Siamo alle scomuniche tra i Patriarcati di Costantinopoli e di Mosca le due Chiese ortodosse più importanti: il Santo Sinodo moscovita ha dichiarato ieri la cessazione della comunione con Costantinopoli. Un evento incredibile che si consuma nella disattenzione del mondo: e anche questo è un segno dei tempi. Qualcuno dice che è una rottura paragonabile a quella di Costantinopoli con Roma del 1054, detta scisma d’oriente. Ma allora le Chiese erano potenti, oggi sono meschinelle. Nei commenti i link e gli incipit delle cronache della rottura pubblicate oggi dall’Osservatore romano, da Riforma.it e dal Corsera: cioè dal Vaticano, dai Protestanti italiani, da un medium laico.
Mosca Kiev Costantinopoli: l’Ortodossia e le scomuniche
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Osservatore Romano. Decisione del sinodo della Chiesa ortodossa russa riunito a Minsk. Mosca interrompe la comunione eucaristica con Costantinopoli. – «Accettare nella comunione scismatici e una persona colpita da anatema in un’altra Chiesa locale con tutti i “vescovi” e il “clero” da essa ordinati, l’invasione di regioni canoniche altrui, il tentativo di abbandonare le proprie decisioni e impegni storici, tutto ciò porta il patriarcato di Costantinopoli fuori dello spazio canonico e, con nostro grande dolore, rende impossibile per noi continuare la comunione eucaristica con i suoi gerarchi, clero e laici. D’ora in poi, fino a quando il patriarcato di Costantinopoli non rigetterà le sue decisioni anti-canoniche, sarà impossibile per tutto il clero della Chiesa ortodossa russa concelebrare con il clero della Chiesa di Costantinopoli e, per i laici, partecipare ai sacramenti amministrati nelle sue chiese». È il punto centrale della lunga dichiarazione adottata ieri dal sinodo della Chiesa ortodossa russa, riunitosi a Minsk al termine della visita in Bielorussia di Cirillo, patriarca di Mosca.
https://ilsismografo.blogspot.com/2018/10/russia-decisione-del-sinodo-della.html
Riforma.it. La Chiesa ortodossa russa rompe le relazioni con Costantinopoli di Claudio Geymonat. Interrotta la comunione eucaristica dopo la decisione del Patriarcato ecumenico di concedere l’autocefalia alla chiesa ucraina. La più grave crisi del mondo cristiano da 1000 anni a questa parte. La risposta della Chiesa ortodossa russa alla decisione presa dal sinodo del Patriarcato di Costantinopoli di concedere l’autocefalia (autonomia) alla Chiesa ortodossa ucraina non si è fatta attendere. Riunito a Minsk in Bielorussia il Santo Sinodo, cioè il collegio dei vescovi, è stata adottata una dichiarazione che annuncia l’immediata interruzione della comunione eucaristica con il Patriarcato di Costantinopoli: «L’accettazione nella comunione di un’altra Chiesa locale di scismatici (il riferimento è alla chiesa ortodossa ucraina, creata nel 1991 e sempre considerata “illegale” da Mosca, Ndr) e di una persona colpita da anatema (Filarete, l’autore di questo scisma all’indomani della dissoluzione dell’Urss e oggi patriarca della Chiesa ortodossa ucraina, Ndr) con tutti i “vescovi”e i “chierici” da questi ordinati, è un assalto alle eredità canoniche altrui, un tentativo di farli rinunciare alle proprie decisioni e impegni storici; tutto questo porta il Patriarcato di Costantinopoli al di fuori dei confini canonici e, con nostro grande dolore, ci rende impossibile continuare nella comunione eucaristica con i suoi vescovi, clero e laici».
