce, che al momento non c’è. Quindi il Papa ha a disposizione due nomine per introdurre voci inglesi, spagnole, francesi o portoghesi, come vorrà, e sicuramente dovrà essere fatto. Perché la dimensione internazionale della Santa Sede non può sopportare una voce solo italiana.
Questi sono i “superiori” del Dicasterium pro communicatione:
Prefetto Paolo Ruffini
Segretario Lucio Adrian Ruiz
Assessore Dario Edoardo Viganò
Direttore Generale Paolo Nusiner
Vice Direttore Generale Giacomo Ghisani
Direzione Editoriale Andrea Tornielli
Direzione Teologico-Pastorale Nataša Govekar
Direzione Tecnologica Francesco Masci
Sala Stampa della Santa Sede Alessandro Gisotti
Tutti italiani tranne il monsignore argentino Lucio Adrian Ruiz e la professoressa slovena Nataša Govekar. Prima delle dimissioni di Greg Burke e Paloma Garcia Ovejero gli italiani erano cinque su nove, ora sono sette su nove.
Però Tornielli è anche Joseph Thornborn, quindi vale anche come straniero.
Seconda fila. Arriva ora con un comunicato del Dicastero per la comunicazione un aggiustamento internazionale della seconda fila della Sala Stampa [ma ovviamente lo sbilanciamento pro Italia di cui ai commenti due e tre riguarda la prima fila, ovvero i ruoli di nomina papale]. Eccolo:
Come annunciato il 31 dicembre scorso, il Prefetto del Dicastero per la Comunicazione, Dott. Paolo Ruffini, ha avviato un processo di definizione del nuovo assetto della Sala Stampa della Santa Sede, dopo la nomina del Direttore ad interim, Alessandro Gisotti.
Il Prefetto ha quindi incaricato come Senior Advisor del Direttore la Dott.ssa Romilda ferrauto, francese, ex responsabile della redazione francese della Radio Vaticana e assistente della Sala Stampa nelle ultime cinque Assemblee Generali del Sinodo dei Vescovi.
Il Prefetto ha inoltre affidato il compito di Assistenti del Direttore, a Suor Bernadette M. Reis, FSP, statunitense, redattrice di Vatican News e consulente della Commissione per la Comunicazione dell’UISG e al Dott. Raúl Cabrera Pérez, peruviano, già redattore della Radio Vaticana e collaboratore della Commissione per l’Informazione al Sinodo dei Vescovi sui Giovani.
Il compito di Office Manager della Sala Stampa é infine stato affidato al Dott. Thaddeus M. Jones, statunitense, membro del coordinamento dell’Ufficio portale di Vatican News e già Officiale del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.
https://www.catholicnewsagency.com/news/wuerl-knew-mccarrick-abuse-allegations-in-2004-91213
un portavoce dell’arcidiocesi di Washington ha confermato che il cardinale Wuerl, fino all’ottobre scorso arcivescovo e da allora amministratore apostolico di quella chiesa, sapeva degli abusi sessuali commessi dall’ex cardinale McCarrick sin dal 2004. Se la notizia è vera, ne consegue che aveva ragione l’ex nunzio Viganò quando, nel suo ormai famoso memoriale dell’agosto scorso, lo accusava di «mentire spudoratamente». Wuerl, infatti, aveva sempre detto di non aver saputo mai nulla della cattiva condotta di McCarrick, fino allo scoppio dello scandalo.
Le bugie avranno anche la gambe corte, ma la chiesa delle volte sembra popolata di millepiedi.
( dal sito : https://leonardolugaresi.wordpress.com/2019/01/11/quante-bugie/)
2004 eh…caspita! È il momento di riconsiderare la Santità di GPII decisa decisamente troppo in fretta
Cristina Vicquery
Un articolo di Vaticaninsider, a firma Salvatore Cernuzio, spiega la novità delle nomine di oggi nello staff della Sala Stampa:
https://www.lastampa.it/2019/01/11/vaticaninsider/nuovo-assetto-in-sala-stampa-vaticana-un-international-team-affianca-il-portavoce-C3J7wFFfiK43x3vslTbePL/pagina.html
Rif. 13.24 – Os habent et non loquentur
La traduzione della Vulgata è perfetta riferito al mondo ecclesiastico statunitense fine anni ‘900 e primi anni 2000. Hanno pensato quelli: abbiamo (e avevamo) la bocca ma non parleremo fino al prossimo papa, quello buono. Parola ad orologeria.