I primi giorni dopo l’elezione di Francesco, il portavoce Lombardi alle domande sul fatto che il nuovo Papa non cantava e prestava poca attenzione a cerimonie e cerimoniali ebbe a rispondere che ciò è tipico del gesuita, il quale – secondo un aulico detto – “nec rubricat nec cantat”. Da allora cerco l’autore di questa massima che trovo indovinata. Ho chiesto al padre Lombardi che mi ha detto di non saperne “la prima fonte”. Ma di sicuro i miei visitatori la scopriranno. Sulla “mancanza del coro” nella vita dei Gesuiti c’è una spassosa pagina di Miguel de Unamuno nella “Vita di don Chisciotte e di Sancio”, al capitolo XLVI, ma non vi è il motto caro a me e a Lombardi.
Nec rubricat nec cantat: chi l’ha detto?
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Non so nulla del detto. La poca attenzione dei gesuiti alla liturgia è proverbiale, un vecchio detto diffuso tra il clero diocesano degli Stati Uniti, per indicare qualcuno che non ha idea di dove sia recitava: “essere più confuso di un gesuita durante la Settimana Santa”, dando per scontato che le elaborate cerimonie della Settimana Santa sono un po’ troppo per un gesuita.
OT
Solo un commento sui fatti di Prato dove regna un’economia parallela senza alcun rispetto di regole, legalità, sicurezza del lavoro; un’economia basata sulla schiavitù e sul disprezzo dell’uomo che ha causato il soffocamento dell’artigianato locale “buono”; dove una giacca viene pagata 5 Euro.
E lo stato sembra svegliarsi adesso parlando di Far West; loro, proprio loro: il Circo Equestre.
Ridicoli, patetici, incapaci, delinquenti.
[ agli epiteti di elsa aggiungo] e zozzoni! anche il silenzio dei sindacati è, a mio avviso, scandaloso!
La spiegazione del ” nec rubricat nec cantat” forse nel caso di papa Francesco è molto semplice ed umana.. http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350492
Mi pare di ricordare che nelle Costituzioni di Sant’Ignazio di Loyola il gesuita fosse esentato dal cantare nel coro e anche dal dire l’Ufficio quotidiano cioè la liturgia delle ore.. questo si può capire col fatto che il nuovo ordine missionario di “soldati di Cristo” mandati ai quattro angoli della terra in missione non avrebbero potuto avere ne’ il tempo ne’ le circostanze adatte per riunirsi a cantaree l’Ufficio.. se pensisamo a come vissero i primi gesuiti, mandati allo sbaraglio su navi che facevano acqua e che affondavano nell’atlantico, su percorsi assolutamenti esplorativi tipo i gesuiti mandati in Cina.. se pensiamo a tutto questo non ci stupiamo che i gesuiti non avessero il dono del “canto”. come i più pacifici e sedentari benedettini.
questo però non significa che il cristiano modello “nec rubricat ne’ cantat”.
Oggi si tende a fare di Papa Francesco il modello “assoluto”.
Come ripeto nella Chiesa ci sono tanti carismi e c’è posto anche per chi canta , anzi per chi fa del canto la sua attività liturgica principale ( benedettini di Solesmes)
Peccato però che non canti!
OT sono stato per alcuni anni ispettore del lavoro e posso dire che i controlli sul commercio etnicamente caratterizzato è tra i più difficili, non solo per la difficoltà di comunicazione. Le ditte cinesi in particolare – tra false identità, false dichiarazioni e difficoltà di leggere la loro grafia e distinguere i tratti somatici – sono le più complesse da verificare.
Mattlar quella di Prato è una situazione conosciutissima però.
Non è questione di bancarelle etniche.
http://www.corriere.it/inchieste/prato-tragedia-annunciata-cosi-si-muore-40-centesimo-vestito/afd8fe5a-5b2e-11e3-bbdb-322ff669989a.shtml
Caro Mattalr tu dici peccato che non canti.
ma c’è chi canta per lui, e per noi! come c’è chi prega per lui e per noi!
http://www.youtube.com/watch?v=Mo8upbtGKNk
nel Journal d’un curè de campagne di Bernanos ad un certo punto il protagonista dice a un suo collega parroco come l’abbia colpito la liturgia mistica dei monaci a cui ha assistito
l’altro risponde freddamente “OUI , ils font de la musique” ( si, fanno musica)
e ppoi in un discorso appassionato rivendica all’umile parroco di campagna i lavoro “duro” della Chiesa, non” de la musique” ma la cura d’anime…
@mattlar
Non metto in dubbio che ci siano delle difficoltà, ma non c’è nessuna giustificazione al fatto che in un’intera città sussista un’economia dominata dall’illegalità e dal totale spregio della persona umana ridotta in schiavitù.
