“La prostituzione deve sparire, la tolleranza non è un male minore”: è una delle conclusioni di un convegno della Pontificia Accademia delle Scienze sulla tratta di esseri umani, organizzato insieme alla Federazione mondiale delle Associazioni mediche cattoliche, che si è tenuto sabato e domenica in Vaticano. Titolo “Trafficking in human beings: modern slavery”. Ricordo omelie appassionate del cardinale Bergoglio su questo argomento. E il grido con cui da Papa evocò questa schiavitù nel messaggio Urbi et Orbi del giorno di Pasqua: “Pace a tutto il mondo, ancora così diviso dall’avidità di chi cerca facili guadagni, ferito dall’egoismo che minaccia la vita umana e la famiglia, egoismo che continua la tratta di persone, la schiavitù più estesa in questo ventunesimo secolo!” – Trovo giusto il motto “la prostituzione deve sparire” e mi chiedo se sia possibile. Nel primo commento una dichiarazione di Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere dell’Accademia delle Scienze.
“La prostituzione deve sparire”: ma è possibile?
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Marcelo Sanchez Sorondo: “E’ stato Papa Francesco stesso a indicare di fare questo seminario. Sono venute almeno due persone che, per diversi motivi e per molti anni, hanno lavorato con lui quando era arcivescovo di Buenos Aires. Una di queste persone è una scrittrice che ha fondato un’associazione contro il traffico di esseri umani e contro la prostituzione; l’altro aveva una associazione simile e oggi è un deputato. Quindi credo che in questo ambito Papa Francesco abbia una sensibilità speciale, conosce direttamente il problema: ecco perché ci ha chiesto di studiarlo. Poi, quando ho visto il Pontefice la mattina dell’altro ieri, mi ha detto: ‘Ci tengo molto a quello che state facendo, perché questo è un materiale prezioso e vorrei fare qualcosa con questo materiale’. Quindi penso che effettivamente farà qualcosa, qualcosa di importante”.
La,schiavitù del XXI,secolo è uno dei fenomeni più impressionanti e dolorosi che si possano vedere. Solo a Roma – e non siamo il posto peggiore del mondo – se vai sulla via salaria trovi carovane di giovani prostitute in svendita. Ma al centro non è diversa .la situazione, donne e uomini storpi abbandonati per strada a chiedere l’elemosina
Molto bene.
Eliminare la prostituzione? Ma perché?
Un’altra cosa assurda è lo sdegno (totalmente fasullo) platealmente esibito dalla nostra società quando si parla di questo argomento. Ma come? Non crediamo più a niente, ce ne freghiamo dei comandamenti di Dio affermando la dittatura dei nostri desideri perversi e rifiutando norma morale teologicamente fondata, però non ammettiamo che esista la prostituzione come attività professionale, regolamentata e tutelata come tutte le altre! Che stupida ipocrisia!
Un bel saluto a tutti da Mogliano Veneto dove ho appena tenuto un incontro su Fede e sacramenti nel vissuto e nell’insegnamento di Papa Francesco.
Mentre io ero in viaggio alla Sala Stampa Vaticana hanno presentato il Sinodo sulla famiglia: immagino che farò un post domani.
Il Veneto è anche la terra della senatrice Lina Merlin, che viene ricordata proprio per la sua “battaglia” per l’abolizione della prostituzione e la chiusura dei casini. Interessante come, a differenza dei suoi compagni di partito (PSI), fosse contraria all’introduzione del divorzio.
Trovo giusto il motto “la prostituzione deve sparire” e mi chiedo se sia possibile.
Mia personale risposta: non è possibile sparisca.
Ciao a tutti!
F.
L’umanità è segnata dal peccato originale e dal male, ma è giusto (e doveroso) che la Chiesa provi a promuovere il bene e insegni a distinguere il bene dal male. Non sarà facile, specialmente in una società sempre più sedotta dal relativismo, ma bisogna farlo. E senza domandarsi più o meno retoricamente se sia possibile o meno.
Vorrei far presente un fenomeno, se possibile, ancora più perverso e subdolo della prostituzione, o comunque analogo ad esso quanto a riduzione della donna a mero oggetto di consumo: quello degli “uteri in affitto”.
Fenomeno di cui si parla poco e male – tranne alcune eccezioni, come il quotidiano “Avvenire” – quasi che esso non contribuisse affatto ad una insidiosa “cosificazione” della donna
Oltre il fiorente mercato dei figli, è spuntata la bancarella delle madri a tempo determinato, donne che in cambio di denaro cedono al migliore offerente quanto hanno di più prezioso: far crescere in sé una nuova vita.
L’”utero in affitto” è un altro segmento del discount della vita, dove acquirenti e venditori sembrano pronti a tutto per soddisfare ogni presunto bisogno.
Dopo il figlio, ora sappiamo che anche la maternità ha un prezzo: si affitta una donna per nove mesi, usando il suo corpo come incubatore naturale per l’innaturale operazione di far crescere un figlio ordinato da altri e a loro destinato per contratto.
E a parto avvenuto si ritira la merce sborsando migliaia di dollari, a seconda del potere di ricatto esercitabile sulla “mamma a termine”. Perché di questo si tratta: usare il rapporto di forza – economico e sociale – tra aspiranti genitori e gestante reale dettando le condizioni e spostando la scelta della mamma temporanea sulle vare zone geografiche, a seconda delle disponibilità economiche, dal top degli Stati Uniti al low cost in India, ecc.
