“Il più immediato dei segni di Dio è certamente l’attenzione al prossimo, secondo quanto Gesù ha detto: ‘Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me“: l’ha detto stamane il papa a Viterbo. Stava parlando dell’attenzione che dobbiamo avere per i “segni di Dio” e aveva appena pronunciato questa frase: “Ascoltare la sua parola e discernere i suoi segni deve essere l’impegno di ogni cristiano e di ciascuna comunità“. Ecco dunque come interpreto l’espressione “il più immediato dei segni di Dio”: che il primo – il più prossimo a ognuno – tra i segni, le vie, le manifestazioni della presenza di Dio tra noi è l’amore per il prossimo. Mi ricorda quanto Benedetto aveva detto in un bellissimo saluto domenicale del giugno scorso: “Dio è tutto e solo amore” (vedi post dell’8 giugno). Sono contento delle parole di questa mattina e prometto di approfondirle con la lettura di un documento del vescovo di Viterbo sull’attenzione ai segni di Dio che il papa aveva preso a spunto della sua riflessione. Esulto quando sento affermare che ogni attenzione al prossimo è un segno di Dio. Ne tiro l’incoraggiamento a pensare che l’incontro con Dio non sia oggi più raro che in altri tempi. Potrebbe anzi essere più frequente.
Benedetto: “Il più immediato dei segni di Dio”
61 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Il più immediato dei segni di Dio è certamente l’attenzione al prossimo, secondo quanto Gesù ha detto: ‘Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me“
———————————-
l’attenzione al prossimo è segno di Dio,
ma solo a certe condizioni,
per esempio
se propugna la libertà religiosa,
ma non la libertà insita nei diritti universali dell’uomo,
se è assolutamente contro gli aborti,
ma non sia troppo rigido contro la pena di morte,
se è convinto che la democrazia non è la migliore modalità di vita della polis
e non sia rigido contro le varie dittature che rispettano la Chiesa.
Sig. Matteo,
sinceramente è stancante leggere sempre le stesse critiche indipendentemente dal contenuto dell’articolo proposto.
Si potrebbe discutere su che cosa lei intenda quando sottintende che la Chiesa non propugni la libertà nei diritti universali dell’uomo. Parla dell’aborto? Da quando l’aborto è un diritto universale dell’uomo? Parla del matrimonio tra persone dello stesso sesso? Da quando il matrimonio gay è un diritto universale?
Sulla pena di morte, inoltre, lei è particolarmente disinformato (negligenza o proposito) e ha sorvolato sulle numerosissime campagne contro la pena di morte di Giovanni Paolo II
Gesù non venne a fondare un regno terreno e i Vangeli testimonia del suo disinteresse verso questo campo: il suo regno è di un altro mondo.
Lei crede che la chiesa anglicana sia meno politicizzata? Il capo ne è la regina d’Inghilterra e suoi vescovi siedono nella camera dei Lords. Sui contatti continui delle varie chiese ortodosse col potere nazionale (basti vedere i recenti sviluppi in Russia) basterebbe cercare in google, per una prima infarinatura.
La sfido inoltre a trovare una qualsiasi associazione, religiosa o no, che possa vantare una più capillare e duratura presenza nei continenti più poveri nella cura dei malati e dei poveri della Chiesa Cattolica. Solo in India, dove i cattolici costituiscono solo 1.5% della popolazione gestisce: Scuole di addestramento: 1.524; Pensione, Ostelli: 1.765; Orfanotrofi: 1.085;
Creches: 228; Ospedali: 704; Dispensari/Centri di Salute: 1.792;
Leprosari: 111; Centri di Riabilitazione: 102; Case di riposo per anziani, privi, invalidi e sfidati fisicamente: 455.
Non parliamo dell’Africa!
Ma lei è mai stato in una mensa della Caritas o gestita da religiosi? Non mi pare che i partiti italiani, che tanto parlano di diritti ecc. organizzino aiuti così diretti a chi ne ha veramente bisogno!
E lei mi vorrebbe far credere che la Chiesa Cattolica non è in primissima fila nella cura del prossimo?
Leggere post come il suo mi mettono molta tristezza!
Buon Giorno.
Ma cosa ha detto mai il Papa!!!
Per affermazioni di questo genere io e Cherubino (che approfitto per salutare) e altri amici, siamo stati accusati di “eresia” e coperti da palate di poco gratificanti epiteti, che evito di riportare.
Chissà che chi diceva quelle cose ora cambi idea, o “archivierà” nel più recondito della mente le parole del Papa.
O penserà idem anche del Papa, senza dirlo???
Chissà?
Purtroppo noto che c’è in giro troppi affetti da “bipolarismo”.
Termine che non riferisco alla politica, ma alla “medicina”.
Un disturbo che si presenta molto di frequente.
Saluti a tutti.
Gentile signor Jacu,
a me non interessa se lei si stanca di leggere quello che io riscontro nella vita,
che lei si stanchi è un problema suo.
Vedo che come Feltri, anche a lei piace buttarla sul personale,
pur non conoscendomi. Parenti?
Sembra che lei vuole difendere d’ufficio la Gerarchia.
Caritas, scuole pensioni e quant’altro, non è la gerarchia a portarle avanti, ma nella stragrande maggioranza dei casi il volontariato cattolico e i religiosi che non sono necessariamente gerarchia. Le sfugge?
Spesso la Gerarchia in certi istituti sta a mantenerne il controllo amministrativo e a garantirne la cattolicità dell’istituto onde averne i giusti vantaggi fiscali. Ipocrisia?