Mi vergogno che nel mio paese si sia scesi così in basso e mi chiedo cosa ci dobbiamo attendere nel nostro futuro.
Le aziende cinesi sono floride, mentre le nostre italiane chiudono i battenti.
Di questo passo non è impossibile che saremo presto una colonia cinese.
Sara1 conosco bene la situazione di prato, cui peraltro si stanno avvicinando alcune zone di Roma, vedi per esempio piazza Vittorio (impressionante!) e non parlavo di bancarelle ma di vere e proprie fabbriche, industriette, locali di commercio, anche molto grandi.
Sono consapevole. Quelllo che volevo dire è che non bastano gli ispettori del lavoro, ma dovrebbe esserci una riflessione più seria dietro, difficile da prendere anche perché si tratterebbe di adottare misure programmazione e autorizzazione molto limitanti per l’autonomia privata delle imprese. E di serie ingerenze nell’economia locale, non solo cinese.
Ok Mattlar infatti capisco che è un problema assolutamente complesso.
Però sono condizioni di vita e di lavoro assolutamente disumane.
Si tratta di vere e proprie schiavitù del XXI secolo (queste non sono un’esclusiva cinese, però: quando vieni a Roma ti faccio vedere quella degli storpi buttati per le strade del centro – usati come carne da macello e buttati per la strada a cielo aperto per elemosinare; ma, come tutti sappiamo, c’è quella della prostituzione, anche infantile). Sono piaghe che si possono combattere con l’esercito dello Stato o con l’esercito della carità, ma non so se verranno mai vinte.
Lasciamo stare un attimo gli storpi usati come carne da macello
Estendere il discorso ha l’effetto di fare di ogni erba un fascio e con questo solito approccio non si risolve mai nulla.
Le aziende cinesi hanno l’effetto di distruggere la nostra economia, ovvero di fare chiudere le nostre aziende, creare disoccupazione.
Come Tosi è riuscito nell’impresa impossibile di liberare le strade di Verona dalla prostituzione, è forse possibile anche far chiudere i battenti alle aziende che operano nell’illegalità e che riducono gli operai in schiavitù, mettere in galera i criminali gestori di questa specie di mafia.
Strada per strada porta per per porta con interventi randomizzati si entra, si verifica e si chiude, senza tante storie.
Tanti anni fa (ai tempi della legge 626), nell’azienda per cui lavoravo, gli ispettori del lavoro telefonavano prima di venire per il controllo. Il padrone aveva così il tempo di mandare al bar dall’altra parte della strada tutti quei “finti dipendenti” a partita Iva che non avrebbero dovuto lavorare le loro belle otto ore in sede (essendo “liberi professionisti”). Gli ispettori giravano tutti i locali, fingendo di non vedere le scrivanie vuote (la metà circa: e cioè più di venti, mica due) e le macchine ferme e nemmeno i fili scoperti e aggrovigliati dappertutto o le bustine di veleno per topi buttate per terra a casaccio. Poi prendevano un bel caffè col padrone, ridevano, si davano pacche sulle spalle e se ne andavano. Mai nessuna obiezione è stata sollevata a carico dell’azienda: il meccanismo era unto a dovere.
Ora, se tanto mi dà tanto, cosa debbo pensare di questi alveari umani che a chiacchiere è così difficile tenere sotto controllo? Che ungono più che bene e magari in contanti? Quegli stessi contanti che vengono usati per comprare e rilevare gli immobili quando noi, per ritirare duemila euro in banca, dobbiamo fornire ogni tipo di giustificazione…
Non dico che sia facile venire a capo della faccenda. Dico peggio: non c’è la volontà, né a livello nazionale né (tantomeno) locale. Un po’ di lacrime di coccodrillo e tra un paio di giorni una nuova verginità.
