“Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi”: così Benedetto in una lettera al Prefetto della Segreteria per la Comunicazione, Dario Edoardo Viganò, da questi letta ieri alla stampa presentando la collana ‘La Teologia di Papa Francesco’, della Libreria Editrice Vaticana. Nei commenti il resto della lettera del Papa emerito e una mia noticina.
Benedetto: “Francesco è uomo di profonda formazione”
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Lettera di Benedetto. “I piccoli volumi mostrano a ragione che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento. Tuttavia non mi sento di scrivere su di essi una breve e densa pagina teologica perché in tutta la mia vita è sempre stato chiaro che avrei scritto e mi sarei espresso soltanto su libri che avevo anche veramente letto. Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche, non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti”.
La lettera di Benedetto è stata letta ieri da Viganò durante la presentazione della collana nella sede della Radio Vaticana. Il testo integrale è stato pubblicato da Sandro Magister: http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/
Quattro testi probanti. Jorge Mario Bergoglio non è un teologo di scuola ma la serietà della sua formazione intellettuale è fuori di dubbio. Segnalo i quattro testi che ritengo più convincenti:
In lui solo la speranza: è un corso di esercizi dati ai vescovi spagnoli nel 2006 (Jaca Book 2013). A mio parere in questo volumetto di 120 pagine abbiamo il testo intellettualmente più impegnativo del Bergoglio precedente l’elezione.
Il cielo e la terra (dialogo del cardinale Bergoglio con il rabbino A. Skorka), Mondadori 2013 (testo in lingua spagnola 2010).
Aprite la mente al vostro cuore (vasta antologia dei corsi di “Esercizi ignaziani” del futuro Papa), Rizzoli 2013 (testo in lingua spagnola 2012).
Significato e importanza della formazione sacerdotale. Relazione alla Seduta Plenaria della Pontificia Commissione per l’America Latina, Roma, 18 febbraio 2009 (nel volume “Solo l’amore ci può salvare”, LEV 2013, pp. 141ss). Lo considero il testo ecclesiologico principe del cardinale Bergoglio. Segnalo – in esso – l’affermazione che “pastorale non si oppone a dottrinale ma lo comprende” e che “il titolo di pastore include quello di maestro”.
Non so se tutti sanno cosa si sono inventati alcuni oppositori cronici di papa Francesco.
Prima hanno messo in dubbio l’autenticità della lettera, che non sarebbe stata scritta spontaneamente da Benedetto o addirittura sarebbe stata estorta. Una lettera apocrifa insomma Bisogna ammettere che inizialmente e’ stata diffusa solo la prima parte, il che non ha giovato a fare chiarezza. Poi, di fronte alla evidente veridicità della lettera sono passati a sottolineare che a Benedetto dei libretti di teologia sponsorizzati da Francesco non gliene frega nulla, stendendo una spessa coltre di omertoso silenzio sugli attestati di stima espressi nella prima parte. Il tutto con una agilità da ginnasti abili nei doppi salti mortali carpiati e avvitati. Inutile, nemmeno Benedetto li convincera’ mai ad amare un po’ Francesco.
Critiche gratuite. L’arcivescovo Becciu sui cinque anni di Francesco: “Il Papa è sereno, sa affrontare le cose secondo la massima gesuitica che dice che bisogna essere indifferenti. È chiaro che è anche un uomo e come tale soffre quando sente certe critiche gratuite che lo toccano nel punto essenziale del suo essere quello di tradire la Dottrina della Chiesa”.
https://youtu.be/EqFmYstFPnw
Nessuno ha sottolineato che gli 11volumi non li ha scritti Papa Francesco e non sono un sunto della sua profonda cultura filosofica e teologica ma sono stati scritti da dei teologi su Papa Francesco, cioe’ sono i soliti libri elogiativi e acritici su questo papa. Ci credo che Ratzinger non abbia ne’ tempo ne’ voglia di leggerli. Gli manca poco da vivere , sta per tornare alla casa del Padre , e suppongo che riservi il suo tempo alla lettura di veri testi di teologia e di spiritualita’ . Notate poi la tempistica : la lettera di cortese rifiuto da parte di Ratzinger di scrivere la prefazione a questa operazione editoriale n puro stile turiferario , e’ del 7 febbraio, quando viene fatta uscire ? il 13 marzo giorno della celebrazione dei primi cinque anni di pontificato. si taglia la seconda parte della lettera, quella in cui Ratzinger declina gentilmente L’ invito a scrivere la prefazione agli undici volumetti e si mette in risalto solo la prima , anzi una sola frase ” stolto pregiudizio ” . Così ‘ Repubblica e Corriere sbattono in prima pagina la ” grande notizia” L’ endorsement ufficiale di Ratzinger al successore.
Con questi mezziucci, con queste genialate mediatiche si crede di rafforzare L’ immagine ormai un po’ appannata del pontificato di Bergoglio.
A proposito aspettiamo di leggere almeno 11 volumi di densa e profonda teologia scritti di propria mano dal profondo filosofo e pensatore Jorge Mario Bergoglio, quando avra’ tempo di scriverli.
Sulla questione della lettera, francamente, non voglio fare il perito peritorum, ma non appena l’ho letta ho ricevuto la stessa impressione che si prova nel contemplare un Caravaggio autentico e poi spostarsi su un caravaggesco, leggere una pagine di Ariosto e spostare gli occhi su quella di un ariostista…
Insomma,lo dico papale papale senza girarci intorno: a me, quella lettera, sembra tanto un tarocco!
bisogna leggere la lettera integrale per capire il “tono” e quello che dice e lascia capire :
https://benedettoxviblog.wordpress.com/2018/03/13/il-doppio-stolto-pregiudizio-il-testo-integrale-della-lettera-di-benedetto-xvi/
Questa mi pare la ennesima vicenda che mostra quanto profondo sia il dissidio interno alla Chiesa. La lettera del pontefice emerito non era così laudativa del pontefice in carica come si è enfatizzato. Il tutto appare come una operazione “mediatica”. Ma il fatto di voler fare ( o dover fare ) operazioni mediatiche non depone bene.
A Roma si dice “Dimme er Phanteon nun me di la Rotonda!”, qualcuno disse anche che quando un sistema è in crisi sorge la strategie. Mi sembra evidente che Il testo originale -e non serve neppure leggerlo tra le righe tanto è chiaro- non rispecchia affatto nell’intensione ciò che si vorrebbe far intendere, anzi, a me sembra piuttosto una detrazione, un appunto, che un elogio…
https://www.ilfoglio.it/chiesa/2018/03/13/news/benedetto-xvi-papa-francesco-postilla-libri-183925/
“Fratel Enzo Bianchi da Bose, emerito pure lui ma della sua magione piemontese, sulle pagine di Repubblica notava con magno gaudio che le “poche righe, essenziali nella loro schietta semplicità”, erano la pietra tombale su cinque anni di velenose baruffe tra papisti bergoglisti e papisti ratzingeriani. ”
Insomma si è fatta passare una lettera di risposta di Ratzinger a mons. Viganò che lo sollecitava di una prefazione scritta il 7 febbraio , in un intervento spontaneo laudativo del successore
pubblicato il 13 marzo e mutilo di una parte.
una “mezza” fakenews. Più che una pietra tombale sulle baruffe fra papisti bergoglisti e papisti ratzingeriani mi pare una pietra tombale sulla onestà e affidabilità dell’apparato comunuicativo vaticano.
A leggere certe cose, sono felice di essere un cristiano comune dell’ultimo banco… Non vi leggerò più per un bel po’…
Comunque pax vobis et omnibus frequentantibus blog…
Aloisi, vale!…
Venturi, svegliati.
Luigi aveva già linkato il testo integrale ieri alle 22.11.
Veramente, “tarocco” è altro: ad esempio, quando si fa passare per propria roba scritta da altri.
Zezza: questa, tutt’alpiù, mi pare l’ennesima vicenda che dimostra la pressapocaggine con cui è gestita la comunicazione ufficiale vaticana.
Baggianate.
