“Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. E questo è bellissimo! Nei primi anni si impara a 360 gradi, poi piano piano si approfondisce un indirizzo e infine ci si specializza. Ma se uno ha imparato a imparare, – è questo il segreto, imparare ad imparare! – questo gli rimane per sempre, rimane una persona aperta alla realtà! Questo lo insegnava anche un grande educatore italiano, che era un prete: Don Lorenzo Milani”: così ieri pomeriggio il Papa ha parlato al mondo della scuola italiana. Nei primi commenti altre parole del Papa sulla scuola che voglio memorizzare.
Francesco e la scuola e don Milani
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Una festa per la scuola. Francesco ieri: “Questo incontro è molto buono: un grande incontro della scuola italiana, tutta la scuola: piccoli e grandi; insegnanti, personale non docente, alunni e genitori; statale e non statale… Ringrazio il Cardinale Bagnasco, il Ministro Giannini, e tutti quanti hanno collaborato; e queste testimonianze, veramente belle, importanti. Ho sentito tante cose belle, che mi hanno fatto bene! Si vede che questa manifestazione non è “contro”, è “per”! Non è un lamento, è una festa! Una festa per la scuola”.
Io amo la scuola. Ancora Francesco: “Sappiamo bene che ci sono problemi e cose che non vanno, lo sappiamo. Ma voi siete qui, noi siamo qui perché amiamo la scuola. E dico “noi” perché io amo la scuola, io l’ho amata da alunno, da studente e da insegnante. E poi da Vescovo. Nella Diocesi di Buenos Aires incontravo spesso il mondo della scuola, e oggi vi ringrazio per aver preparato questo incontro, che però non è di Roma ma di tutta l’Italia. Per questo vi ringrazio tanto. Grazie!”
Quella maestra che mi ha preso a sei anni. Francesco: “Perché amo la scuola? Proverò a dirvelo. Ho un’immagine. Ho sentito qui che non si cresce da soli e che è sempre uno sguardo che ti aiuta a crescere. E ho l’immagine del mio primo insegnante, quella donna, quella maestra, che mi ha preso a 6 anni, al primo livello della scuola. Non l’ho mai dimenticata. Lei mi ha fatto amare la scuola. E poi io sono andato a trovarla durante tutta la sua vita fino al momento in cui è mancata, a 98 anni. E quest’immagine mi fa bene! Amo la scuola, perché quella donna mi ha insegnato ad amarla. Questo è il primo motivo perché io amo la scuola”.
Lo sto ascoltando in questo momento….
mi colpisce la pedagogia del
“Repetita iuvant”
🙂
Eh, sì. Questa benedetta scuola. Tirata per i piedi da un parte da una concezione statalista e dall’altra da una visione confessionale, piano piano è sprofondata all’ultimo posto della classifica OCSE dell’istruzione europea.
Noi che abbiamo le più antiche università, noi che ancora oggi abbiamo ricercatori invidiati da mezzo mondo.
Le ideologie si frappongono come ostacolo a qualunque iniziativa di innovazione volta a dare un volto nuovo a questa nostra diroccata e fatiscente istituzione.
Tante parole, dichiarazioni programmatiche, finte priorità.
Credere che questa classe politica possa fare qualcosa è credibile?
Oppure è da creduloni?
Io sono per una scuola libera per liberare le menti … rimaste ferme al secolo scorso.
Poco fa, mentre facevo i lavori di casa con la televisione accesa su RaiNews 24, ho sentito per caso un pezzettino della messa del vescovo di Matteo durante la quale sono stati ordinati alcuni sacerdoti. Ho sentito distintamente, per due volte, che lui ha detto la formula che conclude il dialogo di “scrutinio” degli ordinandi (quello in cui l’ordinante li interroga sul loro impegno di fedeltà a Cristo e alla sua chiesa) in questo modo: «Dio che ha iniziato in te la sua opera DA BAMBINO la porti a compimento».
Cioè l’ha cambiata, con quell’aggiunta insensata (“da bambino”) che lui solo sa che cosa dovrebbe aggiungere.
Mi sono chiesto: ma perché l’ha fatto?
Perché non si è dato cura di leggere bene la formula ed è andato a memoria (così come l’altro giorno non si è preoccupato della pronuncia corretta del latino quando ha fatto santi i due papi)? Perché pensa che le formule (anche quelle dei sacramenti) non sono importanti? Perché pensa che il suo “genio” deve prevalere comunque su tutto?
Non so darmi la risposta.
Però so che se il vescovo di Matteo fa così (cioè fa come gli pare, come lo fa dal 13 marzo in poi, ininterrottamente, e su tutto) il solo effetto possibile è: perché non possono fare così anche tutti gli altri?
Se lui ordina preti così, perché don Pirlotto viceparroco non potrebbe battezzare cristiani, che so “Nel nome di Dio infinita misericordia” o “Nel nome dell’infinita tenerezza di Dio che è nostro Padre, Madre, Fratello e Figlio nei deboli e nei sofferenti” e via inventando, al posto di quel freddo e stantio “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, che tanto poi la gente non capisce nemmeno più che cosa voglia dire?
E don Pisquano non potrebbe superare d’un balzo la questione del “per tutti / per molti” consacrando così: “… versato per voi e per la moltitudine di coloro che invocano da Te salvezza, ma non per i corrotti, chiusi nell’egoismo del loro peccato”?
Cose che già avvengono, peraltro, ma adesso che lo fa anche LUI …
(Quell’altro che c’era prima, poveretto, aveva provato a spiegare che la liturgia, se è qualcosa, lo è perché è opera di Dio e non opera nostra. E che il rispetto, il piegarsi anche alle forme del rito, la mortificazione del nostro egotismo sono una forma di educazione all’obbedienza al mistero dell’opera divina nel mondo. Gli è andata male).