Su pena di morte, lei finge di non sapere che la Gerarchia e Vaticano sono bravissimi a predicare, ma preferiscono appoggiare politiche che sono di appoggio alla pena di morte purchè siano contro l’aborto,
come dire…….
l’importante è che nascano,
poi possono pure morire !!!
Sui diritti universali dell’uomo, lei ha una concezione molto ristretta,
solo froci e aborto,
non le sfiora minimamente in mente tutto il resto.
Non le piacciono questi argomenti ?
Io il salame lo mangio non me lo metto sugli occhi.
Ognuno può vedere solo il proprio comodo, quello che gli fa più piacere.
Il mio essere cattolico, non mi fa rendere cieco davanti alle contraddizioni umane.
Lei farà quello che le pare.
Poi su froci e aborto sono argomenti che lascio a lei, visto che ci si trova benissimo.
Io quando trovo commenti che non mi piacciono posso decidere di saltarli o di confrontarmici.
Lo so che per molti l’esercizio del libero pensiero e della libertà di parola è un crimine, soprattutto per i fondamentalisti,
ma si sarà costretti a farsene una ragione
@Matteo
Mi permetto un tentativo di interpretazione del disagio che io pure provo di fronte ai suoi interventi; il blog del nostro ospite l’ho sempre seguito con passione anche per una questione di stile, oltre che per i contenuti: intendo lo stile “educato” degli interventi, il tono generalmente meno gridato (meglio “non gridato”) che in altri simili. Nessuno mette in discussione la legittimità e doverosità del dissenso, dell’ironia garbata, della presa di posizione anche severa. Piuttosto a non convincere è la forma.
– se a scrivere è un “cattolico” – a mio avviso non può dimenticare che, nonostante tutto, sta parlando – passi! – di sua Madre, la Chiesa; nessuno dice alla propria mamma “p******” e se altri tale la definiscono, se ne inalbera
– se ad intervenire è un “laico” o agnostico o ateo o indifferente, almeno per una questione di elementare educazione, nel tenere i toni all’interno dei margini di urbanità; la “propria” verità si può dire in molti modi, e quello gridato non è sempre il più convincente. Senza dire che il linguaggio con cui viene valutata la Chiesa cattolica ai nostri giorni non è adoperato per nessun’altra realtà civile o sociale, nemmeno per le dittature più spietate… e, in genere, – per fortuna – non viene restituito dalla Chiesa come pan per focaccia…
Questo è uno dei pochi blog ove a mio avviso il confronto è retto, non bigotto, aperto e leale. Ci terrei a che rimanesse tale. Scusate l’OT.
Stephanus,
quando tu dici che la Chiesa si è adoperata in ogni parte del mondo,
ti do pienamente ragione.
La Chiesa nel suo essere l’intero popolo di Dio comprendente clerici e laici in ogni parte del mondo dà una splendida testimonianza del Corpo di Cristo, nonostante le contraddizioni insite in un “Corpo temporale e umano”.
Diversamente vale per la Gerarchia ecclesiastica che non si può intendere come l’interezza della Chiesa.
La Gerarchia, molto spesso nella Storia ha perseguito obiettivi di potere, di compromessi con i vari poteri del mondo.
In questo è sufficiente un qualsiasi libro di Storia della Chiesa per rendersene conto.
Il mio non vuol essere dissenso,
nel modo più assoluto,
non posso dissentire da fatti storici
in cui anche la Chiesa/Popolo di Dio ha contribuito a sviluppare la Storia degli uomini.
Quello che è un dono a tutto il Popolo di Dio
non può essere confuso con le azioni spesso di servizio oblativo
ma anche spesso discutibili di governo o di diplomazia nazionale o mondiale della Gerarchia ecclesiastica.
Si può accettare una confusione affettiva nei riguardi della Chiesa Universale ??
La Chiesa Cattolica e quindi universale, è mater = madre
non è mamma.
Mamma è un titolo che si può istintualmente e carnalmente dare alla mia genitrice e al massimo alla Mamma di Gesù.
Gesù non ha consegnato la Chiesa come madre,
ha consegnato la sua Mamma come madre.
Dunque discernere nella Chiesa,
è un atto di esercizio della libertà che ci è donata da Dio,
non è ipso facto dare della “puttana”…
E’ importante fare chiarezza,
e non lasciarsi sottomettere dalle emozioni.
Ho trovato intrigante la vignetta del notissimo Gioba,
come profonda la riflessione sulla Parola
http://www.gioba.it/?p=566#comments
@ Matteo
Grazie.
Matteo, che tu abbia del risentimento, o addirittura del rancore verso le istituzioni della chiesa è una cosa che posso capire rifacendomi alla tua vicenda personale, che ormai credo di immaginare abbastanza bene. Ma perché devi riversarlo in ogni tuo commento, sempre e comunque? Perché chi ha – per grazia ricevuta, senza alcun merito, anzi … – una visione più serena e positiva della chiesa e la esprime, reagendo ai tuoi attacchi, deve essere sempre e comunque tacciato di servilismo, di imbecillità o peggio?
Gratia Dei, vita aeterna
Buon Pomeriggio.
Una poesiadi Pascoli. Che vi faccia riflettere.
Era il tramonto: ai garruli trastulli
erano intenti, nella pace dell’oro
dell’ombroso viale, i due fanciulli.
Nel gioco, serio al pari d’un lavoro,
corsero a un tratto, con stupor dei tigli,
tra lor parole grandi più di loro.
A sé videro nuovi occhi, cipigli
non più veduti, e l’uno e l’altro, esangue,
ne’ tenui diti si trovò gli artigli,
e in cuore un’acre bramosia di sangue;
e lo videro fuori, essi, i fratelli,
l’uno dell’altro per il volto, il sangue!
