“Solitudine non è essere soli ma amare gli altri inutilmente”: ho trovato il dolente commiato di Mario Stefani (1938-2001) nel sottopasso di Mestre sulla parete delle scritte dell’altro ieri Messaggi privatissimi nel sottopasso di Mestre. Sulla parete di fronte un trionfale “Le mie labbra per baciare le tue”. La solitudine galoppa sul mondo ricurvo ma labbra sempre si cercano.
Solitudine non è essere soli
3 Comments
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Evidentemente il sottopasso di Mestre non solletica…
eppure che nei sottopassi delle nostre città si continui a parlare di gravidanze temute o sperate, di attese deluse, di amore dolente è un fatto che consola non poco, dato quello che invece ci propongono le superfici urbane…
Per il sottopasso ferroviario di Mestre io transito due volte alla settimana (all’alba del lunedì mattina, quando arrivo dal mio paese per andare a prendere il treno delle 7 per Milano, ed a tarda sera del venerdì, quando, di ritorno da Milano, scendo dal treno e vado a prendere l’ultimo pullmann che mi riporta al paese), ma vi confesso che, forse perchè sono sempre di fretta, non ho mai fatto caso alle tante scritte sui suoi muri: vi presterò maggiore attenzione, e, Luigi, se ne troverò qualcuna di, come dire ?, particolare te la segnalerò.
Buona domenica al “pianerottolo”.
Roberto 55
Roberto fai attenzione: il sottopasso che dico non è quello al centro dello scalo, che probabilmente tu usi ordinariamente per passare da un treno all’altro, la quello più avanti, in direzione Venezia, dove passano sia i pedoni sia le bici. In quello centrale non c’è niente da leggere. In quello “avanzato” invece c’è molto. Pirlando in giro – mia attività predominante – io cambio gli itinerari, i sottopassi, i lati delle vie, per ampliare le mie letture. “Passiamo dall’altra parte, vedi mai che ci sia qualcosa da leggere”.