Quanto invece alle parole sulla scuola che tu, Luigi, vuoi memorizzare, io l’ho detto tante altre volte e lo ripeto: sono sinceramente e seriamente contento del vostro entusiasmo, in un certo qual senso potrei dire di invidiarvi, ma davvero non riesco a capire che cosa ci sia da memorizzare. Ha detto che la scuola è una bella cosa e che a lui piace tanto. Ok, va bene, e allora?
Guardate, io ci credo assolutamente che quella di ieri sia stata una bella giornata, per i tanti giovani che sono andati dal papa. Penserei anche che andare dal papa sia una bella e importante cosa in sé, a prescindere da quel che il papa dice (e da chi è papa in quel momento) … però “amicus Plato sed magis amica veritas”: se il meglio di quel che ha detto sta nelle perle antologizzate da Luigi, tutto si può dire ma non che ci sia un contenuto profondo da “ruminare” nella meditazione.
Era tanto tempo che desideravo ascoltare una voce dalla Chiesa come quella del Papa ieri…
Anni di battaglie, anche giuste, per la scuola non statale hanno fatto perdere di vista l’importanza dell’educazione e l’alleanza strategica che il pensiero cristiano deve stipulare con la scuola pubblica, tutta, sempre spendendosi a suo favore e sostenendo il ruolo degli insegnanti.
Accecati dai residui di ideologie morenti, nostalgici di contrapposizioni che alimentano solo chi vuole combattere, o abbagliati da miraggi di poter creare un sistema di pensiero avvolgente e autosufficiente, abbiamo sottovalutato quanto sia importante prima di tutto averne almeno uno di pensiero! E a fianco della famiglia solo la scuola può fornire gli strumenti ideali, il senso critico, la passione per scrostare l’ottundimento generale che alcuni vorrebbero far scendere sulle menti di tutti. La maturità personale, critica e relazionale, è una condizione importante per la fede autentica e la gratuità che è insita nella professione di qualunque docente serio e appassionato sono un aggancio da coltivare, sostenere e presentare come un modello di bene comune a vantaggio di tutti.
Anch’io ho avuto la fortuna di incontrare alcuni insegnanti straordinari, cui devo moltissimo, e che nella scuola pubblica hanno trovato la libertà per esercitare con autorevolezza la loro professione: mi piace pensare che le parole di amore di Papa Francesco siano dedicate innanzitutto a loro come, appunto, per un giorno di grande “festa”.
Non sarei così ottimista. Non c’è alternativa tra scuola pubblica e privata. Ma episodi come quello del libro della Mazzuco sono un esempio di “strumenti ideali”, di “senso critico”, di “passione per scrostare l’ottundimento generale”? Per questo serve vigilare e non solo esultare.
Franti, lei è poco generoso col papa. Sono tutti i cristiani che devono fare di più e non accontentarsi, è compito loro, devono (dobbiamo) andare oltre le belle omelie rifinite di altissima teologia e le parole semplici che però dicono la stessa Verità.
Non è questione di ottimismo né di esultare per la situazione attuale: come il papa osserva subito, tutti “sappiamo bene che ci sono problemi e cose che non vanno”, limiti che sono comuni a tutti gli ambiti della vita pubblica e privata.
Il punto che credo importante è la strategia sul lungo periodo, da (ri)costruire fin da ora: non l’opposizione e la separazione ma l’alleanza e la contaminazione. Non possiamo sperare (e forse neanche desiderare) che tutti nella scuola la pensino come noi (e d’altra parte, chi siamo poi noi…?), ma che ci siano molti che vi portino valori positivi. Bastano anche pochi docenti significativi, basta non mortificare quelli che si vogliono impegnare, basta riconoscere che chi insegna con passione e onestà intellettuale è un prezioso compagno di viaggio per noi e i nostri figli e in qualche modo recuperare con queste persone un rapporto costruttivo. Con fini e metodologie diverse, operiamo tutti per la crescita armoniosa di giovani e ragazzi.
Non so cosa significa nel suo discorso la parola contaminazione, ma prendendola come equivalente di “non opposizione e separazione ma alleanza” fra la scuola pubblica e quella paritaria, penso che sarebbe bello e che in ogni modo nessuno della scuola paritaria si è mai sognato di dire e fare il contrario, tanto meno di indottrinare (programmi, metodi educativi e libri di testo sono gli stessi della scuola pubblica). La scuola paritaria ha solo chiesto parità e niente altro. Invece certi sostenitori della scuola pubblica (tipo un Rodotà, quando l’anno scorso ha dato sostegno ai referendum bolognesi) negavano proprio questo. Purtroppo la memoria è corta e preferisce cavarsela genericamente facendo apparire come limiti che sono comuni a tutti gli ambiti della vita pubblica e privata, cose che hanno tutta l’aria di essere molto più gravi.
Libera … scuola in libero stato!?
In teoria si, in pratica lo Stato è stato avaro sia con la scuola pubblica sia con quella paritaria (paritaria e non confessionale, preciso a scanso di equivoci).
Ma vedi amico Franti, quando si arriva a reinventare le formule sacramentali , eucologiche, come le preci consacratorie che vanno sempre tradotte e comunicate integre et fideliter senza variazioni omissioni e inserzioni proprio per la lunga elaborazione teologica e concettuale studiata nei singoli termini, e lo si fa per renderle accessibili al popolo con parifrasi o cose simili, allora vuol dire che non vi è più osmosi, assimilazione dell’una – La Chiesa cattolica- dall’altro- il Popolo di Dio- O meglio: vuol dire che anziché progredire ci si è inabissati. Come se duemila anni fossero stati cancellati con un colpo di spugna. Una domandina bisognerebbe porsela e chiedersi, e qui la domanda s’impone cogente, perché si deve ricorrere alle parafrasi? La risposta credo sia semplice: perché si è perso il rapporto tra cultura e fede e per farsi comprendere, in una società “moderna”, ma soprattutto “liquida”, per spirito di adattamento, anche la Chiesa si fa “liquida” e “moderna”….
