Se la vittoria del «sì» ha l’incertezza delle scelte politiche del premier, quella del «no» ha la certezza di una crisi profonda del sistema politico, di una crisi economica ancora più «cattiva», di un arretramento di anni rispetto alla transizione istituzionale: è un passaggio dell’editoriale dell’ultimo numero della rivista “Il Regno”, firmato dal direttore Gianfranco Brunelli, a favore del sì nel referendum del 4 dicembre. Nei commenti i paragrafi che trattano del referendum. Qui la mia condivisione: al Regno collaboro da 43 anni, quasi 44.
La rivista “Il Regno” è per il sì nel referendum
35 Comments
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Il Regno 1: Dopo aver trattato dell’elezione di Trump e delle incognite della sua presidenza [l’editoriale è intitolato “Le presidenziali 2016 e noi: un vento di reazione”] Brunelli così continua: Per l’Europa e per noi tutti questo non sarà senza conseguenze. Avremmo bisogno di un paese stabile, di un sistema politico solido che dia garanzie d’affidabilità e tenuta su un piano internazionale, per provare a governare quel vento di reazione che soffia anche da noi e per dare risposte dimensionate su un piano internazionale a problemi globali. Con il referendum del 4 dicembre rischiamo invece, grazie a una strumentale battaglia politica, tutta giocata oramai a cavalcare la tigre dell’antirenzismo, oltre ogni merito, di dare un contributo decisivo alla radicalizzazione della crisi del nostro paese e di quel che rimane dell’Unione Europea.
Il Regno 2: Se la vittoria del «sì» ha l’incertezza delle scelte politiche del premier, quella del «no» ha la certezza di una crisi profonda del sistema politico, di una crisi economica ancora più «cattiva», di un arretramento di anni rispetto alla transizione istituzionale. Chi immagina che ci si possa prendere la libertà di fare fallire questo governo, perché tanto non accadrà nulla, perché tutto in fondo è sempre uguale, e ce la caveremo con una crisi di governo e qualche balletto rituale, non ha da offrire al paese se non il proprio cinismo o la propria incompetenza.
Il Regno si dimostra più realista del re e perde l’occasione per un’analisi politica meno partigiana e più seria.
Persino Renzi ha detto che non vuole vincere il referendum puntando sulla paura dell’instabilità. Certo potrebbe dare un contributo DISINTERESSATO all’Italia rassicurando i mercati e garantendo la massima stabilità politica possibile (cioè senza minacciare crisi al buio e indisponibilità a sostenere un governo tecnico, che all’estero vedrebbero con favore).
Abbiamo però ben capito che da Renzi non possiamo aspettarci altro che chiacchiere e arroganza e che non ha nessuno interesse per il bene dell’Italia e degli Italiani.
Queste pessime riforme costituzionali servono solo per appagare la sua ambizione, il suo smisurato egocentrismo e sostenere la sua propaganda.
Invito tutti caldamente a considerare che la vittoria del NO non aprirà l’Apocalisse ma consentirà un cambiamento positivo in Italia: come minimo un nuovo governo Renzi un po’ più umile, come massimo un governo tecnico. Di cosa dobbiamo temere?
Dovremmo avere più paura di cambiare in peggio la Costituzione e della dolorosa divisione degli Italiani proprio su quello che dovrebbe garantire l’unità e la convivenza civile.
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2016/11/vogliono-davvero-governi-stabili-per-il-paese-lostcaolo-a-cio-e-la-costituzione/
“Giorgio Napolitano (vero dominus di tutto) e Matteo Renzi (obbediente e riconoscente esecutore) dicono di volere la riforma per avere finalmente “governi stabili“, e, aggiunge Renzi spesso, “governi eletti”.
Mi devo essere perso qualcosa: Napolitano non è mica quel signore che ha trasfomato Mario Monti da prof. a senatore, da senatore a premier, senza passare dalle elezioni, facendo cadere un governo che aveva la maggioranza alla Camera e al Senato?
