L’Africa è vittima. L’Africa sempre è stata sfruttata da altre potenze. Dall’Africa venivano in America, venduti, gli schiavi. L’Africa è un martire. E per questo io amo l’Africa: parole dette dal Papa ieri in aereo, che pongo a prologo delle altre che riporto nei primi commenti.
Bergoglio: l’Africa è vittima e per questo io l’amo
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Il momento più memorabile? Penso a quella folla, quella gioia, quella capacità di festeggiare, di far festa con lo stomaco vuoto. Per me l’Africa è stata una sorpresa. Tanti momenti… La folla, la folla. Si sentono visitati. Hanno un senso dell’accoglienza molto grande. Ho visto, nelle tre nazioni, che erano felici di sentirsi visitati.
Fondamentalismo idolatrico. Siamo tutti figli di Dio, abbiamo lo stesso Padre. E in questo senso, si deve fare una politica di unità, di riconciliazione, di tolleranza, ma non solo tolleranza, convivenza, amicizia! E’ così. Il fondamentalismo è una malattia che c’è in tutte le religioni. Noi cattolici ne abbiamo alcuni, non alcuni, tanti, che credono di avere la verità assoluta e vanno avanti sporcando gli altri con la calunnia, con la diffamazione, e fanno male, fanno male. E questo lo dico perché è la mia Chiesa, anche noi, tutti! E si deve combattere. Il fondamentalismo religioso non è religioso. Perché? Perché manca Dio. E’ idolatrico, come è idolatrico il denaro.
Un errore con Vallejo Balda. Io credo che sia stato fatto un errore. Mons. Vallejo Balda è entrato per la carica che aveva e che ha avuto fino adesso. E poi, come è entrata lei, non sono sicuro, ma credo di non sbagliare se dico che è stato lui a presentarla come una donna che conosceva il mondo dei rapporti commerciali… Hanno lavorato, e quando è finito il lavoro i membri di quella commissione che si chiamava COSEA sono rimasti in alcuni posti, in Vaticano. Vallejo Balda, lo stesso. E la signora Chaouqui non è rimasta in Vaticano perché è entrata per la commissione e poi non è rimasta. Alcuni dicono che si è arrabbiata di questo, ma i giudici ci diranno la verità sulle intenzioni, come l’hanno fatto… Per me [ciò che è uscito] non è stata una sorpresa, non mi ha tolto il sonno, perché propriamente hanno fatto vedere il lavoro che si è incominciato con la Commissione di Cardinali – il “C9” – di cercare la corruzione e cose che non vanno. Io avrei voluto che questo [processo] finisse prima dell’8 dicembre, per l’Anno della Misericordia, ma credo che non si potrà fare, perché vorrei che tutti gli avvocati che difendono abbiano il tempo per difendere, che ci sia la libertà di difesa, tutta.
Benedetto e la sporcizia. La corruzione viene da lontano. Tredici giorni prima della morte di san Giovanni Paolo II, in quella Via Crucis, l’allora cardinale Ratzinger ha parlato delle “sporcizie della Chiesa”: lui ha denunciato questo! Per primo! Poi muore il Papa nell’ottava di Pasqua, muore Papa Giovanni Paolo, e lui è diventato Papa. Ma nella Messa “pro eligendo Pontifice” lui ha parlato della stessa cosa, e noi lo abbiamo eletto per questa sua libertà di dire le cose. E’ da quel tempo che c’è nell’aria del Vaticano che lì c’è corruzione.
Lucrezia Borgia. Ma Lei cosa ha intenzione di fare, come intende procedere perché questi episodi non si possano più verificare? Mah… io ringrazio Dio che non ci sia Lucrezia Borgia! [ridono] Non so, continuare con i cardinali, con la commissione a pulire… Grazie.
E’ obbligatorio guarire. Non è forse tempo di cambiare la posizione della Chiesa e di consentire l’uso del profilattico al fine di prevenire ulteriori contagi? La domanda mi sembra troppo piccola e mi sembra anche una domanda parziale. Sì, è uno dei metodi [di prevenzione]; la morale della Chiesa si trova – penso – su questo punto davanti a una perplessità: è il quinto o è il sesto comandamento? Difendere la vita, o che il rapporto sessuale sia aperto alla vita? Ma questo non è il problema. Il problema è più grande. Questa domanda mi fa pensare a quella che hanno fatto a Gesù, una volta: “Dimmi, Maestro, è lecito guarire di sabato?”. E’ obbligatorio guarire! Questa domanda, se è lecito guarire… Ma la malnutrizione, lo sfruttamento delle persone, il lavoro schiavo, la mancanza di acqua potabile: questi sono i problemi. Non chiediamoci se si può usare tale cerotto o tale altro per una piccola ferita. La grande ferita è l’ingiustizia sociale, l’ingiustizia dell’ambiente, l’ingiustizia che ho detto dello sfruttamento, e la malnutrizione. Questo è. A me non piacere scendere a riflessioni così casistiche, quando la gente muore per mancanza di acqua e per fame, per l’habitat… Quando tutti saranno guariti o quando non ci saranno queste malattie tragiche che provoca l’uomo, sia per ingiustizia sociale, sia per guadagnare più soldi – pensa al traffico delle armi! – quando non ci saranno questi problemi, credo che si potrà fare una domanda: “E’ lecito guarire di sabato?”. Perché si continuano a fabbricare armi e trafficare le armi? Le guerre sono la causa di mortalità più grande… Io direi di non pensare se è lecito o non è lecito guarire di sabato. Io dirò all’umanità: fate giustizia, e quando tutti saranno guariti, quando non ci sarà ingiustizia in questo mondo, possiamo parlare del sabato.
Imam sulla papamobile. Si può dialogare [con gli islamici], loro hanno valori. Loro hanno tanti valori e questi valori sono costruttivi. E io ho anche l’esperienza di amicizia con un islamico: è un dirigente mondiale… Possiamo parlare: lui ha i suoi valori, io i miei. Lui prega, io prego. Tanti valori… La preghiera, per esempio. Il digiuno. Valori religiosi, e anche altri valori. Non si può cancellare una religione perché ci sono alcuni gruppi – o molti gruppi – in un certo momento della storia, di fondamentalisti. E’ vero, le guerre fra religioni sempre ci sono state, nella storia, sempre. Anche noi dobbiamo chiedere perdono. Caterina de’ Medici non era una santa! E quella guerra dei Trent’anni, quella notte di San Bartolomeo… Dobbiamo chiedere perdono anche noi, degli estremismi fondamentalisti per le guerre di religione. Ma loro hanno valori, con loro si può dialogare. Oggi sono stato in moschea, ho pregato; anche l’Imam ha voluto venire con me a fare il giro al piccolo stadio dove c’erano tanti che non sono potuti entrare… E sulla papamobile c’erano il Papa e l’Imam. Si poteva parlare. Come dappertutto, c’è gente con valori, religiosa, e c’è gente che non è così… Ma quante guerre, non solo di religione, abbiamo fatto noi cristiani? Il sacco di Roma non l’hanno fatto i musulmani! Hanno valori, hanno valori.
Alcune foto ritraggono papa Francesco con bambini scheletrici, ricoverati all’ospedale pediatrico. Sarà impossibile salvarli, dicono i medici. Che strazio!
Propongo che tutti quelli che ancora parlano della Chaouqui siano multati a favore di questi infelici.
