Festa di neve oggi sull’Appennino. Ieri ero a Rozzano, Torre di Mordor, vedi il post precedente. Stamane i miei ospiti mi hanno portato da Rozzano ad Abbiategrasso dove dovevo infilarmi nella Metro 2 per la Centrale. E l’ho fatto con l’abituale disinvoltura e ho calcolato il tempo a ogni fermata, correndo infine come un cervo su per per le rampe della Centrale e ho visto il mio treno dileguarsi sinuosamente mentre io piegato in due cercavo il fiato. Sono arrivato a Roma – complice la neve sull’Appennino – con quasi due ore di ritardo, ma nessuno mi attendeva con ansia, tutto era sotto controllo, il telefonino teneva aggiornata la famiglia. Con mia sorpresa non ho dovuto rifare il biglietto: al Club Freccia Oro mi hanno detto che era valido quello che esibivo con tremore e mi hanno trovato un posto in un treno gemello di un’ora dopo. Tutta la Lombardia bianca come una tovaglia, con su alberi e arbusti di cristallo. Giunti a Bologna per una complicazione che non ho capito la mia Freccia non ha fatto la linea veloce ma quella “storica”, la mia preferita, perché ti squaderna gratuitamente lo scenario delle montagne, mentre la direttissima è quasi per intero in galleria. Felice come un bambino a vedere la nevicata sulle montagne. Ve la dedico con grande altruismo.
Festa di neve sull’Appennino
25 Comments
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Luigi,
il tuo altruismo è commovente! 🙂
Viaggiare in treno ha già di per sé un sapore biabesco; più ancora quando nevica.
BUON COMPLEANNO, LUIGI, DALLE INNEVATE CAMPAGNE DEL VENETO !
………………. e buona domenica a tutti !
Roberto 55
E bravo Luigi che si fa (ci fa) questi regali di compleanno!
Intanto AUGURI.
E tanta nostalgia per quello spartiacque che è la vecchia Direttissima. A salire, da studente, era segno di allegria (non se tornavo a casa dopo una bocciatura all’esame), perché finalmente implicava vacanza e riposo; a scendere era sempre simbolo di ritorno e se tornavo da una bocciatura voleva implicare voglia di riscatto.
Erano e sono quelle le montagne di un nostro illustre collega (insomma, uso la paroal da parte mia con molto molto rispetto e la coscienza di non essergli pari): Enzo Biagi. L’omino di Pianaccio (BO) che sapeva scrivere in maniera affascinante. Insieme a Leonardo Sciascia, negli anni della mia adolescenza, sono stati i testi che ho letto di più e con piacere. E pensavo: così si scrive, così voglio scrivere. Non so però che cosa sia stato.
Mi piaceva, di Biagi, la scrittura a base di battute. Chi lo denigrava diceva avesse letto meno libri di quanti ne avesse scritto. A me pare fosse un uomo di buonsenso e buona cultura, un socialista che credeva in una possibile, futuribile Italia migliore. Quest’ometto dai capelli bianchi, dalla statura morale molto più alta di quella fisica, che accompagnava le mie serate col suo “Fatto” e la sua ironia capace di dire tanto, mi ha insegnato una lezione. Si trova nel volume “Diciamoci tutto”, del 1984. Dice che un giornalista deve cercare la possibile verità e non la Verità assoluta, perché il suo pseudonimo non è Gesù. Il che non vuol dire però inventarsi le notizie o andare a sparare nel mucchio: per me è un patto implicito col lettore, che vuol dire: “Guarda, io ho fatto le mie ricerche e sulla base di quanto ho indagato, per me le cose sono andate così. Poi se non la pensi come me non avrò motivo per biasimarti, ma solo per fare meglio”.
Biagi diceva – e forse anche questo è un fatto di Vangelo, non lo so – di dire ogni notte un Atto di dolore perché così gli aveva insegnato sua madre ogni sera. Ma, precisava, “sono 50 anni che non mi confesso” (lo diceva a Pansa, nell’introduzione a quel “Diciamoci tutto” del 1984). Nel suo “Italia” (1975, ristampa 1980) traccia dei ritratti commoventi della figura di don Milani, del Papa Buono, dell’appena eletto Wojtyla che ha appena lasciato – scrive – le sue dolci pianure per venire a vivere a Roma. Fa un ritratto di Pio XII che io trovo – in poche battute – splendido per la descrizione di tre fotografie. E’ folgorante: inziia con la foto di Pacelli liceale, stretto nel suo vestitino giacca-e-cravatta, poi lo mostra vescovo in Germania (dove va a parlare ai prigionieri italiani della patria lontana), infine – vado a memoria – “Un vecchio agonizza. Ha le cannule dell’ossigeno in bocca…” (le famose foto di Paris Match).
