Certe suore in centro a Torino hanno sul muro della casa una bacheca con gli avvisi delle attività settimanali. Ogni mattina trovano strappati i fogli con qualche angolo di carta intrecciato a una delle puntine. S’appostano a turno. Scoprono il tipo che all’alba passa di lì con il cane e strappa gli avvisi. “Scusi, perché fa questo?” – “Perché sono gay e voi della Chiesa ce l’avete sempre con noi” – “Ma noi non c’entriamo, noi non ce l’abbiamo con te” – “Ah no? Allora da domani non li strappo più”.
Parabola del gay con il cane che strappa i manifesti
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Vandalismo giustificato da un pregiudizio.
Il minimo che si può dire è che il padrone del cane è maleducato e ignorante.
E non si è nemmeno scusato con le suore…
A volte basta parlarsi di persona per capirsi al volo e sgombrare il campo dagli equivoci.
Per esempio,a giudicare da quanto scrivono certi beceri kattoliconi,se ne potrebbe trarre davvero la conclusione che la Chiesa ce l ha con i gay…
Non è così affatto.
Ricorderei al vendicatore cinofilo, visto che la vicenda si svolge a Torino, che la diocesi è particolarmente attenta al tema che gli sta a cuore: ci si occupa della pastorale delle persone omosessuali da anni e chi se ne occupa per specifico incarico del vescovo è quanto di più lontano dai pregiudizi e dalle semplificazioni che si possa immaginare.Se davvero interessato all’argomento ,perché non rivolgersi direttamente a lui?
(Credo che non sia certo una peculiarità della diocesi di Torino, penso valga dappertutto. …)
Magari era un’ottima idea per la suora di iniziare a parlare, interloquire, con questa persona…. provocarla…. parlargli “d’altro”, quel desiderio d’altro che è in tutti noi.
Già, l’ignoranza…. l’era dell’informazione, nel rumore mediatico, crea non-informazione. Disinformazione.
La pastorale delle persone omosessuali è un tema importante, anche se dubito molto sulle reali capacità di saper provocare oggi chi vive in questa condizione. La Chiesa, questo è vero, deve ancora trovare il linguaggio e la strada giusta per rivolgersi con efficacia a queste persone, che, più di altri, ha fame del Pane che viene dal cielo.
Dubito che il padrone del cane volesse “confrontarsi” con le suore o con il mondo cattolico: semplicemente voleva fare un dispetto, è stato colto in fragrante e non lo farà più.
Può anche darsi che la Chiesa debba migliorare la comunicazione e la pastorale, ma non dimentichiamo che in questo caso c’è stato un dispetto fine a se stesso, un atto di vandalismo al quale non sono seguite ne’ le scuse (doverose, se non altro per educazione) ne’ un tentativo di riparazione: prendiamo atto che c’è una parte degli italiani che è schierata (più o meno pregiudizialmente o ideologicamente e con le motivazioni più fantasiose) contro i cattolici e la Chiesa Cattolica. Inutile cercare giustificazioni o strumentalizzare le motivazioni superficiali (e deliranti!) di questo teppista: i nemici della Chiesa usano tutti i mezzi che conoscono ogni volta che possono. Strappare gli avvisi che le suorine avevano affisso alla propria casa è tipico di un certo modo di pensare (e di una certa parte politica, che pretende di avere sempre ragione), contro il quale c’è ben poco da fare…
E se quel tizio (e, di conseguenza, anche il suo cane) fosse, amico Faber, solo un maleducato ?
Ciao !
Roberto Caligaris