E’ il titolo di una conferenza che tengo dopodomani qui a Roma a un uditorio universitario. Chiedo ai visitatori di darmi qualche suggerimento, o dato statistico, o link a fonti statistiche, o bibliografia. Nel primo commento spiego l’argomento che affronterò.
Per informarsi c’erano una volta i giornali
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Tirature dimezzate. I giovani non comprano più giornali e settimanali e si informano in internet. Le tirature dei quotidiani si sono dimezzate in meno di dieci anni. Le edicole sono restate poche e vendono più giocattoli e magliette che giornali. Sui treni dell’alta velocità non danno più i giornali in omaggio ma l’accesso gratuito all’edicola online. In uffici e aziende che prevedevano la fornitura della “mazzetta dei quotidiani” ora danno ugualmente la chiave di accesso ai media digitali. – Che differenza c’è tra i media digitali e quelli cartacei? Come cambia la lettura e la comprensione dei fatti? Un giorno i media cartacei scompariranno? Grazie d’ogni aiuto, come sempre.
Qui nel blog avevo affrontato l’argomento in febbraio con questo post:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/la-caduta-dei-giornali-il-corsera-batte-tutti-con-200-mila/
Buon giorno Luigi.
Io ho viaggiato sulla Freccia Rossa da Milano a Bologna una quindicina di giorni fa e posso testimoniare che i giornali sono stati distribuiti.
Quanto alla differenza tra i media digitali e quelli cartacei, secondo me esiste la differenza che c’è tra leggere un menù al ristorante e mangiare le varie pietanze. Ho fatto una ricerca sui vantaggi dello stampato che ti riporto qui di seguito:
Il sociologo Marshall McLuhan sostiene che la stampa sia la tecnologia che ha segnato l’era moderna e colloca la parola stampata tra i medium “caldi”, ovvero quei media che hanno un’alta definizione e non richiedono uno sforzo interpretativo elevato da parte del lettore perché forniscono già una grande quantità di dati dettagliati.
I “media caldi” permettono al lettore di concentrarsi maggiormente e riflettere su quanto viene veicolato rispetto ai media freddi, che implicano invece una maggiore partecipazione che compromette la comprensione del messaggio.
Uno dei vantaggi della parola scritta è che il messaggio veicolato attraverso un supporto cartaceo ha vita più lunga nel tempo perché ha la possibilità di essere riletto ogni qual volta ne abbiamo bisogno; a livello pubblicitario quest’ opportunità è estremamente importante perché la ridondanza aiuta a ricordare meglio il messaggio e il prodotto che vogliamo promuovere.
Si crea così una fidelizzazione, un nesso formidabile tra carta stampata e stile di vita, nascono rituali e abitudini; chi legge una rivista, un libro o una brochure, ritaglia del tempo per se stesso e si prepara ad un’occasione piacevole e familiare.A tal proposito lo scrittore Daniel Pennac dice:
“Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere”.
Trovarsi di fronte alla parola stampata, significa vivere un’esperienza sinestetica dove i sensi s’ incontrano e si fondono. Riusciamo a distinguere ad occhi chiusi un quotidiano da una rivista patinata, un libro da un fumetto solo in base al loro profumo. L’olfatto è infatti il senso più diretto di cui siamo dotati e il più “emozionale”perché arriva dritto al cervello, il profumo contribuisce a creare l’atmosfera giusta e apre la strada agli altri sensi.
La vista entra in gioco individuando attraverso modalità diverse l’oggetto del proprio interesse, solitamente veniamo catturati, prima che dal testo, dalle immagini, dai colori e dal lettering utilizzati. Nell’analisi plastico-figurativa semiotica, l’organizzazione topologica, eidetica e cromatica sono le basi fondamentali per la veicolazione del messaggio a livello non verbale e sono importanti tanto quanto il testo in sé per sé, perché evocano un significato all’interno della composizione comunicativa.
