Nando Pagnoncelli è un sondaggista che apprezzo e del quale sono quasi amico: ci siamo trovati a una tavola rotonda a Bergamo e filavamo a meraviglia. Leggo il sondaggio che ha pubblicato oggi sul Corsera e mi ritrovo così tante volte nell’elettore tipo che viene tratteggiando da sentire mortificato il mio desiderio d’originalità. Il 33,9% degli elettori dice che voterà Pd con un distacco di 10 punti sui Cinque stelle e di 14,5 su Fi: e io voterò Pd. Quelli di 65 anni e oltre lo votano al 45,9% ed è la mia bella fascia d’età. I laureati lo votano al 35,6 e io mi sono laureato a 61 anni, ma ci sono arrivato. Assimilando il lavoro del giornalista a quello del degli impiegati e insegnanti, lo votiamo al 36,2%. Lo votano soprattutto quelli che si informano sui giornali, 39,2%, e io su quelli mi informo. Sono dunque un uomo massa, a momenti mi faccio schifo. Nel primo commento un ragguaglio a sorpresa sulle preferenze di chi va a messa.
Leggo Pagnoncelli e mi riconosco nel suo elettore
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Pagnoncelli citato nel post: “Il Pd ha i consensi più elevati tra chi si reca a messa tutte le settimane, ma ha il suo punto più basso tra chi non frequenta le funzioni religiose”. La tabella sulla “partecipazione alle funzioni religiose” per la frequenza settimanale dà questo risultato: 36% Pd; 11,7% Cinque Stelle; 22,9% Fi; 12,1% Ncd-Udc-Ppe; 5,9 Lega Nord; 5,6 Fdi-An.
piccolo sondaggio personale: tra i miei colleghi ( scuola) sono una minoranza va a messa ( quattro colleghe sono anche catechiste), ma tra questi poi oltre il 60 % vota PD (, gli altri votano il movimento autonomista e nessuno vota la destra, ma questo è un microcosmo particolare, per ragioni storiche la destra qui è quasi inesistente, prende voti solo nei paesi con molte seconde case di villeggianti che hanno preso la residenza da noi.
Non farti schifo, Luigi, non è il caso. A me invece fa schifo, e anche tanto, quel 23% che dice che voterà per il mov. cinque stelle. Un partito anomalo che finora non ha presentato alcun progetto e il cui scopo primario, anzi unico, a me sembra quello di contestare tutto e tutti, offrendo in Parlamento uno spettacolo indecoroso da clown di infimo ordine.
Ci ridicolizzano di fronte al mondo intero.
Basta con questa pseudopolitica da due soldi. Non se ne può più.
Basta !!
“Nel primo commento un ragguaglio a sorpresa sulle preferenze di chi va a messa.”
La sorpresa sarà per i clericali che vedono disattese le loro speranze.
Dovrebbero chiedersi, invece, come mai chi va a messa ogni settimana ritiene opportuno votare per il PD.
Io la risposta ce l’ho, e ben chiara, ma è del tutto inutile dirla a chi si nutre di pregiudizi che impediscono di vedere e di ragionare lucidamente.
Ieri sera ho rischiato di incontrarti,
tu al book shop a presentare il libro,
io agli Studi Giudaici.
‘notte, Luigi.
“Ho rischiato di incontrarti”: la vita è rischio.
Il 36% è poco più di un terzo. Molti di più (46.5% per Pagnoncelli) votano l’insieme dei partiti del centrodestra. E mancano i dati sugli astensionisti, che sono anche, in buona parte, cattolici che non si sentono rappresentati dall’attuale classe politica italiana.
Il problema non è in se’ il voto al PD, eredità dei legami tra diverse associazioni cattoliche (AC e ACLI in primis) con l’area di quei democristiani di sinistra che sono confluiti prima nella Margherita e poi sfortunatamente nel PD, ma il fatto che gli eletti non rappresentano minimamente il proprio elettorato cattolico e portano avanti politiche marcatamente laiciste.
Il voto dei cattolici ai partiti della sinistra è di fatto un annullamento della propria identità cattolica: i cattolici nel PD sono marginali e insignificanti, come scriveva l’Avvenire qualche anno fa. Oggi, nonostante la novità rappresentata da Renzi (che durerà ancora poco, ma intanto frutta consensi), il PD è membro convinto del PSE e nel Parlamento europeo sosterrà le politiche di Zapatero e Hollande, soprattutto sul piano dei valori non negoziabili.
I cattolici non lo sanno, se ne disinteressano, pensano ad altro?
Parteciperanno a manifestazioni e raccolte di firme per contrastare leggi di cui loro stessi, con il loro voto, hanno determinato l’approvazione?
Il problema c’è, è serio, ma evidentemente agli elettori cattolici del PD non interessa.
Prima o poi bisognerà rendere conto di questo disinteresse e delle gravi conseguenze di questo significativo consenso elettorale di una parte dei cattolici al PD.
Per la gioia di Matteo, riporto un intervento del mio vescovo sulla responsabilità dei cattolici in vista delle prossime elezioni:
http://www.luiginegri.it/default.asp?id=401&id_n=829
“mancano i dati sugli astensionisti” eccone una, in effetti come extrema ratio contro Pittibimbo potrei votare Grillo però sarebbe come cadere dalla padella nella brace allora si sbranassero tra di loro io quel giorno vado al mare (sperando che non piova).
“E’ bene che sappiamo, una volta per tutte – ha detto monsignor Galantino segr. della CEI, che chiunque vede il vescovo o un sacerdote impegnarsi nell’orientare o influenzare il voto, ipotizza una sola cosa: l’interesse personale o la ricerca di favoritismi di varia natura. Preferisco che non si realizzino opere ex novo o che non si sistemino strutture se questo deve essere la contropartita diretta o indiretta di un impegno diretto di noi sacerdoti durante le elezioni, a favore di Tizio o di Caio”.
E questo come cattolico, mi basta ed avanza, e diciamo pure che era ora !
Non sei l’unica, Sara. Conosco tanti cattolici, ex elettori di tutti i partiti, che alle prossime elezioni si asterranno.
Aspettano tempi migliori, e va bene, ma intanto favoriscono la vittoria di partiti che portano avanti idee e programmi anticristiani. Al Parlamento Europeo i laicisti hanno già fatto danno enormi e varrebbe la pena tentare almeno di limitarli, se proprio non si riesce a proporre una visione alternativa. Qualche buona candidatura c’è, come quella di Carlo Casini che magari questa volta, in attesa di tempi migliori, non riuscirà ad essere eletto.
Nel disinteresse irresponsabile dei cattolici…
E ho fatto solo un nome per esempio, sono certo che controllando bene si possono trovare altri buoni candidati in grado di rappresentare adeguatamente i valori cattolici.