“Si sentono visitati. Hanno un senso dell’accoglienza molto grande. Ho visto, nelle tre nazioni, che erano felici di sentirsi visitati.”
Come non condividere queste parole?
I popoli africani sono sempre stati visti come fratelli minori e ancora sentono
su di sé questa ingiustizia. La avvertono nella loro terra, da lontano, e anche in molte terre straniere dove vanno a vivere. In alcuni Paesi più che in altri.
Oggi il Papa si è messo fisicamente vicino a loro, alla pari, e loro nelle sue parole di pace hanno sentito il calore di un’ accoglienza viva.
Ogni volta che ha parlato ha messo in primo piano l’ uguaglianza degli uomini, figli dell’unico Dio, nella diversità dei costumi e della religione.
Non gli è venuto in mente di catechizzarli alla religione cristiana come ad una religione superiore. Ha messo in risalto, invece, i valori che sono universalmente validi al di là di ogni fede religiosa.
Questo è l’approccio giusto con chi ha altre culture e religioni.
La differenza essenziale fra i cristiani e le altre religioni è che i cristiani sono i soli a chiamare “Padre” l’unico Dio. Non è certo una differenza da poco.
Antonella ieri il Papa in aereo ha parlato così di quei bambini: Lei mi domandava cosa ho sentito con le testimonianze dei giovani e a Kangemi, dove ho parlato anche chiaramente di diritti. Ho sentito dolore. E penso a come la gente non se ne accorge… Un grande dolore. Ieri per esempio, sono andato all’ospedale pediatrico: l’unico di Bangui e del Paese! E in terapia intensiva non hanno gli strumenti per l’ossigeno. C’erano tanti bambini malnutriti, tanti. E la dottoressa mi ha detto: “Questi nella maggior parte moriranno, perché hanno la malaria, forte, e sono malnutriti”. Il Signore – ma non voglio fare un’omelia! –, il Signore rimproverava sempre al popolo, al popolo d’Israele – ma è parola che noi accettiamo e adoriamo, perché è Parola di Dio – l’idolatria. E l’idolatria è quando un uomo o una donna perde la “carta d’identità”, il suo essere figlio di Dio, e preferisce cercarsi un dio a propria misura. Questo è l’inizio. A partire da lì, se l’umanità non cambia, continueranno le miserie, le tragedie, le guerre, i bambini che muoiono di fame, l’ingiustizia… Cosa pensa questa percentuale che ha nelle mani l’80% della ricchezza del mondo? E questo non è comunismo, questa è verità. E la verità non è facile vederla. Io La ringrazio di aver fatto questa domanda, perché è la vita…
Mi sembra anche che papa Francesco abbia detto: è inutile fare disquisizioni quando c’è chi muore di fame. Anche Nostro Signore smise di fare discorsi e moltiplico’ i pani e i pesci per coloro che avevano fame. E non ci ha forse insegnato a chiedere al Padre il nostro pane quotidiano?
“La differenza essenziale fra i cristiani e le altre religioni è che i cristiani sono i soli a chiamare “Padre” l’unico Dio. ” Dice Marilisa.
Antonella Lignani invece cita un miracolo di Nostro signore Gesù Cristo.
A me sembra che la “differenza essenziale” fra i cristiani e le altre religioni è che i cristiani credono in Gesù Cristo, figlio di Dio, nato da Maria Vergine, morto per noi in croce, e risorto dopo tre giorni. Che verrà nella Gloria per giudicare i vivi e i morti e il cui Regno non avrà mai fine.
Se non si crede in Cristo Unico Signore, e nella sua Redenzione e nella sua Resurrezione, e se ci si vergogna di proclamarlo, ci si può definire “cristiani”?
provate a parlare agli ebrei o ai musulmani della morte e Resurrezione di Cristo. Vi rideranno in faccia. Come risero in faccia a San Paolo gli ateniesi. Lo ascoltarono compunti finchè parlò dell'”Unico Dio”. Quando cominciò a parlare della resurrezione di Cristo gli risero in faccia “ti sentiremo su questo un altra volta” e gli voltarono le spalle.
San Paolo però ebbe il coraggio di proclamare la fede nel Risorto anche accogliendo il ludibrio e lo sdegno dei greci pagani. Non fece finta di credere solo nell'”Unico Dio” per andar d’accordo con loro!.
Nell’enorme quantità di parole pronunciate dal Vicario di Cristo in questo viaggio in Africa, , l’assente sembra essere proprio Cristo stesso, che avrebbe dovuto essere il CENTRO della predicazione
Certo ci avviciniamo a grandi passi alla “religione unica”, e per instaurarla Cristo , la sua morte la sua resurrezione, sono solo d’ostacolo, un inciampo.
e allora come dice Marilisa diciamo pure , facciamo pure finta che l’unica differernza fra i cristiani e le altre religioni è che i cristiani chiamano Dio Padre. Taciamo sul Figlio, e sullo Spirito Santo, per amor di sincretismo…
Come ci sono molte proposte di fare il presepio SENZA Gesù Bambino, solo come un assembramento di esseri umani e animali , pastori, magi , pecore, ecc. , come nelle Chiese il Tabernacolo è stato tolto dal CENTRO e dal posto d’onore e relegato in un angolino, come la Santa Eucarestia non è più il Mistero della fede, ma una cena conviviale fra amici, così oggi
CRISTO non è più al CENTRO della nostra fede ma ci siamo.. noi stessi!
“è inutile fare disquisizioni quando c’è chi muore di fame.”
Non si tratta di disquisire o meno, fino a che non si risolverà il problema dell’instabilità politica e dei continui conflitti è difficile avere miglioramenti duraturi. Non ho seguito più di tanto il viaggio però mi sembra che il Papa abbia scelto Banqui proprio perchè è un paese sull’orlo (o nel mezzo) di una guerra civile, il primo invito è quello alla misericordia intesa come riconciliazione concreta tra la popolazione.
Il Tabernacolo è stato tolto dal centro dell’altare. Il Concilio ha detto di collocarlo in un luogo di particolare onore. A furia di spostarlo, è finito dietro una colonna o una tenda,e non si sa più né dove è né cosa è. Se si prova a dire qualcosa, ci si sente rispondere: Ma dopo il Concilio … Quello comunque che non ci permette di andare d’accordo proprio con nessuno, nemmeno con i protestanti, è San Paolo. E così …
E, poi, mi va anche bene ricordare Caterina dè Medici e la notte di San Bartolomeo, per carità, chiediamo perdono. Ma allora, visto che ci siamo, qualcuno ha mai chiesto perdono per il sacrificio di 200 guardie svizzere che persero al vita per salvare la Chiesa e il papa durante il barbarico, sanguinosissimo, orrendo sacco di Roma del 1527?
Qualcuno tra le Chiese protestanti ha mai chiesto scusa per quei dodicimila poveri cattolici romani, preti e suore massacrati dai Lanzichenecchi :mercenari Luterani e Spagnoli capeggiati da Carlo V i quali struprarono, depretarono, misero per nove mesi a ferro e fuoco la città , fame e topi, fino a raderla totalmente ?
