“Si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale” cantavi tanti anni fa, caro Enzo. Ebbene ora ci siamo al tuo funerale e siamo in tanti, e siamo tutti. Ma nella canzone precisavi il motivo, la curiosità: “per veder se la gente poi piange davvero”. E anche questo te lo possiamo garantire: la gente ti voleva bene, ti vuole bene, perché non si può non voler bene a chi con la sua arte ha dato voce a quelli che la voce non ce l’hanno, ai tanti anonimi sconfitti della storia, da quel Soldato Nencini meridionale ma di stanza ad Alessandria, “perché c’è più nebbia”, a quello che faceva il palo della banda dell’ortica sordo e cieco arrabbiato con i complici per un bottino che – secondo lui – gli consegnavano a cento lire alla volta. Le riascolteremo a lungo le tue canzoni, caro Enzo, non solo per ricordarti, ma piuttosto per diventare più umani, più autentici. – E’ l’avvio dell’omelia di don Roberto Davanzo, direttore della Caritas ambrosiana, per le esequie di Enzo Jannacci. Più avanti don Roberto accenna al “fascino proveniente da quel Gesù che tanto aveva attratto Enzo in questi ultimi anni”. Non so nulla di questa attrazione e mi piacerebbe conoscerla. Sono grato a Jannacci per la vita che è nelle sue canzoni e nel primo commento riporto un’impressione di un amico che ha partecipato alla celebrazione di ieri.
Si potrebbe andare tutti quanti al tuo funerale
110 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Ecco la risposta a una mia domanda sulla messa per Jannacci venuta da un amico che vive nel recinto di Sant’Ambrogio:
“Caro Luigi, della fede di Jannacci non so nulla e come dice la liturgia “ricordati Signore di questo fratello del quale solo tu hai conosciuto la fede”. Posso dirti che la messa è stata seguita da una folla di gente attentissima, partecipe, umanissima. La famiglia ha voluto solo la messa, nessuna commemorazione, nessuno ha preso la parola: una scelta che dice finezza e intelligenza. Tantissima gente del popolo, molti barboni, gente non normale non solo da vicino ma anche da lontano: ecco, questa gente in chiesa è attentissima, è a casa sua, certamente più di Maroni e Pisapia, tristi pagliacci di ghiaccio in prima fila non si capisce bene perché“.
Approvo il fatto che non vi fossero commemorazioni. Vanno fatte in altra sede. Non in chiesa.
E’ fuor di dubbio che la conoscenza della fede di un essere umano sia appannaggio dell’onnipotenza divina, ed è uno dei motivi per i quali do sempre per scontata la fede del mio prossimo. Penso sempre cioè che una persona possa avere come dote una fede più grande, intensa e profonda della mia, al punto che io posso anche non arrivare a capirla.
Perché la fede è uno dei tanti doni di Dio il quale la può “donare”, appunto, a chi vuole, come e quando vuole e con l’intensità che Lui ritiene opportuno per Suoi fini che solo Lui conosce (e che sono “sempre giusti”).
Nel caso di Jannacci mi è sempre piaciuta la sua aria stralunata e il suo linguaggio a volte duro, non sempre lineare e comprensibile.
A mio (modestissimo) avviso un artista deve, prima di tutto, “emozionare”, cioè “trasmettere delle emozioni” a chi lo ascolta: a me Enzo ha sempre trasmesso delle emozioni. A volte più intense e a volte meno intense. Però sempre emozioni mi ha dato.
Grazie Enzo. Che il riposo ti sia lieve e di conforto.
http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/intervista_jannacci_nazzareno.aspx
Lo avevo inserito la sera della morte lo riporto in alto volentieri.
Insieme a Gaber, Enzo Jannacci è stato il cantante-pittore di Milano.
Ogni sua canzone è un quadro, una fotografia, un diario di Milano.
Per fare questo ci vogliono occhi, ma “occhi di gufo” come direbbe qualcuno che Luigi ben conosce.
Enzo vedeva, capiva, intuiva Milano, ma ha portato Milano non solo come città lombarda, ma come un’ipotetica metropoli che poteva stare in qualsiasi punto del Mondo.
“Ho visto un re” è la canzone del mio ’68 alla Sapienza:
http://www.youtube.com/watch?v=UfR384pMpTY
Io venivo dai campi e queste erano le parole adatte a me:
– Pover purscel!
– Nel senso del maiale…
Altri testi su: http://www.angolotesti.it/E/testi_canzoni_enzo_jannacci_4346/testo_canzone_ho_visto_un_re_160666.html
Tutto su Enzo Jannacci: http://www.musictory.it/musica/Enzo+Jannacci
Faceva il palo nella banda dell’ortica:
http://www.youtube.com/watch?v=xPeHV_FS8kI
Qui le mie parole erano: “Sono un palo non un pirla”
In “Prete Liprando” invece
http://www.youtube.com/watch?v=vq7Q3GY_Eng
era la dedica che mi portava via:
Landolfo, cronista del Millecento, ci ha tramandato le “Storie del Comune di Milano” fra cui questa del giudizio di Dio, protagonista prete Liprando. Noi abbiamo cercato di musicarla con un certo impegno, e la dedichiamo a tutti quelli – e sono tanti – che pur essendo testimoni di fatti importantissimi e determinanti dell’avvenire della civiltà, neanche se ne accorgono!
Grazie di quel link Sara, era proprio ciò che mi serviva. Ora mi accorgo che l’avevo anche letta a suo tempo quell’intervista, ma poi dimenticata.
Mi ha sempre colpito la profonda umanità di Jannacci, la sua sensibilità particolare, diversa da quella di molti altri artisti. Probabilmente questa sua qualità era legata alla professione medica, alla vita “diurna” del Dottor Jannacci nelle corsie e nelle sale operatorie: il contatto diretto e la vicinanza con gli ammalati e con le ansie e le preoccupazioni dei loro familiari. Nella spensieratezza e nella briosità delle sue canzoni si poteva cogliere anche il riflesso di uno spessore umano e di una vita che non era fatta solo di luci e applausi.
Ecco un’altra vecchia intervista di Enzo Jannacci:
http://www.corriere.it/cronache/09_febbraio_06/jannacci_eluana_fabio_cutri_1fd6ba3e-f41a-11dd-952a-00144f02aabc.shtml
Va tutto molto bene. Bei commenti, parole di gran significato e così via.
Ma io, quando viene a mancare un artista, di fronte alle grandi folle e alla commozione che le pervade, mi chiedo sempre perché mai il riconoscimento a certi personaggi venga attribuito quando muoiono, non tanto durante la loro vita, quando a mala pena se ne parlava.
Così fu per il grande Giorgio Gaber, così anche, oggi, per Iannacci, Califano etc…
È come quando ti viene a mancare una persona cara e ne scopri i pregi e le virtù quando non c’è più, e si portano tanti fiori sulla sua tomba per rendere omaggi tardivi, laddove sarebbero state più appropriate parole sincere di gratitudine alla persona viva e presente, che ne avrebbe gioito.
Ci sono tante persone che vivono quasi dimenticate anche dai loro cari, che le “riscopriranno” alla loro morte quando forse (chi può conoscere davvero certe cose?) quelle stesse persone non saranno toccate dagli apprezzamenti post mortem.