Ma tu, pallida (oh! i tuoi cari capelli
strappati e pésti!), o madre pia, venivi
su loro, e li staccavi, i lioncelli,
ed “A letto” intimasti “ora, cattivi!”
A letto, il buio, li fasciò, gremito
d’ombre più dense; vaghe ombre, che pare
che d’ogni angolo al labbro alzino il dito.
Via via fece più grosso onde e più rare
il loro singhiozzo, per non so che nero
che nel silenzio si sentia passare.
L’uno si volse, e l’altro ancor, leggiero:
nel buio udì l’un cuore, non lontano
il calpestio dell’altro passeggero.
Dopo breve ora, tacita, pian piano,
venne la madre, ed esplorò col lume
velato un poco dalla rosea mano.
Guardò sospesa; e i buoni oltre il costume
dormir li vide, l’uno all’altro stretto
con le sue bianche aluccie senza piume;
e rincalzò, con un sorriso, il letto.
Uomini, nella truce ora dei lupi,
pensate all’ombra del destino ignoto
che ne circonda, e a’ silenzi cupi
che regnano oltre il breve suon del moto
vostro e il fragore della vostra guerra,
ronzio d’un’ape dentro il bugno vuoto.
Uomini, pace! Nella prona terra
troppo è il mistero; e solo chi procaccia
d’aver fratelli in suo timor, non erra.
Pace, fratelli! E fate che le braccia
ch’ora o poi tenderete ai più vicini,
non sappiano la lotta e la minaccia
E buoni veda voi dormir nei lini
placidi e bianchi, quando non intesa,
quando non vista, sopra voi si chini
la Morte con la sua lampada accesa.
Ciao a tutti.
Grazie, Ubi.
OT (scusate mi affaccio sul pianerottolo per riprendere fiato… mi sono coinvolto in un antipatico battibecco con degli “anonimi” sul blog del nostro don Marco, alias maioba … Leonardo buono, eh!… non è che qualcuno di voi sa nulla?)
A proposito…
Confessioni di un povero blogger: nella rete c’è più odio che nella realtà.
http://www.ilregno.it/it/rivista_articolo.php?RID=0&CODICE=49596
Signor Luigi a quando la attesissima seconda parte???
“Amati Fratelli, nei decenni successivi al Concilio Vaticano II, alcuni hanno interpretato l’apertura al mondo non come un’esigenza dell’ardore missionario del Cuore di Cristo, ma come un passaggio alla secolarizzazione, scorgendo in essa alcuni valori di grande spessore cristiano, come l’uguaglianza, la libertà e la solidarietà, e mostrandosi disponibili a fare concessioni e a scoprire campi di cooperazione.
Si è così assistito a interventi di alcuni responsabili ecclesiali in dibattiti etici, in risposta alle aspettative dell’opinione pubblica, ma si è smesso di parlare di certe verità fondamentali della fede, come il peccato, la grazia, la vita teologale e i novissimi.
Inconsciamente si è caduti nell’autosecolarizzazione di molte comunità ecclesiali; queste, sperando di compiacere quanti erano lontani, hanno visto andare via, defraudati e disillusi, coloro che già vi partecipavano: i nostri contemporanei, quando s’incontrano con noi, vogliono vedere quello che non vedono in nessun’altra parte, ossia la gioia e la speranza che nascono dal fatto di stare con il Signore risorto.
Attualmente c’è una nuova generazione nata in questo ambiente ecclesiale secolarizzato che, invece di registrare apertura e consensi, vede allargarsi sempre più nella società il baratro delle differenze e delle contrapposizioni al Magistero della Chiesa, soprattutto in campo etico. In questo deserto di Dio, la nuova generazione prova una grande sete di trascendenza.
Sono i giovani di questa nuova generazione a bussare oggi alla porta del seminario e ad aver bisogno di trovarvi formatori che siano veri uomini di Dio, sacerdoti totalmente dediti alla formazione, che testimonino il dono di sé alla Chiesa, attraverso il celibato e una vita austera, secondo il modello di Cristo Buon Pastore. Così questi giovani impareranno a essere sensibili all’incontro con il Signore, nella partecipazione quotidiana all’Eucaristia, amando il silenzio e la preghiera e cercando, in primo luogo, la gloria di Dio e la salvezza delle anime”.
parole di Benedetto XVI ai vescovi del Brasile, 7 settembre 2009
@Matteo
io parente di Feltri? Ahahaha, lei è un comico! Semmai parente di Feltri pare essere lei: accusa ma non porta né dati né date né fatti. Io ricordo della mia infanzia i messaggi di Giovanni Paolo II contro la pena di morte. Se lei conosce altri fatti, per favore ce ne renda edotti: ma la smetta di fare vaghe accuse. Le accuse, soprattutto se si parla in absentia, vanno provate.
Il fatto che io non sia esacerbato come lei e non colga ogni occasione per attaccare la Chiesa, che pur offesa dalla imperfezione degli uomini, non significa che io sia servile nei confronti della Chiesa.
Semplicemente mi stancate voi, che vedete solo il bicchiere mezzo vuoto invece che mezzo pieno.
Per la cronaca: Gesù nacque e visse sotto Augusto e Tiberio, che non erano certo persone pure (soprattutto Tiberio) eppure non mi pare di leggere nei Vangeli, che ci riportano parte delle Sue parole, invettive contro i capi di governo. Ai tempi di Gesù esisteva la pena di morte, eppure egli non disse nulla sulla sua abolizione. Che lei sia più buono di Gesù?
Sarei curioso di sapere se il discorso ai vescovi del brasile lo ha scritto il Papa o no.