Qualcuno ha mai chiesto perdono per le mani sacrileghe che aprirono i sarcofagi dei Papi manomettendone i corpi per derubarne i tesori, e per la mole enorme di sacri calici , patene, ostensori oggetti Liturgici fusi per forgiare le loro armi, “e le per venerande reliquie, coperte d’oro e d’argento, spogliate da mani sanguinose, micidiali e deridendo la nostra religione buttarono a terra la testa di San Piero, di San Pagolo, di Sant’Andrea e di molti altri Santi, il legno della Croce, le Spine, l’Olio Santo, e insino all’ostie consacrate, erono da loro in quella furia vituperosamente calpestete”?
Nessuno chiede perdono.
A memoria imperituta Raffaello, sul dipinto raffigurante “La disputa del santissimo Sacramento”, incide il nome di Lutero con la punta di una spada…
Le chiese protestanti, Clodine, facciano quello che credono meglio.
Sono almeno 15 anni, con le provvidenziali richieste giubilari di perdono di GPII, che i cattolici hanno imboccato senza esitazioni la strada del perdono richiesto unilateralmente.
Strada battuta senza tentennamenti,non una novità del “pittoresco” e “istrionico” Francesco.
Con tutto il rispetto per il posizionamento del Tabernacolo, Antonella, piazziamo Cristo AL CENTRO ciascuno della sua vita povirazza, per dirla con Camilleri, e altroche tabernacolo. A me pare che sia questo, sventatamente, che si sia perso, a furia di guardarsi l’ombelico , e il centro dell’ombelico, e il centro del centro del centro dell’ombelico….
🙂
Appunto, il tabernacolo al centro è il simbolo di Cristo che deve stare al centro.
E quanti orrori e omicidi a seguito della penetrazione Islamica in Europa,e in Italia durante tutto l’anno mille: razzie feroci che durarono anni ed anni. Qualcuno ha mai chiesto perdono quando il 14 agosto 1480 furono decapitati sul colle della Minerva 800 otrantini che si erano rifiutati di rinnegare la religione cristiana? O quando gli ottomani con le orde musulmane, invadono uno dopo l’altro tutti i paesi del medio Oriente cristiano, Aleppo in Siria, La Cappadocia in Turchia, e la Cirenaica …e la Sicilia a sud tutta la Spagna cattolica a nord dal Marocco fino distruggendo monasteri impalando chiunque opponesse resistenza… Perciò, voglio dire: queste richieste di perdono vanno anche bene, ma sono unilaterali; baciare la pantofola del califfo va bene, ma è unilaterale. Dimenticare le centinaia di missionari martiri che da Mombasa a Malindi son stati bolliti nei calderoni, va bene..per carità, chiediamo scusa. Purché ciascuno si tenga i suoi crimini e faccia ammenda..
Non mi sono spiegato bene io Antonella. Volevo dire: simbolo o non simbolo, basta che ci sia UN cristiano che mette per davvero Cristo al centro della sua vita per far impallidire la posizione di tutti i tabernacoli del mondo.
E visto che QUEL singolo cristiano dipende da me esserlo o meno….mi concentrerei su questo.
E a Clodine, direi quest’altro: la richiesta di perdono “condizionata”: io ti chiedo scusa PURCHE’ tu lo chieda a me, che richiesta di perdono sarebbe?
Ed è l’esatto opposto della direzione imboccata definitivamente da Woityla 15 anni fa , e da allora sempre ribadita.
Alla Discepolo delle 19,49 che accusa il Papa di non aver predicato Cristo in Africa dedico una citazione dai testi papali per ogni giornata del viaggio. Questo brano su Cristo unico salvatore dell’umanità è nella prima delle omelie di Francesco in terra d’Africa, il 26 novembre:
Dio è la roccia sulla quale siamo chiamati a costruire. Egli ce lo dice nella prima Lettura e ci chiede: «C’è forse un dio fuori di me?» (Is 44,8).
Quando Gesù Risorto afferma, nel Vangelo di oggi: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra» (Mt 28,18), ci dice che Lui stesso, il Figlio di Dio, è la roccia. Non c’è nessuno oltre a Lui. Unico Salvatore dell’umanità, desidera attirare uomini e donne di ogni epoca e luogo a Sé, così da poterli portare al Padre. Egli vuole che tutti noi costruiamo la nostra vita sul saldo fondamento della sua parola.
Questo è il compito che il Signore assegna a ciascuno di noi. Ci chiede di essere discepoli missionari, uomini e donne che irradino la verità, la bellezza e la potenza del Vangelo che trasforma la vita. Uomini e donne che siano canali della grazia di Dio, che permettano alla sua misericordia, benevolenza e verità di diventare gli elementi per costruire una casa che rimanga salda. Una casa che sia un focolare, dove fratelli e sorelle vivano finalmente in armonia e reciproco rispetto, in obbedienza alla volontà del vero Dio, che ci ha mostrato, in Gesù, la via verso quella libertà e quella pace a cui tutti i cuori aspirano.
Gesù, il Buon Pastore, la roccia sulla quale costruiamo le nostre vite, guidi voi e le vostre famiglie sulla via del bene e della misericordia per tutti i giorni della vostra vita. Egli benedica tutti gli abitanti del Kenya con la sua pace.
«Siate forti nella fede! Non abbiate paura!». Perchè voi appartenete al Signore.
A Discepolo 2. Questa lezione sulla preghiera e sulla presenza dello Spirito ogni volta che il nome di Cristo è pronunciato il Papa l’ha tenuta il 27 novembre ai catechisti dell’Uganda:
Saluto tutti voi con affetto nel nome di Gesù Cristo, nostro Signore e Maestro.
“Maestro!”. Che bel titolo è questo! Gesù è il nostro primo e più grande maestro. San Paolo ci dice che Gesù ha dato alla sua Chiesa non solo apostoli e pastori, ma anche maestri, per edificare l’intero Corpo nella fede e nell’amore. […] Voi insegnate quello che Gesù ha insegnato, istruite gli adulti e aiutate i genitori a crescere i loro figli nella fede e portate a tutti la gioia e la speranza della vita eterna. Grazie specialmente per il fatto di insegnare ai bambini e ai giovani come pregare. Perché è molto importante, è un lavoro grande quello di insegnare ai bambini a pregare.
Il vostro è un lavoro santo. Lo Spirito Santo è presente laddove il nome di Cristo viene proclamato. Egli è in mezzo a noi ogni volta che eleviamo i cuori e le menti a Dio nella preghiera. Egli vi darà la luce e la forza di cui avete bisogno! […] Che il vostro esempio faccia vedere a tutti la bellezza della preghiera, il potere della misericordia e del perdono, la gioia di condividere l’Eucaristia con tutti i fratelli e le sorelle.
Andate senza paura in ogni città e villaggio di questo Paese, senza paura, per diffondere il buon seme della Parola di Dio, e abbiate fiducia nella sua promessa che tornerete festosi, con covoni ricolmi di un abbondante raccolto.
A Discepolo 3. Questa appassionata esortazione a pregare Gesù unico Salvatore e Maria sua Madre Francesco l’ha rivolta il 28 novembre ai giovani dell’Uganda:
Se voi credete che Gesù vi cambia la vita, chiedetegli aiuto. E questo si chiama pregare. Avete capito bene? Pregare! Vi chiedo: voi pregate? [giovani: Sì!] Davvero? [Sì!] Pregate Gesù, perché Lui è il Salvatore. Non smettete mai di pregare! La preghiera è l’arma più forte che ha un giovane. Gesù ci ama. Vi chiedo: “Gesù ama alcuni sì e altri no? [No!] Gesù ama tutti? [Sì!] Gesù vuole aiutare tutti? [Sì!] Allora aprite la porta del vostro cuore e lasciatelo entrare. Lasciar entrare Gesù nella mia vita. E quando Gesù entra nella tua vita, ti aiuta a lottare, lottare con il desiderio e lottare con la preghiera. Siete disposti a pregare, a chiedere a Gesù che vi aiuti nella lotta? [Sì!]