Napolitano non è mica quel signore che poi ha permesso a Renzi (un altro non eletto) di fare uno sgambetto al compagno di partito e premier Enrico Letta (che aveva ricevuto la fiducia alla Camera e al senato), facendo così cadere un altro governo in pochi mesi?
Se tutto ciò è vero, Napolitano è colui che per 2 volte ha dato il suo essenziale contributo 1) alla caduta di governi (quindi all’instabilità), 2) all’ascesa di premier non eletti…
Concludo: quali responsabilità ha l’attuale Costituzione, divenuta in breve, dalla “più bella del mondo”, la più brutta, nella caduta dei governi di cui si è detto o nella caduta di Berlusconi nel 1994 e di Prodi successivamente ? Nessuna.
Nella foto in alto Napolitano con il dittattore comunista rumeno Ceausescu, quando il comunista Napolitano plaudeva ai regimi dittatoriali d’oltre cortina (la storia non bisogna mai dimenticarla)
http://www.repubblica.it/politica/2016/11/24/news/referendum_economist_renzi-152726698/
l’editoriale dell’Economist, “ma i dettagli della riforma insultano i principi democratici”. Il Senato “non sarebbe eletto”, bensì composto di membri di assemblee regionali e sindaci: e il giornale nota che i poteri locali in Italia sono spesso i più corrotti. In secondo luogo la riforma concede al partito di maggioranza alla Camera “un immenso potere, dando al maggiore partito il 54 per cento dei seggi e la garanzia di governare cinque anni”.
Il rischio che il settimanale britannico intravede è che a beneficiare di queste condizioni sarebbe in futuro Beppe Grillo: “Lo spettro di Grillo come primo ministro, eletto da una minoranza e tenuto al potere dalle riforme di Renzi, è una possibilità che molti italiani e una gran parte dell’Europa giudicano allarmante
La riforma ha come esito certo quello di spaccare in due il paese in un momento in cui c’era bisogno di tutto tranne che di lotte intestine. Comunque vada, il 5 dicembre avremo perso tutti e dovremo raccogliere i cocci di un paese ferito. Nella teoria dei giochi si dice che siamo in una situazione lose lose, in cui tutti perdono e nessuno ha da vincere niente. Non c’è da stupirsi, d’altra parte, anche perché questa riforma nasce da un “programma” politico che si promette di rottamare i cattivi (che sono tutti quelli che si frappongono al capo ovviamente… Letta, D’Alema, Marino potrebbero dirci qualcosa).
Personalmente mi auguro che all’indomani del voto, se l’agghiacciante auspicio (!) del Regno di essere puniti una crisi più cattiva dovessero rivelarsi corretto, ci sia la costituzione repubblicana a mettere un freno al grillo di turno.
In ogni caso, i toni dell’articolo mi paiono un po’ esagerati. E comunque imbarazzanti per l’intelligenza almeno quanto dei cartelloni che si leggono per la strada (“bollette più leggere con la riforma!!!): questo mi rassicura abbastanza che l’apocalisse auspicata non ci sarà.
Mi scuserà il padrone di casa Luigi se mi permetto di anticipare:
http://video.corriere.it/che-vuol-dire-essere-gesuita-oggi-avere-coraggio-uscire-schemi-pensare-l-inedito-osare-l-impossibile/ede2fe06-b325-11e6-8c2b-10dff319d9b4
Domenica il Corriere è d’obbligo acquistarlo.
Salve Mattlar, tu vieni qui raramente e forse non ricordi che già il maggio scorso t’avevo segnalato la regola della firma con nome e cognome che vige dal 1° gennaio di quest’anno. Se l’accetti, rispondi a questo mio commento firmandoti e tutto sarà a posto, altrimenti passate 24 ore cancellerò il tuo commento. L’altra volta ti feci questa stessa richiesta, tu non ti firmasti e io tollerai. Ma stavolta non potrò tollerare, altrimenti tu qui saresti l’unico a poter commentare senza firmarti. Un bel saluto a casa.