Si chiama sfruttamento delle donne, umiliazione del loro corpo, proprio perché si colpisce il cuore stesso della persona: il senso materno, il legame di sangue (e psicologico) con una creatura che cresce e vive dentro a una madre…
Si paga il grembo di una donna come si affittasse un appartamento o una macchina (!?)
Ma non si può comprare la dignità della donna. E che la maternità surrogata vada espandendosi senza controllo – legalizzata e/o tollerata – sotto l’incalzare di una domanda sempre più variegata, con poche isolate voci che si levano a denunciare responsabilità e abusi, è un elemento che deve far riflettere tutti, a cominciare dai teorici dei diritti individuali assolutizzati e del “vietato vietare”.
I fatti emergono con forza, basta volerli vedere.
Ma il silenzio che grava su una pratica odiosa, come se fosse sostanzialmente accettabile, fa quasi pensare ad un tema del quale è meglio non parlare, perché con troppa evidenza emergerebbe il contrasto tra la dignità femminile – sempre esaltata da tutti! – e la condizione degradante nella quale vengono ridotte migliaia di donne nel mondo per assecondare il desiderio di un figlio espresso da parte di chiunque abbia soldi a sufficienza e si senta giustificato (legalmente o culturalmente) a “farlo”.
Penso che aprire gli occhi davanti a questa nuova subdola forma di schiavitù femminile – ovvero la gravidanza in conto terzi – possa essere l’inizio di un ripensamento collettivo sul rispetto della nostra radice umana.
“I pubblicani e le prostitute vi precederanno nel regno di Dio”, disse Gesù
@luca73
Fai bene a porre l’attenzione sul tema “utero in affitto”.
Grazie.
Anche quella è una forma di prostituzione,certo, non solo affittare l’utero, ma vendere un rene, un occhio, un polmone. Proprio come avviene per altre dimensioni della vita sociale. Similmente per la sfera professionale ad esempio ,quella economica propriamente detta, in cui Ego e Alter si mettono in gioco traendo un vantaggio reciproco dallo stabilire assieme una qualsiasi forma di transazione. L’ipocrisia sociale sul tema regna sovrana visto che quotidianamente, attraverso la promozione pubblicitaria e vari programmi televisivi, assistiamo sistematicamente alla mercificazione dei corpi…
Ad integrazione dell’intervento di Luca e come contributo alla riflessione di Fabricianus:
http://www.vanthuanobservatory.org/notizie-dsc/notizia-dsc.php?lang=it&id=1766
Retorico, finanche, ripetere che “prima che il mondo fosse la prostituzione fu” ,che i lupanari spuntavano ad ogni crocicchio e in letteratura è stato detto di tutto e di più: da “la lupa” [appunto] del Verga a Teresa Raquin di Zola ecc ecc ecc… e nell’arte la più bella prostituta che mi sovviene al momento è Lena, amante del Caravaggio divinamente ritratta nella “Madonna dei Pellegrini” esaltata nella Chiesa di Sant’Agostino, qui, da noi, a Roma. Ma anche la sinuosa fanciulla che nella “Primavera del Botticelli” ostenta un particolare saluto con la mano, tipico segno delle prostitute rinascimentali, o Olimpia di Manet…e altro molto altro…perciò tanto è vasto il tema che ci si perde. Per risolverlo dovrebbero scomparire gli uomini dalla faccia della terra….poi …diciamocelo, ci si è messo pure Nostro Signore ad incrementare l’esposizione della Jolanda promettendo a chi la mostra di precederci nel Regno dei cieli, e che volete dalla vita!? Come dice la celebre pubblicità, accontentiamoci di un Lucano??
Bel link, Federico.
Grazie!
Varrebbe la pena apprezzare l’impegno di alcuni cattolici in politica, come Eugenia Roccella, di fronte all’afasia e all’apostasia silenziosa di tanti altri.
Di “apostasia silenziosa” ha parlato recentemente il Card. Sarah:
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/vescovi-obispos-bishop-sarah-29329/
E’ una vita che andiamo dicendo quanto scritto nel post segnalato, caro Federico B….Vorrei dire :”non ci resta che piangere!!”, e ci sarebbe di che piangere. Per questo, giusto per non demoralizzarmi troppo, quando l’occasione lo consente ridicolizzo il nuovo paganesimo che mistifica il male morale e utilizza, per giustificare l’abominio della prostituzione, finanche Nostro Signore utilizzando la famosa pericope …
La storia della salvezza ci mostra che il Dio di Israele è buono e misericordioso e lento all’ira, ma quando poi ci vuole, ci vuole.
Sappiamo bene quali siano le conseguenze del dimenticarsi di Lui, del credere di poterne fare a meno, del sostituirlo con altri Dei o idoli.
E tremo.
http://www.corriere.it/inchieste/ragazzine-doccia-che-si-prostituiscono-scuola-cambio-regali/7fe5237c-4706-11e3-a177-8913f7fc280b.shtml
In questi giorni dopo i fatti del Parioli se ne sta parlando moltissimo.
Horror vacui !