Ringrazio per questo incontro e, per favore, pregate per me, perché gli occhi del mio cuore vedano sempre con chiarezza la strada dell’amore misericordioso e Dio mi conceda il coraggio di seguire questa strada per il bene dei minori. Gesù esce da un giudizio ingiusto, da un interrogatorio crudele e guarda gli occhi di Pietro e Pietro piange. Noi chiediamo che ci guardi, che ci lasciamo guardare, e possiamo piangere, e che ci dia la grazia della vergogna, perché come Pietro, quaranta giorni dopo, possiamo rispondergli: «sai che ti amiamo» e ascoltare la sua voce: «torna al tuo cammino e pascola le mie pecore» — e aggiungo — «e non permettere che alcun lupo entri nel gregge». – E’ la conclusione dell’omelia di Papa Francesco nella messa di stamane al Santa Marta con sei vittime di abusi da parte di uomini di Chiesa. Nei primi commenti altre parole del Papa.
Francesco invoca “la grazia della vergogna”
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I pochi che hanno cominciato a piangere. Omelia su abusi 1: Da tempo sento nel cuore un profondo dolore, una sofferenza, [per questo misfatto] per tanto tempo nascosto, dissimulato in una complicità che non trova spiegazione, finché qualcuno non si è reso conto che Gesù guardava, e un altro lo stesso e un altro lo stesso… e si fecero coraggio a sostenere tale sguardo. E quei pochi che hanno cominciato a piangere, hanno contagiato la nostra coscienza per questo crimine e grave peccato.
Come un culto sacrilego. Omelia su abusi 2: Si tratta di qualcosa di più che di atti deprecabili. È come un culto sacrilego perché questi bambini e bambine erano stati affidati al carisma sacerdotale per condurli a Dio ed essi li hanno sacrificati all’idolo della loro concupiscenza. Profanano la stessa immagine di Dio a cui immagine siamo stati creati. L’infanzia — lo sappiamo tutti — è un tesoro. Il cuore giovane, così aperto di speranza, contempla i misteri dell’amore di Dio e si mostra disposto in una maniera unica ad essere alimentato nella fede. Oggi il cuore della Chiesa guarda gli occhi di Gesù in questi bambini e bambine e vuole piangere. Chiede la grazia di piangere di fronte a questi atti esecrabili.
Disperazione e suicidio. Omelia su abusi 3: So che queste ferite sono una fonte di profonda e spesso implacabile pena emotiva e spirituale e anche di disperazione. Molti di coloro che hanno patito questa esperienza hanno cercato palliativi nella dipendenza. Altri hanno sperimentato seri disturbi nelle relazioni con genitori, coniugi e figli […]. Alcuni hanno anche sofferto la terribile tragedia del suicidio di una persona cara. La morte di questi amati figli di Dio pesa sul cuore e sulla mia coscienza e di quella di tutta la Chiesa.
Omissione da parte dei capi. Omelia su abusi 4: Chiedo perdono anche per i peccati di omissione da parte dei capi della Chiesa che non hanno risposto in maniera adeguata alle denunce di abuso presentate da familiari e da coloro che sono stati vittime di abuso. Questo, inoltre, ha recato una sofferenza ulteriore a quanti erano stati abusati e ha messo in pericolo altri minori che si trovavano in situazione di rischio. D’altra parte, il coraggio che voi e altri avete dimostrato facendo emergere la verità è stato un servizio di amore, per aver fatto luce su una terribile oscurità nella vita della Chiesa.
Quanto rimane dell’oscurità. Omelia su abusi 5: Voi e tutti coloro che hanno subito abusi da parte di membri del clero siete amati da Dio. Prego affinché quanto rimane dell’oscurità che vi ha toccato sia guarito dall’abbraccio del Bambino Gesù e che al danno recatovi subentri una fede e una gioia rinnovata.
Un’assunzione di responsabilità qui e ora, che non lascia adito a dubbi. La grazia della vergogna: un grande papa, un uomo di cui il mondo aveva bisogno.
Luigi, i passaggi dell’omelia del Papa che tu hai riportato, fanno piangere il cuore. Quanta verità in quelle parole! In TUTTE quelle parole, non una esclusa.
“Si tratta di qualcosa di più che di atti deprecabili”.
Molto di più e di peggio. L’innocenza violata da chi avrebbe dovuto, nel nome del Signore, proteggerla e difenderla. Tante vite rovinate per sempre, perché certi atti non si dimenticano più, condizionano l’intera esistenza.
Come hanno potuto certi ( non pochi) predicatori della parola del Cristo calpestare il Vangelo così ed essere insensibili agli ammonimenti di Gesù? Evidentemente mistificavano. Avrebbero fatto meglio a lasciare la Chiesa ed andarsene lontano ad espiare.
E in nome di che cosa i capi della Chiesa, che sapevano, hanno preferito tacere e nascondere e lasciare che quegli individui continuassero ad esercitare il ministero? Altro che peccato di omissione!
Dov’ è il senso di tutto questo? Ancora una volta verrebbe da chiedersi: dove sei, Dio?
Papa Bergoglio ha cominciato il suo intervento allo Yad Vasherm con le parole di Dio all’uomo peccatore: “Adamo, dove sei?” Dove era Dio, e soprattutto, dove era l’uomo?
John Allen ha intervistato uno dei partecipanti all’incontro
http://www.bostonglobe.com/news/world/2014/07/07/abuse-victim-calls-meeting-pope-francis-life-changing-experience/kY7UpEiJwOOoLVd4encbZL/story.html
Hai ragione, Antonella Lignani, a ricordare le parole di Dio “Adamo, dove sei?”
Ma di fronte a certi misfatti, viene naturale–è umano– chiedersi perché mai Dio abbia permesso, e sempre permetta, che la sua creatura privilegiata venga sfigurata in modo così orribile e disumano e iniquo. La tentazione di credere che non ci sia alcun Dio è forte. La fede vacilla.
Di fronte a fatti come questi, che sono la personificazione del Male, si ingrandisce il numero degli atei. Dovresti saperlo, Antonella.
Solo dopo il gran passo, forse, avremo di fronte una esauriente risposta di Dio. Forse.
Dal Corsera del 8 lug 2014:
“Papa Bergoglio
a patrono del suo sogno di una Chiesa «samaritana e povera»
non mette solo Francesco d’Assisi, …
ma anche Celestino V,
il Papa della rinuncia
che nei quattro mesi in cui regnò diede esempio di «povertà, misericordia e spogliamento»
…
È senza precedenti
il richiamo di Papa Francesco al suo «esempio» di «spogliamento»
dato da «vescovo di Roma». “
—
“Bella Fra’!”
Sì, lo so Marilisa, è proprio il problema del Male il più grande inciampo alla fede (lo ha detto anche Benedetto XVI). Tanto più quabdo il Male non è solo mancanza di Bene, come lo ha definito Sant’Agostino.