@Giorgio,
nel CCC è scritto chiaramente che dovere dei vescovi è interessarsi al bene delle proprie comunità e dedicarsi alla formazione cristiana del proprio gregge.
Richiamare l’attenzione sui valori cattolici, a partire dai c.d. valori non negoziabili, in vista di elezioni che determineranno la formazioni di organi che poi delibereranno su questi temi è DOVEROSO.
Capisco le parole di Mons. Galatino, ma la posta in gioco è troppo alta per disinteressarsi completamente.
I laici non devono strumentalizzare questi interventi per azzittire vescovi e sacerdoti e non disturbare gli interessi elettorali proprio di quei partiti che poi sosterranno politiche laiciste e anticristiane. Semmai prendano iniziative come questa del Forum delle Famiglie:
http://www.forumfamiglie.org/ELEZIONI2014/MATERIALE/ManifestoEuropee2014.pdf
Sono d’accordo con Marilisa, Basta con questa pseudopolitica da due soldi.
Passando a tutt’altro argomento, non c’è alcun dubbio che Renzi sappia calcare le scene meglio di Grillo.
“Per la gioia di Matteo”
____________________________-
Già fatto.
Letto e digerito.
Insieme alle comunicazioni del Vescovo di Imola e dei Vescovi del COMECE.
Matteo,
so che a te fa piacere quando ci interessiamo all’apostolato dei nostri vescovi e alla vita delle nostre diocesi.
“Conosco tanti cattolici, ex elettori di tutti i partiti, che alle prossime elezioni si asterranno.”
Probabilmente lo faranno quelli che non danno importanza alle elezioni europee. Ce ne sono parecchi che sottovalutano le europee.
Non è questione di partito, in questo caso. Piuttosto è significativo del fatto che l’Europa politica di cui si parla tanto, è difficile da realizzare.
Troppi nazionalismi.
Gestisco l’account-mails di un gruppo cattolico,
sono in pratica il postino.
Pochi giorni prima della Pasqua ricevo la mail di Marco Siclari (Forza Italia)
che fa gli auguri pasquali e ricorda che lui è un cattolico e sta in Forza Italia.
poi…
mail del 7 maggio:
Cari Amici,
Vi comunico che sabato10 maggio alle ore 11.00 interverrò all’incontro che si terrà presso il cinema Barberini, Piazza Barberini, sul tema: “Europa: attualità e prospettive” con la partecipazione del Commissario Europeo per l’Industria e l’Imprenditoria, Antonio Tajani.
Vi aspetto, grazie.
Con stima.
Marco Siclari
Eccoli i cattolici,
sono quelli che si ricordano dei cattolici al momento del voto…
con amore
sempre….
dalle fila di Berlusconi…
come fece Bondi con la famosissima lettera ai parroci e vescovi.
@ Federico 9 maggio 2014 @ 12:47
Certo che mi fa piacere,
ma annoto,
che del tuo vescovo te ne ricordi solo quando
devi lanciare un messaggio politico,
mai
sulla vita pastorale del tuo vescovo.
🙂
“Probabilmente lo faranno quelli che non danno importanza alle elezioni europee.”
Io do molta importanza alle elezioni europee, è che in questo momento mi fanno schifo tutti. (quasi dai, anche se adesso non mi viene in mente nessuno che si salva)
Salvo rivoluzioni dell’ultima ora, me ne andrò al mare e pazienza.
L’idea del mare mi attira 🙂
ma prima o dopo andro’ a votare.
Il mare non esclude.
Sono, ormai, vari anni che vado al voto
con un profondo senso di impotenza, di astenia,
ma
per me rimane l’atto e il rito più importante
e centrale
della mia vita di CITTADINO.
E’ pari,
per importanza
all’Eucarestia, per me cristiano.
Non ho diritto ad alcuna critica politica,
se non mi sono sporcato le mani,
votando
secondo coscienza,
anche
secondo coscienza lacerata.
Il corpo di Cristo,
che accolgo nell’Eucarestia,
non è un bel pezzetto di ostia bianca come la neve,
anche con i bei disegini a rilievo sopra….
E’ un corpo lacerato dalla miseria umana, dalla tortura e dall’assassinio.
Non posso pensare diversamente per
l’atto di comunione per me come cittadino,
nel votare
nell’aspettativa del bene comune.
L’Eucarestia,
non ha cambiato di molto il mondo,
i cristiani e i cattolici
continuano ad insultarsi ed a uccidersi.
Ma
è sfida a cambiare ME.
Il voto
intanto
deve cambiare ME,
farmi sentire responsabile uomo tra gli uomini,
anche quando non sembra valerne la pena.
Gesù
poteva evitare la Croce e l’Eucarestia
se avesse avuto il solo pensiero delle guerre di religione tra cristiani.
Quando si è anche responsabile di giovani e ragazzi in formazione,
nelle Chiese locali,
nelle parrocchie,
bisogna dare anche questa testimonianza.
@Matteo,
annoti male. Io seguo sempre il mio vescovo e qualche volta l’ho anche condiviso qui, ma deve essere pertinente con l’argomento di cui si discute.
Che dici, invitiamo Mons. Negri ad iscriversi a questo blog?
Altra cosa: è evidente che non sei mai stato iscritto all’Azione Cattolica, altrimenti sapresti che interventi come quelli che hai descritto sono piuttosto comuni e di solito, almeno per quanto riguarda l’AC, erano sempre a favore dei candidati del centrosinistra. Non ci sarebbe niente di male se ci fosse poi un minimo di coerenza: chi viene eletto come cattolico dovrebbe comportarsi come tale e cercare di rappresentare nella forza politica in cui milita di una visione perlomeno non ostile ai valori cattolici. Se con i voti degli associati di AC si eleggono abortisti e anticlericali qualcosa non quadra…
Non condivido affatto l’accostamento tra diritto di voto ed Eucarestia.
Sara,
non faccio campagna elettorale per nessuno, ma qualcuno si salva. Un nome l’ho già fatto e puoi trovare facilmente tutte le informazioni che vuoi sul suo conto. Certo non in tutte le liste si trovano candidati “potabili”…
Quando non sono convinta in genere voto scheda bianca, però a votare ci vado.
Adesso non ce la faccio e basta, che ci posso fare?
Mi viene il vomito al pensiero.
“è evidente che non sei mai stato iscritto all’Azione Cattolica”
___________________________-
E’ evidente il cavolo….
ti inventi le storie e te ne fai autoreferente.
TIPICAL !!!!
Ti lascio continare da solo…
Il non-voto non serve a niente.Non risolve nessuna questione.
