Domani decimo mio dibattito con Rusconi su Francesco, organizzato dalla Fondazione Einaudi con il titolo eccessivo “Papa Francesco eretico o riformatore?”. Nei commenti la logistica, la nuova formula, l’invito a esserci. L’incontro potrà essere seguito sia in audio sia in video su Radio Radicale.
Con Rusconi su “Francesco eretico o riformatore?”
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Dieci domande. “Papa Francesco eretico o riformatore?” è il titolo che la Fondazione Luigi Einaudi ha dato al decimo confronto tra me e Giuseppe Rusconi su Bergoglio che si farà domani, mercoledì 21 marzo 2018, a Roma con inizio alle ore 18.00, nella sede della Fondazione, piazzale delle Medaglie d’Oro 44. La formula sarà nuova: dieci domande poste dal moderatore Giuseppe Di Leo (Radio Radicale), ciascuna con tre minuti di risposta a testa. Ingresso libero.
Qui l’annuncio dato dalla Fondazione: https://www.facebook.com/events/204224150331454/
Nove puntate. Chi volesse ascoltare gli incontri precedenti, trova le registrazioni audio qui nel blog alle date 26 gennaio, 15 febbraio, 13 marzo, 27 aprile, 30 maggio, 27 giugno, 13 dicembre 2017; 11 gennaio, 20 febbraio 2018. Tutti i dibattiti li abbiamo fatti a Roma. Se qualcuno dei visitatori fosse interessato a proporre un incontro nella sua città o nel suo paesello, Giuseppe e io siamo pronti a prendere il treno.
Tu, Luigi, continui imperterrito a condurre questi confronti, che vedranno sempre contrapposti te e Rusconi in ruoli diversi.
Sinceramente non capisco quale possa essere l’approdo di queste contrapposizioni. Mi sembra scontato che nessuno uscirà dalle proprie posizioni, così come in questo blog si contrappongono, in modo meno civile, le due parti: conservatori e progressisti.
Questo nodo non potrà mai sciogliersi. Se per voi due questo è un modo di passare del tempo prezioso, fate pure.
Buon divertimento. Io comunque sono sempre dalla tua parte. Non per tifo sportivo, ma perché generalmente la penso come te naturaliter.
Si possono trarre spunti di maggiore comprensione dalla discussione, pur rimanendo sulle proprie posizioni. Inoltre, io penso che sia riduttivo considerare questo passaggio nella Chiesa semplicemente come l’ennesima contrapposizione fra conservatori e progressisti. La mia impressione è che sia in gioco la stessa idea di verità. Ma ne parlo da laico, agnostico e digiuno di studi appropriati.
Ma che razza di titolo ha questo incontro? Il solo adombrare il fatto che Papa Francesco possa essere considerato eretico è totalmente fuorviante. Io ci penserei bene a partecipare ad un incontro in cui lei, Accattoli, sarà costretto a fare il difensore dell’ortodossia di Bergoglio, quando essa è assolutamente fuori discussione. Ribadisco poi quanto ho già detto in passato: discutere in questo modo un po’ salottiero di questioni così importanti, non mi sembra all’altezza della situazione e della profondità delle questioni che si pongono. Che non sono l’alternativa eresia / riforma ma la volontà di rimettere la Chiesa in cammino dopo la staticità dei pontificati di GPII e BXVI. Facilmente ci si ferma su questioni contingenti, come la lettera dell’emerito, ma sfugge la visione d’insieme di un pontificato che ha un’identità chiarissima, già tutta scritta nell’Evangelii Gaudium, documento forse poco conosciuto anche dagli stessi vaticanisti, o sedicenti tali.
