A Sua Santità il Papa emerito Benedetto XVI Castel Gandolfo. I padri cardinali riuniti in Vaticano per le loro Congregazioni generali in vista del prossimo Conclave Le inviano in coro un devoto saluto, con l’espressione della loro rinnovata gratitudine per tutto il Suo luminoso ministero petrino e per l’esempio loro dato di una generosa sollecitudine pastorale per il bene della Chiesa e del mondo. La loro gratitudine vuole rappresentare il riconoscimento di tutta la Chiesa per il Suo instancabile lavoro nella vigna del Signore. I membri del collegio cardinalizio confidano infine nelle sue preghiere per loro come per tutta la Santa Chiesa. Così il contegnoso modesto freddo telegramma del cardinale decano Angelo Sodano letto poco fa in Sala Stampa dal portavoce Lombardi. Potrebbe essere studiato – nelle scuole di retorica, o nelle facoltà di Scienze della comunicazione – come eco burocratica di un fatto epocale. Ogni ricezione – si sa – avviene secondo la capacità del ricevente.
Aggiornamento al 6 marzo. Un mio minimo articolo intitolato Quel freddo telegramma per Benedetto è stato pubblicato oggi dal “Corriere della Sera” e può essere letto qui.
… Le inviano in coro un devoto E DISTINTO saluto (…)
CARO LUIGI , HAI SENTITO MALE ! MI DISPIACE.
IL TELEGRAMMA LETTO DA PADRE LOMBARDI DICEVA CHE I PADRI CARDINALI INVIAVANO AL PAPA UN “…DEVOTO E DISTINTO SALUTO” .
HAI SALTATO L’AGGETTIVO DISTINTO!
NELLE INTENZIONI DI SODANO SERVIVA A RICORDARE CHE IL SALUTO NON DOVEVA ESSERE CONFUSO CON QUELLO DEGLI ALTRI.
Nel testo pubblicato dal Sito Vaticano la parola DISTINTO non c’è: http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/30593.php?index=30593&lang=it. Il saluto del decano resta comunque inconfondibile di suo.
[…] vorrei ringraziare di vero cuore anche tutte le numerose persone in tutto il mondo, che nelle ultime settimane mi hanno inviato segni commoventi di attenzione, di amicizia e di preghiera. […] Il Papa appartiene a tutti e tantissime persone si sentono molto vicine a lui. E’ vero che ricevo lettere dai grandi del mondo – dai Capi di Stato, dai Capi religiosi, dai rappresentanti del mondo della cultura eccetera. Ma ricevo anche moltissime lettere da persone semplici che mi scrivono semplicemente dal loro cuore e mi fanno sentire il loro affetto, che nasce dall’essere insieme con Cristo Gesù, nella Chiesa. Queste persone non mi scrivono come si scrive ad esempio ad un principe o ad un grande che non si conosce. Mi scrivono come fratelli e sorelle o come figli e figlie, con il senso di un legame familiare molto affettuoso. Qui si può toccare con mano che cosa sia Chiesa – non un’organizzazione, un’associazione per fini religiosi o umanitari, ma un corpo vivo, una comunione di fratelli e sorelle nel Corpo di Gesù Cristo, che ci unisce tutti. Sperimentare la Chiesa in questo modo e poter quasi toccare con le mani la forza della sua verità e del suo amore, è motivo di gioia, in un tempo in cui tanti parlano del suo declino. Ma vediamo come la Chiesa è viva oggi!
(Benedetto XVI, udienza generale 27 febbrario 2013)
CARO LUIGI, I RECENTI EPISODI EPOCALI DELLA CHIESA, E I BELLISSIMI ARTICOLI CHE HAI SCRITTO SUL CORRIERE, TI HANNO FATTO DIMENTICARE CHE NEL NOSTRO MONDO E’ SEMPRE STATA DI CASA L’IRONIA A CUI IO HO CERCATO DI ATTINGERE ( MI ACCORGO SENZA RIUSCIRCI) PER AVVALORARE IL TONO “…CONTEGNOSO, MODESTO, FREDDO, RETORICO” CHE TU HAI GIUSTAMENTE CONFERITO AL TELEGRAMMA “…BUROCRATICO” DI SODANO.
