Devo qualcosa a don Gianni Baget Bozzo che se ne è appena andato: il mio è un debito di parole, che è forse il più forte che si possa avere verso una persona dopo quello dell’amore. Ti frequentavo da trentatré anni. Poco di persona, ma ogni giorno sui giornali. Ero alla Repubblica quando mandasti il primo articolo, che apparve con il titolo “Il ruolo dei cattolici nella società radicale” (12.5.1976). Scalfari mi chiamò: “Chi è Baget Bozzo?” Risposi corto, come si fa nei giornali, e dalle mie parole Eugenio tirò il “distico” con cui ti presentò: “Volentieri pubblichiamo questo intervento di Gianni Baget Bozzo, esponente della Democrazia cristiana negli anni cinquanta, ora sacerdote e storico del partito cattolico“. Non mi ha mai toccato la questione della tua coerenza nel tempo, che tanto animava i tuoi critici. Tu eri subito entusiasta dell’elezione del card. Wojtyla, ma appena tre mesi dopo definivi una “sciagura spirituale” (Repubblica, 30.1.1979) il discorso di Puebla. Più tardi – e con argomenti rovesciati – hai considerato Giovanni Paolo II un salvatore della tradizione cattolica e di nuovo lo deplorasti quando chiese perdono per le “colpe storiche” dei cristiani e quando entrò in una moschea. Una volta accusasti Pio XII di aver messo la Chiesa al rischio di ridursi a “edificio vuoto” e a “sacra gerarchia” (Vocazione, Rizzoli, Milano 1982, 55 e 93-94: il tuo libro più bello, che contiene la storia della tua chiamata a farti parola) e più tardi di nuovo lo considerasti l’ultimo vero papa. Hai avversato e poi amato il cardinale Ratzinger e ultimamente eri fiero di Papa Benedetto. (Continua nel primo commento)
Un abbraccio a Baget Bozzo maestro di parole
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(Continua dal post) La tua discontinuità non mi stupiva. La mettevo in conto alla tua anima ospitale e alla tua leggerezza, che credo di capire. Essa ti permetteva di spostarti, secondo che “dittava” dentro. Nessuno ha veduto ampiamente quanto te, grazie a questi spostamenti. E nessuno ha acquisito più linguaggio. Hai amato e avversato successivamente De Gasperi e Dossetti, Tambroni e Moro, Montini e Siri, Berlinguer e Craxi, Brandt e Berlusconi. Mi attirava la tua capacità di vedere ogni faccia di un fatto e di renderla in parole. Era il tuo modo di farti tutto a tutti. Né conta – per me – che tu criticassi i papi: sono uomini e dunque criticabili. L’ultimo tuo dono l’ho avuto l’altro ieri dall’ultimo tuo articolo sul settimanale “Tempi”: “È una delizia, per chi ha gusto del cristianesimo, ascoltare o leggere Benedetto XVI, perché ogni volta trova spunti che lo conducono al cuore della fede: la vita divina comunicata ai credenti”. E scrivevi che il cardinale Ratzinger aveva dato “radici [dottrinali] alla provvidenziale capacità di comunicazione e di effusione” di papa Wojtyla. Ero curioso di leggerti sulla visita alla moschea Al-Hussein Bin-Talal di Amman che Benedetto farà domani e su quella alla Cupola della Roccia di Gerusalemme che farà martedì. Già immaginavo una telefonata di chiarimento, di quelle in cui magari si capivano poco le parole, ma che erano sempre calorose dall’una parte e dall’altra. Grazie di tutto, don Gianni! E soprattutto dei tre volumetti EDB intitolati Buona domenica con i tuoi commenti ai Vangeli festivi, che consulto sempre per le mie serate di “Pizza e Vangelo”. (Continua nel secondo commento)
(Continua dal primo commento) Solo una volta ebbi una polemica pubblica – garbatissima – con don Gianni e fu sull’Islam. Chi ne fosse curioso vada a questi link: http://www.ilregno.it/it/rivista_articolo.php?RID=0&CODICE=31146, http://www.ilregno.it/it/rivista_articolo.php?RID=0&CODICE=31248
Un provocatore vero, come ha da esserlo un intellettuale, e soprattutto in quel delicatissimo snodo dei rapporti politica-religione-società.