E una terza cosa che vi voglio dire. Tutti noi siamo nella Chiesa, apparteniamo alla Chiesa. Giusto? [Sì!] E la Chiesa ha una Madre. Come si chiama? [Maria!] Non ho capito… [Maria!] Pregare la Madre! Quando un bambino cade, si fa male, si mette a piangere e va a cercare la mamma. Quando noi abbiamo un problema, la cosa migliore che possiamo fare è andare dove c’è nostra Madre. E pregare Maria, nostra Madre. Siete d’accordo? [Sì!] E voi, pregate la Madonna, la nostra Madre? [Sì!] E voi qui [rivolgendosi a un gruppo di giovani], voi pregate Gesù e la Madonna? [Sì!]
Preghiera a Gesù che può tutto. Gesù, che entra nel nostro cuore e ci cambia la vita. Gesù che è venuto per salvarmi e che ha dato la sua vita per me. Pregate Gesù, perché Lui è l’unico Signore. E siccome nella Chiesa non siamo orfani e abbiamo una Madre, pregate la nostra Madre. E come si chiama la nostra Madre? [Maria!] Più forte! [Maria!]
A Discepolo 4. Questo richiamo alla potenza invincibile di Cristo l’ha formulato nell’omelia di domenica 29 a Bangui:
La salvezza di Dio annunciata riveste il carattere di una potenza invincibile che avrà la meglio su tutto. Infatti, dopo aver annunciato ai suoi discepoli i segni terribili che precederanno la sua venuta, Gesù conclude: «Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina» (Lc 21,28). E se san Paolo parla di un amore “che cresce e sovrabbonda”, è perché la testimonianza cristiana deve riflettere questa forza irresistibile di cui si tratta nel Vangelo. E’ dunque anche in mezzo a sconvolgimenti inauditi che Gesù vuole mostrare la sua grande potenza, la sua gloria incomparabile (cfr Lc 21,27) e la potenza dell’amore che non arretra davanti a nulla, né davanti ai cieli sconvolti, né davanti alla terra in fiamme, né davanti al mare infuriato. Dio è più potente e più forte di tutto. Questa convinzione dà al credente serenità, coraggio e la forza di perseverare nel bene di fronte alle peggiori avversità. Anche quando le forze del male si scatenano, i cristiani devono rispondere all’appello, a testa alta, pronti a resistere in questa battaglia in cui Dio avrà l’ultima parola. E questa parola sarà d’amore e di pace! Discepoli di Cristo, sacerdoti, religiosi, religiose o laici impegnati in questo Paese dal nome così suggestivo, situato nel cuore dell’Africa e che è chiamato a scoprire il Signore come vero Centro di tutto ciò che è buono, la vostra vocazione è di incarnare il cuore di Dio in mezzo ai vostri concittadini. Voglia il Signore renderci tutti «saldi … e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi» (1 Ts 3,13).
A Discepolo 5. Questo richiamo al Cielo dove siamo attesi è nell’omelia di ieri mattina a Bangui:
È bene, soprattutto quando i tempi sono difficili, quando le prove e le sofferenze non mancano, quando l’avvenire è incerto e ci si sente stanchi, temendo di non potercela fare, è bene riunirsi attorno al Signore, come facciamo oggi, per gioire della sua presenza, della vita nuova e della salvezza che ci propone, come un’altra riva verso la quale dobbiamo tendere.
Quest’altra riva è, certamente, la vita eterna, il Cielo dove noi siamo attesi. Questo sguardo rivolto verso il mondo futuro ha sempre sostenuto il coraggio dei cristiani, dei più poveri, dei più piccoli, nel loro pellegrinaggio terreno. Questa vita eterna non è un’illusione, non è una fuga dal mondo; essa è una potente realtà che ci chiama e che ci impegna alla perseveranza nella fede e nell’amore.
Ma l’altra riva più immediata, che noi cerchiamo di raggiungere, questa salvezza procurata dalla fede e di cui parla san Paolo, è una realtà che trasforma già la nostra vita presente e il mondo in cui viviamo: “Colui che crede dal profondo del cuore diventa giusto” (cfr Rm 10,10). Egli accoglie la vita stessa di Cristo che lo rende capace di amare Dio e di amare i fratelli in un modo nuovo, al punto di far nascere un mondo rinnovato dall’amore. […]
L’altra riva è a portata di mano, e Gesù attraversa il fiume con noi. Egli è risorto dai morti; da allora le prove e le sofferenze che viviamo sono sempre occasioni che aprono a un futuro nuovo se noi accettiamo di legarci alla sua Persona. La Vergine Maria, che dopo aver condiviso le sofferenze della passione condivide ora la gioia perfetta con il suo Figlio, vi protegga e vi incoraggi in questo cammino di speranza. Amen.
Non mi meraviglia più che a molti piaccia andare fuori strada.
A discepolo vorrei far presente qualche non trascurabile dettaglio peraltro banalissimo: gli islamici hanno la loro religione, che ovviamente non è quella cristiana. Gli ebrei hanno pure la loro religione, che non è quella cristiana. Dunque, partire dalla pretesa che riconoscano e comprendano che Gesù Cristo è un uomo-Dio che si è immolato ed è risorto per redimere gli uomini tutti, significa semplicemente entrare nel mondo dell’utopia, ovvero in quello della irrealtà. Per cui, questa che lei sottolinea essere la vera differenza fra la nostra e le altrui religioni, se ha consistenza e veracità per noi che siamo cristiani, per gli altri ( quasi tutti) è pura fantasia che può arrivare addirittura al ridicolo. Su queste basi non potrebbe esserci mai un accordo fra le tre religioni. Non a breve scadenza, almeno. Un giorno chissà.
Chi questo accordo non lo vuole, ed è chiarissimo che molti non lo vogliono, continuerà a erigere muri e barriere e a distanziarsi orgogliosamente dagli altri.
Io invece mi trovo sulla linea del Papa e di molti ecclesiastici e uomini di fede, perciò ho impostato il discorso da un altro punto di vista. E discepolo non ha capito o non ha voluto capire. Ma non fa niente.
Dio è il Dio di tutti. Questa premessa accomuna le tre religioni monoteistiche, tutte e tre abramitiche.
Fra esse, la nostra si distingue per il fatto che i cristiani sono arrivati, per merito di Gesù, a riconoscere in Lui il PADRE di tutti gli uomini. Non il sovrano, non il Giudice inflessibile da temere, ma il Padre (e Madre) MISERICORDIOSO. Il Padre che accoglie a braccia aperte il peccatore pentito e fa festa per il ritorno a Lui del figlio che si era allontanato. E ditemi se è poco.
In questo senso, dunque, ho parlato di differenza essenziale fra chi adora lo stesso Dio, ma non arriva a considerarlo un Padre buono, presso cui trovare rifugio senza paura. Questo Dio è esattamente quello di Gesù Cristo, e se un cristiano non crede in questo Dio, non può dirsi davvero cristiano. Tutto è meno che cristiano.