Immagino che anche il tutto maiuscolo resti nel recinto dell’ironia – e anche da esso imparo.
Avevo ragione io di lamentare che – da giugno 2012 a febbraio 2013 – non c’è stato nessun Virgilio Levi.
Ognuno legge quel che “vuole leggere”.
Quando si ricorre al burocratese, il tono resta sempre alquanto freddo e distaccato.
Ma io sono convinta che i cardinali non volessero questo effetto.
Per ragioni di lavoro scrivo anch’io in burocratese, ma certo se mi dovessi rivolgere ad una persona cui voglio bene…
p.s.
Dall’ottimo blog del nostro Faber segnalo:
http://www.bzimage.it/blogwp/un-precedente-e-una-profezia.html
http://www.bzimage.it/blogwp/il-potere-senza-verita.html
Abbiate pazienza…
Ma in un momento drammatico come questo con un paese ingovernato ed ingovernabile, con la disoccupazione e la povertà che dilagano giorno dopo giorno, con il rischio di un collasso totale dell’intero sistema economico.. stiamo lì a cercare di leggere tra le righe di un telegramma la tiepidezza e la burocraticità.
Abbiate dunque pazienza allora, ma come ho sentito dire dal card. Ravasi negli esercizi .. la nave è in balia del cuoco di bordo…
Non ci occupiamo né della meta, né della rotta, né della tempesta, ma del rancio.
Chiedo perdono per l’insolenza.
Ma non tutti forse stanno sentendo la drammaticità della crisi come la viviamo noi…
Angelo Sodano, nato a Isola d’Asti il 27 novembre 1927, è un uomo di poche e chiare parole. In più ha scritto un telegramma … E’ già tanto che non abbia messo ogni tanto “stop”, e poi la cosa doveva essere tradotta in tante lingue … Ho visto una volta il cardinale Sodano alla nostra Cattedrale, per la festa del patrono. Volevo salutarlo, anche per curiosità, ma disse: “Devo correre a Roma”. Penso che lo si possa assolvere, sono sicura che papa Benedetto ha capito, perché si conoscono da tanto tempo.
Non c’entra niente ma hanno già pubblicato le foto del Papa emerito.
http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/primopiano/2013/03/05/foto-Jospeh-Ratzinger-Papa-Emerito_8350481.html
Che fa una cosa insolita e sconvolgente come una passeggiata con il suo segretario.
Ma lasciarlo in pace no?
Elsa se la può consolare anche io sono preoccupatissima per la crisi, il fatto che in questo momento sia vacante di fatto sia la santa sede sia il nostro parlamento mi sembra assolutamente sconvolgente.
Certo Sara.
Ma come si suol dire “Morto un papa se ne fa un altro”, anche se nel nostro caso non si tratta di morte, ma di rinuncia…
Ma la crisi economica si para davanti con lo spettro della povertà, dell’indigenza.
E vedere i politici che non si rendono conto di questo, dell’urgenza della situazione, e che ragionano solo in termini di “a casa tutti”, “no al dialogo con nessuno”, ecc. ecc. mi viene solo da piangere.
Non temo tanto per me; credo che mi adatterei a vivere con molto, molto poco e già in parte lo faccio. Ma provo angoscia per i miei figli che stanno ancora studiando… per il loro futuro sempre più incerto….
Signore, aiutaci!
Sarò
un romanticone fuori moda, sarò (come si dice nel linguaggio ippico.. ma non solo) “uno che punta sempre sui cavalli perdenti” ma più il tempo passa (da quando si è dimesso) e più aumenta il mio affetto per Benedetto XVI.
Conta pochissimo, lo so, ma lo voglio dire lo stesso. Anzi, sapessi come fare glierlo scriverei di persona e gli direi: “Per quel poco che io possa valere, povero vecchietto disabile, sappi che ti voglio bene e ti sono vicino. Per la verità anche Gesù ha detto – io sono con voi fino alla fine del tempo (o del mondo) (Mt) – e Lui ti è sicuramente vicino ed è molto più importante di me. Sappi quindi che siamo (almeno) in due a volerti bene: Luio ed io.”
