“Mi hanno amato! Personalmente”: scritto su un sedile di un vagone della “Cumana”, che collega Napoli a Torregaveta passando per Bacoli e Capo Miseno. Amo leggerlo come un ringraziamento. Pieno e stupìto. Ringrazio Alessandro Iapino – frequentatore di questo blog – che l’ha segnalato.
Mi hanno amato personalmente
42 Comments
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Ebbé! C’è altro di che ringraziare!!!
Mica è così facile essere “amati personalmente”!!!
Quel hanno poi indicata che sono stati in tanti … quindi …
Lo penso ogni volta che consacro….
Ed io lo penso dopo ogni volta che “litigo” con il Signore …
“Forse non lo sai ma pure questo è amore” (R. Vecchioni):
http://fidesetforma.blogspot.com/2009/04/novita-dal-fronte-messicano.html
l’articolo segnalato da lyco… è troppo provocatorio per il moralista… ma non abbocco!
Si sente subito, Luigi, che questa non è una delle scritte trovate da te: è differente dalle altre. Più che venire da un Salmo, sembra riecheggiare (perché davvero non c’è mai niente di nuovo sottoil sole), e in forma caricaturale, una qualche predica. Forse non lo so ma pure questo è amore, eppure – come “il moralista”, ma per altre ragioni- “non abbocco”.
Amerei leggerla diversamente, come fai tu, ma la leggo così. E lo dico chiaro chiaro: non sa di nulla.
Invece sa di molto. Riafferma un’evidenza che spesso si trascura.
Si può essere amati se non “personalmente”?
mi pare fosse don Bosco he sosteneva che non basta amare i iovani, occorre che essi percepiscano di essere amati.
L’amore di Dio è personale, non generico.
E così anche il nostro amore, quando è autentico.
Io non ne conosco altri e rifuggo da ogni amore generalista per tutti gli uomini e l’umanità intera, etc etc…
certo: un cuore grande quanto il mondo… ma Gesù ha detto: “ama il prossimo tuo”, non “ama tutta l’umanità”! (spero di riuscire a farmi capire… sapete come sono questi dottori… se ne escono sempre con paroloni incomprensibili… 🙂 ).
… magari si trattava di qualcuno che fino ad allora
era stato amato “in gruppo” per così dire, cioè
anonimamente, uno fra tanti, un cliente tra tanti di
una prostituta, e che all’improvviso una volta si è sentito amato come “persona”
e questo l’ha reso orgoglioso di se stesso “Sono amato,proprio io , dunque
esisto” Ciascuno di noi ha bisogno di tali conforme sulla propria
esistenza..certo non andiamo a scriverle in maniera un po’ ridicola e
patetica sul treno per Napoli, ma ce le ripetiamo dentro di noi per
poter tirare avnti .. non è così? chi di noi è tanto forte da poter fare a meno di essere amato? O a illudersi di esserlo?
maioba
sono d’accordo con te , l’amore generico, filantropico, tipo
amare l’umanità, amare gli animali ecc. mi è sempre sembrato
una grande impostura, si ama questo o quell’uomo, si ama questo cane, questo gatto, quel cavallino…. fra l’altro ho notato che chi si proclama” amante dell’umanità” quasi mai , nel pratico, dimostra doti di sensibilità
ed “empatia” verso il singolo uomo che ha davanti
(è saltata la linea durante l’inserimento … se è doppio … chiedo scusa)
discepolo hai scritto la parolina “magica” (si fa per dire 🙂 perchè di magico non c’è nulla): empatia.
Ma c’è un’empatia che va anche al di là della persona che si ha davanti, basta una parola letta (magari in un blog 😀 ), basta uno sguardo e si entra in contatto, anzi “nei panni” (scomodissimi …)!!!
Ma questa empatia è proprio quel personalmente
dottor maioba … ma non è materia tua questa?
Beh .. se è così, spiegamela da qualche parte ‘sta cosa dell’ empatia che, se da una parte è perfettamente razionale,dall’altra (dalla parte umana) è assurdamente irrazionale!!!
intervengo solo per dire che la frase sul seggiolino non era “scritta” ma incisa, probabilmente – immagino – con la punta di una chiave.