Forse in quelle altre religioni definire “Padre” il loro Dio si configura addirittura come un’ orribile bestemmia, tanto grande è la distanza fra l’uomo e il Creatore irraggiungibile, confinato com’è nelle altezze siderali dei cieli.
Ma noi sappiamo e affermiamo che Dio si è fatto vicinissimo all’uomo nella Persona di Gesù, il Quale per primo ci ha insegnato a chiamarlo “Padre”, a considerarlo partecipe della nostra vita quaggiù sulla Terra. Bella differenza !
Ha capito, discepolo?
“Alla Discepolo delle 19,49 che accusa il Papa di non aver predicato Cristo in Africa …”
Sì, ogni due giorni discepolo accusa il Papa di qualcosa. È il suo passatempo preferito. Poi risulta che non ha seguito niente di quel che ha detto e fatto Francesco, e magari ha letto invece con molta attenzione le critiche di Magister e di Socci sul Papa.
Giorni fa un giornalista del “Foglio”, un tale Buttafuoco, aveva criticato, col dente avvelenato, il Papa dicendo, rivolto al pubblico, che questo papa non parla mai di Dio e che è un papa politico.
Mi sono chiesta, esterrefatta, se questa persona avesse mai sentito parlare il pontefice.
E poi ho concluso che anche fra i giornalisti che hanno una certa fama esistono gli zucconi presuntuosi e vaniloquenti.
Molto bella l’antologia fatta da Luigi sui discorsi del Papa. A Lorenzo Cuffini dico che quando entro in una chiesa in cui non trovo il tabernacolo mi sento orfana.
🙂
Antonella.
( …. a onor del vero, io non mi sono mai imbattuto in una Chiesa in cui non abbia trovato il tabernacolo….anche se non sta piu’ al centro dell’altare! ).
Ci sono, ci sono, Lorenzo. Forse io sono particolarmente miope. E poi ci sono i neocatecumenali che non conservano le specie eucaristiche.
http://80.241.231.25/Ucei/PDF/2015/2015-12-02/2015120231867985.pdf
Si può dire che questa cosa qua mi fa schifo?
Ma perché parla solo lui ormai? Insopportabile
Il ” meaculpismo” è diventato una costante ormai. Qui non ha nulla a che vedere lo scambio di inchini. Una continua “Excusatio non petita… ” una continua ammissione di colpe in forza di un passato storico complesso dal quale nessuno è uscì indenne (Chiesa compresa, con le sue invasioni barbariche. saccheggiata sottomessa per secoli a imperatori prima, a principi poi e ai Francesi, ai tedeschi, agli Austriaci, agli Spagnoli e chi più ne ha più ne metta e ancora oggi vessata e martorizzata da tutte le parti) e arriva come un pugno, è un atteggiamento disambiguo che giustifica l’accettazione di un qualsiasi ‘portato’ culturale; indebolisce, relativizza, in una parola: non giova. E poi ci si stupisce se il preside della scuola festeggia “l’inverno” al posto del Natale? Ci meravigliamo se milioni di musulmani che mettono piede in quell’Europa da cui erano partiti i missionari incontrano una società dove il cristianesimo è assente, latitante, in via d’estinzione !? Non ci illudiamo: la maggior parte delle moschee non sono solo luoghi di preghiera ..no…non sono le Religioni sic portatrici di guerre e sangue. Ma le persone , gli uomini, che si dividono in buoni e malvagi, la stirpe di Caino contro quella di Abele, e così da sempre sulla terra ad ogni latitudine…
Dal primo grande raduno di Assisi, quindi dall”86 al 2005 sono riuscita a contare -wikipedia alla mano- 58 tra guerre, alcune davvero incandescenti specie dopo il crollo del muro di Berlino e lo sfaldamento dell’Unione sovietica- conflitti e attentati, compreso quello dell’ 11 settembre con tutti gli annessi e i connessi. Ho evitato di andare oltre il 2005…per dire…
Beh, Clodine. Anche la croce di Cristo , col suo messaggio di fallimento umano totale ” indebolisce, relativizza e non giova” agli occhi di chiunque non sia cristiano. La nostra forza è sempre stata nella nostra “debolezza”. Fidiamoci in pieno della Chiesa e delle sue scelte,”spirito di Assisi” e “richieste di perdono” incluse, e, soprattutto, trasferiamole concretamente nelle nostre storie, senza calcoli di opportunità, logica e tornaconto che ci vengano per la cocuzza…
Se sara ha voglia di dirlo, ma che cosa ” fa schifo” in quello che dice Galantino, se ho capito bene?
Mi fa schifo il contenuto, lo stile tutto, i vescovi faraoni, tizio si deve dimettere, parla a nome suo o della Cei? Bagnasco cosa ne pensa?
Poi non ho finito nemmeno di leggere per non rovinarmi la giornata.
L’Africa è vittima dello sfruttamento dei “potenti” (ben virgolettato).
Come vittima dello sfruttamento dei “potenti” sono i poveri, i deboli.
C’era bisogno di papa Francesco, un papa cche certe cose le dice senza mezzi termini, cosi come senza mezzi termini è il richiamo ai responsabili dello stato di cose.
Appare poi chiara, oltre alla denuncia della perdita della Fede, la denuncia che l’uomo ha perso il suo carattere fondamentale, che è proprio della carne: l’umanità, ha smarrito il suo senso di essere “umano”.
Di qui il giusto elogio delle comunità povere, che hanno conservato ancora il senso di comunità, in cui ci si aiuta l’un l’altro pur nella povertà dei mezzi di sussistenza.
E’ in realtà una preciso richiamo e una precisa diagnosi antropologica: l’uomo, nella sua umanità è fatto per vivere in comunità, comunità che è in fondo quello che all’epoca, agli inizi, era la “tribù”; non dimentichiamo che la tribù, l’appartenenza è un concetto anche se vogliamo teologico.
Le tribù d’Israele, gli Apostoli, e cosi le porte della Gerusaleme Celeste.
Niente a che vedere con l’egoistico individualismo a cui si sta riducendo la cosiddetta “civiltà” occidentale moderna, che è il contrario assoluto, la negazione per certi versi (e non per altri) della tribù o della polis medievale.
Il commento precedente riguardava il tema proposto da Luigi.
Commentando l’andamento della discussione, posso solo osservare che non si giunge a nulla mescolando diversi piani, diversi aspetti di diverse questioni.
Ognuna di esse andrebbe affrontata nel singolo e poi il tutto ricondotto ad un discorso di più ampia veduta generale. Non si può saltar di palo in frasca e sommar pere con le mele. Sembra di guardare “Blob”, di tutto di più, la pratica la schizofrenia dei tempi moderni.
Quanto poi credere certi al di sopra di tutto e tutti, come intoccabili o sacri quasi che fossero divinità, usare certi toni inquisitori nei confronti di chi osa una opinione… sinceramente … mah!!!
non il Giudice inflessibile da temere
Non mi pare che queste parole o questo concetto siano presenti nelle parole del Papa. Ma essendo io un imbecille probabilmente la cosa mi è sfuggita 😉
Ho trovato questo splendido articolo che sevirà a svelenirci:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-papa-era-qui-dove-poche-oreprima-si-sparava-14568.htm
E’ talmente impegnativa, e scomoda, e ingombrante, la traduzione pratica che il papa mi propone del mio bel vangelo teorico e spirituale, che faccio proprio di tutto per chiamarmene fuori……
Io mi sento inquieta, in difficoltà, inadeguata. Ed è soprattutto di questa benedetta inquietudine che ringrazio Francesco.