Dire: “mi fanno schifo tutti” è una scappatoia fin troppo facile.Tutti potremmo dirlo con buone ragioni.
Anche in un panorama politico desolante, io seguo il criterio di votare per il meno peggio (secondo me). Perché qualcuno “meno peggio” degli altri c’è sempre.
Chi non va a votare non ha, poi, neppure il dritto di lamentarsi.
Pazienza non mi lamenterò.
http://www.famigliacristiana.it/articolo/europa-meglio-stare-a-casa.aspx
Ah questi tecnici del Senato. Sempre a dire le bugie.
Dalla Lombardia, dove sono nato e vivo, mi sposto per una tre giorni nella terra in cui sono nati i miei genitori (Basilicata).
È festa patronale in questi giorni: San Fabiano papa e martire: un piccolo angolo di Roma qui in Basilicata. (Mi piace ciò). San Fabiano è un Santo romano la cui tomba si trova nelle Catacombe di San Callisto come molti amici/che del blog che vivono nella Capitale sanno.
Per tornare al tema del post: non senza averci riflettuto, anzi con un pochino di dubbio nei giorni scorsi, (rispetto ad altri anni in cui ero più convinto) ma la riserva è sciolta: voterò Pd.
Ciao a tutti.
F.
Molto interessato alla tranche de vie accattoliana che traluce fra le righe di questo messaggio: «io mi sono laureato a 61 anni, ma ci sono arrivato» …
Adorando ficcare il naso negli affari altrui, mi piacerebbe saperne di più: ti avevo sempre immaginato fucino e, sempre lavorando di immaginazione, posso figurarmi una precoce vocazione (sic!) al giornalismo sbocciata su “Ricerca” o altre illeggibili riviste del genere che ti distoglie da baci accademici e corone di alloro. Ma la laurea a 61 anni mi incuriosisce … perché ci tenevi? I giornalisti, in Italia, sono già tutti “dottori” sul campo (e in televisione poi, se uno ha la barba e gli occhiali e non si sa bene che faccia è subito “professore”).
E la tesi? Su che cos’era?
http://www.luigiaccattoli.it/blog/collaborazione-a-riviste/elogio-della-leggerezza-e-di-chi-sa-combattere-ridendo/
Verissimo Mattlar, Polito aveva ragione, ma credo che ci vorranno molti altri editoriali per fare cambiare tono al giovane premier. Del resto, la squalifica umana dell’avversario o del semplice non allineato è un vizio alla portata di tutti i potenti.
“Del resto, la squalifica umana dell’avversario o del semplice non allineato è un vizio alla portata di tutti i potenti.”
Anche dei non potenti.
È un vizio praticato dai meschini.
Il 40% vota contro non andando a votare, un’altra grossa fetta dice no votando e un’altra ancora vota si, ma col cuore e la tasca vorrebbe dire no.
Certo che siamo ben messi se, invece di dar voce e capire tutto questo, eccetera eccetera.
È un vizio praticato dai meschini, se poi sono potenti, guai anche a pensarci.
@matteo
Converrai sicuramente con me che l’Ostia è un corpo martoriato e offeso, ma risorto!
Ciao!
Se poi non possiamo nemmeno dirlo, per disciplina.
Astenersi dal voto , alla stregua di Pilato se non peggio, è un’offesa per chi prima di noi si è battuto fino alla morte per avere questo diritto.
Anche io non sopporto alcuni personaggi e partiti.
Come faccio a esprimere il mio dissenso da questi? Semplicemente scegliendone altri, sperando siano migliori.
Fuggire difronte alla realtà è puerile.
Identificare poi il voto europeo con quello nazionale è malsano.
Intuisco che molti di coloro che si asterranno questa volta dal voto europeo,
nemmeno sanno cosa è cambiato in questa istituzione nella quale siamo coinvolti nel bene e nel male.
Per saperne di più: http://www.youthforeurope.it/?!c1/=/documenti/62/cosa-cambia-nelle-elezioni-2014/
Fabricianus, risorto con i segni del sacrificio (chiodi, piaghe e via dicendo). Non è idea mia, sentito nel prefazio di domenica scorsa. Il sacerdote ne ha parlato a lungo.
Nino, invece di dar voce al no, paragoniamo a pilato? Inaccettabile (tra parentesi, io vado a votare).
Il non-voto non serve a niente.Non risolve nessuna questione.
La recente storia italiana ci dice che è vero anche il contrario.
Il voto non serve a niente.Non risolve nessuna questione.
In matematica quando applicando l’opposto ad un variabile si ottiene lo stesso risultato, si dice che la variabile, in questo caso il voto, è ininfluente.
Nino mi fa schifo Renzi chi posso votare per mandarlo via?
L’unica possibilità me la darebbero i 5 stelle che però a democrazia interna sono pure peggio.
A destra non voglio votare, Alfano e’ al governo con Renzi, a sinistra del PD si sono messi in mutande, non ci sono tante alternative.
Ci ripenserò ma così mi sento.
“paragoniamo a pilato?”
Ho usato un’iperbole che nei fatti non mi pare poi così eccessiva dato che almeno nella provincialissima italietta il confronto – scontro tra i partiti e poi tra i cittadini è di fatto un referendum pro o contro l’europa.
Naturalmente il confronto su questo terreno , con la scusa dell’euro la cui politica può e deve essere migliorata, l’hanno portato e lo portano i partiti neo populisti, come la Lega che rinnega l’appartenenza all’Italia , fa strame della Bandiera e dell’inno di Mameli, da sempre conto l’Europa e che si allea con i fascisti francesi, per presentare candidati alle europee.
Il massimo della coerenza.
Purtroppo la voteranno.
“Sara1 scrive,
9 maggio 2014 @ 19:00 ”
—–
QUESTE SONO ELEZIONI PER IL PARLAMENTO EUROPEOOOOOO!
Cosa c’entrano Renzi, Grillo, o altri.
Nella CEE l’Italia è uno dei 28 stati e in quota Italia i parlamentari sono 73
Prova a vedere se nelle tante liste dei candidati ce ne sia uno che secondo te vale e ha palle. E spera che non tradisca le tue aspettative.
elsa.F scrive,
9 maggio 2014 @ 18:37
Il voto non serve a niente.Non risolve nessuna questione.
—-
Socrate, Platone, Aristotele, Pericle.
Che gran coglioni!
In questo caso la matematica è del tutto fuori posto.
Se per ipotesi, partendo dalla convinzione che il voto non serve a niente, nessuno andasse a votare, si creerebbe una situazione di anarchia,ovvero di non-governo; che si parli di uno Stato o che si parli dell’Europa.