San Giovanni Paolo II in un discorso al Congresso Nazionale del MEIC, 16 gennaio 1982 disse che la sintesi tra cultura e fede non è solo un’esigenza della cultura, ma anche della fede, perché una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta . Allora, facciamo in modo che venga recuperata questa dimensione anziché adattarsi…
Ovvero: bisognerebbe [e il condizionale in questo caso è d’obbligo] recuperare la dimensione auspicata da San GPII invece…a quanto pare…a livello di “meditazione” , come dice Franti, ” si rumina poco”.
Medito, invece, Leopardi, a proposito mi vien da dire che: ” sconsolata volgerommi indietro”…
“Anziche’progredire ci si e’inabissati”/Cara Clodine hai riassunto in una frase quello che pensano ma non osano dire oggi tanti cattolici.
Sul Corsera di ieri Parolin dichiarava che la Chiesa vuol essereamica degli uomini e donne del suo tempo perche’la verita’cristiana non e’una conoscenza raggiunta con sforzo”.
Dunque niente sforzi,niente ascesi,niente sacrificio ,tutto l’insegnamento dei secoli passati dimenticato o rinnegato. La grazia buon prezzo oggi va per la maggiore. Siamo tutti amici,nessuno sforzo di conversione ci e’richiesto.
Sarebbe il caso che rammentassimo di tanto in tanto il travaglio di Paolo VI : solo di fronte al mondo laicistico che lo irrideva ; solo nella Chiesa che prese le distanze da Lui accusandolo di non comprendere le autentiche esigenze dell’uomo e del mondo moderno; solo per aver avuto il coraggio, in un’epoca di tensioni sociali che sfociarono nel 68, di denunciare la barbarie ed annunciare l’unica Verità: Gesù Cristo, E il prezzo da pagare per annunciare il Redentore dell’uomo, centro del cosmo e della storia, per annunciare il “sacrificio” è sempre altissimo …
perché si cerca il consenso vano del mondo? … e se si piace al mondo, se lo si asseconda a detrimento della Dottrina, del Santo deposito della fede, alieni da quella coerenza che è richiesta a chiunque desideri seguire Gesù Cristo e la Chiesa vicaria di colui che è il VIvente, perché Cristo, il Risorto E’ VIVENTE…mi domando: si può piacere a Dio? Io, qualche dubbio ce l’ho…
Clodine dice bene, di equivoci oggi nella chiesa ce ne sono tanti.
E anche il richiamo a Paolo VI mi pare molto opportuno: forse in questo momento è più pertinente il ricordo del suo eroico pontificato rispetto a quelli di san Giovanni Paolo II, grande ma appartenente ad una stagione lontanissima, e di san Giovanni XXIII, su cui non mi pronuncio ma che in ogni caso ormai non dice più niente a nessuno, se non a qualche vecchio che ricorda quand’era giovane.
Nedstark, penso che lei si riferisse al mio messaggio delle 11.16: ha ragione, sono poco generoso col papa. Vorrei avere di lui un’altra opinione, ma non ci riesco. Non riesco a non vedere la sua azione come dannosa per la chiesa. Questo non mette in discussione la mia obbedienza (non sono mica testadipicchio che, quando c’era un papa che non piaceva a lei, aveva smesso di andare in chiesa!) “la reverenza delle somme chiavi” e tutto il resto, ma non posso impedirmi di temere che, quando Bergoglio avrà finito, non ci saranno più né chiavi né porta e la baracca sarà quasi inagibile …
Attualmente, per evitare di pensare troppo male di lui, lo ascolto e lo leggo il meno possibile e mi servo di Luigi come farmacista, sperando che, in dosi omeopatiche, le pillole scelte da un interprete fine e simpatetico come lui a poco a poco mi guariscano 🙂
Certo, quando mi pare che siano pillole di niente storco un po’ la bocca. Mi compatisca.
..non basterà un “poco di zucchero” perché la pillola vada giù, amico Franti. Anch’io, come te, lungi dall’essere una “testa di Picchio”, difenderò sempre la figura del Papa e le istanze del papato, a prescindere. Ma essendo per formazione, o forse per de-forazione , dipende, abituata all’osservazione attenta delle cose, spesso intravedo, accanto all’ autentico, anche molto, molto ciarpame. Per questo spero e temo, temo e tremo…
corrige@ de-formazione-
“mi servo di Luigi come farmacista, sperando che, in dosi omeopatiche, le pillole scelte da un interprete fine e simpatetico come lui a poco a poco mi guariscano ”
sempre meglio attingere direttamente alla fonte.
http://w2.vatican.va/content/vatican/it.html
E’ vero Francesco ha una fortissima propensione sociale ma non è un liberal e la sua teologia è molto “tradizionale” alla fine, non capisco Franti perchè vi piaccia così poco.
Capisco la sua perplessità, gentile Sara, e provo a risponderle.
Prendo a prestito una formula da Magister: «Con Francesco il papato è finito in un cono d’ombra. La luce è tutta per lui, il papa. Non l’istituzione ma la persona».
Mi sembra perfetta come descrizione di ciò che stiamo vedendo, tutti i giorni, dal 13 marzo 2013 in poi. Rispetto a questo, quanto sia “tradizionale” la teologia di Bergoglio (ammesso che ve ne sia una) è un dettaglio poco rilevante.
