“In virtù del Battesimo ricevuto ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario […]. La nuova evangelizzazione deve implicare un nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati”: sono due affermazioni dell’esortazione “La Gioia del Vangelo” che ho commentato in una conversazione con gli operatori della libreria romana “Paoline multimedia”. Qui è possibile leggere l’intera conversazione. Nei primi otto commenti riporto la traccia degli esercizi che ho proposto ai miei uditori.
Chi sia il “discepolo missionario” e se possa esserlo io
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Prima del risveglio. Trovo utile un momento di preghiera e programma della giornata che verrà. Un esame di coscienza previo. Torna quel figlio dall’estero. Devo incontrare tale persona. Partecipare a una riunione. Preghiera che prepara il terreno. Invoca lo Spirito in vista degli impegni del giorno. In appendice metto la traccia dell’invocazione che seguo in questo momento della giornata e che ho abbozzato parafrasando il “Vieni Santo Spirito”.
Dopo il risveglio. Studiare il modo di restare davanti al mistero di Dio o di tornare a esso in vari momenti della giornata. Magari richiamando l’esame mattutino nei suoi punti nodali. O ruminando un versetto dei Vangeli. “Ecco ora sto andando all’aeroporto a prendere quel figlio che torna e debbo cercare la parola da dirgli”.
Preghiera pregata. Impegnarsi a realizzare almeno un momento di “preghiera pregata” ogni giorno: cioè di preghiera espressa in parole, evitando d’accontentarci del facile alibi che tutta la vita può essere preghiera. Io ho elaborato per me il criterio dei cinque figli, ché tanti ne ho: mi impegno a pregare a nome di tutti e cinque ogni giorno, in cinque momenti diversi. Magari anche solo un “Padre nostro” per ciascuno. Cinque sono le principali “preghiere delle ore” e il cristiano comune che vive nel mondo deve inventare qualcosa di simile per una reale vita di preghiera indispensabile ad attivare la sua condizione di discepolo missionario.
Da soli e con la famiglia. Uno dovrà cercare d’essere discepolo missionario verso se stesso, innanzitutto, per evitare che la sua giornata torni pagana a ogni ora che volge. E poi con la famiglia. Non con insistenze predicatorie, ma con sorgiva comunicazione della propria gratitudine al Signore e della felicità che viene dall’averlo incontrato.
Con la famiglia e con gli ospiti. Cercare di avere sempre ospiti, il più possibile. E ci faremo comunicatori di quella gratitudine e di quella felicità – di cui al punto precedente – con chi viene in casa nostra. I primi cristiani crebbero nello scambio dell’ospitalità tra famiglie, che era alla base dell’umile ed efficacissima rete di Chiese domestiche che troviamo descritta negli “Atti degli Apostoli” e nelle lettere di Paolo. Rifacciamola quella rete, a compenso del calo numerico e organizzativo delle strutture portanti della comunità cristiana.
Fuori di casa. Nel fare un regalo: dovremmo sviluppare un’arte del regalo incentrata sulla Bibbia, per esempio su edizioni appropriate di essa da scegliere per ogni destinatario. Lavorando in una libreria che è anche un centro multimediale potete sviluppare in molte direzioni una pedagogia mirata alla diffusione di quell’arte. Nel motivare una decisione: facciamo quella vacanza, o quella spesa, anche per questo motivo cristiano. Nell’allacciare relazioni: spesso sperimentiamo che c’è incomunicabilità, o comunque mancanza di comunicazione tra discepoli. I discepoli missionari invece comunicano.
Nel lavoro: è il campo più fruttuoso, quello dove dovremmo seminare di più. Anche solo, o innanzitutto, portando la riflessione e la ricerca di letture e sussidi culturali verso ciò che davvero conta. Poniamo che un cliente della vostra libreria multimediale ami polemizzare, per esempio su Papa Francesco, dicendo “questo Papa non parla mai di Gesù, è fissato con gli immigrati e con l’ecologia”; voi potreste segnalargli alcuni volumi che raccolgono le sue omelie e altra produzione biblica e cristologica.
Per ogni dove. In treno – in ospedale – al pronto soccorso – in questura mentre aspettiamo il turno per fare una denuncia di furto – al “colloquio genitori” nella scuola di un figlio – visitando chi è nella prova – chi piange un morto. Il discepolo missionario se gli è concesso dalle circostanze dà ragione della sua scommessa sulla promessa di Cristo. Si tiene pronto a darla. Senza invadenza. Secondo la possibilità di parola e di accoglienza. Chiedendo allo Spirito di mandargli le parole utili a quella testimonianza.
