Gran bella celebrazione e processione del Corpus Domini ieri a Ostia, da chiesa a chiesa, nel cuore di quella città portuale umiliata e in cerca di riscatto. I parroci avevano invitato il Papa per averne sostegno e Francesco è andato. Nei commenti la parte finale dell’omelia e il link a un mio articolo pubblicato ieri dal “Corriere Roma”.
Francesco invita Ostia a “prendere il largo nella vita”
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Francesco 1. Signore, quali porte vuoi che ti apriamo qui? Quali cancelli ci chiami a spalancare, quali chiusure dobbiamo superare? Gesù desidera che siano abbattuti i muri dell’indifferenza e dell’omertà, divelte le inferriate dei soprusi e delle prepotenze, aperte le vie della giustizia, del decoro e della legalità. L’ampio lido di questa città richiama alla bellezza di aprirsi e prendere il largo nella vita. Ma per far questo occorre sciogliere quei nodi che ci legano agli ormeggi della paura e dell’oppressione. L’Eucaristia invita a lasciarsi trasportare dall’onda di Gesù, a non rimanere zavorrati sulla spiaggia in attesa che qualcosa arrivi, ma a salpare liberi, coraggiosi, uniti.
Francesco 2. I discepoli, conclude il Vangelo, «dopo aver cantato l’inno, uscirono» (v. 26). Al termine della Messa, saremo anche noi in uscita. Cammineremo con Gesù, che percorrerà le strade di questa città. Egli desidera abitare in mezzo a voi. Vuole visitare le situazioni, entrare nelle case, offrire la sua misericordia liberatrice, benedire, consolare. Avete provato situazioni dolorose; il Signore vuole esservi vicino. Apriamogli le porte e diciamogli:
Vieni, Signore, a visitarci.
Ti accogliamo nei nostri cuori,
nelle nostre famiglie, nella nostra città.
Grazie perché ci prepari il cibo della vita
e un posto nel tuo Regno.
Rendici preparatori attivi,
portatori gioiosi di Te che sei la vita,
per portare fraternità, giustizia e pace
nelle nostre strade. Amen.
Mio articolo sul “Corriere Roma” di ieri:
https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/18_giugno_02/corpus-domini-oggi-papa-ostia-processione-il-riscatto-5e8b96ec-6692-11e8-a1d6-396872be4e4c.shtml
Qualche mio spunto. Non sapendo mai se i link a testi sottoposti a vincoli di accesso funzionano davvero, riporto qui qualche passo del mio articolino.
Francesco darà buona voce alla speranza di riscatto della gente di Ostia perchè questa città dormitorio più di Roma somiglia alla periferia di Buenos Aires, che lo faceva fremere quand’era laggiù. Come le villas miserias che circondano la capitale argentina, cosi Ostia appare agli occhi del buon pastore più abbandonata alla droga e all’usura, meno dotata di anticorpi rispetto al resto della comunità romana.
L’idea di fare a Ostia la processione del Corpus Domini, che da quarant’anni andava da San Giovanni a Santa Maria Maggiore, è stata proposta dai preti delle parrocchie del litorale che sono stati a pranzo con il Papa il Giovedì Santo. Francesco si è detto d’accordo e oggi pomeriggio sarà là per dare un segnale di risveglio.
Il Papa che fa la celebrazione del Corpus Domini lontano dal Centro non è una novità. Già Paolo VI l’aveva portata una volta proprio a Ostia e altre volte all’Eur, al Portuense, al Quadraro. Ma ora è nuovo il collegamento con i mali di Ostia moltiplicati dalla metastasi mafiosa.
Mali che Francesco conosce per essere già stato in due delle otto parrocchie del litorale, nel 2015 e nel 2017. La prima volta vide anche una comunità di “Piccole Sorelle” che vivono tra i Rom e la seconda entrò in alcune case per la benedizione delle famiglie.
L’ultima volta che Bergoglio ha parlato del malessere romano è stato il 14 maggio a San Giovanni, in dialogo con un’assemblea diocesana: aveva invitato a una “rivoluzione” morale per vincere “la paura di esistere, la frantumazione, il pericolo sociale”. Non ci sono parole più adatte per indicare l’attesa di un segno di risurrezione da parte della popolazione di Ostia.
Molti accusano certi politici di fare campagna elettorale permanente.
A me sembra che nella Chiesa di oggi si “ usino” tutte le feste religiose per fare discorsi permanenti su legalita’ e giustizia sociale. La legalita’ ad Ostia e il “ riscatto sociale “ sono cose giustissime per carita’ . Ma che c’ entra la festa del Corpus Domini quando tutta l’ attenzione , la preghiera, l’ adorazione anche silenziosa e mistica, andava indirizzata al mistero sovrannaturale e spirituale del Corpo e Sangue di Cristo nel mistero eucaristico e non a problemi di ordine sociale-politico?
Scusate se dico che non mi sembrava l’ occasione adatta , che in altre sedi che la processione del Corpus Domini il Papa avrebbe potuto richiamare l’ attenzione sulla legalita’ a Ostia. La festa del Corpus Domininel suo significato spirituale e profondo non ha nulla che vedere con farla a Ostia o a Rimini o Canicatti’. E dunque ogni vescovo giustamente la fa nella citta’ Di cui e’ vescovo. Il vescovo di Milano a Milano ( e non nei sobborghi operai di Sesto San Giovanni o sulle montagne ) e il vescovo di Roma a Roma, non essendo l’ occasione adatta per comizi sulla legalita’ A Ostia.
Usare la religione per piegarla ad idee mondane, politico, sociali. Quando anche tali idee fossero giuste, e’ un riduzionismo inaccettabile per chiunque creda che esista qualcosa di piu’ che il solo orizzonte umano.
Gesu’ ci invita ad andare in luoghi scomodi dice Papa Francesco. Si’ e’ vero, ci invita ad andare in luoghi scomodi per essere d’ aiuto al prossimo, come fecero i Santi di tutti i tempi, pero’ Gesu’ ando’ a festeggiare la Pasqua coi suoi discepoli a Gerusalemme, e lo fece nei modi e secondo le regole tradizionali e non la festeggio’ in qualche luogo scomodo e sperduto della Palestina cambiando tutto.
Le feste religiose hanno un valore simbolico che Gesu’ ci ha insegnato. Festeggiare la Pasqua a Gerusalemme vuol dire: anche se ti occupi sempre dei poveri e degli esclusi il giorno delll’ adorazione dovuta a Dio si fa e si deve fare nei modi e nei posti dovuti a Dio e a tal scopo consacrati dalla tradizione spirituale. Forse che i papi che facevano la tradizionale processione del Corpus Domini a Roma non avevano a cuore la legalita’ e la giustizia? Semplicemente non scambiavano l’ adorazione a Dio con l’ attivismo sociale.
