“Occorre rovesciare la logica che attualmente governa i media Cei: l’autorevolezza deve essere fondata sulla Chiesa che fa, prima che sulla Chiesa che proclama, in quanto la Chiesa è maestra proprio perché innanzitutto fa. Piuttosto che convegni e celebrazioni, dovrebbero trovare spazio storie ed esperienze piccole e grandi”: così il vescovo Nunzio Galantino, segretario Cei, parlava ieri ai direttori degli Uffici dell’episcopato, presenti i responsabili di Tv2000, Avvenire, Sir. Quella di dare precedenza ai fatti sui discorsi è un’idea che ho sempre sostenuto. Nel primo commento un altro passaggio sensibile di Galantino sul nuovo corso dei media ecclesiali.
“Narrate storie” dice Galantino ai media
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Spazio alle notizie scomode. Ancora Galantino: “Il Papa dovrebbe avere un trattamento più giornalistico, specie negli editoriali che dovrebbero sforzarsi di ‘dare il senso’, piuttosto che dire ‘viva il Papa‘ o ‘quanto è bravo il Papa‘. Andrebbe poi superato il tabù dei media Cei che non danno le notizie scomode che riguardano la Chiesa, e vanno su di esse solo di rimessa. Non solo le dovrebbero dare, ma dovrebbero piuttosto essere utilizzati proprio a questo scopo, così da arrivare a essere i punti di riferimento per l’informazione religiosa in generale”.
Da giornalista – che all’inizio della sua carriera ha lavorato in un settimanale diocesano – e da semplice lettore cattolico, non posso che concordare con Galantino. In effetti, si avverte la mancanza di un’informazione cattolica che sappia essere anche critica o “scomoda” o che insomma contribuisca a un dibattito, a una riflessione aperta. Non a caso, blog come questo (grazie Luigi!) e altri spazi, più o meno noti, sono molto frequentati. C’è una forte aspettativa di confronto. Sarebbe fantastico un blog ufficiale della Cei dove poter dialogare, che so, con Ravasi o con lo stesso Galantino o con qualche esponente della Teologia della Liberazione (giusto per collegarmi a un acceso dibattito in corso su questo sito)…
Concordo anche io con Galantino. Tra il 2006 e il 2008 nella mia regione venne svolta una ricerca su tutto l’universo degli studenti delle scuole superiori riguardo al loro rapporto con la religione. La ricerca fu pubblicata dall’editore Franco Angeli.I risultati furono impietosi, i titoli erano gli studenti valdostani sono i più atei d’ Italia. Ebbene il Vescovo, temendo per il suo incarico in Vaticano, se la prese con la direttrice del giornale diocesano che aveva osato riportare la notizia esautorandola poco dopo. Poco o nulla fu fatto per cercare di migliorare la situazione.
http://www.uaar.it/news/2008/12/15/valle-daosta-giovani-meno-praticanti-tutta-italia/
ops, non era la direttrice, ma era una giornalista del giornale.
sempre in quegli anni un insegnante di religione e capo scout e un diacono permanente e la moglie diventati responsabili dei corsi di preparazione al matrimonio cercarono di rivoluzionarli un po’ con lo scopo di trattenere più coppie nella Chiesa dopo la celebrazione del matrimonio. Instaurarono un approccio più alla papa Francesco: incontri di lettura del Vangelo, pranzi e camminate in montagna, diciamo una dimostrazione pratica di com’è bello essere cristiani. Abolirono il discorso sulla contraccezione.Miracolo: circa metà delle coppie continuarono gli incontri in modo regolare anche dopo la celebrazione del matrimonio e continuarono a frequentare la Messa che avevano cominciato a frequentare in occasione della preparazione al matrimonio.
Tutto finì quando il Vescovo si impuntò e richiese tutte le belle lezioncine sui metodi naturali, cosa che per queste coppie è comprensibile come una lezione di meccanica quantistica. I responsabili si dimisero e ora i corsi da strumento di evangelizzazione sono ridiventati una firmetta sul pezzo di carta.
Nikolai scusa prima se dire cuosa pungente a nuostro amico uospite giuornalista vaticanista.
Paruole “Quella di dare precedenza ai fatti sui discorsi è un’idea che ho sempre sostenuto” dette da giuornalista che gira Italia fare cuonferenza, che essere discuorsi, sembrare muolto strano.
Nikolai fuorse capire che riferire “fatti di Vangelo”, ma sempre di raccuonti di discuorsi di altri tratta. Nuon di fatti, cuome aziuoni, sue trattare.