Chi fosse meravigliato del contenuto particolare di questo post, dia un’occhiata a due delle pagine del blog elencate sotto la mia foto e avrà un’idea di quanti mai argomenti particolari e particolarissimi io vada trattando quando esco dalla blogsfera:
Conferenze e dibattiti: http://www.luigiaccattoli.it/blog/conferenze-e-dibattiti-2/
Antologia delle pubblicazioni: http://www.luigiaccattoli.it/blog/antologia-delle-pubblicazioni-2/
Sull’ultimo punto ho delle perplessità, lo dico sinceramente.
Visitando chi è nella prova o chi piange un morto, credo sia meglio stare vicini e abbracciare senza dire neanche una parola.
Quando si è nel dolore vivo, non si è capaci di ascoltare. Ogni parola sembra inutile. Parla di più la presenza davvero partecipe.
Questa è la mia esperienza.
«Il Signore mi ha dato consiglio, anche di notte il mio cuore mi istruisce» dice il Salmo 16, 7.
Ringrazio Dio per tutte quelle volte in cui trovandomi ad un bivio col destino,smarrita, cercavo un sostegno, o quando, a seguito della morte dei miei cari e in momenti di afflizione interiore il mio Padre spirituale era li. Preziosa la presenza di persone sagge, uomini e donne di fede. Il dono del consiglio è uno dei doni più grandi dello Spirito Santo, da implorare per ottenerlo . Lo si può ottenere a Dio piacendo pregando, pregando tanto, incessantemente.
«Non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi» (Mt 10,19-20)
Concordo su tutta la linea con Luigi Accattoli.
Negli ultimi tempi il Maligno ci ha ingannati con il pensiero : ” se non sei coerente con il Vangelo, taci” . E dato che tutti siamo coscienti di avere molti difetti abbiamo abboccato e di Gesu’ e di Dio nessuno parla nella vita ordinaria.
La testimonianza della vita di un cristiano DEVE essere accompagnata dalla parola, altrimenti resta sterile . E deve avere come riferimento il detto di S.Paolo : Dio in Gesu’ Cristo ama i peccatori e di questi il primo sono io.
È il presentarsi come impeccabili e come professori di morale che è intollerabile.
Si può dare testimonianza solo con il supporto dello Spirito Santo ( nessuno può dire Gesu’ è il Signore senza lo SPirito Santo ) , ma anche, come tutte le cose degli uomini, è necessario “imparare” a farlo.
È vero, a volte le parole non possono lenire il dolore e la presenza partecipe si fa essa stessa Parola. Tuttavia, m’è capitato di assistere ad omelie in cui il prete troppo ha preso le distanze da quel “Tu solo hai parole di vita eterna”. E se non ci credi tu, mi vien fatto di dire, vuoi che ci creda io?
’. Noi siamo come sordi e muti spiritualmente ma Gesu’ fa nuove tutte le cose : Ridona ai sordi l’ udito e ai muti la parola”
In quel tempo partito Gesu’ dai confini di Tiro ando’ per Sindone verso il mate di Galilea attraversando il territorio della Decapoli. E gli condussero un uomo sordo e muto e lo pregarono di imporgli le mani. Ed egli lo trasse in disparte dalla folla gli mise le dita nelle orecchie , con la saliva gli tocco’ la lingua e alzati gli occhi al Cielo sospiro’ e disse :
Ephpheta , che vuol dire: apriti. Ed immediatamente gli si aprirono gli orecchi gli si sciolse il nodo della lingua e parlava speditamente.
E Gesu’ ordino’ loro di non dire nulla del miracolo ma inutilmente, perche’ sempre piu’ ammirati lo lodavano dicendo: Gesu’ fa bene tutte le cose: ecco ridona ai sordi l’ udito e ai muti la parola”
(Vangelo di Marco , 7)
http://www.asianews.it/notizie-it/Pechino-proibisce-la-vendita-di-Bibbie-on-line-43540.html
“Secondo sociologi cinesi, nel 2030 la Cina sarà il Paese più cristiano al mondo.”
E verranno in Europa “discepoli missionari” cinesi ad evangelizzare il Vecchio continente ormai totalmente ateo!
.-)
Leopoldo Calò, il prete nelle omelie dice quel che lo Spirito gli ispira.
Certo, a volte le omelie non sembrano adeguate, ma dipende anche da chi ascolta, da come si ascolta, dall’ umore di chi ascolta in un determinato momento. Ci sono molte variabili che incidono nella messa a segno delle parole altrui.