Mattlar
—
L’immigrazione cinese e di altre etnie in Italia e in Europa riguarda ormai milioni
di individui e l’uso della manodopera a basso costo che vive ( si fa per dire) in condizioni di schiavitù ed illegalmente è cosa nota.
Così come le difficoltà di registrare l’identità e le altre complessità che hai riferito per controllare il fenomeno.
Ma, cinesi , arabi, africani, etc, non sono un fenomeno solo italiano nè per diversità etnica nè per numero di immigrati.
La differenza, rispetto all’Italia, è che in altri paesi CEE come Francia, Germania, Belgio, Olanda, Inghilterra, le leggi che regolano l’immigrazione, il lavoro, e la sicurezza vengono applicate.
Così il caporalato che in Italia controlla vaste aree agricole del sud impiegando nordafricani come quelli a Castel Volturno, a Rossano in Calabria
etc. esiste solo da noi.
elsa.F non volevo spostare il problema.
Né – per chiarire tutto – volevo dire di usare l’esercito per i cinesi, ma era una metafora per dire che problemi del genere devono essere affrontati con interventi straordinari e tecnicamente molto preparati, altrimenti si rischia di fare più danni che altro.
Nicoletta.z non dubito che tu abbia assistito a episodi del genere che racconti. Per la mia esperienza, ho conosciuto molte persone oneste, a dispetto di una penosa situazione di abbandono degli uffici, lasciati a se stessi e alla buona volontà dei funzionari.
Vero Nino certi sfruttamento esistono solo in Italia, in Cina no…
A vedere le condizioni miserande che accettano in Italia ci si immagina facilmente quali debbano essere nei paesi da cui fuggono.
Mattlar, tu hai senz’altro ragione. Ma vedi, io sogno il giorno in cui questo Paese uscirà dal suo perenne “stato di eccezione” e non sarà più necessario invocare interventi straordinari – se non in casi, appunto, straordinari. Tutti sanno tutto a Prato; tutti sanno tutto a Roma; tutti sanno tutto a Milano, come dovunque: e di straordinario non c’è proprio un bel niente.
Proprio oggi nella liturgia delle Ore San FRancesco Saverio dice che non riusciva a dire il breviario per l’ansia di battezzare ed istruire bambini nella sua terra di missione.
E’ davvero curioso come la disciplina delle regole e della legalità debba essere oggetto di interventi straordinari da parte degli istituti preposti al controllo e alla vigilanza, quando invece questo dovrebbe essere la pratica quotidiana.
Il sindaco di Prato che dichiara apertamente la propria impotenza a fermare il dilagare di questa economia; l’80% dei controlli fatti in un anno (circa 800) hanno come esito la chiusura dell’azienda, che poi riapre subito da un’altra parte.
Robe da mettersi a piangere! Siamo presi in giro! Essere difesi da questo è il primo dei diritti civili dei cittadini onesti; se si arriva a dire di essere impotenti contro la schiavitù, di quali altri cavolo di diritti vogliamo parlare?
Vanno inasprite le sanzioni penali per chiunque si renda responsabile di immigrazione clandestina finalizzata allo schiavismo. Carcere a vita per caporali e loro caporioni. E che il governo cinese provasse a protestare.
Articolo interessante.
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201312/131203zizekzaccuri.pdf
(sul Foglio cartaceo pezzo interessante sul contrasto di Papa Bergoglio al liberismo economico ma non trovo il link)
“I nostri non useranno il coro per la recita delle ore canoniche, nè per la celebrazione delle messe o delle ufficiature cantate”
Costituzioni della Compagnia di Gesù 586
“…si potranno recitare i Vespri per trattenere il popolo prima di queste lezioni o prediche… senza suono d’organo nè canto fermo, ma in tono devoto, piacevole e semplice…”
Ivi 587
http://books.google.it/books?id=tZOrNPfneqwC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false
Pag 176
“Riesce strano che […] Ignazio di Loyola non abbia introdotto il coro nella Compagnia da lui fondata. Anzi, dal fatto che le mancasse il coro, ci sentiamo autorizzati a far derivare le imperfezioni che l’affliggono e la sterilità poetica che pesa su di essa. Giammai cicala potè trovare agevole ricetto in quel formicaio di chierici regolari”
Miguel de Unamuno, Vita di don Chisciotte e di Sancio, capitolo XLVI (Rizzoli 1983, p. 258.