Alberto Farina
Il titolo l’ha scelto la Fondazione Einaudi che ci ospita così come sarà un collaboratore della Fondazione a porre le domande, che riguarderanno dieci diversi argomenti. E’ un ambiente laico, sentono di cattolici che accusano il Papa d’eresia e chiedono a noi che ne pensiamo. E’ una domanda semplificante ma non stravagante. Immagino che anche Rusconi dirà che non considera eretico Francesco. Non lo diremo però con le stesse parole. Ne sono sicuro. Da qui l’interesse al confronto.
leopoldo Calò : “io penso che sia riduttivo considerare questo passaggio nella Chiesa semplicemente come l’ennesima contrapposizione fra conservatori e progressisti. La mia impressione è che sia in gioco la stessa idea di verità”
Ha ragione Leopoldo Calò (a volte gli atei gli agnostici e i non credenti hanno uno sguardo più lucido sulla realtà della Chiesa) non si tratta della discussione tra conservatori/ progresssisti ne’ tantomeno di una bassa contrapposizione politica destra/sinistra. Se mai la discussione odierna è fra relativismo e assolutismo su l’idea di Verità.Fra la Veritatis Splendor e l’Amoris laetitiae, fra la teologia di San Tommaso e quella di Karl Rahner. Fra trascendenza e immanenza. Tra materialismo storico e metafisica.
Da questo punto di vista siamo in un epoca estremamente interessante e stimolante dal punto di vista dell’approfondimento delle idee. Chi non ci vede altro che le solite piccole beghe fra conservatori e progressistui non sa volare alto, non ha il senso dell’importanza del momento presente.
intanto Monsignor Viganò si è dimesso.
http://www.repubblica.it/vaticano/2018/03/21/news/dimissioni_monsignor_vigano_-191842135/?ref=RHPPLF-BL-I0-C8-P1-S1.8-T1
Segnalo un importante Convegno che si terrà a Roma in aprile :
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/03/20/chiesa-cattolica-dove-vai-un-convegno-perche-non-perda-la-strada/
sottotitolo: “Solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione”. Esso è ripreso da una frase del cardinale Carlo Caffarra (1938-2017).
Lodevole la tempestività delle dimissioni di mons.Viganò e della loro accettazione da parte del papa. Notizia attesa, ma non scontata, visti i tempi. Può essere un gran bene per mons. Viganò.
Di sicuro non è un male per la Santa Sede. Poi vedremo … chiunque abbia fatto la quarta ginnasio conosce la storiellina della vecchietta di Siracusa che pregava per il tiranno Dionisio …
Sì, Viganò si è dimesso.
Molto bella e per nulla scontata , nei toni e nella sostanza, la lettera di dimissioni.
https://www.avvenire.it/c/chiesa/Documents/Lettera%20di%20Mons.%20Dario%20Vigan%C3%B2.pdf
Come altri hanno fatto in questo pasticcio,m avrebbe potuto approfittarne per cavarsi sassolini e dar aria a vecchi rancori personali. Non lo ha fatto, e questo è molto apprezzabile.
Non altrettanto il silenzio mantenuto fin qui da altri.
Dal tono della lettera di dimissioni di Mons. Vigano sembra che lui sia un giusto e povero ” martire” delle polemiche, che si sacrifica per senso dell’ onore. Nessuna ammissione di aver sbagliato.
A sbagliare si sa sono sempre gli altri, quei cattivoni che hanno smascherato la faccenda.
A Vigano’ tu non sei un povero martire , tu L’ onore di persona perbene L’ hai perso solo per colpa tua!
🙂
Che il convegno del 7 aprile a Roma di cui si parla il link postato qui sopra sia “importante”, bè, lo si potrà dire al massimo a convegno effettuato.
Per il momento, a leggere Magister che ne parla, si arguisce solo che si tratterà di un incontro a sostegno di una tesi ideologica già belleche confezionata . Il titolo scelto sarebbe infatti accattivante ( “Dove va la Chiesa Cattolica”) ma il sottotitolo è rivelatore e definitivo prima ancora di partire: ” Solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione”. Il che non par lasciar spazio a chissà che dibattiti….La frase è del compianto dubioso Caffarra, presente in spirito e , leggo, in videointervista.