Il tatto è quel senso che instaura un rapporto “sensuale” con la carta. Far scivolare le dita sulla carta, cogliere la raffinatezza o la ruvidezza di un tipo di pubblicazione, permette la trasmissione di sensazioni diverse, chiaramente distinguibili attraverso sottili giochi di materiali, spessori, superfici e consistenze che focalizzano l’attenzione del fruitore in modo specifico.
Persino l’udito ha un ruolo importante nell’esperienza della lettura; sfogliare le pagine di un quotidiano, ha un suono caratteristico e inconfondibile, completamente diverso da quello emesso dal voltare la pagina di un libro o quello più metallico di alcune riviste. L’esperienza sensoriale legata alla carta si slega dal suo contenuto puramente informativo, andando a valicare l’ambito della poesia e dell’arte. Il supporto cartaceo porta con sé una storia, una leggenda che si tramanda da secoli e che non potrà mai essere sostituita.
Adesso parlo io: che i giovani siano persi nei media iformatici è soprattutto colpa dei genitori. Per quel che mi riguarda, un amico mi ha regalato uno smartphone che non ho mai utilizzato fin quando l’ho regalato a mia volta.
Io uso il computer più che altro per scrivere, come sai. Ho la casa di Rho e quella di Castelbasso piene di libri e compro giornali.
Se la mia è stata un’invasione inutile, ti chiedo scusa.
Di nuovo Buon Giorno a Te e a tutti….
Il problema principale non e’ tanto “ come” informarsi se su giornale cartaceo o su internet, il problema oggi come ieri e’ l’ attendibilita’ e l’ oggettivita’ ’ dell’ informazione.
Nei regimi totalitari il titolare dell’ informazione era lo Stato, nella Russia Sovietica i cittadini leggevano la Pravda dove ogni notizia era filtrata al raggio dell’ ideologia.
In democrazia l’ informazione dovrebbe in teoria essere “ libera” nella realta’ dei fatti poteri piu’ o meno confessati dettano la linea ai giornali . La gente non crede piu’ che l’ informazione sia veramente “ libera”. Ad esempio un giornale come la Stampa
per anni e anni in mano alla famiglia Agnelli e quindi agli interessi della famiglia Agnelli, poteva dirsi libera ed oggettiva?
Lo stesso problema su Internet: i siti internet sono controllati da qualcuno, le notizie false o fake news superano spesso quelle vere. Oggi i giovani si rendono conto che la gran parte dell’ informazione che viene loro offerta e’ controllata da qualcuno, hanno meno ingenua fiducia di quella che avevamo noi da giovani sulla “ verita’ ed oggettivita’ dei Fatti” riportati dalla stampa sia cartacea che su Internet.
Il problema oggi e’ un problema di credibilita’ E un problema di fake news’ piu’ che del modo di accedere alle informazioni. Tuttavia molti giornali anche famosi hanno perso credibilita’ anche dopo che si e’ scoperto che le notizie riportate erano artefatte o deformate ( vedi NYT) . Come in tutti i campi oggi la gente nn si fida piu’ neppure dei giornalisti .
In campo medico per esempio questo problema dell’ attendibilita’ delle notizie c’ e’ da anni. Quando esce fuori che uno studio medico ha dimostrato che X si puo’ curare con Y, la prima domanda che un medico si pone e’ : ma lo studio e’ attendibile?
Se per esempio esce fuori che lo studio e’ stato sponsorizzato dalla ditta Z che produce il farmaco Y che si vuol dimostrare utile a curare la malattia X , lo studio perde ogni attendibilita’ . Cosi’ un giornale come il Sole 24Ore che e’ organo di Confindustria se pubblica certe notizie il lettore puo’ sospettare che vi sia un “ conflitto di interessi” . E cosi’ per ogni altra informazione. Abbiamo visto in questi anni l’ uso disinvolto delle foto create a tavolino o fotoshoppate e poi pubblicate come vere , per influenzare l’ opinione pubblica. Oggi non si fida quasi piu’ nessuno di una foto.