Ecco, anche se vale poco l’ho detto.
Errata corrige: “Lui ed io”…
Mi piace invece vedere questa foto di papa benedetto. Credevo che non l’avremmo più visto. E poi sono curiosa di sapere cosa risponderà ai cardinali … Magari: State buoni, se potete.
Concordo con Luigi. Piuttosto che quella pisciatina, facevano miglior figura a stare zitti e risparmiavano i soldi del telegramma (un telegramma!).
E comunque Sodano è l’amico di Maciel. E ho detto tutto.
Sulla foto segnalataci da Sara1 ci sarebbe da arrabbiarsi un po’: va bene essere miti, va bene che quando uno è vecchio “un altro lo porta dove non vuole” … ma il cappellino bianco con la visiera no! Il segretario e quelle donne che gli fanno i lavori, almeno loro, dovrebbero volergli bene!
Antonella anche a me fa piacere vederlo, però mi immagino i fotografi appostati mane e sera per vedere un anziano che fa una passeggiata.
Santo Cielo!!!
Nella situazione attuale, la quale mi sembra la più grave per il mondo e l’Europa dalla II guerra mondiale. La peggiore che ha attraversato, ferito, ma non vinto, la Chiesa dalla fine del CVII , ci si trova nel buio come durante la Passione e Morte di Gesù: “tenebrae factae sunt” …“haec est ora potestas tenebrarum” ….ed è molto difficile vedere chiaro … al buio. Non so ancora cosa accadrà all’interno della Sistina, ma non credo si arriverà al nuovo Pontefice in tempi brevi, come auspicato da BenedettoXVI. Ho la sensazione che il nome del futuro pontefice verrà “partorito” dal conclave dopo un lungo travaglio.
Lo stesso travaglio che il povero Benedetto decimosesto ha dovuto sopportare stoicamente fino al crepacuore. Lui solo può dire quale pesante croce ha sostenuto e dovrà spiritulmente ancora sostenere. Uomo mite, teologo angelico, non oso immaginare quale sofferenza, per lui, trovarsi al centro di lotte indegne tra cardinali, movimenti ecclesiali con potenti interessi economico-finanziari . Altro motivo per il quale, a mio sommesso avviso, il conclave risulterà in partenza compromesso sarà in forza di tutti quei cardinali giunti al porporato in virtù della loro appartenenza a questo o quel vessillo…
Ma i cardinali non sono giunti al porporato così: li ha nominati il Papa.
E li ha anche ringraziati:
“Ma non è solamente Dio che voglio ringraziare in questo momento. Un Papa non è solo nella guida della barca di Pietro, anche se è la sua prima responsabilità. Io non mi sono mai sentito solo nel portare la gioia e il peso del ministero petrino; il Signore mi ha messo accanto tante persone che, con generosità e amore a Dio e alla Chiesa, mi hanno aiutato e mi sono state vicine. Anzitutto voi, cari Fratelli Cardinali: la vostra saggezza, i vostri consigli, la vostra amicizia sono stati per me preziosi; i miei Collaboratori, ad iniziare dal mio Segretario di Stato che mi ha accompagnato con fedeltà in questi anni; la Segreteria di Stato e l’intera Curia Romana, come pure tutti coloro che, nei vari settori, prestano il loro servizio alla Santa Sede: sono tanti volti che non emergono, rimangono nell’ombra, ma proprio nel silenzio, nella dedizione quotidiana, con spirito di fede e umiltà sono stati per me un sostegno sicuro e affidabile. “
Mah.
Caro Gigi, un grande esegeta come te dovrebbe spiegarci però se la freddezza è nei contenuti o nell’involucro, o se l’involucro dice i contenuti. Perchè questa, mi pare, è la forma dell’ecclesialese alto, in uso nella Curia da sempre, che immagino parli anche di un certo modo di vivere la sostanza dei sentimenti.
Immagino che Ratzinger la conosca bene.
D’altra parte ora c’è anche il problema della presenza del Papa Emerito. Oggi già c’è l’esclusiva di “Chi” sulla sua passeggiata nel parco di Castelgandolfo, e mi pare che inevitabilmente la sua figura aleggi ovunque, come la più presente delle Assenze.