La gioia degli altri, anche dei propri cari, a volte ci fa ombra.
Perché? Perché?…
Non trovo niente di particolarmente artistico in Iannacci, men che meno in Califano. Discreto cantautore il primo, insignificante il secondo.
Mi fa piacere che Enzo si sia avvicinato a Gesù negli ultimi anni.
R.I.P.
Buongiorno a tutti e buongiorno anche a Luigi.
Sono nuovo del blog (ma lo seguo attentamente da tempo ormai) e sono un pò emozionato per il mio primo intervento.
Purtroppo l’occasione che mi spinge a intervenire non la definirei molto lieta.
Volevo segnalare a Luigi un articolo del Corriere della sera di oggi, intitolato “Ironia tedesca sulla lingua italiana. Se al comico manca il buon gusto” a firma di Diego Marani. Nel testo dell’articolo si legge, riporto testualmente:
“Quanto alla lingua, sicuramente il guitto d’oltralpe era più a suo agio con l’italiano da Sturmtruppen di Papa Ratzinger, dove ogni benedizione sembrava un rastrellamento. Chissà, magari è proprio questo che papa Bergoglio ha voluto farci dimenticare. Una parte dell’impopolarità di Benedetto XVI forse era dovuta proprio alla lingua, a quel suo spigoloso accento che noi italiani inesorabilmente associamo a diverse decine di film sul nazismo e, in chiave più amena, all’indimenticabile professor Kranz di Paolo Villaggio. Per fortuna che è soprattutto questa l’immagine consolidata del tedesco in Italia.”
Ora, quando ho letto queste squallide parole, specie la prima frase, riportate sul più importante giornale italiano, davvero ho pensato ad uno scherzo; invece è tutto terribilmente serio. Ho provato già a scrivere al Corriere per far notare questa “svista”, ma il server dice che il messaggio non è stato correttamente inviato per non so quale errore.
Scrivo a Luigi perché magari (sicuramente) ha molta più facilità di contattare il direttore del giornale; mi piacerebbe molto che domani comparisse, con la medesima evidenza dello sfortunato pezzo odierno, un articolo di scuse nei confronti di Benedetto, che sarà pure ora “nascosto al mondo”, ma nei confronti del quale il rispetto non dovrebbe mai mancare, come per qualsiasi altra persona. Non credo però che una simile cattiveria, di stampo così chiaramente razzista, rivolta nei riguardi di qualche altro personaggio sarebbe passata.
Per chi volesse leggere in integrale l’articolo, ecco il link:
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201304/130404marani.pdf
Saluto tutti e continuo a leggervi con piacere, a presto!
Maicol Jecson, muore, subito su tutto il web e anche oltre, si dice “una stella brilla in cielo, un angelo in paradiso, era una stella” ecc. ecc. ancora un po e si chiedeva di farlo santo.
Mi chiedo, ma nessuno si è chiesto, oltre che essere un artista nel suon genere, che vita ha fatto? Che esempio ha dato? ma quale angelo, ma che stella brillante, non si giudica nessuno, ci mancherebbe, solo uno è giudice, infallibile, noi non conosciamo il cuore e i pensieri di nessuno, ma la vita e le azioni di una persona sono sotto gli occhi di tutti.
Così è per tutti gli artisti, piu o meno “artisti” quando lasciano la vita, allora diventano “stelle” “angeli” ecc ecc, ma dai, siamo seri, non dimentichiamo che la vita non va vissuta tra droghe e sesso, un esempio di vita negativo, diciamo le cose come stanno, le parole del Vangelo non cambiano perché uno è artista o meno, gente che provano di tutto e di più, anche omosessuali, non nati così, ma divenuti perché stanchi della vita.
Chiedo scusa per lo sfogo, poco delicato, non consono al pensiero d’oggi, dove tutto è lecito, “ma siamo nel 2013, e ancora si parla di omosessualità, ma scherziamo, questi sono discorsi vecchi, passati, discorsi di bigotti, discorsi della chiesa che è rimasta indietro di millenni”, questo discorso l’ho sentito qualche giorno fa, in una trasmissione televisiva. Chiedo scusa se non la penso così.
Nemmeno questa le piace Elsa?
http://www.youtube.com/watch?v=77pfnHGc6Xc
Roma era tutta candida
tutta pulita e lucida
tu mi dicevi si’
e l’hai piu’ vista cosi’?
che tempi quelli
Questa e Minuetto sempre per Mia non son proprio insignificanti.
Di lui ho un doppio cd, in realtà sotto l’aspetto borgataro è uno chansonnier (il Prevert di Trastervere!!) canzoni molto belle, tristi però, con quel senso di inutilità serpeggiante.
Jannacci molto più vitale e colorato.
http://www.youtube.com/watch?v=BtG2rAj-5Xw
Minuetto
Benarrivato ad Antonio87!
E grazie per avermi fatto conoscere un articolo di una incredibile grettezza morale e spirituale (per non dire peggio!) contro BXVI!
Spero veramente che il (i) responsabile (-i) faccia (-no) pubbliche scuse.
E magari si ascolti (-no) anche una canzone di Jannacci per sentirsi un pò più in pace con il mondo ed assaporare quella “Carezza del Nazareno”, che Papa BXVI ha contribuito a farci conoscere nel migliore dei modi, a prescindere dalla pronuncia teutonica, che evidentemente non garbava a questo signore presuntuoso ed ignorante.
Che il Signore accolga Enzo J. e benedica i suoi cari!
Cara Luciano,
il rispetto per la tua persona
è anche il rispetto per la verità che vive ogni persona.
Sono d’accordo con te.
Ho provato sempre un senso di rabbia,
quando sono stati angelicati.
Lady Diana,
Michael Jackson,
e altri che adesso non ricordo.
“Santo Subito”
è diventato un’espressione compulsiva,
per innalzare agli onori degli altari civili e religiosi
i defunti di fama mondana.
“Che vita ha fatto ?” tu affermi !
Ma tu, Luciano, nel parlare stai usando una griglia di lettura
Religioso-cattolica.
La società occidentale,
è ormai nel post-cristianesimo.
Non si vive più nel terrore dell’inferno,
come caratterizzato fino agli anni ’50…..
Come la Chiesa istituzionale e i cristiani si sono appropriati di termini dall’impero Romano,
l’attuale società post-cristiana,
mutua espressioni già-cristiane,
collocandone in nuovi orizzonti di comprensione.
Il tuo comprensibile sfogo,
va soltanto a focalizzare l’aspetto sessuale quasi come apice di digressione dei vangeli.
E’ la vecchia mentalità di tanti vecchi fratelli,
la pensavo anche io così da ragazzo,
già toccarsi il pene, era peccato.
Eppure,
è rarità per i vangeli focalizzare l’aspetto sessuale.
Gesù,
afferma che l’apice delle sue parole è:
“ero affamato,
ero malato,
ero assetato,
ero carcerato,
ero forestiero,
ero nudo”
Perché il peccato
viene sempre identificato con il sesso ?
Cosa avviene nella testa di un cristiano,
da sostituire gli atti fondamentali contro la carità per il supplizio eterno
con gli atti sessuali ?