Sottoscrivo l’intenzione di sollecitare “Striscia” per la consegna di un bel “Tapiro d’oro” a Don Viganò -che in quanto strategie comunicative la sa lunga, ma non la sa raccontare- per aver mutilato la lettera di Benedetto XVI e averla usata a scopi propagandistici.
a Cuffini. 11.24
Forse hai ragione (anche se la comunicazione ufficiale Vaticana è stata oggetto di una “riforma” che la doveva rendere più efficiente ed efficace). Tuttavia i commenti pro e contro testimoniano quanto dicevo circa le divisioni.
Abbiamo la prova che MCV non legge i link di Luigi perché e’ prevenuta. Manco quelli dei suoi amici legge.
Come faccia poi a sapere che sono i soliti libri elogiativi lo sa solo lei visto che non ha avuto la possibilità materiale di leggerli. E non ci sono ancora recensioni in giro da copia/incollare
Comunque Magister ha scoperto il segreto di pulcinella perché ieri mattina a radio vaticana (vade retro!) Mons. Viganò ha letto il testo integrale, prima che Tosatti lo pubblicasse come se glielo avesse passato una gola profonda..
Gli interventi di MCV e Leo confermano quanto avevo scritto ieri sera.
Guarda caro Salvi che anche Massimo Franco sul Corriere di oggi parla di ” pasticcio” della comunicazione vaticana. Anche Massimo Franco e’ un pericoloso integralista come MCV e Leo?
Gli 11 volumetti non li ho letti ma ho letto la presentazione che appunto ne ha fatto Mons. Vigano’ : sono volumetti scritti da teologi su Bergoglio non volumetti scritti da Bergoglio teologo.
Ringrazio il Signore di avermi dato di vivere in un periodo in cui la Chiesa è guidata da un grande Papa.
Per il resto, vedendo lo scompiglio creato in questo blog e fuori di esso dalla notizia che Ratzinger ha parlato del suo successore in termini altamente positivi, niente altro posso aggiungere se non che la cosa dimostra una volta di più che la storia della Chiesa sarà sempre inquinata dagli scismi sotterranei che però non prevarranno sulla sua solidità.
Chi in essa esprime alti gemiti di insensato dissenso dimostra una piccolezza mentale degna di una religiosità arida, con cui si mettono in campo armi spuntate. Queste non servono a niente e il Papa non se ne cura. Va avanti, come sempre ha fatto, guidato dallo Spirito Santo che lo induce a rinnovare la Chiesa. Lo fa con la determinazione insita nella sua personalità non comune, perseguendo l’ amore indicato dal Cristo e seguendo la strada tracciata nei Vangeli. E soprattutto privilegiando i poveri e gli emarginati.
Ogni altra cosa è superflua.
http://www.corriere.it/cronache/18_marzo_14/frase-omessa-benedetto-lettera-francesco-cca9bf7e-2762-11e8-bb9f-fef48ac89c0b.shtml
È difficile non definirlo, come minimo, un pasticcio. ( Massimo Franco)
“nelle righe finali, sullo sfondo di quanto è accaduto, gli avversari del Papa rischiano di trovare nuovi appigli: «Purtroppo, anche solo per ragioni fisiche», scrive infatti Benedetto, «non sono in grado di leggere gli undici volumetti nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti».”
( Massimo Franco)
insomma Andrea Salvi ma non ti accorgi di un autogoal neppuri quando te lo fanno rivedere alla moviola?
Ti rimando a quello che ho scritto ieri sera (prima di poter copia/incollare Massimo Franco): “Bisogna ammettere che inizialmente e’ stata diffusa solo la prima parte, il che non ha giovato a fare chiarezza. “. Ore 22.58.
Comunque un conto è parlare di pasticcio mediatico, un conto è dimenticare la prima parte della lettera e vedere nella seconda cose che non sono scritte. Appunto cercare degli appigli.
Venturi, è lei a fare autogoal e a spaccare il capello in quattro per arrivare a concludere che il Papa emerito non ha “laudato” il suo successore.
La lode c’è, invece, anche se per interposta persona.
Nel momento in cui Ratzinger nello scritto a Viganò definisce Francesco “uomo di profonda formazione filosofica e teologica”, io la lode ce la vedo, eccome.
E niente mi importa di sapere che certi giornalisti fanno le pulci alle persone e alle lettere per tirare l’acqua al proprio mulino ideologico.
Perché non mi importa? Perché io so leggere e interpretare da me, senza bisogno di appoggiarmi al bastone di altri. Cosa che né a lei né ad altri riesce, evidentemente.
Che poi l’ex Papa non abbia voglia di leggere i volumetti in cui viene spiegata la teologia di Bergoglio, questo è un altro discorso nel cui merito non è lecito entrare né dare il volo alle proprie fantasie.
Fra l’altro, se la lode non ci fosse stata, a me personalmente non avrebbe fatto alcun effetto, per dirla papale papale.
Posso dirlo? Nelle vostre battaglie antibergogliane siete ridicoli e patetici.
L’antipatia del Corriere per Bergoglio è cosa nota ed è già emersa in altre circostanze.
Chi vuole cogliere lo spessore di Papa Francesco lo coglie, gli altri restino chiusi nella loro aridità di cuore. A questo punto il problema è loro, qualsiasi cosa abbia scritto o non scritto il teologo Ratzinger.
Alberto Farina
Tempestona in bicchierino d’acquetta.
Ragione da vendere, Albert: chi , da cinque anni, rosica, macina e tritura bile e fiele antibergogliana, continuerà a farlo in progressione geometrica, quali che siano le iniziative ” provvide” o “improvvide” di volonterosi soccorritori di cui non si avvertirebbe , a mio parere, alcun bisogno.
Il che dimnostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, la saggezza e la bontà della liena seguita da Bergoglio nei confronti di dubia, attacchini, attacchetti, attaccucci e mercanzia assortita che da cinqu’anni prende polvere sulle bancarelle degli antipapisti di turno : ignorarli integralmente, e procedere per la propria strada. Qualunque atto, gesto, parola, è un legittimare una polemica che ingrassa solamente la panza mediatica e l’ego pasciuto di chi la porta avanti. Bisognerebbe che i solerti collaboratori se ne facessero una ragione. Come ai tempi di Benedetto i ratzingeriani d’assalto non fecero che amareggiargli l’esistenza, e continuano imperterriti a farlo, così i superbergogliani si mostrano assai più gaglioffi di color che dovrebbe essere difeso. Ma difeso da che? E da chi?
Quanto alle divisioni millantate , ma divisioni de che? Tre gatti che miagolano lagnosamente da cinque anni in rete, se gli togli la rete e la lagna , restano desolamente i tre gatti che sono.
Baggianate.
Errata corrige:
dimostra, anziché dimnostra
linea, anziché liena
colui, anziché color
Mi pare che Benedetto faccia una critica, secondo me bonaria, a mons. Viganò e agli autori dei volumetti (della serie: gli scritti del Papa posso leggermeli e valutarli da solo senza bisogno di chi me li spieghi, ho poco tempo e non lo perderò dietro ad opere di non certo primaria importanza). La critica è controbilanciata da: avete fatto bene a scriverli e pubblicarli.
Perché li valuta comunque positivamente? Perché finché le critiche erano verso di lui le sopportava come dirette alla persona, ora che si critica, per motivi diversi, anche Francesco, egli penso che voglia difendere, più che le persone, la figura stessa del Papa: Questo spiegherebbe il doppio riferimento, a Francesco ed a se stesso, che con questi libri non c’entrava.
Caro Enrico Usvelli
I volumetti non sono scritti DI Papa Francesco .I volumetti sono scritti SUL Papa Francesco. Quindi non li ha letti e non sono di Francesco. Il discorso cambia, non ti pare?
Sono scritti da parte di vari teologi su vari ” argomenti” che ricorrono nella predicazione papale. Se vai su Vatican Insider e guardi la foto dei volumetti vedi sul capoverso i nomi dei teologi e il titolo di ogni volumetto .
Questo è’ importante dirlo perche’ Ratzinger non ” snobberebbe” certo degli autentici scritti di Papa Francesco.
Quanto alla ” continuita’ interiore” decidetevi se credere a Ratzinger o credere al card. Kasper , al card. Cupich, al card. Forte , che tutti pubblicamente non fanno che parlare del ” cambio di paradigma” attuato dall’ attuale Pontefice rispetto ai suoi predecessori.