Noi pensavamo che fosse importante il papato come funzione di unità e di governo della chiesa, e che l’enorme crescita che tale funzione ha conosciuto negli ultimi 150 anni (diciamo dal Vaticano I in poi) corrispondesse ad un disegno della divina Provvidenza. La serie, davvero straordinaria di grandi papi (tre santi, due beati e un venerabile, se non sbaglio i conti) che si sono susseguiti da Pio IX a Benedetto XVI, annovera personalità diversissime, ma tutti, tutti si sono consegnati alla forma dell’istituzione che servivano, si sono sacrificati per il bene della funzione che erano stati chiamati ad adempiere. Sono stati veramente servi dei servi, in questo senso.
Ora non è più così.
Poi – ma questo è tutto un altro piano, che di per sé conterebbe poco – a me continua a sembrare che l’uomo sia – con tutto il rispetto per la sua personale vita di fede che sarà sicuramente infinitamente superiore alla mia – limitatissimo.
Ecco, spero di averle spiegato, almeno un po’, da che cosa nasce la mia ripugnanza.
Leggo ora queste parole, virgolettate, che sarebbero state pronunciate da un altro ciarliero protagonista della vita ecclesiale italiana di oggi:
«In passato – ricorda il segretario della Cei – ci siamo concentrati esclusivamente sul no all’aborto e all’eutanasia. Non può essere così, in mezzo c’è l’esistenza che si sviluppa. Io non mi identifico con i visi inespressivi di chi recita il rosario fuori dalle cliniche che praticano l’interruzione della gravidanza, ma con quei giovani che sono contrari a questa pratica e lottano per la qualità delle persone, per il loro diritto alla salute, al lavoro».
Vi domando se vi sembra accettabile questo tipo di linguaggio, da parte di chi riveste quel ruolo.
1. È accettbile il giudizio che la chiesa «si sia concentrata esclusivamente sul no all’aborto e all’eutanasia»? Io dico di no, e dico che è gravemente offensivo.
2. Di quanto disprezzo “razzistico” è intrisa l’espressione «io non mi identifico con i visi inespressivi ecc. ecc.»?
3. Quanto è rivelatore il tic linguistico, per cui il monsignore si identifica «con quei giovani che sono contrari a questa pratica e lottano ecc.»? Con quei giovani? E perché mai solo coi giovani? Con quelli di mezza età e con i vecchi no? Di quanto “giovanilismo” è piena la testa di monsignore per farlo parlare così?
Questa è la fonte:
http://www.repubblica.it/esteri/2014/05/12/news/papa_francesco_sacramenti_non_vanno_negati_nemmeno_ai_marziani-85907707/
Naturalmente, essendo un giornale, può darsi che sia tutta roba fasulla. In questo caso, tante scuse al monsignore.
Papa Francesco: “Sacramenti anche ai marziani. Chi siamo noi per chiudere le porte?”
Nella sua omelia a Santa Marta, il Pontefice fa della vita da un altro mondo la metafora del dilemma della Chiesa nell’approccio ai divorziati risposati e alle coppie di fatto, di cui si occuperanno i prossimi due sinodi. “Tentazione di chi ha fede è sbarrare la strada allo spirito e pilotarlo in altre direzioni”
—–
Avanti così caro Francesco. Semlicemente GRANDE:
Caro Franti questo interesse di Francesco per i sacramenti da dare a tutti in fondo è come le dicevo abbastanza tradizionale.
Esprime fiducia nel sacramento no? Pensi a quelli che parlano del battesimo ai bambini come una forzatura.
Infatti se legge le catechesi di questi mesi sono incentrate proprio sui sacramenti.
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2014/index.html#audiences
In fondo a chiedere la comunione frequente fu Pio X (per contrastare il rigorismo giansenista). In questo appunto non vedo particolari rivoluzioni.
Saranno contenti i marziani…
Non sarebbe il caso però di capire, prima di concedere i sacramenti così a mani larghe, se chi li chiede SA cosa significano e se c’è almeno un desiderio di conversione?
E poi i marziani vorranno solo il battesimo o anche, che so?, la confessione?
Perché ho idea che su questa Terra si vorrebbero frequentare solo alcuni sacramenti e si considerano retaggi del passato tutti gli altri.
Naturalmente occorrerà preparare una buona squadra di missionari, evangelizzatori e catechisti, perchè i marziani sono più seri dei terrestri e prima della soddisfazione di ricevere (alcuni) sacramenti, avranno senz’altro la curiosità di conoscere qualcosa di Gesù Cristo e della Sua Chiesa.
In merito alle parole di Galatino, condivido in pieno il commento di Franti.
Gentile Sara, ho citato l’articolo di Repubblica solo per il virgolettato del segretario CEI, non ero interessato ai marziani.
Comunque, sull’amministrazione dei sacramenti, a lei sembra che, nell’attuale panorama della chiesa italiana, il rischio maggiore sia quello fantasticato dal papa? Le risulta che le chiese siano piene di gente che non fa la comunione perché spaventata dai preti? O che non si azzarda ad andare a confessarsi perché teme di essere bastonata?
Le uniche difficoltà che vedo porre dai preti, (e specialmente da quelli più “moderni” e aggiornati), sono di ordine burocratico (di quelle sì che se ne vedono!): hai fatto il corso? sei a posto coi timbri della curia? hai il nulla osta, per questo e per quello?
Quanto al resto, a me pare che la comunione la facciano tutti, comunque siano messi, e a confessarsi ci vadano in pochi, ma non per il motivo che pensa lui, bensì perché … “che bisogno ho di andare dal prete?” “Se mi rivolgo a Dio e gli chiedo perdono, non è lo stesso?” “E chi è poi il prete per giudicarmi?” “Adesso poi lo ha detto anche il papa …” “E poi, chi l’ha detto che questi son peccati?”
http://www.famigliacristiana.it/articolo/santa-sede-al-salone-del-libro-un-invito-alla-bellezza.aspx
http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/salone-libro-torino-stand-vaticano-libro-omelie-santa-marte-vendite.aspx
E comunque ha ragione a chiedere più fiducia nello spirito santo. l’anno scorso in quel coro di elogi per la santa ignoranza che era preso a tutti, chi avrebbe immaginato questo boom di vendite?