Dunque Miguel de Unamuno che scrive la Vita di Don Chisciotte nel 1905 non aveva letto Gerard Manley Hopkins (1844-1889), straordinario poeta gesuita. Che fu tradotto con trasporto da Benedetto Croce: vedi Un gesuita poeta: Gerard Manley Hopkins, in La Critica XXXV, fascicolo II, 1937, pp. 81-100.
Sempre il libro di prima pag. 150-151. (rifiuto del coro per darsi agli altri)
Però successivamente chiarisce come abbiano saputo anche comprendere e usare la musica quale utile strumento di evangelizzazione.
Il fatto che Ignazio ritenesse “disturbante” un certo modo di fare Liturgia non vuol dire tout court che non amasse il canto e la musica anzi, era lui stesso un cantore ed anche un compositore prima che s’imbattesse sulla “via di Damasco”. Esiste addirittura la fondazione “Amici della musica sacra” che fa riferimento a Sant’Ignazio nella cui bella Basilica romana in via del Caravita,gestita dalla “Compagnia di Gesù” [che vanta , oltre ad un’acustica eccellente anche di un organo tra i migliori: il Tamburini] in cui si esibiscono i più bei concerti di musica sacra che abbia mai sentito, e ad ingresso gratuito…
Del resto, diciamocelo: esiste qualcosa di più atroce,disturbante , diabolico talvolta, di certa musichetta da discoteca il cui esordio attorno agli anni 70 o giù di li [duro a morire], ha flagellato e flagella ancora la celebrazione Eucaristica, che a tutto serve -a distrarre senza dubbio- tranne che ad elevare lo spirito??
Ci sono motivi, teologici anche, ben più profondi ,legati alla scelta di “tacere”, affinché si possa “adorare” e godere della preghiera contemplativa -e individuale, non corale- tipica della spiritualità Ignaziana, che brandisce il vessillo del rigore per la lotta contro il grande nemico: il diavolo. Una lotta dura e spietata; una battaglia da non consente altro suono se non quello della voce interiore che sollecita la Volontà. .
Questo aspetto non si distanzia molto da quel Rosmini che denunciate l’ignoranza del clero e del popolo nel celebrare la liturgia. Attaccato anche dai gesuiti, forse per quella rivalsa tra ordini religiosi, anche Lui, come Ignazio riteneva “utopia” l’idea che ci si salvi in virtù di un “perfettismo”, tanto siamo fragili e fallibili che inculcare l’idea di “libertà/liberata” stoltamente intesa significa costruire per i propri simili molto rispettabili inferni.
Incredibile come anche il tema sociale trattato all’inizio del post da elsa ritorni prepotentemente: un tema che affligge la nostra società cosidetta “moderna”, scarsamente attenta ai diritti dell’uomo , che registra una involuzione un imbarbarimento senza precedenti nella storia. “il sepolcro di ogni vero liberalismo” che “lungi dal felicitare gli uomini, scava l’abisso della miseria; lungi dal nobilitarli, gli ignobilita al par de’ bruti; lungi dal pacificarli, introduce la guerra universale, sostituendo il fatto al diritto; lungi d’eguagliar le ricchezze, le accumula; lungi da temperare il potere de’ governi lo rende assolatissimo; lungi da aprire la concorrenza di tutti a tutti i beni, distrugge ogni concorrenza; lungi da animare l’industria, l’agricoltura, le arti, i commerci, ne toglie via tutti gli stimoli; lungi da eccitare gl’ingegni comprime e schiaccia ogni slancio dell’anima, rende impossibile ogni nobile tentativo, ogni magnaminità, ogni eroismo ed anzi la virtù stessa è sbandita, la stessa fede alla virtù è annullata”.
Rosmini
(Buongiorno Clodine! Mattiniera anche tu…)
Non sono forse gli stessi temi sollecitati anche da Papa Francesco!? Vedete , allora come il cerchio si chiude, per cui la morte atroce di quei cinesi, le vittime di Lampedusa, ma anche i nostri martiri cristiani abbandonati a loro stessi. le cose terrene, insomma, non sono poi così slegate e aliene da quelle celesti.
