“A Roma aveva baciato su una guancia la presidente dell’Argentina Cristina Kirchner e a Rio si è preso due baci dall’impetuosa Dilma Rousseff presidente del Brasile, ma l’inchino di ieri alla regina Rania segnerà di più la gestualità di Papa Bergoglio che è tutta una sagra di inediti”: è l’attacco di un mio fatuo articolino sull’incontro che Papa Bergoglio ha avuto ieri con i Reali di Giordania, pubblicato oggi dal Corriere della Sera con il titolo L’inchino irrituale di Francesco a Rania.
Se il Papa s’inchina alla Regina
54 Comments
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«Fatuo» è giusto.
(Ma non potreste smettere di fare del male a quell’uomo infilzando con lo spillo e mettendo in bella mostra tutte le sciocchezzuole [nel senso di nugae] che fa? Credevo gli voleste bene, invece scopro che gliene voglio più io, che chiudo gli occhi, giro la testa dall’altra parte e ripeto “viva il papa!”)
Galante è vero….vecchio stampo.
Ha ragione Franti.
Le galanterie non si addicono a un sacerdote, figuriamoci al Vescovo di Roma e Sommo Pontefice!
Impossibile non condividere. Lasciatelo in pace, se a ogni gesto e a ogni “sciocchezzuola” che fa si continua ad attribuire significati metafisici finirà che non si capisce più niente.
Non ce l’ha scritto il medico che si debba interpretare ogni condotta di J. M. Bergoglio e tirarne chissà quali conseguenze. Basta che faccia il Papa negli atti propri del ministero.
Se confermate le indiscrezioni giornalistiche, la nomina di domani alla Segreteria di Stato, un gesto da papa e sommo pontefice.
A parte gli scherzi penso che si é inchinato solo perché sa che certi mussulmani non amano i contatti maschi femmine e visto che la regina non gli ha porto la mano si è limitato a salutare con un lieve inchino la sua ospite.
Quod solius papae pedes omnes principes deosculentur.
Se la strategia e’ bisogna scompaginare i rituali e i protocolli, bisogna stupire, bisogna essere “diversi” allora ci dovra’ essere per forza una escalation..perche’ dopo la decima, ventesima volta che si inchina gia’ la cosa non fara’ piu’ notizia sui giornali. Come minimo per continuare a “stupire” la prossima volta con una bella ospite dovra’ ballare il Tango col casche’ , OLE’
ma che scompaginare rituali e protocolli… è stato solo un piccolo gesto di cortesia
Stamani vedendo l’immagine,
ridevo di gusto,
immaginando le smorfie di disgusto,
dei cari fratelli cattolici tradizionalisti e lefebvriani.
E ne avevo ben donde !!!!!
Un papa così etero non lo si aveva mai visto.
Nell’immaginario finto/asessuato dei tradizionalisti,
è
uno schiaffo irripetibile.
Evviva i papi anche etero.
Finalmente !!!!!!
Sempre lì vai a parare?
Sono orgoglioso di un papa etero.
Ti rompe ????
La sessualità è fondamentale.
Un papa etero è più libero di esprimersi,
a
differenza di un papa non etero.
E infatti rompe gli schemi di appassionati dei castrati
tanto cari a te.
diciamo che questo papa ha un ottimo rapporto con la propria sessualità, non ha paura di toccare e farsi toccare, baciare e farsi baciare..
Io credo che il gesto di Papa Francesco (non me lo chiamate Bergoglio) debba essere temuto e dar fastidio ai progressisti e non agli altri.
Il mondo progressista ha perso il senso della riverenza verso la bellezza del Creatore e della creatura che ne è immagine. Ha perso la riverenza verso la donna, poiche tal mondo ammetterebbe che le dolci bellezze femminili delle spose possano essere sostituite da personaggi villosi e/o baffuti che si chiamano Peppe Pasquale o Nicola…
Ha perso il senso del valore dell’uomo che capace di riverire anche ciò che da lui è tratto.
Ha perso il senso insomma…
Mi viene in mente, chissà perché, l’inchino di Priamo di fronte ad Elena. Ma penso che papa Francesco volesse semplicemente omaggiare la donna.
Ha perso il senso della riverenza verso il Tabernacolo e l’Eucaristia…
Il “progressista” è di ginocchio rigido…
(ma spesso quella rigiditò è solo in chiesa, metre invece verso i diktat di partito o per assumere certe posizioni il ginocchio è bello mobile…)
vado spesso in oriente in viaggio e gli inchini là sono la norma, in Giappone i controllori dei biglietti sui treni ogni volta che lasciano il vagone si voltano e fanno un inchino profondissimo.
