Ma da dove venivano quel palloncino e quella maglietta con i colori del Brasile che il Papa, lunedì 29 luglio, al rientro da Rio de Janeiro ha portato sull’altare della cappella della Madonna, in Santa Maria Maggiore? Uscito Francesco in automobile dall’aeroporto di Ciampino, nell’attesa del semaforo verde per l’immissione sull’Appia, un gruppo di ragazzi appena rientrati da Rio lo circondano e lui abbassa il finestrino e loro gli offrono il palloncino e la maglietta che avevano tra mano: due pezzi del “kit del pellegrino” che a Rio era stato distribuito ai partecipanti. Il Papa li ha accolti come uno dei segni della sua vicinanza ai giovani e ha voluto farli arrivare – a suo modo – alla Salus Populi Romani. Era andato a pregare nella Cappella Paolina prima della partenza per Rio e vi è tornato a ringraziare al ritorno. Non avendo fiori, le ha “passato” quei gadget che aveva avuto dai ragazzi. Non sono mancati i mugugni ma è tutto qua ed è semplice per chi è semplice. “Credo che Dio ci chiede in questo momento più semplicità” ha detto Francesco a Rio parlando a “Tv Globo”.
Critici e fans del Papa nel pallone
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Il Papa del palloncino è lo stesso che alza il pollice in segno di plauso, o come quando dice “fate casino”: così assicurano che va tradotta in italiano la parola ‘ilo’, che ha usato parlando a Rio ai ragazzi venuti dall’Argentina. “Un palloncino alla Madonna, ma siamo matti?” esclama un mio vicino di appartamento. E io: “Come fai a sapere che la Madonna gradisca una Rosa d’Oro più di un palloncino colorato?” Dipenderà – immagino – dal cuore di chi porta qualcosa, siano fiori o ceri, gioielli o palloncini. Nulla è di suo all’altezza della destinataria, tutto può esserlo ve viene dal cuore.
Lycopodium aveva indovinato, definendoli “ex voto”.
Il punto, per come la vedo io, è se tutta questa semplicità sia vera o “finta” (nel senso di “ficta”, fabbricata ad arte, recitata). A me sembra evidente la finzione (non la menzogna, sia chiaro) e – come ho già spiegato – non oso disapprovarla perché credo sia messa in atto per una buona causa. Solo non fa per me: not my cup of tea.
Luigi, sai cosa penso? Che la Madonna si sia stancata di fiori e di ceri, che non abbia mai potuto sopportare i gioielli, e che oggi preferisca di gran lunga palloncini e cose simili.
La Madonna sorride con chi sorride per questi gesti ( deve anche essere stufa di lacrimare, o no?) e guarda di traverso chi fa obiezioni e chi ha parole di sufficienza come qualcuno dei tuoi ospiti.
La semplicità “ficta” non mi sembra appartenere a questo Papa.
Per uno che non è soddisfatto ce ne sono mille ( anche di più) che apprezzano, e molto anche.
Da bambina rimasi impressionata da una storia sul libro di lettura delle elementari:
Si raccontava di un ex giocoliere del circo che aveva ricevuto la vocazione ed era diventato frate. Non aveva molta cultura ma un cuore limpido e un amore sconfinato per Gesù. Un giorno, mentre era in preghiera,cercava di pensare a cosa avrebbe potuto offrire al Signore. L’unica cosa che sapeva fare erano i giochi circensi che aveva eseguito tutta la vita, e così si piazzò davanti all’altare ed eseguì i giochi e le piroette che conosceva. Non si avvide del Superiore che entrò in chiesa e che lo sgridò malamente per la sua irriverenza e mancanza di rispetto verso Dio. Il povero frate giocoliere rimase davanti all’altare con le mani in mano e con tanta tristezza addosso quando il Superiore se ne andò dopo il lisciabusso. Il frate cominciò a piangere e a chiedere perdono al Signore, ma mentre lo faceva la statua della Madonna prese vita, scese dall’altare e asciugò le lacrime e il sudore del povero frate.
La nostra maestra ci spiegò che non servono fiori costosi, o grandi regali da portare all’altare ma che la cosa importante è la purezza di cuore con cui doniamo quello che possiamo o facciamo.
Io vedo nel gesto di papa Francesco l’attuazione di questa morale imparata da bambina.
“…un gruppo di ragazzi appena rientrati da Rio lo circondano e lui abbassa il finestrino e loro gli offrono il palloncino e la maglietta che avevano tra mano: due pezzi del “kit del pellegrino” che a Rio era stato distribuito ai partecipanti…”
A quanto pare non erano rientrate da Rio dove non erano mai state, avevano seguito la GMG da Castelgandolfo.
Qui il resoconto: http://www.opusdei.it/art.php?p=54716
Grazie giuseppe2 tu sapevi di più… meno male che il senso della faccenda non cambia…
Il rilievo di Luigi Franti l’ho sentito fare anche in casa mia, come da parte sua in forme rispettose.
Qualcuno teme che ci sia un pò di ricorso a gesti in favor di telecamera.
Su queste opinioni, penso che agisca il riflesso condizionato del papato ratzingeriano, che è stato un pò una pedagogia al contrario sul ricorso a una certa comunicativa da palcoscenico.
Pedagogia che ha fatto più breccia di quanto si possa credere, e vedremo nel tempo altri segni (buoni) della predicazione benedettiana che sono stati depositati in profondità e che germineranno.
Ma in Francesco io vedo una spontaneità armonica, non mi sembra un attore. La sensazione è quella che lui agisca così come sente, ovviamente con un discernimento, ma con fondamentale voce data alle emozioni e ai gesti del cuore.