Suggerisco che l’autore dell’atto sentimental-vandalico potrebbe essersi ispirato al grande Catarella di Montalbano: “di persona personalmente!”
maioba, era don Bosco, confermo… Anche se la frase esatta usava un verbo diverso da percepire che mi sfugge a memoria…
io mi faccio evocare anche dal vandalo sentimentale, ri-rievocando la “mia” Parola fondativa: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”.
(vecchia traduzione, non ho ora la nuova)
Marta,
empatia. dal greco “en” “pathos”: sentire “dentro”
diversa da simpatia : “suv” “pathos” : sentire insieme
La simpatia vuol dire una somiglianza di sentire, e infatti non tutti possono esserci simpatici.. L’empatia invece presuppone la volontà di introiettare dentro di se’ il sentire dell’altro , qualunque esso sia, anche lontano dal nostro..
Per questo a noi medici ci fanno dei corsi sul modo di provare empatia per il paziente ( e ti assicuro che a volte è molto molto dura da provare per certi pazienti !)
Ma non insegnano più il greco a scuola’ Io lo metterei obbligatorio per qualsiasi corso di studi, e invece facoltativo il noioso latino ….!! 🙂
Lo so, discepolo, il mio medico (che conosco da sempre) è anche un amico e spesso parliamo di questo argomento (specialmente quando lui stesso rimane sbigottito di fronte a questa strana percezione) … che è essenziale per un medico.
E per il greco … veramente lo renderei obbligatorio INSIEME al latino!!! 🙂
E … grazie!!!
La frase con il punto esclamativo esprime lo stupore di chi non è abituato a essere “amato”. Uso le virgolette perché ognuno dà al termine il significato che ritiene in base alla propria esperienza.
Poi c’è scritto “personalmente”.
Mi piace pensare che sia un uomo in difficoltà, abituato ad avere a che fare con psicologi e assistenti sociali (magari anche con sociologi che fanno gli psicologi e gli assistenti sociali) e che una volta tanto si sia sentito trattato come una persona e non come un problema.
Dicono: “invece sa di molto”. E spiegano che non si può essere amati se non personalmente, e che “l’amore di Dio è personale”, mentre “l’amore generico, filantropico” è “una grande impostura” e che “chi si proclama amante dell’umanità quasi mai, nel pratico, dimostra doti di sensibilità e di empatia”.
E io, che “nenti sacciu”!
Sarà perché non ho fatto i corsi per provare empatia:
C’è un altro segno cristiano che mi colpisce sempre, oltre al “personalmente”
Ed è “ci ha amati PER PRIMO” (1Gv. 4,19).
Meno male che ora ho i corsi che mi fate voi! Così la smetterò di pensare “di pirsona pirsonalmente”!
Ciao, Alessandro Iapino. Grazie per lo spunto: inesauribile.
Io nemmeno ho fatto corsi, tant’è vero che al dottorato maiobesco non volevano nemmeno farmi entrare per eccesso di improbabilità.
🙂
Se mai tu avessi qualcosa da farti perdonare, Francesco, sappi che per quell’espressione “dottorato maiobesco” ti potrei perdonare tutto.
Mi sorge un dubbio (visto che qui si deve spiegare tutto): spero sia chiaro almeno questo: che riferendomi allla dizione “dottorato maiobesco” mi riferisco solo al significante e non al significato.
un fiore x fiorenza 😉
Fiorenza, sai bene che per amare non servono corsi speciali…
Al massimo servono i ricorsi, a volte…
Questo pomeriggio parto per Assisi con 26 giovani dell’oratorio e cercherò di amarli personalmente e di farli sentire amati personalmente.
da me, ma soprattutto da gesù.
ciao a tutti, vi porto nella preghiera uno ad uno, personalmente 🙂
“ama il prossimo tuo”
Marco, se posso aggiungerei una chiosa ( sempre per non confondere la fede con la religione) : prossimo; non nel senso “ il vicino o l’affine a me,” ma nel senso:
Luca 6
27 Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, 31 Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. 32 Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 33 E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi.
PIU’ “PERSONALMENTE” DI COSI’!
“mi hanno amato.Personalmente”
più di una persona ha provato sentimenti d’amore, per me.
A queste più persone è piaciuta, hanno apprezzato, la mia persona.