Spero tu sia ironico Ubi…altrimenti non si può dire che tu conosca i progressisti.
I baci vanno bene con le presidentesse, non con le regine.
Scusi Discepolo ma chi le dice che il papa ha fatto l’inchino per stupir ?. Per me è stato un gesto spontaneo di gentilezza fatto da un uomo ad una donna ( dato che un bacio sulla guancia in questo caso davvero non sarebbe stato adatto) senza dietrologie o secondi fini.
Comunque lui il Tango lo ballava in gioventù e lo ama ancora !!!
Secondo voci incontrollate c’è già il sostituto di Bertone.
Ebbene, si ! E’ l’Arcivescovo Pietro Parolin, mio conterraneo ! Luigi, lo conosci ? E ci regali un tuo commento ?
Buon sabato a tutti !
Roberto 55
Roberto55 ho letto ora la dichiarazione del nuovo Segretario di Stato: http://ilsismografo.blogspot.it/2013/08/parolin-nuovo-segretario-stato-nomina.html?m=1
Non ho granché da commentare. E’ una nomina secondo tradizione: un Segretario italiano essendo il Papa non italiano, uno proveniente dalla carriera diplomatica dopo un altro che non lo era.
Una nomina che va vista nel concerto delle altre cinque nomine – ovvero conferme – che sono state annunciate:
http://ilsismografo.blogspot.it/2013/08/bollettino-sala-stampa-ss-31-agosto.html?m=1.
E anche questo “concerto” dice tradizione e continuità con la governance curiale benedettiana liberata dall’anomalia Bertone.
Forse gli aspetti più interessanti delle nomine di oggi sono due: la personalità a dominante religiosa del diplomatico Parolin e la conferma di don Georg Gänswein alla Prefettura della Casa Pontificia.
Pietro Parolin mi è ben noto, sia come sottosegretario ai Rapporti con gli Stati sia come sacerdote che svolgeva una discreta e vasta funzione di direzione spirituale per tante persone. Veniva per esempio nel condominio dove io abito tutt’ora per fare visita periodicamente a un’anziana signora del piano di sotto. Ed erano visite sia di vicinanza umana sia di guida nella preghiera. Immagino che Papa Francesco l’abbia scelto per questa duplice attitudine ben contemperata: di esperto di relazioni internazionali e di cura d’anime. Ci sarà stata anche la componente latino-americana: avendo prestato servizio nelle nunziature in Messico e in Venezuela, da là gli saranno venuti dei buoni riscontri.
Bene allora.
Però io non ho mai capito questa avversione radicale verso Bertone, lo detestavano tutti dai più tradizionalisti ai più progressisti eppure Benedetto gli ha sempre rinnovato la fiducia.
La conferma di don Georg Gänswein alla Prefettura della Casa Pontificia sta a dire che Francesco fa sua la previsione del Papa emerito: che in vista della rinuncia aveva stabilito che da emerito sarebbe restato “nel recinto di San Pietro” e aveva nominato il segretario personale Prefetto della Casa, offrendolo quindi al successore come intermediario tra loro. Con la decisione di oggi il successore approva quella soluzione e mostra di volerla duratura.
Sara1 non so spiegarmi perché ratzinger non lo mandato via soprattutto dopo che ho letto un paio di lettere di Bertone pubblicate sul libro di Nuzzi. In particolare c’é la lettera in cui Bertone scrive a Tettamanzi, card di Milano ,il papa vuole che tu ti dimettada questa fondazione. ..Tettamanzi scrive al papa chiedendo se é vero e risulta che non é vero niente. Bertone voleva piazzare un suo uomo al posto di Tettamanzi in una fondazione milionaria. Ora spiegami tu quale capo, amministratore, dirigente mantiene al suo posto il vice che agisce a sua insaputa e contro i suoi interessi? ??eppure ratzinger non ha fatto niente. E ci sono altri episodi che rivelano l inettitudine di Bertone per quel posto e nonostante tutto Ratzinger lo ha sempre tenuto sino dimettersi lui.
Si si lo so, ma visto che i conservatori lo detestano così tanto (Magister ha fatto una vera campagna contro di lui) mi chiedo cosa abbia di particolare per dispiacere.