Eppure
MAI
Gesù affermerà che gli atti sessuali meritano il supplizio eterno,
-fuori o dentro il matrimonio,
– con sesso differente o con stesso sesso.
Eppure il sesso,
tra i cristiani,
è diventato il centro dell’annucio evangelico,
nell’accezione più criminale e abbietta.
Ecco Luciano,
scusa l’analisi.
“l’italiano da Sturmtruppen di Papa Ratzinger”
______________
E questa è un’offesa da lavare con una richiesta di pubbliche scuse
su un quotidiano ?
Scusami Antonio,
se a 30anni hai queste preoccupazioni,
come fai davanti all’assassinio del Figlio del Signore ?
Ogni giorno,
multinazionali italiane,
anche con i soldi investiti dallo IOR,
investono dove gli affari prevedono di passare sopra la vita
di milioni di persone,
già povere,
già affamate,
già senza diritti,
E tu pensi a difendere la dignità del papa ?
In India e Cina
per la nostra comodità,
muoiono ogni giorno centinaia di persone,
sfruttati migliaia di bambini,
ma
noi compriamo quei prodotti fregandocene delle vite che ci sono dietro.
Antonio,
non intendo offenderti assolutamente,
anzi mi fa piacere
che mi fai riflettere,
perché mi chiedo come un giovane
si scandalizza per delle parole su un giornale !
Sara1, premetto di non valere una cicca come critica letteraria, ma
in ” … Roma era tutta candida ” ecc. ecc.
non trovo niente di particolarmente poetico.
Poca roba insomma rispetto, che ne so’, a …. Saba ?
Dal cielo tutti gli Angeli
videro i campi brulli
senza fronde né fiori
e lessero nel cuore dei fanciulli
che amano le cose bianche.
Scossero le ali stanche di volare
e allora discese lieve lieve
la fiorita neve.
Caro Luigi,
su news.va
ho letto sintesi delle omelie di ieri mattina e di stamani, nella cappella di casa s.Marta.
Che tu sappia, verranno rese pubbliche le omelie che tiene la mattina ?
Forse, già sono rintracciabili in qualche modo ?
Magari tu ne hai fonte… e potresti parteciparcene ?
Da quel poco che è possibile leggere, mi interessano tantissimo.
Torno al desco dopo un giro in città e dedico quest’altra canzone di Enzo alle ragazze del blog, anche a quelle che passano di qui ma non lasciano saluti:
Sfiorisci bel fiore:
http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&v=AdiQ2ijIFTs&NR=1
Grazie, Luciano, per le sue parole vere, autentiche.
Sta a noi spegnere i riflettori del jet-set, dove finzione e realtà si sovrappongono, dove i lustrini e i vapori colorati offuscano un mondo che invece in realtà è fatto soprattutto di grandi solitudini, grandi drammi personali che spesso portano alla disperazione, al suicidio più o meno volontario.
Michael Jackson, Whitney Houston, Amy Winehouse non sono che gli ultimi esempi di questa tragica realtà.
Grazie per aver ricordato che esiste il peccato, anche se come dice Matteo, la sterilizzazione delle religioni ha portato alla sua obsolescenza.
Il peccato esiste, e Gesù Cristo ha affermato che esiste un premio per i giusti ed esiste un castigo per i malvagi.
Un concetto semplice e banale, ma che dà un senso alla nostra ricerca di onestà, di sincerità, di perdono per chi ci offende.
E mi spiace non concordare con Matteo, ma, pur concordando sul fatto che in questo ambito la chiesa ha da sempre troppo calcato la mano, esiste pur sempre anche un peccato sessuale, almeno quando la ricerca spasmodica del piacere supera il rispetto e la dignità della persona umana, quando il gusto della trasgressione sconfina nella brutalità, nella prevaricazione, nella passione sfrenata che porta al tradimento, all’inganno.
Elsa certo non è Eliot o Montale, ma la nevicata del ’56 mi pare una canzone più carina che insignificante poi son gusti per carità.
E in ogni caso, non che conti particolarmente ma giusto per curiosità, ha ricevuto una Laurea Honoris Causa in Filosofia all’Università di New York, «Per aver scritto una delle più belle pagine della canzone italiana».
Matteo non c’è una fonte che raccolga quelle omelie. Le trovi nei radiogiornali della Radio Vaticana, nell’Osservatore Romano e nel news.va che citavi, ma vengono date senza regole e dunque irregolarmente. Qui è quella di oggi in news.va: http://www.news.va/it/news/la-pace-non-ha-prezzo. La Sala Stampa non le fornisce, immagino per non inflazionare la documentazione ufficiale della Parola del Papa.
Che bella Sfiorisci bel fiore Luigi, non la conoscevo.
Sempe Califano
E la Chiamano estate
http://www.youtube.com/watch?v=Vj2QH94j9Bo
Un’estate fa
http://www.youtube.com/watch?v=qjUdwxlZDDU
Se qualcuno ha link meno scontati dei miei.
🙂
No Matteo, non posso essere d’accordo su tutto quello che affermi, prima di tutto, non ho mai collocato all’inferno o in paradiso nessuno, non è compito mio, ci mancherebbe, ma santizzare tutti, angelicare chi non fa altro che rovinarsi la vita con droghe e altro, questo no, poi sarà Dio a giudicare, come ho affermato, il peccato, e che, ora non esiste più, è stato tolto? Tutto è permesso? nella Bibbia, Dio dice che è abbonimevole agli occhi suoi, l’uomo che si accoppia con un altro uomo, che di accoppia con un animale, ora penso che quest’ultimo non esista più, non credo che Gesù abbia abbolito questa legge di Dio, e che, ora la chiesa cattolica ha dato libertà agli omosessuali?.
Io Matteo rispetto tutti i tuoi pensieri, li rispetto, ma non posso esere d’accordo, se questo vuol dire, “rimasto agli insegnamenti antichi, dove si parla di inferno e paradiso, di premio o castigo” bene, voglio rimanere così.
Questa non è una polemica, è solo il mio pensare e il mio credo.
Buona serata.
Per Amy mi spiacque tantissimo, un talento enorme, una sensibilità interpretativa incredibile, così brava, così giovane, povera ragazza…
Personalmente non idealizzo ma mi colpisce sempre la sensibilità dei grandi artisti che faticano così tanto a vivere, forse perchè mi è così vicina e la conosco bene.
Raccolgo le parole di Luciano. Ho taciuto per pietà dei defunti, ma certi interventi mi sollecitano a dire la mia.
Con tutto il rispetto, una mia conoscente milanese è stata usata all’età di 18 anni da un uomo – non faccio nomi – che aveva 60 anni. E’ una cosa che ha segnato, se non altro, almeno il mio ricordo. Con buona pace dei defunti, ai quali va la mia e nostra preghiera, con la speranza che abbiano incontrato in vita e incontrino dopo la morte la salvezza e possano guardare in faccia il Signore anche per merito della loro arte. Ma la realtà va valutata nel suo complesso. Concordo con Luciano menia fino in fondo. Proprio con riguardo a questi casi. Molta prudenza
Anch’io con Luciano Menia!