E io che mi ero tanto preoccupata!!
“Noi pensavamo che fosse importante il papato come funzione di unità e di governo della chiesa, e che l’enorme crescita che tale funzione ha conosciuto negli ultimi 150 anni (diciamo dal Vaticano I in poi) corrispondesse ad un disegno della divina Provvidenza.”
Il “papato come funzione di unità e di governo” è un’espressione tutta teorica, e come tale priva di significato.
La persona del Papa è concreta, e come tale ha un valore che va al di là e al di sopra di una entità senza un vero significato.
Per esemplificare, anche– per dire– il papato rappresentato da Alessandro VI aveva “funzione di governo della Chiesa”, ma era cialtroneria allo stato puro.Alessandro VI era un corrotto,come ben si sa,e non diede lustro alla Chiesa.Tutt’altro. Non tutti i papi sono stati autentici vicari di Cristo.
Ogni espressione teorica, in qualunque ambito, è aria fritta se non c’è una persona concreta a darle valore e significato.
Il papa attuale, al contrario, dà un enorme significato alla Chiesa che ha radici nel Vangelo, e davvero in tal senso si può dire che, dopo un periodo non breve di stagnazione, corrisponde “ad un disegno della Provvidenza”. Ne fanno fede i consensi pressoché unanimi che gli vengono testimoniati. Non cercati da lui ma spontanei. Significa che la Chiesa aveva bisogno di un papa così. Chi lo guarda con occhio torvo dà la misura esatta della inautenticità della vita cristiana, vista come ideologia, e dunque fasulla, e non come attuazione concreta del messaggio di Gesù Cristo.
Vero Franti, file di persone che vogliono entrare in Chiesa non ce ne sono, per questo alla fin fine quello che Bergoglio dice è: andate e battezzate tutti i popoli nel mio nome.
Senza troppe dispute.
🙂
“Io non mi identifico con i visi inespressivi di chi recita il rosario fuori dalle cliniche che praticano l’interruzione della gravidanza, ma con quei giovani che sono contrari a questa pratica e lottano per la qualità delle persone, per il loro diritto alla salute, al lavoro».”
Condivido totalmente queste parole.
Recitare il rosario anche dieci volte al giorno, pregare a capo chino e cospargersi di acqua santa, a poco serve se manca l’impegno attivo per migliorare la qualità della vita delle persone e per indurre con credibilità a portare a compimento la gravidanza.
Dio ha bisogno dell’aiuto concreto delle persone, non di parole-preghiere che lasciano il tempo che trovano.
Certi cristiani andrebbero ricatechizzati perché la loro fede è stantia.
Dovrebbero pensare che anche la fede va aggiornata.
Gentile Sara, perdoni la vigliaccata, ma il suo lapsus è troppo invitante:
«alla fin fine quello che Bergoglio dice è: andate e battezzate tutti i popoli nel mio nome».
🙂
… indurre con credibilità a portare a compimento la gravidanza.
Espressione misteriosa. Boh!
più che quella frase incriminata , cara elsa, è il disprezzo manifesto nei confronti di chi la propria forza la trae dalla preghiera. E’, più che altro, questo che fa rabbrividire, e si percepisce chiaramente che colei che dice simili castronate NON e’ una persona di preghiera!
Credo molto nella preghiera e credo sia l’unico mezzo che possediamo, -almeno per la mia esperienza personale lo è- per essere ascoltati da Dio. Trovo grande verità in quel “non cessate mai di pregare” (1 Tess) come pure l’esortazione di perseverare nella preghiera, “vegliando in essa con ringraziamento” . Chi non pregae dovrebbe riflettere molto sulla qualità del proprio apostolato privo di quella forza interiore che solo chi prega possiede.
Gesù, il Logos prima di operare miracoli PREGAVA .
Cito qualche spigolatrura presa qua e la: “essendo ancora molto buio, Gesù si alzò, uscì e se ne andò in un luogo solitario e là PREGAVA.” Marco 1:35…e “Dopo aver congedato le folle salì sul monte in disparte PER PREGARE. E, fattosi sera, era là tutto solo.” Matteo 14:23; “Or avvenne in quei giorni che egli se ne andò sul monte a pregare, E PASSÒ LA NOTTE IN PREGHIERA A DIO”. Luca 6:12-13
Pregò praticamente tutta la notte, e non credo che Gesù fosse un perditempo.
Perditempo è invece chi crede di poter prendere decisioni importanti, di fare grandi azioni caritative e di merito facendo uso della miseria della propria piccola mente ….
“La miseria della propria piccola mente” è quella di chi crede di poter giudicare gli altri senza conoscerli.
Questo è peccato, e non ci sono mezzi termini per definirlo.
La preghiera è una FARSA quando non si accompagna con delle azioni che aiutino chi si trova in difficoltà per un motivo qualsiasi.
Gesù pregava molto, è vero, ma anche agiva molto.
Anche nel Vangelo sta scritto:” non chi dice Signore, Signore…”
Chi dimentica questo dettaglio importante, non si illuda che le sue molte preghiere vadano a buon fine.
Dio ha bisogno delle azioni dell’uomo per poter operare. Lo sa anche un bambino. Non lo sanno i soliti saccenti che credono di aver capito tutto di Dio e non perdono occasione per manifestare la propria insipienza.
Una buona azione è già una preghiera in sé.