Al contrario, andando a votare per chi dovesse sembrare in qualche modo accettabile, un governo ci sarebbe comunque anche se non dovesse corrispondere alle nostre aspettative. La DEMOCRAZIA è questo.
Del resto, è risaputo che le delusioni sono sempre dietro l’angolo.Non mi ricordo di avere visto mai qualcuno pienamente soddisfatto dai risultati di una elezione.
Non votare per manifestare dissenso è–lo dirò sempre–sbagliato in partenza.
Non si tratta di un voto sui generis, come qualcuno ha detto; è–lo ribadisco– un non-voto che, al di là di ogni cavillo, significa, senza “se” e senza “ma”, che si rinuncia ad un preciso diritto del cittadino che crede nella vita democratica di un Paese.
Il non-voto, e anche la scheda bianca, è indice di tre situazioni:1) la dittatura;2) l’ ignoranza crassa;3) il menefreghismo (forse più deplorevole dell’ignoranza).
Si provi ad immaginare se non ci fosse data la possibilità di votare, come era ai tempi delle monarchie assolute e come è oggi in certi Paesi arabi. Che gioia!! Allora faremmo di tutto per conquistarci il diritto di voto. O no?
Caro Nino,
mi sembra lapalissiano.
Il popolino sta pensando che sono in gioco il governo del paese Italia.
Che siano elezioni europee,
i pariti ci stanno tenendo a non farlo capire.
Quindi
non è colpa di Sara se non ci arriva.
E’ la TV informazione aperta 24 ore su 24 in casa
colpevole di tutto 🙂
Però è vero che quest’anno le europee hanno maggiore valenza nazionale.
Il popolino:
http://www.huffingtonpost.it/2014/05/07/delrio-governo-pd-25-ncd-soglia-_n_5279960.html
@Nino
Socrate, Platone, Aristotele e Pericle
non avevano ancora immaginato una casta come quella italiana
Sta scritto: “non è colpa di Sara se non ci arriva”: che finezza, complimenti.
Tranquillo Nedstark, con Matteo ci bisticciamo senza problemi.
🙂
In ogni caso è vero, sono elezioni europee, ma il dibattito è stato fagocitato da questioni interne e sono viste come un importante test per il governo.
Di quale Europa si è parlato alla fine? Speravo in altri toni e in altri discussioni.
Solo poco più di un terzo dei votanti, cioè massimo un quarto dei potenziali elettori, voterà europeista (ed io fra quelli) e con poco entusiasmo. C’è da riflettere molto e senza scomuniche.
Speravi in altri toni, ma invano. Chi sta su presto assomiglia a chi ha scalzato. Notato come i modi di comunicare del vecchio ex-premier e del giovane nuovo premier cominciano a somigliare un po’?
Ah, “ci bisticciamo senza problemi”, ne devo imparare di cose qui.
8 maggio 2014 @ 23:54
A me invece fa schifo, e anche tanto, quel 23% che dice che voterà per il mov. cinque stelle.
9 maggio 2014 @ 18:25
“Del resto, la squalifica umana dell’avversario (…) è un vizio praticato dai meschini.
Evidentemente l’autrice non considera “squalifica umana” il dire a qualcuno “mi fai schifo”.
Cara signora, se lei fosse stata un po’ più attenta invece che cercare ogni appiglio per attaccare la sottoscritta ( il lupo cambia il pelo, ma non il solito vizietto) , si sarebbe resa conto che quei termini da lei evidenziati io li ho ripresi pari pari dagli scritti di altre persone.
Però se proprio mi costringe, non esito a dire che persone come lei a me fanno proprio SCHIFO.
La squalifica umana se la dà lei da se stessa.
Intervenga, se le riesce (ma ne dubito molto), per dire qualcosa di costruttivo.
Anche io ho scritto schifo e ho sbagliato. Mi sembra tuttavia che l’avanzare dell’antipolitica e del populismo abbia peggiorato il già degradato clima politico.
Ogni giorno sindacati, senatori, tecnici e costituzionalisti vengono trattati da parassiti da schiaffeggiare, ma che aiuto può venire da qui?
Personalmente speravo che il PD potesse invertire questo modo di fare invece gli sta dando un’accelerata.
Speriamo bene.
“Anche io ho scritto schifo e ho sbagliato.”
Non direi. E poi io non mi riferivo a te.
Ci sono determinate parole che rendono bene l’idea;e vanno usate quando si vuol dire pane al pane e vino al vino in modo diretto e senza girarci intorno.
Ci sono cose e persone che ripugnano, ed è inutile nasconderlo.
La volgarità sì, è bene evitarla. Ma è altra cosa.
Non c’è niente da fare: mostrami come scrivi, insomma e ti dirò chi sei.
Chi dà del meschino a chi insulta e poi si fa primo insultatore è solo incoerente oppure semplicemente un grandissimo ignorante?
Sia chiaro che non provo alcuno schifo per nessuno, ma semmai un po’ di pena, questo non lo nego.
In questo post è evidente come molti si sentano primi della classe e quindi nel pieno diritto di giudicare o peggio insultare gli altri.
Voti così? Allora mi fai schifo.
Voti colà? Allora fai parte del popolino e sei un lobotimizzato teledipendente.
Non voti? Allora vuoi saperne di più di Platone.
Ricominciamo dall’umiltà e dal rispetto? No? Troppo difficile? Troppo poco progressista?
Cara Sara,
quando mi rileggo talune mie espressioni
non ti nego la mia vergogna.
Dovrei scrivere almeno mezzora dopo che ho letto…
Scusami
A elsa e a tutti. Condivido l’idea che sia possibile, possibilissimo, parlare di politica senza trascendere. Dov’è la difficoltà? Forse nel fatto che non si firma e dunque ci si ritiene irresponsabili di quanto si scrive. Non so. Io quella difficoltà non la vedo. Dico sempre la mia scelta senza nessuna necessità – e neanche tentazione – di denigrare la scelta altrui. Tanto nessuno mi seguirà, o solo penserà a quello che dico, perché alzo i toni. E se sento che uno non vota, mi propongo di incoraggiarlo a votare, ma so che l’incoraggiamento sarà controproducente se parto con le parole magiche: “scemo come sei…”.
Ritengo che valga la pena votare nonostante le antiche e nuove delusioni perché preferisco scegliere al lasciar scegliere.
Voterò Pd perchè trovo il suo programma di intervento sull’Europa più rispondente ai miei convincimenti rispetto a quelli degli altri due partiti che avranno davvero voce nella materia: Cinque stelle e Forza Italia.
Si possono segnare tre preferenze e queste sono le mie: Simona Bonafè, David Sassoli, Silvia Costa.