“una mia conoscente milanese è stata usata all’età di 18 anni da un uomo”
__________________________
Mi farebbe piacere mattlar, pensare che tu sia una persona intelligente.
Quello che tu affermi
si chiama VIOLENZA.
Non si chiama sesso.
Con Luciano mi taccio,
ma da te non me lo aspetto.
Con Luciano puoi parlare credo e lui ne sarebbe contento.
Non ritengo che si sia trattato di violenza.
“Mi farebbe piacere mattlar, pensare che tu sia una persona intelligente”.
A parte la virgola fuori posto, l’espressione è simpatica e suggestiva. Un modo elegante per dare dell’imbecille a un altro
Sniff… sniff….
Qualcuno tende a dimenticare che la morale sessuale, che certamente non esaurisce gli insegnamenti della Chiesa, è comunque una questione fondamentale perchè riguarda la natura degli esseri umani e l’idea di “uomo” che il cattolicesimo vuole affermare.
Come sempre si relativizza e si semplifica per autoassolversi e condannare il prossimo.
Ascoltare le belle omelie del Papa e poi perdersi una parte significativa (ed edificante) degli insegnamenti della Chiesa (partendo dal catechismo) serve ben a poco. Quando Matteo proverà a mettere da parte la propria prurignosità, scoprirà che la visione dell’uomo proposta dalla Chiesa alla luce della morale cattolica è molto più bella e “carnale” di quello che pensa.
Vabbè ma Michael J. Non era omosessuale né uno sciupafemmine, piuttosto era un asessuato fermo ad un’adolescenza congelata.
Ex bambino prodigio il padre lo aveva sempre spinto fino al punto, si dice, di dargli ormoni per non fargli cambiare la voce.
Certi artisti sono persone che hanno grandi dolori dietro di sé per i più svariati motivi.
Amy per dire, soldi e talento a parte, non era diversa dai tanti che potresti trovare a San Patrignano.
Non credo che ci sia stata nei loro confronti una santificazione, ma un’attenzione particolare per la capacità artistica unità ad una grande fragilità personale.
I cristiani dovrebbero capire secondo me le fragilità e il dolore.
La persona,
dunque,
ha fondamentalità
senza considerne l’aspetto del vissuto nella sessualità !!!!!!!!!
Affermarne il vissuto nella sessualità,
è
pruriginosità !!!!!!!!!!!!
Se si fa violenza con il pene,
non è violenza
ma
è sesso !!!!!!!!
Grazie fratelli dell’insegnamento,
molto utile per i fratelli cristiani…………………….
Comprendo da voi che la morale della sessualità,
SI ESAURISCE nella dottrina religiosa,
NON si apre dalle parole di Gesù !!!!!!!!!
ps.
x mattlar
non sono capace a mettere le virgole.
se per te sono essenziali
io non posso farci nulla.
E’ questione di intelligenza.
“I cristiani dovrebbero capire secondo me le fragilità e il dolore.”
_________________
Ma prima dell’umana fragilità e del dolore,
viene assolutamente IL MITO DELLA DOTTRINA.
L’UOMO è fatto per la DOTTRINA
Lei però Matteo con tutti questi piselli alle volte sembra fermo alla genitalità.
🙂
Matteo, basterebbe riconoscere che non si sopporta la “dottrina” perchè costringe a riflettere su ciò che è “vero” e “giusto” e non solo su ciò che ci piace visceralmente…
La dottrina dice anche che dove abbondò il peccato sovrabbondò la grazia no?
Cara Sara,
il più grave problema di vari cristiani
è chiamare le cose relativi alla sfera sessuale,
con il proprio nome.
Nonostante lo sconvolgimento che genera nelle anime pie,
io lo faccio,
perchè tutto il corpo, TUTTO,
è a gloria del Signore.
Caro Federico,
mi piace visceralmente,
il mangiare,
il bere,
la parola del Signore,
l’amicizia,
il sesso,
il gioco,
la musica.
Se a te la dottrina elimina qualcosa delle sopra,
è un problema tuo.
Io cerco di vivere il tutto,
senza menomarmi,
e senza tagliarmi il pene,
come tu vorresti.
Immagino che tu non hai mmai letto quell’articolo
che trovai molto interessante
sulla valenza dell’Eucarestia e sessualità.
Ad ognuno la sua cultura,
anche se mi si vorrebbe menomare la possibilità
di esprimerla.
Si si Matteo ho capito però a volte quando scrive mi viene in mente il Benigni di “la vulva fa paura”!!
uno di questi giorni ripassiamo tutti i nomi e non ci pensiamo più..
🙂
Cara Sara,
la differenza tra me e altri commentatori,
e che loro accennano al sesso
come obbrobrio,
come peccato,
come crimine,
come depravazione,
io,
ogni volta che vedo questo gioco patologico,
ne prendo le mosse,
e ne paleso la follia,
scrivendo
“pane al pane”.
Le fobie da sesso,
nella storia
hanno sempre creato mostri,
violentatori,
e ogni sorta di inaudita violenza.
E’ persino sintomatico,
quando un’azione di violenza usata con il pene,
viene chiamato sesso…..
Matteo questa volta però Federico aveva scritto: “la visione dell’uomo proposta dalla Chiesa alla luce della morale cattolica è molto più bella e “carnale” di quello che pensa.”
Per una volta devo dire sono d’accordo.
Grazie, Sara.
A volte i commenti di Matteo ricordano le idee di un adolescente nel pieno di una tempesta ormonale. Pensa solo al sesso e va avanti come un caterpillar senza sentir ragioni.
Eppure, facendo due conti, dovrebbe aver superato la pubertà da un bel pezzo…
“la visione dell’uomo proposta dalla Chiesa alla luce della morale cattolica è molto più bella e “carnale” di quello che pensa.”
______________________________
Chiacchiere, comprovate dal nulla assoluto
“Pensa solo al sesso ”
___________________
Caro buon FEDERICO,
se metti insieme
TUTTI i commenti
troveresti che
il mio scriverne è al di sotto degli standard di citazione
di un normale colloquiare.
Tu invece ne citi soltanto per ricordare la peccaminosità,
e
se io rispondo
ricordone la gioia per cui me lo ha donato il Signore,
la cosa non mi sembra che ti entusiasmi.
Ecco,
dinanzi ad ogni volta che i commentatori tendono a
distruggere i doni del Signore,
tipo il sesso,
io
sarò felicissimo
di affermare
che chi si atteggia a queste patologie,
è persona problematica
che
abbisogna di un bravo dottore.
Nulla assoluto non direi, noi qua si hanno i figli che fino a prova contraria…
“Anche molti nostri contemporanei annettono un grande valore al vero amore tra marito e moglie, che si manifesta in espressioni diverse a seconda dei sani costumi dei popoli e dei tempi. Proprio perché atto eminentemente umano, essendo diretto da persona a persona con un sentimento che nasce dalla volontà, quell’amore abbraccia il bene di tutta la persona; perciò ha la possibilità di arricchire di particolare dignità le espressioni del corpo e della vita psichica e di nobilitarle come elementi e segni speciali dell’amicizia coniugale.