Tendenzialmente mi fido più di Ratzinger che di Magister
Parolin a pelle mi piace.
http://www.corriere.it/cronache/13_agosto_31/Vaticano-nomine-post-bertone_a2a00200-122d-11e3-a57a-42cc40af828f.shtml
Dunque a Francesco va bene ogni aspetto della convivenza con il Papa emerito che da questo era stato definito. La compresenza di don Georg accanto ad ambedue – alloggia con il Papa emerito nel piccolo monastero dei giardini vaticani ed è accanto al Papa nuovo nelle ore di ufficio – garantisce e facilita la pratica di quella convivenza. Sono contento di come si sono messe le cose tra i due. Compresa l’enciclica. Compresa l’apparizione di ambedue in un evento pubblico il giorno stesso della pubblicazione dell’enciclica. Comprese le parole che il nuovo Papa ha detto in tante occasioni per il vecchio.
– Ma c’è chi vede male quella compresenza…
– C’è sempre qualcuno capace di star male per qualcosa che va bene…
Sono contenta anche io, e tenuto conto di come mi aveva traumatizzato la notizia delle dimissioni di Benedetto, è incredibile vedere come ci siamo abituati così presto a questa nuova realtà.
Bertone aveva tutto il diritto di imporre la cacciata a Tettamanzi, picchio, perché i membri dell’Istituto Toniolo (la cassaforte della Cattolica) per essere cooptati devono avere il nulla osta della Segreteria di Stato, come del resto avviene anche per i docenti della Cattolica. Quella è stata in realtà una delle tappe dello scontro fra CEI e Segreteria di Stato che ha caratterizzato gli ultimi anni del papato di Ratzinger. Piaccia o meno, “scandalismo” o meno come dice qualcuno, ma la storia è andata più o meno così.
Comunque resta il fatto che Bertone è stato il Segretario di Stato più noto e discusso degli ultimi anni, che certamente ha lasciato un segno molto profondo nella Curia Romana. Condivido Luigi quando parla di “anomalia”, del resto mi insegnate che il cardinale salesiano è stato voluto lì in un tentativo di rendere meno politica e più pastorale la Curia. A leggere i cablo di Wikileaks su Bertone diciamo che quantomeno la diplomazia yankee aveva qualche dubbio sulla riuscita.
Apprezzo molto monsignor Parolin, uno che peraltro gestiva il dossier Cina a suo tempo, e spero che porti risultati positivi. Osservo però che le nomine targate Bertone sono e restano al loro posto. Insomma, cambiamento sì ma non mi pare ce ne sia stato tanto per adesso. In ogni caso non me la sento di definire Bertone infedele al Papa, perché hanno avuto un rapporto profondo di fiducia e stima reciproca, per cui penso gli sia stato fedele.
Parolin piace anche a me e il fatto che il cardinale dell’ Honduras ne parli bene é una garanzia
I cambiamenti più importanti si vedranno nei prossimi mesi quando si metterà mano alle riforme sia della Curia, sia dei modi di governo della Chiesa. Penso che non saranno trasformazioni né leggere, né di breve durata. Tra l’altro c’é da definire stabilmente i compiti del consiglio degli otto cardinali, ai quali è connessa l’introduzione del metodo sinodale, con conseguente ridimensionamento e ri-orientamento degli uffici curiali, tutti aspetti che per la pubblicistica sono ancora nel vago. E’ scomparsa, anche nelle forme residue, la “corte” papale; i “gentiluomini” sono già aboliti, e qualcuno è stato allontanato.
La vicinanza e collaborazione tra il Romano Pontefice in carica e quello Emerito – col quale Francesco non ha fatto mistero di consultarsi e consigliarsi spesso – ha disturbato molti (non i titolari delle cariche confermate). Ma per ora stanno zitti.
“Il coraggio e l’umiltà di Benedetto XVI di fare un passo indietro va nella stessa direzione del coraggio e dell’umiltà di papa Francesco di accettare il pontificato, e la nuova aria che vi ha portato (…). Quello che mi ha colpito è che è cambiata completamente la percezione che c’era della Chiesa. Da una chiesa assediata, con mille problemi, una Chiesa che sembrava diciamo così un po’ ammalata, siamo passati ad una Chiesa che si è aperta”: così Parolin in una vecchia intervista:
http://www.terredamerica.com/2013/08/31/la-parola-a-parolin-con-papa-francesco-e-cambiata-completamente-la-percezione-della-chiesa-da-assediata-ad-aperta/
Bene: in bocca al lupo (e che crepi !), e buon lavoro a Monsignor Pietro Parolin !