La dimensione affettiva ne è gratificata, ma la Chiesa due Papi sulla scena non li può gestire, a mio avviso.
Da qui, penso, venga anche una certa prudenza cardinalizia di queste ore.
In effetti in Ecclesialese alto “Sua Santità il Papa emerito” mi sembra sia già qualche cosa che va al di là del ritornare al semplice Ratzinger come si era ipotizzato nei primi giorni.
ma se ha scelto di autorecludersi perché cavolo Sodano e company gli scrivono ancora PUBBLICAMENTE? Gli scrivano privatamente e stop, se vuole.
Cosa si aspettano?
Che gli risponda con un altro telegramma con lo stesso tono ossequioso?
Sì, Clofine, anch’io penso che ci vorrà molto tempo prima dell’elezione del nuovo papa, e magari dovranno anche scoperchiare il testto della Sistina e del Santa Marta per farli decidere, come quella volta, mi sembra a Viterbo.
La realtà è che questa situazione è davvero nuova, si va un pò a tentoni.
Si è combattuti tra l’affetto sincero verso Ratzinger e però anche il dovere di guardare avanti, di non fare confusioni, sovrapposizioni, confronti.
Questo sarà il problema del nuovo Papa, e di noi fedeli semplici.
Gestire questa duplicità affettiva sarà complicato, vedrete.
qui non si tratta di affetto o di smancerie.
Lui sta chiuso: perché volerlo stuzzicare a tutti i costi?
Magari volevano semplicemente esprimere un riconoscimento pubblico nei modi che la Curia concepisce di esprimere tale riconoscimento.
Tanto non va mai bene niente, da dove verrà il nuovo Papa che aspettiamo se il collegio cardinalizio è la cloaca di tutti i vizi. Lo terranno nascosto sotto qualche letto…
Perchè un omaggio è doveroso e penso anche sentito, linguaggi curiali a parte.
Perchè l’affetto della gente rimane, e non si tratta di smancerie.
Perchè, infine, lui sta nascosto, ma non è sparito, e del resto in questo tempo sarebbe stato difficile annullarsi, anche in un castello della Ciociaria o dell’Abruzzo.
“Senatores boni viri, senatus autem mala bestia”. Voglio credere che buona parte dei “vizi” siano – come dire – “endemici” al sistema, per lo meno non voluti, un “cronos” che divora i suoi figli… in questo momento moltissimi sparano sui cardinali come se fossero dei reietti, la feccia dell’umanità. Distinguiamo caso per caso: ritengo che nella maggioranza siano uomini che amano la Chiesa e Cristo, diversissisimi per sensibilità. Ho un altro pensiero “birichino” che mi frulla per la mente da qualche giorno, ma per adesso lo serbo nel mio segreto, onde non scatenare le forze del blog su dettagli secondari. Scusdate se mi sono espresso in modo un po’ confuso.
Proprio vero che è difficile accontentare tutti.
Lo spunto lo ha dato Luigi che parla criticamente di freddezza del messaggio di saluto inviato dai cardinali al Papa emerito.
E tanti altri a ricamarci intorno.
E magari i cardinali hanno cercato in tutti i modi le parole più opportune e apprezzabili da indirizzare al Papa. Chissà quanto hanno discusso.
“Devoto saluto”,”rinnovata gratitudine”,”generosa sollecitudine pastorale”, “instancabile lavoro nella vigna del Signore” sarebbero espressioni modeste e fredde?
Per me non lo sono.
Parole di Luigi:”Ogni ricezione – si sa – avviene secondo la capacità del ricevente.”
Più che giusto. Teniamolo presente, senza lasciarci influenzare da nessuno e senza fare eco alle parole altrui.
Qualsiasi cosa si faccia o dica è inevitabile susciti pareri positivi e negativi … specialmente quando viene fatto pubblicamente.
Magari era un semplice omaggio pubblico che non pretendeva nent’altro che questo.
Neppure il pensare alla difficoltà nell’elezione del nuovo Papa fa bene e non è spiritualmente salutare presagire.