La Chiesa Ortodossa ha ben capito questo: l’ adorazione di Dio e’ il primario compito della Liturgia, piegare la sacra liturgia ad altri scopi che non siano l’ adorazione di Dio, piegarla a scopi umani e’ profanare la Sacra Liturgia.
Dissento totalmente da lei, Venturi.
La festa del Corpus Domini vuol significare la presenza di Gesù-Dio qui, nel mondo terreno. Gesù è venuto per restare per sempre con gli esseri umani, in mezzo ai loro problemi di diverso genere.
Questo è stato il significato profondo della comparsa di Gesù fra gli uomini. Nientr’altro che questo.
Gesù non voleva né preghiere né adorazione; voleva che si AMASSE il prossimo. Se lei, signora, legge bene il Vangelo, vi vedrà solo questo.
Non c’è alcuna “mondanità” nel parlare dei problemi sociali, perché uomini e donne vivono nella società umana e hanno il dovere di migliorarla.
Non la si migliora pregando e adorando il Dio di uno strano aldilà, ma vedendoLo nell’aldiqua, fra gli uomini, e dunque risolvendo le ingiustizie, le illegalità di cui le società–non solo quella italiana–sono imbevute, purtroppo.
Francesco, pertanto, non ha fa alcun “comizio” quando, traendo spunto dalle ricorrenze religiose, affronta i nodi che impediscono agli uomini di realizzare il Regno di Dio.
Se io, ad esempio, vedo che l’illegalità mi ostacola in un progetto legittimo e onesto, non potrò mai sviluppare quel senso d’amore che dovrei avere verso chi rappresenta la Legge e deve farlo in piena onestà. Mi indurrà invece a provare un forte risentimento che non ha niente di amorevole, tutt’altro.
Di che stiamo parlando, allora?
E non mi venga a parlare, per carità di Dio, di certi papi del passato che vedevano legalità e giustizia solo secondo il proprio modo di vedere le cose e non secondo il messaggio di Gesù di Nazareth. Si ricordi che, in ogni caso, c’è stato un papa (Leone XIII) che per la prima volta promulgò, nel 19° sec., un’ enciclica sociale ( Rerum novarum), che fondò la dottrina sociale della Chiesa; segno che si cominciava ad avvertire l’importanza di occuparsi di questioni sociali e della protezione dei ceti deboli.
La sua religiosità, signora Venturi, è tutta indirizzata verso un un mondo di fantasia, ed è quindi fuori dalla realtà. Provi a stare con i piedi per terra.
Oppure vada fra gli ortodossi che tanto le piacciono.
“l’ adorazione di Dio e’ il primario compito della Liturgia,”
Il primario compito della liturgia è quello espresso nell’EUCARISTIA, ovvero nel rendere grazie a Dio per il suo AMORE dimostrato al massimo grado da Gesù sulla Croce.
Non, però, nella sofferenza rappresentata dalla Croce, ma nell’AMORE di cui la crocifissione fu la conseguenza.
Prima c’è l’AMORE, poi la CROCE ( non voluta né cercata).
Per la precisione
1) da molti anni a Milano l’arcivescovo presiede la processione del Corpus Domini alternando centro e periferia : nel 2014 Corvetto, nel 2016 Barona, quest’anno Gratosoglio. Quartieri non certamente centrali e notoriamente difficili.
2) Ostia ricade sotto la giurisdizione del Vescovo di Roma. La diocesi di Ostia gode di una particolare situazione canonica: infatti non ha un proprio vescovo residenziale, ma è affidata in amministrazione apostolica al vicario generale per la diocesi di Roma, che vi esercita la sua giurisdizione coadiuvato dal vescovo ausiliare del settore sud della città in qualità di vicario generale.
In aggiunta mi piace ricordare che S. Giovanni Paolo II chiuse nel 1983 il congresso eucaristico nazionale di Milano al Gallaratese, segno di attenzione per un Corpo di Cristo portato nell’emisfero periferie con tutta la solennità degna delle Cattedrali (parati preziosi, baldacchini , turiferari ,ausiliari diaconi e concelebranti e chi più ne ha più ne metta etc.).
Mi scuso , quartieri “popolari” a Milano e in parte, o qua e là, con vie difficili . Absit iniuria verbis, adoro tutti i quartieri della mia città (prima di scatenare i trolls…..metto le mani avanti )
Rif. 20.16 -…e no ai comizi
Concordo con Ventura delle 20.16.
E no – sul blog – ai comizi antipapali.
I comizi antipapali,specie se quotidiani, sono improvvidi in bocca a un cattolico, e completamente inutili : se si esclude ovviamente la bulimia dell’ego di chi li pronuncia.
Inoltre il concetto che sta alla base della lunga esposizione delle 14, 55, racchiuso in questa frase: ” Ma che c’ entra la festa del Corpus Domini quando tutta l’ attenzione , la preghiera, l’ adorazione anche silenziosa e mistica, andava indirizzata al mistero sovrannaturale e spirituale del Corpo e Sangue di Cristo nel mistero eucaristico e non a problemi di ordine sociale-politico?” è del tutto sprovvisto di fondamento e fuori dal seminato.
Vogliamo sentircelo spiegare- ancora una volta- dalle chiarissime parole di papa Benedetto ? Eccole qua:
“Da qui, dall’Eucaristia, deriva dunque il senso profondo della presenza sociale della Chiesa, come testimoniano i grandi Santi sociali, che sono stati sempre grandi anime eucaristiche. Chi riconosce Gesù nell’Ostia santa, lo riconosce nel fratello che soffre, che ha fame e ha sete, che è forestiero, ignudo, malato, carcerato; ed è attento ad ogni persona, si impegna, in modo concreto, per tutti coloro che sono in necessità. Dal dono di amore di Cristo proviene pertanto la nostra speciale responsabilità di cristiani nella costruzione di una società solidale, giusta, fraterna.”
http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/homilies/2011/documents/hf_ben-xvi_hom_20110623_corpus-domini.html
In un altro passo della lunga pagina di propaganda antibergogliana delle 14.55 si legge poi:
“La festa del Corpus Domini nel suo significato spirituale e profondo non ha nulla che vedere con farla a Ostia o a Rimini o Canicatti”
Ma dire questo significa, al contrario, non avere chiaro il significato che la PROCESSIONE del Corpus Domini ha sempre avuto e continua a tenere. Che è questo:
…”la presenza costante di Gesù in mezzo a noi e con noi, una presenza concreta, vicina, tra le nostre case, come «Cuore pulsante» della città, del paese, del territorio con le sue varie espressioni e attività. Il Sacramento della Carità di Cristo deve permeare tutta la vita quotidiana.”