E cosi. tante altre cose: per paradosso piu’ informazione ci bombarda da mattino a sera su TV. internet, giornali, meno ci fidiamo della veridicita’ di tali informazioni.
Le strategie della propaganda per 8nfluenzare l’ opinione pubblica sono ormai studiate a fondo, e cio’ che poteva riuscire alla propaganda politica del secol9 scorso, che faceva leva su una certa ingenuita’ dei Lettori, oggi non e’ piu’ possibile.
Per questo gli attuali “ padroni del discorso” che sono poi quelli che detengono il potere mediatico ( non solo dei giornali ma anche di TV ed Internet] devono ricorrere a tecniche sempre piu’ obllique e sofisticate . Perche’ l’ informazione, oggi come ieri, e’ sempre un grande strumento di propaganda .
“…. che i giovani siano persi nei media iformatici è soprattutto colpa dei genitori. Per quel che mi riguarda, un amico mi ha regalato uno smartphone che non ho mai utilizzato….”
Giuseppe, non sono d’accordo, mi dispiace.
I giovani vanno al passo con i tempi, dovresti saperlo.
Indubbiamente oggi i giovani, ma non solo loro, usano soprattutto lo smarthone. Anche troppo, è vero. Lo usano più che altro per i messaggi e per fotografare anche sé stessi. Ma i genitori non c’entrano nulla in tutto questo. Le mode dilagano e schiavizzano, in un certo senso. Se ne discostano solo coloro che si sentono totalmente indipendenti oppure quelli che non riescono ad usare questi aggeggi elettronici e un po’ complicati che hanno invaso il mondo. Sono però strumenti utilissimi; basta farne un uso appropriato.
Con uno smartphone si ha l’intero mondo nel palmo della mano. Impensabile fino a una decina di anni fa. Ti viene un dubbio su qualcosa e subito hai modo di risolverlo
Certo, non approvo che li si metta in mano anche ai bimbi di tre-quattro anni, anche solo per i giochi. Il troppo stroppia, questo è certo.
I giornali in carta stampata certamente vanno in crisi, infatti quelli online stanno precludendo certe pagine alla lettura, nella speranza che si sia invogliati a comprare il cartaceo. Altrimenti, solo se ci si abbona, è possibile leggere gli approfondimenti. Speranza vana, per quanto mi riguarda.
Io sono abbonata solo al quotidiano della mia città, e posso leggerlo per intero senza bisogno di uscire ogni giorno per comprarlo.
Intanto, almeno i titoli degli altri si possono leggere e farsi un’ idea. Meglio di niente. Si resta sempre più informati delle cose rispetto a quando il web non esisteva. E poi ci sono i telegiornali.
Detto questo, ritengo che tu, Giuseppe, abbia fatto male a regalare lo smartphone. Ma le scelte personali sono insindacabili.
Un caro saluto.
Il problema non è che la gente “non si fidi più dei giornalisti” ( ma quando mai si è fidata?) ma che Venturi non si fidi della sua Chiesa.
Il problema, a mio parere, oggi non riguarda solo la “carta stampata” ma tutto il settore della informazione. Settore che è in mano a un numero limitato di grandi gruppi che lo usano per i loro interessi. Formarsi una opinione “corretta” e indipendente è oltremodo difficile. Non ci accorgiamo di essere “manipolati” con tecniche studiate.
Leggete qualcosa a proposito della cosiddetta “finestra di Overton” e ditemi se non è proprio usando queste strategie che si sono imposte nel pensiero comune tante convinzioni che cinquanta sessantanni fa erano impensabili.
A mio parere il solo modo di difendersi è sviluppando e coltivando una “retta coscienza”. Per fare questo il contatto giornaliero con la Parola di Fio e con la tradizione millennaria della.Chiesa è, direi, indispensabile
Questo, in generrale.