Sono contento per questo
Ne sono triste perchè ormai è passato
In un’accezzione linguistica del sud (napoli) personalmente sta anche per ” a parer mio” Allora dico è bello che -a parer mio- Dio mi ha amato con tutte le persone della Trinità.
Forse mi lascia perplessa la vena di tristezza (l’espressione al passato) che io ho letto in queste parole
E’ vero, @ mamma, anch’io ho avvertito una vena di tristezza … se non fosse per quel punto esclamativo!
Un punto esclamativo che – forse – indica sorpresa, incredulità “Possibile? Proprio a me?” o – forse – è la situazione di chi si risveglia (bruscamente) da un sonno indifferente e superficiale e si rende conto (profondamente) di essere stato amato “personalmente” e per quello che è!
@fiorenza
… spessissimo chi “ama personalmente” … non ne è tanto cosciente e altrettanto spessissimo si sente sempre “inadeguato” o “indietro” rispetto ad un BENE così intenso. Chi lo sa, chi ne è cosciente, chi è soddisfatto dal modo in cui “vuole bene” (che è più di “amare”, a mio avviso, perchè significa “volere il bene dell’altro”) – per quelo che ne so io – vuole ama solo sé stesso.
… ma questa è la mia esperienza e, quindi, potrebbe essere non vera.
… E si possono fare tutti i corsi che si vogliono, ma se non c’è “tensione” verso l’altro (anche quello che è identificato come “nemico”), non succede nulla.
E anch’io regalo un sorriso a te … perchè … perchè … sei leale!
Cara Fiorenza,
i “corsi” lasciano il tempo che trovano.
li ho citati solo per dire che l’empatia è una cosa che gli psicologi e gli esperti di counselling cercano di
inculcarti anche al di fuori di un discorso di amore cristiano, ma proprio perchè cercano
inculcartela , un po’ come la filantropia, hanno scarso successo…
insomma io credo che sia qualcosa che o viene spontaneamente o
proprio non c’è.
“….io credo che sia qualcosa che o viene spontaneamente o proprio non c’è”
no, no manco per niente caro discepolo. si può imparare tutto, dove non c’è si costruisce, e se no è la fine; torniamo al determinismo darwiniano
ad es. fra Berlusconi e la moglie….
l’empatia, dico….. 🙂
in quel caso se lei gli si rivolgesse empaticamente sarebbe la volta buona affinchè berlusconi potesse votare franceschini
Minchia! più che empatia sarebbe “un miracolo” 🙂
Mi hanno amato, personalmente. Perchè hanno avuto cura di me come individuo, perchè chi lo ha fatto si è preoccupato del mio sentire e non di quello che ” prescrive ” l’amore. Personalmente, sia secondo me che secondo chi lo ha fatto con tutto se stesso.
Quando si riconosce di essere stati amati, credo che si sia raggiunta una comprensione tutt’altro che superficiale delle potenzialità umane.Nel senso che si riconosce ad altri quasi la stessa maniera che sentiamo noi di amare. Spero di riuscire a spiegarmi.
Ad ogni modo un saluto caro a tutti, personalmente…
Un saluto caro anche a te, Principessa.
E, a Maioba:
Ti prego, quando ad Assisi scenderai nella cripta della Basilica inferiore, mi potresti salutare, dopo san Francesco, uno ad uno, “personalmente” come faccio sempre io quando ci vado, anche frate Leone, frate Masseo, frate Angelo e frate Rufino? Te ne prego.
“Amare personalmente”: capitolo 2.
Messaggio ai preti naviganti (e/o agli educatori e/o a tutti, volendo, insomma). Il contributo di principessa mi fa sovvenire un’altra cosa.
Quanto spesso nella relazione educativa e financo di direzione spirituale, magari “volante” (come capita in certe parrocchie o oratori) si dispensano consigli di vaga saggezza senza costruire un rapporto personale con l’interlocutore? O almeno senza “ascoltare” davvero? è una domanda vera… non retorica.
Sottolineo la cosa per i preti, solo perché per “mestiere” devono dedicarsi a tante persone. E non è facile mantenre l’equilibrio tra “pastore” e “amico”.
