No all’indifferenza verso i migranti che muoiono in mare, Francesco testimone di solidarietà in questa tragedia, collaborazione con il servizio “rifugiati” dei Gesuiti: sono le indicazioni di una lettera pastorale del vescovo maltese di Gozo Mario Grech letta domenica nelle chiese. Mentre il nostro governo tratta con quello di Malta, può essere utile a un cristiano d’Italia ascoltare quello che dice un vescovo di Malta. Nei commenti alcuni passaggi della lettera.
Vescovo Grech di Malta: no all’indifferenza per i migranti
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Enorme emergenza. «Si può comprendere che non ci siano soluzioni facili per questa enorme emergenza che si sta verificando intorno a noi. Ma mosso dalla Parola di Dio e dall’esempio di nostro Signore Gesù Cristo che “da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2 Corinzi, 8, 9), credo che come comunità credente non possiamo rimanere in silenzio e indifferenti di fronte a questa tragedia che sta coinvolgendo il nostro paese e l’Unione europea». Nel documento il vescovo Grech prende le mosse dall’insegnamento di san Paolo per dire che «la celebrazione dell’eucaristia perde tutto il suo significato e la sua efficacia se i poveri sono ignorati e umiliati», e che quindi «non possiamo partecipare all’eucaristia per aprire il nostro cuore a Cristo e, allo stesso tempo, chiuderlo a coloro che soffrono».
Jesuit Refugee Service. Il vescovo evidenzia come «frequentemente, ma soprattutto nei mesi estivi, assistiamo a episodi strazianti di persone, famiglie e persino bambini che perdono la vita nel Mediterraneo». E ricorda come «testimone di questa continua tragedia Papa Francesco, arrivato al punto di definire», in un discorso del settembre 2016, «il mare limpido che circonda le nostre isole come il “cimitero del Mediterraneo”». Infine l’appello del vescovo che ha invitato i fedeli a sostenere il Jesuit Refugee Service di Malta: «Anche se i nostri gesti fossero solo una goccia nell’oceano, parteciperemmo al lavoro di questa organizzazione caritativa dei gesuiti a favore dei poveri dei nostri tempi». Questi gesti di generosità danno «un senso più profondo alle nostre celebrazioni eucaristiche».
Molto utile senz’altro.
Anche ascoltare quello che dice l’Arcivescovo di Palermo,tra i tanti, è utile assai.
Certamente la Chiesa non si sposta di un millimetro dalla sua posizione ferma.
Sperabile che lo facciano anche i cattolici, singolarmente presi.
http://www.lastampa.it/2018/07/17/vaticaninsider/larcivescovo-di-palermo-siamo-noi-i-predoni-dellafrica-che-affamano-milioni-di-poveri-hrKLeltQcaxXmY2sCPJAqO/pagina.html
A proposito del ” cimitero del Mediterraneo” di Francesco, riproposto dal vescovo Grech, qui a Torino domani sera ci sarà un’altra delle Veglie di Preghiera per gli immigrati morti durante il loro ” viaggio”, presieduta dal Vescovo.
Poiché i numeri hanno la forza della oggettività, vale la pena riportare quanto scritto sull’invito :
” Mercoledì 18 luglio 2018 alle 18.30, nella chiesa dei Ss. Martiri in Torino (via Garibaldi 25), mons. Nosiglia presiede la veglia di preghiera«Morire di speranza», in memoria di quanti hanno perso la vita nei viaggi verso l’Europa e il Nord del mondo, organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio. Aderiscono all’iniziativa la Fondazione Migrantes e la Federazione delle Chiese Evangeliche.
Durante la preghiera saranno ricordati i nomi di quanti hanno intrapreso i viaggi della speranza e sono morti in questi ultimi mesi nel tentativo di giungere il nostro continente. «Dal 1990», ricorda la Comunità di Sant’Egidio, «sono morte lungo le frontiere dell’Europa almeno 36.000 persone. Nel 2017 le vittime sono state 3.139, quasi 10 morti al giorno, mentre da gennaio 2018 ad oggi, nonostante la diminuzione degli sbarchi, sono state inghiottite dal mare Mediterraneo oltre 1000 persone, senza contare chi ha perso la vita nella traversata del deserto o alle frontiere. Restituire il nome perduto negli abissi non è solo un gesto di pietà umana e cristiana, ma un interrogativo personale, in qualche modo, un incontro diretto con sofferenze disumane che noi non immaginiamo nemmeno».
Altre due situazioni tragiche per cui sarebbe opportuno che la Chiesa italiana facesse veglie di preghiera:
in Nicaragua
https://www.ilfoglio.it/chiesa/2018/07/17/news/in-nicaragua-la-repressione-di-ortega-ora-punta-direttamente-alla-chiesa-206170/
in Nigeria
https://www.tempi.it/olocausto-pulizia-etnica-genocidio-del-popolo-cristiano-in-nigeria#.W078YNIzbcs
Però in queste due situazioni non c’è da incolpare il governo italiano , quindi meno interessanti per la CEI….. 🙂
In Nigeria dall’inizio del 2018 sono stati fatti fuori 6000 cristiani.
Almeno gli anglicani sembrano interessarsi della Nigeria:
http://www.anglicannews.org/news/2018/07/archbishop-of-canterbury-urges-british-government-to-intervene-on-violence-in-nigeria.aspx
Mi scuso perchè l’argomento è serio: manca un commento:
E allora il PD?