Nello specifico dell’analisi di Venturi, ci vuole una bella faccia di bronzo a dissertare di fake news quando lei, nel suo piccolo, ne è una macchina produttrice quotidiana e instancabile.
Il declino dei giornali cartacei credo che sia strutturale e irreversibile, nei numeri. Non solo i ragazzi, ma chiunque si abitui alla consultazione online dei quotidiani ha a portata di click varietà , accessi e letture impensabili prima.
Pur con l’argine che ora si sta mettendo degli abbonamenti per accedere.
Non so se questo sia un male o un bene.
E’ certamente un cambiamento, quantitativamente rivoluzionario, qualitativamente rischiosissimo per via del fatto che il web ti porta in casa , solo a volerle, QUALSIASI info, e tutte presentate orizzonttalmente e alla pari: la peggio bufala e la clamorosa boiata affiancate con la stessa dignità grafica e di collocazione alla notizia vera e all’approfondimento serio.
Credo che sia determinante, e tutto nelle mani del lettore, seguire una scaletta selettiva: cercare sempre, se possibile, le FONTI / siti di agenzie di stampa, magari, o documenti ufficiali se ci sono/ e poi i commenti , le interpretazioni, e le analisi sulle notizie nude e crude, con attenzione a crearsi una pluralità critica e scettica a priori di voci che parlino sull’argomento.
Altrimenti il rischio di consegnarsi mani e piedi all’indottrinamento propagandistico cresce a dismisura, portato all’ennesima potenza dal fatto che a differenza di sempre, il web introduce la possibilità di “fare informazione” a chiunque, praticamente senza alcun filtro di scrematura, cosicché il primo imbecille puo’ sparare la prima castroneria o peggio che gli gli gira nella capoccia, e vedersela riprendere all’infinito nel gioco di specchi virtuale dei rimandi, link e citazioni.
Cara Victoria, dell’intero mondo che non mi conosce non so che fare. Preferisco i rapporti personali. Comunque “tot capita tot sententiae”.
P.S.: Chiedo al caro Luigi di cancellare il mio copia-incolla precedente, perché vedo che è troppo invasivo. Saluti belli.
La finestra di Overton è un suggestivo modello teorico studiato ed esposto a tavolino, che ha l’indubbio merito di evidenziare i meccanismi in cui si forma una “idea condivisa” nella società.
Il difetto sta nell’utilizzare questo modello per saltare a dire che tutte le “idee sociali” siano dunque frutto di “poderi forti” & “gomblotti”, variamente combinati, dando la stura al retropensiero spinto, alla ricerca della macchinazione sempre e comunque e così via.
Certo: la ” retta coscienza” sembrerebbe una bussola ottimale, anche se si presta a valutazioni assai diverse se il criterio viene invocato , per esempio,da un non credente o da un cattolico.
E anche da cattolici, occorre muoversi con attenzione estrema.
Benissimo il contatto giornaliero con la parola di Dio e con la tradizione millenaria della Chiesa: ma, occhio.
Per il cattolico entrambe le cose- Parola di Dio, Tradizione Millenaria – sono quelle che “ci fornisce” la Chiesa che c’è: qui, adesso ed incarnata.
Non è previsto né spontaneismo o personalismo nella interpretazione, né patologico torcicollo all’indietro o spasmodico scampanarsi in scenari futuri inesistenti.
Il “fai da te” , insomma, non è cattolicamente contemplato.
E questa è Provvidenza pura, perché se no, questo è inevitabile, ciascuno finirebbe col seguire la Parola di Dio secondo se stesso, e si cercherebbe nella tradizione millenaria quel cappero che gli aggrada( e che uno, cerca cerac, trova sempre).
Cosa che, difatti, capita spessissimo. E certamente non scandalizza nessuno.
