Er sor Frajano voleva di’ che qua a Roma

Che te devo da di’, compare mio! Per me er sor Frajano voleva di’ che qua a Roma nun se famo manca’ gnente, de cose da matti ce n’avémo in abbondanza, ogni giorno una nòva: la matina ce arzamo dar letto e: anvédi, e mo’ chi è quer fregno che ieri nun se ne sapeva gnente e oggi invece… ma dimme tu quante tocca da vedénne! Che è oggi? La mafia der Cuppolone? Oh Gesù Gesù!Glossa alla sentenza di Ennio Flaiano di cui nel post dell’altro ieri che mi arriva da un amico esperto del Belli e ammiratore della lingua romana.

6 Comments

  1. Luigi Accattoli

    Lo stesso amico della glossa di cui nel post, mi informa che a sua scienza

    Il primo “fregno buffo” della letteratura romanesca è nel sonetto XXIX della “Scoperta de l’America” di Cesare Pascarella (I edizione 1894).
    I marinai di Colombo stanno esplorando il territorio, incuriositi e emozionati, quando a un tratto

    (…) Veddero un fregno buffo co’ la testa
    dipinta come fosse un giocarello,
    vestito mezzo ignudo, co’ ‘na cresta
    tutta formata de penne d’ucello.

    Se fermorno. Se fecero coraggio:
    – Ah quell’omo! – je fecero, – chi sete? –
    – Eh, – fece, – chi ho da esse’? So’ un servaggio (…)

    A lume di naso, il significato dell’espressione dovrebbe essere: “un tipo strano e un po’ ridicolo”.

    12 Dicembre, 2014 - 14:00
  2. Ero a casa di amici quando per caso abbiamo visto che c’era la Messa per la Guadalupe.
    Aspettavamo il Rosario da Pompei, che intendevamo recitare con gli amici.

    Ci siamo gustati il bellissimo GLORIA, poi abbiamo tolto il volume,
    e abbiamo recitato il consueto rosario serale.

    13 Dicembre, 2014 - 8:38
  3. Fides

    Mi guardo in giro, ascolto e ne vedo e ne sento di tutti i colori.
    C’è chi da destra butta sale e mette il dito nella piaga; come se a loro nulla importasse.
    Altri da destra minimizzano, forse per il terrore che questo terremoto porti alle elezioni alle quali non sono pronti. Mafia? Dove?
    Poi c’è che da sinistra fa lo struzzo, parla d’altro come a cercare di sfuggire dall’occhio del ciclone.
    E chi, ancora da sinistra, spara bordate niente male nella speranza che qualche ribaltone lo porti a contare qualcosa di più.
    E così, tra una chiacchiera e l’altra, alla fine ieri sera il mio figlio maggiore torna dal dentista e mi pone il dilemma esistenziale: fattura sì o fattura no, con un 20% di sconto che balla; un 20% che ci metterebbe a posto per Natale, Capodanno e Befana.
    Eh, sì vengo anch’io da quella generazione che voleva il mondo giusto, la città del sole, e invece si ritrova in questo mondo di ladri…

    13 Dicembre, 2014 - 10:31

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