Grazie Fabrizio: pensa che io quel video ancora non l’avevo visto. L’ho registrato a mezzogiorno alla sede romana del Corriere, in via Campania e poi sono partito per Anagni, dove avevo una conferenza. Rientro ora. Buona notte ai visitatori nottambuli.
Buonanotte a te, Luigi, a nome di tutta la categoria dei notturni.
Lorenzo buongiorno. Io ho detto nottambuli e tu notturni, che era già un miglioramento. Ma ora che è giorno mi pare che meglio ancora sarebbe nottole: “a nome di tutte le nottole”. “Ecco le mie nottole” dico ai figli che tornano dopo la mezzanotte. Ti piace nottola?
Luigi, il mio nome e cognome con molti ulteriori dati si evince direttamente dal link del mio nickname. Mi spiace sinceramente che tu pensi di volermi censurare.
Penso che Mattlar dovrebbe seguire come tutti la regola di firmare i commenti su questo blog, ma troverei piuttosto inopportuna e decisamente “oscurantista ” l’idea di censurare un ccommento che dissente dalla posizione sostenuta con tanta convinzione dal padrone di casa.
Va bene che si parla dei gesuiti, ma dobbiamo avere proprio oggi una dimostrazione di censura clericale (o meglio : renziana)?
Mi permetto di chiedere a Luigi fare un’eccezione almeno per questa volta, come ha già fatto pubblicando sul blog opinioni che riceve per email e delle quali non sempre specifica nome e cognome dell’autore. Lo consideri un contributo alla par condicio preelettorale e un gesto di rasserenamento del dibattito democratico messo a dura prova da questo infausto referendum. Dal 5 dicembre dovremo trovare il modo di ricucire le fratture e ricostruire le ragioni della coesione civile di questo Paese : se cominciassimo tollerando il commento di Mattlar (che ha ragione : la firma è recuperabile facilmente nel link)?
Mattlar non penso di volerti censurare. Ti chiedo, come a tutti, di mettere in chiaro il nome e il cognome. E’ una norma che faccio osservare dall’inizio dell’anno: o il nome e cognome costituiscono la denominazione che uno sceglie di far apparire, oppure vengono posti in calce ai commenti, tipo firma di un articolo. Una buona parte dei visitatori ha cessato di commentare perchè non accettava questa norma. Alcuni hanno continuato a scrivermi in privato controargomentando e protestando. Non ho accettato la via della firma indiretta tramite il link alla denominazione posta in evidenza, che già era proposta da due visitatori. Se tu rispondi a questo messaggio firmandoti siamo a posto.
Approfitto di questo scambio per una curiosità: sei stato tra quelli che hanno posto domande al Papa in San Giovanni il 16 giugno di quest’anno? Mi pareva d’averti riconosciuto, ma non ne ero sicuro.
Pazzesco come l’ortodossia nel rispetto delle norme si trasformi rapidamente in oscurantismo e come contemporaneamente la condanna della disobbedienza divenga di colpo istanza di tolleranza.
“Nottole” mi pare bellissimo, e , per quanto mi riguarda, del tutto calzante.
A parte la differenza di dimensioni con la nottola originale.
Bene Federico Benedetti: non cancellerò quanto già pubblicato. Ma d’ora in poi nome e cognome di Mattlar dovranno essere in chiaro. Chiaro?
Purtroppo questo referendum è stato sovvertito nel merito delle questioni su cui siamo chiamati ad esprimerci: fin dall’inizio si è trasformato in un referendum pro o contro Renzi e cose che ha fatto, e questo salvo poche eccezioni. A me francamente molte argomentazioni da una parte e dall’altra appaiono speciose, (comprese le citazioni del parere di giornali stranieri che tra l’altro un giorno dicono no e il giorno dopo sì) ma vi confesso che sono orientato a votare sì…Perché? Per cambiare qualcosa e consentire ai nostri legislatori di uscire da una paralisi pericolosa. Bisogna però assolutamente cambiare la legge elettorale attuale, trovando un compromesso tra governabilità e rappresentatività che non penalizzi troppo quest’ultima, come avviene a mio parere nell’Italicum.