Semplicemente , però, è una “retta coscienza” che uno si costruisce su misura, dunque puo’ benissimo non essere retta, ma tortuosissima e contorsionistica quanto non mai.
Mi permetto di dissentire da Cuffini quando dice che Parola di Dio e Tradizione sono quelle che “ci fornisce la Chiesa che c’è”.
Il “fai da te” per formarsi una opinione non è solatnto lecito, è doveroso.
E il riferirsi nel fare questo a pilastri “non contingenti” è la sola via per farsi una idea quanto più possibile personale e indipendente.
Forse non sono “poteri forti” individuabili nominativamente ( anche se…. ) ma o è lo Spirito del Tempo hegeliano che fa procedere la storia in un certo modo o è il Primcipe di questo mondo a stare dietro a quei processi, sempre uguali, descritti dalla Finestra di Overton
In relazione a quella che era la domanda di Luigi accattoli io ritengo che oggi la carta stampata non posso più occuparsi delle notizie perché è sempre in ritardo rispetto alla notizia stessa già venuto a conoscenza attraverso altri canali. Deve quindi trasformarsi in riflessioni commenti delle notizie
Doveroso?
Allora ti annovero tra i miei amici valdesi, Zezza.
Non sapevolo.
🙂
Fa bene papa Francesco a combattere il clericalismo dei cattolici duri e puri. È devastante!
Per fare un esempio di informazione in cui non si sa a chi credere , o almeno ci sono seri dubbi sull’ obbiettivita’ sia della fonte giornalistica sia del blog che l’ ha smentita.
Il Fatto Quotidiano ha dato la notizia che il Coro della Cappella Sistina sarebbe al centro di uno scandalo pecuniario e che il suo direttore amministrativo per questo sarebbe “ scappato” negli USA. Il sito Vatican Insider invece dice che il direttore amministrativo del Coro della Sistina e’ si’ sottoposto a
Ravvedimento disciplinare ma non di rilevanza penale e che non sarebbe scappato ma in vacanza non retribuita, e che l’ annullamento della tournee’ Negli USA del Coro ( che ha partecipato alla sfilata al MET la kermesse clerical-modaiola col card. Ravasi ) e’ solo dovuta al voltafaccia degli sponsor. A chi credere?Certo il giornale il Fatto e’ piuttosto anticlericale e cerca sempre di enfatizzati i supposti scandali della Chiesa.
Dall’ altro canto il sito Vatican Insider e’ iper-clericale come ha dimostrato anche recentemente cercando di coprire o di minimizzare le notizie sulla faccenda di MonsVigano’ e della lettera di Ratzinger. L’ uno probabilmente enfatizza, l’ altro minimizza.
A chi credere dunque? Sinceramente io non mi fido ne’ dell’ attendibilita’ della notizia data dal Fatto Quotidiano ne’ della smentita data da Andrea Tornielli su Vatican Insider.
Certo la notizia sul Coro della Cappella Sistina puo’ essere reputata cosa secondaria, di poco conto. Ma come dice il Vangelo se si e’ fedeli nel poco lo si e’ anche nel molto. Nel campo dell’ informazione se si e’ infedeli nel poco, lo si sara’ anche nel molto.
Da qui la sfiducia ormai generalizzata dei lettori, sia del cartaceo che di Internet.
Non è questione di sfiducia o di fiducia. È che ogni giornale legge le cose in modo diverso; spetta al lettore filtrare le notizie senza lasciarsi influenzare.
Per es., potrei mai io dare retta ad un Magister quando parla del Papa?
Certo che no, conoscendo l’ enorme simpatia sua nei confronti di Bergoglio. Anzi, lo salto a pie’ pari perché lo ritengo inattendibile .Potrei mai dare retta a “Libero” che tutto è fuorché libero dal pensiero di Feltri che ha l’ occhio rivolto tutto a destra? Col cappero gli do retta. Spetta a me sapermi orientare, senza mettere in campo il Vangelo, che qui non c’ entra nulla.