Che penso di chi usa parole forti nella discussione? Che ne ha bisogno, e cerco di compatirlo. Per lo più m’avvedo che si tratta di persone in difficoltà con la lingua scritta e che dunque non saprebbero come farsi valere parlando pianamente. Oppure non hanno fiducia in se stessi: “Se non grido qui nessuno mi ascolta”.
Anch’io, Luigi, compatisco…
Ti richiedo, se possibile, dei profili dei politici cui darai la preferenza.
Ora come ora credo che non voterò, ma … ho tempo per ricredermi.
Grazie.
Ne deduco, caro Luigi, che quando scrivi ” Sono dunque un uomo massa, a momenti mi faccio schifo.” cerchi di compatirti. Oppure non hai fiducia in te stesso.
Da quel termine usato da te io ho preso le mosse, se ci fai caso.
In realtà il nodo che viene al pettine sta in quella frase “In questo post è evidente come molti si sentano primi della classe e quindi nel pieno diritto di giudicare o peggio insultare gli altri.”
La signora che l’ ha detta rivela molta ruggine–e tu Luigi lo sai bene–nei confronti di chi a lei sembra, sbagliando alla grande, che si senta una “prima della classe”.
Qui non si tratta di politica; qui si tratta, caro Luigi, di una signora che DA SEMPRE, qualunque sia l’argomento, interviene quasi esclusivamente per rintuzzare quel che dice la sottoscritta; che non è la sola persona ad usare “parole forti” quando è il caso di usarle. Ognuno–l’ho scritto più volte– ha il suo stile, piaccia o non piaccia a molti o a pochi o ad uno solo.
E dipende dalle circostanze.
Però quella signora, che va recriminando sul giudizio altrui, giudica–lei stessa–che io sia l’unica nel tuo blog ad usare le cosiddette parole forti e via blaterando.
C’è qualcosa che non quadra, non ti pare?
Alcuni hanno avuto la bontà di notarlo e di rilevarlo in passato. Dovrei credere che sia solo tu, Luigi, ad ignorarlo? La qualcosa sarebbe grave.
Tieni presente che l’anonimato non c’entra niente. Se io avessi davanti a me quella cara signora, esprimerei il mio pensiero su di lei nell’identico modo in cui l’ho espresso qui. Le caramelle e i confetti nel parlare li lascio agli altri. So usarli bene anche io, ma di certo non lo faccio con chi mi sbatte in faccia, appena può, la sua acredine.
[Ed ora, Luigi, di’ pure che ho difficoltà con la lingua scritta e che sto pensando: “Se non grido qui nessuno mi ascolta”.]
Matteo ho scritto bisticciare così scherzosamente.
Pure io ho un carattere focoso e mi arrabbio facile…(anzi se esagero chiedo scuso dato che siamo in tema)
Spesso, Marilisa, ho usato toni ironici nei suoi confronti, per cercare di riderci un po’ sopra.
Perché, capisco, può capitare a tutti di uscire dai gangheri, solo che passata la rabbia del momento bisognerebbe usare un po’ di autoironia, oppure come ha fatto qui Matteo riconoscere di essere andati un po’ fuori misura.
In ogni caso, guardi, le garantisco che proprio non ho alcuna acredine nei confronti né suoi, né di nessun altro, nel blog o fuori dal blog.
E le chiedo sinceramente scusa se qualche mia espressione malintesa può averla offesa.
Poi, se a lei faccio schifo, beh, guardi, mi spiace, ma non so che farci.
Scrivo poco qui, ma leggo sempre il blog. E non so resistere alla tentazione di intervenire quando la discussione trascende. E se i toni sono caldi i miei interventi possono suscitare irritazione.
Tra persone civili si discute, ci si può arrabbiare e poi si chiede scusa. Almeno per me funziona così.
Ma perché ve la prendete con la povera Marilisa? Lei è come Jessica Rabbit: non è cattiva, è che la disegnano così. Una caricatura, praticamente.
Io ormai mi ci sono affezionato.
Traghettarsi da via della Conciliazione a p.za s. Pietro a Porta Angelica oggi verso le 11 è stata una impresa da eroi.
Tutti gli spazi e ogni angolo, pulsavano di giovinezza, di famigliaritezza, di fanciullezza.
Protezioni Civili da tutto l’entroterra del Lazio, presidiavano con grande capacità dell’Immediato.
Darew la testimonianza della chiesa che incontra il mondo delle scuole aldi la’ di ogni etichetta, il mondo delle scuole che significa famiglie, il mondo delle persone che trasmettono, il mondo della giovinezza.
Favoloso!
L’immagine della mattinata a me bastava.
Ma guardare la prima mezzora dell’incontro per telepace, il pomeriggio,
mi dava l’immagine superiore a quella della canonizzazione….
Solo la prima mezzora,
che alle 17 dovevo di nuovo essere in centro,
e
ho lasciato il televisore a registrare.
con gli amici,
ci dicevamo che l’energia che esce da quell’uomo
negli incontri ha qualcosa di incredibile,
tenendo presente l’età.
Ora rientrato a casa mi rivedo la registrazione…
annoto con straordinario divertimento,
che nello scambio continuo
di zucchetti papali tra popolo e papa,
alla fine
il popolo ha lo zucchetto che altri hanno donato e scambiato con il papa,
in ogni udienza.
🙂
E comunque, George, ha atteggiamenti molto meno compassati di queli che ricordavo…. 🙂
Elsa non saprei tracciare profili dei candidati che – ho detto – voterò. Ma dico il perchè della scelta. Sono tre che vengono da un retroterra, o matrice, o luoghi del mondo cattolico, del Partito popolare, della Margherita: questo mi dà qualche garanzia per la fuoriuscita dalla gabbia dell’ideologia di sinistra che è il primo problema dell’area pd. Due donne su tre preferenze perchè voglio dare mano al rafforzamento della presenza delle donne nei Parlamenti, ed è per questo che ho previsto la preferenza per la capolista Bonafè che tra i tre è quella che meno conosco. Di Sassoli sono buon amico: già conoscevo il papà direttore de Il Popolo. Abbiamo partecipato insieme alla vicenda professionale e umana di Paolo Giuntella. Silvia Costa ancora di più è simile a me nella storia personale e nelle frequentazioni.
http://www.francescoocchetta.it/
Europa: l’importanza dei valori per il confronto tra gli uomini.
Di Carlo Maria Martini
11 maggio 2014occhetta.f
di CARLO MARIA MARTINI
Ciao Luigi , per favore potresti spiegarmi meglio cosa intendi per “gabbia dell’ideologia di sinistra” dell’area Pd?
