Francesco torna a Santa Marta col suo rametto d’ulivo
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Luigi Accattoli
Proprio come Francesco. Sempre siamo andati negli anni alla benedizione delle Palme e abbiamo avuto cura di portare nelle nostre case una buona quantità di rametti d’ulivo per metterli in uno o più vasi, a sostituzione di quelli dell’anno passato. E così ha fatto domenica il Papa per il suo appartamento al Santa Marta.
31 Marzo, 2021 - 22:44
Luigi Accattoli
Rami a bracciate. Intorno alla casa contadina dove sono nato, tra Recanati e Osimo, c’era un uliveto che chiamavamo piantonara e quando venivano le Palme il giorno prima tagliavamo tanti rami e li portavamo a bracciate al parroco: eravamo tra i fornitori delle palme per l’intera comunità. Una comunità contadina che ne voleva molti di rametti benedetti.
31 Marzo, 2021 - 22:47
Luigi Accattoli
Sui pagliai e le pagliarole. Non solo venivano messi in vasetti e sui crocifissi e le acquasantiere di ogni stanza, ma sulle porte della stalla, del porcile e del pollaio, sui pagliai e le pagliarole del fieno e della pula. In capo ai filari delle viti, al cancello dell’orto, sui pali che reggevano la carrucola del pozzo. Anzi dei pozzi. E quando si mieteva e si portavano sull’aia i covoni e si alzava la gran bica per la trebbiatura, anche lassù, sul covone più alto, veniva messa la palma benedetta.
31 Marzo, 2021 - 22:52
Luigi Accattoli
L’ulivo del terrazzo. Sono contento d’aver visto il Papa che portava a casa il suo rametto. Perchè anche oggi io cerco l’ulivo. Sul terrazzo condominiale del palazzo nel quale abito, Rione Monti, c’è un ulivo in vaso. La Domenica delle Palme dell’anno passato, quando erano sospese le celebrazioni, la mattina di buonora sono salito sul terrazzo per tagliare due rametti da tenere in mano quando il Papa avrebbe benedetto le palme in San Pietro. E qui nel blog misi la foto di quell’ulivo e raccontai quella benedizione da remoto delle palme in pandemia.
Vedere papa Francesco con la sua piccola palma mi ha commosso. Confesso di averlo voluto vedere in televisione per ammirare anche quest’anno la bellissima palma tutta lavorata propria di un Papa. In quanto a me, piena di orgoglio, ho riportato dalla celebrazione neocatecumenale una palma gigantesca, più alta di me (non un semplice rametto di ulivo, ma proprio un ramo di palma). Vedi dove si annida il senso di superiorità!
31 Marzo, 2021 - 23:36
Amigoni p. Luigi
Rif. 23 .02 – Papa e ulivo (e cristiano normale)
Forse oggi Silone non direbbe più che “è difficile essere papa e buon cristiano”
“Vi daro’pastori secondo il mio cuore ,i quali vi guideranno con scienza e intelligenza ” Geremia (3,15)
Facendo proprio riferimento all’annuncio del profeta Geremia , al termine del Sinodo del 1992, scriveva San Giovanni Paolo II: “I presbiteri sono, nella Chiesa e per la Chiesa, una ripresentazione sacramentale di Gesù Cristo Capo e Pastore, ne proclamano autorevolmente la parola, ne ripetono i gesti di perdono e di offerta della salvezza, soprattutto col Battesimo, la Penitenza e l’Eucaristia, ne esercitano l’amorevole sollecitudine, fino al dono totale di sé per il gregge, che raccolgono nell’unità e conducono al Padre per mezzo di Cristo nello Spirito. In una parola, i presbiteri esistono ed agiscono per l’annuncio del Vangelo al mondo e per l’edificazione della Chiesa in nome e in persona di Cristo Capo e Pastore” (Pastores dato vobis, Esortazione Post-Sinodale, 25 marzo 1992, 15).