Certo che è devastante, il clericalismo, Zezza.
Che, non lo sapevi?
🙂
Il fatto è che se uno tira fuori il ” seguire la Parola di Dio” e la “Tradizione Millenaria”, e poi pretende di farlo fregandosene della Chiesa, bè, cattolicamente parlando, c’ha qualche problemino.
Poi, bisognerebbe decidersi: o pannelliano che se ne frega della Chiesa, o clericale devastante.
Per la logica, dico.
Non per me, che mi diverto moltissimo a entrambe le etichette.
Ah, qual rovello, Venturi.
MA non ti riguarda sicuramente: tu scegli a prescindere il pessimo tra i due ( o più) e sicuramente il peggiore su papa & Chiesa, meglio ancora se grondante scandalume sessopoteredanaro…..
🙂 🙂 🙂
Caro Cuffini
La Chiesa si fonda su Parola di Dio e Tradizione, come puoi dire dunque che se ne frega della Chiesa” uno che si fonda sugli stessi principi? La contraddizione non lo consente.
È solo un “clericale” che può pensare che ci si possa riferire alla Chiesa INDIPENDENTEMENTE da Parola di Dio e Tradizione o come se fosse possibile immaginare una Chiesa (cattolica) distante da Parola di Dio e Tradizione
Appunto…Sono finiti gli specchi su cui arrampicarsi.
Zezza vuole seguire parola di Dio e Tradizone, ma “facendo da sé “.Non vuole la Chiesa che c è tra i piedi.
Padronissimo.
Così segue la “sua “parola di Dio e la “sua ” tradizione.
Contento lui. ..
INDIPENDENTEMENTE lo dice lui:certo non io.La Chiesa,non il primo Zezza o Cuffini che passa, ha la Parola e la Tradizione.Farlo.
Rif 3:30
Si dice che ciascun tempo ha la sua Chiesa, elaborata partendo dalla contingenza storica in cui è immersa: preformata o ricopiata concettualmente dai vari teologi , cardinali, vescovi , papi il più delle volte Santi e profeti, altri veri e propri apprendisti stregoni. Ciascuno con una diversa idea di Chiesa, e questo perché la forma storica della Chiesa evolve nel corso del tempo ed è in continua trasformazione. Pertanto, la forma esteriore, storica, può essere accettata o subita, criticata o acclamata, ostacolata o assecondata . Questa è la realtà , e al contempo, l’oggetto di riflessione e causa principale dei giudizi della storia,sulla Chiesa dalla sua fondazione e nel corso dei secoli.
Solo quello che permane, immutabile,al di là del tempo ovvero : il progetto originario di Cristo che non può essere reinventato, è la forma critica sulla quale poggia la fede del credente. Questo a motivo del fatto che né la Parola di Dio né il Magistero – custode del Sacro Deposito della fede- potrebbe autorizzare un cambio di registro, come invece sta accadendo da almeno mezzo secolo, nella Chiesa, nella sua attuale precisa forma storico/umana.
Se ad alcuni cattolici come Lorenzo Cuffini l’apparato odierno con relativo cambio di registro è tale da sembrare perfetto, può darsi che ad altri cattolici altrettanto cattolici come Cuffini questo apparato contingente con cambio di registro -appunto- crei disagio e appaia anche come motivo di scandalo. Siccome questa forma storica e il messaggio che comunica è il portale attraverso il quale si viene chiamati dall’esterno all’interno, un occhio critico, più o meno acuto, arriva a cogliere sia le manifestazioni che l’eventuale messaggio nella sua forma non autentica. Un occhio critico, non più di quello dell’ammiratore tout court come Cuffini, coglie anche -in tutta la sua profondità- la dimensione metafisica, divina, ontologica,ovvero l’Essenza della Chiesa che solo il cristiano che ha fede può cogliere.
