Come raccontavo in altri post, la settimana scorsa sono stato ad Agrigento dove ho fatto belle conoscenze e tra queste la chiesa di San Nicola. La foto mostra l’emozione con cui la chiesa riceve il mio saluto, l’ultimo giorno. – Nei commenti altre due immagini di San Nicola.
Agrigento: difficile staccarsi da San Nicola
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Incontro notturno con la stessa chiesa cistercense di San Nicola. E’ quasi sempre chiusa ma ho avuto la fortuna di partecipare a una messa nel rosso tufo del suo interno. Segnalo le quattro strofe a rima baciata del portale a ogiva.
Questo è il chiostro di San Nicola: è inserito nel percorso del Museo archeologico. Ho detto a un amico agrigentino: se anche la chiesa fosse in quel percorso, potrebbe essere vista ogni giorno, per molte ore, dai visitatori del museo. “Ma diventerebbe un museo” ha obiettato. No, ho risposto: è museo quand’è chiusa. All’atto della cessione la diocesi potrebbe fare un accordo con il Museo al fine di garantirsi la possibilità di usarla per la liturgia domenicale e altre celebrazioni. “Dovrebbe cederne il possesso” è stata la nuova obiezione. Capisco che sia difficile spogliarsi di un tale tesoro, ma a mio parere sarebbe saggio farlo. Si otterrebbero due vantaggi: la diocesi non dovrebbe più occuparsi della sicurezza manutenzione pulizia dell’edificio e la chiesa sarebbe vista da più persone. Una chiesa evangelizza chi la visita.
Bello! Ad Agrigento non ci sono solo i templi!
Il cardinale Gianfranco Ravasi ha oggi un’intervista sul “Corriere della Sera” che termina con questo accenno alle chiese dismesse: «Una chiesa deve continuare ad essere non solo sacra, ma santa, cioè frequentata. Sante sono le persone. Nell’Antico Testamento il Tempio è ’ohel mo’ed, la “tenda dell’incontro”: con Dio ma anche tra gli uomini. Se non è più santo, se non ha gente, un tempio può essere desacralizzato ma non dissacrato: farne una pizzeria è blasfemo. Va bene un museo, per dire, o un luogo di incontro su temi e valori anche laici».
L’intervista è tutta da leggere:
https://www.corriere.it/cronache/18_novembre_28/noi-cattolici-minoranza-occidente-campana-non-chiama-piu-messa-ravasi-cardinale-chiesa-cattolica-e6d81102-f34a-11e8-bf1c-39c2f2f9623f.shtml
Un plauso al cardinale Ravasi!
Poco tempo fa ho scritto queste lettera al settimanale cattolico della mia regione:
“Ai nostri giorni non mancano chiese di grande valore storico e artistico che, per molti motivi, non possono essere officiate che in ricorrenza di particolari festività. Tuttavia, per il valore artistico dei luoghi, queste chiese sono aperte tutti i giorni e vengono con frequenza visitate dai turisti.
Si afferma dunque che coloro che frequentano queste chiese sono solo all’1% costituiti da fedeli, mentre per il resto sono visitatori interessati solo all’arte. Vorrei rettificare questa convinzione.
Ho avuto accesso al “registro delle presenze” di una di queste chiese. Molte firme di visitatori sono accompagnate da formule sacre e da richieste di preghiere, o dal ricordo di precedenti avvenimenti religiosi svoltisi in quella chiesa (ad es. matrimoni dei quali ricorre l’anniversario). Certo, appare strano che si chiedano preghiere in una chiesa priva di celebrazioni per gran parte dell’anno, e non supportate più da alcun ordine monastico, ma il fatto è documentato.
Va notato poi che i visitatori, dentro la chiesa, assumono un atteggiamento di grande rispetto (parlano sottovoce, zittiscono i bambini, si fermano davanti ad una immagine che venerano) e tutto questo senza che vi sia alcun controllo.
Una atmosfera segnata dal senso del sacro rimane in queste chiese.
D’altra parte, un sacerdote tedesco ha fatto notare che nulla demotiva più i fedeli che vedere una chiesa, che magari hanno frequentato per anni e che ha conosciuto le loro esperienze religiose, adibita ad un uso diverso, culturale o commerciale che sia.
Non ci stanchiamo perciò di sostenere le “Chiese d’arte” officiate solo in particolari occasioni”.
In effetti, ho combattuto una battaglia non piccola per la chiesa di San Francesco della mia città.