Da ragazzetto ho avuto un viceparroco, un tipo carismatico e assai stimolante, che io volevo avvicinare perché sentivo che il suo ministero, il suo stile mi provocavano. Era un tempo delicato di costruzione e ricostruzione per me. Mi sono incontrato con lui più volte. Ho cercato di rispondere alle proposte che faceva alla comunità e alla persona. Ma mi sono trovato a un certo punto “spaccato” e pure solo… ho pensato a lungo che fosse colpa mia, che io in realtà non volevo “cambiare”… poi mi sono reso conto che diceva a me esattamente le stesse cose che diceva a tanti altri/e…… Nun se po fa!
bravo! moralista, per aver ampliato con la tua esperienza personale ciò che volevo dire. Esattamente. A me quel “personalmente” ha fatto pensare ad una dedizione e ad una attenzione particolari e personalissime che hanno tenuto conto delle esigenze e dei desideri di chi è stato amato.
Forse, per farcela ancora tutti insieme avremmo veramente bisogno di riconoscere ciascuna individualità, e rispettarla e coltivarla, come contributo essenziale al tessuto umano. Non solo fra due persone necessita la cura profonda…
che bello ! specialmente sentire parlare di quei posti in cui ho vissuto da ragazzino, quando con la “cumana” si andava al mare d’estate… però anche una stretta al cuore, pensando allo “spettacolo” (che forse molti di voi non riescono ad immaginare) di un degrado ambientale e sociale raccapricciante. Vivendo ora in Lombardia ed essendomi abituato a certi “standard”, credo che non riuscirei più a vivere lì … senza “appiccicarmi” con qualche camorrista (magari per qualche banale controversia stradale) o qualche impiegato pubblico che ritenga doverosa la “mazzetta” per ciò che in altre parti di Italia meno borboniche è un diritto.
E poi i cumuli di spazzatura che sono spariti dagli schermi televisivi, per essere riservati a colo che si affacciano da quel mitico trenino, magari mentre un turista giapponese li fotografa incuriosito…
mi scuso per lo sfogo, ma non so veramente se vedere in quella frase una grande fede e una grande apertura di cuore (come ne sarei felice!), o una grande cecità e l’acquiescenza ad una condizione ormai vissuta come “normale” e inevitabile… proprio non lo so…
Moralista, io rilancio:
http://piccolozaccheo.splinder.com/post/20417087/%E2%80%9CInfluenza+suini%3A+UE%E2%80%99%2C+sia
e se leggi i commenti 1 e 3 forse ci troverai qualcosa di “réaliano” …
e tre!
http://serpentario.wordpress.com/2009/04/28/pandemie-e-altre-sporcacciate/
per Lycopodium
ho letto il pezzo di Piccolo zaccheo,(non so perchè l’hai segnalato e a che proposito ) ma quello che va tenuto presente e che
va contro ogni ipotesi dietrologica e fantascientifica, a base di multinazionali del crimine pronte a far scoppiare pandemie per i loro fini,
è che i virus mutano, e la mutazione avvine “in vivo” e non in vitro
nessuno la può prevedere, lo stesso virus dell’influenza muta ogni anno
e si devono rifare i vaccini.. non è vero che l’H5-N1 dell’aviaria sia lo stesso
dell’influenza suina… il regno dei virus è il regno della mutazione, della casualità
qualcuno direbbe del Caos….
Mah ! Forse, come osserva Principessa (che bello tornare a leggerti con continuità !), l’ignoto “incisore” della frase voleva, con l’uso dell’avverbio “personalmente”, “rafforzare” il concetto espresso: però, credo che l’amore, in quanto tale, sia sempre “personale” (sennò, che amore è ?).
La partenza di Maioba per Assisi (buon viaggio !) mi porta alla mente – non so quanto c’entri: va bè, portate pazienza ! – alcuni concetti che – se non ricordo male – si ritrovano nella predicazione di Francesco, laddove Francesco, appunto, parla di “riconciliazione”, intesa come benevolenza, umiltà, dialogo, e della natura umana concepita come indispensabile “rapporto”. “relazione”, sia con Dio che con gli uomin: per Francesco, la personalità dell’uomo è sempre, e necessariamente, “interpersonale”.
Forse – azzardo – da qui e dell’affermazione di Don Bosco si dovrebbero porre i “punti fermi” del dibattito: non trovate ?
Buon sabato !
Roberto 55
lyco, ho resistito… anche perché in quei post c’è n’è a sufficienza per stare zitti. Il secondo poi, è mitico…