Ciao a tutti !
Roberto 55
“del resto mi insegnate che il cardinale salesiano è stato voluto lì in un tentativo di rendere meno politica e più pastorale la Curia”
—
Apprendo ora che Bertone è un pastore, nel senso biblico-evangelico.
Proprio vero non si finisce mai d’imparare.
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/curia-curia-curia-27477/
Sara “Parolin a pelle mi piace”
E’ una sintesi agghiacciante e ( per me ) raccapricciante della nuova banale e sentimentale cattolicità: a quando , mi chiedo le pagelle e i voti di gradimento , in stile televisivo? Il Papa potrà essere eletto col TELEVOTO ????.
Il più simpatico e telegenico naturalmente.. mentre per il posto di Sgretario si Stato Vaticano si dovrà fare un concorso tipo Miss Italia , quello che “a pelle”
piacerà di più ai fedeli sarà eletto! Brutti, antipatici e vecchi astenersi per favore…( certo Bertone era brutto forte ! secondo me quello che l’ha fregato è la faccia 😉 )
Nino, per quanto ti possa sembrare strano, ma tale fu il criterio alla base della nomina di Bertone: rendere più pastorale l’azione della Curia e meno politica.
“Ma l’inchino di ieri non è liturgico e ha un’altra valenza: sta a dire che Francesco non si considera più alto in «dignità» rispetto a nessun altro e quel gesto quasi galante verso la bella Rania non è diverso da quello con cui si sporge dalla campagnola per abbracciare — poniamo — una disabile.”
E infatti, Luigi, “i cultori del protocollo” non l’hanno presa bene, come si può vedere qui.
Un Papa che ha atteggiamenti così controcorrente rispetto ai precedenti, non può che deludere chi vuole vedere un papa sempre sul piedistallo, in posizione dominante.
Il vicario del Cristo non può cadere così in basso da lasciarsi alle spalle tutto un cerimoniale vecchio di secoli. Innovazioni del genere non sono ammissibili, anzi sono detestabili.
Facendo così, il Papa più che un personaggio, sembra una persona come tante altre; troppo comune, forse perfino inferiore a “un parroco di campagna” come ha detto qualcuno. Pensa che disgrazia!
E tutto ciò non può che essere disapprovato a suon di mugugni e di lamenti, e soprattutto di critiche impietose, da chi guarda alla Chiesa cattolica come ad un regno riservato ai privilegiati.
L’esatto contrario del Regno di Dio.
Ma sembra che questo non trascurabile dettaglio non sia ancora pervenuto all’intelletto, né tantomeno al cuore, di molti cattolici.
C’ è da chiedersi: ma questi in quale genere di cristianesimo credono?
Insomma, par di capire che un pontefice, principe della Chiesa, vedrebbe accresciuta la sua dignità anche dal suo distacco formale dalla gente comune.
Le belle parole sì, è logico, ma una eccessiva vicinanza, gli inchini, gli abbracci, i baci, le telefonate ai poveri cristi ( orrore!!), no. Questo proprio no.
Qualcuno dovrebbe insegnargli le regole del cerimoniale. Magari qualcuno del blog. Mi vengono in mente alcuni nomi.
A nessuno passa per la testa che l’autenticità della persona DEVE fare a meno di atteggiamenti filtrati da schemi prefissati.
E deve, al contrario, rivelarsi con il linguaggio della spontaneità. Che nel Papa attuale ha la connotazione di una semplicità e di una cordialità che fanno parte del suo carattere.
Dovrebbe forse cambiarlo per far contenti i suoi denigratori, amanti nostalgici di un capo ( io preferisco definirlo “guida”) della Chiesa-vecchio stile?
Nessuno di costoro riesce a capire che sono proprio quegli schemi di maniera ad allontanare gran parte del popolo dei fedeli, almeno quelli–e sono tanti!– che sono sempre stati tiepidi, perché niente affatto attratti da un papa-monarca da guardare con soggezione.
Soggezione e rispetto sono due cose molto diverse.
La soggezione è spesso negativa, il rispetto, invece, lo si ha sempre nei confronti di chi viene ammirato.
In questo caso l’ammirazione viene suscitata dai gesti– e dalle parole– che hanno il loro punto di forza nella comunicativa (spontanea !)di un linguaggio e di comportamenti molto vicini a quelli della gente comune. Che fa volentieri a meno di parole forbite e altisonanti e di papi-idoli da adorare.