La sua “Storia del partito cristiano” al potere è ancora un grande classico, che sono riuscito a procurarmi faticosamente via internet.
Belli anche altri libri, ma soprattutto alcuni suoi pezzi, soprattutto quelli per La Stampa.
Una volta lo stuzzicai parlandogli di “moroteismo berlusconiano”.
Mi rispose con una lettera molto bella, profonda, con parole bellissime per Moro, e con molta delicatezza per me.
Anni prima lo avevo conosciuto a un convegno di giovinastri politicanti, e mi aveva detto che il mio percorso ecclesiale non combaciava troppo con il suo esito politico, ma che questa era anche una grandissima ricchezza che mi aiutava a non omologarmi.
Mi mancherà.
O.T. … ma non troppo considerando la cura che, da quanto ho letto, don Gianni Baget Bozzo aveva per il prossimo.
Secondo voi la cura pastorale è ad appannaggio esclusivo dei preti?
Secondo voi è un ministero particolare o comune ed essenziale a tutti i veri convertiti al di là che siano preti o laici?
E vero che i laici, comunque sia, non capiscono nulla di pastorale e di cura pastorale?
E, sempre secondo voi, la sensibilità pastorale è un carisma prima di essere un ministero o no?
… e lo chiedo soprattutto ai reverendi del pianerottolo 😉
Scusate l’O.T., ma per quanto cerchi di convincermi sull’idea circolante riguardo questo argomento, proprio non ci riesco o almeno non ci riesco “custodendo” il Vangelo e guardando a quanti sono “fatti” di Vangelo.
Non ho mai conosciuto Don Gianni,
guardando poco la televisione non so neppure bene che faccia avesse ,
ho solo letto qualche volta i suoi articoli. dava l’impressione di una persona intelligentissima e appassionata,certo si poteva essere d’accordo o no con le sue idee soprattutto politiche , ma sicuramente si sentiva vibrare in esse l’amore e la passione.
ho letto nell’articolo che gli ha dedicato Andrea Tornielli sul Giornale che amava ripetere questa frase: “le mie idee religiose partono da questo assunto: Dio ha creato l’uomo e non viceversa”. Frase semplice ma profonda , E’ un assunto appunto, un postulato, a cui , io per esempio, non sempre riesco a credere. Lui ci credeva.
Mi piace proprio questo Don Gianni !
Ci andrei molto d’accordo !
Penso proprio che acquisterò quei tre volumetti della EBD !
Grazie Luigi.
“la vita divina comunicata ai credenti”
Quanto significativo che nel suo ultimo articolo sia stata presente questa espressione..! Ho conosciuto Don Baget di persona quasi solo nelle sue funzioni sacerdotali (come celebrante del rito antico ‘dell’indulto’ a Genova, rito che amava moltissimo), servendolo da ministrante. Praticamente nulla a che vedere con il BagetBozzo televisivo. Nel predicare, Don Gianni (o ‘Don Baget’) se ne stava ad occhi semichiusi, quasi a meditare ad alta voce, e le sue parole -lì, per solo pochi intimi, in una cappelletta- erano sovente da vero ‘crisostomo’.
E, appunto, l’espressione “vita divina” e quanto ruota attorno ad essa, erano quasi sempre presenti nelle sue omelie. Quello della “vita divina” era realmente un suo ‘chiodo fisso’. Che bello. Riposi in pace.
Mi sono venute le lacrime agli occhi, Syriacus, quando ho visto che sei tornato.