Come fate a mettere insieme la ” continuita’ interiore” col ” cambio di paradigma” ? O volete farci credere che la teologia di Ratzinger fosse uguale a quella di Kasper e di Forte? E se era uguale perche’ Kasper ai tempi di Benedetto XVI era suo acerrimo avversario teologico?
Insomma non ve ne accorgete ma vi avvitate sempre di più’ in contraddizioni logiche e storiche per dimostrare L’ indimostrabile.
https://www.lifesitenews.com/news/scholar-stumps-cardinal-cupich-asks-if-popes-paradigm-shift-means-radical-d
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/teologia-per-un-nuovo-umanesimo/4330-kasper-il-cambio-di-paradigma
Venturi, svegliati.
La continuità sta nelle parole – e non solo in quelle- di Ratzinger e in quelle di Bergoglio. Stanno lì: scritte nere su bianco, memorizzate, consultabili.
Il fatto che tu ti rifiuti di vederle, è un problema non di poco conto, ma esclusivamente tuo. Mettici mano.
Il mondo letto come Ratzinger vs.Bergoglio sta solo nella tua ossessione.
Tutti hanno chiarissimo chi ha scritto i volumetti e che non si tratta di Bergoglio.
Nessuno ha detto il contrario.
A parte il fatto che non si capisce come sempre chi siano ” i VOI ” a cui tu ti riferisci ( modernisti? papolatri? relativisti?massoni? ), non si vede per quale motivo un cambio di paradigma sia incompatibile con una continuità interiore.
Certo: se uno si beve le farneticazioni che ha linkato qui sopra Venturi e intende il cambio di paradigma nel seguente modo:
“l’apostasia dalla Verità (SIC) negare la Croce il valore salvifico e rigenerante della Croce! (sic) la desacralizzazione della famiglia cristiana (sic) Dio non può essere preso in giro con quattro sofismi(sic) ; la pretesa di codesti teologi modernisti e progressisti di essere più misericordiosi di Dio, è semplicemente blasfema.(sic) vogliono cambiare la Chiesa e stravolgere la dottrina cristiana.(sic)…..”
tratti da http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/teologia-per-un-nuovo-umanesimo/4330-kasper-il-cambio-di-paradigma
beh, allora non si trova davanti a un cambio di paradigma, ma a un comizio ideologico in cui si vuole dimostrare che è avvenuto, in base a uzzoli personali, un “cambio di paradigma” eversivo, stravolgente, distruttivo, blasfemo.
Questa operazione , scopertamente propagandistica , si affloscia come un sacco vuoto davanti a due considerazioni:
a) quello descritto, sarebbe un’apocalisse, non un cambio di paradigma.
MA TRATTASI DI VOLGARISSIME FROTTOLE CACCIATE IN LIBERTA’, e quindi il discorso si chiude tra i fischi.
b) certamente questo cumulo di fandonie farneticante sarebbe incompatibile non solo con la ” continuità interiore” di Bergoglio e Ratzinger, ma con il minimo sindacale di intelligenza di qualsiasi lettore.
Quanto alla prima perla linkata da Venturi a evidente sostegno del suo argomentare, si apre con questo eloquente preambolo:
” Il professor John Rist, dopo aver ascoltato una lezione del 9 febbraio all’Università di Cambridge in cui il cardinale Cupich ha elogiato il “cambio di paradigma” di papa Francesco nella pratica cattolica, ha chiesto al cardinale alla fine della conferenza perché papa Francesco “senza pietà” insulta ed elimina i suoi avversari dottrinali ”
E il resto del pezzo , equilibrato e oggettivo oltre misura, trae luce e tono dall’incipit. Si capisce bene che anche qui non è il ” cambio di paradigma” di cui si discute, ma una grottesca rappresentazione di propaganda che si mette in scena del cambio stesso:un pretesto qualunque per vomitar fanghiglia( ad essere eufemistici) su papa & Chiesa Cattolica.
Il link, per capirsi, sarebbe questo:
https://www.lifesitenews.com/news/scholar-stumps-cardinal-cupich-asks-if-popes-paradigm-shift-means-radical-d
Visto che Venturi ce lo linka in inglese….” molto pittorescou”, come avrebbe cantilenato la Romantica Donna Inglese di Montesano decadi fa.
Una batteria di sveglie non andrebbe male.
Quanta ignoranza vedo nella cialtroneria di certe persone che mistificano, senza capirle, le parole di Francesco.
Non è solo ignoranza però; è soprattutto cattiveria che ha origine nelle mente perversa manovrata dallo spirito del Maligno.
Vade retro!!
In sintesi ( partendo dal fondo ):
1 non ho voglia e tempo per leggere cose scritte da altri
2 non mi tirate per la giacchetta , non sono contro il Papa.
Punto . Si può passate ad altro
Cristina vicquery
Poi vorrei far presente che è reperibile in rete, ma non riesco a caricarlo, il video di Viganò che presentando in sala stampa ai giornalisti presenti la lettera di Benedetto , la legge
Integralmente…comprese le frasi finali..
La magra figura la fanno vaticanisti come Tosatti che evidentemente non presente in Sala stampa si costruisce un post accusando Viganò di aver omesso le frasi finali della lettera..
Cristina vicquery
Caro Luigi,
come vecchio giornalista, che ne dici?
https://apnews.com/01983501d40d47a4aa7a32b6afb70661
Il video di cui parla Picchio è questo
https://www.facebook.com/angelambrogetti/videos/10215865525571705/
Anche l’AP si contraddice un bel po’ :
Vigano read parts of the letter during a press conference launching the volume, including the lines that were blurred out. A journalist who attended the presentation, Sandro Magister, transcribed Vigano’s comments and posted them on his blog. But Vigano didn’t read the whole letter.
cioè prima scrive che viganò ha letto anche la parte coperta dai libretti, due righe sotto che non l’ha fatto..
leggiamo cosa scrive Magister in una lettera a Cascioli ( NBQ) :
Caro Cascioli, ti segnalo un particolare in più, nella vicenda della lettera di Benedetto XVI. Io alla presentazione dei libretti sulla teologia di papa Francesco c’ero. E c’erano con me una ventina di altri vaticanisti. Ebbene, Viganò la lettera l’ha letta tutta, mentre contemporaneamente veniva distribuito il comunicato stampa che includeva tra virgolette solo i due paragrafi che hanno prodotto il risultato che sappiamo.
Il giorno dopo ho cercato di vedere se era stato pubblicato da qualche parte il testo integrale della lettera. Invano. E allora mi sono detto: Basta! Ho ricuperato la videoregistrazione della performance di Viganò e da lì, dalla sua viva voce, ho trascritto il testo completo della lettera.
Quindi almeno una ventina di vaticanisti avevano udito con le loro orecchie tutto quello c’era scritto nella lettera di Benedetto XVI, eppure l’effetto è stato quello che sappiamo. Non è stata una pagina brillante per la professione. E la colpa non è stata solo di Viganò.
Ciao!
Sandro Magister http://www.lanuovabq.it/…/benedetto-xvi-francesco-e-il…
cristina vicquery
Grazie Lorenzo
É evidente dal video e da quello che scrive magister che Viganò ha letto tutta la lettera.. .chi sarà che straparla con l’AP ?
Gli stessi che danno notizie strampalate a tosatti??
Comunque è ridicolo tutto sto battage su una lettera…
Cristina vicquery
Confermo il mio ininfluente parere: baggianate.
E, lette le ricostruzioni, rettifico il giudizio precedente. Non solo Viganò ha gestito questa storia un po’ alla carlona, ma stante la presenza confermata pure da Magister di fior di vaticanisti, non è che il gruppone ne esca perfettamente bene. Per non parlare dei non presenti che han montato la panna sul nulla.
Comunque, baggianate restano.
Picchio cerca di ragionare in maniera logica:
Se Tosatti non era presente( e’in pensione come Accattoli e probabilmente nn era invitato) non poteva sapere il resto della lettera letto da Vigano’ma non pubblicato piu’di un qualsiasi lettore di Repubblica..Ha quindi preso.per buona la sola parte dellalettera pubblicata, AVULSA DAL SUO CONTESTO.