Si sta avvicinando la festa dell’Immacolata, e la chiesa sarà officiata per quattro giorni. Tre volte celebrerà il Vescovo. Sono contenta, anche perché intanto nel registro dei visitatori vengono scritte preghiere e invocazioni.
E anche perché (diciamolo francamente) le chiese moderne a volte lasciano … allibiti i visitatori!
Non dubito che se fosse per Ravasi le chiese dismesse si trasformerebbero in location chic per “ eventi” culturali, mostre d’ arte contemporanea, ecc. , sfilate di moda….
Ma davanti al Signore credete davvero che faccia differenza se il luogo sacro dove era il suo Tabernacolo, dove Gesu’ sotto le sante
specie Eucaristiche veniva adorato, si trasforma in un museo con guide e biglietto d’ ingresso piuttosto che in una pizzeria? Ma non si rendono conto i cardinaloni del Vaticano che non e’ l’ eleganza o meno la culturalita’ o meno dell ’ uso futuro delle chiese dismesse che conta, ma che ormai esse sono il simbolo del fatto che l’ albero e’ secco e non da’ frutti, che la’ dove vi erano ’cristiani oranti ora ci si puo’ augurare che vi siano solo amanti della cultura che visitano come fosse un museo piuttosto che ragazzetti che fanno feste di Halloween?
Luigi Accattoli dice che se fossero trasformate in musei poi la gente andandoci ne farebbero rivivere la religiosita’ : ma non mi pare che quando noi andiamo a visitare i vecchi templi di Diana e di Zeus in Grecia , o quelli di Ra in aegitto o Persepoli in Iran , o i sotterranei di Mitra, facciamo rivivere la religiosita’ di quelle religioni ormai estinte. Non e’ la quantita’ di gente che circola in un tempio che ne fa rivivere il culto. Se una religione si e’ estinta per mancanza di fedeli , i suoi templi sono gusci vuoti.
Anche Una chiesa cristiana se sconsacrata, cioe’ senza il Tabernacolo e senza la Presenza diGesu’ eucaristia , e’ un guscio vuoto.
Stasera sono stata a Messa nella mia parrocchia. Celebrava, molto bene, il nuovo giovane parroco. La gente non era molta, ma c’erano bambini. Una coppia spingeva un carrozzino. Pensavo ci fosse un bambino piccolo, ma poi mi sono accorta con sgomento che si trattava di una ragazzina chiaramente handicappata, alla quale i genitori dedicavano tutte le loro cure.
Mi è venuto da pensare:
* finché avremo la celebrazione di una Messa, semplice e intensa;
* finché avremo un Tabernacolo con vicino una lampada accesa;
* finché ci saranno storpi, ciechi, zoppi, muti, finché saremo anime dolenti:
la Chiesa non potrà finire! E ci sarà un luogo dove rifugiarsi, anche se non sarà una chiesa d’arte o uno scrigno di preziosi tesori.
Grazie Antonella delle tue parole vere. Essere pochi, poveri e malandati è quella spoliazione che da soli non sapremmo realizzare. Forse è un dono.
Grazie a te Luigi!
https://www.ilmessaggero.it/vaticano/chiese_dimesse_trasformate_moschee-4143147.html
il card. ravasi chiede che almeno le chiese dismesse NOn siano trasformate in moschee. E perchè mai , verrebbe da chiedere? se si vuole essere coerenti col messaggio che ci hanno martellato in questi ultimi anni , che cioè il musulmani credono nello STESSO DIO, lo stessom Diio delle religioni monoteiste, e che la religione musulmana è una religione di pace e di amore, più volte ribadito anche da papa Francesco, perchè mai allora le chiese dismesse non debbono essere trasformate in moschee? Se un domani i fedeli della religione di Allah superassero per numero i fedeli cattolici anche in Italia perchè mai le ex-chiese cattoliche non dovrebbero essere trasformate in moschee?
n oto una contraddizione logica fra la narrativa che ” i musulmani credono nel nostro stesso Dio” e il diniego che le le ex-chiese diventino moschee.
i musulmani a loro maodo adorano Dio, che chiamano Allah. e allora se in Italia o in belgio ormai i cristiani che adorano Dio sono pochissimi , mentre i musulmani che adorano Dio sono tantissimi, perchè negare loro le sedi per adorare Dio? Saraà comunque meglio che una chiesa cristiana si trasformi in mosche, dove comunque si adora un dio, che in una discoteca o pizzeria.
Caro card. Ravasi, le sfilate di moda al MIT di NEW York coi paramenti SACRI messi in berlina e desacralizzati, le va bene. ma la moschea no ?