Fuorse perchè amico giuornalista fare ma non raccuontare sue “fatto Vangelo”
Nikolai ora sua fissatione curioso giuornale cattuolici raccontare cuosa fare chiesa di SUOLDI. Stato dare tanti suoldi a chiesa. 8×1000 tanti pure suoldi, 5×1000 tanti suoldi. Eppure parruoco sempre chiede suoldi, ogni uoccasione, dire mai avere suoldi. Nuon spende suoldi per pulizia chiesa, aspetta vuolontari; nuon paga pittura uoratuorio ma chiede vuolontari. Cuosa fare suoldi? Duove andare suoldi? Puoveri? Puovero sempre chiede suoldi fuori chiesa; chiesa in zuona puovera e puoveri sempre puoveri.
Raccuonta, raccuonta.
Il Proclama di Galantino:Non bisogna fare proclami.
Contrordine ,compagni…..
A mio parere i giornali e i media cattolici dovrebbero impegnarsi maggiormente sul piano culturale, rendere presente (evidente) quello che il mondo cattolico propone alla nostra società. Dovrebbero cioè contribuire a far assaporare il sale e a rendere più visibile la luce nel lucernaio, evidenziando quello che già c’è, senza inventare o manipolare le notizie.
Faccio un esempio: a settembre ci sono state le Settimane Sociali dei cattolici italiani a Torino, occasione di riflessione e approfondimento, ma anche di proposta vera. Non mi pare che i media in generale ne abbiano parlato più di tanto, né che i media cattolici abbiano colto l’occasione per dare un’eco particolare e uno strumento a chi volesse in qualche modo approfondire i temi affrontati. Si offre una grande “copertura” ad alcuni eventi straordinari, come il viaggio del Papa in Terrasanta, ma poi si finisce per trascurare il lavoro di tanti soggetti che operano nella Chiesa.
http://www.settimanesociali.it/
Discepolo, lei è disarmante! 🙂
Nikolai, lei conosce la canzonetta “suoldi suoldi suoldi, lodati siano i suoldi, i beneamati suoldi, perché chi ha tanti suoldi vive come un pascià e a piedi caldi se ne sta”?
Le dice qualcosa questa amabile tiritera?
Dunque, i suoldi servono–dovrebbero servire– alla Chiesa per aiutare i poveri.
In effetti, molti bisognosi io li ho visti entrare in sagrestia per chiedere dei suoldi. Però devo dire che tra loro c’era qualche beone incallito che pure entrava per chidere suoldi.E c’era qualche altro furbacchione che profittava della generosità del prete.Ma quando questi capiva l’antifona, niente più suoldi.
Inoltre, anche i preti hanno bisogno di vivere dignitosamente, quindi mi pare giusto che una parte vada a loro, che non possono vivere di sola aria.
Insomma, dei suoldi non può fare a meno nessuno. L’importante è non diventarne schiavi e mettersi ad adorare Mammona. La tentazione può esserci per tutti.
Che spettacolo!
Tv2000 non la guardo mai, compro Avvenire da diversi anni devo dire spero non cambi tantissimo.
”
Piuttosto che convegni e celebrazioni, dovrebbero trovare spazio storie ed esperienze piccole e grandi e piccole” personalmente non amo andare molto in giro e quindi mi piace avere notizie sui convegni e dibattiti dal giornale, le storie grandi e piccole invece le possono conoscere anche nelle realtà locali.,
Mia madre che non usa internet su Avvenire legge sempre le omelie di Santa Marta e le catechesi del Papa, spero che non ridurranno troppo questi spazi.
Giusto perchè magari qualcuno potrebbe tenere in considerazione anche questo.
le posso conoscere (solito errore di battitura), mi riferivo a me e non ovviamente ad altri che magari potrebbero gradire conoscere storie più concrete
A me piace avere notizie di testa almeno dal giornale.
Lo metto qua giù è troppo ingolfato:
http://www.avvenire.it/Rubriche/Pagine/Lupus%20in%20pagina/Riforma%20%20una%20%C2%ABsorpresa%C2%BB%20che%20colpiscecon%20anche%20qualche%20errore%20di%20metodo_20140607.aspx?rubrica=Lupus%20in%20pagina
Sulle critiche di Ricca.
Mi piace questo nuovo corso consigliato da segretario cei ai media cattolici. Sono sempre stato convinto che cio’ che occorre fare con maggiore urgenza e’ quella di condividere la semplice vita quotidiana nella quale si nasconde il cuore della vita cristiana. In fondo noi tutti non siamo che piccole presenze in piccole realta’ che cercano con difficolta’ di fare piccole cose attraverso le quali sognare il sogno di Dio per noi e per l’umanita’. Sinceramente io sto provando a percorrere con la vita questa via semplice nella quale sobrieta ed essenzialita’ anche di parole e pensieri sono ingredienti di base eppure si i.ncontrano spesso idifferenza esuperficialita’. Le parole di Mons. Galantino sono bellissime ma ho i miei dubbi che possano aprire brecce reali nei cuori e nelle menti di chi detiene le leve di questa nostra informazione cattolica. Mi auguro, pero’, di essere smentito dai fatti. Le mie, pero’, sono solo “Parole dal cuore”, briciole di pensieri.