Sempre a leggere Magister, più che un convegno, parrebbe trattarsi di una specie di conciliodenoantri…giacchè si legge: ” …la questione chiave che il convegno affronterà sarà appunto quella di ridefinire i ruoli di guida del “popolo di Dio”, i caratteri e i limiti dell’autorità del papa e dei vescovi, le forme di consultazione dei fedeli in materia di dottrina.”
Ammapete: un Vaticano Terzo antelitteram, insomma.
A conferma, l’assise prevede come momento culmine una ( ennesima) Declaratio ( sine firma, pare) “..una concisa professione di fede sui punti della dottrina e della morale oggi più controversi.”
Domandina: non basta più il buon vecchio Credo?
Un se sa’.
Comunque, ad abundantiam, gli organizzatori così ragionano: ” i partecipanti al convegno la proporranno all’intera Chiesa e al mondo, come voce di “membri battezzati e cresimati del popolo di Dio”.”
Anvedi. Che ideona.
Si potrebbe suggerire ad ogni parrocchia dell’orbe terracqueo cattolico nei cinque continenti : approntare una sua declaratio, così, da proporre all’intera Chiesa e al mondo.
Non c’e’ bisogno di scomodare Valerio Massimo per giustificare in anticipo le proprie prossime critiche.
Venturi : ” il mio operato che, al di li delle
intenzioni, destabilizza il complesso e grande lavoro di riforma che Lei mi ha affidato nel giugno del 2015 “, non la ritieni una ammissione?
Dove si parla di polemiche sullo ” smascheramento” e rivelazioni?
Soprattutto : dove sono le polemiche in questa lettera?
Sveglia.
Caro Luigi,
mi sbagliavo. Come vedi, a pensar bene non si farà peccato ma c’è più probabilità di non prenderci. Dicevo “vedremo”, ma un po’ abbiamo già visto perché le dimissioni di mons. Viganò a quanto pare sono “à la Renzi”: va via, ma resta. Il che toglie probabilmente a lui il beneficio spirituale che gli sarebbe derivato da un vero ritiro e all’ufficio che dirige(va) la possibilità di un vero cambio di passo. (E presumibilmente vuol dire anche che il papa non considera riprovevole la sua condotta).
Cuffini: sveglia tu. Vigano ‘ dice in pratica che le ” polemiche” al suo operato hanno destabilizzato la grande riforma . Cioe’ : nessun mea culpa sul suo operato. . Aver taroccatio e censurato la lettera di Ratzinger questo e’ il suo operato , ” al di là ‘ delle intenzioni” : e che intenzioni poteva avere? il fine giustifica i mezzi nel piu’ classico stile gesuita?
Cioe’ se non fosse scoppiato lo scandalo è nessuno avesse detto nulla, la cosa sarebbe passata liscia? Questa e’ la moralita’ dei collaboratori del Papa? Dei falsari che danno le dimissioni con riluttanza solo se sono smascherati? Perche’ le loro intenzioni sono buone? E usano la falsita’ per delle ” buone intenzioni” ?
Ma ti rendi conto Cuffini? Chi si fidera’ piu’ di Mons. Vigano’ ? Capace di fare delle azioni fraudolente ” con le migliori intenzioni” ? È convinto di essere un martire e un capro espiatorio?
Sul decimo round Accattoli-Rusconi, sono fiducioso che la location laica e la presenza di Radio Radicale garantiscano un quid di diversità rispetto ai precedenti.
Sempre che non vengano “colonizzate” entrambe da folle di fan cattolici in trasferta….
🙂
Libera di ricrearti a piacimento la realtà secondo le tue categorie, Venturi.
NON DI FALSIFICARE parole di altri. ( Viganò, in questo caso)
Tu scrivi :
” Vigano ‘ dice in pratica che le ” polemiche” al suo operato hanno destabilizzato la grande riforma “.
Balle.
Vigano’ ( in pratica e in teoria, suonatela come vuoi) dice testuale:
“IL MIO OPERATO DESTABILIZZA…”
Le tue restanti righe, partendo dalla balla iniziale, sono pura aria fritta.
Per giunta, pesantemente inquinata.