Il Signore si è degnato di sanare, perfezionare ed elevare questo amore con uno speciale dono di grazia e carità. Un tale amore, unendo assieme valori umani e divini, conduce gli sposi al libero e mutuo dono di se stessi, che si esprime mediante sentimenti e gesti di tenerezza e pervade tutta quanta la vita dei coniugi (116) anzi, diventa più perfetto e cresce proprio mediante il generoso suo esercizio. È ben superiore, perciò, alla pura attrattiva erotica che, egoisticamente coltivata, presto e miseramente svanisce.
Questo amore è espresso e sviluppato in maniera tutta particolare dall’esercizio degli atti che sono propri del matrimonio. Ne consegue che gli atti coi quali i coniugi si uniscono in casta intimità sono onesti e degni; compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano ed arricchiscono vicendevolmente nella gioia e nella gratitudine gli sposi stessi. – Gaudium et spes 49
“Poco dopo la morte di Michelangelo, Paolo Veronese fu chiamato davanti all’Inquisizione, con l’accusa di aver dipinto figure inappropriate intorno all’Ultima Cena. Il pittore rispose che anche nella Cappella Sistina i corpi erano rappresentati nudi, con poca riverenza. Fu proprio l’inquisitore che prese la difesa di Michelangelo con una risposta diventata famosa: “Non sai che in queste figure non vi è cosa se non di spirito?”. Da moderni facciamo fatica a capire queste parole, perché il corpo ci appare come materia inerte, pesante, opposta alla conoscenza e alla libertà proprie dello spirito. Ma i corpi dipinti da Michelangelo sono abitati da luce, vita, splendore. Voleva mostrare così che i nostri corpi nascondono un mistero. In essi lo spirito si manifesta e opera. Sono chiamati ad essere corpi spirituali, come dice san Paolo (cfr 1Cor 15,44). Ci possiamo allora chiedere: può questo destino del corpo illuminare le tappe del suo cammino? Se il nostro corpo è chiamato ad essere spirituale, non dovrà essere la sua storia quella dell’alleanza tra corpo e spirito? Infatti, lungi dall’opporsi allo spirito, il corpo è il luogo dove lo spirito può abitare. Alla luce di questo è possibile capire che i nostri corpi non sono materia inerte, pesante, ma parlano, se sappiamo ascoltare, il linguaggio dell’amore vero.”
http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/27412.php?index=27412&lang=it
Di veramente problematico c’è solo un adulto che si esprime come un adolescente e perde l’occasione di un confronto serio e “maturo” sui contenuti della fede e sulla testimonianza che diamo del nostro cristianesimo.
Ringrazio Nico per il contributo interessante, prezioso e, come sempre, calzante.
Gaudium et spes ha espressioni che per gli anni ’60, nella Chiesa sono un punto di arrivo.
Oggi vivo nell’anno di Grazia 2013.
Ergo
Che significa SARA ?
Il corpo spirituale è senza la sessualità.
Tutto il giro di parole
è
per significare cosa
che già non sappiamo ?
“e dopo la Caduta Eva riceve questo nome, Madre dei viventi, ciò testimonia che la forza del peccato non riesce a cancellare il linguaggio originario del corpo, la benedizione di vita che Dio continua a offrire quando uomo e donna si uniscono in una sola carne. La famiglia, ecco il luogo dove la teologia del corpo e la teologia dell’amore si intrecciano. Qui si impara la bontà del corpo, la sua testimonianza di un’origine buona, nell’esperienza di amore che riceviamo dai genitori. Qui si vive il dono di sé in una sola carne, nella carità coniugale che congiunge gli sposi. Qui si sperimenta la fecondità dell’amore, e la vita s’intreccia a quella di altre generazioni. E’ nella famiglia che l’uomo scopre la sua relazionalità, non come individuo autonomo che si autorealizza, ma come figlio, sposo, genitore, la cui identità si fonda nell’essere chiamato all’amore, a riceversi da altri e a donarsi ad altri.”
“uomo e donna si uniscono in una sola carne” è sessuale abbastanza o c’è qualche cosa d’altro che noi ancora non sappiamo???
🙂
Michelangelo
ha espresso le figure umane nella Sistina,
senza riportarvi
la sua soggettiva comprensione
– del corpo ?
– della sessualità ?
Il Signore ha “ispirato” Michelangelo,
senza passare per il suo corpo,
per i suoi sentimenti,
la sua passione ???
Il Signore ha usato Michelangelo
come un
mero pennello
per spennellare
delle pareti e soffitti ???
E perchè di grazia tutti sono rimasti sconvolti
dai corpi disegnati da Michelangelo ????
Forse che Michelangelo,
si è espresso senza giri di parole…..
senza troppe angeliche allegorie ??????
Forse che Michelangelo,
non ha avuto paura di disegnare il sesso che a voi fa paura ??
Che fa paura ai tutti quelle persone pie del tempio ?????
E’ paradossale che
il direttore dei musei Vaticani,
in una trasmissione televisiva,
citava la sessualità di Michelangelo,
che a suo avviso ha trasmesso forza alla sua opera nella Sistina.
Una affermazione,
che all’ascolto mi ha seriamente sconvolto,
inimmaginabile da un uomo-vaticano.
Voi continuate a far passare la santità
attraverso il taglio delle membra sessuali.
@ Sara1 5 aprile 2013 @ 16:11
Se a te pare “carnale”,
come avete affermato !!!!!!
Va bhe Matteo personalmente credo che “Unirsi in una sola carne” sia espressione sufficientemente erotica, se avesse detto il dono di sé in una scopata, o trombata sarebbe stato più carnale?
Doveva fare i disegnini con la vulva e il pisello?
@ matteo: le virgole sono importanti!!!!
Per esempio,
“Se matteo sapesse realmente il valore che ha Federico B. andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca”.
Federico B. certamente metterebbe la virgola dopo la parola “Federico B.”.
Tu sicuramente la metteresti dopo la parola “ha”.
A volte i commenti di Matteo ricordano le idee di un adolescente nel pieno di una tempesta ormonale
No, non mi ricordano gli adolescenti, mi ricordano chi sta con tute le forze cercando di sfuggire ad un trauma, ad una repressione.
Per questo lo capisco. E per questo non tirerei in ballo la Dottrina o la Scrittura, ma semplicemente quell’orda di preti repressi che hanno traumatizzato generazioni di giovani un po’ deboli…
Michelangelo amante del nudo? Seee dovreste vedere qualcosina dell’Aretino, o di Giulio Romano,
un piccolissimo assaggio: semaforo rosso per i bambini! Matteo…lo sia è…mani dietro la schiena!
http://youtu.be/cAiFNQxRoLU
Mamma mia ! Sara !
Cosa pensi che io mi debba aspettare da un documento fatto da vescovi ?
Ora dire che dei documenti della Chiesa possano esprimere sessualità o carnalità
non ti pare una esagerazione ???
Sulla sessualità,
di documenti maturati dai 2500 vescovi negli anni ’60,
sono stati un “punto e a capo”
per quel momento storico.
La chiesa vaticana,
è passata dal concepire
il sesso,
da rimedio al peccato-concupiscenza,
ad atto libero di relazione tra due contraenti il contratto matrimoniale.
E questo è stato una cosa
talmente grande
che ancora oggi
tanti cattolici e vescovi e preti
ancora hanno il coraggio di negarlo.