Sempre il solito Benedetto che parla,sempre in occasione della solennità del Corpus Domini, questa volta nel 2012 e lo cito- tra i tanti che si potrebbero- per fornire una fonte abitualmente ( e sventatissimamente) portata come alternativa alla ” attuale deriva modernista e secolarizzata” e altre corbellerie similari.
E, per stare su un altra voce che non puo’ certo essere sospetta di eresie comunistoidi e di svilimenti (!!) socialeggianti, e sto parlando di Giovanni Paolo II, basterebbero queste sue parole a spiegare anche ai più refrattari il perché della Festa e della Processione di ieri celebrate PROPRIO a Ostia, teatro e segno di violenza, violenze, abbandoni e soprusi che tutti conosciamo ultimamente:
“Questa sera, carissimi, portando in processione l’Eucaristia, sacramento di Cristo, nostra Pasqua, noi porteremo per le vie della Città l’annuncio di quella pace che Egli ci ha lasciato e che il mondo non può dare. Cammineremo interrogandoci sulla nostra personale testimonianza in favore della pace. Non basta, infatti, parlare di pace, se non ci si impegna poi a coltivare nel cuore sentimenti di pace ed a manifestarli nei rapporti quotidiani con chi ci vive accanto.”
http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/homilies/1999/documents/hf_jp-ii_hom_19990603_corpus-domini.html
Ci si mette anche papa Montini, che senti cosa ti va a dire ( Solennità del Corpus Domini del 65, celebrata all’EUR) :
” Voi avete certamente notato che per la prima volta la festa romana del Corpus Domini svolge in questa parte marginale della Città la sua tradizionale pubblica processione; e avrete forse indovinato che la scelta del quartiere voleva indicare una qualche particolare intenzione. Quale intenzione? Un’intenzione molteplice!
….Anche qui Egli ha la sua dimora, inquilino, cittadino, come quanti qui hanno la loro abitazione; vostro compagno, vostro collega, vostro ospite, vostro amico, che condivide la vostra vita, tacitamente, nascostamente; ma di null’altro interessato, che della vostra vita spirituale; di null’altro desideroso, che della vostra conversazione, della vostra comunione con Lui.”
E più avanti, visto che è stato opportunamente ricordato che OSTIA RICADE sotto la giurisdizione del Vescovo di Roma, ci viene detto da papa Paolo anche questo:
“Ed ecco che l’intenzione promotrice di questa manifestazione religiosa vi dimostra un altro Nostro scopo; il compimento d’un Nostro urgente dovere: quello di offrire a voi una prova tangibile che il Papa di Roma è non meno per voi il vostro Vescovo, di quanto lo sia per ogni altro rione parrocchiale della Città e della Diocesi romana”
http://w2.vatican.va/content/paul-vi/it/homilies/1965/documents/hf_p-vi_hom_19650617.html
Quanto a OSTIA stessa, il prossimo santo Papa Paolo VI vi si recò proprio per la Festa del Corpus Domini il 13 maggio del 1968, cioè 50 anni fa giusti.
Trattasi dunque di un bis, anche logisticamente, oltreché di un anniversario.
Quanto infine alla affermazione che la Solennità del Corpus Domini andrebbe celebrata( ?!!) solo in certi luoghi e non ” nei sobborghi operai o sulle montagne”, basta ricordare come lo stesso papa Paolo fece esattamente il contrario, in omaggio evidente a quanto affermato da lui e sopra riportato nel la sua prima celebrazione da Vescovo di Roma, tanto che negli anni del suo pontificato andò pellegrino e itinerante a celebrarla un po’ per ogni dove:
nel 1966 ( 9 giugno 1966 SANTA MESSA NEL QUARTIERE DELLE VALLI A MONTE SACRO), i
25 maggio 1967 ( inaugurazione nuova parrocchia ),
13 maggio 1968 CELEBRAZIONE EUCARISTICA DEL «CORPUS DOMINI» AD OSTIA LIDO
CELEBRAZIONE DEL «CORPUS DOMINI» ALL’ESTREMA PERIFERIA DELL’URBE
Giovedì, 28 maggio, 1970
CELEBRAZIONE DIOCESANA NELLA PARROCCHIA DEL
SANTISSIMO SACRAMENTO A TOR DE’ SCHIAVI
Solennità del «Corpus Domini»
Giovedì, 1° giugno 1972
SOLENNITÀ DEL CORPO E DEL SANGUE DI CRISTO
Chiesa di Santa Silvia
Giovedì, 21 giugno 1973
SOLENNITÀ DEL «CORPUS DOMINI»
Celebrazione al Quadraro
Giovedì, 13 giugno 1974
CELEBRAZIONE EUCARISTICA AL POLICLINICO «AGOSTINO GEMELLI»
Giovedì, 17 giugno 1976
http://www.vatican.va/holy_father/special_features/eucharist/documents/eucharist-homilies-corpus-domini_it.html
Rif. 1.09 e ss. – Basta e avanza
Basta così.
Grazie per l’utile ripasso storico. E’ bella scoprire che le periferie esistono da tempo. Questa sì che è sana continuità di magistero papale e di esempio.
È chiara la polemica antibergogliana. Nasce tutta dal non avere compreso ancora che è sbagliato credere che ci sia divisione fra il cielo e la terra; nell’immaginario di molti credenti il termine “cielo” indica un mondo divino sospeso fra le nuvole, lontano dagli uomini. Un’aberrazione.
Non esiste un cielo così se non nel mondo delle favole. Il cielo è qui sulla Terra. Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo, si è sempre detto.
Non esiste un Dio che dal cielo vede e dirige tutto quel che accade sulla Terra, e fa da Padre-padrone pretendendo di essere adorato e pregato per compiere la volontà degli uomini. Da quando è comparso Gesù in mezzo agli uomini, fratello di tutti gli umani, morto sulla Croce per Amore degli uomini, c’è stata una svolta formidabile nella storia religiosa di tutti i tempi.
Ma tantissimi ancora non l’hanno capito né tanto meno interiorizzato.
Gesù ha condiviso pienamente la vicenda umana indirizzando tutte le attenzioni verso gli uomini più che verso il Padre, ed insegnando a relazionarsi con loro, soprattutto con i poveri e con i disprezzati, con quelli delle periferie appunto. Questa è stata la sua missione: mostrare che la salvezza per l’uomo è costituita non dai riti e dalle adorazioni ma semplicemente dall’amore per il prossimo; un amore incondizionato che riflette l’Amore del Padre per TUTTI i suoi figli. Tutto il resto è superfluo.