Oggi per alcuni bergogliofobi Viganò avrebbe dovuto annunciare di ritirarsi in clausura. Da non crederci. E’ chiaro oramai che ogni soluzione e’ sempre insoddisfacente perche’insoddisfatti di Francesco sempre e comunque rimangono e rimarranno.
Visitatori belli sto andando alla Fondazione Einaudi: vi ricordo che potete seguire il dibattito in audio e in video su Radio Radicale, come è detto nel post.
Ripeto basta leggerai la lettera di Vigano’ e la risposta del Papa che accoglie ” con fatica” le dimissioni di Vigano ‘ , ricoprendolo comunque di elogi, e lo nomina ” Assessore” nello stesso ministero delle comunicazioni per rendersi conto che non c’ e’ alcuna ammissione di aver MALE operato dal punto di vista morale e cristiano ma solo il rammarico che il l’ operato abbia potuto destabilizzare la ” grande riforma”
Vigano’ non si rammarica che il proprio operato sia stato scorretto e disonesto ( e lo sarebbe anche se non fosse stato scoperto) ma solo che non abbia avuto successo. Come un soldato che ha fallito il suo obbiettivo si scusa col comandante. E il comandante che dice pazienza, questa volta , ci hanno scoperto, ci e’ andata male.
Se non riuscite a capire la differenza dal punto di vista morale, credo che il Principe di Machiavelli sua il vostro testo di riferimento piu’ che il Vangelo.
Visitatori belli sono alla Fondazione Einaudi e apprendo ora che Radio Radicale darà il dibattito in differita, stasera, ma non so a che ora.
Ore 18.11: su radio radicale sta parlando Ingroia. Di Accattoli/Rusconi neppure l’ombra.
È davvero un peccato che il Papa abbia “accolto con fatica” le dimissioni del reo Viganò. Mi aspettavo che lo mandasse al confino per la sua “riprovevole condotta”.
Tempi duri per la Chiesa.
Luigi, ma secondo te chi gliele scrive le lettere al papa? In quella di accettazione delle dimissioni di mons.Viganò e di contestuale nomina dello stesso ad un incarico quasi uguale, pubblicata oggi, oltre al refuso già da altri segnalato e che nessuno ha osato correggere: «il grande l’impegno profuso» si leggono scampoli di prosa come questo:
«Le chiedo di proseguire restando presso il Dicastero [cioè lì nei pressi, ma questo pazienza, è burocratese], nominandola come Assessore [si direbbe meglio: nominandola assessore] per il Dicastero della comunicazione per poter dare il suo contributo [la finale con per e l’infinito in italiano si adopera di regola quando il soggetto è lo stesso della reggente, qui sarebbe meglio dire “perché / affinché lei possa dare il suo contributo”] umano e professionale al nuovo Prefetto al progetto di riforma [il nesso sintattico del secondo complemento di termine con il resto della frase è assai problematico, o quantomeno assai poco perspicuo] voluto dal Consiglio dei Cardinali, da me approvato e regolarmente condiviso.
Più avanti si legge: «Io stile di disponibile confronto e docilità che ha saputo mostrare tra i collaboratori» [tra? forse voleva dire “verso / nei confronti di].
Dettagli marginali, naturalmente, ma non contribuiscono anch’essi a dare l’idea di una certa approsimazione nel mondo di fare le cose?
Sì, anch’io mi sono cuccato Ingroia.
Mi sono sentito frustrato quasi quanto Venturi, che si attendeva che Viganò si accusasse si tutti i mali dell’universo e si flagellasse il dorso ignudo in diretta tv…
🙂 🙂 🙂
Prego Cuffini di leggere questa analisi di Luis Badilla che non può essere accusato come la sottoscritta di essere un bieco nemico di papa Francesco:
https://ilsismografo.blogspot.it/2018/03/vaticano-la-postilla-della-giornata-la.html
“Dunque, mons. Viganò non parla della vicenda della lettera manipolata e neanche della catena degli errori successivi. Nessun cenno autocritico. Nessuna analisi di quanto è accaduto. Il tutto si risolve nel generico “il mio operato”.