Dal 1960 al 2013,
l’umanità
ha continuato ad evolversi in ogni campo,
quello che era lodevole comprendere negli anni ’60,
oggi è arcaicità incomprensibile
per tanta umanità nella cattolicità.
Luigi Accattoli,
tempo fa,
ha accennato ad una cosa estremamente importante.
A cui forse appena qualcuno ha fatto caso.
Ha accennato al silenzio della Istituzione Chiesa
sui rapporti sessuali OGGI.
Oggi l’unico ambito in cui l’Istituzione si pronuncia,
è quello dei rapporti tra persone di orientamento omo.
Ho avuto occasione dal mio ascolto di rendermi conto,
che per tantissimi vescovi e preti e cattolici
i rapporti etero al di fuori del contratto matrimoniale
non costituiscono un oggetto di discussione
se non quando non sia di violenza, di non-amore, e di presa di responsabilità.
In occasione di discussione con amici sacerdoti,
relativamente a persone che intuivamo omosessuali,
i consigli sono di incoraggiarli a provare rapporti con donne.
Questo
a testimonianza
di quanto è ormai superata l’esclusività dei rapporti sessuali
all’interno del contratto matrimoniale.
Scusatemi, non avrei dovuto, ma…quando si parla d’arte allora, sbuco fuori come una lumachina sotto la pioggia!
Perdonatemi, lo so…non avrei dovuto..
Mattlar,
non pretendiamo una forma perfetta quando la “sostanza” lascia tanto a desiderare…
Ricordi quando Don Camillo corregge le “virgole” del discorso di Peppone? Grammatica e sintassi richiedono anche un minimo di logica e di buon senso…
@ elsa.F 5 aprile 2013 @ 16:58
Brava Elsa,
vedi che quando vuoi ….
mi sento il vendicatore
di quell’orda di beghine incallite,
di bizzoghe,
di bigotti
che siano preti
suore
o non preti.
A causa vostra,
milioni di persone si allontanano da Gesù,
a causa vostra
incontro persone e giovani
che fanno di noi cattolici
delle vignette sessuofobiche,
fino ad arrivare all’orrore
di una sstrinità perversa che dalla Francia ha fatto il giro del mondo.
A causa della vostra follia sessuofobica,
ho letto bestemmie sui muri.
SIETE responsabili
per ogni uomo, donna,
che si allontana dal volto di Gesù,
che abbandona la sua fiducia acquisita nell’infanzia verso il Signore.
Chi avrà misericordia di voi ????
Michelangelo amante del nudo?
__________________________________________
Scusa Clodine,
fino ad ora NESSUNO aveva fatto una simile affermazione,
e
non so come sia venuto in mente a te !!!!!!!!
Non eccitiamoci, eh!
🙂
ah ah ah ah ah ah..ah ah ah ah ah…oddio…
@ FEDERICO B. 5 aprile 2013 @ 17:24
Forse ti è capitato di non leggere quanto da me affermato in altro commento.
Ho già detto che ho problemi di espressione scritta.
Anche se non ti va,
continuero ad esprimermi.
Così imparerai ad accetare che ci sono persone che non sono uguali a te,
e che non sono come tu le vuoi.
Vedo con piacere che vi siete dati al sessoscritto e son contento per il signor Matteo, che pare ne abbia un gran bisogno.
Ha visto amico Franti le incisioni dell’Aretino?….Anche quella è arte.
Il sign. Matteo, purtroppo è un caso a sé, che avimmo a fa’!!??
@
Luigi Franti 5 aprile 2013 @ 17:41
Clodine 5 aprile 2013 @ 17:45
non vi preoccupate,
ironizzate tranquillamente.
io non mi vergogno della mia umanità sessuata.
Caro Matteo,
ma a me delle virgole e della sintassi non interessa un bel niente.
Mi spiace dei tuoi problemi, ma mi dispiace molto più la “sostanza” di quello che scrivi.
Ad esempio, la tua frase “è ormai superata l’esclusività dei rapporti sessuali
all’interno del contratto matrimoniale” non mi disturba per come è scritta, ma perchè sembra giustificare un libertinaggio e una condotta non coerente con la morale cattolica. A proposito della “testimonianza” che ognuno di noi offre, prova a pensare all’effetto di queste tue parole.
Il problema non è esprimere visioni diverse di cattolicesimo, ma relativizzare sempre ogni cosa e sminuire il valore di quanto la Chiesa ci insegna. Può darsi che i sacerdoti insistano meno di un tempo sui rapporti prematrimoniali, ma da qui a sostenere che non sono peccato…
Male Matteo, ” I due saranno una carne sola” non è un documento dei vescovi ma Genesi.
Personalmente trovo che sia una delle frasi più poetiche e romantiche che ci siano, poi son gusti niente da dire.
Gentile, seducente (e birichina) Clodine,
ho visto, ho visto … ma purtroppo di fronte a certe acrobazie il mio pensiero corre ormai più che altro alla fatica che richiedono … sa com’è, ho un’età …
Io invece, personalmente,noto solo il lato artistico. Quello “truculento”, francamente, non mi produce alcun effetto “fisiologico”, direi che sono piuttosto liberata da certe “dipendenze” e ne sono felice….e forte come una leonessa
@matteo!!!
Ci risiamo.
“Così imparerai ad accetare che ci sono persone che non sono uguali a te,
e che non sono come tu le vuoi”.
Se usi la virgola devi omettere la congiunzione “e”.
Vedo che abbiamo dei grossi problemi con la punteggiatura. Questo non va bene. È anche con l’ortografia: accettare si scrive con due “t”.
Ti esorto a un maggior rigore grammaticale.
Se vuoi ti posso cercare un adeguato precettore.
caro MATTLAR,
sono irrecuperabile.
Ho una età,
in cui mi esercito soprattutto a convivere con i miei limiti.
Non mi interessano i tuoi rigori.
Non sarai tu a scoraggiarmi.
Aiuta piuttosto i ragazzi e i giovani.
ps.
cercati su un buon vocabolario il significato di disgrafia
Mica vero, Mattlar, quel che dici a proposito di congiunzioni e di punteggiatura.
Non per contraddirti ma…molte volte si vuol fare i maestri e si prende qualche cantonata.
Chi usa la punteggiatura, lo fa seguendo il proprio pensiero, con le pause che vorrebbe indicare e che sono avvertibili nel parlato ma non sempre nello scritto; e che non sono necessariamente le stesse di chi legge, che spesso non afferra.
Allora, prima di bollare come sbagliato qualcosa che attenga all’ambito grammaticale, sarebbe bene cercare di capire il pensiero espresso per iscritto da qualcuno. Con punti, punti e virgola ed altro.
Io, per esempio, metto spesso vicini virgola e congiunzione. Lo faccio a ragion veduta e posso assicurarti che non c’è errore.
Potrei andare avanti, ma non è il caso.
Ti do un consiglio spassionato: se vuoi riprendere qualcuno, fallo sui contenuti e non sulla forma.
E anche leggere una buona grammatica (aggiornata!) non ti farebbe male.
Cara: professoressa?!?
Spero che lei non insegni. Ai suoi alunni che la punteggiatura si possa davvero usare così come capita.