Con lui anche andando a messa tutte le mattine, e ricevendo la santissima Eucaristia, e recitando l’Angelus ogni mezzogiorno e il rosario ogni giorno alle quattro e inginocchiandomi al momento dell’Esposizione del SS ai Vespri della domenica pomeriggio (sì, da noi si fa ancora, tutte le domeniche), e leggendo il Vangelo come preghiera della sera, ancora non mi sento a posto (e se considerate che queste cose io non le faccio tutte insieme, ma solo saltuariamente, vedete come mi sento!!!)
Grazie papa Francesco, ancora e sempre, della santa inquietudine. E’ la sola opportunità che ho per migliorare.
Grazie a te, Nico.
Se sei inquieta tu io dovrei spararmi.
“Io mi sento inquieta, in difficoltà, inadeguata.”
Anche io, pure troppo, a volte diventa un sentimento veramente schiacciante.
sul versante dell’inadeguatezza…non ne parliamo proprio…
Ossignur! Inadeguati? Ma chi mai si è sentito cristianamente adeguato in vita sua?!!
Se uno si sente inquieto per le pungolature ruvide di Francesco – non che Giovanni Paolo II o Benedetto non ne avessero di tutte loro, altrettanto puntute e abrasive, solo espresse in modo molto diverso – col Vangelo, che scortica a ogni pagina ogni velleità di “sentirsi a posto”, come la si mette?!!!
🙂
Ognuno è bravissimo, un vero manico,sotto sotto- molto sotto, per la verità, l’abilità sta anche in quello! – a giustificarsi, insaponarsi, darsi ragione, coccolarsi, vezzeggiarsi e, soprattutto, piangersi addosso con voluttà amara.
Ben venga qualcuno che ci dia una secchiata d’acqua fredda in faccia e ci dia la sveglia….Se fossimo un tantinello furbi, non sprecheremmo anche questa ennesima occasione.
Perché poi questo è: tutti giù a riempirsi la bocca di papi&mica papi….ma invito tutti a un rapidissimo test privato e in incognito.Quanti papi ci sono transitati nell’orbita durante le nostre vite? Bene. Che cambiamento hanno generato in noi? Temo che la conclusione possa essere che i papi passano, e noi restiamo desolatamente uguali a noi stessi, refrattari e inamovibili come paracarri.
Ergo, ogni papa= una occasione persa.
Quindi, poco piacevole sentirsi in difficoltà, ma ottimissimo.
In caso contrario, ci sarebbe una fregatura da qualche parte.
🙂
L’inquietudine è la costante di chi è in ricerca, è il pane quotidiano del combattimento spirituale.
Naturalmente è l’inquietudine sana, per certi versi quasi impaziente; non è di certo “smarrimento” o assimilabile all’angoscia.
Insomma, quanto vi è o può esservi di positivo in quel sentimento, stato d’animo, ampio , che è l’inquietudine.
“Ma essendo io un imbecille probabilmente la cosa mi è sfuggita .”
In realtà ti è sfuggito che io non attribuivo questo pensiero al Papa, che infatti mai lo ha espresso, ma alle religioni diverse da quella cristiana.
Lorenzo, ho deciso che da oggi ti chiamerò “Sì-però”
😀 😀 😀
Buona giornata
Vedo molta “inquietudine ” qui nel blog. Aleggia rimpallata da uno all’ altro, velata di nero.
Alla faccia della gioia dell’ essere cristiano, come spesso sento dire da questo o da quello.
Inquietudine e gioia le vedo un po’ antitetiche, per la verità.
Quando io provo gioia, l’ inquietudine è lontana da me, e, viceversa, quando sono inquieta, la gioia sparisce dal mio orizzonte.
Forse l’ anomalia sta in me.
Faccio una riflessione a voce alta, e chi non vuole sentirla chiuda occhi e orecchie:
non sarebbe meglio affidarsi con serenità alla misericordia del Signore facendo quanto è nelle nostre possibilità?
Altrimenti, quella pace che nell’ Eucaristia sentiamo rinnovare a nome del Cristo, resta una parola e basta; una parola priva di senso.
Se vogliamo farci del male da soli, continuiamo pure a crogiolarci nell’ inquietudine, e magari facciamone una bella bandiera da sventolare per farci belli.
Lo dico chiaro e tondo: a me una religione che toglie la pace, francamente non piace. Ma–ripeto–forse sono anomala io.
Non è che è anomale è che lei prende le parole del Papa soprattutto come fossero rivolte agli altri, le piace che critica questo e quello ma se per un attimo prendesse i suoi richiami e le sue critiche su di sè, non so o lei è tanto superiore a noi oppure mi pare normale farsi inquietare di fronte ad una richiesta tanto alta.
Lettura sbagliata, Sara, te lo posso assicurare.
E te lo dico una volta di più: io non mi sento superiore a nessuno.
Siete voi a pensarlo e dirlo.
“E te lo dico una volta di più: io non mi sento superiore a nessuno.”
Infatti signora non si crei complessi … 🙂
https://www.youtube.com/watch?v=-EbKNk2EeH0
Ma perché essere inquieti deve per forza avere una connotazione oppressiva e negativa?
Tutto il contrario.
E’ semmai il sentirsi appagati e a posto che puo’ rivelarsi una zavorra crescente e un alibi per una passività di comportamenti e di ragionamenti che mi sembra antitetica alla gioia di essere cristiani.
Voglio dire: in amore, per esempio, si è inquieti per definizione.Niente di più inquieto, perchè niente di meno scontato e tranquillo, di un matrimonio vero, vitale e riuscito, ad esempio. Che ha in sé la bellezza , l’essere stimolante e la fragilità, delle cose che devono essere per davvero costruite ( e non da soli!!!) giorno per giorno, senza avere MAI la certezza, la tranquillità, la paciosità del risultato acquisito….edc è la cosa piu’ bella e più simile alla felicità piena che ti possa capitare nella vita. Ma l’inquietudine sta alla base anche del rapporto genitori/figli, per esempio, dove tutti sappiamo benissimo quanto alta sia la probabilità di sentirsi continuamente messi in discussione, inadeguati, in bisogno di verifiche e reset continui, e questo senza che nessuno si sogni di negare la grandissima gioia che si esprime e che vivifica questi rapporti. E così via discorrendo….
Lorenzo, la mia era una -credo utile- chiarificazione rispetto al termine “inquietudine”.
Dato che il termine, nel significato della lingua corrente, ha pure tutte quelle valenze negative, ritenevo utile specificare per chi legge, magari atei, non credenti, o appartenenti alla nostra religione, che quel termine è da intendersi per le valenze positive.
Effettivamente se io fossi ateo o non credente o appartenente ad altra religione, e sentissi parlare di “inquietudine” e la prendessi cosi come è nella globalità il significato del termine avrei certo da “inquietarmi” (proprio seconda la valenza negativa che ha “inquietarmi”).
Ritenevo utile chiarire, tutto qui.
Sul Matrimonio, quello che dici caro Lorenzo non mi trova proprio d’accordo.