Lo ripeto: molti fedeli vanno ricatechizzati.
“Lo ripeto: molti fedeli vanno ricatechizzati.”
Ecco, sarebbe bene che cominciasse… !
“molti fedeli vanno ricatechizzati”
ma se non fate altro che dire che il catechismo è una dogana e una barriera che allontana le persone!
“difenderò sempre la figura del Papa e le istanze del papato”
____________________________
Io povero cristiano, spero che a me il Signore dia la capacità di difendere i soli vangeli,
quei vangeli in cui
dove nessuno scrive di papa o di papato,
dove nessuno scrive di difendere il papa o il papato,
dove nessuno scrive di difendere delle invenzioni permesse dal Signore
come il Signore ha permesso i Re agli Israeliani di dura cervice,
solo per la promiscua temporaneità storica.
Intanto buona festa di Fatima,
e sintonizzatevi sul canale romano di FatimaTV,
FatimaTV, la nuova religione delle disgrazie.
🙂 🙂 🙂 🙂
“molti fedeli vanno ricatechizzati.”
__________
Ecco
ricominciamo dalla ricatechizzazzione delle tette
E chieda la saggezza per pregare secondo la Volontà di Dio…[ che è il proseguimento di quel: “non chi dice Signore Signore…”] e poi impari a chiedere con fede , a Dio , che dona a tutti liberalmente senza rinfacciare,sapendo, senza alcun dubbio, che Lui è in attento ascolto perché chi dubita è simile a un’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là” ( Marco 11:24). Così, pregando in accordo alla Volontà di Dio la richiesta verrà accolta con un sovrappiù di sapienza . Solo allora si paleserà, come davanti ad uno specchio la propria miseria, compresa la sua, che crede di poter giudicare e disprezzare quelli che , al comtrario di lei, pregano…
Io non giudico né disprezzo. Non mi confonda con se stessa.
Preghi soprattutto per sé. Per la sua “miseria”.
Quel “al contrario di lei” parla chiaro dei suoi giudizi avventati su chi non conosce.
Provo a farle presente che, date le premesse, lei può passare tutto il giorno a pregare, ma le sue preghiere valgono un fico secco.
Non giudichi se non se stessa, presuntuosa.
Non si accorge che si sta sbuggiardando?
Non è stata forse lei [Marilisa scrive,12 maggio 2014 @ 16:44]
a dire che coloro che pregano andrebbero ricatechizzati perché hanno una fede stantìa in quanto le “parole-preghiere” lasciano il “tempo che trovano” e dunque a nulla servono ai fini dell’apostolato?
E come la definirebbe, lei , questa presa di posizione se non di “disprezzo”, e “giudizio” tranciante nei confronti di chi considera la preghiera lo strumento d’azione più potente !?…Guardi, a me quello che lei dice o pensa non m’interessa semmai, leggendola, più che disprezzo mi suscita imbarazzo e sgomento.
Per quanto mi riguarda, e chiudo chiosa, sono certa che si versano più lacrime per una preghiera esaudite che per quelle non accolte.
Mi stia bene!
In ogni caso la mia mente è troppo piccola per comprendere il senso della frase: … indurre con credibilità a portare a compimento la gravidanza.
Se non ricordiamo che il feto è un essere umano che, benché indifeso, ha la stessa dignità di ogni uomo nato,
Se non ricordiamo che sopprimere una vita nascente è una delle azioni più malvagie e contro natura
Se non crediamo al “chiedete e vi sarà dato” e all’invito costante di Gesù Cristo alla preghiera,
Allora potremo essere dei bravi volontari di qualche ONC, ma credo faremo fatica a riconoscere noi stessi come seguaci di Gesù Cristo.
Non varrebbe la pena replicare a chi legge male e interpreta più male ancora. Ma lo faccio solo per far notare che io non mi contraddico affatto ( non mi sto “sbuggiardando”).
Ho detto questo: “Recitare il rosario anche dieci volte al giorno, pregare a capo chino e cospargersi di acqua santa, a poco serve se manca l’impegno attivo per migliorare la qualità della vita delle persone e per indurre con credibilità a portare a compimento la gravidanza.”
Ovvero le preghiere da sole, senza una concreta attività non servono. I predicozzi servono meno ancora. Concetto ribadito più di una volta. Più chiaro di così non potrebbe essere.
Consiglio maggiore attenzione e riflessione a chi legge e giudica senza pensarci un momento, nel tentativo vano e sciocco di contestare le parole di chi viene disapprovato. Partire lancia in resta contro un avversario fa prendere delle cantonate non indifferenti. Vale la pena ricordarlo.
Quanto alla frase non capita ed evidenziata da chi ha definito la sua mente “troppo piccola” per capire, a me pare molto chiaro che i bei discorsi sulla necessità di non abortire (perché “il feto è un essere umano” etc…), a poco o a nulla servirebbero se non ci fossero persone che concretamente, e quindi CREDIBILMENTE ( e non solo per proporre una delle tante frasi fatte), svolgessero attività che operano di fatto perché le donne che intendono abortire magari perché si trovano in ristrettezze economiche o per altri motivi, desistano dall’idea.
Non è una novità che il feto è un essere umano a tutti gli effetti, eppure molte donne preferiscono abortire per svariati motivi. Non sarò certo io a giudicare. Posso mentalmente disapprovare, ma niente di più.
Nella mia città ci sono associazioni di volontariato in tal senso. E sono benemerite.
Quanto è difficile da capire tutto questo!! Molto molto misterioso.
Qui non si tratta di trovare rimedi o sussidi per donne che intendono abortire.
Qui si tratta di una cultura completamente sbagliata che non riconosce la gravità dell’azione e che che vede il nascituro come proprietà della madre che può decidere la sua soppressione.