Io non credo si possa giudicare la chiesa solo dall’esterno, da un punto d’osservazione viziato spesso dalla propria esperienza o convinzione personale. Io credo si debba andare oltre tutto questo, oltre le apparenze insite in quel tessuto lacerato da annose contraddizioni che è la chiesa. La chiesa la si deve vivere dall’interno perché -malgrado il giro di parole- fa appello proprio alla fede della chiesa. Come si può vivere la sua origine,e missione con il solo aiuto della ragione visto che il mistero della Chiesa non è comprensibile attraverso la ragione anzi, va oltre. Solo con la fede possiamo percepire una realtà come la Chiesa (fide solum intelligimus ) creduta sempre e solo in relazione con lo Spirito Santo, mai slegata o disgiunta da questa entità che opera “dentro” la Chiesa. E qui non c’è posto a tentennamenti: o si crede o NON si crede nello Spirito Santo. Questo atto di fede, come un atto d’amore, è personalissimo e oltrepassa tutto ciò che è reverenza a persone dogmi , o semplicemente ad un pio attaccamento devozionale. Si tratta di abbandono fiducioso di una Persona ( Dio) ad un’altra persona, abbandono incondizionato e irrevocabile di cui Dio solo può esserne l’oggetto, pena: la schiavitù se tale devozione è rivolta ad esseri umani peccatori, ne diverremmo sxhiavizzati E’ vero che il suo apparato esteriore può essere occasione di scandalo e alcuni (come Matteo ad esempio) ne sottolinenano l’aspetto negativo che impedisce sovente di penetrare la realtà interiore,per costoro questa è la chiesa reale. La vera fedeal contrario, ci chiede di oltrepassare questa barriera e scorgere il portale che da accesso ad una relatà ben diversa che ci chiama a penetrarne l’interno, bucando la scorsa…a questo siamo chiamati, ad andare oltre, sperando contro ogni speranza.
“La nuova generazione prova una grande sete di trascendenza”
Verissimo. Come non provare , se si è minimamente sensibili, una “sete di trascendenza” in questa società appiattita, orizzontale, materialista,
massificata, bovina ?
solo che . purtroppo, la sete di trascendenza i giovani non la placano più
con l'”acqua viva” dell’Evangelo, con la Tradizione , ma con altri modi
che vanno sperimentando.. religioni orientali..filosofie esistenzialiste..
new age..
la religione cattolica non esercita più fascino sulle nuove generazioni.. perchè?
Ci dobbiamo chiedere questo.. se ci fosse Cristo, adesso, sulla terra, sono sicuro lo seguirebbero file di giovani…
Perchè noi , cattolici, siamo diventati così noiosi, autoreferenziali, antiquati ?
dovremmo essere creativi, affascinanti, spregiudicati, come il nostro Maestro!
Amore.
Si, il primo tra i segni.
Nessuno ha il coraggio di dirlo ma come l’abbiamo ridotto nei nostri quotidiani?
Gesù c’insegna che l’amore appartiene al cuore, alla vita e alla mente.
Appartiene al cuore perché quando si ama, si pensa sempre alla persona amata, ogni sorriso è per lui, cammini per strada e il suo volto è in te, lo porti sempre nel cuore (almeno a me capita così);
Appartiene alla vita perché, quando ami, tutte le tue energie sono per la persona amata, ogni tua azione è per lui (almeno a me capita così);
Appartiene alla mente perché ogni tua intelligenza la usi per la persona che ami, magari la persona che ami è proprio bruttina ma tu la vedi come la persona più incantevole del mondo perché la tua mente ha trasformato persino i tuoi occhi (stavolta non dico capita anche a me perché la persona che amo è proprio stupenda!).
Questo amore dà vita non solo al rapporto matrimoniale ma ad ogni rapporto con il prossimo.
Pensate per un attimo se amassimo il collega d’ufficio come Gesù ci ama;
Pensate se amassimo quel particolare vicino di casa come Gesù ci ama;
Pensate se amassimo quel parente come Gesù ci ama;
Pensate se amassimo il nostro parroco o quel determinato sacerdote come Gesù ci ama;
Pensate se amassimo quell’uomo del semaforo come Gesù ci ama;
Pensate se amassimo il nostro Primo Ministro come Gesù ci ama;
Pensate se amassimo tutti quelli che incontriamo nel nostro quotidiano come Gesù ci ama!
Caro Discepolo, il problema non riguarda noi cattolici, ma il cuore dell’uomo, che cerca sempre una scappatoia, un alibi per sottrarsi a decisioni radicali. Certe “difficoltà intellettuali” non sono che escamotage per non arrendersi a Dio: non vogliono decidersi a “vivere”, il perché è uno e uno soltanto: è difficile convertirsi, difficile impegnarsi, difficile il salto nel buio. Le tentazioni di Dio, a volte mio caro risultano più pericolose di quelle del diavolo.
Illuminante la frase della Samaritana a Gesù che conosceva tutto il suo passato: “Dio si deve adorare a Garizim o a Gerusalemme?”, e quale fu la risposta ? “i genuini adoratori adorano il Padre in Spirito e Verità”. Gesù, che si pone sempre al di sopra della mischia, non si impelaga in diatribe liturgiche. Ed è così che si deve adorare il Signore, in Spirito e Verità, parole dette ad una Samaritana, una peccatrice colpita duramente da Cristo in campo morale, e solo poi in campo religioso.Gli uomini superficiali si illudono di rimuovere i motivi di contrasto grattando la superfice, e non hanno mai il coraggio di rimuovere le cause profonde che sono all’origine di ogni male.