Ieri leggevo un articolo e mi è molto piaciuto questo:
“Il sentimento non basta, va e viene. Il giudizio no. L’amore è un giudizio, non un sentimento. Dire ti amo vuole dire: riconosco che tu sei il bene più prezioso della mia vita. È come dire: questa penna è rossa. Punto. Si possono scatenare tutte le schiere infernali e diaboliche con la loro ferocia ma non potranno mai scalfire questo giudizio. Non si può cancellare un fatto. Ti amo perché sei preziosa, vali. È il riconoscimento di una realtà in carne e ossa che per me ha un valore infinito. Amiamo ciò che per noi ha valore, è importante. Disprezziamo ciò che per noi non vale nulla. L’amore è quella straordinaria capacità che ci è donata per attaccarci a ciò che per noi è importante, decisivo per la vita. Più si è uomini, più si è vivi, più si ama.”
http://www.tempi.it/blog/ti-amo-che-vuol-dire
Ah, Lorenzo, te lo dico con la certezza di chi oggi, 2 dicembre, festeggia 20 anni di Matrimonio.
Veda, caro lei, io non mi creo complessi e neppure apro i link che lei propone.
Mai fatto. Strano ma vero.
Infatti lei è inaffondabile non la scalfirebbe King Kong sotto casa.
Beata lei….
Sia dolce con sua moglie e faccia a meno di catechizzarla, altrimenti potrebbe scappare.
🙂
Infatti è così, Sara; questa volta hai fatto il tiro giusto.
A parte, caro Ubi, che ti stacco di sei lunghezze buone sulla durata…:) il brano che hai postato , senza stare ad entrare nel merito che ci porterebbe lontanissimi, ha una pecca di impostazione, a mio avviso.
Parla AL SINGOLARE.
“Ti amo, riconosco. ecc.”
Bello.
E l’altra?(altro?)
Mentre invece la grande bellezza e unicità del matrimonio ( e anche la sua paurosa capacità di spezzare finalmente l’orizzonte centrato su di ME) sta nell’ essere PER DAVVERO IN DUE,E NELL’ESSERE DAVVERO UNA COSA SOLA: nel suo essere la coppia qualcosa di vitale e autonomo rispetto ai due componenti.
Dire “ti amo”, dire “ti amo ” da tutte e due le parti, dire “ti amo ” da tutte e due le parti e simultaneamente NON significa affatto esprimere un giudizio e una volontà sola. Nemmeno se quel giudizio e quella volontà sono basati e informati dallo stesso credo nello stesso Dio e nella stessa Chiesa…..
Non c’è una formina a cui conformare la coppia , manco quella cristiana, e questo rende vivo e sempre rinnovato e creativo il bisogno e l’urgenza- e la fatica, anche – di donarsi all’altro e di accettare il suo dono, in un modo che puo’ essere ( anche cristianamente ) mooooooolto diverso da quello che io avrei creduto/pensato/ voluto/desiderato…persino pregato.
E l’altra dice pensa e fa lo stesso caro Lorenzo, perciò stiamo insieme …
In parole povere l’amore è una “certezza”, un giudizio inappellabile e irreformabile (anche nello “Uragano”). Punto.
…..e ” a capo”, Ubi, continuamente e per sempre ” a capo”.
Buona discesa in rafting, per moltiiiiiiiisssimi, lunghiiiiiiiiissimi, belliiiiiiiisssimi anni, a te e alla tua ” ventenne”.
le cose innaffondabili sono terribili…come tutto ciò che resta a galla…non so se mi spiego…gulp!
Ecco, sono proprio parole come queste che disgustano il padrone di casa.
Il lupo cambia il pelo, ma la sostanza resta la stessa.
Con nickname ( diversi) o con nome e cognome, sempre quella resta.
C’ è un vizio “di fondo” che non si può nascondere, cioè è, appunto, “inaffondabile”. Un ossimoro significativo.
È la frustrazione variamente motivata che spesso lo riporta a galla.
Terribile e risibile!
Sara si dice inorridita e schifata dalle parole di Mons. Galantino, segretario della CEI. Come darle torto?
ma questo succede quando, da parte dei ministri di DIO, alla “Parola” divina si sostituisce la pochezza e mediocra meschinità della parola umana. Invece di parlare di Dio e di Cristo, ormai i portavoce di Dio e di Cristo parlano solo
di se’ stessi.
Altro che Chiesa profetica ,ormai i preti sono “preto-centrici”. La Chiesa è “antropocentrica,” pare che la Chiesa sia nata e continui solo per gli uomini, grazie agli uomini.
i disprezzatori di quelli che amano e adorano il LOGOS divino hanno preso forza e vigore ,( nonche hanno fatto carriera) dal disprezzatore supremo che non ha mancato occasione di irridere e sbeffeggiare gli adoratori del LOGOS, la Parola divina. Se il Capo dice così, i seguaci si affrettano ad imitarlo( per fare carriera?).
Mi permetto , visto che fra poco è Sant’Ambrogio di postarvi le parole del grande Santo sulla “C hiesa che è nata non dagli uomini ma dalla Parola”
(da ll’omelia di Benedetto XVi dopo l’Angelus della II Domenica d’avvento commentando il Vangelo Luca 5, 1-6)
Domani ricorrerà la memoria liturgica di sant’Ambrogio, grande Vescovo di Milano. Attingo da lui un commento a questo testo evangelico: “Il Figlio di Dio – egli scrive -, prima di radunare la Chiesa, agisce anzitutto nel suo umile servo. Perciò dice bene san Luca che la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria nel deserto, perché la Chiesa non ha preso inizio dagli uomini, ma dalla Parola” (Expositio in Lucam 2, 67). Ecco dunque il significato: la Parola di Dio è il soggetto che muove la storia, ispira i profeti, prepara la via del Messia, convoca la Chiesa. Gesù stesso è la Parola divina che si è fatta carne nel grembo verginale di Maria: in Lui Dio si è rivelato pienamente, ci ha detto e dato tutto, aprendoci i tesori della sua verità e della sua misericordia. Prosegue ancora sant’Ambrogio nel suo commento: “Discese dunque la Parola, affinché la terra, che prima era un deserto, producesse i suoi frutti per noi”…
Sant’Ambrogio confessore, prega per noi.
Maria Cristina Venturi
In papa ha nominato Lucrezia Borgia, e non a caso; la situazione , mi sembra, è ancora peggiore rispetto ad un passato che avrebbe dovuto essere “remoto” e che invece si rivela di un’attualità sconvolgente. Decisioni , evoluzioni storiche erronee che la Chiesa ha accumulato, stratificato, hanno la stessa radice mai estirpata: la cupidigia, il peccato, il vizio. Colpe imputabili non ad generico “sistema” mal funzionante o a causa di un meccanismo inceppato. Ma per colpa di deficienze “personali” , circostanziate, che trovano la ragion d’essere nell’ottica di una potenza a dir poco demoniaca.
Qunato fa male dover constatare che non si è stati in grado di sedimentare, fare memoria e così, gli uomini della gerarchia, i successori degli Apostoli che avrebbero dovuto proteggerla, custodirla in nome di Colui che ” ci ha riscattati a caro prezzo”, hanno gettato la fede nel Risorto in anfore bucate, come le Danaidi…
Guardiamo in faccia la realtà fratelli e sorelle: la chiesa è una chiesa di peccatori e il corpo stesso di Cristo è macchiato, il Tempio dello Spirito scosso noi, il Popolo di Dio: feriti. La Chiesa è ferita! Verità sconvolgente.