Dovremmo invece seguire le orme di Benedetto XVI e pregare, meditare, pregare e meditare.
A volte ho la strana sensazione di negare sui fatti l’operosità dello Spirito Santo, quasi un “suggerire” al su detto Spirito Santo ciò che deve fare.
Le nostre sensazioni in momenti come questi che ci lasciano parecchio sensibili possono slittare pericolosamente verso pensieri apocalittici, mentre il nostro Papa Emerito ci ha insegnato, proprio nelle sue ultime parole pubbliche, ad essere positivi e a far rinascere la Speranza che è la vera “sofferente” nella Chiesa di oggi.
Nel massimo rispetto dei commenti di Luigi e degli altri utenti del blog, io propongo una osservazione controcorrente: in primis voglio notare che, interrogato sulle ragioni per le quali a Benedetto si è deciso di inviare un messaggio così succinto e freddo, nella forma di un telegramma, il portavoce vaticano, padre Lombardi, ha risposto: «il testo è stato proposto dal cardinale decano Angelo Sodano all’Assemblea che lo ha approvato e dato il suo consenso».
Ogni altra osservazione in merito mi pare non pertinente, gratuita e un pò forzata
L’orizzonte che in questi momenti deve essere da tutti – semplici fedeli e Cardinali – fissato, cercando ciascuno di vedere l’invisibile, è quello della successione apostolica che il Signore ha promesso alla sua Chiesa, fino a quando terminerà la storia del mondo con “l’avvento di cieli nuovi e terra nuova”.
Questo il traguardo che purtroppo molti cristiani dimenticano, non avendo più nei loro cuori l’orizzonte escatologico e non attendendo il ritorno del Signore.
Abbiamo amato Benedetto XVI e tuttavia anche lui è passato e un altro prenderà il suo posto, un altro al quale egli stesso, prima ancora di conoscerlo, ha già promesso “reverenza e obbedienza”, come ogni fedele cattolico.
Più che mai è necessario ricordare quello che Benedetto XVI ci ha fatto conoscere con i suoi ultimi gesti: un clima sobrio, senza tentazioni di personalismo, una semplicità degli eventi che non lascia spazio ad autocelebrazioni o arroganti esposizioni.
Gesti nobili ed umanissimi, in cui un pastore, stanco e anziano, lascia posto al nuovo pastore per il bene del gregge.
D’ora in poi Bemedetto-Ratzinger pregherà come un monaco, nella convinzione che la preghiera sia una componente della storia e che esserne capaci significa lottare e decidere con Dio.
In questo momento serve pregare.
Tutto il resto è noia.
Condivido la riflessione di Luca73.
I cardinali hanno avuto modo e tempo per esprimere il loro saluto personale e affettuoso in queste ultime settimane. Ma il Card. Sodano si è trovato di fronte alla novità di un Conclave (per ora siamo alle congregazioni dei cardinali, ma l’iter è avviato) con un papa emerito vivo a pochi chilometri da Roma: gli sarà sembrato giusto un saluto formale da parte dell’assemblea dei cardinali. In questi giorni stiamo assistendo alla creazione di un nuovo “protocollo” perchè è tutto nuovo e alcune cose sono per forza di cose “improvvisate”. Più avanti il nuovo pontefice avrà modo di ripensare a questi giorni e, se lo riterrà opportuno, di rivedere procedure e protocolli.
Non fermiamoci al testo al telegramma. Sono certo che Benedetto XVI ha gradito il pensiero e l’iniziativa, al di là dell'”eco burocratica” che arriva a noi.
Nel mio lavoro, capita di dover scrivere note e lettere a persone con cui sussiste un rapporto formale: ho imparato che pur mantenendo le forme si può bucare il formalismo e comunicare vicinanza. Anzi, ne risulta un effetto che può essere considerato addirittura bello e piacevole. Ma per farlo bisogna davvero fare sì che l’affetto sia vivo. Altrimenti ne viene un risultato “contegnoso modesto freddo” (per usare Luigi espressioni di questo genere hanno veramente sgravato).