Il Tempio, poi, divide sempre gli uomini: due montagne sacre in contrasto, ma Gesù ci fa notare che il Padre non si lega ad una religiosità esteriore, ma solo a quella fondata sull’interiorità, e profondità, sia in campo religioso che morale.
Jacu,
strano quello che affermi visto che nei vangeli ci sono veramente invettive contro uomini di potere da parte di Gesù.
Relativamente a idee che impropriamente mi addebiti,
è chiaro che il mio commento non è stato letto con serenità.
Jacu,
i Vangeli come tutta la Sacra Scrittura per me non sono un optional.
Giudicami come ti pare.
A Clodine,
io ho una idea estremamente chiara della Chiesa ed entusiasta e ne ho espresso ampiamente,
se diversamente mi parli della Gerarchia…
possiamo discutere sui vari momenti storici,
da Gelasio a Formoso a Stefano VI a Bonifacio VIII…..
A proposito di Stefano VI conviene approfondire il suo essere divino pontefice esponente di una struttura divina…..
Perdonami Clodine,
ma io amo conoscere,
ma conoscere mi fa amare tutta la Chiesa universale, non sto in adorazione di una Gerarchia che nella storia ha fatto anche cose orripilanti.
Questo non significa affatto avere una visione negativa della Chiesa,
ma guardare a tutto il bene e anche al male che nelle strutture di potere esistono.
Questo dà fastidio?
Il Signore guarda il cuore, è a Lui che dobbiamo rendere lode,
non ci ha chiesto di rendere lode alla Gerarchia,
La Gerarchia esiste per rendere un servizio a Cristo e a tutto il Popolo di Dio.
Spero nella comprensione
Ma, caro Matteo, la gerarchia della Chiesa – nella storia e oggi – ha fatto cose orripilanti, è vero. E’ anche vero che la gerarchia della Chiesa – nella storia e oggi – ha fatto cose eccelse ed è anche vero che hanno fatto parte della gerarchia della Chiesa dei grandi santi.
Lo stesso si può dire per la Chiesa universale – è composta da persone che si comportano in modo orripilante e da persone che vivono come Cristo comanda.
Comunque, ti comprendo 😉
“Pensate se amassimo il nostro Primo Ministro come Gesù ci ama”
C’è già una moltitudine di gente che lo ama anche più di Gesù.
Di più, chi lo adora, lo adula e addirittura gli si prostituisce.
Può bastare?
Quella gerarchia che contesti l’ha voluta lo stesso Signore! Basterà leggere le scritture : tutti gli Atti ne parlano e anche le lettere, sia ai romani che ai corinzi : ” e Dio ha posto nella chiesa in primo luogo gli uni -gli apostoli, essendo i messaggeri, i testimoni, e i plenipotenziari del Signore crocifisso e risorto, essendo predicatori, maestri, fondatori e guide delle comunità, e sono nella chiesa al primo posto, avanti a tutti gli altri ” ( I Cor, 4,8-11;12,28; Ef. 4,11) Dunque la chiesa è costruita sulle fondamenta degli apostoli( e profeti) e Cristo Gesù ne è la pietra angolare (Ef2,20; Mt 16,18 Apoc 21,14).
Con ciò, mi sembra chiaro lo sfondo storico, estremamente complesso e difficile, ma innegabile che sia stato lo stesso Signore a dare significato alla gerarchia. Si può discutere, e approfondire eventualmente, se gli apostoli hanno dei successori, se sia possibile che una base priva di fondamenta possa restare salda, cosa impossibile se non si vuole che crolli invece l’intero edificio. Il Signore li pone come base, o fondamento nella chiesa. Gli apostoli sono morti, è vero, non ce ne sono di nuovi: ma la missione apostolica resta e resterà fino alla fine dei tempi con la successione dei ministeri ecclesiastici. E questa è l’unica verità (Mt28,20) Noi confessiamo la chiesa apostolica….e non c’è via d’accesso al Signore che non passi per gli apostoli.
«Sarei curioso di sapere se il discorso ai vescovi del brasile lo ha scritto il Papa o no.»
Va bene, lo ammetto: l’ho scritto io.
Ah ahahahhhhh…..forte!!! Ti bacio…
Eh, no, caro Nino, quella ‘moltitudine’ di gente non lo ama come lo ama Gesù – lo ama per altre varie ragioni …
Leonardo, non prenderti meriti che non ti spettano: l’avrai pure scritto te il discorso odierno del Papa, ma te l’ho dettato io !
Scherzi a parte, anch’io, come Moralista, sono reduce da una “capatina” nel “pianerottolo” del nostro Don Marco-Maioba, dove – come lo stesso Moraliasta, Nino e Matteo – mi sono imbattuto in un “tentativo di sfondamento” (respinto, spero) di un manipolo di fascisti (il termine è demodè ma non so come altrimenti chiamarli).
Grazie ad Ubihumilitas, a proposito, per averci proposto la bell’analisi di Luigi, pubblicata su “Il Regno”, riguardante i “blogs”: la sua lettura m’ha coinvolto perchè anch’io, come Raffaele, ero stato oggetto d’insulti proprio in quel “post” del “blog” di Paolo Rodari che Luigi ricordava.
Grazie ad Ubihumilitas anche per averci trascritto la stupenda poesia di Giovanni Pascoli.
Perdonate, infine, l'”off topic”: non avete trovato, amici miei, semplicemente spassoso il nostro Capo del Governo che ha oggi rispolverato l’antico epiteto di “cattocomunisti” ! Era dai tempi della “Notte” di Nino Nutrizio che non sentivo più questa parola ! Mitico (ed ormai – spero – “alla frutta”) nostro Premier !