Trattasi di punteggiatura progressista; grammatica rivoluzionaria…
Ma questa idea delle “parole in libertà” non è poi così nuova…
Chi non ricorda dai tempo del liceo il Marinetti, col manifesto futurista, con l’idea di distruggere la sintassi…
Ma forse il problema oggi è che certi insegnanti di lettere non sanno insegnare la grammatica (e perché mai?) e questo magari perché essi stessi non è poi che la mastichino tanto bene, eh?
Caro Mattlar e cari altri, mi dispiace per voi, e mi dispiace molto : state sbagliando di grosso!
Qua non si tratta né di libertà né di progressismo (sempre bistrattato come “demoniaco” da certi conservatori ad oltranza); si tratta semplicemente di buona grammatica che voi ignorate in tutta evidenza.
Tanto per indenderci: il concetto della congiunzione che esclude la virgola o il punto lo si indica agli scolari delle elementari con lo scopo di dar loro, agli inizi, chiarezza. Dopo, quando si è padroni della grammatica, si supera e si seguono le regole del buon senso, che risponde, nella punteggiatura, al criterio delle pause, brevi o meno, da introdurre per il distacco fra un concetto ed un altro ben distinto. E la virgola, il punto ed il punto e virgola ( quasi mai usato, chissà perché) NON ESCLUDONO SEMPRE la congiunzione. Chiaro?
Potrei farvi lezione su questo. “Ad ognuno il suo”, dice il proverbio.
Quindi niente ironia a buon mercato.
Vi consiglio , come già fatto, di leggere attentamente una buona grammatica aggiornata ed anche di rileggere il capolavoro manzoniano (che sempre insegna) nonché altri autori, contemporanei e non, che sicuramente vi superano di molto nello scrivere.
Mattlar, ti ripeto: lascia perdere, quando vuoi riprendere qualcuno di cui non condividi le idee, la forma dei suoi scritti. Contestalo sui contenuti. Non andare in cunetta, farai più bella figura.
Lo stesso consiglio vale per l’altra signora che va in brodo di giuggiole ogni qualvolta le sembra di potermi contestare. Anche se stupidamente e senza argomenti plausibili.
Giacomo Leopardi sarebbe d’accordo con Marilisa: “Conviene ch’io mi faccia forza, ed è già tardi”; “Di cotesta ultima cosa io ti posso compiacere; e sono per farlo”. Due esempi dall’Epistolario, poco frequentata miniera di bella letteratura, segnalati dal nostro più autorevole italianista nel capitolo CONGIUNZIONI E SEGNALI DISCORSIVI del volume ITALIANO, edizione speciale per il “Corriere della Sera” 2006, pagina 257.
Anche il Manzoni si schiera con Marilisa fin dal primo capitolo dei Promessi Sposi: “Pensino ora i miei venticinque lettori che impressione dovesse fare nell’intimo del poveretto, quello che s’è raccontato”.
Tutti immagino abbiamo letto La ragazza di Bube di Cassola e ci è sembrata più che ovvia questa virgolatura: “Quel Bube, lascialo perdere”. E’ a pagina 129 dell’edizione Einaudi 1960.
E questo Pasolini? “Il prete, non poteva dirle nulla”. Ma la pianto qui, con le virgole e i punti e virgola sono un folle totale e mi faccio specie da solo.
Caro Luigi, a me sembra -se sbaglio mi corrigerete- che, grammaticalmente, si parla sempre dell’uso della virgola PRIMA della congiunzione e poiché sia la virgola sia la e hanno la stessa funzione sintattica all’interno del periodo e dunque l’uso può apparire ridondante o superfluo…
Questo so. Poi, poi…che siano previste le famose “licenze letterarie” o “poetiche” o musicali, [il moderno poliforme stile rep ne è un esempio ] che consentono una maggiore elasticità di espressione, sintassi, punteggiatura a seconda dell’estro dello scrivente e fuor di dubbio…ma sono “licenze” , accezioni semantiche, trasgressioni, appunto…sic
Non hai sbagliato, tuttavia, a citare il Manzoni e Leopardi -che ti danno ragione-ma sai perché? Perché la lingua italiana, ivi compresa grammatica e sintassi, ha subito tanti cambiamenti e vari, durante i secoli, i tentativi di normalizzazione circa l’uso della virgola per “prius et posterius” la congiunzioni [o un pronome relativo]. Esempio: nel cinquecento era obbligatorio rispettare la regola.Nel Seicento già la forma scritta è meno vincolante; nel Settecento ecco che con lo “stile spezzato” -frasi brevi e ritmiche (style coupé) vedi Alfieri- uso della virgola PRIMA della congiunzione ritorna stringente- nell’Ottocento questa pratica è meno usata, c’è meno rigidità rispetto alle regole ritenute “fisse”; per questo ritroviamo l’accezione in autori come Manzoni e Leopardi [L’infinito ad esempio); il Novecento, infine, come giustamente accenna elsa, si completa perfino l’assenza di ogni regola; siamo nell’anarchia sia della punteggiatura che della sintassi: il futurismo appunto…!
Come vedi…tutto è in divenire, anche il linguaggio parlato e scritto..
[Invoco l’ intervento di Leonardo].
corrige[si sono ingarbugliati i polpastrelli]volevo dire : si contempla l’ assenza di ogni regola
Luigi, la tua “follia” nell’uso della punteggiatura è più che giustificata dallo stile personale che tu vuoi evidenziare. Perché, fatte salve alcune regolette accettate da tutti, direi quasi “imposte”, la punteggiatura è un fatto eminentemente soggettivo che vuole conseguire particolari effetti espressivi che lo scrivente vuole raggiungere.
Tu, da scrittore quale sei, lo sai meglio di me.
Le regole vanno bene, ma chi legge deve imparare a cogliere, quasi intuire, le sfumature di ritmo e di intonazione del parlato e, come prima dicevo, stare attento all’uso che della punteggiatura fanno scrittori e poeti. Per imparare da essi.
Non a caso è possibile notare una grande varietà e libertà d’uso dei segni di interpunzione nei testi più diversi.
E mi riferisco a quelli più notevoli, non a quelli trascurabili perché di scarso valore.
Tutto ciò non è “libertà” da criticare da parte di quelli sempre ligi alle regole, né tanto meno è “progressismo” da rifuggire come il diavolo l’acqua santa.
Sembrava un paradosso, e lo dicevo ai miei bambini per rimproverarli:
“e non mettetevi a litigare anche per le virgole, adesso!”
Punto.
E virgola.
“Punto, punto e virgola, e punto esclamativo !” (Totò – “Totò, Peppino e la malafemmena”).
Ciao a tutti !
Roberto 55
“Totò, Peppino e la malafemmena”
Film molto divertente, almeno per me.
Cari, non è ignoto a nessuno che ci siano dei casi in cui la virgola possa essere usata anche accanto alla congiunzione, né che vi siano eccezioni alle regole, né che molti scrittori, maestri della lingua, ne facciano un uso creativo. Diciamo che il caso di specie, dal quale eravamo partiti, non sembrava uno di questi ultimi, anche se costui esprime le sue amenità mentali sempre in versi. Peraltro, neanche Pasolini mi sembra uno dei migliori esempi… (ma sono tante le cose nelle quali non prenderei Pasolini come esempio… la punteggiatura è la minore).