In questi consessi è sempre rischioso, comunque esporsi: se il card. Sodano ha proposto un testo come avrebbe mai potuto il collegio o qualcuno in seno al collegio rifiutarsi o correggere? Sarebbe stato subito additato come nemico del Papa.
Ne viene fuori comunque una grande penuria di umanità…
Due osservazioni.
a)Nulla di piu’ burocratico e formale dell’ecclesialese. I messaggi ufficiali e le dichiarazioni ufficiali dei cardinali e dei Papi, e anche certe manifestazioni di cordoglio, per esempio, espresse sempre, anche in certi Angelus e in certe omelie, con le frasi fatte e i termini del protocollo, possono risultare stucchevoli e gelide, e lo sono anche.Ma non sono certo una novità. e non solo Sodano, ma pure Benedetto, questo lo sanno e lo masticano, da sempre, molto bene.Mi sarei stupito di un tono piu’ informale, certo piu’ affettuoso, ma del tutto assente, dacché mi ricordi io, da questo genere di interventi.
b) Credo che adesso sia il momento, e precisamente lo è dal 28 di febbraio, di rispettare la volontà di Benedetto e la logica- provvidenziale- del suo gesto e delle cose. Benedetto è andato, e là dove è andato deve essere lasciato.
Per quanto orante e presente nel nascondimento, la sua presenza fisica, meno la si evoca, meglio è. Se no se ne fa una specie di Regina Madre , che è l’esatto contrario di quello che lui vuole e di cui la Chiesa ha bisogno.
Condivido l’osservazione b) di Lorenzo, ma penso che solo il nuovo pontefice potrà stabilire come il papa e la Curia dovranno/potranno riferirsi al papa emerito. I cardinali in questo momento si trovano, almeno psicologicamente, in una sorta di “vacatio legis” e provano ad improvvisare come possono.
Mettiamo nel conto che ci saranno delle “gaffes” e attendiamo che il nuovo pontefice definisca meglio la situazione.
Sono certissimo che il papa emerito non sarà una figura “ingombrante”, anche in considerazione dell’inclemenza e della inarrestabilità di quella “senectus ipsa morbus” di cui è consapevole per primo proprio Benedetto XVI.
maioba scrive,
5 marzo 2013 @ 22:02
+maioba scrive,
5 marzo 2013 @ 22:12
—–
Concordo.
—
Ricorderei il finale della sua ultima udienza del 27 febbraio.
“Cari amici! Dio guida la sua Chiesa, la sorregge sempre anche e soprattutto nei momenti difficili. Non perdiamo mai questa visione di fede, che è l’unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondo. Nel nostro cuore, nel cuore di ciascuno di voi, ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore ci è accanto, non ci abbandona, ci è vicino e ci avvolge con il suo amore. Grazie!
________________________________________
A chi si affida Sodano?
Forse spara le ultime cartucce per essere al centro dell’attenzione della cronaca, per ripicca con l’altro vanesio di Bertone quando con lui fece un lungo braccio di ferro prima di cedergli la stanza che occupava nel palazzo apostolico e che spettava al nuovo segretario di Stato?.
Che questi Principi si rileggano e meditino le pagine del Qoelet.
Ma a che serve riportare le parole dell’ultima udienza saltando a pie pari quelle in cui ringrazia di cuore Bertone?
Quando Sodano in pieno scandalo pedofilia espresse la sua vicinanza a Benedetto chiamandolo Dolce Cristo in terra venne giù il mondo, adesso è formale non va bene uguale.
Che noia però.
Sì, la mostrificazione di Bertone non la comprendo molto nemmeno io.
Nel senso che l’ha scelto il Papa, l’ha voluto, mantenuto, difeso, lodato e ringraziato sino alla fine.
Capisco la lealtà di Ratzinger, ma insomma lo avrà pure apprezzato, nonostante le critiche e gli errori commessi!
Ormai non ci si deve meravigliare più di nulla di quello che succede in Vaticano.