E infatti sono proprio le persone più umili( sarà un caso? ) ad apprezzarlo, questo Papa.
Per cui le disquisizioni sulle anomalie non protocollari del pontefice lasciano il tempo che trovano. E meno male!
La dignità non si perde per un gesto di cortesia. Anzi, trovo che gli altezzosi e i palloni gonfiati non ne abbiano molta. Non si perde la dignità a farsi una foto coi ragazzi, Cristo se avesse avuto smartphone e cianfrusaglie varie si sarebbe fatto riprendere da tutti. Siamo nel 2020 e ancora stiamo appresso a chiroteche, fanoni e ferule? Ma Gesù Cristo non è stato appeso a due assi di legno incrociate e piallate alla meno peggio? Non vestiva alla meno peggio? Camminava scortato da 12 legioni di angeli, che il Padre gli avrebbe potuto dare su due piedi, o lo hanno arrestato come se niente fosse? Se ci fossero stati i giornalisti, lo avrebbero fotografato con gli schiavettoni ai polsi come Tortora, altro che chiroteche e compagnia cantante. E messo alla gogna nei Tg e approfondimenti di prima serata, altroché.
Comunque, a chi rimpiange i bei tempi andati, ricordo che Pacelli quando è morto ha lasciato tre – dicesi tre – camicie rammendate alla meno peggio, a riprova del fatto che essere più papisti del Papa non mi sembra il massimo. Meditate, gente, meditate.
Da Stratos Doukas ricevo questo messaggio:
Papa Bergoglio inchina la sua figura pesante di fronte alla regina hashemita. Raina, donna di grande “allure” e di educazione compiuta, lo guarda perplessa. Papa Francesco crede forse di compiere un gesto di umiltà e sceglie, come d’abitudine, un contesto mediatico di prima fascia. Non si rende conto che ad essere umiliata è la Chiesa cattolica. Stratos Doukas
“Chi si esalta, sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”
Leggo ora il messaggio di Doukas, proprio dopo aver pregato le letture del giorno, e non posso fare a meno di rilevare la ‘coincidenza’.
Ho anche per oggi materia di meditazione: Deo agimus gratias.
“Non si rende conto che ad essere umiliata è la Chiesa cattolica.”
Ohibò! Umiliazione grande e indecorosa davvero!
Beh, sì, se si guarda all’etimologia del termine che indica l’ humus,la “terra”, che è la materia di tutti, compresi principi e vescovi, regine e papi, che non dovrebbero dimenticarlo mai. E sentirsi uguali a tutti gli altri uomini.
Solo in questo senso l’ “umiliazione” può esserci, ma non certo a discapito, come a molti sembra, del decoro e della altissima dignità della Chiesa di Cristo, che ha le sue radici salde nella umiliazione di Gesù Cristo morto sulla Croce.
Questo Papa non l’ha dimenticato. E sa bene che la grandezza di una persona come quella di un’ Istituzione non stanno nell’esteriorità di paramenti ed atteggiamenti distintivi di posizioni che denotano una superiorità tanto orgogliosa quanto effimera.
Ha la convinzione–che per fortuna è quella di tanti altri– che la vera “grandezza” di una persona consiste nella modestia e nella deferenza cordiale, che altro non è che rispetto verso gli altri, tutti gli altri, regine comprese.
E la Chiesa cattolica, grande in sé per il significato che Gesù le ha impresso col suo sacrificio, ha solo da guadagnarci con una “guida” così, che ricorda– e lo addita a tutto il mondo– di essere soprattutto un fratello tra fratelli.
Luigi, prova a dirglielo a quel tale Stratos Doukas.
Io continuo a pensare che l’inchino è stato solo un gesto di galanteria, al papa non pensava nemmeno per l’anticamera del cervello di “umiliare la chiesa Cattolica” e altre abnormità varie…..e poi che pesantezza !!!!!!
Tonizzo è un gran bravo ragazzo, però stanotte alle 2.03 (ma perché stava al computer a quell’ora?) ha messo insieme un concentrato di luoghi comuni e di banalità “postconciliari”, di quelle che andavano di moda tanti anni fa (e si sperava fossero ormai “fuori mercato”). Vabbé, aveva sonno e passiamoci sopra. Gli faccio notare solo due cose.