Alcuni la chiamano “filosofia politica”, o meglio ,”filosofia pratica”; sembra un paradosso parlare di “filosofia” in relazione alla “prassi”. Eppure questa “dialettica” politica, a cui Platone riconosce una finalità pratica, è una vera scienza capace di pronunciare giudizi e soprattutto di guidare i popoli , il cui punto nevralgico,sapientemente inteso, è la “ricerca della verità”. Che è , in fondo, un dogma del cristianesimo, appunto!
Buin giorno nicoletta, che piacere saperti con me!! …..altro che se sono mattiniera…
Come dice l’Ecclesiaste: “per ogni tempo c’è il suo momento”.”C’è un tempo per piangere e uno per ridere,un tempo per tacere e per parlare, per amare e per odiare. Uno per la guerra e uno per la pace…Tutte le cose sono in travaglio e nessuno potrebbe spiegarne il motivo. Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà , niente di nuovo sotto il sole”.
E il tempo storico presente non consente , poi, così tante divagazioni…siamo come i deportati alle prese con una storia sbagliata nel piccolo come nel grande quadro mondiale. Si avverte la gravità di un fallimento e di un tradimento; un disastro che ci casca addosso in cui siamo responsabili ,nostro malgrado, e coinvolti. Ma, come per gli antenati prima di Cristo, il Dio vivente non tradisce, Egli è sempre all’opera…unica ancora di salvezza.
Eh… (Sospiro) Anche la signora Silvia bottini era molto mattiniera…. Mi colpivano molto i suoi interventi sempre allo spuntar dell’alba
A proposito, ma che fine ha fatto?!?
Il riciccio di queste allusione, francamente, è stancante…
la bottini più che mattiniera era anziana, sarà malata o defunta, non mi risulta fosse mattiniera. Che io lo sia non è mai stata una novità per questo blog, forse lo è per lei, esimio mattlar, essendo “nuovo” del pianerottolo…
Se è così preoccupato per la Bottini faccia una cosa, scriva a Luigi Accattoli e la contatti personalmente…è così semplice!
Un aspetto che mi colpisce è che abbiamo passato questi anni a litigare con i tridentini ma i gesuiti in effetti furono un po’ il “braccio armato” della controriforma.
Tempo fa mi ha colpito questo articolo di Eco:
http://espresso.repubblica.it/googlenews/2013/07/31/news/c-e-un-film-per-capire-bergoglio-1.56972
Da non dimenticare la cacciata dalla Spagna, per mano dei Borboni – e a seguito dell’illuminismo, anche dall’Europa -della “compagnia di Gesù”, ricchissima per altro, che perse gran parte dei suoi preti , moltissimi dei quali morirono di stenti e di malattia nel corso di una vera e propria persecuzione. Che a Roma trovarono rifugio è storia nota, tuttavia lo è altrettanto quella realtà che li vede cacciati da tutti gli stati e dai ducati italici fino ad essere invocata la soppressione dell’ordine e per mano di quel braccio secolare di cui parla sara1, tutt’altro che benevolo nei loro confronti., anzi, persecutorio….io credo che la presenza di un Papa gesuita sia proprio una forma di riscatto, di vendetta storica, giunta al suo apogeo.
Intendevo dire che i gesuiti sono stati il braccio della controriforma, cioè uno dei movimenti che ha più degli altri contribuito a delineare il volto della Chiesa uscita da Trento.
(più in senso riformistico alla Jedin magari)
Da quel punto di vista lo stesso Concilio di Trento diede una bella potata in fatto di musica liturgica.
In teoria si doveva salvare giusto il gregoriano, via tutta la musica polifonica che nel ‘400 e ‘500 si era sviluppata in senso estremamente virtuosistico.
Poi si trovò un certo compromesso con Palestrina, musica polifonica si ma molto “semplificata”, comprensibile e priva di riferimenti “mondani”.
da quel punto di vista si, sicuramente, fu l’ordine che più di altri contribuì alla restaurazione del cattolicesimo, soprattutto contro le eresie calviniste così attive e radicate nel nord Italia , e non solo….
ma era sempre un attaccamento al papato finalizzato al proprio tornaconto, più che ad maiore dei gloriam. Non dimentichiamo che la lotta per il potere del tempo non era meno spietata dell’attuale…
sara
riguardo al film Mission non tutti conoscono alcuni retroscena.Alla stesura dello script del film hanno partecipato alcuni gesuiti americani. Uno di questi, Daniel Berrigan, ” icona” dei gesuiti progressisti americani ha partecipato come attore nel film. Daniel Berrigan, pacifista, fu condannato al carcere per aver participato ad azioni contro la guerra del Vietnam.