Lo sapevano invece I venti vaticanisti presenti. Chi erano? Perche’su venti solo Magister ha avuto la correttezza professionale di pubblicare l intera lettera?Perche gli altri diciannove hanno omesso l’informazione completa? E perche come ha dovuto ammettere anche Vigano’nella foto pubblicata sono stare “sfocate”e coperte le ultime righe per cui l’Associated Press ha dichiarato che questo non e’ un modo di procedere livello degli standard di informazione e la Santa Sede ha dovuto ammettere il proprio errore come riporta Andrea Tornielli su Vatican Insider?
Vi.chiedo :se c ondo voi e’un modo corretto limpido onesto di usare le informazioni?Vorreste su tutti gli argomenti avere un tipo di informazione fatta cosi’?Vi basta sapere solo una parte dei fatti?Non vi importano I testi completi?
Proprio voi che vi lamentate che non si debbono estrapolare frasi di Bergoglio per attaccarlo ,ma che bisogna g u ardare.al complesso della sua predicazione.
La disonesta’di estrapolare frasi fuori dal contesto e di strumentaluzzarle non riguarda anche gli altri, Anche il papa Emerito?
Rif. 14 marzo 23.54
Niente da aggiungere a quanto detto dall’ultimo Cuffini e da chi, sulla sua linea, l’ha preceduto.
Per quanto riguarda i libri sul pensiero di Bergoglio segnalo uno già indicato in passato da Accattoli (che alle 22.12 del 13 marzo ha ricordato quattro testi del papa): Jorge M. Bergoglio Una biografia intellettuale (Jaka Book, 2017, pp. 300).
E poi mai dimenticare il detto antico:”…è un dotto? che insegni; è prudente? ci governi”.
saranno baggianate come dice Cuffini, ma basta leggere I trionfalistici articoli di Enzo Bianco su Repubblica, Marco Politi su il Fatto, e vari altri vaticanisti sui.media internazionali per capire come per la stampa s ia invece importantissimo ed “epocale” far passare nell’opinione pubblica la convinzione che sia spontaneamente intervenuto il papa Emerito in modo vigoroso e diverso dal suo stile pacato e schivo per esprimere urbi et orbi ,disprezzo fremente e bollare duramente come stolto chi non pensa che papa Francesco sia un.profondo filosofo e teologo e che lui invece sia stato un uomo.pratico di, governo.
Se si e’dato cosi’risalto alle parole di Ratzinger, scritte in una lettera privata di poche righe, fino a farne un “proclama” un motivo ci sara’, quindi tanto baggianate non sono.Sia per gli.uni che per gli altri.
mcv
viganò all’ap non ha ammesso nulla, l’ap parla di una fonte anonima…capirai..
cristina vicquery
Caro Luigi,
tu scrivi: «Jorge Mario Bergoglio non è un teologo di scuola ma la serietà della sua formazione intellettuale è fuori di dubbio» e poi citi «quattro testi probanti». Non li ho letti e, come direbbe Benedetto XVI, non penso di leggerli «nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti». Mi fido di te. Vorrei però farti notare che se per “serietà della formazione intellettuale” intendi che ha seguito corsi regolari di filosofia e di teologia (come tutti i padri gesuiti, suppongo), questo nessuno lo mette in dubbio. La discussione che si è aperta riguarda la qualità e il valore del suo pensiero ed è su questo che ci sono opinioni diverse. Alcuni la negano e altri la esaltano: degne e competenti persone da entrambe le parti.
Quanto al suo non essere “un teologo di scuola”, non so che cosa tu voglia dire, ma se ti riferisci alla mancanza di titoli accademici (che dal mio punto di vista sarebbe del tutto irrilevante), vorrei farti notare questa piccola perla che ho trovato nella biografia ufficiale pubblicata su vatican,va.: «Nel marzo 1986 va in Germania per ultimare la tesi dottorale; quindi i superiori lo inviano nel collegio del Salvatore a Buenos Aires e poi nella chiesa della Compagnia nella città di Cordoba, come direttore spirituale e confessore».
Chi legge, secondo te, che cosa dovrebbe capire? Che se p.Bergoglio è andato “in Germania per ultimare” (si noti la scelta del verbo!) “la tesi dottorale”, quello avrà fatto e dunque abbia il dottorato in teologia. Lo zelante estensore della nota biografica, deve aver pensato che non stava bene dire le cose come stanno. Chissà perché, poi. (San Pio X il dottorato non lo aveva di certo, ma il catechismo lo sapeva e lo insegnava bene. Che è quel che serve, dopotutto).
Rif. ore 10.36 – politicamente corretto
C’è sicuramente del “politicamente corretto” in quel dire – in tutte le biografie di Bergoglio papa – che è andato in Germania “a ultimare”, senza avere ultimato.
Ma mai nessuno ha detto o scritto che è “dottore in teologia” (tedesca).
Oppure si vuole che si scriva: “non ha conseguito il titolo di…”?. Qualcuno lo terra presente.
Si constata poi che il papa non parla e non vuole leggere in inglese, tedesco, francese. Non significa che non è un buon papa. Insegnare a vivere il Vangelo è più che leggere “in lingua” il Vangelo.
Come dice il Cuffini in fondo si tratta di baggianate. Giustamente annota che tutta la questione è stata gestita in modo molto approssimativo diciamo così alla carlona.
Tuttavia un risultato ha ottenuto. Ne parlavo l’altro giorno con una persona non particolarmente attenta ai fatti religiosi. Di tutta questa faccenda le era rimasta l’impressione che il Papa emerito avesse fortemente sponsorizzato contro ogni critica il Papa regnante.se questa era la volontà della comunicazione vaticana si deve dire che ha raggiunto obiettivo. La discussione circa la correttezza di questo modo di procedere è rimasta confinata tra la minoranza di coloro che seguono i fatti religiosi sulla stampa specializzata
La tesi di Dottorato su Romano Guardini, il Papa, non riuscì ad ultimarla.Lo afferma lui stesso in ” Aquel Francisco’ scritto da Javier Cámara e Sebastián Pfaffen con i quali collaborò alla stesura personalmente
“A Córdoba ripresi a studiare per vedere se potevo procedere un poco nella stesura della tesi di dottorato su Romano Guardini. Non riuscii ad ultimarla, ma quello studio mi ha aiutato molto per ciò che mi è accaduto dopo, compresa la scrittura della esortazione apostolica ‘Evangelii gaudium’, la cui sezione sui criteri sociali è tutta ripresa dalla mia tesi su Guardini”.
Personalmente, non credo che l’assenza del titolo accademico possa inficiare la qualità di un Pontefice: “San Pio X il dottorato non lo aveva di certo, ma il catechismo lo sapeva e lo insegnava bene. Che è quel che serve, dopotutto” . Ed è ciò che si chiede ad un Pontefice. Semplicemente. Che bisogno c’è di andarsi ad incartare in imbarazzanti espedienti che alla fine non fanno che ritorcesi contro chi li escogita, aumentando pesantemente il carico, di per sé già gravoso, che un Pontefice si porta sulle spalle lasciando intuire una possibile crisi, altrimenti a che pro?
Allora, dico: è’ troppo chiedere onestà e correttezza? Se non la si osserva per le cose minime, non oso immaginare …
dubbiosi), luglio 2017:
“Quello che mi ha più colpito nell’ultima conversazione con il cardinale, ora tornato a casa, è stata la sua naturale serenità, la sua pace interiore e la fiducia che aveva trovato. Sappiamo che è stato duro per lui, appassionato pastore e guida di anime, lasciare il suo ufficio, e proprio in un momento in cui la Chiesa aveva un urgente bisogno di pastori capaci di opporsi alla dittatura dello spirito del tempo e pienamente risoluti ad agire e pensare da un punto di vista di fede. Ma mi ha ancor più impressionato che nell’ultimo periodo della sua vita egli abbia imparato a lasciar procedere le cose, e a vivere sempre più con la certezza profonda che il Signore non abbandona la sua Chiesa, anche se a volte la barca è quasi sul punto di naufragare.”
Ambiguità interpretative ce ne sono poche.
Insomma, che gli lascino godere la vecchiaia in pace, senza cercare di tirarlo per la veste bianca.
Fabrizio Padula
Ne mancava un pezzo. Riprovo
Quando aveva qualcosa da dire, Ratzinger l’ha detto chiaramente (in maniera fin troppo netta, visto che si era impegnato al silenzio, ma non è questo il punto).