Dato che questa mentalità, complice un femminismo malato, si è diffusa capillarmente nella nostra società egoista ed edonista e dato che oggi chi solo osi alzare una voce in difesa della vita nascente viene considerato un pericoloso fondamentalista estremista, bisogna capire il senso e l’intenzione delle azioni mirate alla qualità della vita.
Perché va inteso di quale qualità stiamo parlando. Nel pensare comune del mondo l’idea di qualità della vita è radicalmente diversa e opposta alla proposta evangelica. Basta farsi un giro su Internet per capire di cosa è fatto il modello dominante di qualità della vita: benessere, tempo libero, viaggi, sport, salute…
“Nel pensare comune del mondo l’idea di qualità della vita è radicalmente diversa e opposta alla proposta evangelica”
Questo è risaputo, e infatti il Papa su questo interviene continuamente.
E che si deve fare se oggi è diffusa questa mentalità ?
Se ne parla, si fanno convegni, si spacca il capello in quattro, ma più di tanto non vedo che cosa si possa fare.
Si dice anche che le famiglie dovrebbero avere maggiori aiuti statali in fatto di danaro e di strutture.
Ma se non passa l’idea che l’aborto è equiparabile ad un infanticidio che dovrebbe pesare sulla coscienza umana, non vedo proprio come si possa trovare un rimedio. Ci sono fatti che riguardano l’intimo di una persona, e chi ne è fuori non può farci niente.
Del resto, cosa pensare di quelle donne che subito dopo il parto si liberano del loro bimbo? Quante lo hanno fatto anche in passato? Mettevano la creaturina vicino ad un convento di suore e sparivano.
Non mi sembra che sia cambiato molto da allora.
Ma come fanno le tette a parlare ?
chi le ha catechizzate ?
Ma sono le tette di casa Fellay ?
🙂 🙂 🙂 🙂
Matteo, se volessi essere un po’ più chiaro, te ne sarei grata.
Vedo che te la ridi alla grande.
Queste “tette di casa Fellay” chi sarebbero, scusa?
Immagino stia per setta…
Oppure proprio per tetta…
😉
Poverina che colpa ne ha??
🙂
“Non varrebbe la pena replicare a chi legge male e interpreta più male ancora”.
La castronata che ha scritto è talmente chiara che c’è ben nulla da interpretare. Principalmente usi rispetto per chi prega: quell’ indugiare con dovizia con il preciso intento di schernire è deprimente e non è nello spirito di chi intende fare apostolato, già questo racconta molto delle sue intenzioni….
Se per lei Recitare il rosario anche dieci volte al giorno, pregare a capo chino e cospargersi di acqua santa [ descrizioni che si poteva risparmiare] a poco serve se manca l’impegno attivo” posso dire con certezza che è vero l’esatto contrario e che non può esservi impegno attivo senza la preghiera, per la Chiesa cattolica,poiché l’una e l’altra costituiscono un unicum indissociabile, una relazione necessaria senza la quale tutto si ridurrebbe ad un attivismo vuoto e sterile.
E da ultimo, le rammento, se ce ne fosse bisogno, che Gesù preferi Maria a Marta, pensi un po’ !?…ma forse questo “piccolo” particolare, cosuccia di poco nulla di che, le è sfuggito, spero. Un consiglio: faccia sua l’esortazione, un po’ di catechismo le farebbe un gran bene…
“La preghiera è il respiro dell’anima e della vita e se essa non alimenta il respiro della nostra vita spirituale, rischiamo di soffocare in mezzo alle mille cose di ogni giorno”
Benedetto XVI.
Allora, Matteo questa mattina, alle 9.50, fa una battuta delle sue, da segaiolo. Fa talmente cagare che, giustamente, nessuno se la fila: tutti fanno finta di non aver letto.
Lui ci resta male, perché a parlare di tette si era eccitato davvero e ride da ore tanto gli par bella la battuta, e così la sera, alle 18.13, la ripete (!), finché qualche pia donna per compassione gli dà retta.
Ma sarà possibile essere ridotti così? Mi si stringe il cuore …
In ogni caso, Clodine, aldilà dei pensieri espressi in questo pianerottolo, che contano per quel che contano, non riesco a credere che il segretario Cei si sia espresso in quei termini.
Più che una caduta di stile, si tratta di vero e proprio precipizio.
Ma sa, Elsa, qua di stile sembra che non ce ne sia proprio più.
Ad esempio, leggo solo ora questa testimonianza sulla giornata degli studenti a Roma col papa, che non mi pare sia prevenuta anche perché è molto filobergogliana:
http://www.ilsussidiario.net/News/roma/2014/5/13/IL-PAPA-E-LA-SCUOLA-Viva-Francesco-il-resto-era-una-pena-/498712/
Se le cose stanno come dice questo articolo (e in questo caso non ho motivo di dubitarne) è abbastanza terrificante.
Anche volendo sforzarci di pensare e parlare bene di Bergoglio (come dobbiamo fare, lo riconosco), i bergoglini (o galantini che siano) sono indifendibili!
“La castronata che ha scritto è talmente chiara che c’è ben nulla da interpretare.”
Se c’è una persona che ogni tanto dice “castronate”, quella è proprio lei.
Lei legge male e interpreta peggio.
Abbia almeno il buon senso di tacere.
Continui a pregare tutto il giorno e anche la notte, se le fa piacere, ma non pretenda né di giudicare gli altri né che tutti la pensino come lei.
E poi scusi, chi l’ha cercata? Io no di certo. Se vuol fare l’attaccabrighe, cosa che le piace tantissimo, con me ha sbagliato persona.
“Quell’ indugiare con dovizia con il preciso intento di schernire è deprimente…”
Questa frase, oltre che essere ridicola al massimo, parla di una fantasia che è prossima alla farneticazione. “Il preciso intento” di cui parla, è spuntato nella sua mente fervida di invenzioni strampalate.