Primo: come Cristo vestisse non lo sappiamo proprio, ma nulla ci autorizza ad affermare che vestisse “alla meno peggio” (come, appunto, è poi piaciuto a tanti preti “postconciliari” convinti di essere così più evangelici). L’unico indizio (la veste senza cuciture che portava a Gerusalemme, abbastanza preziosa per essere tirata a sorte dai soldati) non va proprio in quella direzione. Del resto, spiluccando dai vangeli, si potrebbe inferire che gli piacessero i profumi costosi (visto che ha gradito l’omaggio della Maddalena), le feste (dato che a quella di Cana ci è andato), mangiare e bere bene (a sentire i commenti dei discepoli del Battista), anche in case poco raccomandabili, come quella di Zaccheo (sarebbe come andare ad Arcore …). Quindi meglio evitare discorsi scivolosi tipo cosa farebbe Gesù con gli smartphone e roba del genere …
Secondo: l’esempio di Pio XII si ritorce contro il suo assunto. Proprio quello, infatti, è un esempio luminoso di vera povertà e di vera umiltà “papale”. Eugenio Pacelli aveva solo tre camicie rammendate (e, lui vivente, lo sapeva solo suor Pascalina), ma il papa appariva in tutta la dignità sacerdotale e “regale” (so che è improprio dire così, ma spero che si capisca che cosa intendo) che gli compete. È un bel po’ diverso (per non dire l’opposto) di quel che si vede oggi.
Poi, sul merito di questa insignificante questione (che però vedo che appassiona molti), mi sembra del tutto fuori luogo sia vedervi un’umiliazione della chiesa, sia un gesto “profetico” di umiltà del papa. Io direi semplicemente una goffaggine che può essere subito dimenticata.
Confesso che non riesco a lasciarmi “prendere” da questo tema dell’inchino del nostro Papa alla Regina di Giordania.
Mi limito, perciò, a ringraziare Luigi per i primi suoi commenti sulla nomina di Monsignor Parolin a Segretario di Stato, ed a rivolgere il più caro saluto all’amica Nico, che leggo sempre volentieri.
Buona domenica.
Roberto 55
Ricambio di cuore, Roberto!
Caro Franti, preferisco la banalità postconciliare – probabilmente comunista, massonica e sionista, ma tant’è – alla CERTEZZA ASSOLUTA di minoranze che urlano credendosi maggioranza. Quelli con la CERTEZZA ASSOLUTA prima o poi prendono decisioni irrevocabili. A proposito: ha mai visto “Miseria e nobiltà”? Pure ai poveri piacciono vesti di lusso e profumi costosi.
A proposito: a quell’ora stavo per dirmi il Rosario, visto che le interessa, prima di andare a dormire. Cordialità.
Gentile Luigi Accattoli, secondo lei è una interpretazione verosimile degli ultimi avvenimenti sostenere che Benedetto XVI ha preferito farsi indietro personalmente piuttosto che sconfessare ed umiliare con la richiesta di dimissioni un collaboratore che riteneva fedele ma che, anche per opposizioni interne, si è rivelato non in grado di comporre e risolvere i problemi? Se Benedetto avesse lui sostituito Bertone con Parolin non si sarebbero potute evitare le dimissioni del Papa Benedetto?
“Ho dato sempre tutto ma certamente ho avuto i miei difetti, se dovessi ripensare adesso a certi momenti agirei diversamente. Però questo non vuol dire che non si sia cercato di servire la Chiesa”.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2013/08/30/Finisce-era-Bertone-Parolin-possibile-segretario-stato_9222742.html
Rosa sono contrario a ogni interpretazione mirata della rinuncia di Benedetto, intendo dire a interpretazioni che l’attribuiscano a ragioni non presenti nelle parole con cui l’ha annunciata. Chi dice che abbia rinunciato per una qualche malattia, o per i corvi, o per gli scandali, o per Bertone, o perchè ricattato o ricattabile e via dicendo, avvilisce e intristisce la sua decisione. Come fu chiaro nelle sue parole, egli ha rinunciato per l’indebolimento del proprio “vigore” a petto di sfide crescenti per la vita della Chiesa. Chi aveva licenziato Sodano a 79 anni non ancora compiuti poteva ben licenziare Bertone alla stessa età… ma in gioco c’era di più che il cambio del segretario di Stato… La rinuncia di Benedetto va letta in riferimento alle sorti della Chiesa e non in riferimento alle sorti di Bertone…