“Nella parole del Papa non c’è nessun giudizio su questi quasi tre anni di riforma o ripensamento dei media della Santa Sede.”
Insomma Luis Badilla , del sito Il Sismografo , assolutamente pro-Bergoglio , la pensa come me sulle dimissioni di mon s. Viganò . nessuna autocritica sul dato di fatto, e nessuna critica da parte del papa che lo riconferma nella sua fiducia come “assessore”. E’ normale?
Questa sera ho visto il Tg1. Valli ha dichiarato a tutti gli ascoltatori il falso: ha detto che Benedetto si è rifiutato di fare la prefazione ai famosi libretti perché 2 degli autori si erano messi dichiaratamente contro Giovanni Paolo II. In realtà per quanto entrambi avessero firmato un oramai “famoso” appello , Benedetto ne ha nominato uno solo dei due. Quindi Valli si deve dimettere. Falso in atto pubblico.
Mons. Viganò dovrebbe chiedere scusa pubblicamente al papa Emerito. a quel Benedetto che ha pensato di poter strumentalizzare, censurare e strattonare a suo piacimento. come se fosse una non-persona.
Viganò dovrebbe chiedere scusa a Benedetto , una persona umana, prima di tutto.
Ma dubito che lo farà. Per lui e per quelli come lui evidentemente Benedetto è solo un burattino da usare per promuovere la “grande riforma” di papa Francesco.
Ma anche i burattini a volte si ribellano.
Chiedo scusa. Rientro ora a casa. Il dibattito c’è stato, non c’è stata la diretta di Radio Radicale e non mi hanno saputo dire quando verrà dato in differita. Io domani – spero – metterò qui nel blog la registrazione audio. Chiedo scusa a chi si è attivato per seguire alla radio. Ero male informato.
anche Edward Pentin rimarca la totale “ASSENZA DI AMMISSIONE DI QUALSIASI COLPA O RIMORSO
“nonostante la gravità del reato – fotografa e cambia il significato di una lettera confidenziale di Benedetto XVI pubblicizzandola in modo selettivo – questo caso è straordinario per una seconda ragione: la quasi totale assenza di qualsiasi ammissione di colpa o rimorso. Mons. Viganò invece attribuisce la colpa a “controversie” che, dice, destabilizzano e potrebbero potenzialmente bloccare le riforme delle comunicazioni che stava conducendo e danneggiare i suoi colleghi di lavoro.
Un terzo punto di interesse è che il Santo Padre ha solo apparentemente sanzionato mons. Vigano accettando le sue dimissioni. In verità, gli ha chiesto di rimanere come assessore (consulente) al dicastero per contribuire a fornire un “contributo umano e professionale” al nuovo prefetto e alla riforma dei media.
http://www.ncregister.com/blog/edward-pentin/five-takeaways-from-msgr.-viganos-resignation
Luis Badilla puo’ pensarla come crede, sta di fatto che non la pensa certo come Venturi, dal momento che non si sogna di parlare- non vedo come potrebbe- di disonestà.
Io dico: ma non si è in grado di sostenere in proprio una parvenza di posizione senza tirare in campo Tizio, Caio, Sempronio?
Per quanto sia inifluente, resto della mia idea: una lettera ottima. Nel tono e nella sostanza. Evitante rave & fave e paturnie e rimuginamenti, a cui invece altri hanno fatto ampie concessioni, nella stessa vicenda.
Commento a 19.58:
Bazzecole, quisquiglie, pinzillacchere
https://youtu.be/LiQohJRj9gA
Sono sempre più convinta di una cosa, che sostengo da tempo: in Vaticano devono assumere una professoressa di lettere in pensione per farsi rivedere gli scritti. Altrimenti non ne vengono fuori.
Vicenda Viganò
In molti, nel blog, avevamo previsto, e quasi auspicato, la conclusione a cui si è arrivati. Brutta, brutta storia, in cui Viganò ha operato in modo davvero “destabilizzante” rispetto a persone, regole, stile.