“Il progetto originario di Cristo che non può essere reinventato” è LA VITA NELL’AMORE. Perché Dio è AMORE.
Il cristiano che ha fede, solo in questo, cioè nell’AMORE, può credere e non nelle tante costruzioni che la Chiesa, cioè gli uomini nel tempo hanno fatto rendendo il Dio di Gesù Cristo un Essere molto simile all’uomo, creatura limitata nelle sue vedute parziali e nella percezione miope della realtà e della Verità.
Oh, ma che bel castello macondirondirondello.
Buono per farci giocare le proprie bambole religiosine.
Io, da cattolico, so che quello che predica in tiritera Claudia Floris Leo in materia di fede vale come quello che sfarina dal suo sacco logoro Cuffini, o Zezza: una cippa vizza.
Io mi tengo la Chiesa, senza tante menate, così com’è.
L’unica che c’è, l’unica della promessa del non praevalebunt.
Chi vuole si tenga Claudia Floris Leo che invece conciona , senza lo straccio minimo di ruolo e di autorità ( lo ricordo anche a Zezza che so tanto addolorato su questo specifico punto) sulla Chiesa stessa.
E su tutta un’altra serie di cose su cui dà aria ai denti in libertà: ma non vuole che glielo si dica.
A lei, in quanto tale, nessuno straccio di promessa è stata fatta.
Su di lei, come su di me, prevale infatti la qualunque, a partire dai quelle quattro idee religiose che rimastica, ampollosamente rivestendole in salsella teologoide inacidita.
Sciocchezze. Ma tante. E ripetute. E grosse come case.
E sì: su di lei, come su di me, prevale chiunque, e la qualunque. A cominciare da se stessa, che è un bel guaio.
Se vuole credere il contrario, padrona.
Libero io di spernacchiarla con vivissimo godimento, quando s’avvia all’ambone virtuale, con tanto di virtuale cappamagna ,invitando tutti i lettori a fare lo stesso con me, e con tutti ,quando ci si mette a dire” La Chiesa, ma.”
Ma, un fico secco.
Quante balle, santa pace.
Per tornare ai giornali, ha ragione Giuseppe quando, citando Daniel Pennac dice che “Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere”. e che “Trovarsi di fronte alla parola stampata, significa vivere un’esperienza sinestetica dove i sensi s’ incontrano e si fondono” . E’ vero quando dice che ” L’olfatto è infatti il senso più diretto di cui siamo dotati e il più “emozionale”perché arriva dritto al cervello, il profumo contribuisce a creare l’atmosfera giusta e apre la strada agli altri sensi”.
Mi capita talvolta di aprire quei libri tanto cari al nonno e a mio padre, entrambi divoratori di libri: la serie della Deledda, letta e riletta, altra importante di Emile Zola e Verga che associo a motivo delle tematiche sempre così crude, forti, non mediate da filtri . Ma anche Sciascia, Pavese, Moravia, Gadda, Prezzolini, Calvino piuttosto che Manzoni, Leopardi e poi London, Conrad e il suo “cuore di tenebra” con le pagine lise e ingiallite con ancora le impronte visibili perché intrise di tabacco per via della Pipa che il nonno teneva sempre attiva come una ciminiera.Insomma, ti prende al cuore…sono emozioni che non passano.
A me non accontenta internet, sotto molti punti di vista l’idea di paragonare internet ad una sorta di Pietra filosofale che tramuta lo studio, quello serio, fatto di ricerca, di verifica sui testi cartacei, è falsa e distorta. Internet non è affatto la panacea, anzi, spesso è una iattura. Mai fidarsi di tutto quello che sforna internet .
Non ho mai perso il gusto di recarmi in edicola per i quotidiani ” fogli cartacei”, né la biblioteca o gli archivi, men che meno la lettura di romanzi, articoli, trafiletti: traggo da dove posso. Ci sono ottimi scrittori e romanzieri contemporanei. La penna di Luigi Accattoli è tra quelle che maggiormente preferisco perché immediata, semplice, essenziale, pura nella sua freschezza, mi coinvolge sempre tanto.