Per questo si legge, al di là di ogni moralismo, che prostitute e altri “impuri” precederanno coloro che si sono sempre sentiti “puri” e in piena regola con presunte leggi divine. C’è una sola legge divina e si chiama AMORE.
E Gesù resta con noi fino alla fine dei tempi, immedesimandosi–lo dice il Vangelo– con gli ultimi. Lui vuole misericordia; il Padre vuole misericordia, non sacrifici né ritualismi. Amando i fratelli si ama Dio stesso molto più che pregando e levando fumi di incenso.
Si legga il Vangelo senza fraintenderne le parole dando loro significati che non hanno e che sono stati veicolati, purtroppo, fino ai nostri tempi con molti errori di interpretazione che si sono inchiodati nella mente di troppi credenti, che ci sono affezionati fin troppo.
Ma di chi è la responsabilità di tutto questo? Lascio a immaginare……
Concordo al 100 % con Maria Cristina Venturi ore 14,55
Non c’è divisione tra cielo e terra . Vero . C’è continuità . Ma c’è un cielo e c’è una terra.
Dio non PRETENDE di essere adorato, neanche di essere amato.
Dio SA che la felicità dell’uomo è “essere in Lui” e in vista di questo agisce.
E POICHÉ Dio ama tutti gli esseri umani, SE si è in LUI necessariamente si amano gli altri esseri umani.
Si ama il prossimo PERCHÉ si ama Dio, non viceversa.
Amare Dio è il PRIMO comandamento, Amare il prossimo è il SECONDO, strettamente collegato al primo e che DA ESSO DERIVA.
Non ci PUO’ essere VERO amore per il prossimo se non si ama Dio.
Amare Dio NON è SOLO amare il prossimo, è anche lodarlo, adorarlo, glorificarlo per quello che è e per quello che fa.
È vero che sottolineare eccessivamente l’amore a DIO senza tenere conto che DIO è A FAVORE degli uomini è sbagliato, ma anche sbagliato è porre tutto nell’amore per gli esseri umani, INDIPENDENTEMENTE dall’Amore per DIO.
“Si ama il prossimo PERCHÉ si ama Dio, non viceversa.”
Per me non è così.
Si ama il prossimo e nel prossimo si ama Dio stesso. Questa è la mia opinione che ho espressa più volte. E nell’esprimerla sono in ottima compagnia.
Gesù è comparso fra noi per far cambiare prospettiva; lo ha dimostrato nel corso della sua predicazione testimoniata dal Vangelo.
Anche chi non ama Dio o crede di non amarlo o non lo conosce, amando il prossimo con cuore di carne ama quel Dio invisibile che gli uomini hanno sempre collocato in cielo, ma che è visibilissimo qui, sulla Terra, negli esseri umani fatti a sua immagine e somiglianza.
La casa di Dio è l’uomo, non il cielo. I poveri – soprattutto – sono il cielo di Dio.
Ogni piccolo atto d’amore verso il fratello penetra nel cuore di Dio, che lo si sappia o meno.
Chiunque lo faccia, che sia cristiano o di altra fede o ateo o agnostico, arriva a quel Dio di Gesù Cristo che abita nell’intimo del cuore e della coscienza.
Quando un tale chiede a Gesù cosa debba fare per avere la vita eterna, Gesù che da buon ebreo conosceva le tavole della Legge in cui da una parte c’erano le leggi verso Dio e dall’altra le leggi verso gli uomini, indica all’interrogante SOLO le leggi verso gli uomini e sembra ignorare le leggi verso Dio. Gli risponde infatti: ” se vuoi entrare nella VITA, osserva i comandamenti”.
“Quali?”
E Gesù: “Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso” etc…
Non gli dice: “amerai il signore Dio tuo con tutto te stesso, con tutta la tua anima etc…”
Lei, Zezza, non ha ancora capito che Gesù si è fatto presente fra noi per cambiare in buona parte la religiosità del suo tempo tutta incentrata sull’osservanza di prescrizioni di culto rivolte al Dio CONFINATO nei cieli. Tutto ciò si è perpetuato in gran parte fino ai nostri giorni, ma già in passato parecchi cristiani sapienti e illuminati avevano bene interpretato le parole del Signore.
In Giovanni 1,4 si legge:”Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede.”
“Hai visto tuo fratello? Hai visto Dio!” (Clemente d’Alessandria)
“Cristo si è identificato con l’uomo, qualunque uomo, “un uomo in cammino”, come dice la parabola del samaritano, un uomo che porta i segni della passione e narra l’umiliazione.”…La via di Dio è la via dell’uomo: per trovare Dio e amarlo, devo cercarLo nell’uomo e chinarmi su di lui…(E. Bianchi)
Chiaro il concetto?
Si lo so signora
Boe che lei la pensa così. Lo ha espresso tante volte.
Ma compie degli errori di prospettiva che le confondno il pensiero.
L’Amore con il quale Dio ama gli uomini NON è l’amore umano, è SOVRAUMANO ( soprannaturale si diceva una volta)
È l’Amore che si è manifestato in Gesu’ Cristo : dare la VITA per i propri NEMICI.
“Per trovare Dio e amrlo devo cercarlo nell’uomo e chinarmi su di lui” Lo ha detto Enzo Bianchi, non Gesu’ Cristo! Forse, dico forse, questa può , dico “può” essere una strada – forse è stata la sua – ma prendere quel “deve” come un assoluto, nel senso che sia la “sola” è certamente solo la sua opinione e nulla di pi.
La sua interpretazione dell’episodio del giovane ricco poi è molto personale. Come se l’episodio si concludesse con questo. Ma Gesu’ gli dice : se vuoi essere perfetto ( ossia rispettare i comandamenti verso l’uomo non è suffciente ad avere la vita eterna ) ba vendi i tuoi beni e segui me : cioè ama me PIÙ dei tuoi beni. Cosa che il giovane non fa.
Che Dio apprezzi ogni atto, ogni gesto anche piccolo, di amore umano, non ci piove. Ma non è questo il punto. Che Dio lo apprezzi non vuol dire che amo Dio.
Amare qualcuno che non si conosce, amare “a mia insaputa” fa sorridere!
https://youtu.be/IE4j8hhXG3s
Sul tema consiglio di vedere la splendida scena tratta da Decalogo 1 di Kieslowski
Alberto Farina
Consiglio di visione per consiglio di visione, segnalo questo, in onda domani sera su rai3.
Non è in tema….ma nemmeno tanto fuori.
http://liberapiemonte.it/2018/05/29/cosi-in-terra-in-onda-giovedi-7-giugno/
Continuiamo a non intenderci, Zezza, e non mi fa meraviglia.