Nella mia famiglia vige la confusione più totale e i miei tre figli e mia moglie sono ancora incerti. Siamo uno spaccato del paese? Se fosse così sarebbe un guaio. Comunque quello che mi infastidisce di più è il sentire..”mandiamo a casa Renzi!” senza entrare nel merito delle questioni referendarie: qualcuno ha addirittura detto “chi se ne frega del merito”…e questo è pazzesco! Sul fatto che il paese si spacchi in 2 non sono d’accordo: impariamo a rispettarci a vicenda anche se tra amici scopriamo di avere opinioni diverse perché non parliamo solo di vacanze o calcio a altre cose simili. Andrea Salvi
Chiaro e condivisibile
Fides,
I miei argomenti non erano così “pazzeschi ” (ancora una volta giudizi piuttosto pesanti), se consideri che la ratio non era mettere in discussione l’ obbedienza formale ad una regola rigida, e alla quale comunque è pur sempre tollerabile qualche eccezione, ma chiedere maggiore pluralismo rispetto ad un dibattito referendario che sta lacerando gli italiani , peraltro senza appassionarli più di tanto.
OT
e’ morto Fidel Castro. con lui si chiude un ‘epoca storica. I nostalgici del comunismo piangeranno lacrime nostalgiche, gli odiatori del comunismo piangeranno la giovinezza perduta quando lottavano contro il comunismo.
parafrasando Woody allen si potrebbe dire:
Dio è morto, Marx è morto, Fidel Castro è morto, e anche Bergolio non si sente troppo bene.. ( dopo la lettera dei 4 cardinali)
🙂 🙂
Commento trovato in rete:
“e’ morto Fidel Castro . Sapete mica se in Santa Sede hanno già stabilito la data della canonizzazione?
http://www.repubblica.it/esteri/2016/11/26/news/morte_di_fidel_a_miami_cubani_in_strada_a_little_havana_e_festa-152846408/?ref=HREA-1
Muere dictador vitalicio de Cuba, Fidel Castro, quien tantas muertes, angustias y traumas causó al pueblo cubano. Deja atras a otro tirano.
A Maria Cristina : Cosa c’entra Bergoglio? Come i cavoli a merenda! Andrea Salvi
http://www.lastampa.it/2016/11/26/esteri/quella-revolucion-ormai-morta-nella-simbologia-ma-ancora-viva-nel-regime-EOvz1p0a0MvsQ5rU0iBoUJ/pagina.html
…..obbedienza formale ad una regola rigida, e alla quale comunque è pur sempre tollerabile qualche eccezione……
Ah, ecco….. non è tutto bianco o nero, ma dipende dai casi….anche tu relativista Federico…
Cristina vicquery
Perché cerchi sempre la rissa,picchio?
Non sei in lutto per il dittatore Fidel?
No, sono serena, si passa da una vita all’altra…
Cristina vicquery
Comunque non cerco la rissa, sto solo perorando la causa della coerenza…
Cristina vicquery
Ogni scusa è buona.
Quanto alla coerenza…
Al netto delle solite, isteriche strilla della signora Venturi, l’argomento del “post” propostoci da Luigi è il voto al prossimo referendum del 4 dicembre: a questo proposito, mi unisco all’amico Mattlar (che spero di rileggere ancora, e confido non abbia problemi a firmarsi) per confermare che anch’io voterò “No”.
Augh !
Roberto Caligaris
Anche io spero di rileggere ancora Mattlar- che “latitava” 🙂 – e a cui ricordo di avere in sospeso con me una birra scommessa tempo addietro via web, mi pare proprio sui destini di Renzi & riforme…
🙂 🙂
Confido pure io che non abbia problemi a piazzare la sua firma su, o sotto, quello che dice: che sarà mai?
Poi, non che interessi a qualcuno, ma per la cronaca, la precisione e l’outing , confermo che voterò sì domenica prossima.
E’ la democrazia, amico Lorenzo !
Ciao !
Roberto Caligaris
Ma certo che sì!