Le riforme sono proprio difficili, senza “uomini riformati”.
Attendiamo, pregando, le une e gli altri.
Ma alla fine di tutta la faccenda: la Segreteria per la Comunicazione non chiede scusa al papa Emerito per L’ uso che si e’ fatto di una sua lettera ” riservata personale” ? ! Che rispetto hanno per Benedetto? A loro interessa solo la loro ‘” grande riforma” e la loro ” immagine mediatica” se ne fregano del male fatto alle persone? E poi vengono a farci la predica che bisogna essere attenti alle persone? Che ipocriti!
Sottoscrivo quanto dice Maria Cristina Venturi sulla mancanza di scuse a Benedetto XVI, che sarebbero state doverose.
Faccio osservare che nella triste conclusione (se tale è) di questa triste vicenda entra, purtroppo in modo non felice, anche papa Francesco. Finora si poteva dire, come in effetti molti hanno detto, forse anche qui, che lui non c’entrava, che era tutta responsabilità di altri (Viganò o chi per lui). Ora non più: la decisione che ha preso, di mantenere sostanzialmente al suo posto mons. Viganò, significa che non trova nulla di riprovevole nella sua condotta, ma accetta solo, “con fatica”, le considerazioni tattiche che suggeriscono di metterlo in una posizione meno visibile.
Vicenda Viganò
Si è permesso che venissero strumentalizzate le parole di Benedetto XVI per CENSURARE le critiche a Bergoglio. Non sono un esperto, ma credo che lo “stile francescano” dovesse prevedere le scuse e il ritorno di Viganò in Brianza…
Pulizia, riforme, rinuncia ai privilegi… e poi?
Sostengo la candidatura di Antonella alla Segreteria per la Comunicazione.
http://www.lastampa.it/2018/03/22/vaticaninsider/ita/vaticano/comunione-sulla-mano-il-papa-ricorda-che-si-pu-fU9EsxgY3ewJskCUCHA5tK/pagina.html
Vediamo se arriveranno le dimissioni del Prefetto cardinale Sarah.
🙂 🙂 🙂
Sulla questione segnalo i seguenti contributi:
Alberto Melloni: http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt201803/180322melloni.pdf
intervista a Peter Hünermann a cura di Andrea Gualtieri: http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt201803/180322h%FCnermanngualtieri.pdf
intervista a Bruno Forte a cura di Franca Giansoldati: http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt201803/180322fortegiansoldati.pdf
Alberto Farina
Andrea Salvi,
‘ha detto che Benedetto si è rifiutato di fare la prefazione ai famosi libretti perché 2 degli autori si erano messi dichiaratamente contro Giovanni Paolo II.’
Ecco cosa dice Benedetto:
‘ In tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo anche solo per ragioni fisiche non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti.’
Dire che non fa la prefazione per la presenza di 2 autori sgraditi magari è la verità ma, avendo lui scritto altro, significa dargli del bugiardo. Lui ormai a questi ‘complimenti’ c’è abituato, chi fa brutta figura sono coloro che lo vorrebbero contrapporre a Francesco.
Ah, anch’io sono favorevole ad un incarico per Antonella di supervisione in Vaticano di quanto viene scritto e pubblicato. 🙂
Belle le interviste linkate da A.Farina. Fatte a personaggi autorevolissimi.
In tutte risulta chiaro che della questione si è fatto da parte dei conservatori un uso strumentale per andare contro Francesco.
1)Alcune parole di mons.Forte: “Sono certo dell’assoluta buona fede di chi è stato coinvolto in questo episodio. E’ fuorviante pensare il contrario»….nonostante due stili differenti, due caratteri diversi, la comunione si è cementata e io personalmente lo ho
potuto costatare in tante occasioni.”
2)Domanda a Peter Hünermann:
Qual è l’elemento più rilevante nella riforma della Chiesa promossa da Bergoglio?