L’ unico modo per attirare di nuovo i fedeli nelle chiese è la presenza e l’apostolato di SACERDOTI SANTI che fanno della Sacra Liturgia il CULMEN dell’amore per Dio e per il prossimo. Francesco ( non l’attuale che ha voluto accreditarsi col suo nome ma il VERO Francesco santo poverello di Assisi) ha passato ANNI della sua vita a restaurare e ricostruire chiese diroccate. E dopo averle ricostruite, San Damiano, la Porziuncola, ne ha fatti centro di adorazione di Dio. Il Francesco odierno invece preferisce dire . vendiamo le chiese vuote per dare ilo ricavato ai poveri. Vi ricordate Giuda?
Questo unguento sprecato si sarebbe potuto vendere e dare il ricavato ai poveri . I poveri li avrete sempre con voi ma non sempre avrete me, gli rispose Gesù.
La bellezza liturgica e l’adorazione di Dio non possono essere svendute per dare il “ricavato” ai poveri a meno di non pensare che Gesù non è il Figlio di Dio ma solo un uomo come gli altri. In questop caso se Gesù non è il Figlio di Dio allora certo le chiese cattoliche sono superflue e inutili.
“non c’è niente di peggio di una ex-chiesa. Vedere una chiesa trasformata in garage, fa pensare a una violenza subita (e se ne son viste tante, da Napoleone in poi, pazienza); ma vederla, magari tutta rimbellita da un sapiente restauro finanziato da una fondazione bancaria, adibita a sala conferenze, mostre, concerti, con gli altari spogli e i tabernacoli vuoti che “fanno tappezzeria” alle chiacchiere degli intellettuali, mi fa pensare a una prostituzione. Il riuso colto e intelligente, che a taluni, anche nella chiesa, sembra il più auspicabile, a me sembra invece il peggiore, perché il messaggio che trasmette è esiziale: c’è qualcosa di meglio di Cristo, qualcosa che può agghindarsi di Cristo ma vale di più ed è la cultura mondana.”
https://leonardolugaresi.wordpress.com/2018/12/01/chiese-dismesse-e-crisi-della-chiesa/
sono d’accordo con Leonardo Lugaresi. a me fa più scandalo, da fedele , la trasformazione di cghiese in musei che in pizzerie. perchè? perchè se la trosformi in pizzeria almeno lo sfregio è totale. se invece la trasformi in museo vivi nell’ipocrita sensazione che la “cultura” valga quanto la fede anzi ne prenda il posto Insomma la secolarizzazione e laicizzazione della chiese è ben peggio del loro sfregio. e’ una menzogna edulcorata che ha di diabolico. come quelli che sentono la Messa di Palestrina in CD , come fosse un concerto, spaparanzati nella loro poltrona, mentre è ststa scritta dal musicista per5 essere eseguita in Chiesa durante la Santa MEssa . Nulla è peggio della banalizzazione del sacro- meglio i terrorusti dell’ISIS che bruciano le CROCI che Rihanna e Madonna che sfilano vestite coi paramenti sacri e le mitrie e le croci ciondolanti fra tette ben in vista.
Credo che paragonando il Sommo Pontefice a Giuda la sig. ra Venturi abbia colmato la misura. Chiedo al gestore del blog di intervenire. Queste cose le scriva sui blog tradizionalisti e nostalgici del tempo che fu. Ho già detto che un conto è la critica, un conto sono gli insulti gratuiti e le contumelie.
Alberto Farina
Schiaffo in faccia ai cattolici milanesi:
il vescovo Delpini cede il luogo più sacro per i milanesi alle elite economiche e per scopi privati e non ecclesiali.
http://www.lanuovabq.it/it/duomo-nel-palinsesto-serale-il-volo-canta-per-la-banca
Signore, fino a quando? Vieni Signore Gesù e scaccia i mercanti dal tempio!
Non mi sono mai piaciute le chiese sconsacrate. Mi danno un senso di disagio pensando alla storia che contengono e alla fine che hanno fatto.
Ma oggi, con il numero decrescente di praticanti le chiese sono sempre più vuote e sempre più vecchie, bisognose di restauri.
Chi paga? Lugaresi? Venturi?
Le alternative sono: lasciare che alcune chiese vadano in rovina fino a non essere più frequentabili per motivo di sicurezza o cederle per altri usi. La pizzeria proprio pero’ non ce la vedo.