Proprio ieri sera mi chiedevo se tu l’avessi conosciuto di persona, don Baget, perché mi pareva di ricordare -dalle mie saltuarie letture del blog dei tempi in cui io ancora non c’ero- che tu fossi di Genova. Ora temo che ti deluderò e ti scandalizzerò subito dicendoti che io sono stata delusa e scandalizzata da lui e per tante ragioni: per il suo fare politica, per le sue scelte politiche, per il suo atteggiamento nei confronti dell’Islam. E che per questo, per non rischiare di arrabbiarmi, evitavo di leggerlo.Tanto più delusa perché lo avevo amato acoltandolo parlare di mistica (“parlare di mistica”: un ossimoro?) anni fa a Radio Maria. Ora ho smesso di ascoltare anche quella, sempre per fuggire la tentazione di arrabbiarmi. Anch’i o, però, ieri ho pregato perché lui “riposi in pace”. E me lo sono immaginato in paradiso tutto contento di trovarsi, là, in compagnia dei miei amatissimi mistici musulmani.
Fiorenza si può amare Baget Bozzo che parla della storia del Partito cristiano (discreto), di mistica (buono), o dei Vangeli (ottimo) senza il bisogno di condividere le sue scelte politiche o la sua guerra all’Islam. Per me è stato così. L’amicizia è restata e la conversazione è continuata nonostante le diverse scelte. – Preciso le tappe. Ci conoscemmo quand’era di destra e ci fu reciproca simpatia. Qando divenne di sinistra la simpatia divenne amicizia. Quando tornò a destra l’amicizia restò intatta. E anche il gusto di leggerlo.
Syriacus ben tornato! Anch’io ti ho pensato, ieri, ricordando che una volta avevi accennato alle messe di don Baget. Io non l’ho mai visto celebrare. Ma non ho nessuna difficoltà a immaginarlo che parla a occhi chiusi.
Fiorenza
“per non rischiare di arrabbiarmi evitavo di leggerlo”
ma voi leggete solo chi la pensa come voi , in politica o in altri campi?
non è invece interessante ascoltare proprio anche chi non la pensa come voii?
Non parlo di Radio Maria che non ho mai ascoltato e non so il livello
culturale. ma certo Don Baget Bozzo non era uno stupido e non vedo perchè doversi arrabbiare per le sue opinioni, al massimo si poteva non condividerle.
Non ti ha mai sfiorato l’idea che forse Don Baget potesse avere, su qualche cosa ragione’ e non ti sei mai chiesta se le cose che diceva e che ti facevano
“arrabbiare” non toccavano magari qualche tuo pregiudizio, qualche tuo
dogma intoccabile? Non è noioso sentire le persone , e anche i cristiani, ripetere e scrivere tutti le stesse cose ?’
Non è interessante e piacevole comunque leggere una persona colta e intelligente, sia di destra che di sinistra?
non capisco come mai un cristiano , o un mistico , debba per forza avere deteminate idee politiche “POliticamente corrette”
Non stavo dalla sua parte, politicamente parlando.
Ma certo non si può dire che non avesse stoffa e che non rischiasse di persona…
Prima in politica, poi con le sue dichiarazioni sull’islm, sulla sua omosessualità…
Un uomo libero e penso, tutto sommato, anche fedele.
Un prete di altri tempi (nel senso migliore dell’espressione), di cui oggi si sente sempre più la mancanza…
[No Fiorenza, lascia le lacrime per momenti più appropriati! Io ad esempio le avevo rinviate, da un pò, e mi sono sgorgate ieri -giustificatamente, credo- , davanti ad una ragazza. Approposito: Don Baget mi disse una volta: “Ho visto che non ti sei comunicato… Sei mica un giansenista??” Era così. L’inclassificabilità fatta uomo, e sacerdote.]
Perché non ce lo racconti, di questa ragazza? No, scusa, non è bene essere curiosi.
Discepolo, non puoi immaginare quale piacevole sorpresa sia per me essere rimproverata perché “non ” leggo qualcosa!