https://riforma.it/it/articolo/2018/10/16/la-chiesa-ortodossa-russa-rompe-le-relazioni-con-costantinopoli
Corriere della Sera. La Chiesa russa dà l’addio a Costantinopoli. (Fabrizio Dragosei) È senza dubbio la rottura più importante di questi ultimi anni, paragonata addirittura al grande scisma che nel 1054 divise la chiesa d’Occidente e quella d’Oriente. Non solo: la separazione da Costantinopoli decisa ieri dal patriarcato di Mosca dopo un rapido sinodo tenuto a Minsk in Bielorussia, rischia di avere ripercussioni gravissime in Ucraina dove si temono frizioni e scontri tra fedeli. Il pomo della discordia tra i due grandi patriarcati dell’ortodossia è costituito infatti proprio dall’autonomia della chiesa ucraina, posta sotto la giurisdizione di Mosca dalla fine del Seicento. È dallo scioglimento dell’Urss del 1991 che Kiev preme perché la sua struttura venga riconosciuta indipendente, «autocefala», come si dice. La guerra nel Donbass e l’annessione russa della Crimea hanno fatto precipitare le cose in questi ultimi anni. Così nei giorni scorsi il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, che è la guida spirituale dell’intera ortodossia («primus inter pares», primo fra uguali) ha accolto le richieste ucraine, suscitando l’ira di tutta la Russia. Il patriarca Kirill ha protestato e poi ha parlato con i suoi vescovi e metropoliti a Minsk per arrivare all’annuncio della rottura.
https://ilsismografo.blogspot.com/2018/10/russia-la-chiesa-russa-da-laddio.html
Il Patriarcato di Mosca non riconosce più a Costantinopoli il ruolo di coordinamento tra le Chiese dell’ortodossia:
https://mospat.ru/en/2018/10/16/news165298/
https://www.ilfoglio.it/esteri/2018/10/16/news/lo-scisma-dalla-chiesa-russa-per-poroshenko-e-una-vittoria-in-vista-delle-elezioni-219098/
I risvolti geopolitici di questa rottura fra Chiesa Ortodossa russa e Costantinopoli ci fanno pensare amaramente che anche al giorno d’oggi religione e politica degli Stati sono così strettamente legate come nei secoli passati
http://traditioliturgica.blogspot.com/2018/10/lo-scisma-doriente.html
“Giustificando ipocritamente il desiderio di ripristinare l’unità dell’Ortodossia ucraina, il Patriarcato di Costantinopoli con le sue decisioni spericolate e politicamente motivate introduce una divisione ancor più grande e aggrava la sofferenza della canonica Chiesa ortodossa ucraina”
in Ucraina il 70 % dei fedeli aderisce alla Chiesa ortodossa ucraina che riconosce il Patriarcato russo e solo il 20% aderisce alle due correnti non canoniche di Filerete autoproclamato patriarca di Kiev e di Macario autoproclamato Primate della Chiesa ucraina autocefala.
a che serve questo scisma se non ai fini politici di una maggior autonomia delll’ Ucraina dall’influenza russa?
Una delle domande ora sollevate è l’effetto della dichiarazione sui molti pellegrini russi che si recano sul Monte. Athos. Come si sa, Mt. Athos è sotto la giurisdizione del Patriarcato ecumenico. Un rappresentante del DECR del Patriarcato di Mosca ha dichiarato che i pellegrini non saranno in grado di confessarsi o ricevere la comunione lì.
http://www.interfax-religion.ru/?act=news&div=71015
’autocefalia per la Chiesa ortodossa ucraina, come per tutte le Chiese nazionali, è denunciata da uno dei maggiori teologi greci, Christos Yannaras, come espressione di superbia mondana. Un frutto avvelenato del razionalismo e del nazionalismo. La sua denuncia colpisce la volontà di potenza della Chiesa russa, ma anche la fragilità del patriarcato di Costantinopoli rispetto all’impero americano. La proposta di ricondurre l’autocefalia (autonomia amministrativa) solo alle sedi patriarcali e non alle Chiese nazionali indica la difficile uscita dall’intricato nodo in cui si dibatte la disciplina ecclesiastica e la dimensione comunionale delle Chiese ortodosse. Il testo è apparso sul quotidiano greco Kathimerini (7 ottobre) e tradotto da orthodoxie.com.
http://www.settimananews.it/ecumenismo-dialogo/vicolo-cieco-dellautocefalia-etnico-nazionale/
Per una volta credo che nessuno qui trovi fuori luogo il ragionamento di buon senso di Noi siamo Chiesa – sezione italiana:
Lo scisma tra le Chiese dell’ortodossia è un grave danno per tutte le Chiese. I media hanno quasi ignorato il gravissimo evento
http://www.noisiamochiesa.org/?p=7076