In morte del cardinal Meisner (uno dei 4 dubbiosi), luglio 2017:
“Quello che mi ha più colpito nell’ultima conversazione con il cardinale, ora tornato a casa, è stata la sua naturale serenità, la sua pace interiore e la fiducia che aveva trovato. Sappiamo che è stato duro per lui, appassionato pastore e guida di anime, lasciare il suo ufficio, e proprio in un momento in cui la Chiesa aveva un urgente bisogno di pastori capaci di opporsi alla dittatura dello spirito del tempo e pienamente risoluti ad agire e pensare da un punto di vista di fede. Ma mi ha ancor più impressionato che nell’ultimo periodo della sua vita egli abbia imparato a lasciar procedere le cose, e a vivere sempre più con la certezza profonda che il Signore non abbandona la sua Chiesa, anche se a volte la barca è quasi sul punto di naufragare.”
Ambiguità interpretative ce ne sono poche.
Insomma, che gli lascino godere la vecchiaia in pace, senza cercare di tirarlo per la veste bianca.
Fabrizio Padula
E’ strano che uno che pontifica ogni 2 X 3 (o 3 X 2) su papa Francesco rifiuti di leggere i testi di colui che sottopone quotidianamente a critiche. “Non penso di leggerli «nel prossimo futuro, tanto più che mi attendono altri impegni che ho già assunti” , vale per un novantenne che su quei teologi non ha voglia di documentarsi, non per chi con molti anni di meno.esprime continuamente giudizi.Ridicolo.
In un articolo scritto circa un anno fa, in occasione dei 90 anni del Card. Ratzinger, il teologo Andrea Grillo metteva in luce alcune criticità connesse alla situazione che vede la compresenza di un Papa “regnante” ed uno “emerito”. Il caso di cui si discute è figlio di questa situazione inedita che, come tutto ciò che si presenta per la prima volta, non è esente da problematicità anche profonde.
Bene sarebbe da una parte che un “emerito” tacesse per sempre e dall’altra che a nessuno venisse in mente di sollecitarlo a dichiarazioni di alcun tipo. Per altro, secondo me, Bergoglio non ha bisogno di nessuna attestazione da parte di Ratzinger, anche perché il cambio di paradigma nella storia recente della Chiesa cattolica è stato attuato da GPII e BXVI che hanno operato una progressiva ritirata dalle acquisizioni del CVII. Francesco sta soltanto riprendendo un filo che era stato interrotto da chi lo aveva preceduto, motivo per cui il suo pontificato si giustifica da sé e, piuttosto, sono i suoi predecessori che avrebbero dovuto spiegare la discontinuità che hanno introdotto rispetto al CVII. GPII e BXVI portano su di sé una responsabilità enorme, di avere interrotto il rinnovamento della Chiesa, non esente da fatiche e contraddizioni sia chiaro, iniziato da Giovanni XXIII e Paolo VI riportando la Chiesa su posizioni più arretrate da tutti i punti di vista. Francesco, pienamente figlio del Concilio e proveniente da una Chiesa meno ingessata e rigida di quella europea, ha ripreso a parlare una lingua evangelica che guarda al cuore del messaggio cristiano e lascia in secondo piano ciò che è secondario.
Il link all’articolo di Grillo è questo: http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt201704/170423grillo.pdf
Alberto Farina
Credo di poter dire senza tema di smentita che nella Storia sarà sempre così. Ogni qualvolta si mettono in atto dei rinnovamenti, ci saranno quelli che avranno seri dubbi su tali rinnovamenti e faranno dei passi indietro.
Ma, nonostante tutto, la vita incalza con la linfa nuova che la spinge ad andare avanti e a liberarsi del vecchio che la ostacola nel suo manifestarsi in pienezza.
È solo questione di tempo.
Andrea Grillo definisce i cinque anni del pontificato di Francesco “cinque anni di grazia e di libertà”.
Questo Papa “ha riacceso speranze, liberato energie, riscattato storie, superato blocchi, riaperto dialoghi, spiazzato inerzie di comodo e riscoperto primati dimenticati”.
Condivido tutto questo, e se qualcuno la pensa diversamente e non legge, non intende leggerli, i volumetti che illustrano la sua teologia, a me non può interessar di meno.
Intanto stasera ho conosciuto personalmente un prete molto noto in città, molto stimato, col quale ho avuto una lunga conversazione piacevolissima e che la pensa esattamente come me. E non è poca cosa.
Solo due osservazioni.
La lettera della quale stiamo parlando è una RISPOSTA ,dunque non è una iniziativa del papa emerito, il quale, come suggerisce alphiton farebbe meglio a tacere. Inoltre secondo qunato riportato da qualcuno sulla busta ci sarebbe anche stato scritto : personale !
BXVI aveva ben evidenziato come del CVII ci fossero due ermeneutiche: della continuità e della discontinuità. I fautori della ermeneutica della discontinuità fanno riferimento a un ( presunto ) spirito del concilio che andrebbe molto al di la’ dei “documenti” del Concilio stesso.
Comunque alphiton conferma che dire che c ‘e’ una ” continuità interiore ” – al di là della vaghezza della espressione – è quanto meno azzardato.
Condivido Zezza, e sottoscrivo!
Mi ripeto:
o l’elogio funebre che Ratzinger ha scritto per il cardinal Meisner è un’altra fake news (e non credo), oppure da quelle poche righe si capisce quasi tutto.
Fabrizio Padula
Ho sempre detto che fare dei confronti con i predecessori è inopportuno.
Per quanto riguarda il Vaticano II, mi pare chiaro che, al di là dei documenti, una discontinuità di fatto ci sia stata. La “continuità interiore” niente altro significa se non che la Chiesa procede sempre nell’ intento di realizzare il messaggio e la volontà del Cristo. Sono diversi però i modi con cui lo si fa. E questo dipende molto dalla interpretazione e dalla volontà di chi si trova a guidare la Chiesa. La quale, comunque, va avanti per opera dello Spirito.
Non saranno degli uomini a bloccare il suo progredire verso la completezza del Regno di Dio.
A mio avviso la “continuità interiore” di cui parla l’emerito Benedetto XVI va ravvisata nell’analoga disposizione spirituale che ha animato lui prima e il suo successore poi. Entrambi uomini votati completamente al bene della Chiesa. La linea teologica è però diversa, su questo non ci sono dubbi.
Alberto Farina
Lei conosce i documenti Boe? Mi dica, lei è proprio sicura di conoscere i documenti?
Da quello che scrive dubito fortemente che lei conosca un briciolo di quelle 4 Costituzioni -con rimandi, il più delle volte impliciti, ai Concili precedenti- una delle delle quali, la Lumen Gentium, di una complessità inaudita, per non parlare dei 9 Decreti e 3 Dichiarazioni alcuni dei quali-sia per quanto riguarda i Decreti che le Dichiarazioni- postumi rispetto alle Costituzioni ?
Lei non ha la più pallida idea altrimenti di cosa parla, altrimenti, se lo sapesse, se ne guarderebbe assai bene dal dire certe sciocchezze
E infatti i papi sono, o dovrebbero essere, TUTTI votati al bene della Chiesa. Se non loro chi altri?
Anche gli ecclesiastici inferiori dovrebbero avere la stessa finalità. Poi si vede che qualcuno però è andato abbastanza fuori strada, prendendo come “bene della Chiesa” il proprio pensiero “involuto” ( da “involuzione”) di bene della Chiesa.
Se si rimane fuori della vita e si proclamano teorie teologicamente belle-bellissime da mettere in cornice, si va fuori e non si tocca il cuore della gente. E la Chiesa resta indietro rispetto alla vita.
Io la penso così.
Victoria Boe ha in mente dei nomi precisi quando accenna a papi che vanno fuori strada, assumendo che il proprio pensiero corrisponda al bene della Chiesa. .
Il riferimento alle belle teologie lontane dalla vera vita è abbastanza esplicito.
I nomi non li fa – non ci si può esporre troppo, bisogna molto ” evangelicamente (?) ” lasciare ” chi vuole intendere intenda “.
Mi permetto io di indovinare : GPIi – BXVI e PVI ( almeno per quanto riguarda la HV ).
Ma , a ben guardare, quali sono stati i papi “buoni” secono Victoria?
GXXIII e poi? Certo non i PIO ( IX, X, XI e XII ) ne’ BXV ne LXIii.