Buona notte !
Roberto 55
P.S.: complimenti, Gabriella, per il tuo blog e per le tue considerazioni – di grande fede e buon senso – contenute nell’intervento delle ore 21.45.
Gerarchia sì, gerarchia no….
Se accettiamo che ci sia, e come cattolici temo che dobbiamo farlo, ci tocca anche accettare il fatto che il potere, oltre ad essere una forma alta di servizio, logora e corrompe. Ma a mio avviso la vera questione è la capacità di dialogo, di comunione, di ascolto, da parte della gerarchia. Quando questa si affievolisce, ciò cagiona grandi sofferenze per tanti che pure amano con sincerita la Chiesa.
A me sembra chiaro che stiamo vivendo, ormai da tempo, un periodo di progressiva chiusura, un serrare le fila, in cui si cerca di ridurre al silenzio che esprime voci non allineate con l’unica autorizzata a parlare. Chiaro che questo piacerà a qualcuno, chi si trova in sintonia con tale voce. Ma gli altri?
Mi spiace, ma io non riesco a rassegnarmi all’idea che la chiesa “conciliare” in cui mi sono formato (solo una trentina di anni fa) venga rinnegata da chi la guida la chiesa di oggi. Chi ha ragione? I vescovi e i cardinali di allora o quelli di oggi? Se devo giudicare dalla statura umana, morale e intellettuale… lasciamo perdere.
Mi scandalizzo quando mi raccontano che ci sono vescovi che fanno togliere dai sussidi diocesani le citazioni del card. Martini perché inopportuno citare questa specie di eretico. Ma dove siamo arrivati?
grazie Massimo.
Vedo che si fa fatica a fare chiarezza.
Il problema non è mai stata la presenza della Gerarchia,
ma l’adorazione della Gerarchia.
La Gerarchia è necessario servizio alla Chiesa universale,
non è autoreferenziale.
Quello strano meccanismo che scatta se si discute sulle modalità di esercizio della Gerarchia, quando non è diakonia,
strano meccanismo che vuole tanti lì a fare quadrato,
come si faceva quadrato attorno a tutti i santuari del potere civile o religioso che sia,
perchè discuterne per fare discernimento,
è già eresia,
perchè discuterne è già indebolirne la divinità,
sembra di vedere quando veniva negata l’adorazione ai Cesare Augusto
comportava automaticamente la pena capitale,
formando così le prime schiere di martiri,
testimonianze fruttuose della Chiesa.
Abbiamo un solo Signore,
un solo Padre,
un solo Maestro….
il di più viene dal maligno….
Peccato essere considerati eretici,
per il solo fatto di discutere attorno alla intoccabilità,
della casta della Gerarchia….
Mi viene da pensare a quello che ha dovuto provare il gesuita san Roberto Bellarmino per aver ragionato sul papato…. ed essersi ritrovato i suoi libri all’ indice….
Possibile ancora oggi questa mentalità ?…
Ho davanti a me due icone emblematiche,
il papa che sorridente parla con Pinochet tutte e due in piedi.
il papa che sollevando l’indice, con fare iroso?, sta minacciando un prete inginocchiato davanti a lui, prete che non proferirà parola parola, per non fare scandalo davanti alle televisioni del mondo.
Perchè non dovrei vedere?
Ma, scusate, mi resta difficile pensare ad una gerarchia in seno alla chiesa intaccabile, come fosse possesso, o una stabile proprietà di cui la chiesa può disporre, in cardinal Martini con la msua parola profetica ne è un fulgido esempio. Nessuno dispone a piacimento della Parola del Signore: alla luce degli eventi storici per quanto abbia potuto affilare le unghie, questa gerarchia potente, si è sempre dovuta sottomettere a se stessa. Stiamo parlando di un servizio, quello dei vescovi, che sia autentico o meno non sta a noi giudicare, ma la parola di Cristo è una, non manipolabile, ed è indirizzata al mondo dall’inizio della storia, fino a quella secolarizzato dei nostri tempi. Tutte le antiche comunità avevano i loro episcopi, in tutte le comunità dopo la morte degli apostoli emerge quella sorta di apparato monarchico che rileviamo a tutt’oggi. E’la tradizione: parte di quel patrimonio storico cui ogni cristiano deve fare riferimento, tradizione secondo la quale “colui che onora il vescovo onora Dio, e colui che fa qualcosa all’insaputa del vescovo, onora il diavolo”; così almeno riportano le lettere di Ignazio, scritte per difendere la chiesa dalle eresie gnostiche(Smyrn 8,1-9,1) è chiaro che da qui, il passo al vescovo-principe medievale è assai breve, è da questi presupposti che nasce storicamente la gerarchia!! E’ chiaro che non si deve dire “si” a tutto, è altresì chiaro che il cristiano maturo distingue l’essenziale da ciò che non lo è, quel che è originale da ciò che invece è derivato, che è chiaro e va seguito da tutto ciò che è oscuro e fuorviante in seno alla chiesa, e alla stessa gerarchia che non è un monolite…
Stamattina sono evidentemente sereno.
Clodine,
sono d’accordo con te,
e infatti il mio discorso è diverso,
è la modalità di gestione di un potere,
che siamo chiamati a discernere,
la gestione di un potere in quello che viene reputata una struttura divina.
Nessun cristiano ha avuto una bolla particolare per essere esente dal discernimento su se stesso, sulla Chiesa e sulla Gerarchia.
Festa della nascita della Mamma di Gesù.
Mi unisco a quanti hanno la possibilità di celebrarla nella s.Messa,
soprattutto in santa Maria Maggiore in Roma.
