Mansueto Bianchi: alla fine rimane la misericordia di Dio

Il vescovo Mansueto Bianchi, che ho conosciuto e amato, è morto per tumore allo stomaco il 3 agosto, aggiungendo al testamento già redatto – e riguardante l’affidamento di oggetti – le parole “Alla fine ció che rimane è la misericordia di Dio”. Aveva 67 anni. Era stato vescovo di Volterra, poi di Pistoia, infine dell’Azione Cattolica. Nel 2011 mi aveva chiamato ad animare una veglia di Pentecoste nella piazza del Duomo di Pistoia sul tema: “Quando siamo chiamati a camminare sulle acque”. Ho un buon ricordo di quella serata. Nei commenti qualcos’altro.

11 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Sono pronto. In uno dei momenti di più acuta sofferenza, mons. Bianchi ha usato parole di grande spessore umano e cristiano. Davanti all’approssimarsi della morte ha più volte affermato: “Sono pronto”. Sapeva e dimostrava di esserlo. In virtù della preghiera che costantemente ha alimentato la sua vita e che ha nutrito anche il tempo della sua degenza. In virtù della fiducia in Dio, lucidamente confermata fin dal giorno della diagnosi della malattia. Così si legge nel ricordo del vescovo Mansueto pubblicato dal sito dell’Azione Cattolica.

    8 Agosto, 2016 - 21:48
  2. Luigi Accattoli

    Paura della morte. Nel 2011, in occasione del ritiro dei giovani a Bocca di Magra, con l’arditezza propria dei ragazzi gli chiesero: “Eccellenza, perché crede in Dio?” e lui rispose: “non so se ci credo, perché ho paura della morte”. In questi mesi di sofferenza, di fronte alla morte, ci ha dimostrato, invece, di avere una grande fede. Così nel profilo che gli ha dedicato la diocesi di Pistoia.

    8 Agosto, 2016 - 21:49
  3. roberto 55

    Non conoscevo, lo confesso, il Vescovo Bianchi, ma ne avevo sentito parlare solo recentemente, e proprio a cagione del suo – ahimè ! – gravo stato di salute: da come lo descrivi, Luigi, mi pare che abbia rappresentato (e, forse, pure anticipato) di fronte al “popolo di Dio” quei valori della “Chiesa in uscita” su cui non smette (giustamente) di richiamare la nostra attenzione e responsabilità il nostro Papa Francesco.

    Buon martedì a tutti.

    Roberto Caligaris

    P.s.: vorrei, con l’occasione, salutare gli amici Matteo e Fiorenza, i cui cari contributi ho ritrovato all’interno del link allegato da Luigi al suo intervento di ieri sera – ore 23.41, e che riportava un “post” del giugno 2011.

    9 Agosto, 2016 - 8:30
  4. Luigi Accattoli

    Sono molti gli elementi di convergenza tra la predicazione del vescovo Mansueto Bianchi e quella di Papa Francesco, così da spiegare il fatto che il Papa l’abbia chiamato a Roma per fare l’assistente dell’Aci e da spiegare anche le parole del testamento che ho posto a titolo del post. La pastorale in uscita che ho già posto in risalto: non è facile tenere veglie in piazza in una città Toscana. Poi la vicinanza e l’accompagnamento dei tribolati: “stare accanto alle amarezze e alle delusioni” d’ogni persona persona, amava dire. Infine la ricerca di un confronto “franco e sereno” con tutta l’umanità circostante “senza rifugiarsi troppo nell’isola del lagno e della deprecazione”: sono parole con cui si era presentato ai pistoiesi al momento dell’ingresso in città, nel dicembre del 2006.

    9 Agosto, 2016 - 9:51
  5. Lorenzo Cuffini

    Se ce ne fosse mai bisogno, la predicazione del Vescovo Mansueto serve a farci capire ancor meglio una cosa evidentissima:che Begoglio non è nato al papato sotto un cavolo è che le cose che lui dice sono presenti DA SEMPRE nella predicazione della Chiesa.Nulla di straordinario e molto di lapalissiano , visto che si tratta di cose trapiantare direttamente dal Vangelo.E da dove dovrebbero essere trapiantate visto che si parla di un vescovo e di un papa?
    Ma tant’è. .. circolano stupitissimi stupiti trasecolanti che sobbalzano ogni volta come se le sentissero per la prima volta.
    Forse è l’occasione buona perché si sturzo le orecchie…
    🙂
    Trovo poi perfetta l’immagine della “isola del lagno e della deprecazione” in cui il vescovo esortava a NON rifugiarsi troppo.
    Isola , come si vede anche qui, al contrario frequentatissimo da alcuni che hanno fatto che prenderci direttamente la residenza.
    Lagnosi e deprecanti forever…

    9 Agosto, 2016 - 15:55
  6. Lorenzo Cuffini

    Sturzo starebbe per STURINO

    9 Agosto, 2016 - 15:56
  7. Lorenzo Cuffini

    Ecche caspita,Gesù, ma che cavolo ti è venuto in mente di farti uomo?
    Non lo sapevi che la troppa umanizzazione del cristianesimo porta alla sua evanescenza?!!!
    🙂

    9 Agosto, 2016 - 19:32
  8. Lorenzo Cuffini

    Uno legge il link postato da Maria Cristina Venturi è se li trova tra le mani, il lagno e la deprecazione…..
    🙂

    9 Agosto, 2016 - 19:35
  9. Luigi Accattoli

    «Perdere il lavoro – disse Mansueto in una fabbrica pistoiese occupata – è come subire un terremoto». Aver perso un vescovo come lui, mi permetto di dire io, lascia un vuoto e una tristezza colmabili solo con quel tipo di Fede, e di Speranza, che a lui certo non difettava. E’ la conclusione di un ricordo tracciato da Mauro Banchini che a Pistoia fu suo portavoce.

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    10 Agosto, 2016 - 15:00

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