Dopo la celebrazione delle ore 11.00
Motivazioni del conferimento de “La Spiga d’Oro 2017” da parte del
Comitato della Festa del Covo di Campocavallo di Osimo:
A Luigi Accattoli, apprezzato vaticanista prima di Repubblica e poi del Corriere della Sera, giornalista, scrittore e conferenziere di chiara fama. Persona molto acuta, equilibrata nei suoi articoli e profonda nelle sue riflessioni, è rimasto fedele ai valori della sua terra natia, mai dimentico delle proprie radici contadine e locali.
Grazie. Grazie a tutti. Mai avrei immaginato di ricevere da voi, qui, questo riconoscimento. Ringrazio pieno di sorpresa.
Io sono di qui, qui vicino sono nato, qui sono cresciuto, qui sono sempre tornato. Ventidue giorni fa ero qui per il matrimonio di una nipote, in occasione del quale gli sposi mi hanno chiesto di leggere la “seconda lettura” che ho letto da questo microfono. Qui vicino sono i miei morti, qua intorno i miei parenti. Sono andato lontano, ho perso – forse – la cadenza dialettale, ma sempre sono restato uno di qui. Uno di voi.
Sono nato in territorio di Recanati, contrada Cantalupo, parrocchia di Bagnolo. Quella parrocchia confina con questa di Campocavallo. Poco dopo la nascita, quand’ero alle elementari, la famiglia si è trasferita da un lato all’altro di quella via Settefinestre ed ecco che da questa parte era Campocavallo.
Qui si veniva a comprare il sale e i fiammiferi: lo spaccio “Sale e Tabacchi” di qui era il più vicino a casa nostra. Qui si veniva a imbucare le rare lettere che si scrivevano ai fratelli che erano andati militari e a comprare il pane quando non bastava quello di casa. Quando arrivarono le prime motociclette e ancora non le sapevamo usare e restavamo senza benzina, noi ragazzi venivamo qui con un fiasco impagliato in mano a comprare la benzina. Che buon odore aveva quel fiasco al nostro naso contadino.
Qui si veniva in pellegrinaggio parrocchiale, da Bagnolo, ogni anno a maggio. Ricordo da piccolissimo quell’arco qui a sinistra da dove pendeva e pende la corda della campana che non finivo di guardare quando veniva suonata. Qui si veniva – ovviamente – per la festa del Covo, che era il più grande raduno rispetto a quanti ne avvenivano tra tutte le contrade che qui convergono. In quell’occasione agostana anche si andava al fiume – dai contadini che “facevano l’orto” – per una scorpacciata di anguria.
Qui si coltiva il grano. La festa del Covo è la festa del grano. Con il grano si fa il pane e con il pane si fa l’Eucarestia. Già il pane è santità perché è vita delle persone. Sull’altare il pane è due volte santità perché due volte “pane di vita”. Grazie di avermi richiamato a questi misteri. Grazie d’aver pensato a me.