Dare maggiore attenzione al partito che all’elettorato. Fassina che ogni tanto invoca il referendum tra gli iscritti per fermare Renzi sta a dire la gabbia che impedisce di valorizzare la forza elettorale delle primarie.
Far prevalere un convincimento dell’apparato sugli orientamenti dell’opinione pubblica. Esempio dell’ultima campagna per le politiche, nella quale Bersani continuava a difendere il finanziamento pubblico dei partiti mentre scoppiava uno scandalo alla settimana e tutti i partiti avversavano quel finanziamento.
Ritenere prioritaria l’esigenza di non avere “nemici a sinistra” rispetto a ogni altra considerazione di ricerca del consenso. Bersani non batteva ciglio mentre esponenti dell’area margherita e altri “moderati” lasciavano il partito e i i gruppi parlamentari lungo tutto il tempo della sua segreteria. Fino a concludere che poteva radiare dalle liste quanti si erano pronunciati per Renzi perchè i loro nomi spostavano a destra il partito.
Un rapporto fissista con il sindacato che rende intoccabile per retorica la legislazione sul lavoro.
Potrei continuare. Credo d’aver detto via via negli anni questi elementi. Svolgo la mia azione – di partecipazione al dibattito tra gli elettori dell’area di sinistra – dalla seconda metà degli anni ’60. L’avversione a quella gabbia ideologica mi fa sostenitore di Renzi.
Quello che ho annotato in riferimento al partito, alle liste, al modo di condurre le campagne elettorali, vale anche – e anche di più – per il dibattito culturale e valoriale.
Fabricianus non posso andare oltre. Sto andando al treno per partecipare oggi pomeriggio a Milano a un convegno della Fondazione Corriere della Sera intitolato FRANCESCO SULLE ORME DI PAOLO VI. LA TERRASANTA AL CENTRO DELL’ECUMENISMO.
“la forza elettorale delle primarie.” quando ha vinto Bersani il rispetto della forza elettorale delle primarie si è visto: Renzi ha fatto e brigato fino a che non è riuscito a soffiargli il posto (e a Letta pure).
Nemmeno la decenza di farsi eleggere in parlamento e poi si invoca il rispetto della forza elettorale.
Sorvoliamo.
La mia relazione di oggi pomeriggio a Milano è intitolata: “Vedremo quel suolo benedetto donde Pietro partì” Le ragioni di una decisione senza precedenti. Sala Buzzati – via Balzan 3 – ore 18.00.
Luigi fa delle osservazioni giuste ma in una logica INTERNA al PD, condivisibile solo per quelli che hanno già scelto pregiudizialmente (o ideologicamente) di stare da quella parte.
Sassoli, Costa e soprattutto la Bonafè in Europa si appiattiranno alle direttive del PSE (Schulz – Hollande) e non possono dare nessuna garanzia in merito ai valori cattolici che sappiamo essere al centro di feroci attacchi nel Parlamento Europeo proprio dal gruppo del PSE.
Se si guarda alla rappresentanza dei cattolici in Europa e al Parlamento Europeo non si può proprio votare per il PD.
Ognuno faccia le sue valutazioni, ma sostenere che certi personaggi offrono garanzie solo perché vengono dalla Margherita (nella quale stavano anche Lusi e Flavia Vento, tanto per dire)…
A Sara avevo suggerito un nome che dava garanzie vere, per l’esperienza vissuta dentro e fuori le istituzioni europee, quello del presidente del Movimento per la Vita Carlo Casini. Un voto a lui non sarebbe espressione di sostegno ad un partito (o a una corrente di partito), ma un incoraggiamento al suo impegno per la vita.
Mi spiace solo che non sia candidato nella mia circoscrizione.
Grazie mille Luigi
@Federico
Sassoli, Costa e soprattutto la Bonafè in Europa si appiattiranno alle direttive del PSE (Schulz – Hollande)
Su cosa si appiattirono? Potresti darmi dei riferimenti precisi?
Grazie.
@Elsa,
esiste un “manifesto del PSE” e tutte le informazioni che si desiderano on line.
Mi sembra evidente che il socialismo europeo ha intrapreso da anni la strada del laicismo e del contrasto a quelli che sono i valori cattolici e una visione della società, della vita e della famiglia molto distante (per non dire apertamente contrapposta) a quella cristiana.
Sui tre candidati penso che possa valere l’esperienza degli europarlamentari uscenti del PD (tra i quali figurano sia Sassoli che la Costa) e degli altri partiti italiani che in linea di massima hanno sempre votato secondo le indicazioni dei gruppi di appartenenza, senza esprimere dissensi ed eccezioni.
Credo che sulla rete si possano trovare anche dati specifici per ogni eurodeputato uscente. Al Parlamento Europeo si sono affrontate spesso questioni che riguardavano i valori etici, la vita, la famiglia: il PSE (compresi i sedicenti cattolici del PD) si è sempre schierato su posizioni laiciste, mentre il PPE e altri gruppi minori hanno sostenuto posizioni più moderate e più vicine alla sensibilità dei cattolici. Non si vota solo un candidato, ma un “eurogruppo” e varrebbe la pena andare a guardare cosa si propongono di fare in Europa i vari leader o perlomeno i due principali: Schulz e Juncker. Cosa dire di più?
Come contributo:
http://www.tempi.it/cosa-dice-la-chiesa-sui-partiti-socialisti-anche-europei-promemoria-per-i-cattolici-del-pd#.U3CWTxFH7Dc
Uh, Carlo Casini: largo ai giovani!
Se i giovani sono come la Bonafè o come Ciwati…
Se proprio dovessi votare, Federico, guarderei alle persone, perché delle entità “gruppo” e “partito” non ho fiducia.
E quello che scrivi mi sembra francamente insufficiente per squalificare una persona.
Elsa,
sono lieto di quello che mi scrivi, perché non era mia intenzione “squalificare” nessuno, ma piuttosto porre l’accento sui programmi che si impegnano a realizzare i candidati del PD, sostenitori del Manifesto del PSE e della presidenza di Martin Schulz.
Di persone valide ce ne sono sicuramente in tutte le liste, ma se poi nell’Europarlamento seguono pedissequamente le indicazioni dei capigruppo… che “garanzia” possiamo avere? Almeno un’occhiata ai manifesti e ai programmi dei partiti bisogna pur darla, giusto un po’, per sapere a cosa andremo incontro.
A differenza di te io mi fiderei più dei partiti che delle persone, perché tante malefatte che abbiamo visto (compreso l’assenteismo nel Parlamento Europeo) sono responsabilità dei singoli, non dei partiti.
Quanto al resto, speriamo bene.