Claudia Floris
Discepolo non è solo una cosa a farmi schifo ma il tono generale dentro la Chiesa, dietro la voglia di pulizia c’è solo un modo per continuare a darsi battaglia, lo facevano anche con Ratzinger.
Nel frattempo la società si sta frantumando, te ne accorgi giorno per giorno, la prima urgenza per la Chiesa dovrebbe essere questa, far si che non si sgretoli sempre di più, invece si passa da un estremo all’altro e ci si guarda sempre più in cagnesco.
Ieri sera da noi c’era consiglio, hanno parlato di un calo del 30% in altre parrocchie anche di più, sabato mio marito a catechismo aveva 4 ragazzini in tutto, da noi la caritas funziona bene, il problema non sono gli “ultimi” se vogliamo, sono tutti quelli che stanno nel mezzo che non riesci a sfiorarli.
Verità sconvolgente, si, ma anche liberatrice perché ci dispensa, almeno credo, dal costruirci una sorta di “apologetica” . Anche noi con le nostre piccole e grandi mancanze, peccatori e peccatrici quali siamo apparteniamo a questa Chiesa, non ad altre confessioni . Aspetto per nulla secondario perché noi, nella fede, sappiamo che la “Santità” della Chiesa e anche personale, non si fodna tanto sui suoi membri,e neppure sulle nostre azioni, quanto sulla capacità di farci carico della croce di Cristo, purifcare la coscienza, e accogliere di cuore, con fede profonda la santificante Parola Dio generatrice di conversione…Infatti, come dice l’Apostolo: “Dall’inizio Dio vi ha scelti per salvarvi santificandovi nello Spirito (2Tess.2,13) – Parole di conforto che invitano ad una resistenza ad oltranza…
anche se intorno tutto sembra crollare e siamo assaliti da una pena indicibile, abbiamo il dovere di continuare, anche se in fondo al tunnel non si scorge luce…continuare a camminare…è una solitudine, lo so, un deserto…passerà!
“Nel frattempo la società si sta frantumando”
L’analisi è impietosa e reale. Perfetta.
Il rimedio? La visione che ritengo più ampia è quella di San Paolo.
L’Apostolo delle Genti è un poco taciuto nella predicazione della Chiesa attuale (Chiesa intendo “tutta” non singoli) poichè pur se è quella più “popolare” è quella meno “politicamente corretta” per i tempi attuali.
Eppure il corso del mondo è andato cosi fino al secolo passato.
Prima o poi il “fiume” romperà gli argini artificiali e si riprenderà il suo corso (senza contare che sembra, dico sembra, nelle segrete stanze del potere mondiale si sia deciso: Guerra pur di giungere al “sogno proibito”! In altre sempre segrete, ma alla luce del sole si è detto ci opporremo, si giunga pure al peggio! Più che le scatolette in serbo è meglio tenersi “in Grazia di Dio”. Il rischio di finire vaporizzati in un attimo c’è tutto. L’anno della Misericordia non capita a caso).
Ecco, sono proprio parole come queste che disgustano il padrone di casa.
Perché, scusa, tu immagini che quando mi dai dell’imbecille, lui invece sia felice?
Totò avrebbe esclamato “Ma mi faccia il piacere!”
Per dirla con Fedro, carissimo Fides:”Peras imposuit Iuppiter nobis duas”
Giove ha imposto agli uomini due bisacce: quella dei vizi altrui, tenuta bene in vista, ed una per i propri, tenuta nascosta dietro la schiena.
Un caro saluto.
P.S
Ti assicuro che non sei affatto imbecille
Clo
Ti assicuro che non sei affatto imbecille
Ti ringrazio, carissima.
Un abbraccio.
Abbraccio che ricambio.
Tornando a Sara e alla “frantumazione” io credo che ci troviamo immersi in un nichilismo di impronta globale che investe tutto: Chiesa, religioni tutte, compresi Stati e società “civili” con le loro strutture immorali, deboli, ingiuste.
Credo che Dostoevskij in quel famoso romanzo “I Demoni” [inteso come” anime nere”appunto] abbia individuato cn spirito profetico i guasti di un mondo che avendo perdute le coordinate,accantonata l’idea di trascendenza e abbracciato il catechismo sociale dell’uomo: crimini, peccati collettivi e individuali , depravazione, corruzione, ed ogni sorta di atrocità, tutto, matura in una assenza totale di pentimento. Un “mare” di “Gusci vuoti” con la velleità di porsi al di sopra di ogni giudizio. Tale la società del terzo millennio “involuta” che cerca approvazione in contesti di abbrutimento spirituale, animico, ancorché decadente. Anche i tagliagola dell’Isis sono spinti da un’idea nichista dell’esistenza. Darsi la morte e procurare la morte non è forse una forma perversa di nichilismo? un postulato che nega la vita per obbedire ad un Dio carnefice , incomprensibile, è necrofilia pura generata da una concezione nichilistica della realtà.
“Perché, scusa, tu immagini che quando mi dai dell’imbecille, lui invece sia felice?
Totò avrebbe esclamato “Ma mi faccia il piacere!”
Credo che Totò ti avrebbe dato ben di peggio che dell’imbecille.
Chi dice imbecillità è un imbecille. Punto.
Tu ti sei dimostrato tale dicendo una frase( ironica e niente affatto intelligente) nei miei confronti . E non avrei dovuto dirlo?
Chi non vuole essere colpito, non colpisca. Chiaro il concetto?
Lo ripeto: hai un problema con te stesso. Ma non solo tu, beninteso.
Anche chi ti dà man forte lo ha, senz’altro anche più di te.
Secondo me Marilisa è un fake, non può essere che uno si rapporti davvero così con gli altri.
Posso dirlo? se Luigi non approva ovviamente può cancellare.
Marilisa si rapporta così solo con chi le va addosso; compresa te, “dolce” e confusa Sara, che non mi conosci affatto.
E Marilisa si rapporta diversamente con chi non la osteggia ad ogni passo per il gusto di contestarla e di ostracizzare quel che non piace sentire.
Non intervenire a sproposito, per favore. Ti ricordo che è questione di buona educazione.
Lei parla tanto di amore però non conosce nemmeno l’abc dell’empatia.
Peccato che sia tutto il contrario, invece. Lo dimostra il mio approccio molto diverso dal tuo, dal vostro, verso persone generalmente messe all’angolo da te, da voi.
Se non ti sei accorta di questo, vuol dire che hai gli occhi chiusi e che non hai capito che cosa sia l’ empatia. Io ce l’ ho d’ istinto verso chi viene emarginato. E infatti sono questi che mi abbracciano. Sempre stato così.
Apri gli occhi, cara Sara, e non dare giudizi affrettàti e superficiali.
Beh, francamente ne ho abbastanza.
Auguro a tutti un Buon Natale e ci rivediamo a gennaio su questi schermi.
Un abbraccione a tutti. Ciaooooo!
Ma infatti…
A proposito, sulla “sana” inquietudine ci avevo scritto due anni fa un post …
https://vivificat.wordpress.com/2013/11/15/grazie-sorelle-per-la-vostra-preghiera-e-e-si-accende-in-me-una-sana-inquietudine/
La memoria inizia a calare.