Che sciocco! Dimenticavo che, come dichiarato da un autorevole personaggio, la Chiesa è rimasta indietro di 200 anni. I conti tornano.
Premetto che rimango sempre perplessa dal fatto che quando io scrivo, non vedo poi certi commenti che più tardi, stranamente, mi compaiono davanti qualche ora dopo che io ho espresso le mie opinioni.
Perché succede questo? Non lo so. Per me è un mistero.
Qua dovrebbe chiarire, io credo, il padrone del blog, se ne ha voglia. Altrimenti fa lo stesso. Il mistero resta.
Ma, detto questo, replico a chi con grande presunzione crede di essere la sola a conoscere certi documenti. Io li conosco quanto lei e forse più di lei. Ma di certo non ho la stessa sua presunzione di ergermi a difesa della verità. Né di condividere pienamente i documenti papali. Ho piena libertà di critica, se voglio esercitarla.
Dunque, la pallidità del parlare e la sciocchezza delle idee le lascio tutte a lei, che da sempre le ha dimostrate a pieno titolo, credendo di essere la vestale della cattolicità e del sapere cristiano, mentre ne è pressoché digiuna, a mio modesto avviso. La sua cattolicità, infatti, è stata superata da quel dì, fortunatamente, e io me ne sento estranea, come der resto tanti altri.
E da molto prima che arrivasse questo Papa, che ha il merito di dare prosecuzione al Vaticano II.
Quanto al sig. Zezza, posso dire solo che ancora una volta non ha capito una virgola del mio argomentare. Non me ne meraviglio.
Mi dispiace per il suddetto, ma io non ho nomi precisi di papi da fare. Considero una situazione generalizzata che sempre ha visto papi più aperti alla vita e papi più arroccati su posizioni arretrate.
Comprendo che ciò gli dia fastidio trovandosi lui sulle medesime posizioni arretrate.
Ma non faccia illazioni, per favore, su quali potrebbero essere i papi a me più graditi. Di certo uno a me graditissimo è l’ultimo Papa, e l’ho detto più volte e ne ho spiegato le ragioni. Ma io mi guardo bene dal fare raffronti inopportuni con i predecessori, che tutti, comunque, ho rispettato anche se non tutti suscitavano le mie simpatie. E ciò è nell’ordine delle cose.
Quanto al card. Martini, lui resta il mio punto di riferimento nella Chiesa. L’ho detto e lo ribadisco con piena convinzione. E non mi vergogno a farne il nome, tutt’altro. Lui per me è stato un GIGANTE della Chiesa cattolica.
Non è che “tornino i conti”, sig. Zezza. È, piuttosto, che i più intelligenti, i più illuminati, hanno sempre ragione e sono pienamente profetici. Avranno sempre oppositori, ma il tempo darà loro ragione.
Lo dice la Storia, sig. Zezza, non lo dico io.
“I nomi non li fa – non ci si può esporre troppo, bisogna molto ” evangelicamente (?) ” lasciare ” chi vuole intendere intenda “.”
Enorme sciocchezza, questa. Mi meraviglio che lei, Zezza, non si sia vergognato nello scriverla.
Io sono sempre stata diretta nel parlare e non ho fatto ricorso a sottintesi.
Non è nel mio stile, m lei non l’ha capito. Peggio per lei.
E non faccia citazioni evangeliche fuori contesto. Non è dignitoso.
A Victoria Boe delle 02.29. Chiarisco: questo commento l’hai scritto alle 02.29. Io ronfavo. Sono saltato su come un grillo solo ora e solo ora l’ho “autorizzato”. Se tu hai passato quattro ore ad aspettarlo è dovuto al mio sonno. Me ne scuso. Altra volta è perché sono al cappuccino, al banco del pesce, a tenere una conferenza. Per esempio ora vado alla Gregoriana dove sono impegnato in una lectio sulla “leaderscip nei media” fino all’ora di pranzo. Ci saranno degli intervalli e in essi mi collegherò. Ma potrebb’essere che qualche studente voglia parlare in quei momenti. Coordinare un blog è impresa avventurosa.
A proposito dello “io sono sempre diretta” con riferimento al post delle 20.37, penso che dovrebbe rileggerlo. A quali papi pensava scrivendolo? A Papa Borgia o a qualche altro papa medioevale o rinascimentale?
Comunque non siamo noi i migliori giudici di noi stessi, anche quando siamo in buona fede.
Povera Victoria Boe, poveretta!
Grazie, Luigi, per i chiarimenti. Mi fa piacere sapere che tu di buon mattino salti dal letto come un grillo (a differenza di me), pronto a sbrigare faccende importanti. Ciò indica vitalità e bella disposizione d’ animo.
Buona, proficua, conferenza stamane, e buona giornata.
Victoria Boe scrive,
17 marzo 2018 @ 2:29
A proposito di digiuno, visto che siamo in quaresima, preghi di più Boa e scriva di meno, ma soprattutto scriva e dica meno sciocchezze:non si accorge che è ad un passo dall’inedia pressoché totale? Come disse quel tale, di cui ora non mi sovviene il nome, lei amo molto parlare di niente; è l’unico argomento di cui sa tutto!
Coordinare un blog è impresa avventurosa.
Firmato: Luigi “Indiana Jones” Accattoli.
🙂
Per informazione:
Riguardo alla famigerata lettera, il sito Internet di Avvenire è ancora fermo alla prima versione di lunedì 12 marzo, quella idilliaca e mutilata.
Nessuna integrazione, nessuna precisazione.
Insabbiare tutto, mi raccomando.
Cara signora, come mai si arroga il diritto di darmi indicazioni circa la quaresima? Proprio lei? Che ne sa lei di come io trascorro il tempo della quaresima?
Non le pare che la sua presunzione abbia raggiunto il culmine dell’impudenza?
La sottoscritta parla quando vuole e come vuole; e se a lei o ad altri il mio dire non interessa, la cosa non mi riguarda affatto.
Lei è libera di non leggere i commenti di chi “parla di niente”. Dovrebbe non leggerli, infatti, sapendo che solo di “sciocchezze” si tratta e che potrebbero causarle il mal di pancia.
Ho il dubbio però che invece le interessino parecchio le mie sciocchezze, se non altro per darle l’ ennesima occasione di insultarmi.
Solo me, peraltro. E perché mai, di grazia?
Sicura che in lei non operi un tarlo malevolo che riprende vita ogni volta che vede un mio scritto?
Faccia il favore di non provocarmi. Mi ignori così come io sono solita ignorarla.
Non costringa il padrone del blog a intervenire per cancellare le sue sgangherate impertinenze.
poveretti, quelli di Avvenire sono rimasti fermi alla prima puntata de
” Quer pasticciaccio brutto de la Segreteria de la comunicazione vaticana”
da allora si sono susseguiti colpi di scena, l’ultimo dei quali oggi:
La lettera di Ratzinger avrebbe un altro paragrafo inedita e neppure letto da Mons. Vigano’!
il tale ultimo paragrafo si spiegherebbero i motivi del rifiuto di Ratzinger di scrivere la prefazione ai volumetti :
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/03/17/ancora-sulla-lettera-di-benedetto-xvi-ce-un-altro-paragrafo-in-cui-scrive/
“ll motivo addotto da Benedetto XVI nelle righe finali della sua lettera – ci dice una fonte inoppugnabile – è la presenza tra gli autori di quegli undici volumetti di due teologi tedeschi e soprattutto di uno, Peter Hünermann, che è stato critico implacabile sia di Giovanni Paolo II che dello stesso Joseph Ratzinger come teologo e come papa.”
AHI AHI, AI TURIFERARI ci vorranno ventose per arrampicarsi su gli specchi per spiegare e giustificare questo ultimo , devastante, particolare…..
Alla prossima puntata di “Quer pasticicciaccio b rutto dela Segreteria de la Comunicazione Vaticana” !!