Un’altra cosa: a chi ti riferisci quando dici “voi”? Voi chi? L’unico “noi” in cui mi riconosco, ma pensavo che ormai mi conoscessi un poco, è questo:
“In questo mondo, noi non ci accordiamo a nessuno,
non costruiamo una casa sotto la volta azzurra del cielo”
E, così, ti ho citato uno dei miei, come dicevo, “amatissimi” mistici islamici, anzi, il più amato, che è Gial ad-Din-Rumi.
A Fiorenza – e anche a Discepolo e a tutti i gentili visitatori – la buona notte con questo verso di Gialal ad-Din Rumi: “O cortigiana suonatrice di liuto! Sei tu più ubriaca o son io?” [da “Chi mi porta a casa?”, in Poesie mistiche a cura di Alessandro Bausani, BUR 1980, p. 139]
Discepolo: “Non è noioso sentire le persone, e anche i cristiani, ripetere e scrivere tutti le stesse cose?” – Sarebbe noioso, ma non c’è il rischio.
Buona notte anche a te, Luigi. Il tuo blog è:
“Una città piena di vita e di gioia, ogni ebbro ha in mano un calice,
questo beve, l’altro è sobrio, qua torrenti di latte, là di miele!”
E’ ancora Gialal ad-Din Rumi, naturalmente.
Bentornato, innanzitutto, a Syriacus !
Come a Maioba, che riesce sempre ad esprimere chiaramente ciò che io, molto confusamente, ed a malapena, penso, neppure a me piacevano le posizioni politiche di Don Gianni Baget Bozzo: ma – a differenza di Fiorenza – non mi spiaceva, invece, leggerlo, perchè era vivo, stimolante (anche per chi, come me, stava dall’altra parte), ed intellettualmente onesto come pochi.
Domattina tutti ad ascoltare la Funzione officiata dal nostro Papa ad Amman, mi racomando !
“Tutti” ……………….: beh, chi vuole, ovvio; siamo cristiani, e perciò stesso, liberi (ed è il bello della nostra fede).
Buona notte e buona quinta domenica del periodo Pasquale a tutti !
Roberto 55
Bentornato a Syriacus.
E grazie a Luigi che ci insegna e ci ricorda molte cose, in questi tempi di semplificazione aggressiva e di banalizzazione che annichilisce.
Ammetto la mia povertà,
per la mia curiosità ho sempre letto Gianni Baget Bozzo,
ma non l’ho mai, mai capito.
Ringrazio Luigi, per le sue parole, che cercano di farmi vedere oltre la “rete”.
Matteo, se sei interessato alla sfida, ti suggerisco di provare con LA CHIESA E LA CULTURA RADICALE (Queriniana 1978), VOCAZIONE (Rizzoli 1982) e la trilogia sui Vangeli che citavo nel primo dei commenti a questo post. Anzi, per risparmiare energie, scommettendo sulla tua capacità di intuire il resto, prova direttamente con i commenti ai Vangeli. Sono del 1995.96.97. Sono cioè del Baget Bozzo tornato a destra, ma portando con sè tutta l’umanità con cui aveva dialogato in ognuna delle stagioni precedenti. Egli è stato monarchico, resistenziale, dossettiano (e piuttosto a lungo), tambroniano, moroteo (solo di testa), craxiano, berlusconiano. Ma affrontava ogni tornante portando con sè tutto l’umano che aveva sperimentato nelle stagioni precedenti. Come palinsesto della passione umana, non ha paragoni. Il Baget Bozzo di sinistra (una decina di volumetti e un quindicennio di fitta collaborazione a Repubblica: dal 1976 al 1991) può aiutare chi è di sinistra a comprendere le ragioni della destra e il Baget Bozzo di destra (quello antico e quello più recente) può aiutare chi pende a destra a capire la sinistra. Sempre che uno abbia volgia di capire.