Il sistema è talmente ben rodato e ramificato che qualsiasi papa eleggano, verrà “normalizzato” in breve tempo. Poi può darsi che al popolo dei fedeli alla fine vada bene così : una Chiesa ricca e potente che si amministra come una corporation americana. Aspettiamo l’habemus papam. Comunque per chi vuole saperne di più è stato una rivelazione il libro che non avevo ancora letto : “Luce del mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi. Una conversazione con Peter Seewald ”
Un papa (ora emerito) che si esprime con una franchezza inaudita: adesso si capiscono tante cose.
Perchè tanta fretta ? http://www.lastampa.it/2013/03/06/italia/cronache/strappo-dei-vescovi-usa-non-siamo-pronti-a-entrare-in-conclave-Om5cpS0CFVrJ9CjxHPb51I/pagina.html
Stamattina padre Livio a radio Maria ha detto che il cardinali hanno mandato un bellissimo telegramma a Benedetto XVI. Ha anche comentato in lungo e in largo la foto di “Chi”.
In quanto a me, ho ricomprato un libro di papa Benedetto che non avevo più perché lo avevo regalato. Penso che sia il modo migliore per ricordarlo (e magari anche per procurargli una piccola soddisfazione).
“Padre Livio a radio Maria ha detto che i cardinali hanno mandato un bellissimo telegramma”
OMNIA MUNDA MUNDIS. 😉
“strappo dei vescovi Usa. non siamo pronti ad entrare in Conclave”
Si stanno armando di fucili per sparare ai CORVI. 😉
Probabilmente Padre Livio ha apprezzato l’intenzione più che le parole.
Un mio minimo articolo intitolato Quel freddo telegramma per Benedetto è stato pubblicato oggi dal “Corriere della Sera” e può essere letto qui.
Discipulus, Pater Livius mundus?
grande articolo sul corsera. Affilato come una spada a due tagli.
caro Luciano Menia,
è un po’ che non leggo i tuoi interventi. Se il momento è particolarmente faticoso, sappi che ti siamo vicini e non manca la nostra preghiera per te.
un abbraccio mattlar
Sara1 scrive,
6 marzo 2013 @ 12:27
—-
Intanto parlavo di Sodano.
Poi, circa l’elogio a Bertone, un pò di vaticanese lo capisco anch’io.
Tanto basta per capire che il Papa di 1,2 miliardi di fedeli non può esprimersi che come ha fatto per tutti i suoi collaboratori, visto che se li è scelti personalmente.
Su Sodano che solidarizzò con BXVI per l’attacco sulla pedofilia, ricordo che allo stesso modo solidarizzò con Maciel Degollado al punto da far finta di non sapere delle denunce che riguardavano il capo dei legionari di Cristo.
La memoria aiuta, la memoìa, uccide.
Caro Nino se le piace la storia di Maciel vada sul sito della Raffa che la mettono in ogni post come la maionese.
Riguardo al Papa di 1,2 miliardi di fedeli spero che se fa un complimento ai suoi collaboratori (che si è liberamente e autonomamente scelto) per rispetto all’1,2 miliardo di fedeli lo faccia sinceramente e non così per pro forma e mentendo.
Io me lo aspetto e mi sembra anche il minimo.
Ciao, Luigi,
l’articolo sul telegramma, è fino ed arguto.
In un tempo in cui anche io mi sono ritrovato familiare ad esprimere la mia rabbia a “maleparole”,
tu hai la capacità di continuare a cesellare verbi
per non violare alcuno.
In questi giorni ti sono particolarmente vicino.
Mi sveglio al mattino guardando la brutta edicola sotto casa natale,
lo spartitraffico Ztl,
a proposito,
stamattina ho visto un auto che entrava di retromarcia.
nel varco Ztl
Perchè ???
Mah!
Sono Pazzi Questi Romani !!!!
Gentile signor Mattlar delle 16.14, forse ci voleva il vocativo (“discipule”) …
anche qui:
http://pope2013.corriere.it/2013/03/07/that-cold-telegram-to-benedict/#more-218
si nota la “freddezza” del telegramma dei Cardinali, facendo paragone con quello del Patriarca Kirill.
Luigi Franti. Hai perfettamente ragione. Ti chiedo umilmente scusa, la fretta mi fa dimenticare la grammatica.
Rectissime quidem. Rogo te humiliter excusabo. Festina facit oblivisci me gramaticorum