Per cui sentir dire che le regolette si superano “e si seguono le regole del buon senso, che risponde, nella punteggiatura, al criterio delle pause, brevi o meno, da introdurre per il distacco fra un concetto ed un altro ben distinto” è abbastanza singolare e può essere equivoco.
Continuo ad augurarmi che la professoressa non insegni. Ai suoi alunni certe cose, le quali – comunque – spiegano molta fatica che si deve impiegare in sede di correzione di tesi di laurea. A ben vedere, oltretutto, molta fatica è sprecata, se si leggono i giornali dove la punteggiatura è applicata, come insegnano certe professoresse. Purtroppo.
Mi rallegro invece che la professoressa non insegni in una scuola guida, perché gli stessi criteri applicati all’uso della freccia o al sorpasso farebbero danni forse più seri e meno rimediabili…
Tutto qui.
Comunque anche io avrei da suggerire un libro bellissimo sulla punteggiatura, che rende ricca e libera la nostra lingua, ma ora non lo trovo in biblioteca… vi farò sapere e lo consiglierò a chi ritiene di non aver finito di imparare.
Infine, Luigi, a parte l’esempio di Pasolini che errore è ed errore rimane, anche abbastanza penoso, le altre apposizioni di punteggiatura sono del tutto condivisibili e le avrei usate anche io nello stesso modo.
Alla stessa stregua di Pasolini, anche Carmelo Bene, secondo alcuni attore, (se non ricordo male) riteneva che fosse espressione artistica fare la pipì sul pubblico. Ad ognuno la sua arte… in questo sì, posso concordare con la professoressa. Ma voglio continuare ad augurarmi che ella non insegni. Ai suoi alunni questo genere di arte.
Ti stai arrampicando sugli specchi, Mattlar. Semplicemente perché la verità ti indispettisce e non vuoi darla vinta.
Sei infantile in questo arroccarti puntigliosamente in una posizione sbagliata, e sei elementare nelle tue presunte conoscenze scolastiche che riguardano la grammatica.
Continua a pensarla come vuoi, ma certo non voglio lezioni da te che, a quanto vedo, sei il meno adatto a darmele. Te lo assicuro con certezza assoluta.
Infine: non presumere con arroganza di darmi indicazioni su quel che dovrei o non dovrei fare di mestiere. Questo è un insulto a buon mercato e dovresti vergognarti.
Tu non sai niente di me, e se davvero mi conoscessi, potresti avere delle sorprese.
Quindi è meglio che tu non “ti auguri” un bel niente. Proprio un bel niente.
Ancora ti consiglio di prendere in mano un buon libro di grammatica e di stare più attento alla punteggiatura quando leggi un libro, classico o moderno che sia.
Eviteresti, per esempio, un erroraccio ( scusa se lo rilevo, ma mi costringi ) come quello che hai fatto nell’ultima riga dell’ultimo tuo post.
Ti ripeto: quando vuoi contestare qualcuno per le sue idee diverse dalle tue, fallo sul contenuto e non sulla forma, altrimenti vai fuori strada e rischi di brutto. Oltretutto è irrispettoso e puerile.
Lei cerca la rissa. Mi spiace deluderla.
Mattlar, quanto mi piace l’aulico “ella” ! È in disuso, non lo sapevi? Aggiornati !
Io non cerco né ho mai cercato risse né con te né con alcun altro. Dico solo la verità, come sempre.
Se questo ti disturba, non so che farci.
Mi scusi se mi intrometto, dottor Mattlar, ma lei deve avere pietà di quella signora (o signorina). Non può scrivere frasi come queste: «Ma voglio continuare ad augurarmi che ella non insegni. Ai suoi alunni questo genere di arte» e aspettarsi che che capisca la garbata presa per i fondelli.
La signora (o signorina) replicherà, senza il benché minimo sospetto: «Eviteresti, per esempio, un erroraccio ( scusa se lo rilevo, ma mi costringi ) come quello che hai fatto nell’ultima riga dell’ultimo tuo post.»
Tutto ciò è molto imbarazzante.
(Veda, secondo me in certi casi non bisogna infierire. Per esempio, in una di queste ultime discussioni, non ricordo più quale, lei ha scritto qualche giorno fa un commentino ignobile su Cuffaro. Lì per lì sono stato tentato di darle il fatto suo, poi ho pensato che lei si fosse già abbastanza punito da solo).
A dire il vero, signor X, è più imbarazzante intromettersi, per pura posizione di parte, in una discussione nella quale si è del tutto estranei . Proprio come ha fatto lei.
È imbarazzante ed anche, molto più, sconveniente per non dire da ineducati.
Ha perso un’ ottima occasione per tacere impedendosi di dire un’ altra cavolata ( o preferisce “merdata” ?) delle sue.
Lei non ha compreso che “la garbata presa per i fondelli”, qualora fosse stata questa l’intenzione, non mi tocca per niente, così come non mi toccano per niente le insulse stupidaggini di cui lei pensa di fregiarsi, e che sono risibili. Io, almeno, ne rido di gusto.
Si rilegga qualche volta e si accorgerà che non c’è sostanza in quel che dice. Provi qualche volta a dire qualcosa di serio, piuttosto che toccare il solo tasto dell’ironia a buon mercato, senza alcunché di costruttivo.
Forse ancora deve imparare a conoscermi. Non si affanni a cercare il mio punto debole, sarebbe fatica sprecata.
@ Mattlar
Nota quel che ho scritto :”le insulse stupidaggini di cui lei pensa di fregiarsi, e che sono risibili. ”
La congiunzione dopo la virgola. Errore? No, non è errore.
Ho voluto rimarcare, e in qualche misura distinguere per maggior risalto, il concetto della risibilità delle stupidate del suddetto signore.
Marilisa, ha evidentemente okkupato il blog e si assume il privilegio di stabilire, chi, come e quando possa intervenire, pardon, intromettersi nelle discussioni.
Concordo con Franti. Lasciamoglielo fare, esercitandoci così in una ben nota opera di misericordia spirituale.
“Okkupato”, come si scriveva sui muri delle città, ai (bei) tempi degli anni ’70 (avevo ancora i capelli !), così come “Kossiga”, “Kalogero” (il magistrato che, giusto il 7 aprile di 34 anni fa, mise sotto inchiesta i capi di Autonomia Operaia), etc.: grazie, Elsa.F, per avermi ricordato la mia gioventù ……..!
Buona domenica !
Roberto 55
Eh si, Roberto, e ti ricordi come veniva scritto Kossiga?
https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSqMo6rGjWqHlqX-1saoxWVq901qEZyl6RKLL-6APwT7jyhDDKj
Buona domenika anche a te… 😉
Brava Elsa !! Obiettiva come sempre. Concordi pure con i maleducati, da maleducata qual è . La “classe” non è acqua.
Le pongo davanti agli occhi una mia opera di misericordia spirituale : “perdonare le offese”.
E mi piace ricordarle uno dei sette vizi capitali che lei pratica da sempre: l’invidia.
Veda un po’, se le riesce, di porvi rimedio.
Certo, signora, certo!