Paradossalmente in quei ritratti di Papi – se la memoria non m’inganna, ho il libro a casa in Calabria e da qui non posso certo prenderlo – non c’è niente su Montini e forse qualcosa (anzi non forse, dovrebbe esserci e basta) un accenno a Giovanni Paolo I. Forse Biagi in Dio ci credeva.
Ti offro quest’ultima immagine da “disonora il padre”, dove racconta l’estrema unzione di un suo commilitone appena morto all’ospedale militare: “Il prete gli unse le palme e le piante dei piedi – forse perché potesse correre più rapidamente in Paradiso – e sparì”.
Vi siete incontrati nei primi anni ’80 al Corriere? Penso proprio di sì. Magari non è un fatto di Vangelo, ma spero questo piccolo ricordo di Biagi possa piacere a te e a tutto il resto del pianerottolo. Grazie per avermi squadernato le montagne e l’omino di Pianaccio.
Auguri cordialissimi (“toto corde”!) al nostro ospite che ci regala l’icona sorridente (e affannata!) della sua corsa verso la coda d’un treno… Caro Luigi La porteremo nel davanti al Signore durante le celebrazioni di stamattina… Lei è un po’ il nostro Precursore, che viene a visitare i deserti e a riempirli di parola sapiente e sempre sincera. Ed è – grazie a Dio – una volce lontana e libera a confronto degli Erodi, Lisania e compagnia che abitano anche oggi il nostro mondo. Un abbraccio.
corrige… “voce”
Pace! grida la campana,
ma lontana, fioca. Là
un marmoreo cimitero
sorge, su cui l’ombra tace:
e ne sfuma al cielo nero
un chiarore ampio e fugace.
Pace! pace! pace! pace!
nella bianca oscurità.
Pascoli
Auguri, Luigi!
Auguri Luigi…..con grande e sincero affetto… Auguri di cuore !!
Clo
Auguri Luigi!
Gran bel mese, dicembre!
Tra pochi giorni preparatevi anche al 40 genetliaco di Marcello: è iniziato il conto alla rovescia.
Auguri, Luigi!
Ed ecco un altro “Auguri, Luigi!”
Anch’io sono nata in dicembre! E oggi è il giorno del mio Battesimo!!!
Un abbraccio Luigi!
Bianco e pulito come la neve …
Grazie per la passione per gli esseri umani e per le cose che utilizzano,
grazie dell’affetto e dell’ospitalità sempre ‘signorile’.
Dio è cortesia, diceva san Francesco.
Quindi … permettimi: Dio ti benedica! 🙂
Lunga vita a Luigi!
E pace, pace, pace, shalom!
Tanti tanti auguri, con un grande grazie!
E una preghiera.
Buon compleanno Luigi! Anch’io sono decembrino.
E buona domenica di avvento a tutti! Chissà che il periodo di preparazione al Natale rabbonisca i facinorosi del blog.
Anche io sono sono di dicembre!!!
Il 6 ho compiuto 40 anni!!!
Buon compleanno a Luigi, di cuore.
E grazie per la pazienza e la delicatezza dei suoi interventi.
Auguri anche a tutti i dicembrini che frequentano questo blog che saluto con affetto e ai quali assicuro una preghiera.
Tanti, tantissimi auguri a Luigi che, condivide il compleanno con Carlo Azeglio Ciampi…
Io, con Pertini. [Scusate l’autocitazione] 😉
Buona Domenica a tutti.
F.
Beh, complimenti a Fabricianus !
Buona seconda domenica di Avvento a tutti: come disse l’Evangelista Luca, teniamoci pronti perchè presto vedremo la salvezza del Signore !
Roberto 55
Allora, auguri anche agli altri! 🙂
9 dicembre 1943
C’era la guerra,
i partigiani di Recanati,
frate Gaetano da Cerreto,
il bersagliere Casagrande…..
Dietro la violenza della guerra,
dietro la violenza dei fascisti,
la speranza nascostamente sta sgorgando…..
Vale per tutti i tempi.
AUGURI LUIGI.
Ancora oggi,
piccolo gregge non temere…..
Un abbraccio a tutto il pianerottolo,
nella speranza,
che non siano la ricerca dei nemici
i nostri obiettivi,
quanto il cercare quello che ci unisce,
nella sola ricerca del bene comune.
Ringrazio tutti per gli auguri – sia chi li ha detti, sia chi li ha solo pensati.
Grazie Roberto.
😕
O mamma!!!!
Auguri Luigi!
Bellissima e divertente l’immagine di te che corri come un cervo su per le scale della Centrale! 😀