1 Aprile, 2021 - 9:06
Amigoni p. Luigi
Rif. 9.06 – Sinodo 1990
Il rilievo è assolutamente marginale: il Sinodo a cui si riferisce la “Pastores dabo vobis” è del 1990.
Proprio come Francesco. Sempre siamo andati negli anni alla benedizione delle Palme e abbiamo avuto cura di portare nelle nostre case una buona quantità di rametti d’ulivo per metterli in uno o più vasi, a sostituzione di quelli dell’anno passato. E così ha fatto domenica il Papa per il suo appartamento al Santa Marta.
Rami a bracciate. Intorno alla casa contadina dove sono nato, tra Recanati e Osimo, c’era un uliveto che chiamavamo piantonara e quando venivano le Palme il giorno prima tagliavamo tanti rami e li portavamo a bracciate al parroco: eravamo tra i fornitori delle palme per l’intera comunità. Una comunità contadina che ne voleva molti di rametti benedetti.
Sui pagliai e le pagliarole. Non solo venivano messi in vasetti e sui crocifissi e le acquasantiere di ogni stanza, ma sulle porte della stalla, del porcile e del pollaio, sui pagliai e le pagliarole del fieno e della pula. In capo ai filari delle viti, al cancello dell’orto, sui pali che reggevano la carrucola del pozzo. Anzi dei pozzi. E quando si mieteva e si portavano sull’aia i covoni e si alzava la gran bica per la trebbiatura, anche lassù, sul covone più alto, veniva messa la palma benedetta.
L’ulivo del terrazzo. Sono contento d’aver visto il Papa che portava a casa il suo rametto. Perchè anche oggi io cerco l’ulivo. Sul terrazzo condominiale del palazzo nel quale abito, Rione Monti, c’è un ulivo in vaso. La Domenica delle Palme dell’anno passato, quando erano sospese le celebrazioni, la mattina di buonora sono salito sul terrazzo per tagliare due rametti da tenere in mano quando il Papa avrebbe benedetto le palme in San Pietro. E qui nel blog misi la foto di quell’ulivo e raccontai quella benedizione da remoto delle palme in pandemia.
Le puoi vedere qui, foto e narrazione:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/24435-2/
Vedere papa Francesco con la sua piccola palma mi ha commosso. Confesso di averlo voluto vedere in televisione per ammirare anche quest’anno la bellissima palma tutta lavorata propria di un Papa. In quanto a me, piena di orgoglio, ho riportato dalla celebrazione neocatecumenale una palma gigantesca, più alta di me (non un semplice rametto di ulivo, ma proprio un ramo di palma). Vedi dove si annida il senso di superiorità!
Rif. 23 .02 – Papa e ulivo (e cristiano normale)
Forse oggi Silone non direbbe più che “è difficile essere papa e buon cristiano”
https://gpcentofanti.altervista.org/la-grazia-della-parola/
“Vi daro’pastori secondo il mio cuore ,i quali vi guideranno con scienza e intelligenza ” Geremia (3,15)
Facendo proprio riferimento all’annuncio del profeta Geremia , al termine del Sinodo del 1992, scriveva San Giovanni Paolo II: “I presbiteri sono, nella Chiesa e per la Chiesa, una ripresentazione sacramentale di Gesù Cristo Capo e Pastore, ne proclamano autorevolmente la parola, ne ripetono i gesti di perdono e di offerta della salvezza, soprattutto col Battesimo, la Penitenza e l’Eucaristia, ne esercitano l’amorevole sollecitudine, fino al dono totale di sé per il gregge, che raccolgono nell’unità e conducono al Padre per mezzo di Cristo nello Spirito. In una parola, i presbiteri esistono ed agiscono per l’annuncio del Vangelo al mondo e per l’edificazione della Chiesa in nome e in persona di Cristo Capo e Pastore” (Pastores dato vobis, Esortazione Post-Sinodale, 25 marzo 1992, 15).
Rif. 9.06 – Sinodo 1990
Il rilievo è assolutamente marginale: il Sinodo a cui si riferisce la “Pastores dabo vobis” è del 1990.