C’è nella vasta opera di Jorge Luis Borges un testo intitolato “Un’altra poesia dei doni” che una maestra romana ha proposto ai suoi alunni di quarta elementare invitandoli a darle un seguito. Per rendere accessibile ai piccoli il poema del maestro argentino la maestra ha cercato il testo spagnolo e l’ha ritradotto, abbreviato e adattato alla loro lingua dando poi a loro il compito di aggiungere ognuno un verso. Oggi metto qui il testo della maestra e domani quello degli scolari. E’ il mio dono di Pasqua ai visitatori perché gioiscano del poeta, della maestra e degli alunni.
Una “Poesia dei doni” oggi e un’altra domani
5 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Un’altra poesia dei doni
[Libero adattamento da Jorge Luis Borges]
Voglio ringraziare per la varietà delle creature
che compongono questo singolare universo,
per la ragione che non cesserà di sognare e di cercare
un disegno del labirinto nel quale ci troviamo,
per il viso bello di Elena e per Ulisse che mai la scorda,
per l’amore che ci fa vedere gli altri come li vede Dio,
per il duro diamante e l’acqua sciolta,
per lo splendore del fuoco
che nessuno può guardare senza uno stupore
simile a quello degli antichi che lo videro la prima volta,
per il pane e il sale,
per l’olivo, la vite e la magnolia,
per il mistero della rosa
che manda il suo colore e non lo vede,
per il mattino a Roma e a Montevideo,
per l’arte dell’amicizia,
per la prima e l’ultima giornata di ogni uomo,
per le parole che una sera furono dette
da una croce all’altra.
per le storie delle “Mille e una notte” e del “Signore degli anelli”,
per i fiumi che ho visto fino a oggi,
per il mare che è un deserto risplendente
e uno specchio di cose che non vediamo,
per il suono delle lingue che non so parlare,
per l’oro che risplende nei versi dei poeti,
per le strisce della tigre che sono gialle come l’oro,
per la forza dell’inverno e dell’estate,
per le tante facce del cristallo e il peso del ferro,
per i grattacieli di New York,
per il mattino in montagna o visto da una nave,
per il geometrico e bizzarro gioco degli scacchi,
per il linguaggio che aiuta due a capirsi,
per l’alba quando tutto pare ricominci
e per la notte, il suo buio e le sue stelle,
per il coraggio e la felicità degli altri,
per il fatto che questa poesia è senza fine
e puoi sempre metterci un altro dono
e ogni uomo può rifarla a modo suo.
Per l’ntero testo di Borges vedi qui:
http://losbuffo.com/2016/02/03/unaltra-poesia-dei-doni/
La prima poesia dei doni. Il testo di Borges ha il titolo “Un’altra poesia dei doni” perchè il poeta ne aveva già scritta un’altra che aveva intitolato “Poesia dei doni” (Poema de los dones) nella quale ringraziava per aver avuto – uniti nel tempo – la nomina a direttore della Biblioteca nazionale di Buenos Aires e la cecità, ambedue nell’anno 1955: “Dio che con magnifica ironia / mi dette insieme i volumi e la notte”.
http://www.potlatch.it/poesia/la-poesia-della-settimana/jorge-luis-borges-poesia-dei-doni-poema-de-los-dones/
Io aggiungerei:
“per il blog ospitale di Luigi Accattoli”
Un cordiale augurio di una cristianamente felice Pasqua a Luigi e a tutti, anche non credenti….
Buona Pasqua a tutti i lettori di questo blog, specialmente ai più “battaglieri”.
Un abbraccio festoso a tutti