Buona giornata a tutti.
Mi unisco alle preghiere e per i morti nel mediterraneo e per i cristiani martiri in Nicaragua e Nigeria.
“Però in queste due situazioni non c’è da incolpare il governo italiano , quindi meno interessanti per la CEI….. ?”
Affermazione poco felice e incauta.
Soprattutto allusiva a una realtà che sta esclusivamente nella testa di chi l’ha scritta.
Faccio notare di rapido passaggio che analoghe veglie di preghiera ( non per niente avevo scritto che quella di oggi a Torino è ” un’altra delle Veglie di Preghiera per gli immigrati morti durante il loro ” viaggio” ) sono state organizzate lungo tutto il periodo antecedente al 4 marzo, quindi in fase NON sospetta di simpatie/antipatie politiche.
Se si vuole, si puo’ comodamente stendere una lenzuolata di tali incontri di preghiera organizzati dalla Chiesa italiana, indipendenti dalla coloritura delle terga di chi siede al governo italiano.
Falsa anche l’accusa alla Chiesa italiana di disinteressarsi di altre situazioni che grondano sangue, in particolare dei cristiani perseguitati in quanto tali e fatti fuori come le mosche.
Anche qui, basterebbe ricordare il ” Colosseo Rosso” a Roma, con gli interventi di Parolin e Galantino, e si era nel febbraio di quest’anno, non secoli fa.
https://www.avvenire.it/mondo/pagine/chiesa-che-soffre-colosseo-cristiani-perseguitati
O uno degli incontri di preghiera organizzati da Sant’Egidio
https://agensir.it/quotidiano/2018/3/26/cristiani-perseguitati-santegidio-domani-una-veglia-di-preghiera-ecumenica-a-santa-maria-in-trastevere/
Intanto, in senso finalmente opposto alla caprina contrapposizione muro contro muro, un buon segnale è arrivato di qua:
https://www.santegidio.org/pageID/30284/langID/it/itemID/26572/Il-presidente-del-Consiglio-Giuseppe-Conte-visita-la-Comunit%C3%A0-di-Sant-Egidio-L-incontro-con-rifugiati-anziani-e-disabili.html
Rif. 10.52 – Anglicani razza non estinta
a) Sono lieto che vengano rivalutati gli anglicani (considerati spesso nel blog una razza religiosa in estinzione, da conservare come i panda). Esistono ancora e pregano pure per la Nigeria cristiana: immagino non tutti gli anglicani, ma almeno l’arcivescovo di Canterbury con qualche vescova e, spero, i “quattro gatti di fedeli” che lo seguono.
b) Veglie di preghiere: ce ne sono a tutte le ore e in tutti i luoghi, anche per la Nigeria, dove c’è una vasta e organizzata presenza cattolica (almeno 50 diocesi). Non credo sia il caso di dimostrare che la Nigeria cristiana e martire non sia mai stata dimenticata o sottovalutata da papi, vescovi e Chiese.
c) Ho però una idea. Affermate case editrice cattoliche (progressiste) hanno in giro comodi libretti mensili con messa e ufficio quotidiano e con tutte le sante preghiere cristiane possibili: preghiere quotidiane, preghiere alla Madonna, ai singoli angeli e santi, rosari, litanie varie, intenzioni dell’apostolato dell’apostolato della preghiera, coroncine delle divina misericordia e di altro tipo, ecc. In più (cito per luglio): novena ai santi Gioacchino ed Anna, novena alla Madonna del Carmine, 15 orazioni di santa Brigida sopra la passione.
Si potrebbe in questi libretti indicare una serie di situazioni (a caso: Nigeria, India, Nicaragua, Venezuela, Messico, Indonesia, Vietnam, Pakistan, Filippine, Centroafrica, Ciad, Malì, Ucraina, vari paese del Medioriente, Mare Mediterraneo dove muoiono – col cuore in mano di ministri italiani – anche cristiani che dovrebbero essere aiutati a morire in patria) degne di essere vegliate in preghiera e ricordare luoghi e date di veglie, quando sono già state previste da qualcuno in Italia e nel mondo il mese prima o comunque prima che vadano in stampa detti libretti. Mi pare una buona idea.
Appena diffusa la nota della CEI “MIgranti : dalla paura alla accoglienza”, che ci riguarda tutti.
https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2018-07/cei-migranti-accoglienza-paura-vittime-fraternita-soluzioni.html
Molto chiaro e “stanante” per chiunque anche l’intervento dell’Arcivescovo Nosiglia in materia.
http://www.torinoggi.it/2018/07/18/leggi-notizia/argomenti/attualita-8/articolo/torino-sia-accogliente-e-non-insensibile-di-fronte-alla-strage-degi-innocenti-le-parole-di-mo.html
” “Quello che mi preoccupa in tutto questo è che, mentre c’è una larga schiera di volontari e realtà laiche e religiose che si coinvolgono con i problemi della povertà e delle necessità sia di italiani che stranieri, il popolo di Dio e la comunità civile restano spesso apatici e sembrano subire la situazione senza reagire, mostrando insofferenza, pregiudizi e ostilità”, aggiunge Nosiglia. “Dobbiamo dunque operare, oltre che in favore dei nostri fratelli e sorelle in difficoltà, anche sul campo educativo e formativo, culturale e sociale, oltre che religioso”.