Via l’ideologia dai temi etici
intervista a Pietro Parolin, a cura di Gian Guido Vecchi
in “Corriere della Sera” dell’11 maggio 2014
«Lo sguardo proprio del cristiano sulla vita morale fiorisce dall’esperienza gratuita della
misericordia» dice il cardinale Pietro Parolin. «Per questo i discorsi sulle questioni etiche che non
tengono conto di tale sorgente, o che addirittura dileggiano la misericordia facendone la caricatura e
etichettandola come “buonismo”, non colgono mai le dinamiche proprie innescate nel mondo dai
fatti annunciati nel Vangelo».
Sempre più, eminenza, si parla di temi come le unioni civili o la comunione negata ai divorziati
risposati, Francesco ha parlato di un tempo e di un’occasione, un kairós di misericordia , ma che
cosa vuol dire affrontare questi temi, oggi, con misericordia?
«Significa che si parte dalle persone concrete, che si tenta di dare riposta alle situazioni concrete»,
sorride il cardinale. «Altrimenti il rischio è di fare ideologia».
Francesco ha scelto come suo Segretario di Stato un fine diplomatico che è anche «un pastore con
l’odore delle pecore», Parolin arriva al Lingotto in clergyman e parla al pubblico di lettori delle
«parole del Papa»: un «disgelo comunicativo» scandito da termini come tenerezza e misericordia,
verità e giustizia. Nel Salone ha citato una frase di Bergoglio: «La predicazione morale cristiana
non è un’etica stoica, una mera filosofia pratica né un catalogo di peccati ed errori». Chiaro che ci
siano resistenze, nella Chiesa c’è chi paventa stravolgimenti della «dottrina». Ma la questione
riguarda piuttosto l’atteggiamento, lo stile: «Sì, è così. Prima c’è la fede, dopo la morale. La morale
cristiana si comprende solo dentro a una visione di fede. Perché altrimenti diventa solo un insieme
di precetti e comandi, mentre è una adesione a qualcosa che ci precede», spiega al «Corriere» il
cardinale.
Il Papa ripete che «il centro è Gesù, non la Chiesa», la quale deve per questo «uscire da se stessa».
Le parole e lo stile di Francesco riflettono questa necessità?
«L’affetto che cresce intorno al Papa, di tanti credenti e non credenti che si sentono toccati nel loro
cuore dalle sue parole e dai suoi gesti, è in qualche modo la prima verifica che è proprio così. La
Chiesa esce da se stessa non per sforzo o per progetto, ma per seguire Gesù. Questa è la dinamica
propria della natura della Chiesa, che non vive di luce propria, come dicevano già i Padri dei primi
secoli», osserva il Segretario di Stato.
«Quando non riflettono questa dinamica, anche le iniziative e gli organismi ecclesiali possono
trasformarsi in realtà autoreferenziali. Così si alimentano i pregiudizi di chi identifica la Chiesa con
tutti gli altri apparati di potere operanti nel mondo e applica alle azioni e alle espressioni della
Chiesa chiavi di lettura esclusivamente politiche».
La stessa riforma della Curia voluta da Francesco, del resto, «ha come scopo il servizio: la Curia
deve essere uno strumento efficace a favore di tutta la Chiesa e un modello nel senso del servizio.
Vivere l’autorità e il potere come servizio».
Padre Antonio Spadaro, al Lingotto, ricordava una frase di Bergoglio: «Non occorre parlare tanto,
ma parlare con la vita». Il cardinale annuisce: «Questo è l’essenziale, anche in diplomazia».
Il prossimo viaggio del Papa in Terrasanta «ha una dimensione pastorale e religiosa, ma speriamo
possa avere ricadute benefiche anche a livello politico, anzitutto nel senso di una ripresa decisa dei
negoziati tra israeliani e palestinesi e di un ritorno di attenzione sulla Siria: temo che il conflitto
finisca con l’essere dimenticato, bisogna riprendere le trattative sapendo che una soluzione militare
non porterà a nulla».
La «conversione cui ci richiama Francesco, credenti e non credenti», è al fondo «la centralità di
ogni uomo e ogni donna», ha ricordato al pubblico. Non è solo questione di stile. «Amore e povertà
senza giustizia non colmano la misura di grazia promessa dal Vangelo. A che servirebbe una Chiesa
magari più austera, ma che non impegnasse i suoi membri a lavorare giorno per giorno, nella
concretezza delle situazioni, per restituire ai poveri, e ancor più ai miseri e ai dannati della terra, la loro dignità — anche economica — di cittadini del mondo che vivono del proprio lavoro?».
Parolin richiama il sermo humilis di Agostino, «anche oggi è il modulo espressivo più consono a
una Chiesa che vuole essere amica degli uomini e delle donne del suo tempo». Colloquialità,
vicinanza. Perché «la verità cristiana non è una conoscenza raggiunta con sforzo e riservata a
congreghe di iniziati che poi la sequestrano come loro possesso».
Alla fine, eminenza, qual è la caratteristica essenziale della predicazione di Francesco? «Tanti gesti
e tante parole del Papa suggeriscono a tutti, con insistenza, che lo sguardo di Gesù per ognuno di
noi è di misericordia e di tenerezza, non a caso tra le parole più usate dal Vescovo di Roma. Così
Francesco ci ripete ogni giorno che Gesù vuole il nostro bene, che può abbracciare oggi le nostre
attese, le nostre domande, può sollevarci dalle nostre cadute, guarire le nostre ferite, abbracciare e
compiere, al di là della nostra immaginazione, il desiderio di felicità che ci accomuna tutti»,
conclude il cardinale.
«Il Papa, soprattutto, descrive come accade anche oggi di poter incontrare Cristo, e quali sono gli
effetti di questo incontro, che possiamo sperimentare nelle nostre vite. La dinamica è la stessa degli
incontri descritti nel Vangelo. Francesco ci racconta con fatti e testimonianze concrete come anche
oggi Cristo “passa per la città operando il bene per tutti”. Anche chi non crede si sente interpellato
da queste promesse buone. Così cadono tante ostilità e fioriscono nuove, inattese prossimità».
Il Corriere persegue i suoi scopi e le parole di Parolin si prestano a strumentalizzazioni.
Mi domando che senso ha l’ “avvicinamento” e l’eventuale “incontro” se nel frattempo si annacquano i contenuti.
L’avvicinamento e l’incontro – nella veduta del Papa – sono finalizzati alla possibilità di proporre il Vangelo di Cristo. La minore insistenza sui temi etici serve per dare priorità all’annuncio centrale della fede cristiana: il mistero dell’incarnazione, morte e resurrezione. Altrimenti i cristiani passano per patetici sostenitori di una cultura antiquata sul gender e sulla famiglia, non riescono a parlare ai giovani e ai non credenti. Questo, io credo, è il Bergoglio pensiero.