Si pensava di ambientare il film, girato nel 1986, negli stessi anni, scrivendo una storia incentrata sul Centroamerica, in modo particolare in Salvador, ma il provinciale dei gesuiti centroamericani si oppose, avevano già abbastanza problemi,compresi quelli con il Vaticano, il Salvador era in piena guerra civile e in Nicaragua c’era stata la rivoluzione Sandinista.Così scelsero di narrare una storia del passato, ma sempre attuale.
Il film ovviamente è amatissimo dai gesuiti, in USA , centro e Sud America, nei loro incontri vocazionali viene sempre proiettato. Tutte le case e residenze ne possiedono una copia..
Bellissimo quel film…
Volevo dire a Mattlar che ho visionato il suo sito, chiedo scusa fin d’ora ma…a me ricorda tanto la versionenostrana, riveduta e corretta, molto affine alla setta del reverendo Moon…naturalmente mi astengo da ogni tipo di giudizio…ci mancherebbe…
http://youtu.be/HKw2RaeGKAI
Ho visto più volte il film Picchio. (ha tra l’altro una meravigliosa colonna sonora di Morricone). E si vede bene l’attenzione alla musica sentita come linguaggio universale:
http://www.youtube.com/watch?v=xBLbH6vRwk8
Credo che Eco volesse mettere in evidenza l’aspetto totalizzante di quell’esperienza che è quanto spesso mi colpisce in Bergoglio.
A proposito di Centroamerica ieri ho preso questo libro che parla dei movimenti rivoluzionari degli anni ’60 e ’70, ne ho letto un paio di capitoli ieri sera prima di crollare, è bello qualcuno lo consce?
http://www.wuz.it/recensione-libro/5587/Kapuscinski-Cristo-Fucile-Spalla.html
Clodine !!! amica mia.
🙂 🙂 🙂
che succede?!? Mi sono ricordato improvvisamente della signora Bottini, perché mi colpiva tanto il suo scrivere sempre in ore antelucane… non intendevo fare alcuna allusione. Che cosa ho detto mai?!?!
Verso una persona che ci ha accompagnato per tanti mesi, mi dispiace che tu dica con tanta leggerezza “sarà malata o defunta” . Io sarei preoccupato. Se qualcuno ha sue notizie per favore ce le riporti!
E poi: non ci davamo del tu? Che ho fatto di male per meritare cotanto sprezzo?
un abbraccio, 🙂
Mattlar mattlar…mmm…non hai detto nulla di male, come altrettanto si potrebbe dire dell ‘ipotetica morte o malattia di una persona che mi sembrava ,fosse molto, ma molto avanti con gli anni. Mica siamo eterni no!
Certo che ci diamo del tu, me ne guarderei bene, poi, dal disprezzare chicchessia men che meno te, capitolino come me.
Però, dire che non hai pensato a me quando citavi la Bottini, come la “Legge di Murphy”, più che improbabile è certo.
Ciao ; )))
Non mi sono offesa…sta’ tranquillo…
Appunto, perché sei preoccutato, come dici di essere, a maggior ragione prova a contattarla…cosa avrei detto di così trascendentale…mah!
E’ una delle tre cose che, secondo la barzelletta, Dio non sa:
cosa davvero pensi un gesuita!
Scherzi a parte, non penso che ci sia obbligo di cantare, non sempre, non spesso.
C’era a mio avviso una funzione nel canto, soprattutto monodico. Era quella di proiettare la voce, in assenza di microfoni, sul fiato, che dall’abside si riverberava e raggiungeva l’intera navata. La parola detta non fa altrettanto…o lo fa solo con risonanze e criteri teatrali, che nel canto sono già più naturali. Non a caso i recitativi monteverdiani o di Bach, quelle parti in cui il testo deve essere compreso bene, sono canti più o meno monodici sul fiato.
C’e’ anche una dignità in questo.