Ad ogni modo, lei si deprima pure, ma la smetta di provocare e di rompere le scatole. E, soprattutto, non mi faccia predicozzi da due soldi.
” Se vuol fare l’attaccabrighe, cosa che le piace tantissimo, con me ha sbagliato persona.” . La sua cassa di risonanza è una bomba: funziona a perfezione.
Guardi, siccome desidero iniziare la mia giornata con un fioretto, in ottemperanza alla sesta e settima opera di Misericordia Spirituale – non pretendo che lei le conosca, ma il catechismo affianca alle sette opere di misericordia corporale anche quelle spirituali – le auguro pace e bene!
Il problema, Franti, è che questi preti non sanno più cosa inventare.
Molti sono penosi nei loro maldestri tentativi di apparire moderni e innovativi.
La realtà è ahinoi fatta come lei l’ha ben descritta di chiese vuote, sacramenti disertati, liturgia orribile, catechismo lontano sideralmente dal modo di pensare ormai dominante.
Ho appena partecipato domenica scorsa ad una cerimonia di prima comunione che assomigliava tantissimo a quelle rappresentazioni di teatrino delle elementari con scenette, applausi, messe in posa al momento della comunione per la foto di rito, canti presi dallo zecchino d’oro. La catechista, che si vede a messa una volta ogni morte di papa, era tutta indaffarata nei suggerimenti ai bambini che si sono fatti tra l’altro l’atto penitenziale, le letture, l’offertorio, uno scambio della pace durato dieci minuti buoni…
Bambini che torneranno, forse, a messa la prossima volta per la Cresima.
Questa è la realtà. Tutto il resto è …
Luigi franti
tu continua ad interessarti del corpicino dei seminaristi,
e
lascia le tette agli altri.
Vedo che fai una fatica della madonna ad accettare che altri siano diversi da te.
fattene una ragione.
Ancora ci ricaschi a rompere,
eppure
sembrava che negli ultimi tempi fossi più tranquillo,
mah!
C’è ricascato!
In fondo nella Chiesa Cristiana ne abbiamo sempre avuti de sti tizi.
“Vedo che fai una fatica della madonna ad accettare che altri siano diversi da te.”
Così diversi da avere le tette????
Io invece vedo che quello lì non riesce a non bestemmiare (in questo caso la Madre di Dio). E siccome non è un povero carrettiere dell’ottocento, un bracciante sfinito dalla fatica e dalla fame o un ubriaco che non sa quel che si dica, ma è … beh, lasciamo perdere, tanto lo sappiamo tutti e due che cos’è …
la sua bestemmia non ha attenuanti.
Continua a seguire i seminaristi o i giovani pretini,
quello è il tuo pane.
Una risposta a Galantino, che merita di essere conosciuta:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-io-convertita-dopo-tre-abortiecco-perche-dico-il-rosario-davanti-alle-cliniche-9205.htm
Capisco che la donna rumena che recita il rosario, convertitasi dopo tre aborti, si sia sentita colpita. Probabilmente però non ha afferrato in pieno le frase pronunciata dal mons.Galantino.
E infatti io non capisco, al contrario, le strumentalizzazioni che delle parole di mons.Galantino sono state fatte.
Ho letto per intero l’intervista nella quale compare la frase incriminata.
Non mi sembra che debbano esserci dubbi. Mi sembra di una chiarezza tale che arzigogolarci intorno è pretestuoso. Mi chiedo fra l’altro: quella lettera è da ritenersi autenticamente scritta dalla donna in questione, o è stata scritta da altri per lei? Io qualche dubbio ce l’ho.
“Io non mi identifico con i visi inespressivi di chi recita il rosario fuori dalle cliniche, che praticano l’interruzione della gravidanza, ma con quei giovani che sono contrari a questa pratica e lottano per la qualità delle persone, per il loro diritto alla salute, al lavoro».
Io credo che il monsignore abbia voluto dire quello che più volte ho sostenuto, molto modestamente, anche io.
Preghiere e rosari sono meno importanti rispetto alle azioni.
Quando si legge “visi inespressivi”, non c’è quel giudizio negativo che la signora rumena vi ha letto e che molti vogliono vedervi; si vuol dire semplicemente che le preghiere il più delle volte sono recitate a mo’ di pappardella. Il che è verissimo, soprattutto quando nel rosario la ripetitività, per cinquanta volte, delle ave marie può portare alla sonnolenza e alla inespressività o anche alla perdita del conto. Cosa c’è di strano in tutto questo? Io l’ho constatato più di una volta.
Quando poi nella stessa intervista si legge che sono più apprezzabili quei giovani che, CONTRARI ALLA PRATICA DELL’ABORTO, lottano (lottano!) per la qualità delle persone etc…, è chiarissimo che, secondo il monsignore, vale la pena aiutare concretamente le persone nelle loro necessità di primaria importanza:qualità della vita,diritto alla salute,lavoro.
Ovvio–aggiungo io–che tutto ciò che serve a salvaguardare la dignità delle persone, porterà , nella maggior parte dei casi ( non in tutti) ad allontanare il pensiero dell’aborto. Infatti io penso che non pochi aborti siano dovuti ANCHE ( non solo) alla miseria nera che in molte famiglie imperversa da sempre o quasi.
Non giustifico per niente, ma credo che spesso sia così. E poi c’è una questione culturale da non sottovalutare. Ed altri motivi ancora.
Dunque, è necessario un impegno su molteplici fronti per educare una popolazione. Senza tale impegno le preghiere a poco servono.
Perché è tanto difficile da capire tutto questo ?
Daiiii Marilisa,
adesso dai retta alle riviste integraliste???
e da quando ?