Giornata di lavoro pesante.
Il potere è sempre un dramma, e nella Chiesa ancora di più.
Ma è un dramma anche perchè – finchè siamo su questa terra – non lo si può eliminare come categoria.
Cristianamente però, e ecclesialmente, il concetto di potere è sopportabile solo ad alcune condizioni.
E cioè che esso contenga in sè stesso sempre il parametro della propria umiliazione, del proprio abbassamento, e quindi della propria purificazione.
A Tabga, in Galilea, Cristo conferisce a Pietro il mandato di legare e di sciogliere.
Ma si vede bene come la dinamica del rapporto tra il Signore e il pescatore evidenzia sempre la debolezza del secondo, la sua fragilità, il suo bisogno di supporto.
E poi nel “potere” che Gesù conferisce a Pietro c’è in un certo senso la promessa del martirio, quello che sarà trovato a Roma, sul colle Vaticano.
Qui c’è la sede di questo potere, un potere che porta alla crocifissione, a testa in giù, con il capo rivoltato, “simbolo definitivo della condizione gerarchica”, come dice Von Balthasar.
Solo così il potere è cristianamente accettabile.
Bravo francesco73, e dici il vero.
“Eh, no, caro Nino, quella ‘moltitudine’ di gente non lo ama come lo ama Gesù – lo ama per altre varie ragioni …”
Cara Gabriella,
non sono Gesù e non mi farei crocifiggere per nessun primo ministro.
Ma mi guardo bene dal giudicare chi la pensa diversamente.
Osservo solo che nella sequela dei tuoi “pensate se amassimo..” dovresti anche tenere a mente le antinomie rappresentate dalle durissime parole di Gesù in numerose pagine del Vangelo rivolte a coloro che agiscono contro i propri simili.
Forse occorre un po’ più di discernimento.
————–
@ Francesco73
Ciao, caro Francesco
“Qui c’è la sede di questo potere, un potere che porta alla crocifissione, a testa in giù, con il capo rivoltato, “simbolo definitivo della condizione gerarchica”, come dice Von Balthasar.
Solo così il potere è cristianamente accettabile.”
Ottimo, ben detto.
Ma è proprio qui che l’asino continua a cadere.
povero asino,
non basta che ha dovuto riscaldare Gesù,
che ha dovuto portarlo in groppa tra festanti folle,
ma deve pure cadere…
non si chiede un pò troppo anche ad un asino ? 🙂
L’asino continua a cadere perchè siamo tutti uomini deboli, caro Nino.
Fondamentale è tenere presente questo parametro e cercare di correggere – oltre ai comportamenti dei singoli – anche quanto di distorto è portato da un determinato sistema.
Ma sempre con realismo cristiano, e senza buttare il bambino con l’acqua sporca.
Anch’io, stamattina, sono evidentemente serena se, dopo tanto tempo, riesco a scrivervi.
Se “il più immediato dei segni di Dio è l’attenzione al prossimo”, io ho vissuto circondata da questi segni per tanto tempo, senza mai riconoscerli. Mia madre era tutta attenzione. C’è voluta la lunga cura materna di Maria e poi un intervento straordinario della grazia perchè infine io giungessi a “vedere”, all’improvviso, la realtà. E la straordinarietà di quello che avevo avuto in sorte: la straordinarietà, nell’ordinario del quotidiano, di mia madre.
Era il 1998. Pasqua. La mia prima vera Pasqua.
Cominciò – ricominciò- con mia madre un dialogo pari, per intensità, a quello che avviene tra una mamma e il suo neonato. Ed ecco, subito, le difficoltà, le prove: in agosto lei cadde, una caduta rovinosa che la tenne a lungo in ospedale. E una diagnosi inattesa, dura. Si sono, apparentemente, scambiati i ruoli, da allora, ed è diventata lei la neonata che nutrivo, che tenevo in braccio quando la sollevavo per metterla a letto. Apparentemente. Perché, in realtà, sempre più chiara appariva, nell’immobiltà, e poi nel progressivo silenzio, la sua grandezza.
Cari amici, l’ho perduta, improvvisamente, questo agosto. Il 27 agosto.
Non passerò più la mia mano sulla sua fronte alta e pura, non sentirò più le sue mani rispondermi con una carezza, parlarmi delicatamente quando non c’erano più parole. Già molto lontana da noi, nel suo mistero, ancora era attentissima a noi: si oscurava, il suo volto così nobile, così intenso, se ci vedeva amareggiati o se ci sentiva discutere. Così, intorno alla sua poltrona, si creava all’istante un clima di pace.
Mi hanno detto, in molti: “Tua madre ha fatto tanto per me”. Oh, sì, lo sapevo. Mi ricordo bene la sua casa sempre aperta. Il suo cuore, sempre aperto. E ho voluto farvela conoscere un poco, oggi, giorno della Natività di Maria
Fiorenza,
grazie per questa delicata condivisione.
un pensiero di vicinanza.
Sincere condoglianze a Fiorenza. La morte dei nostri cari ci rende più attraente l’aldilà, e tua madre è stata tanto a lungo sulla soglia, quasi di sentinella, forse additando il segno.
Un caro pensiero e una preghiera anche da me.
Cara Fiorenza, conosco quello che provi per averlo sperimentato personalmente. Ha ragione Leonardo: la morte dei nostri cari non ci allontana da loro, anzi, aneliamo ancora di più verso la contemplazione di ciò che alla nostra vista è, al momento, oscurato.Ti sono accanto in Cristo e in preghiera Fiorenza, la tua testimonianza così toccante e delicata mi avvicina ad un’altra amica del blog, Principessa, che sta affrontando un periodo di grande difficoltà a causa dello stato di salute sempre più precario e irrisolvibile della madre, a lei tanto cara e amata. La preghiera è l’unica arma di fronte al mistero, avendo la certezza che il Signore ci è accanto nella prova…
un bacio.