Non lo dico per partigianeria – o peggio- piaggeria, ma perché lo penso.
“Per tornare ai giornali….”
Era ora.
Ancora attaccato alle solite battutine?
Provi qualcosa di più originale.
Il fatto è che non è per nulla una battuta.
allora sta proprio messo male! Alla frutta, diciamo a Roma.
Non solo a Roma.
E comunque , se è per quello, non alla frutta: al dolce, al caffé e all’amaro.
Alcune frasi sono proprio belle, da incorniciare. Ci si può riempire la bocca.
“Io mi tengo la Chiesa così com’è ”
Se poi cerchi di indagare e capire i contenuti di questa frase ti scontri con qualche difficoltà.
Come è la Chiesa? In che cosa la Chiesa differisce da “Parola di Dio” e “Tradizione”?
Forse vuole significare che mi attengo alla interpretazione e applicazione “odierna” della Parola di Dio , senza curarmi di quanto trasmesso dalla Tradizione.
Ma anche questa soluzione presenta qualche difficoltà.
Quale è la “interpretazione e applicazione odierna”? Come la estraggo dal diluvio di documenti e parole scritte e dette da membri importanti della Chiesa: papi, Vescovi, cardinali, teologi affermati, capi carismatici riconosciuti ?
Non forse attraverso una cernita autonoma e personale, INDIPENDENTE?
Conclusione: non riesco proprio a capire lo scandalo montato dal Cuffini rispetto alla mia affermazione di formarmi una idea personale attraverso la Parola di Dio e la Tradizione ( che comunque non riguarda solamente il passato remoto ma anche quello prossimo, cioè fino a ieri ). NOn è così che fa anche lui? E se non è così, lui come fa?
( al di là di polemiche che mi pare siano fatte “per principio” : io sono un “avversario” e pertanto tutto quello che dico deve essere contestato. )
Seeeeeeeeee….
Ma quale avversario d’ Egitto, non facciamo ridere i polli.
Marzullianamente: ti sei fatto una domanda e ti sei dato la risposta.
Zezza ( dico: Zezza!!! ma potrei dire Cuffini o Piripacchio) che fa una “cernita autonoma e personale, indipendente ( anzi INDIPENDENTE, perbacco!!) di quel che dice la Chiesa…..
🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
Detto tutto.Tombola.
Siamo su due galassie diverse.
Campa serenamente sulla tua, io sulla mia, e chi s’è visto s’è visto.
Anche il non rispondere alle domande e fare invece dell’ironia fa parte della tecnica pannelliana. Confermo: il Cuffini si comporta come un clericale pannelliano, nuova forma di essere apparsa all’orizzonte.
Ho cercato di portare le controversie su un altro piano : argomentazioni alle quali opporre delle controargomentazioni. Ho rilevato che questo è impossibile. Peccato. Io trovo interessante discutere su pensieri diversi, ne risulta sempre un arricchimento.
Nessun vantaggio invece da commenti ironici non argomentati.
Memoria corta, Zezza: direi cortissima.
Ti sono venuto dietro per mesi, all’inizio, nelle tue ” argomentazioni”.
Vatti a ripassare il blog, è alla tua portata.
Arricchimento? Nessun arricchimento, semmai un insegaturimento di qualsiasi materia trattata.
E il dato di fatto oggettivo di aver procurato danni certi, in almeno un paio di questioni. Più quello, costante, di dar l’idea di trasformare la fede in una spossante, asfittica, sfiancante diatriba tra ceci lessi fra di loro sordi e ciechi.
Parere strettamente personale, si capisce.
Adesso se permetti vado a farmi stampare i bigliettini da visita con su scritto
“pannellianio clericale”.