«Lo stile evangelico con il quale vive: è una spinta spirituale molto forte per tutti i cattolici, dai vescovi ai sacerdoti e ai laici. E poi l’importanza che attribuisce alle conferenze episcopali locali: è evidente che si aspetta da loro soluzioni creative per i problemi attuali».
3)Melloni:”… tutto batte esattamente questo: può il vangelo arricchire gli assetti dottrinali di una tradizione viva o la dottrina per essere tale deve essere giudice del vangelo?
Trent’anni fa, la risposta della teologia tedesca e dei grandi teologi ecclesiastici, come Karl Lehmann e Walter Kasper, impedì a Ratzinger unilateralismi pericolosi. Dopo trent’anni Benedetto suggeriva a un prefetto di curia come Viganò che quella teologia o almeno Hünermann, venisse punita col silenzio. Cosa che detta da un teologo è un’opinione; detta dal papa emerito è un atto di governo.
Questione delicatissima, potenzialmente eversiva….Viganò ha così deciso di stendere un velo: forse sapendo che in poco tempo il testo sarebbe emerso.
In ogni caso dalla emersione del testo intero è stato travolto. Anche SE HA PROTETTO Benedetto XVI dalle conseguenze di un gesto che poteva appannare il modo impeccabile di fare il papa emerito dello stesso Ratzinger.”
Anche io la penso così. L’ intento di Viganò era quello di proteggere entrambi i papi.
Qualcuno dovrebbe meditare su parole tanto chiare, prima di scagliarsi lancia in resta contro Viganò e contro papa Francesco.
Viganò avrà pur sbagliato a non pubblicare il testo intero della lettera di Ratzinger, ma io credo che fosse in buona fede volendo salvare ANCHE il papa emerito.
Condivido queste parole di Bruno Forte: «A volte le scelte possono dipendere dalle situazioni concrete che si vengono a verificare al di là delle buone intenzioni. Come esseri umani a tutti può capitare di fare scelte che vengono fraintese, ma questo non autorizza a ricamare su una divisione esistente nella Chiesa.”
Spero che su questa vicenda cali il silenzio il più presto possibile.
Enrico Usvelli ti sei perso un pezzo di lettera,quelli in cui Benedetto si dice sorpreso che gli sia stata chiesta proprio a lui una prefazione alibri di teologi che somo violentemente anti-papali. Ti consiglio di leggere tuttala lettera di Benedetto cge e stata fatta letteralnente a pezzi come uno spezzatino. Nell’ultimo paragrafo Benedetto spiega il.perche’non ha intenzione di leggere gli undici volumetti.
solo ora leggo questo
“Dopo trent’anni Benedetto suggeriva a un prefetto di curia come Viganò che quella teologia o almeno Hünermann, venisse punita col silenzio. Cosa che detta da un teologo è un’opinione; detta dal papa emerito è un atto di governo.
Questione delicatissima, potenzialmente eversiva….Viganò ha così deciso di stendere un velo: forse sapendo che in poco tempo il testo sarebbe emerso.”
Mi sono chiesto: ma come si fa a leggere così quello che è accaduto?
Benedetto “suggeriva che la teologia di Hunermann venisse punita con il silenzio”? a me pare che la lettera dicesse che lui non avrebbe fatto una prefazione per presentare il libro di uno che era sempre stato contro il magistero. E’ tutt’altra cosa di “suggerire di punire con il silenzio”.
Il rifiutarsi di scrivere un pezzo a commento costituisce un atto di governo? e potenzialmente eversivo per giunta? E Viganò avrebbe cercato di “proteggere i due papi? ma se la lettera “riservata e personale” non era destinata alla pubblicazione e se lo è stato è stata per la precisa volontà di Viganò o di chi per lui?
Veramente trasecolo.
Si possono avere opinioni diverse su tante cose , ma pretendere che sia bianco ciò che è nero è veramente troppo!
“teologi che somo violentemente anti-papali” un corno, signora.
Da quando in qua i teologi che la pensano diversamente da un papa sono violenti ? Le divergenze in fatto di teologia non sono “violenza”.