mi faccio accompagnare da Luigi nell’abbraccio e nel ricordo di una persona che non faccio fatica a dire di non aver mai sopportato (per quel poco che ho potuto conoscere leggendo i suoi scritti e ascoltandolo parlare)…
è il bello della Chiesa. Dove non arrivano i miei limiti, ci sono i fratelli e le sorelle… Proprio sabato sera, in una messa “presa” fuori programma presso la cappella del Policlinico, ho ascoltato una bellissima omelia di un gesuità de La Civiltà Cattolica, p. Larivera, sulla carità nella Chiesa… suggerendo aspetti niente affatto scontati…
come per esempio che si può amare, “fare insieme” pur essendoci fieramente antipatici…
Ti ringrazio Luigi.
Accetto la sfida.
si può amare, “fare insieme” pur essendoci fieramente antipatici…
Sono d’accord-issimo con ilMoralista.
Ad esempio io e Matteo non andiamo di certo d’amore e d’accordo eppure – sembra impossibile – gli voglio bene !
Anche se lo conosco poco e solo attraverso i commenti pianerottolo.
@ plpl8 scrive, – 11 maggio 2009 @ 12:33
mi rendo conto che abbiamo indirizzi diversi,
ma non ho ancora percepito antipatia,
e ti sto leggendo con piacere,
e se per caso ti ferissi, non mi spiace se me lo dici,
cercherò di stare più attento,
non mi piacciono situazioni irreparabili,
che ho già vissuto.
un saluto
Fatemi capire, che cosa deve fare una persona, un sacerdote per di più, oltre a passare da destra a sinistra e poi ancora a destra, oltre a sobillare gli uomini a una insensata guerra di religione, dando un contributo di peso all’ondata che sta conducendo l’Italia verso un’ignobile naufragio (altro che deriva) razzista e senza nessuna pietà umana, non dico cristiana?
Per Leopoldo
Non so cosa si possa fare, per esempio leggere i post precedenti e farsi un’idea. Senza dubbio Baget Bozzo è stato un uomo di passioni, anche controverse (specialmente in politica, dove credo sia stato migliore come analista che come attore e ispiratore), ma la sua passione principale è stata Gesù Cristo, non credo davvero possa essere accusato nei termini che tu usi. Ovviamente fatta la tara alle opzioni politiche.
Syriacus, sei stato, ieri, al funerale di don Baget?
A Leopoldo e a Gerry. Io non do importanza al fatto che uno si sposti in politica da una parte a un’altra e poi magari torni alla di prima. Non lo prendo a bussola per il mio orientamento, ma l’ascolto con immutata attenzione. Gli spostamenti li interpreto come relativizzazione delle posizioni, che relativizzo in partenza. Poniamo che io discuta sul reato di immigrazione clandestina: mi interessano gli argomenti svolti, non il fatto che chi li svolge sia di destra o di sinistra. Dando poca attenzione agli schieramenti, mi resta quasi indifferente che uno passi da questo a quello. Direi anzi che quello che dice dopo lo spostamento mi interessa di più, perchè viene da uno che ha udito l’altra parte.
Ho fatto questo ragionamento una volta con don Baget e mal me ne incolse. Era dopo la vittoria Berlusconiana del 2001 e lui affermava “nulla sarà più come prima” e io a dirgli “quasi nulla di serio cambierà” e lui: “Ma che dici!” Sosteneva che era un cambiamento epocale e attribuiva grandissima importanza al fatto di essersi convertito al berlusconismo. Analogamente, quand’era di sinistra, era molto più duro di me con Siri e con… Ratzinger! E io a dirgli: “Hanno le loro ragioni”. Non ne voleva sapere. Egli spostandosi davvero cambiava d’animo. E io che credevo di consolarlo parlandogli bene dei nuovi avversari con gli argomenti che nella stagione precedente avevo appreso da lui: un cinema! – Ma i commenti ai Vangeli che ho segnalato stanno a dirci che ogni esperienza della commedia umana, fatta in questa o quella palestra della politica italiana, gli era utile per mettersi in Dio.