Lei ha una religiosità che segue schemi vecchi e superati, cioè antiquati (termine che tanto disturba il nostro padrone di casa), e vede Dio come un Essere che ha qualcosa di antropomorfico e il cui Amore sembra prescindere dall’esistenza degli esseri umani.
Non è così, mi dispiace.
L’Amore di Dio, proprio perché manifestatosi in Gesù, vero Uomo innalzatosi, nel suo Amore, fino a identificarsi col Padre, lo si percepisce nel suo dialogo con un “TU” che è l’uomo, creato con una libertà che ricalca la libertà di Dio stesso. Non si può ignorare il principio di relazionalità che intercorre fra Dio e l’uomo.
Tutto quel che Gesù ha detto e fatto durante la sua vita fu indirizzato al riconoscimento pieno della dignità umana, libera da vincoli religiosi quali erano quelli degli ebrei e che schiacciavano l’essere umano.
Lei non ha ancora capito che Gesù era un ebreo “sovvertitore” della religiosità del popolo ebreo; una religiosità tutta esteriore che incorniciava i comandamenti di Dio in due tabelle da tenere appese sulle pareti di casa come fossero dei promemoria da tenere sott’occhio applicando i comandamenti per non offendere Dio.
Gesù ha tolto dalla religiosità giudaica ogni sovrastruttura che la ingabbiava in una molteplicità di regole da osservare.
La Chiesa cristiana ha in parte ereditato quella mentalità.
Ma Gesù ha insegnato che c’è per gli uomini un comandamento nuovo che è al di sopra di tutti gli altri ed è : “amatevi gli uni gli altri come IO ho amato voi”. Questo, sì, bisogna incorniciarlo e incollarlo nella nostra mente.
Da questo si evince che l’unica legge di Dio è quella dell’AMORE fra gli uomini. E non può essere che così, essendo Dio, nella sua essenza, AMORE. Il Regno di Dio, o Regno dei cieli, si costruisce qui sulla Terra (che non ha confini col cielo) amandosi gli uni gli altri.
Dio è dovunque, primariamente nell’intimo dell’uomo.
Lo aveva già detto con autorevolezza sant’ Agostino. L’uomo gli deve fare spazio per farlo crescere questo Dio, cioè questo Spirito divino.
Dunque, Dio intesse un dialogo con l’uomo nella vita quotidiana. E anche quando l’uomo sbaglia, essendo un essere imperfetto nella sua creaturalità, Dio continua ad amarlo per sempre.
Non si offende Dio, perché l’Amore non può mai essere offeso, per sua stessa natura. Si offendono gli uomini, invece, ed è a loro che si deve chiedere perdono, non a Dio, come sempre ci è stato detto.
Gesù, non E.Bianchi, ha detto che LUI si identifica con l’uomo, soprattutto con quello più bisognoso ( in tutti i sensi, non solo materialmente), cioè con quello che deve essere RIALZATO.
Ci sono le parabole ad attestare questa verità. C’è tutto il Vangelo a dirlo.
Il samaritano, caro Zezza, era uno che non osservava nessun comandamento, ma Gesù lo porta davanti a noi come ESEMPIO per parlare dell’amore che si deve avere per il prossimo.
Il samaritano SI CHINÒ su quel poveraccio ridotto in fin di vita da certi malfattori, mentre un sacerdote ed un levita, che osservavano i comandamenti, erano passati oltre.
Più chiaro di così?
E che vuol dire, Zezza, quel “segui me ( Gesù)” da lei richiamato con tanto zelo? Vuol dire: segui me che ti indico di amare sempre, fino al termine dei giorni, fino all’estremo. Segui me per imparare da me.
Lei crede forse che amare Dio voglia dire adorare un Essere invisibile che è puro Spirito? E come si fa, scusi? Come se lo immagina lei? Con quali fattezze? L’immagine di Dio sulla Terra ce l’ha mostrata Gesù che si è immedesimato nell’uomo, amando il quale si ama Dio stesso. Qualcuno ha detto un po’ paradossalmente:”prima amo Gesù Cristo, poi amo Dio”. Pensi un po’.
Se qualcuno si prende cura di un altro uomo, questo è AMARE, ovvero è amare l’Amore che è Dio, anche quando non si professa una religione o quando si dice di essere atei.
Tutti siamo–dovremmo essere– custodi l’uno dell’altro su questa Terra. Ma purtroppo non è così. Ancora non è così.
Ce ne sono tantissimi di esseri umani così nel mondo, qualcuno l’ho anche conosciuto. Lei crede che non si salveranno? Lo creda pure; io sono di diverso avviso e moltissimi altri ( moltissimi altri!), anche ministri della Chiesa, sono sulla mia stessa linea.
Lei ha bisogno di aggiornare la sua visione di Dio e di Gesù Cristo, ma so che non lo farà.
Rif 23.50 e segg Cara Victoria
Come già ebbi modo di dirle lei dice molte cose “giuste” con le quali concordo pienamente.
Tuttavia sono inquadrate in una cornice che “fa acqua” da molte parti.
Alcune sue affermazioni poi sono per me incomprensibili.
Lei afferma che io “vedo Dio come un Essere che ha qualcosa di antropomorfico” Ritengo che questo possa dipendere dal fatto che ritengo Dio un ESSERE PERSONALE mentre per lei un PURO SPIRITO è qualcosa di simile a una IDEA.
E prosegue “il cui Amore sembra prescindere dall’esistenza degli esseri umano” . Non capisco dove vede una mia simile affermazione. Nella visione “tradizionale” Dio ha fatto TUTTA la creazione IN FUNZIONE DELL’UOMO – come potrei pensare io che sono (secondo lei) “tradizionalista” pensare che il suo Amore “prescinde” dagli esseri umani? C’è incompatibilità totale tra le due cose.
La sua espressione su Gesù “vero Uomo innalzatosi, nel suo Amore, fino a identificarsi col Padre” mi lascia perplesso. Non comprendo bene cosa voglia intendere con quel “innalzatosi” – parrebbe voler quasi intendere che Gesù si è “auto-divinizzato”, il che è se non assurdo certamente in contrasto con tutta la teologia cristiana fondamentale (leggesi : Incarnazione)
Lei afferma :” Lei non ha ancora capito che Gesù era un ebreo “sovvertitore” della religiosità del popolo ebreo; una religiosità tutta esteriore che incorniciava i comandamenti di Dio in due tabelle da tenere appese sulle pareti di casa come fossero dei promemoria da tenere sott’occhio applicando i comandamenti per non offendere Dio.”. Penso che questa affermazione derivi da una insufficiente conoscenza della Sacra Scrittura!. Gesù nella sua predicazione si riallaccia alla tradizione profetica! Senta cosa dice Isaia a proposito dei sacrifici e del culto e della “vera” religione che Dio richiede : Is 1:11 «Che m’importa dei vostri sacrifici senza numero?» dice il Signore. «Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. 13 Smettete di presentare offerte inutili, l’incenso è un abominio per me; noviluni, sabati, assemblee sacre, non posso sopportare delitto e solennità. Cessate di fare il male,17 imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova” (da Is 1) e ancora “Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso.5 È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l’uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore?6 Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?7 Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?.( da Is 58). Non è, da questo punto di vista, la STESSA predicazione di Gesù?
