Qui Divo Barsotti risponde alla domanda di come viva il compimento dei suoi ottant’anni. E attesta – come tutte le donne e tutti gli uomini di questo capitolo – che la consuetudine con il Vangelo allarga il cuore e allunga lo sguardo, compleanno dopo compleanno.
Io prego, attendo, spero. Ritorna per me la tentazione dei primi padri della Chiesa: posso io accettare la mia salvezza senza la salvezza di tutti gli altri? È per me oggi un problema teologico molto grave. L’atto di Cristo ha salvato davvero tutti. E solo una volontà pervicace, folle, disumana, può rifiutare. Del resto se Cristo salva me, come posso io essere pienamente salvo senza trascinare in questa salvezza gli altri che sono attaccati, anzi sono aggrovigliati al mio io? So che non posso fare a meno di sperare per tutti, per tutti. Anche se so che l’Inferno esiste, eccome. Bisogna crederci. Ma sento che debbo sperare per tutti. Questa speranza accompagna i miei ottant’anni. No, non spero buddisticamente di sciogliere i miei legami. Ma che ce ne siano di più. Amato e amante in Cristo di tutti.
Il testo di Divo Barsotti è preso da un’intervista a cura di Renato Farina pubblicata da “Litterae Communionis Tracce”, gennaio 1994, pp. 10-13.
[da “Cerco fatti di Vangelo” 1, SEI 1995]