Sinceramente Clodine preferisco un silenzio religioso ad un canto malfatto. I celebranti stonati possono tranquillamente astenersi. Onestamente i vibrati dei canti tradizionali del coro della Sistina, ricevuti attraverso la TV, fanno venire i brividi come una forchetta che striscia sulla ceramica!
A chi lo dici?…Concordo totalmente sulla dignità del canto, al quale è preferibile mlle volte “un bel tacer” ; sul coro Sistino poi, dalla fine della direzione Bartolucci [tra l’altro nominato da Pio XII direttore perpetuo e indegnamente defenestrato dai “liturgisti” di GPII ] sarebbe meglio stendere un pietosissimo velo…
Sinceramente che il Papa canti o non canti non mi pare così importante, il canto è dell’assemblea vedi sacrosanctum concilium
Abbiamo fatto montagne di discussioni su questo negli anni scorsi, intonati o stonati è bello sentire le persone cantare.
si, è bello quando l’assemblea canta, ci mancherebbe…”Chi canta prega due volte” dice Agostino, ma chi canta con arte, prega due volte! Diverso lo strimpellamento appannaggio del coretto che si esibisce in canzoncine improbabili, che conoscono solo loro, e il più delle volte ci tocca di subire passivamente…
Cantare intonati ovviamente è meglio che cantare stonati ma certe messe sgarrupatissime con stecche da paura a me sono sempre piaciute uguale.
Non vorrei che dopo l’attacco al canto da destra in nome del latino e il gregoriano arrivasse alla meta la sinistra in nome del silenzio meditativo ecc.
Il canto è di tutti… (anche se non tutti apprezzano è bello che sia sempre data la possibilità di cantare)
si…tutti mi va bene anche svociati e con le note calanti, ma tutti però…non il complessino messo da parte con quegli assoli tragici che sono un strazioooo…dai !! ah ah ah ah ah ah aha ha ahh…
Un canto povero, casto e obbediente che non non esprima le acrobazie vocali del solista di turno, o del chitarrista rave-nostalgico, ma che sia anzitutto preghiera umile, ma sincera, di chi è invitato a partecipare con gioia al l’ineffabile e perpetuo coro degli angeli.
Altrimenti, sono d’accordo, esprime di più il silenzio.
“Verso una persona che ci ha accompagnato per tanti mesi, mi dispiace che tu dica con tanta leggerezza “sarà malata o defunta”
Mattlar caro, mi dispiace tanto (proprio tanto) ma io non posso darti notizie sulla presunta ” malata o defunta”.
Sì certo, aveva ottant’anni e, soprattutto, era vedova ( senza figli) di un devoto pediatra. Lo ripeteva spesso. Che carina!
Aveva anche scritto di essere “amica” di una certa persona. E forse farneticava.
Ad una ottantenne, vedova e senza figli, tutto è possibile…
Però una correzione devo farla: non ci aveva accompagnato per “tanti mesi”, come tu dici, ma solo per un po’, come le meteore.
Che nostalgia ho delle sue tirate ( fotocopiate) nei miei confronti. E quanto mi commuovevano le tenerezze di Luigi e di altri verso di lei.
Sono le bellezze dei blog.
Ps
Invece ho sincera nostalgia di Luciano Menia ( ci penso spesso), del quale non si è saputo più nulla.
A questo punto chiedo davvero che se qualcuno ha notizie, cortesemente ce le dia.
Luigi ha riferito che Luciano preferiva il forum Lancia causa nostri continui litigi.
Spero in ogni caso stia bene.
Ma perché, in quel forum non si litiga? Accipicchia! non posso crederci.
Deve essere un unicum nel mondo dei blog.
Corro immediatamente a visitarlo ( se lo trovo).
In ogni caso un salutino poteva farcelo.
Non è che ha detto proprio così, ma che nel forum Lancia era più tranquillo, immagino che litigare sulle gomme di una macchina non sia come litigare sul Vangelo no?
Se sbaglio a ricordare Luigi corregga.
Sara ricordi bene. L’ultimo messaggio che ho scambiato con lui era dell’agosto scorso. Diceva “ho bisogno di divertirmi piuttosto che di discutere”. Ora gli ho riscritto dando i saluti di qui. Se avrò risposta riferirò.
A me invece è rimasta nel cuore fiorenza. Luigi , sai, per caso qualcosa di lei?