Lei scrive “Gesù ha tolto dalla religiosità giudaica ogni sovrastruttura che la ingabbiava in una molteplicità di regole da osservare” –lei, va “oltre” . La sua frase sarebbe perfetta se avesse detto “ “ Gesù ha tolto dalla religiosità giudaica QUELLE sovrastrutture che la ingabbiavano in una molteplicità di regole da osservare” . Perché ad esempio Gesù non ha mai detto che non si dovesse partecipare ai riti ebraici: lui personalmente è andato in sinagoga, ha partecipato a Pesah, Succot, Shavuot e alle altre feste ebraiche. Il “gesto” senza la “intenzione” è vano.
“La Chiesa cristiana ha in parte ereditato quella mentalità” E’ vero che la tentazione del ritualismo è una costante ed è facile caderci.
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““amatevi gli uni gli altri come IO ho amato voi” il brano continua con 3” Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli”. Ora non è un caso che questo comandamento sia stato dato “ai discepoli” in un momento nel quale era solo con loro. il praticare questo comandamento sarà un carattere distintivo dei “suoi discepoli” ( e non di “tutti”). E i “discepoli” – che sono scelti da Lui secondo suoi criteri ( e sono solo alcuni ) – sono per l’appunto “discepoli” cioè gente che ha lui come “maestro” ESPLICITO. (Non esiste un “discepolo a sua insaputa” anche se in una forma simile si è espresso qualche teologo che va per la maggiore e che ha prodotto gran confusione)
“Il Regno di Dio, o Regno dei cieli, si costruisce qui sulla Terra (che non ha confini col cielo) amandosi gli uni gli altri” . Questa sua frase così detta non mi piace proprio: “si costruisce qui sulla Terra (che non ha confini col cielo) “ vuol forse dire che qui su questa terra inizia e qui finisce perché “il cielo” cosa è? Se sostituisce “si costruisce” con “inizia” la frase è invece perfetta. Vede: bastano poche parole per cambiare interamente il significato di una frase.
“Dio intesse un dialogo con l’uomo nella vita quotidiana. E anche quando l’uomo sbaglia, essendo un essere imperfetto nella sua creaturalità, Dio continua ad amarlo per sempre” – vero concordo 100%
“Non si offende Dio, perché l’Amore non può mai essere offeso, per sua stessa natura. Si offendono gli uomini, invece, ed è a loro che si deve chiedere perdono” è vero concordo al 100%
“ non a Dio “ è sbagliato “ : l’uomo può INTENZIONALMENTE , essendo ben cosciente che il piano di Amore di Dio è altro, andargli contro. E se io vado intenzionalmente contro qualcuno sono TENUTO per semplice “umanità”, una volta che mi sono ravveduto, a chiedere “perdono” : Il fatto di sapere che Colui che ho contrastato non terrà conto della mia trasgressione non mi esime dal farlo, se sono un “uomo” degno di questo nome.
“Il samaritano, era uno che NON OSSERVAVA NESSUN COMANDAMENTO” , questo lo pensa lei, cara signora Boe. I Samaritani rispettavano letteralmente la TORAH – lo fanno ancora oggi – e quindi il “buon samaritano “ si deve supporre avesse ben presente sia il Primo che il Secondo comandamento!
Il Samaritano si è fermato, il levita e il sacerdote NO perché trattenuti da vincoli cultuali. Messaggio: metti nel giusto ordine le cose, prima viene l’aiuto al prossimo che ne ha necessità e poi le necessità cultuali. Che si debba aiutare il prossimo lo dice tutta la Torah (il secondo comandamento è scritto nel Lev 19,18) che Gesù si guarda bene dall’abolire (Mt 5:17)
“Se qualcuno si prende cura di un altro uomo, questo è AMARE” Vero
” ovvero è amare l’Amore che è Dio” – falso, o meglio “eccessivo” . Dio è un Essere Personale.
Ripeto quello che ho scritto : Amare Dio è anche adorarlo, lodarlo, glorificarlo, ringraziarlo, fare la Sua Volontà perché è la “SUA” – molto di più che non fare qualche gesto di umanità.
“Tutti siamo–dovremmo essere– custodi l’uno dell’altro su questa Terra. Ma purtroppo non è così “ vero, concordo al 100%
“Ce ne sono tantissimi di esseri umani così nel mondo” – lo credo anche io.
“Lei crede che non si salveranno? “ Mi scusi, ma che c’entra la salvezza (eterna) con i discorsi che stiamo facendo?
Un fraterno abbraccio
Certamente per lei, Zezza, molto di ciò che dico è incomprensibile e “fa acqua” da tutte le parti. Crede che non lo sappia?
Lei avvìa il discorso da una visione tutta diversa dalla mia in fatto di religione cristiana. A parte il fatto che lei ha il “vizietto” di cavillare sui termini nel tentativo (vano) di tirare l’acqua al suo mulino.
Io mi sono aperta ad una teologia più moderna, e l’ho fatto non per “una moda” ma perché corrisponde al mio modo di vedere le cose.
Lei magari vede, inconsciamente, Dio ( nome generico della divinità) come quello rappresentato magnificamente da Michelangelo nella Cappella Sistina.
Quel Dio è proprio una persona in carne e ossa, e io credo che quasi tutti Lo pensino più o meno così quando si sforzano di immaginarlo, oppure gli danno il volto di Gesù. Anche per me da piccola era così. Per molti, quasi tutti, Dio Padre e Gesù sono la medesima Persona.
Per me Dio non è affatto un’ “IDEA”, ma certo non ha occhi né bocca né mani né alcun’altra parte del corpo umano.
Per me, che non faccio discorsi filosofici, Dio è, piuttosto, una MENTE immensamente intelligente, e solo in questo senso posso ritenerLo SOVRA-UMANO. È una Mente che dà energia a tutto il Creato, compreso l’uomo.
Nel dipinto di Michelangelo c’è solo un particolare che si avvicina alla Realtà, ed è il dito di Dio vicinissimo a quello dell’uomo.