O lei pensa ancora che un papa sia infallibile, secondo l’assunto di un certo dogma?
Se lo pensa, sbaglia; ed è una delle poche persone che ancora siano convinte di questa assurdità.
Non trasecoli, sig. Zezza. Quando si parla, certe frasi vengono intese oltre quelle espresse, e ciò può avvenire sia in negativo che in positivo. Non ha letto le parole di mons. Forte?
Lei trasecola nel leggere le parole di Melloni: “suggeriva che la teologia di Hunermann venisse punita con il silenzio”, e crede che ciò non debba vedersi nel testo di Ratzinger, e che quella di Melloni sia un’interpretazione fuorviante. Le faccio osservare che Melloni dice “suggeriva”, che vuol dire che nelle parole del Papa emerito era sottintesa, ma neanche troppo, una sorta di rivalsa (“punizione”, termine forte) nei confronti di un ( grande) teologo che lo aveva fortemente osteggiato in passato.
Ed infatti è così, e nessuno lo può smentire. La qual cosa a me pare del tutto normale. Anche i papi sono uomini con le loro suscettibilità e con i loro risentimenti, non è una colpa questa.
Le faccio poi notare che la lettera riservata di Ratzinger al Viganò è stata resa pubblica a seguito di una consultazione con l’entourage di Benedetto XVI, per cui la riservatezza era stata ormai annullata, o no?
Dunque, non è il caso di stupirsi; e non veda nessuna pretesa, da parte mia, di vedere bianco ciò che è nero.
Si vorrebbe invece che si vedesse giusto cercando di togliersi dagli occhi il velo nero della faziosità.
Vedo che lei fa le pulci al mio vocabolario. Il termine “violento” è mal scelto, perché ” da quando in qua i teologi che la pensano diversamente dal papa sono violenti?”, forse avrei dovuto dire “tenacemente” o “duramente” o “fortemente osteggiato” ( come dice lei)
Poi, anche se a dirlo è stato un personaggio come Melloni , che la lettera del papa “suggerisse che la posizione di Hunermann venisse punita con il silenzio” è una lettura molto fantasiosa di una frase che esprime il disappunto ( “rivalsa” è termine sbagliato quanto “punizione” ) di Benedetto per essergli stato richiesto di commentare il testo di un suo noto accanito detrattore.
Della pubblicazione della lettera “riservata e personale” del Papa emerito “dopo consultazione con il suo entourage” , per quanto ufficilamente noto è una “presunzione”, logica, ma altrettanto logica è la presunzione che, se anche questo “via libera” c’è stato, non è certamente stato per una pubblicazione parziale e a più riprese.
Comunque , tranquilla, il voler far sembrare bianco ciò che è neronon è farina del suo sacco. Purtroppo viene da fuori.
Maria Cristina,
non mi sono perso niente. ‘Solo a margine’, scrive Benedetto del teologo. Lui dice che la questione è marginale, scrivere che è centrale significa dargli del bugiardo.
Se invece mi si dice che Benedetto va interpretato, mi chiedo perché lo stesso trattamento non venga riservato a Francesco, per il quale ci sono bloggers che non fanno nessuno sforzo per interpretarlo alla luce della dottrina cattolica.
Veda, Zezza, io non faccio le pulci al suo vocabolario.
Mi pare che lei si stia assimilando alla Venturi senza accorgersene. E forse non è un caso.
Di violenza io parlavo replicando alla signora, riprendendone il termine, non a lei. La Venturi parlava infatti di “teologi violentemente antipapali”.
Dopo che io avevo replicato, è comparso lei col suo commento, ma io non rispondevo a lei.
Quanto al resto, non aggiungo verbo.
Mi trovo d’ accordo con Melloni.
Come ho precisato io non sono un “tradizionalista”, tuttavia le posizioni espresse da “progressisti” che propugnano un “cattolicesimo rinnovato” e che archiviano come superate dai tempi le indicazioni morali che hanno caratterizzato i primi due millenni della storia cristiana, mi sono proprio indigeste
Lei è fuori tema con questa replica.