Eventualmente faccio riferimento a te per scrivere due righe, sperando stia bene. Aveva una salute molto precaria, non seppi mai di cosa soffrisse… la penso moltissimo.
Il signor Menia lo ricordo di meno, anzi non lo ricordo affatto, non ero presente in quel periodo, evevo ben altri e gravi problemi [e un paio di amiche del blog : Antonella Lignani e Marta 09 lo possono testimoniare perché mi scrivevo con loro, come pure con Principessa] circa la Bottini, dello stesso periodo del Menia non sono mai stata amica…lei diceva di stimarmi…probabilmente lo sarei diventata se ne avessi avuto il tempo…ma io la ricordo di sguincio e a malapena….
Di Menia, solo alla fine lessi della sua malattia e mi resi subito solidale con lui, come farei con chiunque, a prescindere. Non è nel mio stile “nascondermi” dietro una maschera: la vita l’ho sempre presa di petto, e affrontata a muso duro, senza infingimenti. Men che meno temerei certi personaggi sui generis che s’incontrano anche nei blog per i quali non si può proverare che somma pena.
Luciano Menia ha risposto al messaggio di saluto, mandato da me a nome dei visitatori. Dice che “non va affatto bene”, con le cure che si fanno più pesanti: “Ma offro tutto a Gesù, chiedo coraggio e serenità, devo dire che mi ascolta, sono sereno e in pace..Porta i miei saluti agli amici del blog e un abbraccio a tutti. Dio vi benedica”.
Non ho notizie di Fiorenza che sempre mi è cara e che saluto da qui.
Ciao a tutti.
Come già detto da Luigi, non va per niente bene, i dolori a volte sono atroci, in queste ultime settimane sembra non finiscano più, ci sono antidolorifici, grazie a Dio, ma non sempre riescono a fare effetto, le ossa sembrano scoppiare da un momento all’altro, si resiste chiedendo aiuto al Signore, lui ha provato molto ma molto più di me, sa cosa vuol dire dolore.
Offro tutto a Gesù,d per i nostri peccati, chiedo pace e serenità, me li da, sono sereno e in pace.
Non ho mai detto che il blog e i suoi partecipanti non mi piacciono, Luigi ha riportato fedelmente quello che dissi allora, “non mi trovo con le discussioni fate qui, ho bisogno di stare tranquillo e in pace” questo dissi.
Vero, anche se qualcuno non ci crede, ma nel forum Piazza Phedra (forum Lancia) non si bisticcia e non si litiga nemmeno di “gomme”, si parla della vita di tutti i giorni, si scherza si ride, se uno entra per portare scompiglio, viene subito buttato fuori è l’unico forum al quale sono iscritto da quasi 4 anni.
Grazie di cuore a chi si è interessato di me e mi ha nei suoi pensieri, chiedo una piccola preghiera, come sarà da parte mia.
Grazie a Luigi.
Un saluto e un abbraccio.
Dio vi benedica.
luciano.
PS: scusate, vorrei incollare l’indirizzo del sito, ma non ci riesco, non sono al pc, ma con il tablet e con questo non so come fare, ma per chi vuole dare un, occhiata, basta digitare “Piazza Phedra” su Google e troverete il forum, andate sul tred “Buon giorno Luciano” e……….beh capirete leggendo i nik.
Spero di contattarla con un amail. Fiorenza, persona sensibile, dall’intelligenza raffinata
Un caro saluto a Luciano Menia, uomo di fede, che trova nel Risorto il coraggio e la forza di affrontare la malattia, e dare risposta al mistero del dolore,
altrimenti inaccettabile e assurdo.
Grazie Luigi, un abbraccio
una mail…
Grazie Luciano, leggo solo ora il tuo messaggio!
Coraggio amico mio, coraggio, chi non ha avuto un padre, una madre, un parente colpito, ferito dalla malattia? Penso che molti di noi hanno toccato con mano lo strazio. Conosciamo le tue sofferenze perchè le abbiamo viste sul volto dei nostri cari. Siamo tutti con te,in Cristo, in spirito e in preghiera. Ciao Luciano…fatti vivo di tanto in tanto…
Un abbraccio grande grande grande Luciano, che Dio le conservi pace e serenità. La ricorderemo nelle nostre preghiere.
Un abbraccio Luciano. E grazie.
Dio benedica te, Luciano.