Federico buona giornata. Ti mando un bel saluto da Milano, dove ieri ho parlato di Paolo VI in Terra Santa cinquant’anni fa: io allora ne avevo venti. E sono contento di vedere ora un nuovo incontro Papa e Patriarca a Gerusalemme. Anche questo, come quello, proposto dal Patriarca pro tempore.
l mistero dell’incarnazione, morte e resurrezione sono temi che interessano anche moltissimi conservatori che contestano un impegno più sociale dei cristiani (ad esempio nell’accoglienza agli immigrati o nella lotta alla povertà).
Non credo che il Papa voglia parlare solo di incarnazione morte e resurrezione penso voglia solo allargare la scelta dei valori riequilibrando un certo sbilanciamento degli ultimi anni.
Però si è espresso contro una visione intimistica della religione.
“Nello stesso tempo «si deve respingere la tentazione di una spiritualità intimistica e individualistica, che mal si comporrebbe con le esigenze della carità, oltre che con la logica dell’Incarnazione».[206] C’è il rischio che alcuni momenti di preghiera diventino una scusa per evitare di donare la vita nella missione, perché la privatizzazione dello stile di vita può condurre i cristiani a rifugiarsi in qualche falsa spiritualità.” (EG 262)
Ad esempio ( credo valga anche per le parole di Galantino.)
Buona giornata a te, Luigi,
Un po’ mi conosci, ti assicuro che mi sto sforzando di cogliere tutti gli aspetti positivi di questa “nuova primavera”.
Ma è dura…
Sono certo che papa Francesco sia la guida di cui la Chiesa ha bisogno in questo momento e che la Beata Vergine Maria vegli sul suo pontificato.
Ma fatico e questa fatica mi impedisce di gioire ed essere entusiasta.
Capisco i dubbi di Sara, le perplessità di Franti e di discepolo.
Spero che anche gli altri riescano ad intuire queste difficoltà e ad accettarle con la fraterna serenità con cui lo fai tu.
Domando (senza polemica alcuna): cosa si intende di preciso per visione intimistica delle Fede?
Grazie a chi mi vorrà rispondere.
Fabricianus lo ha ricordato pure nell’incontro con l?Ac: evitare la quiete e l’intimismo.
parlare di resurrezione va benissimo ma si deve vedere poi nella vita delle persone, Francesco è il papa della carità operosa la fede non è mai staccata dalla vita concreta.
E poi mi pare che in tante occasioni (dalla guerra al lavoro alla crisi economica) abbia chiesto ai cristiani di far sentire la loro voce (in Brasile disse ai giovani: fate casino) che è tutto il contrario di una religiosità che si vive nell’intimità di casa.
Solo chiede di non ridurre questo impegno ad alcuni valori ripetuti solo come arma contro il mondo contemporaneo.
Così almeno ho capito io. (comunque la EG è chiara)
ecco Fabri qui è più chiaro.
182. Gli insegnamenti della Chiesa sulle situazioni contingenti sono soggetti a maggiori o nuovi sviluppi e possono essere oggetto di discussione, però non possiamo evitare di essere concreti – senza pretendere di entrare in dettagli – perché i grandi principi sociali non rimangano mere indicazioni generali che non interpellano nessuno. Bisogna ricavarne le conseguenze pratiche perché «possano con efficacia incidere anche nelle complesse situazioni odierne».[148] I Pastori, accogliendo gli apporti delle diverse scienze, hanno il diritto di emettere opinioni su tutto ciò che riguarda la vita delle persone, dal momento che il compito dell’evangelizzazione implica ed esige una promozione integrale di ogni essere umano. Non si può più affermare che la religione deve limitarsi all’ambito privato e che esiste solo per preparare le anime per il cielo. Sappiamo che Dio desidera la felicità dei suoi figli anche su questa terra, benché siano chiamati alla pienezza eterna, perché Egli ha creato tutte le cose «perché possiamo goderne» (1 Tm 6,17), perché tutti possano goderne. Ne deriva che la conversione cristiana esige di riconsiderare «specialmente tutto ciò che concerne l’ordine sociale ed il conseguimento del bene comune».[149]
183. Di conseguenza, nessuno può esigere da noi che releghiamo la religione alla segreta intimità delle persone, senza alcuna influenza sulla vita sociale e nazionale, senza preoccuparci per la salute delle istituzioni della società civile, senza esprimersi sugli avvenimenti che interessano i cittadini. Chi oserebbe rinchiudere in un tempio e far tacere il messaggio di san Francesco di Assisi e della beata Teresa di Calcutta? Essi non potrebbero accettarlo. Una fede autentica – che non è mai comoda e individualista – implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo, di trasmettere valori, di lasciare qualcosa di migliore dopo il nostro passaggio sulla terra. Amiamo questo magnifico pianeta dove Dio ci ha posto, e amiamo l’umanità che lo abita, con tutti i suoi drammi e le sue stanchezze, con i suoi aneliti e le sue speranze, con i suoi valori e le sue fragilità. La terra è la nostra casa comune e tutti siamo fratelli. Sebbene «il giusto ordine della società e dello Stato sia il compito principale della politica», la Chiesa «non può né deve rimanere ai margini della lotta per la giustizia».[150] Tutti i cristiani, anche i Pastori, sono chiamati a preoccuparsi della costruzione di un mondo migliore. Di questo si tratta, perché il pensiero sociale della Chiesa è in primo luogo positivo e propositivo, orienta un’azione trasformatrice, e in questo senso non cessa di essere un segno di speranza che sgorga dal cuore pieno d’amore di Gesù Cristo. Al tempo stesso, unisce «il proprio impegno a quello profuso nel campo sociale dalle altre Chiese e Comunità Ecclesiali, sia a livello di riflessione dottrinale sia a livello pratico».[151]
Dopo di che passa in esame le varie ripercussioni sociali del keygma. (tra cui c’è anche il tema dell’aborto che preoccupa Federico)
Grazie Sara1
Segnalo a Luigi, a proposito del voto dei parlamentari uscenti e dei valori espressi attraverso il voto in alcune questioni “cruciali sulla dignità della persona, sul rispetto della vita e la centralità della famiglia”.
Come è evidente ne’ l’ On. Costa, ne’ l’On. Sassoli (e del resto nessuno nella delegazione del PD) si sono distinti per un impegno a favore dei valori cattolici.
Resta la mia impressione che essere cattolici (eletti o elettori) in un partito così fortemente laicista sia purtroppo un ossimoro.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-europee-ecco-le-pagelle-dei-candidati-9248.htm
In altri termini: hanno pedissequamente seguito le indicazioni del PSE.
cvd