Nel Messaggio per la Quaresima Papa Francesco distingue la povertà dalla miseria e afferma che tre sono le miserie umane: una materiale, una morale e la terza spirituale. Il linguaggio è forte, com’era da prevedere: “A imitazione del nostro Maestro, noi cristiani siamo chiamati a guardare le miserie dei fratelli, a toccarle, a farcene carico e a operare concretamente per alleviarle. La miseria non coincide con la povertà; la miseria è la povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza”. Nei primi commenti i brani sulle tre miserie e altri due passaggi brucianti.
Francesco dice che tre sono le miserie umane
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Francesco: “La miseria materiale è quella che comunemente viene chiamata povertà e tocca quanti vivono in una condizione non degna della persona umana: privati dei diritti fondamentali e dei beni di prima necessità quali il cibo, l’acqua, le condizioni igieniche, il lavoro, la possibilità di sviluppo e di crescita culturale. Di fronte a questa miseria la Chiesa offre il suo servizio, la sua diakonia, per andare incontro ai bisogni e guarire queste piaghe che deturpano il volto dell’umanità”.
Francesco: “Non meno preoccupante è la miseria morale, che consiste nel diventare schiavi del vizio e del peccato. Quante famiglie sono nell’angoscia perché qualcuno dei membri – spesso giovane – è soggiogato dall’alcol, dalla droga, dal gioco, dalla pornografia! Quante persone hanno smarrito il senso della vita, sono prive di prospettive sul futuro e hanno perso la speranza! E quante persone sono costrette a questa miseria da condizioni sociali ingiuste, dalla mancanza di lavoro che le priva della dignità che dà il portare il pane a casa, per la mancanza di uguaglianza rispetto ai diritti all’educazione e alla salute. In questi casi la miseria morale può ben chiamarsi suicidio incipiente”.
Francesco: “Questa forma di miseria morale, che è anche causa di rovina economica, si collega sempre alla miseria spirituale, che ci colpisce quando ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore. Se riteniamo di non aver bisogno di Dio, che in Cristo ci tende la mano, perché pensiamo di bastare a noi stessi, ci incamminiamo su una via di fallimento. Dio è l’unico che veramente salva e libera”.
Francesco sulla Chiesa come popolo di poveri: “Potremmo pensare che questa “via” della povertà sia stata quella di Gesù, mentre noi, che veniamo dopo di Lui, possiamo salvare il mondo con adeguati mezzi umani. Non è così. In ogni epoca e in ogni luogo, Dio continua a salvare gli uomini e il mondo mediante la povertà di Cristo, il quale si fa povero nei Sacramenti, nella Parola e nella sua Chiesa, che è un popolo di poveri”.
Francesco sulla povertà che duole: “La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà. Non dimentichiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole”.
Ho appena scoperto una novità, non si scrive più poligamia che fa tanto islamico-mormone ma si dice poliamore:
http://www.finanzaonline.com/forum/arena-politica/1580338-psicologia-dell-amore-aperto.html
http://www.poliamore.org/
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S
Anche io, come Sara, ho fatto una scoperta!
Sicuramente anche Luigi e tutto il blog l’hanno fatta e quindi aspetto interventi più qualificati sulla “scoperta”!
In ogni caso la scoperta è semplice: avvalendosi di un documento – la cui superficialità e faziosità ideologica lasciano davvero perplessi – l’ONU, tramite una delle sue tantissime (e superflue) sottocommissioni, ha dichiarato guerra alla Chiesa!
Aspettando interpretazioni ed osservazioni ben più adatte delle mie (dico sul serio!), mi limito a ricordare che il 18 novembre 2013 Papa Francesco, citando il romanzo “Il padrone del mondo” di Robert Hugh Benson, ha denunciato il tentativo totalitario d’imporre alla Chiesa la «globalità egemonica» del «pensiero unico».
I poteri forti – fra cui rientrano certamente certi comitati di certe organizzazioni internazionali – ci dicono, ha detto Papa Francesco, che «dobbiamo essere come tutti, dobbiamo essere più normali, come fanno tutti, con questo progressismo adolescente».
Poi purtroppo «segue la storia»: per chi non si adegua al pensiero unico arrivano, come ai tempi degli antichi pagani, «le condanne a morte, i sacrifici umani».
Sbaglia chi pensa che siano cose di un passato remoto, «Ma voi – ha chiesto il Papa – pensate che oggi non si facciano, i sacrifici umani? Se ne fanno tanti, tanti! E ci sono delle leggi che li proteggono».
È perché la Chiesa si oppone a queste leggi che, usando la tragedia – reale – della pedofilia tra il clero come punto di partenza e come pretesto, la si colpisce con aggressioni che stanno ormai diventando intollerabili.
Sulla povertà che duole:
Veramente io sono stato legno sanza vela e sanza governo, portato a diversi porti e foci e liti dal vento secco che vapora la dolorosa povertade
Dante, Convivio I III 5
Sulla povertà che duole era più bergoglians la mia nonna che mi insegnava a regalare ciò che amiamo non ciò di cui faremmo volentieri a meno.
Quante volte ho cercato di metterlo in pratica.
Sulla povertà che duole:
Me duele España
Miguel de Unamuno
Sulla povertà che duole:
E’ la vita che duole, il passato
Vincenzo Cardarelli