Cuffini, Andrea Salvi avete preparato le ventose? se non siete l’Uomo Ragno la vedo dura.. dimostrare la “continuità interiore”..fra l’Emerito e il regnante , Continuità interiore forse sì ma teologica no, a quanto pare , visto che teologi fieramente avversi a Ratzinger hanno firmato i volumetti di Bergoglio!
https://www.ilfoglio.it/chiesa/2018/03/17/news/benedetto-xvi-papa-francesco-teologia-lettera-vigano-184654/
“Come poteva, d’altronde, Benedetto XVI elogiare un testo alla cui stesura avevano attivamente partecipato i teologi tedeschi Jurgen Werbick e Peter Hünermann? Entrambi contestarono in modo aperto per decenni il pontificato teologico di Giovanni Paolo II, additando l’allora prefetto Joseph Ratzinger come promotore di un ritorno al passato – “lui è cresciuto nella vecchia epoca, con la vecchia teologia precedente il Concilio”, disse di recente Hünermann –”
Ed ora vogliamo sentire come i teorici della “continuità” risolvono questo problemino logico:
se i teologi Jurgen Werbick e Peter Hunermann hanno contestato duramente la teologia dei tempi di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI , ed ora firmano un elogio a quella di Francesco, come si può dimostrare che vi sia continuita’ teologica fra l’attuale papa e i suoi predecessori?
il candidato risponda brevemente e senza insulti, please.
Venturi svegliati.
La continuita’interiore l ha dichiarata Ratzinger.
Se è vero il testo riportato dal Foglio, la questione assume aspetti che dire “grotteschi” è poco. Ma come una lettera “riservata e personale” che contiene anche una appendice anche un po’ risentita per la proposta avanzata è stata strumentalmente fatta passare per un endorsement del papa regnante da parte del papa emerito?
Ha ragione quel sito che chiede le dimissioni immediate di chi ha architettato il tutto.
Per salvaguardare l’immagine del Papa regnante!
Hai letto l’ultima paragrafo della lettera di Ratzinger ,Cuffini?
Quella uscita solo oggi che inizia con le parole:mi meraviglio….
Forse se Ratzinger parla di continuita’interiore e non di continuita’teologica un motivo c’e’..ed e’che I teologi dei volumetti della teologia di Bergoglio non sono affatto in continuita’con la sua teologia e con quella di GPII.
Ultima parte della lettera quella neppure LETTAda mons. Vigano’.
A questo punto sarebbe veramente una opera meritoria da parte di Luigi Accattoli pubblicare la lettera didintera Ratzinger intera dalla prima all’ultima riga senza tagli.
Sono d’accordo con la tradizionalista Venturi che non vi sia continuità teologica e non lo ritengo un problema. D’altronde Ratzinger, come il suo predecessore, sono stati papi fortenemente divisivi. Così si è espresso su di lui il vaticanista Mario Politi un anno prima della rinuncia:
«Joseph Ratzinger non doveva diventare papa. Non poteva. Secondo le regole non scritte dei conclavi una personalità così ‘polarizzante’ non sarebbe mai riuscita a ottenere i due terzi dei voti necessari per essere eletto. Invece il 19 aprile 2005, dopo un’elezione tra le più rapide dell’ultimosecolo, il tedesco Ratzinger si affacciò sorridente alla Loggia delle Benedizioni. Chi varca il Portone di Bronzo impara presto cosa significa il termine ‘polarizzare’. Significa creare con dichiarazioni, gesti e idee un campo di tensione così forte da spaccare la Chiesa tra visioni differenti»: dopo sei anni di pontificato Benedetto XVI è ancora un pontefice che divide. Eletto per rassicurare la parte di Chiesa in cerca di autorità e identità, il papa ha messo a disagio il cattolicesimo che si ispira al Concilio Vaticano II; con una citazione sprezzante su Maometto ha provocato uno scontro violento con l’Islam; elogiando Pio XII e togliendo la scomunica al vescovo negatore della Shoah ha causato una serie di crisi con l’ebraismo; le sue frasi sull’Aids hanno suscitato reazioni di protesta in tutto il pianeta; non ha affrontato questioni come il calo dei sacerdoti e il ruolo della donna…”
Come già ho detto con Francesco è tornato a soffiare il vento del Concilio, quindi viva Francesco…
Alberto Farina
Sì, viva Francesco!
Però bisogna dire come stanno veramente le cose.
Nel 2005 durante il conclave ci furono due “fazioni”:
una tradizionalista e una progressista. Quest’ultima vedeva la sua guida nel card. Martini, il quale non potendo accogliere, per motivi di salute, la nomina al papato, fece convogliare i voti verso Bergoglio, un cardinale allora sconosciuto ai più ma non a Martini. E Bergoglio ricevette moltissimi voti e si avviava verso l’elezione; ma non sentendosi pronto per un incarico così impegnativo, chiese che non lo eleggessero. E allora i suoi voti furono dirottati.
Fu allora che le preferenze andarono in maggioranza a Ratzinger, che dunque venne eletto legittimamente.
Questo io ho sempre saputo schematicamente.
Se Accattoli, sempre molto informato, sa qualcosa di diverso, mi piacerebbe che intervenisse per chiarire e magari anche per smentirmi, se è il caso; sempre che voglia farlo, naturalmente.
Alla fine ieri sera, rompendo il silenzio che durava da lunedi, ha capitolato pure Avvenire.
Sul conclave in cui fu eletto Ratzinger, segnalo questo articolo:
https://it.aleteia.org/2015/07/18/quel-cardinale-strisciante-che-voleva-far-cadere-ratzinger-e-martini/
Difficile che un Martini già malato non avesse indicato di spostare i suoi voti su Bergoglio. Penso ,invece, che abbia un senso l’altro pezzo riferito dal confessore di Martini, Padre Fausti, cioè una sorta di accordo fra l’emerito di Milano e il cardinale tedesco su una sorta di pontificato a tempo del secondo, in funzione dei risultati ottenuti in ordine alla riforma della Curia romana.
Alberto Farina
Rif 7:20
Era ora che questa ridicola pantomima capitolasse!!
A proposito di pantomima: eh, caro Luigi Accattoli, attento a non sforare di troppo nell’approvare i commenti della Boe: rischi il linciaggio, hai visto si, come ci batte di cassa. Mica possono passare in cavalleria quella sorta di commenti . Stiamo scherzando veramente. Guai a te Accattoli se t’azzardi a ronfa’ te lo da’ lei te lo da’, la Boe. La cosa è seria, er pezzo è grosso” che te’ credi, de’ pote’ ronfa’ quando te pare e piace!?
Eh no, caro Accattoli, prima la Boe, poi …se ci scappa il tempo, puoi anche ronfare.
Eh,Luigi Luigi meglio riderci, una risata di tanto in tanto è come il vino rosso: fa bene alla salute!
Buona quinta di Quaresima.
P.S
nella nostra Chiesa, abbiamo già velato le croci e le immagini sacre secondo una’antica Tradizione (La Velatio) la cui pratica fu universalmente abbandonata dopo la Riforma Liturgica del CVII sulla scorta del solito malinteso “spirito del Concilio”. Si rese necessario, come al solito, un intervento postumo e chiarificatore -tanto per cambiare quando si parla del Concilio- circa l’opportunità di conservare e recuperare questa usanza, come indicato nella lettera circolare “Paschalis sollemnitatis” del 16 gennaio 1988.
Sulla questione della lettera il link alle parole sempre acute ed illuminanti del teologo Andrea Grillo. Acutissimo in particolare l’ultimo paragrafo.
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt201803/180318grillo.pdf
Infine una mia considerazione: ma alla fine all’uomo comune e al cattolico medio di questa querelle per la quale noi ci si accapiglia, gliene frega qualcosa? Penso proprio di no.
E la figura di Bergoglio ne viene in qualche modo sminuita? Io penso proprio di no. Anzi la sua figura giganteggia ancor più rispetto ai nani che gli stanno intorno,che hanno maldestramente creduto di fargli un favore, e al livore dell’emerito per chi ha osato in passato formulare delle critiche nei suoi confronti.
Alberto Farina
All’uomo comune e al cattolico medio non importa niente di faccende come queste. E la figura di questo Papa non viene scalfita. Poco ma sicuro. Però è vero che le mormorazioni toccano la Chiesa-Istituzione in generale.
Quando si viene a sapere, anche per solo sentito dire, che in essa qualcosa non funziona, la voce si propaga e la credibilità della Chiesa viene sminuita.
Della Chiesa e non del Papa.
Chi sta montando un caso su questa faccenda, non si rende conto del danno che produce all’Istituzione.