Straordinaria intuizione di Michelangelo: Dio e l’uomo sono vicinissimi. Solo che Dio è proprio puro Spirito mentre l’uomo è anche ( non solo) carne.
Dio è TUTTO AMORE, mentre l’uomo è “potenzialmente” Amore; un amore che è seminato dentro di lui e deve germogliare e crescere nell’arco di una vita. Ma perché ciò avvenga il mondo deve offrirgli l’ambiente il più idoneo possibile, a cominciare dal nucleo familiare, senza però conculcare quella libertà che Dio gli ha dato proprio in virtù dell’ Amore.
E inoltre ci sono tante altre variabili che ostacolano la crescita dell’essere umano nell’Amore. In questo senso l’uomo risulta condizionato fin troppo perché possa sviluppare l’Amore pienamente. Ecco perché dico sempre che Dio è il SOLO che possa giudicare; e dico anche, convintamente, che la Misericordia di Dio tiene conto– non può NON farlo– di tutto quel che concerne la vicenda esistenziale del singolo uomo. Lui vuole SALVARE l’uomo a tutti i costi. Lo vuole con sé.
Gesù è Uomo e Dio. Ma bisogna intendersi.
Come uomo era un ebreo cresciuto in un concreto contesto ebraico; non va mai dimenticato, questo. Da uomo, cioè, era uguale a tutti gli altri uomini, e cresceva in maturità, sapienza e consapevolezza come tutti gli uomini normali. La Divinità la raggiunse gradualmente, portandola a compimento VISIBILMENTE nella Passione culminata sulla Croce e definita dalle parole: “Padre, perdona loro ( i suoi nemici carnefici!) perché non sanno quello che fanno”. L’AMORE PERFETTO, identico a quello di Dio Padre.
Egli però, durante la sua missione terrena, fu sostanzialmente controcorrente, “trasgressore” delle norme del Talmud, e abbattè gli assunti contenuti in certi libri dell’A.T. sempre considerati Parola di Dio e trasmessi fino a noi come tali, mentre non lo sono.
Spesse volte disse:” avete udito che fu detto…ma io vi dico…”.
In poche parole, apportò parecchie modifiche sostanziali alla Legge.
Gesù, a parte l’episodio di Lui fanciullo nel Tempio, non andava nel Tempio; ci andò una volta per sferzare i mercanti.
Lui non amava i religiosi; Lui faceva quel che era vietato dalle prescrizioni rigidamente seguite dagli altri ebrei e che ignoravano l’Amore.
Se non fosse stato così trasgressore e “contestatore”, il suo insegnamento rivoluzionario non avrebbe avuto il largo seguito avuto fino ai nostri giorni. La Storia non sarebbe stata divisa in due: quella prima di Cristo e quella dopo Cristo.
Lui libera dalla Legge opprimente e fa un discorso tutto nuovo, tutto dalla parte dell’uomo, soprattutto dell’uomo derelitto per molteplici motivi .
Lui mette in primo piano il Volto umano del Padre e dice di essere venuto non per giudicare ma per salvare; ovvero, per risollevare dall’oppressione e dalla fatica (“venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi”).
La Chiesa cristiana, invece, ha tenuto sepolto per troppo tempo il vero Volto di Dio, tornando al legalismo ebraico e facendo costruzioni illogiche e fuorvianti. E, soprattutto, pretendendo fino a poco tempo fa che le si obbedisse a testa bassa, senza pensare, senza ragionare; e scomunicando e tacciando di eresia tutti quelli che non si allineavano ai suoi dettami dottrinali.
Solo recentemente ha cominciato a cambiare passo. Meglio tardi che mai.
Lei, Zezza, mi fa ridere quando afferma che “amatevi gli uni gli altri come IO ho amato voi” Gesù lo dice ai suoi discepoli, cioè a chi lo vedeva come MAESTRO. Tutto quel che diceva non poteva dirlo che ai suoi discepoli, non le pare? Ma gli evangelisti lo hanno detto a tutti e l’intero mondo lo ha saputo. Il messaggio del Cristo è cattolico nel senso proprio dell’aggettivo; è, cioè, universale. E quando Gesù indica la gente che lo ascolta come essere la sua famiglia, al di fuori di quella parentale, non fa certo dei settarismi. C’è, fra gli altri, un brano in cui parla di coloro che non lo seguivano ma che NON lo perseguitavano, come persone non da evitare né da demonizzare.
“Chi non è contro di me, è con me”.
Quindi, cerchiamo di allargare il discorso, per favore.
Ricambio il fraterno abbraccio.
re 23.22 e seguenti
Che abbiamo due visioni “teologiche” diverse credo che sia ormai acclarato. Che lei segua la sua perché corrisponde al suo modo di vedere le cose e non per “moda” lo credo.
Nel continuare il nostro dialogo è necessario sgombrare il campo da due possibili sottintesi : “il nuovo è più giusto perché è nuovo” e “il tradizionale è più giusto perché tradizionale”.
Parto, come è mia abitudine dal suo discorso.
“Lei avvìa il discorso da una visione tutta diversa dalla mia in fatto di religione cristiana” Credo che non ci sia dubbio in merito. Vorrei fare una osservazione: il cristianesimo ha profonde radici nel giudaismo tant’è che per un certo periodo di tempo è stato considerato una “branca” di quella religione. E’ diventato poi evidente che dovesse essere identificato con un NOME diverso. A me pare che nei discorsi con lei si sia in una situazione analoga. La sua visione ha “radici” nel Cristianesimo (attuale e tradizionale) ma ha anche tali e tante diversità che si debba configurare come una “nuova religione” che ha bisogno di una “nuova” denominazione. Nel prosieguo del discorso ne vedremo anche qualche elemento.
“ha il “vizietto” di cavillare sui termini”. Chiaramente per me non è un “vizietto” ma cosa voluta. Forse deriva dalla mia formazione biblica. Gli Ebrei, grandi studiosi della Bibbia, discutono per ore sul perché in un certo passo la Bibbia usa un termine e non un altro e ne sviscerano il significato. Gesù anche ha detto: la bocca parla dalla pienezza del cuore. Io sono fermamente convinto che l’uso di un vocabolo invece di un altro simile non sia senza significato ma rispecchi realtà più profonde. Per conoscere una persona bisogna farla “parlare” – d’altro canto questo è anche il modo che usano gli psicologi
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“Dio ( nome generico della divinità)”. Qui c’è un grande equivoco. Noi cristiani scriviamo il vocabolo “dio” con la lettera maiuscola PRECISAMENTE perché è il nome PROPRIO ( e i nomi propri secondo le regole della grammatica si scrivono con la lettera maiuscola ) della NOSTRA divinità. Più efficace era certamente il modo usato dagli ebrei che a Dio davano il nome di JAHVE – e questo rendeva evidente che non si trattasse di un ESSERE IMPERSONALE.