Quindi no, il pallone nella Cappella Paolina non l’ho trovato fuori luogo, anzi. Mi è parso un gesto persino tenero, riassuntivo di tanti volti e tante giovani speranze.
E i mugugni di certi siti tradizionalisti, quando non decentemente argomentati, fanno un pò ridere.
“Ma in Francesco io vedo una spontaneità armonica, non mi sembra un attore. La sensazione è quella che lui agisca così come sente, ovviamente con un discernimento, ma con fondamentale voce data alle emozioni e ai gesti del cuore.”
Anche io la penso così. Infatti dal primo momento in cui l’abbiamo conosciuto ha mostrato una spontaneità spiazzante, per certi versi.
Quel “buonasera” detto con semplicità nessuno se lo sarebbe aspettato. Troppo inconsueto, troppo lontano dai soliti cliché, piuttosto logori,dei gesti e delle parole di papi e vescovi.
Anche la benedizione richiesta ai fedeli prima di impartirla a loro è stata una novità assoluta, ben lontana dalla teatralità che qualcuno vorrebbe attribuirgli.
Da allora sta continuando sulla stessa strada. Che per me è quella giusta, anche se non pretendo che altri condividano.
Nei miei incontri vedo tuttavia che questi atteggiamenti, tanto simili a quelli dei comuni mortali, trovano grande consenso e simpatia.
Fa e dice quel che il cuore gli suggerisce di fare spontaneamente.
Per me è quanto di meglio possa fare. Ma si sa che io non faccio testo, anzi…
Chi, sorpreso ed anche irritato, trova da ridire, si dimostra un tradizionalista che, a voler essere benevoli, fa sorridere.
L’amor di carità mi vieta di aggiungere altro.
Rio de Janeiro
sabato 27 luglio 2013
“Gesù ci offre qualcosa di superiore della Coppa del Mondo! Qualcosa di superiore della Coppa del Mondo! Gesù ci offre la possibilità di una vita feconda, di una vita felice e ci offre anche un futuro con Lui che non avrà fine, nella vita eterna. É quello che ci offre Gesù.”
In questo nuovo regime della nuova tenerezza ho paura ora che i tabernacoli si colorino di giallo e verde tanto per seguire il sentire “cum ecclesia”ora tutto é possibile.
“Sentire cum ecclesia”, altro capitolo:
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/tradizionalisti-traditionalists-tradicionalistas-27026/
E un capitolo di un’altra storia: http://www.lanuovabussolaquotidiana.it/it/articoli-omofobia-incubodi-una-nottedi-mezza-estate-7032.htm#.UgHnVJWT0og.facebook
Lyco le segnalo questo articolo di Massimo Borghese che non so perchè ho pensato potesse interessarle.
(volevo farlo i giorni scorsi ma non so come si mettano i link con il cellulare) 🙂
http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/teologia-politica-divorzio-fare.aspx
Dopo aver letto il link di Vatican Insider mi chiedo se i Francescani dell’Immacolata non abbiano niente di meglio da fare o pensare nella vita…
Grazie infinite cara Sara1.
Immagino l’idea sia venuta visitando il nuraghe di Santu Antine…
(Costantino è venerato come santo in molte nostre località: http://museosancostantino.comune.sedilo.or.it/107_276.php).
Il prof. Borghesi è un ottimo esperto, un grande critico della deviazione gnostica del cattolicesimo contemporaneo.
L’intervista è molto interessante, anche se qualcosina andrebbe precisata: il rischio di fare 2+2=5 è sempre dietro l’angolo
(ad esempio l’epoca c.d. costantiniana non potrà mai finire, perché non è “costantiniana”, trovando la sua origine vera nel Processo a Gesù…).
Proprio stamattina ho riportato un passo di Agamben, che va nel medesimo senso dell’intervista (post di Accattoli su Berlusconi).
Licini, si è molto più garantisti con B., vedo…
Qualche volta è capitato, in oratorio da ragazzini, che la messa di inizio anno fosse celebrata nel cortile dell’oratorio. Era bello, era una festa. La chitarra che accompagnava coinvolgeva nel canto, che comunque era preparato con cura!
All’offertorio era capitato di portare in dono pane, vino, un pallone o qualche gioco.
Il senso non era di togliere qualcosa alla messa, ma di offrire qualcosa di proprio…
Nessuno ha mai detto che nei cortili degli oratori si debba giocare a calcio, nè a basket o pallavolo.
All’oratorio si puo’ andare anche solo a fare catechismo.
Nessuno ha mai detto nemmeno che il catechismo lo si debba fare seduti ai banchetti come a scuola.
Lo sport, il gioco uniscono sotto lo stesso tetto ragazzi che, oltre alla formazione, trovano lì momenti di svago e di formazione non solo scolastica.
E’ qualcosa di analogo alla benedizione della casa, che è in realtà della famiglia, o alla benedizione dei trattori e mezzi agricoli, o dell’automobile…
Che una automobile possa essere benedetta…fa sorridere!
Che la benedizione sia al conducente ai passeggeri è importante.
Non sta il pallone al ragazzo come le rose di Santa Rita alla vecchina?
In questo dibattito:
http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=1031
sono documentati diversi approcci alla pietà popolare,
alcuni dei quali fermi ad un pregiudizio razionalistico davvero degno di miglior causa.
Se si vede il background di papa Bergoglio, si capisce che il suo, tutto potrà essere, tranne che fermo a tale pregiudizio.
Tornielli si è informato bene e riferisce come le misure verso i F.I. siano state adottate per reprimere la manovra volta a snaturare l’Istituto e portarlo nel capo esteso dell’eresia lefebvrista ormai bene individuato.
Si spiega anche l’interdizione sub condicione della Messa antica.
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/tradizionalisti-traditionalists-tradicionalistas-27056/