Mi fa ridere che i più accaniti siano i conservatori, che ci ricamano sopra e credono che a subirne le conseguenze sia il Papa.
Ancora una volta non hanno capito niente.
Rif 13; 11
Una figura gigantesca non si circonda di nani. Se, chi la circonda, arriva a servirsi di una epistola privata dell’Emerito per fare propaganda al papa regnante, evidentemente, buon senso mi fa dire non solo che un gigante di propaganda non ha bisogno, ma che si è avvertita la necessità di trovare in Benedetto XVI uno sponsor credibile, ideale, evidentemente di tale espediente c’era bisogno .
Trovo questo atto di disonestà intellettuale il sintomo di un malessere che il cattolico comune probabilmente non avverte in modo cosciente. Ma, la storia insegna, che è proprio il pericolo inavvertito la più infida delle situazioni, lo scivolamento progressivo e lento verso derive imprevedibili.
In Quanto al supposto “livore”, frase che trovo infelice non solo perché riferita ad un venerabile del quale supplicare ogni giorno lunga vita. Ma perché seppur emerito Benedetto XVI è un Papa che ha saputo contrastare per trentatré anni la prospettiva di uno spirito riformatore in progress attirandosi addosso le ire di molti. Non sarà certo il parere del vescovo tedesco a suscitare turbamento, Lui, che ne ha viste, subite e vissute tante, ma
tante nella sua lunga vita..Quando attaccato, in forza della sua preparazione, cristallino nella coerenza, ha sempre saputo tener testa impavido, fino allo stremo, fino ad interrompere amicizie di lunga data, importanti.
Sarà il caso, e sicuramente mai come in questa circostanza lo è, rammentare la frase profetica che l’Emerito pronunciò in quella Santa Messa officiata poco prima di entrare in Conclave -servendosi delle parole di Basilio uno dei Padri di Nicea- in tono perentorio riferendo agli anni drammatici che seguirono il Concilio i cui postumi delle tante storture sono tutti li, come una croce addosso alla Chiesa, questa frase :” il grido rauco di coloro che per la discordia si ergono l’uno contro l’altro, le chiacchiere incomprensibili, il rumore confuso dei clamori ininterrotti ha riempito ormai tutta la Chiesa falsando, per eccesso o per difetto, la retta Dottrina della fede..”
Molti sono i colpevoli additati da Ratzinger ora estimatori di Bergoglio, e,si vorrebbe postulare una continuità tra i due pontefici, attagliare a tutti i costi un abito che non entra per misura. Operazione indicativa di un profondo stato di frustrazione.
Punto primo.
Salvo ripertizioni paro paro, la citazione riportata nel commento sopra fu pronunciata da Benedetto, già papa, ma alla vigilia del Natale 2005. Null’affatto nel corso di una Messa, ma nel corso degli Auguri Natalizi alla Curia.
DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
ALLA CURIA ROMANA IN OCCASIONE
DELLA PRESENTAZIONE DEGLI AUGURI NATALIZI
http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2005/december/documents/hf_ben_xvi_spe_20051222_roman-curia.html
Punto secondo.
Interessante notare come la citazione, che venne pronunciata certamente con riferimento al postConcilio di cui nella ultima parte di quel discorso si parla, viene citata ” al negativo” :
” Nessuno può negare che, in vaste parti della Chiesa, la recezione del Concilio si è svolta in modo piuttosto difficile, ANCHE NON VOLENDO APPLICARE A QUESTI ANNI LA DESCRIZIONE CHE IL GRANDE DOTTORE DELLA CHIESA san Basilio, fa della situazione della Chiesa dopo il Concilio di Nicea: egli la paragona ad una battaglia navale nel buio della tempesta, dicendo fra l’altro: “Il grido rauco di coloro che per la discordia si ergono l’uno contro l’altro, le chiacchiere incomprensibili, il rumore confuso dei clamori ininterrotti ha riempito ormai quasi tutta la Chiesa falsando, per eccesso o per difetto, la retta dottrina della fede …” (De Spiritu Sancto, XXX, 77; PG 32, 213 A; SCh 17bis, pag. 524)
Punto terzo.
Benedetto viene definito qui sopra ” un Papa che ha saputo contrastare per trentatré anni la PROSPETTIVA DI UNO SPIRITO RIFORMATORE IN PROGRESS attirandosi addosso le ire di molti.” Ora: le righe non sono di chi scrive , ma prese di sana pianta da Marco Politi ” J:RATZINGER- Crisi di un papato”
https://books.google.it/books?id=uSKODAAAQBAJ&pg=PT63&lpg=PT63&dq=PROSPETTIVA+DI+UNO+SPIRITO+RIFORMATORE+IN+PROGRESS&source=bl&ots=QGMjxahF2a&sig=7ijx_SIvir4GwAb__X-zBGGmobk&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjk_JznmfbZAhUHyKQKHZbMC44Q6AEIKDAA#v=onepage&q=PROSPETTIVA%20DI%20UNO%20SPIRITO%20RIFORMATORE%20IN%20PROGRESS&f=false
Potrebbero essere scritte anche dall’arcangelo Gabriele in persona, ma contengono uno svarione di prima caratura.
Quale spirito riformatore osteggiato d’Egitto?
In quello stesso discorso, in cui BXVI espone con chiarezza la sua distinzione tra la ermeneutica conciliare della rottura e quella della continuità, non c’è affatto un attacco allo “spirito riformatore” del Concilio, ma al contrario, c’è la sua esaltazione. Si legge testualmente:
” Da una parte esiste un’interpretazione che vorrei chiamare “ermeneutica della discontinuità e della rottura” ….Dall’altra parte c’è l’“ermeneutica DELLA RIFORMA”, del rinnovamento nella continuità dell’unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato; è un soggetto che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo però sempre lo stesso, unico soggetto del Popolo di Dio in cammino….All’ermeneutica della discontinuità si oppone l’ermeneutica della riforma, come l’hanno presentata dapprima Papa Giovanni XXIII nel suo discorso d’apertura del Concilio l’11 ottobre 1962 e poi Papa Paolo VI nel discorso di conclusione del 7 dicembre 1965…. È chiaro che questo impegno di esprimere in modo nuovo una determinata verità esige una nuova riflessione su di essa e un nuovo rapporto vitale con essa; è chiaro pure che la nuova parola può maturare soltanto se nasce da una comprensione consapevole della verità espressa e che, d’altra parte, la riflessione sulla fede esige anche che si viva questa fede. In questo senso il programma proposto da Papa Giovanni XXIII era estremamente esigente, come appunto è esigente la sintesi di fedeltà e dinamica.
….È proprio in questo insieme di continuità e discontinuità a livelli diversi che consiste la natura della vera riforma. In questo processo di novità nella continuità dovevamo imparare a capire più concretamente di prima che le decisioni della Chiesa riguardanti cose contingenti – per esempio, certe forme concrete di liberalismo o di interpretazione liberale della Bibbia – dovevano necessariamente essere esse stesse contingenti, appunto perché riferite a una determinata realtà in se stessa mutevole.Così le decisioni di fondo possono restare valide, mentre le forme della loro applicazione a contesti nuovi possono cambiare.”
In definitiva lo spirito riformatore contrapposto allo spirito di rottura.
Innovazione nella continuità.
Chiamiamo le cose con il loro nome, se no si fa solo una grandissima confusione.
Ne discende tra l’altro che la “continuità interiore” con Francesco, che Benedetto ha comunque sottolineato (e che resta come una delle poche cose chiare del guazzabuglio mediatico di questi giorni) è la stessa continuità ribadita in questo discorso del 2005, e in molte altre occasioni, con Paolo VI e con Giovanni XXIII.
Null’affatto una continuità “postulata” : postulata, de che? Difficile che Ratzinger postuli, generalmente sviscera e argomenta con lucidità di ragionamento. Una continuità di fondo che, su questo stesso blog, a suon di citazioni letterali e virgolettati autentici e rintracciabili, Accattoli ha una quantità di volte dimostrato su una quantità di temi , tutte puntualmente registrate negli archivi di questo blog.
Il che non significa certamente che il pontificato di Francesco sia un clone di quello di Benedetto.Ma quando mai lo sono stati, i vari pontificati? Questa è una forza e una ricchezza della Chiesa, non una sua debolezza.