“Lei magari vede Dio come quello rappresentato magnificamente da Michelangelo nella Cappella Sistina” Gli Ebrei, nostri fratelli maggiori, rispettavano rigorosamente la prescrizione della Torah che proibiva di fare delle rappresentazioni di Dio. Cosa oltremodo saggia perché il rischio di antropormifizzare Dio, distorcendolo, è troppo grave.
A mio parere Dio non si può (nè si deve) IMMAGINARE. Dio lo si conosce solo nella misura in cui Lui si è rivelato a tutti – e in questo senso dobbiamo vedere la riflessione sulle “opere” di Dio narrate nella Sacra Scrittura e sulla persona e l’agire di Gesù Cristo – e a noi personalmente
“Per me, che non faccio discorsi filosofici” . In realtà tutti i nostri discorsi sono “filosofici” nella misura nella quale sono “razionali”
“Dio è una MENTE immensamente intelligente, e SOLO IN QUESTO SENSO posso ritenerLo SOVRA-UMANO” “Solo in questo senso”? Mi pare che questa affermazione sottointenda che tra Dio e l’uomo ci sia solo una differenza di “QUANTITA’” e non di QUALITA’. Che cioè tra la fotografia (l’immagine) e l’originale non ci sia differenza. Idea nuova rispetto al Cristianesimo (tradizionale)
“Dio è TUTTO AMORE” Questa affermazione potrebbe essere sottoscritta a patto che si sia d’accordo su cosa si deve intendere per “AMORE” – termine che, ahimè, non è affatto ben definito. Ad esempio l’AMORE come lo intende lei comprende in sé anche la GIUSTIZIA? La Correzione – che provoca sofferenza – è una componente dell’Amore? In realtà a me pare che dire Dio è Amore rischia di essere una “tautologia”.
“l’uomo è “potenzialmente” Amore” In questa affermazione manca un inciso di importanza capitale per le sue conseguenze : “l’uomo redento in Cristo”. Gesù non è venuto solo per “insegnare” ma per “redimere l’uomo”. Cosa sia la REDENZIONE è aspetto fondamentale per la religione cristiana (tradizionale)
“La Divinità la raggiunse gradualmente” detta così è affermazione incompatibile con la religione cristiana tradizionale. Altro è dire che Gesù “raggiunse gradualmente la CONSAPEVOLEZZA della propria divinità” e altro è dire “Gesù raggiunse gradualmente la divinità”. Le due affermazioni possono essere considerate coincidenti solo se si sottintende che sia la “consapevolezza” a determinare la realtà – cioè che non ESISTA una realtà al di fuori del mio pensiero.
segue e conclude
“:” avete udito che fu detto…ma io vi dico…”. In poche parole, apportò parecchie modifiche sostanziali alla Legge. “ Questa affermazione lei la fa perché non ha sufficiente conoscenza delle cose. Gesù contesta la INTERPRETAZIONE che correnti sue contemporanee davano della TORAH, non contesta la TORAH. E’ falso affermare che Gesù non abbia SEMPRE rispettato la Torah. Non ha rispettato la cosiddetta TORAH orale, cioè l’interpretazione che dava della TORAH scritta soprattutto la corrente farisaica.
“Gesù, a parte l’episodio di Lui fanciullo nel Tempio, non andava nel Tempio” Inesatto. Basta leggere i quattro Vangeli
“Lui non amava i religiosi” . Inesatto. Gesù ha sempre “amato” tutti, compreso i religiosi. E se li sferzava verbalmente e in una circostanza fisicamente lo faceva PERCHE’ lo amava e desiderava che si ravvedessero.
“Lui libera dalla Legge opprimente” Vero.
“Lui mette in primo piano il Volto umano del Padre e dice di essere venuto non per giudicare ma per salvare” Vero.
“La Chiesa cristiana ha tenuto sepolto per troppo tempo il vero Volto di Dio, tornando al legalismo ebraico” Vero per molti – ma non tutti – i cristiani;
“Tutto quel che [Gesù] diceva non poteva dirlo che ai suoi discepoli, non le pare?” Inesatto. Gesù parla “a tutti” e “ai suoi discepoli” – ne dà testimonianza tutto il Vangelo.
“Ma gli evangelisti lo hanno detto a tutti e l’intero mondo lo ha saputo” Inesatto. Gli evangelisti hanno annunziato a tutti che Dio li ama e Gesù Cristo è testimone e mediatore di questo amore ma hanno aggiunto altro – e molto altro . E il discorso è diverso per chi, accogliendo l’annuncio si sono fatti discepoli e quelli invece che non lo hanno accolto. Per coloro che invece l’annuncio non lo hanno mai ricevuto hanno enfatizzato la necessità di portarglielo.
Altro è “non essere contro di me ma con me” e altro è essere discepolo.
Cara Victoria, io ritengo che la identità sia una questione di primaria importanza. Si deve un gran rispetto a tutti: cristiani di altre confessioni, islamici, buddisti, shintoisti ecc –che sono appunto cristiani di altre confessioni, islamici, buddisti, shintoisti ecc ma non sono cristiani cattolici. Questa è una “distinzione” che non è in alcun modo una “discriminazione”.
In questa ottica, a mio parere, lei è una fedele seguace di una ”nuova religione universale” – che non ha ancora un suo nome specifico, ma non una “cristiana cattolica” – troppe cose la differenziano, alcune le abbiamo viste in questo dialogo: la incarnazione, la redenzione, la natura dell’uomo ecc
Un caro saluto
PS Se Luigi è contrario che queste lunghi discussioni si facciano utilizzando il suo blog ce lo dica
Potrei ribattere punto per punto a quel che lei dice, Zezza, ma non lo faccio proprio perché non si deve abusare dello spazio che è a nostra disposizione.
Dico solo che quel che io dico in piena consapevolezza, lo dicono anche tanti preti e teologi che io ascolto con interesse e che fanno parte a pieno titolo della Chiesa cattolica a cui io appartengo, non a una “nuova religione universale”, come lei continua a pensare testardamente. Lei è rimasto indietro e vuole restare indietro.
La chiudo qui, salutandola.
All’inizio del discorso ho fatto riferimento alla transizione giudaismo-cristianesimo. Anche allora tanti farisei e dottori della legge e anche sacerdoti aderirono alla nascente religione pur continuando ad affermare di essere pienamente e interamente giudei.
Dunque il fatto che molti teologi e preti siano d’accordo con lei non è una osservazione “rilevante” : è solo questione di tempo. Penso che continueremo a discutere su altri thread. Un saluto