Cara Fiorenza,
un forte abbraccio fraterno.
Cara Fiorenza, sappiamo che la vita non ci è tolta, ma mutata. Lo sappiamo e lo crediamo, anche se tante volte ci è difficile saperlo e crederlo: affidiamoci alla maternità di Maria, aiuto dei cristiani, perchè ci porti e ci accolga tra le sue braccia, come ha fatto col Cristo ai piedi della Croce.
Consentitemi una piccola risposta alla domanda (credo retorica) di Ubi humilitas: chi altri, oltre al Papa, avrebbe potuto avere il coraggio di scrivere parole tanto forti e chiare? Nessun altro avrebbe potuto farlo. Il concetto di autosecolarizzazione di tanta parte della Chiesa è quel che più mi colpisce e sul quale forse torneremo a discutere.
a fiorenza ho scritto in privato. Non aggiungo molto.
volevo solo condividere che sono contento (…) che in questo pianerottolo si possa condividere in libertà – per chi vuole e se la sente – tutta, tutta la nostra vita, senza maschere. E non è la prima volta che capita.
Cara Fiorenza, anch’io ti sono vicino col pensiero e farò dire una Messa per tua mamma.
Ora ne hai due di mamme che ti guidano da lassù …
Cara Fiorenza, la mia mamma mi è stata strappata nel diro di meno di 24 ore. Stordita, confusa, spaventata con un dolore che toglieva la vita, così mi sono sentita (e a volte mi sento quando sono in difficoltà), ma poi mi sono accorta che davvero è ancora qui con me … solo che i miei poveri occhi non possono vederla, le mie mani toccarla, le mie orecchie sentirla.
Solo che il mio cuore ha preso orecchie, mani, parola e vista … è una cosa che vivono tutti questa presenza e pensavo fossero “fughe” dal reale, invece sono proprio realtà.
Si piange lo stesso, si soffre lo stesso, ma si sa che ora la tua mamma (come la mia e come tutte le altre mamme) sono davvero le mamme per eccellenza con tutta la potenza materna superiore di quella avuta in vita.
E’ un legame indissolubile.
Fiorenza!
Luca Grasselli: “Stamattina sono evidentemente sereno”. Una parola è troppo e due sono poche.
Vicino nel dolore a Fiorenza.
Un abbraccio a Fiorenza ed un grazie per la sua bella testimonianza.
Cara Fiorenza,
Ricorderò la tua mamma nella Messa che sto andando a celebrare.
Un abbraccio
Mai avrei pensato che da un blog si potesse ricevere anche conforto. Ma questo è un luogo speciale. Grazie. Un grande grazie. A tutti.
fiorenza cara,
ti giunga un abbraccio forte forte e nessuna parola.Solo il silenzio di chi ti comprende…
Il titolo di questo post sembra la descrizione di quanto sto vedendo e sperimentando in questi giorni cruciali e difficilissimi per me. Il più immediato dei segni di Dio è l’attenzione al prossimo: così come accade in quelle istituzioni chiamate case di riposo per anziani dove accolgono qualunque persona come se fosse la loro madre o sorella o padre o fratello. Dove la grande fede di chi sceglie questo “lavoro” guida i passi quotidiani. Dove riesci a “vedere” che cosa significa ” tutto quello che farete al più piccolo è come se lo aveste fatto a me…”.
Ho incontrato persone che sono angeli in terra, bontà che neppure credevo potesse esistere, abnegazione e dedizione come mai avevo visto prima. Non ci crederete ma la mia mamma sta meglio: parla,sorride e dorme tranquilla come non le accadeva da mesi. Io mi sto riprendendo piano piano dalla mia “caduta” e sto imparando a vivere senza di lei e senza le cure continue per lei.
E’ difficile re-imparare una esistenza. L’altra mattina sono andata a guardare il mare… sorpresa di poterlo fare semplicemente chiudendomi la porta alle spalle.
Ma ogni pomeriggio vado dalla mamma, le tengo la mano, ci sorridiamo,camminiamo insieme nel parco, la aiuto a mangiare …
Non riesco a seguire le vicende di cui si parla in questi giorni. Perdonate se vi parlo delle mie cose, ma ci sono momenti nella vita in cui tutto diventa della dimensione del piccolo mondo di ciascuno e – a pensarci bene – forse è giusto così…
Abbracci a tutti e un grazie di cuore a chi mi scrive in pubblico e in privato
Un abbraccio forte a Fiorenza, ed il più sincero ringraziamento per aver voluto condividere con noi questa tua testimonianza.
Un abbraccio forte anche a Principessa: credo di scorgere nelle tue parole di stasera una serenità (non quella – scusatemi della digressione – di cui ha parlato l’Osservatore Romano, e su cui ha giustamente ironizzato Luca …….) frutto della forza e della fede con cui hai saputo affrontare la prova che t’è capitata in sorte.
Buona notte a tutti i fratelli in Cristo del nostro “blog”.
Roberto 55
Dedicata a Fiorenza
Paradiso, canto XXX
“Ricominciò. noi siamo usciti fore
dal maggior corpo al ciel che è pura luce:
luce intellettual piena d’amore
amor del vero ben pien di letizia
letizia che trascende ogni dolzore”
un abbraccio
A Principessa
“non riesco a seguire le vicende di questi giorni”
meglio per te, cara Principessa, molto molto meglio!