Molti musei contengono quadri, pale di altari provenienti da.chiese e non sono più da tempo nel luogo per cui erano state ideate. Quindi non è una novità di questi anni che il sacro, luogo o immagine diventi oggetto o luogo di museo.
Ci sono altre soluzioni?
Caro Alberto Farina rientro ora da una trasferta a Frosinone per un incontro a dieci anni dalla morte del vescovo Salvatore Boccaccio [http://www.luigiaccattoli.it/blog/il-mio-abbraccio-a-salvatore-boccaccio/] e confesso che nella mattinata ho autorizzato i commenti senza leggerli. Mi dispiace che Maria Cristina Venturi parli con disprezzo del Papa, lo fa dalla sera dell’elezione; e ritenga cosa buona farlo qui da me. Io le ho consigliato di farlo a casa sua, negli ambienti della sua vita sociale e magari per la strada: ma niente, lei insiste a farlo qui. Io provo a rimediare benedicendo Francesco ogni volta che lei lo maledice. Vedi se puoi unirti a me.
Sul blog di Lugaresi ho postato questo commento
Concordo sulla necessità di stabilire delle linee guida sul modo di agire a proposito della dismissione degli edifici ecclesiastici che sono stati delle Chiese.
Mi sembra difficile, se non impossibile, decretare che quando non possano essere più adibite al culto – per mancanza di personale che le tenga aperte e le custodisca e/o per mancanza di persone che partecipino al culto – debbano essere distrutte.
Concordo che prima di essere alienate e quindi utilizzate per altri scopi vengano private -nei limiti del possibile – di tutti gli elementi che ne caratterizzavano l’uso per il culto ( altari, tabernacoli, candelieri, quadri, suppellettili religiose).
Ritengo che non debbano mai essere vendute per usi cultuali di altre religioni ( anche se ovviamente una clausola dimquesto,tipo ha un valore solo,per il primo trasferimento di proprietà ).
Triste che le chiese chiuse ci rammentino che il cristianesimo ha cessato di essere un fenomeno che coinvolge tutta la società ma, ahimè, questa è la verità.
Sono invece profondamente contrario a mettere a disposizione le chiese ancora attive – e certamente le cattedrali – per usi “mondani”. Le città sono piene di luoghi nei quali possono svolgersi manifestazioni di ogni tipo. Perché scegliere una Chiesa? Perché costa meno? O perché i responsabili degli edifici ecclesiastici coinvolti sono d’accordo nella “desacralizzazione” degli ambienti? ( Vero che una eccessiva enfasi sulla sacralità dello ” edificio chiesa” ha come conseguenza – non voluta ma inevitabile – una svalutazione della “chiesa – comunità di credenti” )
Bisogna tenere anche conto del fatto che la popolazione si è spostata dai centri storici a quartieri residenziali molto dislocati. Qui sono sorte nuove chiese che – purtroppo – sembrano proprio garages, stazioni di servizio o palazzetti dello sport. Sarebbe bello poter spostare nelle periferie le chiese d’arte del centro, invece che chiuderle!
Io provo a rimediare benedicendo Francesco ogni volta che lei lo maledice. Vedi se puoi unirti a me.
mi unisco volentieri anch’io nella benedizione, Luigi
cristina vicquery
Distruggere le chiese prima che siano destinate ad altri usi? Penso che non sia così facile. Quelle che erano le chiese degli ordini religiosi espropriati dopo l’unità d’Italia sono dello Stato. Molte poi hanno valore artistico e architettonico: non credo che per legge possano essere distrutte. Certo, il fatto che oggi le chiese vengano utilizzate anche per fini profani non va bene.
Buona e serena notte a tutti…
Io nella mia misera piccolezza TUTTE le mattine prego per Papa Francesco, per la sua persona e per la sua missione… Ma prego anche per chi lo critica e per chi gli è a fianco e lo aiuta…
Ma io, ovviamente, non faccio scuola…
Di nuovo… Una serena notte a tutti e, in modo speciale, a Papa Francesco… questa notte e tutte le altre che verranno… Va bene?…
Rif. 12.50 – Uno spirito contrito è sacrificio a Dio (salmo Miserere)
Bellezza liturgica e adorazione di Dio non si esprimono mai con il “cuore cattivo”, nemmeno in una chiesa super-sacrata. Marco 7,23: “Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo” (e i templi sacri da lui frequentati). Sono diviso tra l’adesione alla richiesta di Farina (ore 14.39) e l’adesione a quella di Accattoli. Non resta che invocare per noi e non per le pietre: “rialza le mura di Gerusalemme”.